Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1) Il campo elettrostatico è pari al gradiente del potenziale cambiato di segno. Dalla relazione: 𝐸𝐸�⃗ ∙
���⃗ = −𝑑𝑑𝑑𝑑, esprimendo il campo elettrostatico in coordinate cartesiane e la variazione infinitesima
𝑑𝑑𝑑𝑑
di potenziale in termini di differenziale totale della funzione potenziale V=V(x,y,z), si ottiene:
𝜕𝜕𝜕𝜕 𝜕𝜕𝜕𝜕 𝜕𝜕𝜕𝜕
���⃗ = 𝐸𝐸𝑥𝑥 𝑑𝑑𝑑𝑑 + 𝐸𝐸𝑦𝑦 𝑑𝑑𝑑𝑑 + 𝐸𝐸𝑧𝑧 𝑑𝑑𝑧𝑧 = −(
𝐸𝐸�⃗ ∙ 𝑑𝑑𝑑𝑑 𝑑𝑑𝑑𝑑 + 𝑑𝑑𝑑𝑑 + 𝑑𝑑𝑑𝑑)
𝜕𝜕𝜕𝜕 𝜕𝜕𝜕𝜕 𝜕𝜕𝜕𝜕
da cui si deduce che le tre componenti cartesiane del campo elettrostatico sono date dalle derivate
parziali del potenziale nelle direzioni degli assi x, y, z:
𝜕𝜕𝜕𝜕 𝜕𝜕𝜕𝜕 𝜕𝜕𝜕𝜕
𝐸𝐸𝑥𝑥 = − ; 𝐸𝐸𝑦𝑦 = − ; 𝐸𝐸𝑧𝑧 = − .
𝜕𝜕𝜕𝜕 𝜕𝜕𝜕𝜕 𝜕𝜕𝜕𝜕
Ricordando che le componenti cartesiane dell’operatore gradiente sono date dalle derivate parziali
𝜕𝜕 𝜕𝜕 𝜕𝜕
rispetto ad x, y, e z, ovvero 𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔 ≡ 𝜕𝜕𝜕𝜕 𝑢𝑢
�⃗𝑥𝑥 + 𝜕𝜕𝜕𝜕 𝑢𝑢 �⃗𝑧𝑧 , si deduce che il campo elettrostatico è
�⃗𝑦𝑦 + 𝜕𝜕𝜕𝜕 𝑢𝑢
uguale al gradiente del potenziale, cambiato di segno (relazione locale tra campo e potenziale):
2) Una superficie nello spazio sulla quale il potenziale è costante, data dall’equazione V = cost, è
detta superficie equipotenziale. L’orientazione nello spazio della terna cartesiana di riferimento è
arbitraria. La componente del campo elettrostatico lungo una qualsiasi direzione l è pertanto data
dalla derivata parziale del potenziale lungo tale direzione, cioè è pari alla derivata direzionale
𝜕𝜕𝜕𝜕
𝐸𝐸𝑙𝑙 = − 𝜕𝜕𝜕𝜕 . Preso un punto generico P su una superficie equipotenziale, per ogni spostamento dl
arbitrario a partire da P sulla superficie equipotenziale, essendo V costante, risulta:
𝜕𝜕𝜕𝜕
𝐸𝐸𝑙𝑙 = − =0
𝜕𝜕𝜕𝜕
Il campo elettrostatico è quindi sempre ortogonale a qualsiasi superficie equipotenziale, non avendo
componenti El che giacciono sulla superficie equipotenziale, per cui 𝐸𝐸�⃗ = 𝐸𝐸𝑢𝑢 𝑛𝑛 con ����⃗
����⃗ 𝑢𝑢𝑛𝑛 versore
normale alla superficie equipotenziale nel generico punto P.
3) Il campo elettrostatico è irrotazionale (ha rotore nullo). Questa relazione locale (equivalente alla
relazione integrale per cui la circuitazione del campo lungo una linea chiusa è nulla) deriva da una
nota identità vettoriale 𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟 (𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔𝑔 𝑓𝑓) ≡ 0 (che si può verificare esprimendo gli operatori in
coordinate cartesiane e utilizzando il t. di Schwarz sull’uguaglianza delle derivate seconde parziali
miste). Si ottiene quindi che:
5) Nello spazio vuoto, in assenza di cariche, ρ=0 e l’equazione di Poisson si trasforma nella equazione
di Laplace:
𝜕𝜕2 𝑉𝑉 𝜕𝜕2 𝑉𝑉 𝜕𝜕2 𝑉𝑉
∇2 𝑉𝑉 = 𝜕𝜕𝑥𝑥 2
+ 𝜕𝜕𝑦𝑦 2 + 𝜕𝜕𝑧𝑧 2 = 0.