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Complementi al Corso di Chimica – Prof. M.

Aschi

BREVE DESCRIZIONE DEL MODELLO ATOMICO DI BOHR.

Sulla base delle osservazioni sperimentali legate alla QUANTIZZAZIONE della energia (ovvero,
nel caso dell’atomo di idrogeno, la caratteristica secondo la quale un elettrone può assorbire
energia, quindi modificando il suo stato di moto, in maniera discreta e non continua) Niels Bohr
propose un modello dell'atomo di idrogeno, e in generale di atomi con un solo elettrone come 2He+,
2+ 3+
3Li , 4Be etc…, che qui descriviamo in modo conciso.

Il punto fondamentale del modello e' l'accettazione del fatto che un elettrone sia in grado di
muoversi intorno ad un nucleo (ovviamente ad una certa distanza da esso) senza cadervi sopra. Tale
destino infatti sarebbe previsto dalla fisica classica secondo cui l’elettrone, come una qualunque
carica elettrica in moto circolare uniforme, dovrebbe produrre un campo elettromagnetico e, quindi,
perdere progressivamente energia e precipitare sul nucleo. Ma questo NON ACCADE,
ovviamente !! Il modello parte da un postulato e procede sulla base di un assunto di base.

IL POSTULATO DI PARTENZA
Supponiamo che l'elettrone si muova ad una velocita v attorno al nucleo ad una certa distanza r
esattamente come la terra attorno al sole.

La fisica classica ci dice che il moto circolare uniforme di un oggetto come l'elettrone di massa me e
velocita v ad una certa distanza r dal un punto, e' caratterizzato da un momento angolare - che e'
una grandezza vettoriale (l = m x r) – il cui modulo è dato da

|l|=me|v||r|sin θ

in cui l’angolo θ, formato tra il vettore velocità ed il vettore raggio in un’orbita circolare è pari a
90° e, quindi il relativo seno è pari a 1.
Di conseguenza il modulo del momento angolare sarà pari a

|l|=me vr Equazione 4.1

Il PRIMO POSTULATO su cui si fonda il modello di Bohr è il seguente:


IL MODULO DEL MOMENTO ANGOLARE DELL'ELETTONE PUO' ASSUMERE SOLO
MULTIPLI INTERI DI UN VALORE MINIMO DATO DA h/2p (dove h e' la costante di Planck).

Ovvero, in formula

h
|l|=n Equazione 4.2
2p

con n corrispondente ad un numero INTERO POSITIVO (1, 2, 3......).

Quindi mettendo insieme la equazione 4.1 e la equazione 4.2 otteniamo

h
me v r =n Equazione 4.3
2p

ASSUNTO DI BASE.
A questo punto consideriamo un atomo in uno stato di equilibrio meccanico ovvero in uno stato in
cui la somma delle forze è nulla.

Le forze attive all'interno dell'atomo (considerando il nucleo come l'origine del sistema di
riferimento) sono
2
v
FORZA CENTRIFUGA che possiamo scrivere come F centrifuga=me dove v e' la velocita' e
r
r la distanza dal nucleo

FORZA CENTRIPETA ovvero la FORZA ATTRATTIVA che in questo caso è quella di Coulomb e
che, quindi, possiamo scrivere come

Z q protone qelettrone
F centripeta=
4 p ϵ0 r 2

dove Z e' il numero di protoni (nel caso di H Z=1), q protone e q elettrone sono le cariche di
protone ed elettrone che in modulo sono uguali e poste pari a q e −q rispettivamente ed ϵ 0
è la costante dielettrica del vuoto. Da cui

−Z q2
F centripeta=
4 p ϵ0 r 2

Quindi, in base all'assunto di base, la somma di tali forze (centripeta e centrifuga) è nulla, ovvero

v2 Z q2
me = Equazione 4.4
r 4 p ϵ0 r 2
Da qui partiamo per determinare il raggio dell’orbita dell’elettrone e la sua energia.

IL RAGGIO DELL'ELETTRONE

h
Dato che me v=n (vedi Equazione 4.3 riscritta) elevando tutto al quadrato avremo che
r2p
h2 me v 2 2 h2
m2e v 2=n2 e quindi =n
2
r 4p
2
r me r 3 4 p 2

v2
quindi abbiamo due modi per esprimere me
r

v2 Z q2
il primo è (Equazione 4.4) m e =
r 4 p ϵ0 r 2

2
me v h2
il secondo è quello appena ottenuto =n2 3 2
ovvero
r me r 4 p

quindi se A=B e A=C avremo che B=C ovvero.

Z q2 2 h2
=n Equazione 4.5
4 p ϵ0 r 2 m e r 3 4 p2

semplificando r otteniamo

ϵ0 h2
r=n2
me p Z q2

questo indica il raggio dell'elettrone.


ϵ 0 h2
Ora vediamo in dettaglio la grandezza
me p q 2
Tutte le grandezze in essa contenute sono costanti
Coulomb 2
ϵ 0=8.85⋅10−12 è la costante dielettrica del vuoto
Joule⋅metro
h=6.61⋅10−34 Joule⋅secondo è la costante di Planck
q=1.60⋅10−19 Coulomb
−31
me =9.1⋅10 Kg
quindi
ϵ 0 h2
=
p Z q2
2
Coulomb
⋅(6.61⋅10−34)2 Joule2⋅secondo 2
−12
8.85⋅10 2
(Joule⋅metro) −10 Joule⋅secondo
= =0.52⋅10
3.14⋅(1.60⋅10−19)2 Coulomb2⋅9.31⋅1031 Kg metro⋅Kg
Joule⋅secondo2
a cosa corrisponde l'unita' di misura appena trovata?
metro⋅Kg
2
Kg⋅metro
Vediamo subito che essendo Joule=Newton⋅metro= 2
secondo
abbiamo che

Joule⋅secondo 2
=metro
metro⋅Kg

QUINDI ABBIAMO TROVATO CHE

il raggio dell'elettrone in un atomo con 1 elettrone è dato da


2
ϵ0 h
2 0.52 −10
r=n 2
=n2 ⋅10 metri Equazione 4.6
me p Z q Z

Quando l'atomo è H Z=1, quando l'atomo è 2He+ Z=2 eccetera.....

Chiamiamo 10-10 = 1 Angstrom (A)


Quindi per l'idrogeno (Z=1) avremo

ENERGIA DELL'ELETTRONE
Come tutti i sistemi meccanici l'elettrone avrà un'energia totale che sarà la somma di energia
cinetica ed energia potenziale.
1 2 −Zq 2
E=E cinetica + E potenziale dove Ecinetica = me v e E potenziale =
2 4 p ϵ0 r
dalla equazione 4.4 vediamo che

Z q2 1 1 Z q2 1 Z q2
m e v 2= quindi m e v 2= quindi Ecinetica = quindi
4 p ϵ0 r 2 2 4 p ϵ0 r 2 4 p ϵ0 r

1 Z q2 Z q2 −1 Z q 2
E=E cinetica + E potenziale = − =
2 4 p ϵ0 r 4 p ϵ0 r 2 4 p ϵ0 r

ovvero

1 Z⋅q2
E=− Equazione 4.7
2 4 p ϵ0 r

Quindi inseriamo nell'equazione 4.7 la espressione del raggio appena trovata


2
1 Z⋅q
E=−
2 2 0.52⋅10
−10
4 p ϵ0 n
Z

In questa espressione vediamo che il termine

q2
contiene tutte costanti; in particolare (come già visto in precedenza)
4 p ϵ0 0.52⋅10−10

Coulomb 2
−12
ϵ 0=8.85⋅10 è la costante dielettrica del vuoto
Joule⋅metro
−19
q=1.60⋅10 Coulomb è la carica dell'elettrone (e del protone) e quindi

−19 2 2
q2 (1.60⋅10 ) Coulomb
= 2
=2.18⋅10−18 Joule
2⋅4 p ϵ0 0.52⋅10−10 Coulomb
4 p⋅8.85×10−12 ⋅0.52⋅10−11 metri
Joule⋅metro

è detta COSTANTE DI RYDBERG (R).

Quindi l'energia dell'elettrone in un atomo con 1 elettrone è data data da

RZ2
E=− 2 Equazione 4.8
n

Notiamo che l’energia è negativa, ovvero l’energia potenziale (in modulo) è maggiore dell’energia
cinetica: l’elettrone è LEGATO al nucleo.
DESCRIZIONE DELL'ESPERIMENTO DI SPETTROGRAFIA PER L'IDROGENO

Cosa accade, quindi, quando l'atomo di idrogeno assorbe energia?


La risposta è, ovviamente: l'elettrone salta da un'orbita all'altra.

La domanda ora è:
QUALE ENERGIA ASSORBE L'ELETTRONE PER ANDARE DALL'ORBITA 1 ALL'ORBITA 2
(come in Figura)?.
Naturalmente la risposta è:

Δ E1 →2=E 2−E1

applicando quindi la formula appena trovata (Equazione 4.8 con Z=1) otteniamo

R −R R 3 3
Δ E1 →2=− −( 2 )=R− = R= 2.18⋅10−18 Joule
2 2
1 4 4 4

quindi se diamo energia sotto forma di luce la domanda finale è:


QUALE FREQUENZA DEVE AVERE L'ONDA ELETTROMAGNETICA CHE FA PASSARE
L'ELETTRONE DALL'ORBITA 1 ALL'ORBITA 2?
A questo scopo usiamo la formula di Planck

E=h ν

quindi
3 −18
2.18⋅10 Joule
E 4
ν=Δ 1→2 = =0.25⋅1013 s−1 =0.25⋅1013 Hertz
h −31
6.61⋅10 Joule⋅secondo

e infine, A QUALE LUNGHEZZA D'ONDA CORRISPONDE?

c 3⋅108 metri/ secondo −5


λ= ν = 13 −1
=12⋅10 metri
0.25⋅10 secondo

QUESTA E' ESATTAMENTE LA LUNGHEZZA D'ONDA CHE FU TROVATA


NELL'ESPERIMENTO DI SPETTROGRAFIA DELL'ATOMO DI IDROGENO!!!!!

Provare, come esercizio, a trovare la energia e la lunghezza d'onda per far andare l'elettrone dalla
prima orbita alla terza orbita.

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