Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Il simbolo E verrà usato per indicare un campo elettrico, il simbolo E per designare
un’energia.
v2 q2 q2
me v
2
r 4 o r 2
4 o me r
dove me è la massa dell’elettrone, stimata pari a 9.11×10-31 Kg.
Si noti che E=0 (EPOT=ECIN=0) corrisponde ad una situazione in cui l’elettrone è libero
(dall’influenza dell’atomo) e in quiete nel vuoto.
E2 E1
f
h
dove h è la costante di Planck, pari a 6.57×10-34 Jꞏs.
h
r me v n n n 1, 2,3,...
2π
i.e., il momento della quantità di moto dell’elettrone è un multiplo intero della
cosiddetta costante di Planck ridotta (costante di Planck diviso 2π). Ad ogni raggio r
corrisponde un particolare valore di n, che è il numero quantico principale cui si
accennava in precedenza.
L’obiettivo consta nel ricavare le energie permesse per l’elettrone dell’atomo di idrogeno
isolato in funzione di n. In primis si ricava v2 dal postulato di Bohr sui raggi permessi
h h2
vn v n 2 2
2πrme 4π 2 r 2 me2
Poi si considera l’espressione trovata in precedenza per v2 ottenuta uguagliando forza
centrifuga e forza di attrazione coulombiana. Uguagliando i due secondi membri
h2 q2 1 1 q 2 πme
n2
4 2 r 2 me2 4 o me r r n 2 εo h 2
q 4 me 1
che va sostituito nell’espressione di E(r); si ottiene E n 2 2 2
8 o h n
Come si comprenderà meglio nel seguito, l’elettrone tende ad occupare gli stati energetici
di valore più basso, per cui esso avrà il valore di E corrispondente a n=1 (stato
fondamentale), e sarà pertanto caratterizzato da energia pari a -13.6 eV. Di conseguenza,
questa rappresenta anche l’energia di ionizzazione, i.e., l’energia che bisogna fornire
all’elettrone per liberarlo.
Nel 1925 Goudsmit e Uhlenbeck introducono anche il numero quantico di spin ms (±½),
che serve a tener conto del fatto che un elettrone può ruotare in ambo i versi intorno al
proprio asse.
Una quadrupla di valori per i 4 numeri quantici prende il nome di stato quantico.
Ψ 2 dV
con dV volume elementare dello spazio, definisce la probabilità di trovare un elettrone in
tale volume.
Grazie alla conoscenza delle funzioni d’onda, è possibile determinare delle zone ad alta
probabilità di occupazione di un elettrone (se c’è un elettrone associato ad esse) dette
orbitali, ognuna per ogni terna (n,l,ml) di numeri quantici. Il concetto deterministico di
orbita lascia il posto al concetto probabilistico di orbitale. La coppia (n,l) definisce la
distanza dal nucleo e la forma (tipo) di orbitale, ed ml ne definisce l’orientazione spaziale.
Per l’atomo di idrogeno isolato, n identifica l’energia dell’elettrone.
Mentre la terna (n,l,ml) identifica un orbitale, la quaterna (n,l,ml,ms) identifica ancora uno
stato quantico.
0 s 1 p 2 d 3 f
1s 2 s 2 p 3s 3 p 3d 4 s 4 p 4d 4 f ...
Bisogna arrivare ad n=7 per collocare negli stati quantici gli elettroni di tutti gli elementi
atomici.
Vige pertanto la regola per cui, dato n, si hanno 2ꞏn2 stati quantici allocabili da elettroni.
Si vede anche che
ai sottogusci definiti da s corrisponde 1 orbitale (2 stati quantici)
ai sottogusci definiti da p corrispondono 3 orbitali (6 stati quantici)
ai sottogusci definiti da d corrispondono 5 orbitali (10 stati quantici)
ai sottogusci definiti da f corrispondono 7 orbitali (14 stati quantici)
Per ogni orbitale ci sono 2 stati quantici a causa del diverso spin.