Astrofisica I
1
1.2 Costanti fondamentali
A · B = a0 b 0 − a1 b 1 − a2 b 2 − a3 b 3
Con:
vx 1
β= ;γ=√
c 1 − β2
Ad esempio, per il quadrivettore posizione X si ha:
X = [ct, x, y, x]
2
ct0 = γ(ct − βx)
x0 = γ(x − βct)
y0 = x
z0 = z
Una importante conseguenza delle trasformazioni di Lorentz è la contrazione
delle lunghezze e la dilatazione dei tempi :
0
L = Lγ
∆t = γ∆t0
P = [E/c, →
−
p ] = [mγc, mγ →
−
v]
Da cui si ricava:
E 2 =| →
−
p 2 | c2 + m2 c4
E le seguenti espressioni:
q
→
− 2
p |c2 +m2 c4
|
• γ = E/mc2 = mc
• |→
−
p | c/E
• βγ =| →
−
p | /mc
• K = E − mc2 = (γ − 1)mc2
3
R è la costante di Rydberg e vale R = 109677, 5 cm−1 .
Per n → ∞ si ottiene la testa della serie spettrale. L’ intensità di una
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1.4.2 Assorbimento ed emissione
In presenza di fenomeni di emissione e di assorbimento la variazione del-
l’energı̀a fluente per unità di tempo, superficie, frequenza e angolo solido è
descritta da:
dIν = jν ds − αν Iν ds
dove dIν è la variazione di flusso specifico, ds è l’elemento di spessore di
materiale percorso, jν è il coefficiente di emissione ed αν è il coefficiente di
assorbimento, che si può esprimere anche come αν = nσν nota la densità n e
la sezione d’urto σ degli assorbitori2 .
dE
dI =
dtdAdΩdν
Introduciamo l’equazione del trasporto radiativo:
dIν
= jν − αν Iν
ds
si può scrivere, in funzione dello spessore ottico τν = αν ds e della funzione
sorgente Sν = αjνν :
dIν
= −Iν + Sν
dτν
Nell’ipotesi di costanza della funzione sorgente, la soluzione formale dell’e-
quazione del trasporto radiativo assume la forma:
Per un fotone che viaggia nel materiale il cammino libero medio l é dato
da:
1
1 =< τν >=< αν l >=< nσν l >⇒< l >=< >
nσν
2
R Da prestare attenzione alle varie definizioni di flusso:
R il flusso totale F è dato da
Iν cos θdνdω, mentre il flusso specifico Fν è dato da Iν cos θdω. Il flusso ricevuto a
terra F è pari a F = BΩ (salvo fenomeni di assorbimento).
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1.4.3 Radiazione di corpo nero
La radiazione emessa da materia in equilibrio termodinamico (radiazione
termica) è chiamata radiazione di corpo nero nel caso in cui il corpo assorba
tutta la radiazione incidente3 . Per un corpo siffatto l’intensità di radiazione
emessa alla frequenza ν Iν 4 è esprimibile mediante la funzione di Plank :
2πν 3 1
B(ν, T ) = 2 hν
c e kT − 1
2
che, nell’approssimazione di Rayleigh-Jeans, si scrive B(ν, T ) = 2πν
c2
kT nel
caso in cui hν kT .
Quindi Sν = B(ν, T ) = αjνν .
La radiazione di corpo nero soddisfa la legge di Wien: il massimo di
emissione in termini di frequenza per un corpo nero a temperatura T si ha
per:
λmax T = 0, 290 cm K
hν hν
jν = A n
4π 21 2
; αν = 4π
(B12 n1 − B21 n2 )
6
subiti, e con l il cammino libero medio, sussistono le seguenti relazioni:
→
− √
| R |= N · l
N ≈ τν2
dτν = (αν +σν )ds dove la quantità fra parentesi è il coefficente di estinzione
Aλ = 1, 086τλ
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La radiazione di sincrotrone viene emessa invece da particelle relativis-
qB
tiche. La pulsazione é pari a ωc = γ(v)mc , ma, causa effetti relativistici, viene
percepita a terra sottoforma di impulsi ciascuno dei quali di durata
∆t mc
∆t0 = =
2γ 2 γ 2 qB
Anche in questo caso la radiazione é polarizzata linearmente, e lo spettro di
potenze si esprime con una legge di potenza del tipo:
dN β+1
P (ν) ∝ hν ∝ ν 2 ≡ να
dν
nel caso di ciclotrone galattico α ' −0, 8 ± 0, 1.
La radiazione di free-free é causata dall’accelerazione della particella nel
campo dei nuclei atomici, e il massimo di frequenza di emissione é pari a:
1 βc
νmax = =
τ 2b
dove τ é l’intervallo di tempo nel quale la particella subisce l’interazione, b è
il parametro d’urto e β è il parametro relativistico.
Nel caso di idrogeno neutro si può osservare la righa di spin-flip a 21 cm,
da cui si risale allo spessore ottico secondo la relazione:
−19 NH (cm−2 )
τH = 5.2 · 10
T (K)∆v(km/s)
dove NH è la densità colonnare della nube, e ∆v è lo spostamento Doppler.
8
In alternativa si può esprimere la precedente condizione in termini del
raggio di Jeans:
" #1
4π 3 15kT 2
M= R ρ0 ⇒ R > Rj =
3 4πGµmH ρ0
2K + U = 0
Per un sistema a simmetria sferica si ha che:
2
U = − αGM hv 2 i R
R ⇒ M= α = 0.4
K = 12 M hv 2 i αG
che puó essere riscritta, introducendo il raggio che contiene metà della massa
totale Rm :
2.5 hv 2 i Rm
M=
G
Dai dati osservativi si ricava l’evidenza di materia oscura.
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Capitolo 2
Astrofisica II
2.1 Le Galassie
La distanza di luminosità è definita come:
s
L
DL =
4πF
dove F è il flusso, ed L è la luminosità intrinseca.
Per risalire alla luminosità intrinseca si utilizzano le candele standard,
sfruttando la relazione periodo-luminosità delle cefeidi classiche:
cz = H0 D
v (z + 1)2 − 1
=
c (z + 1)2 + 1
10
2.2 Espansione e densità
Considerando un universo omogeneo ed isotropo si può studiare la sua di-
namica, ottenendo la seguente equazione:
8
v 2 − πGρr2 = −kc2 r02
3
dove v è la velocità di espansione, ρè la densità, r0 è il raggio attuale dell’U-
niverso e k è un parametro che discrimina tre comportamenti dinamici.
r(t) = χa(t)
11
2
dove K indica la curvatura della sfera. Introducendo k = K aa0 ed esten-
dendo nello spazio di Minkowsky si ottiene la metrica di Robertson-Walker :
!2
2 a(t)2
2 dr 2 2
(ds) = (cdt) − 2 √ + (rdθ) + (rsinθdφ)
a0 1 − Kr2
Si consideri un fotone emesso radialmente da una sorgente a distanza
comobile χ:
a(t) dχ
cdt = √
a0 1 − kχ2
Indicando con λ1 eλ0 le lunghezze d’onda del fotone al momento dell’emissione
e della recezione, si ottiene:
a(t0 ) λ0
= = (1 + z1 )
a(t1 ) λ1
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2.5 Radiazione e materia
Se si considera un corpo nero in equilibrio termodinamico, la sua temperatura
durante l’espansione scala come:
a0
T = T0
a
La distanza di luminosità di una sorgente si può scrivere in termini del
redshift:
L
F =h i ⇒ DL = (1 + z) χ1
(1 + z)2 4πχ21
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2.7 Distanze
La distanza di diametro angolare è definita come:
∆S a1 DL
∆θ = ⇒ DA = χ 1 =
DA a0 (1 + z1 )2
con DL distanza di luminosità, precedentemente introdotta. ∆θ indica il
diametro angolare, mentre ∆S indica il diametro dell’oggetto.
1 c R1 √ dã
DA = (1+z) H
1
2 −4 −3 −2
0 1+z ã ΩR0 ã +ΩM0 ã +ΩK0 ã +ΩΛ
R1
DL = (1 + z) c
H0
1 √ dã
1+z 2
ã ΩR0 ã−4 +ΩM0 ã−3 +ΩK0 ã−2 +ΩΛ
tazionale.
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