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Appunti riepilogativi sintetici per il recupero

MISURE, VETTORI E FORZE 2

SCOMPOSIZIONE DI UNA FORZA IN DUE COMPONENTI DI DIREZIONE


ASSEGNATA

A volte risulta conveniente ricavare due vettori separati che siano equivalenti ad un vettore
dato .
Scomporre una forza in due componenti di direzione assegnata significa trovare due forze ,
aventi le direzioni indicate, che siano equivalenti a quella originaria, ovvero che producano
lo stesso effetto. E’ evidente come la forza originaria debba corrispondere alla risultante
delle due componenti. Può essere inteso come l’inverso della costruzione della risultante di
due vettori (conosco la il Risultante e le direzioni delle due componenti che devo trovare)
E’ ancora un metodo grafico che si applica in questo modo :

- Si disegna il vettore in scala opportuna


- Si riportano le rette corrispondenti alle
due direzioni volute

- Dalla punta di F si manda una parallela


alla direzione 1

- Dalla punta di F si manda una parallela F2 F


alla direzione 2

- Si tracciano i due vettori F1 ed F2 che


partono dall’origine ed arrivano ai punti
di intersezione delle linee F1

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Esempio 3 : Data la Forza F =300 Kgp, inclinata di 30°


sull’orizzontale, scomporla in due componenti aventi
direzione orizzontale e verticale parallele agli assi
coordinati x ed y (quindi a 90° tra loro) . F

30°

Si procede col metodo precedente eseguendo la costruzione grafica delle due componenti Fx ed Fy
ortogonali tra loro.

Tenendo conto che l’angolo complementare a quello dato vale


Fy F 60°, si vengono a determinare due triangoli rettangoli
particolari.
60° Infatti un triangolo rettangolo con angoli di 30° e 60° è
30° esattamente la metà di un triangolo equilatero.

Fx

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TRIANGOLO EQUILATERO
Facciamo alcuni semplici richiami di geometria sui
triangoli equilateri: C

30° AB = BC = CA =
CD = h = AC* 0,866
h
60° AD = /2 = AC/2
A D B

Nel nostro caso Fy = F/2 = 300 /2 = 150 Kgp


Fx = F* 0,866 = 300 * 0,866 = 259,8 Kgp

Può essere utile notare che una volta calcolata una delle due componenti è possibile determinare il
valore dell’altra anche tramite il teorema di Pitagora. Noto Fx , nel nostro caso potremmo calcolare

Fy = 3002 - 1502 = 259,8 Kgp

Queste regole di geometria valgono esclusivamente per i triangoli rettangoli con angoli di 30° e 60°.
In tutti gli altri casi il problema può essere risolto utilizzando un procedimenti matematici
particolari, validi per tutti i tipi di triangoli rettangoli.
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Vediamo un esempio in cui la scomposizione di un vettore risulta particolarmente utile.

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Esempio 4 : Il Piano Inclinato

La caratteristica fondamentale di un piano inclinato è la


pendenza.
L
Per pendenza si intende il rapporto tra l’altezza H e la H
lunghezza L indicate nello schema a fianco.
Pendenza = H/L

Supponiamo che un corpo di peso Fp = 1000


H = 50

N sia appoggiato su un piano inclinato di 30°


L=
100 rispetto all’orizzontale, come in figura, con
H=50m ed L=100 m .

La forza peso (Fp) ha sempre la direzione del


filo a piombo (verticale).

Si scompone la Fp in due componenti di direzioni parallela e perpendicolare al piano con il


metodo grafico precedente.

RICORDA CHE Fp = Forza peso F =Forza perpendicolare al piano

F// = Forza parallela al piano

L’angolo rosso tra F⫠  ed  Fp   è uguale all’inclinazione del piano.

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La Forza peso, che è quella effettivamente agente , produce lo stesso effetto delle due
componenti Fpar ed Fperp agenti contemporaneamente.
Questo ci aiuta a capire l’effetto F//

complessivo della forza peso : infatti in


parte essa comprime l’oggetto contro il = F

piano inclinato (Fperp) ed in parte lo spinge Fp


30° 30°

verso la base del piano (Fpar).


Questi due effetti cambiano, al variare della pendenza, tra due estremi come verrà mostrato
tra poche righe.
Dalla similitudine tra il triangolo che rappresenta il piano inclinato ed i triangoli delle forze
si ottiene la formula per calcolare la F // :

Il valore della componente


F// = Fp . H perpendicolare può quindi essere F =
2
Fp - F//
2

L calcolato mediante il teorema di Pitagora :

Nel nostro caso : F// = 1000 * 50/100 = 500 N

F = 10002 - 5002 = 866 Kgp

Possiamo quindi concludere che l’azione della forza peso sul corpo è equivalente a quella di
una compressione perpendicolare al piano inclinato di 866 N e di una spinta nella direzione
del piano inclinato di 500 N

In realtà sul corpo agisce , oltre al peso, anche la reazione elastica del piano che si oppone
all’azione della componente Fperp .
Complessivamente quindi, trascurando gli F// F// = Forza Risultante

attriti e la resistenza dell’aria, sul corpo Rpiano


=
possiamo pensare che agiscano tre forze : la F

Fpar, la Fperp e la Rpiano.


Se il piano è in grado di resistere la Fperp e la Rpiano si annullano, così che la Fpar diventa la
Risultante complessiva di tutte le forze agenti.

Vediamo cosa succede al variare della pendenza :

F//

60° F// F// = 0


F =0
30°
Rpiano
Rpiano F
F// = Fp F = Fp
F
Fp Rpiano
30°

Fp

Piano Verticale (pendenza infinita) Piano Inclinato Piano Inclinato - Aumento della Piano Orizzontale - Pendenza nulla
In questo caso la Forza Peso In questo caso la Forza Peso è pendenza La pendenza può diminuire fino ad
coincide con la Forza Parallela al equivalente alle due componenti Fpar Aumentando la pendenza si ha che annullarsi.
piano, mentre la Forza ed Fperp . 1- aumenta il modulo di Fpar In questo caso Fpar diventa nulla ed
Perpendicolare è nulla. Il peso in parte comprime l'oggetto 2- diminuisce il modulo di Fperp . Fperp coincide con la Forza Peso.
Il corpo si muove come in caduta contro il piano ed in parte lo spinge L'oggetto è meno compresso contro il L'oggetto viene solamente compresso
libera (come se il piano non verso la discesa. piano ( e ciò può far cambiare l'attrito contro il piano e non riceve nessuna
esistesse). La Fpar è la componente della Forza se c'è) mentre riceve una spinta verso spinta in senso orizzontale.
Peso che ci spinge "in discesa" e ci valle maggiore. La Fperp viene equilibrata dalla
permette di scendere senza pedalare La Fpar di intensità maggiore è quella reazione elastica del piano. L'oggetto
quando siamo in bicicletta. che ci fa "andare più forte" quando la sta fermo (Fris =0 )
La Fperp viene equilibrata dalla discesa è più "ripida".
reazione elastica del piano. La Fperp viene equilibrata dalla
reazione elastica del piano.

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LE FORZE

Forza = qualsiasi azione in grado di : - modificare il movimento di un corpo


- deformare un corpo
Le forze hanno direzione e verso quindi sono grandezze vettoriali.
Si “sommano” quindi con le regole dei vettori, ovvero utilizzando la regola del
parallelogrammo .

Unità di misura delle Forze : Nel S.I. l’unità di misura delle Forze è il Newton (N)
Noi siamo abituati a misurare le forze (in particolare i
pesi) in Kgp = kilogrammi-peso o Kilogrammi-Forza
(Kgf), normalmente indicati come “Chili” .
1 Kgp corrisponde al peso di 1 litro di acqua distillata a 4°
C ( se un corpo pesa 90 Kgp significa che ha un peso pari
a quello di 90 litri d’acqua).
Il Kgp è una unità di misura pratica, particolarmente utile
nell’uso quotidiano, che però dal punto di vista scientifico
presenta alcuni “difetti” piuttosto consistenti ; per questo è
stato sostituito dal N .
Sulla questione torneremo in seguito.
Il legame tra le due unità di misura è il seguente :

1 Kgp = 9,8 N

Poiché 1Kgp = 1000 gp si può concludere che :

1 N ≈ 102 gp (poco più di 1 “etto”)

Esaminiamo alcuni tipi di forze :

LA FORZA ELASTICA – LE MOLLE

La molla è il prototipo di tutti i corpi elastici.


L0

Corpo Elastico = un corpo che deformato da una forza ,


una volta che essa lo lascia libero, ritorna alla
∆L
sua forma originale. Esercita quindi una forza
opposta alla deformazione impressa dall’esterno,
che prende il nome di “ Forza di Richiamo”
F

Un corpo appeso ad una molla trova la sua posizione di equilibrio quando la forza
esterna e la foza di richiamo elastico si annullano, ovvero quando la Forza
Risultante si annulla.

Se però la forza esterna ha un valore elevato può accadere che la molla subisca
Fdi richiamo danneggiamenti permanenti.

Festerna

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Limite Elastico = deformazione oltre la quale il corpo SUPERAMENTO DEL LIMITE ELASTICO

deformato, lasciato libero, non torna più alla


sua forma originale. Rimane deformato in
modo permanente ed il suo comportamento
è differente da quello originale. Posizione
iniziale

Si dice allora che il corpo è uscito dal Campo Molla " a riposo"

Elastico ed ha subito una deformazione Posizione Finale

“plastica” Molla deformata


in modo permanente

Tutti i corpi presentano un “campo elastico” più o meno esteso. Molla deformata

Quelli che comunemente chiamiamo “Corpi Rigidi” sono quelli che presentano un campo elastico
ridottissimo, ovvero si comportano elasticamente solo per deformazioni talmente piccole da non
essere visibili, che possono essere misurate soltanto tramite apparecchi di elevata sensibilità e
precisione.

Rimanendo in Campo Elastico si può ricavare sperimentalmente il legame tra la forza e la


deformazione di una molla.
La deformazione della molla (allungamento o accorciamento) viene indicata spesso col simbolo ∆l
(delta elle).
Il simbolo ∆ (delta) indica sempre la variazione della grandezza indicata in seguito; nel nostro caso
indica la variazione della lunghezza della molla ovvero il suo allungamento o accorciamento .
∆l = Valore finale della lunghezza - Valore iniziale della lunghezza
(ovvero allungamento o accorciamento)

Legge di Hooke F = K*∆l Forza e deformazione sono direttamente proporzionali

K = F/∆l = Costante Elastica o RIGIDEZZA della molla.


Ogni molla, a seconda delle sue caratteristiche, presenta
un valore proprio di tale coeff. .
Unità di misura : N/m

Significato Fisico del valore di Rigidezza K :

Si può dimostrare che il valore di K rappresenta il modulo della Forza necessaria per produrre la
deformazione unitaria ( in pratica nel S.I. :“quanta forza ci vorrebbe per allungare la molla di 1m” )

esempio :

molla 1 K = 250 N/m significa che per allungare la molla di 1m sarebbe


necessaria una forza di 250 N (per 2m ci vorrebbero
500 N ecc.)
molla 2 K = 400 N/m significa che per allungare la molla di 1m sarebbe
necessaria una forza di 400 N (per 2m ci vorrebbero
800 N ecc.)

La molla n.2 è evidentemente più rigida, ovvero è più difficile deformarla.


Per avere la medesima deformazione sarebbe necessaria una forza molto più intensa.

Più è alto il valore di K più la molla è rigida

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Trattandosi di due grandezze direttamente proporzionali il grafico che
rappresenta questa funzione diventa, come abbiamo visto nella parte

K1
F
introduttiva, una retta che passa per l’origine degli assi.

>
K2
Il valore della Rigidezza influisce sulla pendenza della retta. K1
La retta risulta più o meno inclinata a seconda del valore di K.

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Esempio 6 :

Un corpo del peso di 1000 N viene appoggiato su un piano


inclinato caratterizzato da H= 40m ed L=100m , la cui
superficie ben levigata e lubrificata consente di trascurare
l’effetto dell’attrito.

H = 40 m
Il corpo è trattenuto , come in figura, da una molla di L=
100
m
costante elastica K = 2000 /m disposta lungo il piano
inclinato.
Dopo qualche oscillazione il corpo si ferma rimanendo in
equilibrio . Calcolare il valore dell’allungamento della
molla nella posizione di equilibrio.

Attrito trascurabile Fatt= 0

Scomponiamo la Forza Peso Fp nelle due componenti Fparallela ed Fperpendicolare come già descritto in
precedenza.
Il corpo risulterà sottoposto alle 4 forze : Fparallela , Fperpendicolare , Fmolla , Rpiano
La componente Fperpendicolare viene annullata dalla reazione elastica del piano.
L’equilibrio si stabilisce quando la forza di richiamo della molla Fmolla annulla la Fparallela, ovvero
quando la risultante di tutte le forze agenti sul corpo diventa nulla.

Nella posizione di equilibrio quindi la molla deve dare una forza esattamente uguale e contraria alla
Fparallela (F//) .

Fp = 1000 N K = 2000 N/m Pendenza H/L = 0,4 ( 40%)

Calcolo della componente F// : F// = Fp*H/L = 1000*40/100 = 400 N

Siccome per quanto riguarda i valori numerici F // = Fmolla possiamo concludere che :

F// = K*∆l ed invertendo la formula


∆l = F//K = 400/2000 = 0,2 m

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LA FORZA DI ATTRITO
( studiare sul libro di testo)
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Esempio 7 K=2000 N/m


Un corpo di forma cubica viene schiacciato contro una
molla di costante elastica K = 2000 N/m .
La molla viene compressa fino ad accorciarla di 0,4 m ,
quindi il corpo viene lasciato libero. a=0,4 m
Sapendo che il coeff. di attrito statico tra le due superfici
vale Ks = 0,6 ed il peso dell’oggetto è Fp = 1000 N
, determinare se il corpo si muoverà oppure no. Fp

Bisogna valutare l’azione delle due forze Fm ed Fa Fm


ovvero la spinta della molla e la massima forza di attrito Fa
che può svilupparsi tra le superfici.

Il corpo si muoverà se la spinta della molla sarà superiore alla Forza di primo distacco e rimarrà
fermo in caso contrario.
Forza esercitata dalla molla : Fm = K *∆l = 2000*0,4 = 800 N
Valore massimo della forza di attrito Fa = Ks*Fp = 0,6*1000 = 600 N

Poiché la forza esercitata dalla molla risulta superiore alla forza di primo distacco il corpo si
muoverà .
L’attrito non è sufficiente a contrastare la forza esercitata dalla molla.

Per tenere fermo il cubo bisognerebbe aumentare il valore della forza di attrito modificando per
esempio le caratteristiche delle due superfici di contatto , facendo aumentare quindi il valore del
coeff. Ks , oppure incrementando il valore della forza perpendicolare.

Come aumentare l’attrito

Per fare in modo che il corpo non scivoli può essere


utile aumentare la forza perpendicolare caricandolo con F = 1500 N
un peso aggiuntivo.
Supponiamo di porre sopra il nostro cubo un oggetto
del peso di 500 N. Fm
In questo caso la forza di primo distacco diventerà : Fa'
Fa’ = Ks*F⊥ = 0,6*(1000+500) = 900 N
E la spinta della molla non riuscirà più a spostarlo.

N.B. : A volte , in presenza di neve, su veicoli come furgoncini o pick-up per migliorare l’aderenza
si carica sull’asse posteriore (quello delle ruote motrici) qualche sacco di sabbia o di altro materiale
in modo da aumentare l’attrito (che comunque rimane piuttosto limitato)
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Esempio 8 : Il Piano Inclinato con attrito
Fa

Un corpo del peso di 1000 N viene


appoggiato sul un piano inclinato di cui

H = 50
all’esempio 6 precedente. L=
100
Tra le due superfici a contatto c’è attrito.

ano
Se il coeff. di attrito statico (primo distacco)

Rpi
F
vale Ks = 0,52 determinare se il corpo starà
fermo o scivolerà .

Come in precedenza sostituiamo alla Forza Peso le due componenti Fparallela ed Fperpendicolare.
Facendo le stesse considerazioni già viste nell’esempio precedente, possiamo dire che si avrà
equilibrio solamente se la Forza di primo distacco Fa sarà ≥ F// .

Calcolo della Fa (Forza di primo distacco) :


E’ necessario calcolare preventivamente il valore della Fperpendicolare in quanto l’attrito
è proporzionale proprio alla forza premente ( perpendicolare alle superfici )

F// = Fp*H/L = 1000*50/100 = 500 N

F = 10002 - 5002 = 866 Kgp

Fa(max) = K*Fperp = 0,52*866 = 450 N

Poiché F// è maggiore della Forza di primo distacco (Fa) , ovvero della massima forza di attrito
che si può sviluppare tra le due superfici, possiamo affermare che il corpo scivolerà verso valle.

Fa
N.B. : Cosa succede se aumenta la pendenza ?

Succedono diverse cose :


F//
Rpiano
F
1- aumenta il valore di F// quindi la spinta verso valle
2- diminuisce il valore di Fperp
3- la diminuzione di Fperp produce la diminuzione
della Forza di primo distacco Fa ovvero della massima
Fp forza di attrito possibile

Come conseguenza di tutto ciò il corpo scivolerà ancora “più


velocemente” verso valle.

Come risulta ovvio invece diminuendo la pendenza si avrebbe l’effetto opposto e si potrebbe
ottenere anche l’equilibrio del corpo, evitandone lo scivolamento.

NB : parcheggiare un’automobile lungo una discesa molto pendente in presenza di neve o


ghiaccio comporta il rischio di ritrovarla a valle contro qualche ostacolo che ne ha
provocato l’arresto … non senza danni (sperando che non si tratti di una persona che
proprio in quel momento attraversava la strada a valle della discesa!)

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