Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Il concetto di campo fu introdotto per la prima volta dal fisico inglese Faraday
(1791-1867) nel contesto dell’elettromagnetismo. Esso è una perturbazione dello spazio
descritto da un vettore. Esso è quindi una funzione che associa ad ogni punto dello
spazio un vettore.
La definizione precedente dice che cosa è un campo dal punto di vista matematico; però
non chiarisce il significato fisico dei campi che si usano per descrivere le interazioni a
distanza tra corpi, come l’interazione gravitazionale o quella elettrica. Come fa un
corpo, in un punto A, ad avvertire un effetto gravitazionale od elettrico dovuto a un
secondo corpo se questo è situato in un punto B lontano da A e se addirittura tra A e B
c’è il vuoto?
Usiamo un analogia per far capire il concetto. Supponiamo che una grossa sfera che
poggia su un telo elastico generi un campo che cambia la forma del telo; così, una
seconda sfera leggera( che deforma il telo in modo trascurabile) se è appoggiata sul telo
rotola verso la sfera più grande come se fosse attratta da essa, ma, in realtà, segue
soltanto l’inclinazione del telo nel punto in cui si trova.
L’analogia del telo fa capire che nell’interazione gravitazionale e d elettrica la forza non
è esercitata direttamente da un corpo sull’altro, ma comunicata a distanza mediante il
campo, che modifica lo spazio in cui si trovano i corpi.
Il concetto di campo elettrico è costruito a partire da due idee.
1. la presenza di una carica Q1 modifica le caratteristiche dello spazio che la circonda e,
in particolare, cambia le proprietà dello spazio in un punto B in cui è posta una
seconda carica Q2;
2. la carica Q2 avverte una forza elettrica che è dovuta alle nuove proprietà dello spazio
attorno a B.
Si dice che la carica elettrica Q1 genera un campo elettrico e che la zona di spazio in cui
si possono avvertire le forze elettriche è sede del campo elettrico. La forza elettrica che
agisce su Q2 dimostra che in B esiste un campo elettrico, ma esso esisterebbe comunque,
anche se la carica Q2 non ci fosse.
Q1 Q2
P Q4
q
Q3
Consideriamo il campo elettrico generato da un sistema di cariche puntiformi Q 1 Q2 Q3
Q4 vogliamo caratterizzare tale campo in un punto P dello spazio in cui non si trova
alcuna carica. Per prima cosa mettiamo in p una carica prova o sonda q. Una carica
sonda o carica prova è una carica elettrica puntiforme, abbastanza piccola(in valore
assoluto) da non modificare, a causa delle forza che esercita, il sistema in esame.
La forza risultante sulla carica di prova q:
1. dipende dalle quattro cariche ( se queste cariche fossero state diverse oppure
posizionate in altri punti dello spazio anche la forza cambierebbe);
2. dipende dal punto P.
Il campo elettrico, come detto, esiste anche se non c’è alcuna carica q che ne rileva la
presenza e quindi non deve dipendere da q ossia dalla particolare carica prova
utilizzata.
CAMPO ELETTRICO GENERATO DA UNA CARICA PUNTIFORME
Il campo elettrico più semplice è quello generato nel vuoto da una carica elettrica
puntiforme Q. Pertanto in un punto P:
Q + P
-
Se Q è positiva il campo elettrico è orientato come
Se Q è negativa il campo elettrico ha verso opposto rispetto a .
Poiché la carica elettrica Q genera un campo non solo in un punto ma nello spazio
circostante, possiamo illustrare graficamente con le seguenti figure.
Il primo diagramma rappresenta i vettori campo elettrico in diversi punti
attorno ad una carica elettrica negativa: in questo caso il loro verso è entrante,
il secondo diagramma rappresenta i vettori campo elettrico in diversi punti
attorno ad una carica positiva. I vettori sono radiali e verso uscente.
In entrambi i casi i vettori campi hanno modulo che varia in proporzione
inversa al quadrato della distanza dalla carica.
CAMPO ELETTRICO IN UN MEZZO ISOLANTE
Se le cariche sono immerse in un mezzo isolante, la forza di Coulomb è ridotta di un
fattore εr, che è la costante dielettrica relativa del mezzo in questo caso si ha che :
Nello spazio possono essere presenti più cariche puntiformi. per esempio immaginiamo
che siano presenti due cariche positive Q1 e Q2.
E2
P E1
Q1 Q2
Il campo elettrico prodotto in un punto da più cariche fisse è la somma vettoriale dei
campi che ogni carica produrrebbe in quel punto se fosse presente da sola.
LE LINEE DI CAMPO
Per visualizzare l’andamento del campo elettrico in una regione dello spazio
proposta dal fisico inglese Faraday. Poiché il campo elettrico è una forza per unità di
carica, le linee del campo elettrico sono dette linee di forza.
Il teorema di Gauss afferma che il valore del flusso non dipende dalla forma della
superficie Ω, purchè sia chiusa, né da come è suddivisa e posizionata la carica
totale al suo interno.
3q
3q
Le due superfici della figura hanno forme diverse, ma contengono la stessa carica
3q : per il teorema di Gauss il flusso del campo elettrico è il medesimo .
Dimostrazione
Il teorema di Gauss si dimostra in modo elementare nel caso in cui:
• il campo elettrico è generato da una carica singola puntiforme Q, per esempio
positiva;
• la superficie Ω attraverso cui si calcola il flusso del campo è quella di una sfera
di raggio R con centro nel punto occupato dalla carica.
Dato che tutti i punti della superficie sferica hanno la stessa distanza dal centro, i vettori
hanno tutti lo stesso modulo che vale:
quindi,
il modulo del vettore E ,in tutti i punti che non appartengono al piano, è uguale a
La densità di carica σ presente nella formula può essere positiva o negativa per
questo motivo nella formula del modulo del campo elettrico compare il valore
assoluto.
Nella formula non è presente la distanza tra il piano e il punto in cui si calcola il
campo elettrico: Da ciò si riconosce che esso è uniforme nelle vicinanze del piano
come accade per il campo gravitazionale della forza peso nelle vicinane della terra.
Questa proprietà è confermata dalle linee di campo che sono parallele ed
equidistanti: la densità delle linee di campo è uguale dappertutto, a indicare che il
modulo del campo elettrico non cambia.
Il teorema di Gauss vale per ogni superficie chiusa e quindi anche per una superficie
scelta opportunamente per facilitare i calcoli. Consideriamo allora una superficie
cilindrica che ha l’asse perpendicolare al piano e le cui basi si trovano da una parte e
dall’altra a uguale distanza da esso.
le due basi sono superfici piane entrambi perpendicolari al piano e sono orientate in
modo che le normali siano parallele al vettore E e con lo stesso verso. La superficie
laterale del cilindro è invece una superficie curva che possiamo scomporre in tante
piccole porzioni. Per tutte queste piccole porzioni i vettori superficie sono paralleli al
piano e pertanto perpendicolari al vettore E. Se calcoliamo il flusso totale
La carica totale Qtot racchiusa dalla superficie cilindrica è quella contenuta nel
cerchio evidenziato in rosso nella figura. Questo cerchio ha la stessa area delle basi.
se σ è la densità superficiale di carica del piano, in base alla definizione si ha che:
All’interno del condensatore i Due vettori hanno la stessa direzione e lo stesso verso,
ed è diretto dalla lastra positiva a quella negativa. All’esterno del condensatore invece i
campi hanno verso opposto, quindi, la loro somma vettoriale è il vettore nullo.
DISTRIBUZIONE LINEARE INFINITA
Consideriamo una distribuzione lineare infinita di carica, ad esempio un filo conduttore
metallico di lunghezza infinita con una densità lineare di carica λ. Scegliamo la
superficie gaussiana cilindrica rappresentata in figura per determinare il campo elettrico
generato in un punto P della regione circostante. Il raggio di base del cilindro è r e la sua
altezza L. Osserviamo che le linee di flusso del vettore campo elettrico sono radiali e
partono dal filo uniformemente carico, quindi le superfici di base del cilindro non sono
attraversate da alcuna linea del campo ( i vettori campo e le normali alla superficie sono
perpendicolari)
In condizioni di equilibrio, cioè quando tutte le cariche sono ferme, la carica non si
distribuisce uniformemente in tutto il volume della sfera ma si concentra sulla
superficie. Per spiegare questo comportamento, supponiamo che succeda il contrario,
ovvero che le cariche si distribuiscano in tutto il volume della sfera. Se così fosse una
carica che si trova in un punto interno A della sfera sarebbe soggetta ad una forza
diretta verso l’esterno dovuta alla distribuzione sferica di carica tra essa e il centro
della sfera. Quindi non sarebbe in equilibrio.
Perciò tutte le cariche in eccesso si muovono verso la superficie della sfera:
questa, a sua volta, consente alle singole cariche di distribuirsi in modo tale da
trovarsi il più lontano possibile le une dalle altre.
Le considerazioni precedenti valgono a prescindere dalla forma del conduttore.
In generale possiamo affermare che:
All’esterno il campo elettrico della sfera risulta uguale a quello generato da una carica
puntiforme posta nel centro della sfera come se tutta la carica fosse concentrata nel
suo centro. Riassumiamo.
Campo elettrico di una sfera conduttrice carica:
SFERA ISOLANTE CARICA
Consideriamo una sfera di materiale isolante di raggio R e supponiamo che venga caricata
con una carica Q. Poiché la sfera non è un conduttore, la carica si distribuisce uniformemente
al suo interno. In questo caso il campo elettrico all’interno non è nullo come nella sfera
conduttrice. Dimostriamolo utilizzando il teorema di Gauss.
Che risulta direttamente proporzionale alla distanza r dal centro della sfera.
All’esterno della sfera il campo elettrico è come quello di una sfera conduttrice
carica, ossia, è uguale a quello di una carica puntiforme posta nel centro, come se
tutta la carica fosse concentrata nel centro della sfera.
Riassumiamo
Campo elettrico di una sfera isolante carica