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Scritto  febbraio 

Quesito 1
Una nana bianca di massa iniziale 0.6M accresce ininterrottamente al suo limite di Ed-
dington fino a decuplicare la sua massa. Quanto dura il processo di accrescimento? È
ragionevole aspettarsi che la stella rimanga una nana bianca?
Se il tasso di accrescimento fosse stato costante e uguale al valore del limite di Eddington
associato alla massa iniziale, di quanto sarebbe cresciuta durante lo stesso tempo?
Commentare le assunzioni che vengono fatte per derivare il limite di Eddington.

Soluzione dell’esercizio
Dal testo sappiamo soltanto che Mi = 0.6M e Mf = 10Mi .
Come noto, la luminosità dovuta al fenomeno di accrescimento, è data da

L = Ṁ c2

dove possiamo considerare l’efficienza radiativa tipica di una nana bianca. Inoltre il limite
di Eddington è direttamente proporzionale alla massa: quindi abbiamo che
4π cGM mp
Ṁ c2 = LE =
σT
da cui, separando le variabili
dM 4πGmp
= dt
M σT c
e quindi abbiamo il tempo impiegato ad accrescere
 
σT c Mf
∆t = ln = 10
4πGmp Mi

e si ottiene che
∆t = 3.4 · 1012 s = 1.1 · 105 yr

Se invece si considera la luminosità di Eddington costante e pari a


4πcGMi mp
LE =
σT
allora si avrebbe anche il tasso di accrescimento costante e pari a
LE
Ṁ = = 8 · 1020 g s−1 = 4 · 10−13 M yr−1
c2
Quindi nello stesso lasso di tempo ∆t sarebbe accresciuta solo di 4.4 · 10−8 M .

1
Quesito 2
Una galassia a spirale ha una proiezione ellittica nel piano del cielo, con un rapporto
fra l’asse minore e l’asse maggiore dell’ellissi b/a = 0.5.
La massa in stelle più gas di tutta la galassia è Mbar = 108 M . Dallo spettro di fenditura
preso lungo il semiasse maggiore della galassia si ricava la "curva di rotazione" in figura.
Stimare la distanza fra noi e la galassia e la massa in dark matter contenuta in 20 secondi
d’arco.

Soluzione dell’esercizio
La curva di rotazione ci dà importanti informazioni sulla galassia. Innanzitutto il
redshift è sempre positivo: oltre al redshift e blueshift dovuti alla rotazione della galassia,
è presente anche il redshift cosmologico. Mediamente il redshift della galassia vale z =
1.5 · 10−3 . Dalla legge di Hubble abbiamo già il dato sulla distanza della galassia:
v zc
d= = = 6.4 Mpc
H0 H0
Ora posso convertire i 2000 in unità di lunghezza:
R = ϑd = 9.7 · 10−5 · 6.4 · 106 pc = 6.2 · 102 pc
Ora sempre dal grafico è possibile sfruttare la differenza di redshift all’interno dei 2000 d’arco
ed ottenere la componente lungo la linea di vista della velocità di rotazione. In formule si
traduce come segue
vlos
∆z = z(2000 ) − z(−2000 ) ' 8 · 10−4 =
c
Per concludere serve deproiettarla dalla linea di vista (line of sight) sfruttando il rapporto
b/a = 0.5: infatti
√è facile vedere come l’angolo di inclinazione sia di π/3, poiché b/a = cos i,
e quindi sin i = 3/2.
Quindi
vlos 2c∆z
v= = √ = 2.8 · 105 m s−1
sin i 3

2
e quindi la massa in dark matter all’interno del raggio R deve valere
v2R
Mdm = = 1.1 · 1010 M
G

Quesito 3
Una binaria stellare è composta da M1 = 15M e M2 = 10M , poste su orbite
circolari ad una distanza relativa di 0.001 pc. Ad un certo istante M1 esplode in supernova,
espellendo la quasi totalità della sua massa e lasciando una stella di neutroni di massa
Mns = 1.4M . La nuova binaria è legata? Se sì, si trova ancora su orbite circolari?
Cosa cambierebbe se la massa iniziale di M1 fosse stata di 11M ? Nel caso di M1 = 15M ,
lo stato finale della binaria (legata vs. slegata) cambierebbe se la stella di neutroni a seguito
del collasso rinculasse con velocità di 10 km s−1 nella direzione diametralmente opposta al
suo moto?

Soluzione dell’esercizio
Considero la massa ridotta del sistema M1 -M2 :
M1 M 2
µ= = 6M
M1 + M2
Il momento angolare orbitale del sistema è quindi pari a:
p
L = µ G(M1 + M2 )a

dove a è la distanza relativa delle masse. Considero l’energia cinetica K del sistema
1 L2
K= ' 6.7 · 1045 erg
2 µa2
e l’energia potenziale gravitazionale V
M1 M 2
V = −G ' −1.3 · 1046 erg
a
L’energia totale del sistema risulta allora pari a
1 M1 M 2
E =K +V =− G <0
2 a
infatti numericamente:
E ' −6 · 1045 erg
ovvero si trovano in uno stato legato (ovviamente), con orbite chiuse.
Consideriamo ora il sistema nello stadio successivo all’esplosione di supernova: considero
la massa ridotta del sistema Mns -M2 :
Mns M2
µ0 =
Mns + M2
Il momento angolare orbitale diventa

L0 = µ0
p
G(Mns + M2 )a0

Dalla conservazione del momento angolare (L = L0 ) otteniamo l’espressione per a0 :

Mns 2 M1 + M2
 
a
=
a0 M1 Mns + M2

3
Ora considero la nuova energia cinetica
1 L
K0 = ' 1.2 · 1043 erg
2 µ0 a02
e la nuova energia gravitazionale
Mns M2
V 0 = −G ' −2.4 · 1043 erg
a0
di conseguenza l’energia totale è pari a

E 0 ' −1.2 · 1043 erg < 0

e lo stato è ancora legato.


NON SO SE È GIUSTO!

Quesito 4
Il pianeta Nettuno ha un periodo orbitale di 165 anni. Mostra una parallasse annua di
3 deg 490 e ha un diametro apparente di 200 .
Calcolare la distanza del pianeta in unità astronomiche, il raggio equatoriale e la massa,
sapendo che la sua luna maggiore, Tritone, alla massima elongazione dista 1600 dal pianeta
e che ha un periodo orbitale di 5.9 giorni.
Sapendo inoltre che la frazione di albedo (energia luminosa proveniente dal Sole riflessa dal
pianeta diviso quella incidente) è pari a 0.41, calcolare a che temperatura si trova Nettuno
nell’ipotesi che sia in equilibrio con il flusso luminoso che riceve dal Sole.

Soluzione dell’esercizio
Dal testo abbiamo la parallasse annua, da cui la distanza
2AU
d= ' 30AU
0.067 rad
Dopodiché è possibile convertire in cgs il diametro apparente (α):

2R[ = αd

dove R[ è esattamente il raggio equatoriale che vale quindi

R[ = 2.2 · 109 cm

È possibile infine determinare la massa del pianeta sfruttando le informazioni sull’orbita


di Tritone (mT ). Infatti sappiamo che
M[ 
mT
2
mTω a=G
a2


con a la distanza fra Nettuno ed il suo satellite.

Otteniamo quindi per la massa di Nettuno


4π 2 a3
M[ = ' 5 · 10−5 M
GT 2
Infine consideriamo la costante solare (misurata da Terra)

Ω(1AU) = 1.44 kW m−2

4
che quindi su Nettuno risulterà pari a
(1AU)2
Ω(30AU) = 1.44 · 103 · W m−2 = 1.6 W m−2
(30AU)2
Grazie a questa possiamo esplicitare l’energia termica incidente, assorbita ed emessa dal
pianeta:
th 2
Einc = Ω · πR[
th 2
Eabs = (1 − λ) Ω · πR[
th
Eemit = σbb T 4 · 4πR[
2

dove λ è l’albedo (porzione riflessa fratto porzione incidente). Si noti che il flusso luminoso
proveniente dal sole vede il disco del pianeta, mentre il flusso riemesso da Nettuno è
isotropo e quindi emesso dall’intera sfera.
Dalla condizione di equilibrio Eabs emit otteniamo l’espressione della temperatura:
th = E th

r
4 (1 − λ) Ω
T = ' 45K

Quesito 5
Nell’ipotesi ERRATA che la fusione nucleare all’interno del Sole non avvenga grazie
all’effetto tunnel, calcolare la temperatura del nucleo a cui si innescherebbe la catena p-p.
Quanto vale la pressione in queste condizioni fisiche? Cosa può accadere al Sole in questo
caso?
Approssimare il nucleo del Sole come una sfera di densità costante e R = 0.2R .

Soluzione dell’esercizio
Consideriamo il grafico (in figura) del potenziale del sistema protone-protone in funzione
della distanza reciproca ("Nuclear Separation"): Si noti che, non fosse possibile oltrepassare
la barriera per effetto tunnel, sarebbe necessaria una energia (cinetica) pari ad almeno
1 MeV.
Considerando un gas di protoni classico (non quantistico, infatti niente effetto tunnel), non
relativistico ed ideale, abbiamo che:
3
1 MeV = E th = kT
2
Quindi perché si raggiunga l’energia richiesta, il nucleo deve avere una temperatura di circa
2 MeV
T = = 7.7 · 109 K
3k
praticamente 2/3 ordini di grandezza sopra il valore reale (∼ 107 K).
La pressione sappiamo essere
ρkT 4σ 4
P = Pg + Prad = + T
m 3c
Ovviamente già possiamo notare come la pressione di radiazione risulterà dominante.
Ora, sostituendo
me + mp mp
m= ∼
2 2

5
e
3M
ρ=
4π(0.2R )3
otteniamo:
Pg + Prad = 2 · 1020 erg cm−3 + 9 · 1024 erg cm−3
Nel nucleo domina di gran lunga la pressione di radiazione e quindi instabile: infatti il
teorema del viriale per un gas relativistico diventa
tot
Egrav = −Eth

e quindi l’energia totale del sistema E tot = 0, ovvero il nucleo è marginalmente stabile.
Lo stesso ragionamento si estende con più rigore alle stelle molto massive in cui la pressione
di radiazione è predominante sulle altre.

Quesito 6
L’ammasso globulare M13 è uno dei più vecchi osservabili in cielo. La massa al punto
di turn-off è 0.9M . Calcolare l’età dell’ammasso.
La massa di questo ammasso è stimata in 6 · 105 M . Calcolare all’età attuale quante stelle
popolano l’ammasso considerando come limite inferiore 0.09M e trascurando eventuali
remnants. Quanti resti di supernovæci attendiamo?
Calcolare la luminosità attuale dell’ammasso e il flusso luminoso che arriva sulla Terra
sapendo che l’ammasso si trova a 7 kpc e ha un diametro apparente di 16.60 .
Assumere una Initial Mass Function di Salpeter.

Soluzione dell’esercizio

6
Per prima cosa possiamo determinare l’età di M13 sfruttando le relazioni di scala sulla
sequenza principale per masse simili a quella del Sole (0.9 ∼ 1):

L ∝ M3
L ∝ M/t
⇒ t−1 ∝ M 2

e quindi
 −2
M
τ = τ = 1010 yr(0.9)−2 = 12.3 Gyr
M
Concentriamoci ora sulla massa dell’ammasso (M = m dm, dove m sono le masse delle
R

singole stelle):
Z Z 0.9
dN
M= m dm = c m1−α dm
dm 0.09
dove alpha = 2.35 di Salpeter. Deriviamo quindi il valore della costante c:

c = 1.6 · 105

Ora possiamo ottenere il numero N di stelle nell’ammasso


Z Z Z 0.9
dN
N = dN = dm = c m−α dm = 3.8 · 106 stelle
dm 0.09

Torniamo alle relazioni di scala sulla sequenza principale, questa volta voglio determinare
la luminosità di stelle meno massime del sole, quindi

L ∝ M5

da cui l’integrazione su ogni massa dell’ammasso


Z 0.9
L
=c m5−α dm = 3 · 104
L 0.09

Il flusso luminoso che arriva sulla Terra (ad una distanza d = 7 kpc) può essere determinato
come segue:
R2 L  R2
f (d) = f (R) 2 = 2 d2
d 4π 
R
dove R è il raggio dell’ammasso. Quindi per concludere diciamo che il flusso luminoso su
Terra è di
3 · 104 L
f (d) = = 2.2 · 10−8 erg s−1 cm−2
4πd2

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Scritto  aprile 

Quesito 1
La formula di Pogson esprime la differenza delle "magnitudini (m)" apparenti (cioè come
osservabili a Terra) di due stelle secondo la seguente espressione:
 
L2
m2 − m1 = −2.5 log
L1

Pogson l’introdusse nel 1857 perché notò che nella classificazione delle stelle data da Ipparco
(-190 a.C., -120 a.C.) le stelle di prima grandezza (magnitudine) erano circa 100 volte più
luminose di quelle di sesta grandezza. Così definita la magnitudine non è una misura
assoluta della luminosità di una stella, ma una stima del suo flusso a Terra rispetto a
quello di una seconda stella. Infatti la formula di Pogson si può riscrivere nella forma

m = −2.5 log(f ) + c

dove f è il flusso misurato e c una costante di integrazione.


Si definisce magnitudine M di una stella la magnitudine che avrebbe se posta alla distanza
convenzionale da Terra di 10 pc.
(a) Dimostrare che la relazione che lega la magnitudine assoluta M a quella apparente m
è:
M − m = 5 − 5 log(d)
dove d è la distanza della stella.
La distanza M − m è detta modulo della distanza. (b) Stimare il modulo di distanza
della galassia di Andromeda M31 sapendo che il suo asse maggiore in cielo è pari a 1900
che corrispondono a circa 10 kpc

Soluzione dell’esercizio
(a) Il flusso luminoso della stella di riferimento in corrispondenza della propria fotosfera
è f (r∗ ) (dove con r∗ ho indicato il raggio della stella), mentre quello misurato sulla Terra
f (d) (dove con d indico la distanza Terra-stella di riferimento) è dato da
 r 2

f (d) = f (r∗ )
d
quindi il flusso luminoso proveniente dalla stella, ad una distanza convenzionale di 10 pc,
varrà f (10 pc).
Ora possiamo usare la formula di Pogson per le magnitudini: la magnitudine assoluta per
definizione è
M = m(10 pc)
e quindi
M = −2.5 log(f (10 pc)) + c
Analogamente la magnitudine apparente ad una distanza generica d sarà

m(d) = −2.5 log(f (d)) + c

8
Deriviamo ora il valore del modulo della distanza come richiesto nel primo punto:

M − m = −2.5 log(f (10pc)) + c + 2.5 log(f (d)) − c

 
f (10pc)
= −2.5 log
f (d)

!
∗
f (r )r∗2 d2
= −2.5 log  2
100pc  ∗
f (r )r∗2
 2 
d
= −2.5 log
100

dove nell’ultima uguaglianza abbiamo rimosso le unità di misura ricordandoci però di


esprimere la distanza d in unità di parsec! Infine, grazie alle proprietà dei logaritmi, si
ottiene quanto previsto
M − m = −5 log(d) + 5
(b) Andromeda M31 dista da noi
2r
d=
ϑ
dove r è il raggio della galassia e ϑ la parallasse in radianti. Quindi
 
10 kpc −1
M − m = 5 − 5 log pc ≈ −21.3
0.055 rad

Quesito 2
Un ammasso globulare di recente formazione ha una distribuzione sferica con un raggio
di 10 pc ed una dispersione di velocità σv = 10 km s−1 .
Supponendo che tutta la massa sia in stelle e che queste seguano una distribuzione alla
Salpeter, calcolare la luminosità dell’ammasso se le stelle presenti sono comprese tra 0.1M
e 30M
Quante supernovae saranno esplose dopo 0.5 Gyr? Quale sarà la massa al turn-off dopo
0.5 Gyr?

Soluzione dell’esercizio
Per prima cosa determiniamo la massa totale con il viriale:

σ2 R
Mvir = = 2.3 · 105 M
G
Ora è possibile ricavare il coefficiente c della nota equazione
Z 30
M =c m1−α dm
0.1

ovvero
c = 4.1 · 104
La luminosità può ora essere calcolata tramite le relazioni di scala nella sequenza principale
Z 1 Z 10 Z 30 
5−α 3−α 1−α
L = L c m dm + m dm + m dm ' 106 L
0.1 1 10

9
La massa di turn-off può essere determinata dalla solita relazione di scala tra tempi e
masse:
t−1 ∝ M 2
e quindi
 −1/2
τ
Mt−o = M = 4.5M
τ

Quesito 4
Stimare la luminosità di un processo di accrescimento di 10−10 M yr−1 sul pianeta
Terra e sul pianeta Giove.
Nell’ipotesi che durante il processo di accrescimento i raggi dei due pianeti ed il tasso di
accrescimento restino costanti, stimare il tempo necessario affinché l’accrescimento sui due
pianeti raggiunga la stessa luminosità.

Soluzione dell’esercizio
Si considerino massa e raggio terrestri:

MC = 6 · 1024 g RC = 6 · 108 cm

La luminosità del processo risulterà allora pari a

GMC Ṁ
LC = Ṁ c2 = ' 6.6 · 1031 erg s−1
2RC
Si considerino ora massa e raggio gioviani:

MX = 2 · 1030 g RX = 7 · 109 cm

La luminosità del processo risulterà allora pari a

GMX Ṁ
LX = ' 2 · 1036 erg s−1
2RX

Quesito 5

Soluzione dell’esercizio

Quesito 6
Una nube molecolare ha una massa M = 104 M , una temperatura T = 18K e una
dimensione caratteristica di 50ly.
Questa nube è nelle condizioni di collassare?

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Soluzione dell’esercizio
Determino la massa di Jeans della nube molecolare (m = mp ):

3kT R
MJ = = 1.8 · 103 M
Gm
Noto ora come
M > MJ
e quindi dalla teoria di Jeans, l’energia gravitazionale prende il sopravvento su quella
termica, e la nube è nelle condizioni di collassare.

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Scritto  maggio 

Quesito 1
Una stella di neutroni di 1.4M accresce costantemente al suo limite di Eddington.
Descrivere analiticamente l’evoluzione della massa della stella di neutroni sotto diverse
assunzioni:
• Il raggio della stella rimane costante;
• La compattezza M/R della stella rimane costante;
• La densità media della stella rimane costante.

Soluzione dell’esercizio
Dallo studio dell’accrescimento sappiamo che
L = Ṁ c2
dove  è l’efficienza radiativa. Al limite di Eddington otteniamo
LE = Ṁ c2 ∝ M
Per finire la relazione che lega l’efficienza alla massa ed al raggio:
GMns
=
Rns c2
Non ci resta che studiare caso per caso, come da consegna.

• Rns = const
Dalle due relazioni scritte precedentemente abbiamo che
Ṁ M ∝ M

Ṁ = const
e quindi
M (t) = M0 + Ṁ t

• M/R = const
Sempre dalle relazioni di partenza abbiamo che Ṁ ∝ M , e quindi, risolvendo una
banale equazione differenziale al primo ordine, otteniamo
M (t) = M0 et/τ
dove τ è una costante temporale: per i più esigenti si può facilmente ricavare l’e-
spressione esplicita di questa costante.
4πGMns mp c
Ṁ c2 =
σT

dM 4πGmp dt
=
M σT c
dM dt
=
M τ
dove nell’ultima abbiamo definito
 c σT
τ :=
4πGmp

12
• ρ = const
Ovviamente abbiamo la relazione che lega densità, massa e raggio
3M M
ρ= 3
∝ 3
4πR R
e poiché la densità è supposta costante M ∝ R3 . Quindi

M
Ṁ ∝M
R

Ṁ ∝ M 1/3

proseguendo si ottiene
M ∝ t3/2

Quesito 2
Assumendo che l’emissione delle pulsar sia collimata entro un angolo di 5 gradi e che il
cono di emissione radio giaccia nel piano equatoriale della pulsar, calcolare quante pulsar
non vengono osservate perché la loro emissione radio non intercetta la Terra.

Soluzione dell’esercizio
Consideriamo l’angolo solido colpito dal cono di emissione radio:
Z 2π Z ϑ
Ω= dϕ sin θ dθ = 2π(1 − cos ϑ)
0 0

Quindi la probabilità che il getto colpisca la Terra è data dal rapporto fra l’angolo "colpi-
bile" e tutto l’angolo solido a disposizione (4π). Si ricorda inoltre che poiché i getti sono
due, anche la probabilità sarà doppia.

p= · 2 ' 0.4%

Quindi la probabilità di non osservare una pulsar vale

1 − p = 99.6%

quindi in media se ne osserva una ogni .

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Quesito 3
La misura del redshift di nove galassie risulta nelle seguenti velocità di recessione (i.e.
velocità lungo la linea di vista):
, , , , , , , ,  km s−1 .
Tutte le galassie si trovano entro un cerchio di raggio 1° proiettato, facendo sospettare
l’esistenza di un cluster di galassie. Stimare la distanza da noi del cluster, il redshift
corrispondente e la massa dinamica (viriale) dell’ammasso.

Soluzione dell’esercizio
Per prima cosa deriviamo la velocità quadratica media σ
rP
i (vi − hvi)
σ= ' 615 km s−1
9
Dalla legge di Hubble (o meglio, di Lemaître) abbiamo la distanza del cluster
σ
d= = 8.8 Mpc
H0
ed il raggio del cluster galattico risulta quindi essere di

Rcl = αd = 1.4 · 1025 cm

Il redshift associato alla dispersione che abbiamo trovato vale


σ
z≈ ' 2.1 · 10−3
c
Infine abbiamo tutto ciò che serve per determinare la massa, con il teorema del viriale:

σ 2 Rcl
Mcl = ' 4 · 104 M
G

Quesito 4
La stella più vicina a noi è α Centauri che fa parte di un sistema doppio: Le due stelle
costituiscono infatti una binaria visuale con una separazione dal loro centro di massa pari
a 800 e 9.700 . La distanza del sistema è 1.31 pc. Le due stelle gravitano attorno al centro di
massa con un moto circolare in 80.1 yr.
Calcolare le masse delle due stelle in M e la luminosità in L .
Con la formula di Pogson che lega la magnitudine apparente al flusso

m = −2.5 log(f ) + c

e sapendo che la magnitudine assoluta del Sole vale 4.83, calcolare le magnitudini apparenti
delle due stelle (cioè all’effettiva distanza a cui si trovano dalla Terra).

Soluzione dell’esercizio
Innanzitutto i raggi orbitali delle due stelle valgono

a1 = α1 d = 1.91 · 1014 cm
a2 = α2 d = 1.58 · 1014 cm

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Per la prima legge di Keplero e per la relazione massa-raggio abbiamo le due equazioni

4π 2 (a1 + a2 )3
M1 + M2 = ' 0.33M
GT 2
M1 /M2 ' 0.19M

che a sistema restituiscono

M1 ' M2 ='

Per quanto riguarda la luminosità, possiamo sfruttare le relazioni di scala sulla sequenza
principale per stelle meno massime del Sole:

M 5
 
L
=
L M

e quindi

L1 = 3.9 · 10−3 L
L2 = 2.5 · 10−4 L

Infine, usando la formula di Pogson possiamo determinare la magnitudine delle due stelle.
Ricordiamo che
m1 − m2 = −2.5 log(f1 /f2 )
e quindi sostituendo m2 con la magnitudine del Sole alla distanza di 10pc abbiamo

L 100pc2
 

m − 4.83 = −2.5 log 2
= 5 log(d/10pc) − 2.5 log L/L
L d

e quindi le due magnitudini apparenti:

m1 = 7.77
m2 = 9.42

Quesito 5
Le Pleiadi sono un ammasso aperto le cui stelle più luminose hanno una temperatura
superficiale T = 15000K. Supponendo che queste stelle siano in procinto di abbandona-
re la sequenza principale, calcolare l’età dell’ammasso sapendo che la T = 5770K alla
superficie. Che destino hanno queste stelle?

Soluzione dell’esercizio
Il problema è molto semplice e di risoluzione immediata. Basta infatti considerare la
relazione di scala sulla sequenza principale fra tempi e temperature:

dE th
L= ∝ T t−1 e L ∝ T4
dt
quindi
t−1 ∝ T 3

15
da cui la formula risolutrice
 −3
10 T
t = 10 yr ' 5.7 · 108 yr = 0.6 Gyr
T

Qualche commento. Il fatto che l’ammasso sia aperto suggerisce un’alta probabilità che
le stelle siano giovani. Dal tempo di vita relativamente breve deduciamo che sono stelle
abbastanza massive. La temperatura superficiale suggerisce invece un’alta energia cinetica
del gas stellare, ergo la possibilità di dover considerare un gas relativistico nella dinamica
stellare: per particelle relativistiche il teorema del viriale si deve correggere.
3
E th = 3P V 6= P V
2
e quindi
E th = −Egr ⇒ E tot = 0
ovvero la stella non è perfettamente stabile. Infatti è facile convincersi che la pressione
dominante in queste stelle sia quella di radiazione.

Quesito 6
La Radiazione di Fondo Cosmico ha un picco intorno a GHz. Calcolare la sua
temperatura. All’epoca della ricombinazione la temperatura della radiazione era di K.
Calcolare il redshift z da cui provengono i fotoni del CMB, la frequenza al picco e spiegare
come è possibile che in quell’epoca i fotoni potessero ionizzare l’idrogeno.

Soluzione dell’esercizio

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Scritto  giugno 

Quesito 1
Un’osservazione spettroscopica rileva che una binaria di stelle varia la sua velocità (lungo
la linea di vista) su di un tempo di scala di un mese, e dimezza la sua luminosità totale
per un breve periodo ogni mese. Le velocità delle due stelle variano in funzione del tempo
con un profilo sinusoidale, con un massimo e minimo osservati nella stella più luminosa di
 e  km s−1 ; mentre quelle associate alla stella meno luminosa sono  e  km s−1 .
Calcolare le masse delle due stelle ed il semiasse maggiore della loro orbita.

Soluzione dell’esercizio
La binaria è spettroscopica, ma non solo (per ora lasciamo il mistero). Consideriamo
la terza legge di Keplero
4π 2 a3
T2 =
G(M1 + M2 )
dove ai la distanza relativa fra le due stelle ed Mi è la massa dell’i-esima stella. Dovessimo
esplicitare i semiassi maggiori delle due orbite:

a = r1 + r2

Ora considero i dati del problema: i dati sulle velocità sono ovviamente polarizzati, in
quanto ci aspettiamo in modulo una stessa velocità in prossimità del minimo e del massimo.
Dovrebbe infatti cambiare solo segno in quanto la stella sta percorrendo il lato opposto
dell’orbita. Il bias è facilmente individuabile, infatti la binaria sta palesemente viaggiando
a velocità (sempre lungo la linea di vista) di  km s−1 . Tale valore si ottiene mediando
le velocità di una stessa stella (quale, ovviamente, non importa):

v1min + v1max v min + v2max


= v bin = 2
2 2
Quindi possiamo ora considerare le velocità osservate a noi utili:

v1obs = 35 km s−1 v2obs = 15 km s−1

Quindi è ora possibile ottenere il rapporto delle masse

M1 r2 v obs
= = 1obs (1)
M2 r1 v2

La seconda equazione che risolve il sistema delle due masse è quella di Keplero:

GT 2 (M1 + M2 ) = 4π 2 (r1 + r2 )3 (2)

dalla definizione di periodo abbiamo

vi T v obs T
ri = = i (3)
2π 2π sin i
e quindi la (2) diventa

4 π 2 (v1obs + v2obs )3 T 3 (v1obs + v2obs )3 T


M1 + M2 = 2
' (4)
G T 23 π 3 sin3 i 2πG
dove nell’ultima uguaglianza abbiamo semplificato sin i ' 1: la binaria infatti è anche a
eclissi. Ne è una prova il fatto che la luminosità della binaria si dimezzi periodicamente.

17
Ma se è anche spettroscopica vuol dire che l’angolo di inclinazione i è molto vicino ad 90°
e quindi con seno prossimo ad . Mettendo ora a sistema (1) e (4) otteniamo

M1 ' 0.27M M2 ' 0.12M

Per determinare i semiassi maggiori è sufficiente la (3) e quindi

r1 = 1.44 · 1012 cm ' 20.6R


r2 = 6.19 · 1011 cm ' 8.8R

Quesito 2
Una frazione di nuclei galattici attivi sono caratterizzati da un getto la cui emissione
è limitata ad approssimativamente  gradi. Fra questi, quelli che puntano il getto verso di
noi vengono osservati come sorgenti di alta energia, e vengono chiamati blazars. Se una
campagna osservativa detecta  blazars in una certa regione in cielo, quante sorgenti con
i getti non allineati con la linea di vista ci aspettiamo?

Soluzione dell’esercizio
Come già visto in un altro esercizio simile, la probabilità di osservare il getto è data dal
rapporto fra l’angolo solido del getto e tutto l’angolo solido "possibile". L’angolo solido
del getto vale Z Z
Ω= dφ sin θ dθ = 2π(1 − cos ϑ)

Quindi la probabilità di osservare il getto vale



p=2 = 1 − cos ϑ ' 0.38%

dove il fattore  corrisponde alla possibilità di detectare uno dei due getti diametralmente
opposti (probabilità doppia).
Ora per ogni blazar osservato ci saranno altri

1/p ' 160 blazars

non osservati (abbiamo approssimato). Quindi se sono stati osservati  blazars, vuol
dire che approssimativamente i getti totali erano
100 100
− 100 ≈ ' 2.6 · 104 balzars
p p

Quesito 3
Assumendo che una nana bianca sia in un sistema binario con una stella, dalla quale
accresce della materia, stimare l’efficienza del processo di accrescimento, la luminosità del
sistema assumendo un tasso di accrescimento di 1013 g s−1 e il rapporto fra luminosità del
processo e quella di Eddington.

18
Soluzione dell’esercizio
Per quanto riguarda l’efficienza dell’accrescimento vale la formula
GM
=
2Rc2
Considero valori tipici per una nana bianca: massa M = 1M e raggio R = 109 cm, quindi

 ≈ 7.4 · 10−5

che è vicino al valore comune di ∼ 10−4 .


La luminosità del processo si può determinare ora dalla nota equazione

L = Ṁ c2 ' 6.7 · 1029 erg s−1 = 1.7 · 10−4 L

Infine, per determinare la luminosità di Eddington, abbiamo


M
LE = 3.3 · 104 L ' 3.3 · 104 L
M

e notiamo come la luminosità provocata dall’accrescimento sia di molto inferiore alla


luminosità di Eddington della nana bianca:

L/LE ∼ 10−8

Quesito 4
Un ammasso globulare con età stimabile in  Gyr ha una IMF con indice spettrale 
(zero) tra .M e .M e indice spettrale di Salpeter tra .M e M . Sapendo
che ha una dispersione di velocità σ = . km s−1 ed un raggio viriale di  pc, calcolare
la massa totale dell’ammasso, i coefficienti della IMF, la luminosità totale e la luminosità
media. Se si fosse assunto una pura Salpeter, che discrepanza avremmo ottenuto nei
risultati?

Soluzione dell’esercizio
La massa totale dell’ammasso si può determinare sfruttando il viriale

σ2R
M= ' 1.9 · 1040 g = 9.6 · 104 M
G
Ora considero la massa di turn-off dell’ammasso
 −1/2
τ
Mturnoff = M = 1.4M
1010 yr

Per determinare i coefficienti della funzione di massa iniziale devo mettere a sistema due
equazioni: la prima ottenuta dalla conservazione della massa
Z 0.5 Z 1.4
1−0
tot
M = c1 m dm + c2 m1−2.35 dm
0.1 0.5

e la seconda dalla continuità della IMF in m = 0.5M

c1 (0.5)0 = c2 (0.5)−2.35

19
dove lasciamo sottintesa l’unità di masse solari. Quindi abbiamo che

c1 ' 2.9 · 105


c2 ' 5.6 · 104

La richiesta successiva riguarda la luminosità dell’ammasso. Ricordiamo le relazioni di


scala

L ∝ M5 ∀M < M
L ∝ M3 ∀M ≥ M

da cui
Z 0.5 Z 1 Z 1.4
5−0 5−2.35
L tot
/L = c1 m dm + c2 m dm + c2 m3−2.35 dm
0.1 0.5 1

che risolvendo diventa


Ltot ' 4 · 104 L
Infine la luminosità media, ovvero quella totale diviso il numero N di stelle nell’ammasso.
Z Z Z 0.5 Z 1.4
dN
N = dN = dm = c1 m0 dm + c2 m−2.35 dm ' 1.8 · 105 stelle
dm 0.1 0.5

quindi
hLi = Ltot /N ' 0.2L
Fosse stata una pura Salpeter allora avremmo ottenuto

Z 1.4
M = cS m1−2.35 dm
0.1

cS ' 2.33 · 105

Z 1 Z 1.4
5−2.35
Ltot
= cS m dm + cS m3−2.35 dm ' 1.73 · 105 L
0.1 1

Z 1.4
N = cS m−2.35 dm ' 3.8 · 105 stelle
0.1

hLi ' 0.05L

Quesito 5
Calcolare la massa di Jeans per i due casi seguenti e commentare i risultati:

• Nube di gas di idrogeno atomico neutro tipico del mezzo interstellare freddo:
T = 100K e n = 106 cm−3 .

• Nube di idrogeno molecolare tipico di nubi molecolari fredde:


T = 10K e n = 109 cm−3

20
Soluzione dell’esercizio

• La nube di idrogeno atomico neutro (a.k.a. HI) ha m pari a mH :

m n = mH n = ρ ' 1.7 · 10−18 g cm−3

è la densità della nube.


La massa di Jeans è data da
3kT
MJ = r (5)
Gm
poiché non è noto il raggio della nube occorre determinarlo dalla definizione di
densità:
3ρ 1/3
 
r=
4πM
e quindi la (5) diventa
 3/4  1/4
3kT 3ρ
MJ =
Gm 4π
che risolta per la nube in questione, restituisce

MJ ' 3.78 · 108 g = 1.89 · 10−25 M

• La nube di idrogeno molecolare (H2 ) ha m pari a 2mH :

m n = 2mH n = ρ ' 3.4 · 10−15 g cm−3

è la densità della nube.


Come in precedenza, la massa di Jeans è data da
 3/4  1/4
3kT 3ρ
MJ =
Gm 4π

e quindi numericamente equivale a

MJ ' 2.67 · 108 g = 1.34 · 10−25 M

Quesito 6
Si osserva la CMB nella regione di Rayleigh-Jeans. In direzione del centro di un am-
masso di galassie misuriamo una diminuzione della T CM B pari a 5 · 10−4 K rispetto a una
direzione che non attraversa l’ammasso. La massa dell’ammasso è pari a 8·1013 M , ha una
velocità di recessione di 9000 km s−1 e un diametro angolare di 0.5 gradi. Approssimando
la σ Compton con la σ Thomson, stimare la frazione di massa dell’ammasso che si trova
sotto forma di plasma intracluster.

Soluzione dell’esercizio

21
Scritto di gennaio 

Quesito 1
Un’osservazione ad altissima risoluzione angolare riesce a mappare l’orbita di una stella
prossima al candidato buco nero supermassiccio nel centro della nostra galassia. L’orbita
descrive nel piano del cielo un’ellisse di semiasse maggiore a = . arcsec e semiasse minore
b = . arcsec.
L’orbita si chiude ogni  anni, e una analisi spettroscopica non presenta nessuna variazione
nella frequenza delle righe di assorbimento dell’atmosfera della stella. Sotto l’assunzione
che il nucleo galattico disti da noi d =  kpc, calcolare la massa del candidato SMBH e
(facoltativo) il raggio di minimo approccio della stella al buco nero, in unità del raggio di
Schwarzschild di questo.

Soluzione dell’esercizio
La massa si può determinare dalla legge di Keplero

4π 2 a3
M= ' 1.6 · 107 M
GT 2
Per il secondo punto bisogna considerare il raggio vettore che parte da un fuoco ed arriva
sull’ellisse
l
r(ϑ) =
1 − e cos ϑ
ovviamente funzione dell’angolo rispetto all’asse maggiore. Sopra compaiono il semilato
retto e l’eccentricità: valgono le seguenti uguaglianze

b2
l= c2 = a2 − b2
a
Quindi basta trovare gli estremanti e poi capire quali sono massimi e quali minimi di r(ϑ):

dr le sin ϑ
=− =0
dϑ (1 − e cos ϑ)2

che, ristretta nell’intervallo fisicamente sensato [0, 2π) restituisce le due soluzioni ϑ = 0, π.
Quindi sostituendo si ottengono

b2 b2
r(0) = r(π) =
a−c a+c
Perciò è ovvio che il raggio di minimo approccio della stella al buco nero vale

b2
rmin = r(π) = = 6.55 · 1013 cm
a+c
Il raggio di Schwarzschild vale
M
RS = 3 km ' 4.8 · 1012 cm
M

quindi
rmin = 13.6RS

22
Quesito 2
Una sonda sferica di raggio 1 m e massa 1 kg alla distanza di 60000 km dalla Terra
viene accelerata colpendola con un fascio laser di luminosità totale 1023 erg s−1 . Il fascio
resta acceso per 10 secondi, ed è collimato in un angolo solido di 1 grado quadro. Calcolare:

1. la velocità raggiunta dalla sonda (assumendo che parta ferma rispetto alla Terra e
trascurando l’attrazione gravitazionale del pianeta e del Sole);

2. la velocità raggiunta è sufficiente per sfuggire alla buca di potenziale della Terra?

Soluzione dell’esercizio

Quesito 3
Stimare l’efficienza radiativa di un processo di accrescimento su di una mela, e il tasso
di accrescimento assumendo che questa accresca al suo limite di Eddington.

Soluzione dell’esercizio
La luminosità di Eddington di una mela tipica (M ≈ 200g, R ≈ 4cm):

M
LE = 3.3 · 104 L ' 1.4 · 107 erg s−1
M

Stimiamo ora l’efficienza radiativa del processo


GM
= ' 1.5 · 10−27
2Rc2
come da aspettativa, molto basso. Nonostante ciò, se accrescesse fino al limite di Eddington
raggiungerebbe un tasso di accrescimento tale per cui
LE
Ṁ = ' 1010 kg
c2

Quesito 4
Una stella di massa M e raggio R ha un profilo di densità lineare

ρ = ρc (1 − r/R)

Trovare M (r) e M (R). Calcolare inoltre P (r) assumendo un’adeguata condizione al


contorno per P (R).

Soluzione dell’esercizio
Per la conservazione della massa abbiamo che
Z r
M (r) = ρ 4πr2 dr
0

23
e quindi
Z r
r 2 
M (r) = 4πρc 1− r dr
0 R
Z r 2
r3

3 r
= 4πρc R − dr
0 R3 R4
   
3 1 r 3 1  r 4
= 4πρc R − dr
3 R 4 R

da cui
π
M (R) = ρc R3
3
Dall’equilibrio idrostatico sappiamo che
Z
M (r)ρ(r)
P (r) = −G dr
r2
e sostituendo la massa appena ottenuta

r3
Z  
2 4 r  r
P (r) = −Gπρ − 1 − dr
r2 3 R R
7r2 r3
Z  
4r
= −Gπρ2c R2 − + dr
3R2 3R3 R4
   
2 2 2 r 2 7  r 3 1  r 4
= −Gπρc R − + +C
3 R 9 R 4 R

impongo infine la condizione al contorno P (R) = 0 da cui la costante C viene determinata:


 
2 2 5 2  r 2 7  r 3 1  r 4
P (r) = Gπρc R − + −
36 3 R 9 R 4 R

Quesito 6
Osservando un ammasso globulare si deduce che le stelle più massive presenti hanno
M = 2M , mentre le più piccole hanno M = 0.08M . La dispersione di velocità delle
stelle di questo ammasso di 10 km. Assumendo una IMF di Salpeter, calcolare il numero
totale di stelle, la luminosità media, il flusso luminoso che arriva a Terra, sapendo che
l’ammasso ha un raggio di 10 pc e dista 10 kpc da noi. Che età ha l’ammasso?

Soluzione dell’esercizio
Si può determinare la massa totale dal teorema del viriale, infatti

σ2 R
M tot = ' 2.3 · 105 M
G
Grazie a questa determino il coefficiente della IMF
Z 2
M tot = c m1−2.35 dm
0.08

da cui
c = 4.9 · 104

24
Per determinare il numero di stelle basta risolvere l’integrale
Z Z 2
dN
N= dm = m−2.35 dm ' 106 stelle
dm 0.08

La luminosità dell’ammasso si ottiene sommando tutti i contributi di ogni singola stella,


ergo il seguente integrale
Z 1 Z 2 
tot 5−2.35 3−2.35
L =c m dm + m dm L ' 7.7L
0.08 1

dove si sono usate le relazioni di scala della sequenza principale. La luminosità media è
ovviamente data dal rapporto fra luminosità totale e numero di stelle:

Ltot
hLi = = 7.1 · 10−6 L
N
Il flusso sappiamo per definizione essere dato dalla seguente formula
L
f (d) = ' 2.6 · 10−12 erg cm−2 s−1
4πd2

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