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Carica elettrica
La carica elettrica è espressione di una proprietà intrinseca della materia ed è la grandezza fisica
responsabile delle interazioni elettriche. Le cariche elettriche possono essere positive (protoni) e
negative (elettroni). I corpi in natura sono generalmente neutri, ovvero hanno lo stesso numero di
cariche positive e negative; se un corpo è elettricamente carico può esserlo positivamente
(mancanza di elettroni) o negativamente (eccesso di elettroni).
I corpi macroscopici si possono suddividere, sulla base delle proprietà elettriche, in isolanti, nei
quali la carica elettronica non è libera di muoversi e ciascun elettrone è legato al proprio atomo;
conduttori, in cui un enorme numero di elettroni, detti di conduzione (dell’ordine di un elettrone
per ciascun atomo) si possono muovere liberamente attraverso il corpo, e semiconduttori, in cui
solo un piccolo numero di portatori di carica è libero di muoversi attraverso il materiale. I corpi
isolanti si possono caricare elettricamente per strofinio (triboelettricità), acquistando o cedendo
elettroni ad un altro corpo (a seconda della posizione relativa nella serie triboelettrica). I
conduttori si possono caricare elettricamente per strofinio solo se opportunamente isolati
dall’ambiente circostante.
L’unità di misura della carica elettrica nel sistema internazionale (SI) è il coulomb (C), che è
definito in termini dell’unità di misura intensità di corrente elettrica. Quest’ultima rappresenta la
grandezza primaria per la descrizione dei fenomeni elettromagnetici nel Sistema Internazionale
(SI). Il coulomb è definito come la carica che attraversa in 1 secondo la sezione trasversale di un
conduttore quando l’intensità di corrente elettrica in esso è pari a 1 ampère.
L’elettrone ha carica negativa il cui modulo è pari a: e = 1.6 x 10-19 C; qe = - e = -1.6 x 10-19 C
Il protone ha carica positiva uguale, in modulo, a quella dell’elettrone; qp= e = 1.6 x 10-19 C
1
Forza di Coulomb
Il modulo della forza F che si esercita tra due cariche puntiformi q1 e q2 poste a distanza r nel vuoto
è data dalla forza di Coulomb:
1 q1 q 2
F=
4πε 0 r 2
dove la costante ε0 = 8.85 x 10-12 C2/Nm2 è detta costante dielettrica del vuoto. Nella materia la
forza elettrostatica tra cariche diminuisce ed ε0 è sostituita dalla costante dielettrica (assoluta) del
mezzo ε = ε0 εr, dove εr >1 è la costante dielettrica relativa (adimensionale) che dipende dal
materiale.
La forza di Coulomb tra due cariche puntiformi ha natura vettoriale, agisce lungo la congiungente
le due cariche, cioè è una forza centrale (e conservativa), è inversamente proporzionale alla loro
distanza r ed è attrattiva se le cariche hanno segno diverso o repulsiva se hanno lo stesso segno. La
forza che una carica q1 esercita su una carica q2, F12 , è quindi data da:
1 q1 q 2
F 12 = ur
4πε 0 r 2
con u r versore diretto da q1 a q2 . Se in una regione di spazio sono presenti n cariche, vale il
principio di sovrapposizione, per cui la forza Fi agente sulla carica i-esima è pari alla somma
vettoriale di tutte le forze dovute all’interazione coulombiana della carica i-esima con le (n-1)
cariche restanti; la forza di Coulomb tra ciascuna coppia di cariche non è modificata dalla presenza
di tutte le altre:
n
1 qi qk
Fi = ∑ u rki con k ≠ i
k =1 4πε 0 rki 2
con rki distanza tra qk a qi e u rki versore diretto da qk a qi .
Campo elettrostatico
In ogni punto P dello spazio si può definire un campo elettrostatico E (P) come la forza, dovuta a
tutte le cariche (sorgenti) presenti, agente su una carica sonda q molto piccola (al limite, tendente
a zero), divisa per la carica sonda stessa, ovvero la forza totale agente su una carica unitaria posta
in P:
n
F 1 Qi
E ( P) = =
q 4πε 0
∑
i =1 ri
2
ui
2
1 dQ
E ( P) =
4πε 0 ∫ r2
u.
L’unità di misura del campo elettrico nel SI è Newton/Coulomb (N/C) [oppure Volt/metro (V/m)].
Le proprietà del campo elettrostatico sono descrivibili mediante una rappresentazione grafica, le
linee di forza del campo elettrostatico, definite come quelle linee orientate tangenti in ogni punto
al campo elettrostatico E , il cui verso è concorde a quello del campo stesso. Esse hanno le
seguenti proprietà:
- per ogni punto passa una sola linea di forza, ovvero le linee di forza non si intersecano mai;
- le linee di forza originano dalle cariche sorgenti positive e terminano su quelle negative; se
al finito vi sono cariche di un solo segno, esse terminano all’infinito;
- le linee di forza si addensano ovvero sono più fitte dove il campo elettrostatico è più
intenso (nello spazio tridimensionale il numero di linee per unità di superficie è
proporzionale all’intensità del campo elettrostatico).
d 2 r qE
ma = q E ⇒ a = = .
dt 2 m
Nella precedente equazione r è il vettore posizione che congiunge l’origine degli assi alla
particella. Nel caso di campo elettrostatico uniforme l’accelerazione è costante e il moto ha
almeno una componente uniformemente accelerata.