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Cenni di elettrostatica

nei materiali
Elettrostatica in presenza di dielettrici

Consideriamo un condensatore (per semplicità piano) nel vuoto. Abbiamo:

Q ϵ0S
C0 = C0 =
ΔV0 d
S +Q

∆V0 d

-Q
Elettrostatica in presenza di dielettrici
Lasciando invariata la geometria del condensatore e la carica presente sulle
armature, riempiamo ora uniformemente l’intercapedine compresa tra le armature
stesse con un materiale isolante omogeneo ed isotropo, non dotato di alcuna carica
elettrica. Sperimentalmente si osserva che ∆V < ∆V0 e che:

ΔV0
ΔV = C = ϵrC0
ϵr
S +Q
La costante 𝜀r viene detta costante
∆V d
dielettrica relativa del dielettrico

-Q
MATERIALE 𝜀r
aria (1 atm.) 1.0006
quarzo (SiO2) 4.3
vetri 4÷7
acqua 80
Polarizzazione nei dielettrici
Il tipico conduttore è un metallo, caratterizzato da una struttura cristallina: ogni
atomo si trova ai vertici di un reticolo poliedrico di estensione spaziale molto
grande rispetto al passo di ogni singola cella del reticolo.
L’energia di legame che lega gli elettroni delle orbite più esterne al nucleo è
abbastanza piccola da essere praticamente sempre inferiore all’energia di
agitazione termica, già a temperatura ambiente.
Questi elettroni liberi costituiscono una specie di gas all’interno del conduttore, in
continua agitazione termica.

I dielettrici invece sono caratterizzati dall’avere atomi e molecole con tutti gli
elettroni piuttosto fortemente legati ai rispettivi nuclei. Solo per intervento di forze
localizzate molto intense (strofinio, scariche elettriche,…) può capitare che alcuni
elettroni vengano strappati dalla loro posizione lasciando così una carica positiva
localizzata nel luogo da cui sono stati strappati, ed una negativa laddove sono
stati introdotti a forza.
Polarizzazione nei dielettrici
Pur essendo complessivamente neutro, un dielettrico produce un campo elettrico
macroscopico se possiede un momento di dipolo diverso da zero.

Tale momento di dipolo manca in assenza di un campo elettrico esterno, ma viene


indotto nel dielettrico quando su di esso agisce un campo elettrico prodotto da cariche
presenti all’intorno.

Il fenomeno per cui un dielettrico, immerso in un campo elettrico esterno, acquista un


momento di dipolo è detto polarizzazione elettrica.

La polarizzazione di un dielettrico può avvenire:


• per deformazione;
• per orientamento.

La polarizzazione per deformazione si verifica in tutti i dielettrici, mentre quella


per orientamento avviene soltanto se le molecole del dielettrico possiedono già,
intrinsecamente, un momento di dipolo.
Polarizzazione per deformazione
Facciamo una serie di assunzioni e di approssimazioni. In una descrizione semplificata un
atomo può essere schematizzato con un nucleo puntiforme di carica Q e con una carica -Q
uniformemente distribuita in una sfera centrata nel nucleo e di raggio R.

Se sottoponiamo tale atomo ad un campo elettrico E esterno (Eest), avremo una forza che
tende a spostare il nucleo in direzione concorde con E. Si rompe la simmetria e il centro di
carica positiva non coincide più con il centro di carica negativa; si crea quindi un dipolo
elettrico.

Assumiamo che la distribuzione degli elettroni continui ad essere caratterizzata da una


simmetria sferica, e indichiamo con x la distanza del nucleo da O’.
Polarizzazione per deformazione
Facciamo una serie di assunzioni e di approssimazioni. In una descrizione semplificata un
atomo può essere schematizzato con un nucleo puntiforme di carica Q e con una carica -Q
uniformemente distribuita in una sfera centrata nel nucleo e di raggio R.

Se sottoponiamo tale atomo ad un campo elettrico E esterno (Eest), avremo una forza che
tende a spostare il nucleo in direzione concorde con E. Si rompe la simmetria e il centro di
carica positiva non coincide più con il centro di carica negativa; si crea quindi un dipolo
elettrico.

Assumiamo che la distribuzione degli elettroni continui ad essere caratterizzata da una


simmetria sferica, e indichiamo con x la distanza del nucleo da O’.

Il valore del campo elettrico creato dagli elettroni in x vale


1 Qx
Eel =
4πϵ0 R 3
ed esercita una forza sul nucleo in direzione opposta a quella esercitata dal campo esterno.
All’equilibrio si ha:
1 Q2x
QEest =
4πϵ0 R 3
Polarizzazione per deformazione
ρr Q r
E= =
3ϵ0 4πϵ0 R 3

E∝r
1
E∝ 2
r

0 R r
Polarizzazione per deformazione
Il corrispondente momento di dipolo indotto p, avente direzione e verso di E, è perciò
dato da:
p
E= → p = (4πϵ0 R 3)E
4πϵ0 R 3

In generale, gli atomi di un dielettrico immerso in un


campo elettrico E possono essere approssimati come
dei dipoli elettrici con momento di dipolo:

p = αE

con 𝛼 detta costante di polarizzabilità elettronica.

Per l’atomo di idrogeno si trova che 𝛼 = 7.4 x 10-41 F m2


Polarizzazione per orientamento
La configurazione spaziale di molte molecole poliatomiche non è simmetrica e molte di
esse hanno perciò un loro momento di dipolo proprio indipendentemente dalla presenza
di un campo elettrico esterno.

In questo caso, un campo elettrico esterno tende ad orientare i dipoli con p parallelo a
E . L’allineamento è tuttavia contrastato dall’agitazione termica.

L’energia potenziale di un singolo dipolo può essere espressa come UE = − p ⋅ E .


La variazione massima dell’energia potenziale ΔUE = 2pE va confrontata con l’energia
3
termica Eter = kT in cui k è la costante di Boltzmann e T la temperatura.
2
3
La massima polarizzazione si ottiene quindi quando 2pE ≫ kT . In molte situazioni di
2
3
interesse si ha invece 2pE ≪ kT, e il valore medio del momento di dipolo è legato
2
al campo dalla relazione:
p2
⟨ p ⟩ = 3kT E
Polarizzazione per orientamento
Eest = 0 Eest ≠ 0

A temperatura ambiente, la polarizzazione per deformazione è trascurabile rispetto a


quella per orientamento (ove possibile). Per campi di intensità elevata, questa
prevalenza aumenta ulteriormente.
Dalle considerazioni microscopiche fatte finora ci si aspetta che quando un dielettrico
viene sottoposto ad un campo elettrico esterno le sue molecole acquistino un dipolo
elettrico medio ⟨p⟩ non nullo, orientato parallelamente al campo locale agente
internamente al dielettrico e proporzionale a E (almeno finché ⟨p⟩E ≪ kT ).

Dal punto di vista macroscopico il fenomeno è convenientemente descritto


introducendo il vettore polarizzazione elettrica P definito come il momento di dipolo
elettrico per unità di volume

∑ pi dN⟨ p ⟩
P = lim =
τ→0 τ dτ

dove dN è il numero di molecole contenute nel volume “elementare” dτ.

L’elemento di volume dτ possiede quindi un momento di dipolo elettrico pari a


d p = P dτ

Benché all’interno di un dielettrico le cariche non siano in grado di muoversi


liberamente, il fatto che P sia diverso da zero (cioè che il dielettrico sia polarizzato)
comporta che in generale la situazione possa schematizzarsi con la presenza sulla
superficie e dentro il volume del dielettrico di cariche aggiuntive: chiamiamo 𝜎 e 𝜌 la
loro densità superficiale e volumetrica, rispettivamente.
Se P è un vettore uniforme (indipendente P uniforme
dalla posizione —> questa condizione si
verifica nei dielettrici normali, ovvero Eest - + - + - +
lineari, isotropi e omogenei) la densità di
volume risulta nulla e le cariche di - + - + - +

polarizzazione si manifestano solo in


- + - + - +
superficie.
- + - + - +
Se invece P non è uniforme, ciò si traduce in
una densità di cariche di polarizzazione 𝜌 - + - + - +

diversa da zero anche all’interno del volume


del dielettrico. σ′ < 0 ρ′ = 0 σ′ > 0
P decrescente

- + - +

- + - +

- + - +

- + - +

- + - +

σ′ < 0 ρ′ ≠ 0
Se P è un vettore uniforme (indipendente P uniforme
dalla posizione —> questa condizione si
verifica nei dielettrici normali, ovvero Eest - + - + - +
lineari, isotropi e omogenei) la densità di
volume risulta nulla e le cariche di - + - + - +

polarizzazione si manifestano solo in A


- + - + - +
superficie.
- + - + - +
Se invece P non è uniforme, ciò si traduce in
una densità di cariche di polarizzazione 𝜌 d - + - + - +

diversa da zero anche all’interno del volume


del dielettrico.

Posizioniamoci sul bordo e consideriamo un P decrescente


cilindro di base A ed altezza d.
- + - +
Il momento di dipolo sarà PAd. Quindi la
carica contenuta nel cilindro vale PA e di - + - +

conseguenza:
- + - +

Q
σ′ = =P - + - +
A
- + - +

Generalizzando: P ⋅ n ̂ = σ′
P uniforme
Consideriamo ora P non uniforme e un
Eest - + - + - +
volume all’interno del dielettrico così stretto
che la carica interna sia data dalla somma
- + - + - +
algebrica delle cariche sulla sua superficie.
Per la conservazione della carica avremo - + - + - +

∫V ∮Σ
- + - + - +
ΔQ = ρ′dV = − ̂
P ⋅ ndS
- + - + - +

In parole povere, la carica sulla superficie


deve controbilanciare la diminuzione di
carica all’interno del volume V. P decrescente

Per il teorema della divergenza


- + - +

∮Σ ∫V ∫V
P ⋅ dS = ∇ ⋅ P dV = − ρ′dV - + - +

- + - +

Quindi: - + - +

∇ ⋅ P = − ρ′ - + - +
In definitiva, posizionando un dielettrico in una regione di spazio in cui è presente un
campo elettrico E0 avviene che:

1. il dielettrico acquista un momento di dipolo diverso da zero per il fenomeno della


polarizzazione elettrica;

2. all’interno del dielettrico quindi si crea un campo elettrico E opposto in verso al campo
elettrostatico E0 esterno;

3. le densità di cariche (superficiali e di volume) all’interno del dielettrico sono legate al


vettore polarizzazione elettrica P dalle relazioni:

σ′ = P ⋅ n ̂

ρ′ = − ∇ ⋅ P
Torniamo all’esempio di partenza in cui abbiamo un dielettrico all’interno delle armature di
un condensatore piano. Applicando la legge di Gauss:

conduttore vuoto conduttore

σ+ - σ
+ -
+ -
+
σ -
E=0
+ E0 = -
+ ϵ0 -
+ -
+ -
+ -
+ -
Torniamo all’esempio di partenza in cui abbiamo un dielettrico all’interno delle armature di
un condensatore piano. Applicando la legge di Gauss:

1 1 | σ | − | σ′|
ϵ0 ∫Σ
Φs(E) = dq = (q + q′) → E = < E0
ϵ0 ϵ0

E0 |σ|
Sappiamo inoltre che sperimentalmente E = =
ϵr ϵ0ϵr
( ϵr )
|σ| | σ | − | σ′| 1
Quindi = , | σ′| = | σ | 1 −
ϵ0ϵr ϵ0

Definendo χ = ϵr − 1 chiamata suscettività del dielettrico, si ottiene:


χ
| σ′| = | σ |
ϵr
χ
| q′| = | q |
ϵr

ovvero, nota la densità di carica sul condensatore e le proprietà del dielettrico, sono note
anche la carica q’ e la densità superficiale 𝜎’.

Se ora utilizziamo le relazioni appena trovate che legano il vettore intensità di


polarizzazione P alle cariche interne al dielettrico possiamo ottenere:

χ |σ|
P = | σ′| = | σ | = ϵ0 = ϵ0 χE
ϵr ϵ0ϵr

E quindi: | σ | = ϵ0ϵr E = ϵ0(ϵr − 1)E + ϵ0E = P + ϵ0E


Questo suggerisce di introdurre un nuovo vettore D che chiamiamo induzione elettrica
o spostamento elettrico, definito come:

D = ϵ0 E + P

Si vede che:

q + q′ ρ + ρ′
1. ΦSC(E) = ; ∇⋅ E =
ϵ0 ϵ0

2. ΦSC(P) = − q′ ; ∇ ⋅ P = − ρ′

3. ΦSC(D) = q ; ∇⋅D =ρ

Il flusso del vettore spostamento elettrico è uguale alla carica totale libera interna alla
superficie
Condensatore piano con dielettrico normale.

NB:
• se il modulo di P è proporzionale a quello di E, il dielettrico è detto lineare
• se i vettori P e E hanno la stessa direzione, il dielettrico è detto isotropo
• se il rapporto P/E fra i moduli dei due vettori non dipende dalle coordinate
spaziali, il dielettrico è detto omogeneo

Un dielettrico normale è lineare, isotropo e omogeneo.


Perché introdurre D?

I calcolo diretto di E richiede la conoscenza della distribuzione delle cariche di


polarizzazione. Invece il campo D ha come sorgenti le sole cariche libere.

Consideriamo una cavità sferica (vuota) praticata in una sfera concentrica di un


dielettrico normale, posta nel vuoto. Supponiamo di avere al suo interno, nel
centro, una carica puntiforme q.

r R2

R1
2 q
Per una distanza r qualsiasi: Φ(D) = q = 4πr D → D= ⋅ r ̂
4πr 2
Quindi:
1 q
1. nel vuoto E= (per r < R1 e r > R2)
4πϵ0 r 2
1 q
2. nel dielettrico E = (per R1 < r < R2)
4πϵ0ϵr r 2
q q q χ
Nel dielettrico P = D − ϵ0 E = r̂ − r̂ = r̂
4πr 2 4πϵrr 2 4πr ϵr
2

q χ χ
σ′1 = − q′1 = − q
4πR12 ϵr ϵr

q χ χ
σ′2 = + q′2 = + q
4πR22 ϵr ϵr

In conclusione, nei dielettrici si ha una sorta di “induzione incompleta” dovuta al fatto che
le cariche si possono muovere solo localmente; tale fenomeno genera solo una
riduzione, e non un annullamento, del campo elettrico all’interno del dielettrico.
σ
E0 =
ϵ0
σ + - σ
+ - + -
σ σ σ
+ -
Ei = + -
E=0
+ - ϵ0 + -
+ - + -
+ - + -
+ - Etot = E0 + Ei = 0 + -
+ - + -
conduttore

σ
E0 =
ϵ0
σ + - σ
+ - + -
+
σ′ σ′ σ′+ -
+ - Ei = -
E=0
+
ϵ0 -
+ - + -
E0
+
Etot = E0 + Ei = >0 -
+ - ϵr + -
dielettrico
Le equazioni dell’elettrostatica in presenza di dielettrici

Ricordiamo le assunzioni fatte sul dielettrico:

1. omogeneo e isotropo
2. perfetto (la costante di polarizzabilità elettrica 𝛼 è un tensore con tutti gli elementi
costanti, cioè indipendenti dalla posizione e dal valore del campo elettrico
esterno).

In questo caso:

{∇ × E = 0
∇⋅D=ρ
Nel caso il dielettrico occupi tutto lo spazio, fissate le distribuzioni delle cariche
sorgenti e le condizioni al contorno all’infinito, il campo elettrico in presenza di un
dielettrico omogeneo, perfetto ed isotropo è semplicemente scalato di un fattore 𝜀r
rispetto al caso nel vuoto.

{∇ × D = 0
∇⋅D=ρ

Il vettore spostamento elettrico D è anch’esso conservativo. Il problema generale


dell’elettrostatica si riduce dunque sostanzialmente al problema dell’elettrostatica
nel vuoto.

A parità di cariche sorgenti, la soluzione in presenza di un dielettrico è legata alla


soluzione nel vuoto dalle semplici relazioni

E0 V0
D = D0 E= V=
ϵr ϵr
a) campo elettrostatico
conservativo
b) non ci sono cariche libere
nei due dielettrici
Dn2

Et2

Dn1
Et1

a)


E ⋅ dl = 0 → Et1 ⋅ l − Et2 ⋅ l = 0 → Et1 = Et2
b)

∫σ
D ⋅ dS = 0 → Dn1 ⋅ dS ⋅ n ̂ − Dn2 ⋅ dS ⋅ n ̂ = 0 → Dn1 = Dn2

Dn1
Et1 = En1 ⋅ tanθ1 = tanθ1
ϵ0ϵr1 tanθ1 ϵr1
=
Dn2 tanθ2 ϵr2
Et2 = En2 ⋅ tanθ2 = tanθ2
ϵ0ϵr2
Linee di campo e dielettrici - esempi
𝜀r1 < 𝜀r2 𝜀r1 > 𝜀r2
—> tg𝜗1 < tg𝜗2 —> tg𝜗1 > tg𝜗2

𝜀r1 𝜀r1

𝜀r2 𝜀r2
Energia elettrostatica nei dielettrici
1
Nel vuoto: uE = ϵ0E 2
2

- - - - - - - - -

σ
E=
2ϵ0ϵr
+
+
+
+
+
+
+
+

σ 1 σ 1
Nel dielettrico: UE = QV = QEd = σS d= σSd = EDSd
2ϵ0ϵr 2 ϵ0ϵr 2
1
In generale: uE = ED
2

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