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Fluidostatica

a.s. 2019-20

Vanni Ghimenti
15/10/2019

NB Le slide di questa presentazione sono da


considerarsi un'integrazione del capitolo 5 del manuale.

Alcune immagini sono tratte dal manuale


A. Caforio – A. Ferilli Fisica! Pensare l'Universo
Edizione Lab – Volume 1 – Le Monnier
Pressione: definizione e unità di misura
La pressione è una grandezza scalare che
descrive gli effetti dell'applicazione di una
forza su una superficie.
La pressione di una forza su una superficie
è il rapporto tra la componente della forza
F perpendicolare alla superficie e l'area S
della superficie.

Unità di misura nel SI: pascal, 1 Pa = 1 N/m2


Altre unità di misura:
● bar: 1 bar = 105 Pa, 1 mbar = 102 Pa
● atmosfera: 1 atm = 1,01 · 105 Pa = 1,01 bar
Pressione nei fluidi in equilibrio
Pressione nei fluidi
Un contenitore sferico viene riempito d’acqua e collegato
con un cilindro in cui scorre un pistone a tenuta perfetta.
Pratichiamo numerosi piccoli fori sulla parete sferica del
contenitore. Se applichiamo una forza al pistone,
esercitiamo una pressione sull'acqua all'interno del
contenitore: l’acqua zampilla dai fori in direzione
perpendicolare alla superficie sferica, vicino alla
superficie (lontano dalla superficie lo zampillo si
piega per effetto della forza peso).
Ciò accade quale che sia la forma del contenitore: la
forza applicata verticalmente al pistone si trasmette
attraverso l'acqua in tutte le direzioni.
La pressione esercitata dall'acqua sulla superficie del
pistone si trasmette a tutte le superfici con cui l'acqua è
in contatto, indipendentemente dall'orientamento.
Il principio di Pascal
La forza perpendicolare che si trasmette attraverso un fluido da una
superficie all’altra ha intensità F direttamente proporzionale
all’area S della superficie.
Poiché F = p S, la pressione p si trasmette invariata da una
superficie all'altra.
Questa proprietà caratterizza tutti i fluidi in condizioni di equilibrio
ed è espressa dal principio di Pascal, valido in generale:
Una pressione esercitata su qualsiasi superficie
a contatto con un fluido in equilibrio si trasmette,
con uguale valore, a ogni altra superficie a
contatto con il fluido, comunque siano
orientate le superfici.

Blaise Pascal (1623-62), matematico, fisico e filosofo francese.


Applicazioni del principio di Pascal
Il torchio idraulico: vedi manuale p. 181
I freni a disco dei veicoli: vedi manuale p. 182 Pedale del freno

I freni a tamburo dei veicoli


Nei freni a tamburo la pressione esercitata dal piede
sul pedale si trasmette, attraverso un circuito
oleodinamico, alle ganasce, che a loro
volta esercitano una pressione sul
tamburo, montato in asse con la
ruota: l'attrito delle ganasce sul
tamburo rallenta la rotazione
della ruota.
Circuito
oleodinamico
La capsula manometrica
Una capsula manometrica è uno strumento di misura della
pressione, costituito da un cilindro in cui può scorrere un
pistone: il pistone è collegato a una molla, fissata alla base del
cilindro. Se si immerge la capsula in un liquido in equilibrio, la
pressione esercitata dal fluido fa comprimere la molla.
Conoscendo l'area del pistone, la costante elastica della molla
e la sua compressione è possibile misurare la pressione del
liquido agente sul pistone.

Immergendo una capsula manometrica in un


liquido in equilibrio si osserva che: h1
la compressione della molla è direttamente
proporzionale alla profondità raggiunta dalla
capsula;
h2
la compressione della molla non dipende
dall'orientamento della capsula.
Ricavo della pressione fluidostatica

df
h
La legge di Stevino p ext
La pressione fluidostatica è p = df g h ed è dovuta al peso
del fluido soprastante.
Al di sopra del fluido può agire anche una pressione
esterna pext, ad esempio la pressione di un altro fluido df
(p.es. l'aria, se il contenitore è aperto) oppure la pressione
esercitata da un pistone etc. p h
Perciò la pressione totale alla profondità h del fluido è
perciò data dalla somma dei due contributi:

La precedente è nota come legge di Stevino. La legge è valida solo


per i fluidi che hanno densità uniforme: è valida per tutti i liquidi
incomprimibili, come l'acqua, e per i gas che hanno densità
uniforme su tutto il volume. Non è valida per i gas in generale: ad
esempio, non è valida per l'aria atmosferica.
Simon Stevin (1548–1620), matematico, fisico e ingegnere fiammingo
Applicazioni della legge di Stevino
Calcolare la differenza di pressione tra due profondità differenti:

Il paradosso idrostatico: la pressione fluidostatica sul fondo di


contenitori di forma differente riempiti alla stessa altezza è
esattamente la stessa.
Applicazioni della legge di Stevino
Principio dei vasi comunicanti, con un solo liquido: manuale p. 184
Principio dei vasi comunicanti, con due liquidi non miscibili versati in un
tubo a U: manuale p. 184-5

Manometro a tubo aperto: strumento per misurare la pressione costituito da un tubo a


U, aperto a un'estremità, contenente un liquido manometrico (mercurio, alcool o acqua)
di densità d. Un rubinetto mette in comunicazione un liquido di pressione p incognita con
il liquido manometrico, che a sua volta è in comunicazione con l'aria atmosferica.
Conoscendo la pressione atmosferica patm e il dislivello h, possiamo ricavare p.

h h

Liquido a pressione p Liquido manometrico


La botte di Pascal (1646)
La pressione fluidostatica dipende dall'altezza del
fluido e non dalla sezione/forma del recipiente.
Una dimostrazione molto convincente della legge di
Stevino si può effettuare collocando un tubo verticale
di piccolo diametro sulla parte superiore di una botte
riempita di acqua fino all'orlo. L'aggiunta di una
piccola quantità di acqua nel tubo fa esplodere la
botte! L'altezza che fornisce la pressione sul fondo
della botte è data dalla somma dell'altezza della botte h
e della lunghezza del tubo.
Pascal realizzò l'esperimento nel 1646
servendosi di un tubo lungo 10 m.
Una ricostruzione contemporanea
dell'esperimento di Pascal:
https://www.youtube.com/watch?v=EJHrr21UvY8
Eureka!
Come racconta Vitruvio nell'opera De Architectura (IX, 9-12), il tiranno Gerone II di Siracusa aveva
consegnanto a un orefice una certa quantità d'oro, chiedendogli di realizzare una corona da
consacrare agli dei. Una volta in possesso della corona, Gerone ebbe il sospetto che l'orefice avesse
sostituito parte dell'oro con dell'argento (meno prezioso). Chiese allora allo scienziato siracusano
Archimede (287-212 a.C.) di scoprire l'eventuale inganno senza danneggiare la corona.

Mentre pensava al problema, Archimede decise di farsi un bagno: immergendosi nella vasca, notò che
il proprio corpo spostava una certa quantità d'acqua, pari al volume di corpo immerso. Ebbe così l'idea
per risolvere il problema della corona. La sua gioia nell'aver trovato la soluzione fu così grande che
balzò fuori dalla vasca e corse nudo in strada, fra lo stupore dei passanti, gridando:

(si legge: èureka!), ossia in greco: ho trovato!

Archimede preparò due corpi di massa uguale a quella della corona, uno d'oro e uno d'argento. Poichè
i due metalli hanno differente densità, i due corpi avevano un volume differente: immergendoli
completamente in un contenitore pieno d'acqua fino al bordo, Archimede misurò l'acqua che usciva
dal bordo e che corrispondeva al volume immerso (spostato da ciascun corpo). Immerse poi la corona,
misurando anche in questo caso il volume spostato.

Archimede scoprì così che, a parità di massa, il corpo d'argento spostava un volume maggiore (avendo
densità minore), il corpo d'oro spostava un volume minore (avendo densità maggiore) e la corona
spostava un volume intermedio. Perciò la corona non poteva essere interamente d'oro. Archimede
riuscì anche a calcolare, con l'aiuto della matematica, la frazione di argento contenuta nella corona.
La spinta di Archimede p ext
S
Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dovuta al
fatto che la pressione agisce in modo direttamente h1
proporzionale alla profondità (legge di Stevino). F⃗1
h2
Per semplicità consideriamo un corpo di forma cilindrica, di h
altezza h e area di base S, completamente immerso in un
fluido di densità df uniforme e orientato come in figura. Le
due basi si trovano rispettivamente a profondità h1 e h2, con df F⃗2
h2  h1 = h.

Calcoliamo la forza risultante agente sul cilindro per effetto della pressione del fluido.
Le forze di pressione che agiscono sulla superficie laterale del cilindro si bilanciano a
vicenda, perciò dobbiamo considerare soltanto la forza sulla base superiore di
intensità F1 (verticale verso il basso) e la forza sulla base inferiore di intensità F2
(verticale verso l'alto). La risultante delle due forze è, per la legge di Stevino:
La legge di Archimede
Dato che h S = Vc è il volume del corpo, definiamo Spinta di Archimede la forza FA:

La spinta è verticale, rivolta verso l'alto (dato che F2 > F1).

Un corpo, di forma qualsiasi, immerso (in parte o del tutto) in un fluido occupa un certo
volume e dunque ``sposta'' una certa quantità di fluido.
Osserviamo che:
Vc è il volume del corpo, ma anche il volume di fluido che viene ``spostato'' dalla
presenza del corpo;
df Vc = mf è la massa di fluido ``spostato'';
df Vc g = mf g è la forza peso del fluido ``spostato''.

La spinta di Archimede FA è uguale al modulo della forza peso del fluido spostato.

Legge di Archimede Un corpo immerso in un fluido (di densità uniforme) riceve una
forza verticale verso l'alto, di intensità uguale al peso del fluido spostato dal corpo.
La bilancia idrostatica
La bilancia idrostatica consente la verifica del principio di Archimede. A uno dei
bracci di una bilancia viene appesa una coppia di cilindri di uguale volume: un
cilindro inferiore A, pieno, e un cilindro superiore B, cavo, come in figura.
Applicazioni della legge di Archimede
Il galleggiamento dei corpi: manuale p. 187-189. La condizione di
galleggiamento vale per corpi completamente immersi.

Per un corpo di massa mc = dc Vc e volume Vc che è immerso solo


per un volume Vi < Vc, la condizione di equilibrio tra peso e spinta
di Archimede è:

Il rapporto tra volume immerso e volume totale del corpo è


uguale al rapporto tra la densità del corpo e quella del fluido:
maggiore è la densità del corpo, maggiore sarà la frazione di
volume immerso.
L'esperienza di Torricelli (1644)
Descrizione dell'esperienza: manuale p. 190.
Valore della pressione atmosferica al l.d.m.
760 mmHg = 1 atm = 1,01 · 105 Pa
1 mmHg = 1 torr = 133 Pa
(bar, torr e atm non sono unità SI, ma sono
comunque usate in certi contesti)
Perché Torricelli utilizzò il mercurio anziché
l'acqua?
Prova a calcolare l'altezza di una colonna di
acqua che esercita una pressione di 1 atm...
Torricelli è considerato l'inventore del
Evangelista Torricelli (1608-47)
matematico e fisico italiano,
barometro, con cui oggi si misura in ambito
allievo di Galilei meteorologico la pressione atmosferica.
La pressione sanguigna e la meteorologia
NB Il sangue è un fluido in movimento,
per cui la legge di Stevino non descrive
correttamente il suo comportamento
(è necessaria la fluidodinamica).

1 mmHg = 133 Pa

http://www.meteomarta.altervista.org
Treccani – Enciclopedia dei Ragazzi
In meteorologia le zone di bassa pressione
sono associate alle precipitazioni e al
maltempo, al contrario delle zone di alta
pressione.
La pressione (misurata in hPa) è quella
atmosferica. L'aria calda e umida è meno
densa, quindi corrisponde a una zona di
bassa pressione: salendo verso l'alto forma
le nuvole e quindi le precipitazioni.

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