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A volte risulta conveniente ricavare due vettori separati che siano equivalenti ad un vettore
dato .
Scomporre una forza in due componenti di direzione assegnata significa trovare due forze ,
aventi le direzioni indicate, che siano equivalenti a quella originaria, ovvero che producano
lo stesso effetto. E’ evidente come la forza originaria debba corrispondere alla risultante
delle due componenti. Può essere inteso come l’inverso della costruzione della risultante di
due vettori (conosco la il Risultante e le direzioni delle due componenti che devo trovare)
E’ ancora un metodo grafico che si applica in questo modo :
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30°
Si procede col metodo precedente eseguendo la costruzione grafica delle due componenti Fx ed Fy
ortogonali tra loro.
Fx
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TRIANGOLO EQUILATERO
Facciamo alcuni semplici richiami di geometria sui
triangoli equilateri: C
30° AB = BC = CA =
CD = h = AC* 0,866
h
60° AD = /2 = AC/2
A D B
Può essere utile notare che una volta calcolata una delle due componenti è possibile determinare il
valore dell’altra anche tramite il teorema di Pitagora. Noto Fx , nel nostro caso potremmo calcolare
Queste regole di geometria valgono esclusivamente per i triangoli rettangoli con angoli di 30° e 60°.
In tutti gli altri casi il problema può essere risolto utilizzando un procedimenti matematici
particolari, validi per tutti i tipi di triangoli rettangoli.
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Esempio 4 : Il Piano Inclinato
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La Forza peso, che è quella effettivamente agente , produce lo stesso effetto delle due
componenti Fpar ed Fperp agenti contemporaneamente.
Questo ci aiuta a capire l’effetto F//
Possiamo quindi concludere che l’azione della forza peso sul corpo è equivalente a quella di
una compressione perpendicolare al piano inclinato di 866 N e di una spinta nella direzione
del piano inclinato di 500 N
In realtà sul corpo agisce , oltre al peso, anche la reazione elastica del piano che si oppone
all’azione della componente Fperp .
Complessivamente quindi, trascurando gli F// F// = Forza Risultante
F//
Fp
Piano Verticale (pendenza infinita) Piano Inclinato Piano Inclinato - Aumento della Piano Orizzontale - Pendenza nulla
In questo caso la Forza Peso In questo caso la Forza Peso è pendenza La pendenza può diminuire fino ad
coincide con la Forza Parallela al equivalente alle due componenti Fpar Aumentando la pendenza si ha che annullarsi.
piano, mentre la Forza ed Fperp . 1- aumenta il modulo di Fpar In questo caso Fpar diventa nulla ed
Perpendicolare è nulla. Il peso in parte comprime l'oggetto 2- diminuisce il modulo di Fperp . Fperp coincide con la Forza Peso.
Il corpo si muove come in caduta contro il piano ed in parte lo spinge L'oggetto è meno compresso contro il L'oggetto viene solamente compresso
libera (come se il piano non verso la discesa. piano ( e ciò può far cambiare l'attrito contro il piano e non riceve nessuna
esistesse). La Fpar è la componente della Forza se c'è) mentre riceve una spinta verso spinta in senso orizzontale.
Peso che ci spinge "in discesa" e ci valle maggiore. La Fperp viene equilibrata dalla
permette di scendere senza pedalare La Fpar di intensità maggiore è quella reazione elastica del piano. L'oggetto
quando siamo in bicicletta. che ci fa "andare più forte" quando la sta fermo (Fris =0 )
La Fperp viene equilibrata dalla discesa è più "ripida".
reazione elastica del piano. La Fperp viene equilibrata dalla
reazione elastica del piano.
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LE FORZE
Unità di misura delle Forze : Nel S.I. l’unità di misura delle Forze è il Newton (N)
Noi siamo abituati a misurare le forze (in particolare i
pesi) in Kgp = kilogrammi-peso o Kilogrammi-Forza
(Kgf), normalmente indicati come “Chili” .
1 Kgp corrisponde al peso di 1 litro di acqua distillata a 4°
C ( se un corpo pesa 90 Kgp significa che ha un peso pari
a quello di 90 litri d’acqua).
Il Kgp è una unità di misura pratica, particolarmente utile
nell’uso quotidiano, che però dal punto di vista scientifico
presenta alcuni “difetti” piuttosto consistenti ; per questo è
stato sostituito dal N .
Sulla questione torneremo in seguito.
Il legame tra le due unità di misura è il seguente :
1 Kgp = 9,8 N
Un corpo appeso ad una molla trova la sua posizione di equilibrio quando la forza
esterna e la foza di richiamo elastico si annullano, ovvero quando la Forza
Risultante si annulla.
Se però la forza esterna ha un valore elevato può accadere che la molla subisca
Fdi richiamo danneggiamenti permanenti.
Festerna
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Limite Elastico = deformazione oltre la quale il corpo SUPERAMENTO DEL LIMITE ELASTICO
Si dice allora che il corpo è uscito dal Campo Molla " a riposo"
Tutti i corpi presentano un “campo elastico” più o meno esteso. Molla deformata
Quelli che comunemente chiamiamo “Corpi Rigidi” sono quelli che presentano un campo elastico
ridottissimo, ovvero si comportano elasticamente solo per deformazioni talmente piccole da non
essere visibili, che possono essere misurate soltanto tramite apparecchi di elevata sensibilità e
precisione.
Si può dimostrare che il valore di K rappresenta il modulo della Forza necessaria per produrre la
deformazione unitaria ( in pratica nel S.I. :“quanta forza ci vorrebbe per allungare la molla di 1m” )
esempio :
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Trattandosi di due grandezze direttamente proporzionali il grafico che
rappresenta questa funzione diventa, come abbiamo visto nella parte
K1
F
introduttiva, una retta che passa per l’origine degli assi.
>
K2
Il valore della Rigidezza influisce sulla pendenza della retta. K1
La retta risulta più o meno inclinata a seconda del valore di K.
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Esempio 6 :
H = 40 m
Il corpo è trattenuto , come in figura, da una molla di L=
100
m
costante elastica K = 2000 /m disposta lungo il piano
inclinato.
Dopo qualche oscillazione il corpo si ferma rimanendo in
equilibrio . Calcolare il valore dell’allungamento della
molla nella posizione di equilibrio.
Scomponiamo la Forza Peso Fp nelle due componenti Fparallela ed Fperpendicolare come già descritto in
precedenza.
Il corpo risulterà sottoposto alle 4 forze : Fparallela , Fperpendicolare , Fmolla , Rpiano
La componente Fperpendicolare viene annullata dalla reazione elastica del piano.
L’equilibrio si stabilisce quando la forza di richiamo della molla Fmolla annulla la Fparallela, ovvero
quando la risultante di tutte le forze agenti sul corpo diventa nulla.
Nella posizione di equilibrio quindi la molla deve dare una forza esattamente uguale e contraria alla
Fparallela (F//) .
Siccome per quanto riguarda i valori numerici F // = Fmolla possiamo concludere che :
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LA FORZA DI ATTRITO
( studiare sul libro di testo)
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Il corpo si muoverà se la spinta della molla sarà superiore alla Forza di primo distacco e rimarrà
fermo in caso contrario.
Forza esercitata dalla molla : Fm = K *∆l = 2000*0,4 = 800 N
Valore massimo della forza di attrito Fa = Ks*Fp = 0,6*1000 = 600 N
Poiché la forza esercitata dalla molla risulta superiore alla forza di primo distacco il corpo si
muoverà .
L’attrito non è sufficiente a contrastare la forza esercitata dalla molla.
Per tenere fermo il cubo bisognerebbe aumentare il valore della forza di attrito modificando per
esempio le caratteristiche delle due superfici di contatto , facendo aumentare quindi il valore del
coeff. Ks , oppure incrementando il valore della forza perpendicolare.
N.B. : A volte , in presenza di neve, su veicoli come furgoncini o pick-up per migliorare l’aderenza
si carica sull’asse posteriore (quello delle ruote motrici) qualche sacco di sabbia o di altro materiale
in modo da aumentare l’attrito (che comunque rimane piuttosto limitato)
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Esempio 8 : Il Piano Inclinato con attrito
Fa
H = 50
all’esempio 6 precedente. L=
100
Tra le due superfici a contatto c’è attrito.
ano
Se il coeff. di attrito statico (primo distacco)
Rpi
F
vale Ks = 0,52 determinare se il corpo starà
fermo o scivolerà .
Come in precedenza sostituiamo alla Forza Peso le due componenti Fparallela ed Fperpendicolare.
Facendo le stesse considerazioni già viste nell’esempio precedente, possiamo dire che si avrà
equilibrio solamente se la Forza di primo distacco Fa sarà ≥ F// .
Poiché F// è maggiore della Forza di primo distacco (Fa) , ovvero della massima forza di attrito
che si può sviluppare tra le due superfici, possiamo affermare che il corpo scivolerà verso valle.
Fa
N.B. : Cosa succede se aumenta la pendenza ?
Come risulta ovvio invece diminuendo la pendenza si avrebbe l’effetto opposto e si potrebbe
ottenere anche l’equilibrio del corpo, evitandone lo scivolamento.
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