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CONCETTI RIASSUNTIVI

5. RELAZIONI TRA CAMPO ELETTROSTATICO E POTENZIALE

Esistono importanti relazioni che legano localmente il campo elettrostatico al potenziale.

1) Il campo elettrostatico è pari al gradiente del potenziale cambiato di segno. Dalla relazione: 𝐸𝐸�⃗ ∙
���⃗ = −𝑑𝑑𝑑𝑑, esprimendo il campo elettrostatico in coordinate cartesiane e la variazione infinitesima
𝑑𝑑𝑑𝑑
di potenziale in termini di differenziale totale della funzione potenziale V=V(x,y,z), si ottiene:
𝜕𝜕𝜕𝜕 𝜕𝜕𝜕𝜕 𝜕𝜕𝜕𝜕
���⃗ = 𝐸𝐸𝑥𝑥 𝑑𝑑𝑑𝑑 + 𝐸𝐸𝑦𝑦 𝑑𝑑𝑑𝑑 + 𝐸𝐸𝑧𝑧 𝑑𝑑𝑧𝑧 = −(
𝐸𝐸�⃗ ∙ 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑑𝑑𝑑𝑑 + 𝑑𝑑𝑑𝑑 + 𝑑𝑑𝑑𝑑)
𝜕𝜕𝜕𝜕 𝜕𝜕𝜕𝜕 𝜕𝜕𝜕𝜕
da cui si deduce che le tre componenti cartesiane del campo elettrostatico sono date dalle derivate
parziali del potenziale nelle direzioni degli assi x, y, z:
𝜕𝜕𝜕𝜕 𝜕𝜕𝜕𝜕 𝜕𝜕𝜕𝜕
𝐸𝐸𝑥𝑥 = − ; 𝐸𝐸𝑦𝑦 = − ; 𝐸𝐸𝑧𝑧 = − .
𝜕𝜕𝜕𝜕 𝜕𝜕𝜕𝜕 𝜕𝜕𝜕𝜕
Ricordando che le componenti cartesiane dell’operatore gradiente sono date dalle derivate parziali
𝜕𝜕 𝜕𝜕 𝜕𝜕
rispetto ad x, y, e z, ovvero 𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔 ≡ 𝜕𝜕𝜕𝜕 𝑢𝑢
�⃗𝑥𝑥 + 𝜕𝜕𝜕𝜕 𝑢𝑢 �⃗𝑧𝑧 , si deduce che il campo elettrostatico è
�⃗𝑦𝑦 + 𝜕𝜕𝜕𝜕 𝑢𝑢
uguale al gradiente del potenziale, cambiato di segno (relazione locale tra campo e potenziale):

𝐸𝐸�⃗ = − 𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔 𝑉𝑉.


Il campo elettrostatico è quindi legato alla derivata direzionale del potenziale e la sua direzione è
quella di massimo accrescimento della funzione potenziale, con verso opposto (da potenziale più
alto a potenziale più basso).

2) Una superficie nello spazio sulla quale il potenziale è costante, data dall’equazione V = cost, è
detta superficie equipotenziale. L’orientazione nello spazio della terna cartesiana di riferimento è
arbitraria. La componente del campo elettrostatico lungo una qualsiasi direzione l è pertanto data
dalla derivata parziale del potenziale lungo tale direzione, cioè è pari alla derivata direzionale
𝜕𝜕𝜕𝜕
𝐸𝐸𝑙𝑙 = − 𝜕𝜕𝜕𝜕 . Preso un punto generico P su una superficie equipotenziale, per ogni spostamento dl
arbitrario a partire da P sulla superficie equipotenziale, essendo V costante, risulta:
𝜕𝜕𝜕𝜕
𝐸𝐸𝑙𝑙 = − =0
𝜕𝜕𝜕𝜕
Il campo elettrostatico è quindi sempre ortogonale a qualsiasi superficie equipotenziale, non avendo
componenti El che giacciono sulla superficie equipotenziale, per cui 𝐸𝐸�⃗ = 𝐸𝐸𝑢𝑢 𝑛𝑛 con ����⃗
����⃗ 𝑢𝑢𝑛𝑛 versore
normale alla superficie equipotenziale nel generico punto P.

3) Il campo elettrostatico è irrotazionale (ha rotore nullo). Questa relazione locale (equivalente alla
relazione integrale per cui la circuitazione del campo lungo una linea chiusa è nulla) deriva da una
nota identità vettoriale 𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟 (𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔 𝑓𝑓) ≡ 0 (che si può verificare esprimendo gli operatori in
coordinate cartesiane e utilizzando il t. di Schwarz sull’uguaglianza delle derivate seconde parziali
miste). Si ottiene quindi che:

𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟 𝐸𝐸�⃗ = 𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟 (−𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔 𝑉𝑉) = 0.


1
4) Combinando la legge di Gauss in forma locale con la relazione che lega campo elettrostatico e
potenziale si ottiene una relazione che lega il potenziale alla densità di carica ρ (x,y,z), detta
equazione di Poisson:
𝜌𝜌 𝜌𝜌
𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝐸𝐸�⃗ = 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑(−𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔 𝑉𝑉) = 𝜀𝜀0
⇒ ∇2 𝑉𝑉 = − 𝜀𝜀
0

𝜕𝜕2 𝜕𝜕2 𝜕𝜕2


dove si è introdotto l’operatore nabla ponendo 𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑𝑑 (𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔) = ∇ ∙ ∇= ∇2 = + 𝜕𝜕𝑦𝑦 2 + 𝜕𝜕𝑧𝑧 2
𝜕𝜕𝑥𝑥 2
La soluzione dell’equazione di Poisson, se la distribuzione di carica è tutta al finito, è nota ed è data
1 𝜌𝜌�𝑟𝑟 ′ �
da 𝑉𝑉(𝑟𝑟) = 𝑉𝑉(𝑥𝑥, 𝑦𝑦, 𝑧𝑧) = 4𝜋𝜋𝜀𝜀0
∫𝜏𝜏 |𝑟𝑟⃗−𝑟𝑟⃗ ′ |
𝑑𝑑𝑑𝑑.
Se ci sono cariche all’infinito, per trovare il potenziale è invece necessario integrare direttamente
l’equazione di Poisson con le opportune condizioni al contorno.

5) Nello spazio vuoto, in assenza di cariche, ρ=0 e l’equazione di Poisson si trasforma nella equazione
di Laplace:
𝜕𝜕2 𝑉𝑉 𝜕𝜕2 𝑉𝑉 𝜕𝜕2 𝑉𝑉
∇2 𝑉𝑉 = 𝜕𝜕𝑥𝑥 2
+ 𝜕𝜕𝑦𝑦 2 + 𝜕𝜕𝑧𝑧 2 = 0.

L’equazione di Laplace è particolarmente importante in elettrostatica quando non si conoscono le


posizioni o la distribuzione delle cariche e non si può quindi usare l’equazione di Poisson. Per
ricavare il potenziale ovunque in una regione di spazio priva di cariche si integra l’equazione di
Laplace utilizzando le condizioni al contorno assegnate (problema di Dirichlet se è assegnato il
potenziale sulla superficie di contorno; problema di Neumann se è assegnata la derivata normale
del potenziale sulla superficie di contorno). Le soluzioni dell’equazione di Laplace (dette funzioni
armoniche) non hanno massimi o minimi forti; questo vuol dire che nello spazio vuoto non esistono
posizioni di equilibrio stabile per una carica elettrica.

6) Condizioni di raccordo per il campo elettrostatico.


Si dimostra che, in presenza di uno strato superficiale di carica (ad es., alla superficie di un
conduttore), la componente del campo elettrostatico normale alla superficie di carica presenta una
discontinuità nell’attraversare lo strato (applicando la legge di Gauss), mentre la componente
tangente allo strato di carica si conserva (considerando la irrotazionalità del campo 𝐸𝐸�⃗ ). Pertanto:
𝜎𝜎
𝐸𝐸𝑛𝑛2 − 𝐸𝐸𝑛𝑛1 = 𝜀𝜀 ; 𝐸𝐸𝑡𝑡2 = 𝐸𝐸𝑡𝑡1 .
0

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