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Andrea de Capoa
16 gennaio 2019
Introduzione all’opera Scheda 1
una nuova versione viene pubblicata. Le schede poco chiare o didatticamente
1.1 La nascita di questo progetto
meno valide vengono via via sostituite. Il tutto per creare un’opera dinamica
Questo libro nasce come conseguenza di un mio disagio personale nell’utilizzare i in continuo miglioramento dove le esperienze didattiche precedenti saranno
libri di testo presenti attualmente in commercio. Sebbene molti di essi siano validi, sempre la base per la scrittura delle schede future.
una serie di fattori li rendono comunque difficili da utilizzare con quel livello di effi-
4. I libri di testo spesso non si concentrano nel modo opportuno sugli esercizi.
cacia che vorrei in una mia classe. Vi elenco brevemente qui di seguito a quali fattori
Lo studio di un concetto è solo il primo passo per l’apprendimento della fisi-
mi riferisco ed in che modo questo libro si ripropone di risolvere tali problematiche
ca. La vera competenza sta nel sapere richiamare alla mente quel concetto nel
1. Nessuno di essi è esente da errori, sia semplici refusi, che errori di calco- momento in cui esso è necessario. Lo studio di un concetto di teoria è un ap-
lo, che errori di concetto. Ammesso che nemmeno io sono esente da errori, prendimento passivo in cui semplicemente immagazzino delle informazioni.
quest’opera è distribuita gratuitamente online; sono in grado di correggere un Il passo successivo è saper richiamare tali infomazioni ed utilizzarle in modo
errore in pochi minuti, ricompilare il libro e pubblicare la versione corretta in opportuno per raggiungere un obiettivo. La risoluzione di un esercizio deve
pochissimo tempo. Se tutti gli utilizzatori del libro vorranno segnalare la pre- avere questo scopo. A quest’opera è associato un libro di esercizi svolti, la cui
senza di un qualunque tipo di errore, essi contribuiranno a mantenere l’opera spiegazione è di fatto una lezione di fisica in cui lo studente viene guidato nel
sempre corretta sotto ogni punto di vista. ragionamento che lo porta al risultato finale.
2
3 Scheda1. Introduzione all’opera
4
5 Scheda2. Mappa delle schede
Moto su di
Forza di Momento di
un piano Libro III: Dinamica
attrito [30] una forza [35]
inclinato [32]
Conduzione
termica [55]
Ciclo Ciclo di
Ciclo Diesel [63] Ciclo Otto [62]
rettangolare [65] Stirling [64]
Distribuzione
Entropia [66]
di Maxwell [59]
7 Scheda2. Mappa delle schede
Riflessione e
Le lenti [77]
rifrazione [70]
Effetto
Doppler [76]
Risonanza [73]
8 Scheda2. Mappa delle schede
Modelli Atomici
02 [102]
Libro IX:
Effetto Punta [87]
Elettromagnetismo
Induzione elet-
Libro X: Magnetismo
tromagnetica
Elettrotecnica nella Materia [84]
[89]
Circuiti RL [95]
Introduzione
alla fisica
moderna [104] Radiazione di
corpo nero [100]
Il CERN [105]
Errori di misura
e distribuzione
gaussiana [108]
Realizzazione di
un’esperienza di
laboratorio [109]
Relazione di
laboratorio [110]
Programma di studi per il Liceo scientifico Scheda 3
• Introduzione: Grandezze Fisiche – Moto armonico [Schede: 23]
– Moto parabolico [Schede: 22] – Lavoro di una forza e l’energia cinetica [Schede: 40]
– Moto circolare uniforme [Schede: 22] – Potenza [Schede: 40]
– Moti periodici ed orologi [Schede: 21] – Teorema dell’energia cinetica [Schede: 40]
10
11 Scheda3. Programma di studi per il Liceo scientifico
– Forze conservative ed Energie potenziali [Schede: 41] – Conduzione di calore [Schede: 55]
∗ Energia potenziale gravitazionale sulla superficie di un pianeta • Termodinamica:
∗ Energia potenziale gravitazionale universale [Schede:33]
– Legge dei gas perfetti e trasformazioni termodinamiche: isoterma, isoco-
∗ Energia potenziale elastica
ra, isobara, adiabatica [Schede: 58]
– Energia cinetica rotazionale [Schede: 40]
– Primo principio della termodinamica [Schede: 57]
– Legge di conservazione dell’energia totale [Schede: 42]
– Cicli termodinamici e ciclo di Carnot [Schede: 60]
– Macchine Semplici [Schede: 43]
– Secondo principio della termodinamica e rendimento [Schede: 60, 61]
• Quantità di moto
– Cicli Frigoriferi [Schede: 60]
– Impulso e quantità di moto [Schede: 38] – Altri cicli termodinamici: ciclo otto, ciclo diesel, ciclo di Stirling, ciclo
∗ Quantità di moto rettangolare [Schede: 62, 63, 64, 65]
∗ Relazione tra forza e quantità di moto – Trasformazioni reversibili ed irreversibili, terzo principio della termodi-
∗ Legge di conservazione della quantità di moto namica ed entropia [Schede: 66]
– Teoria degli urti [Schede: 44] – Interpretazione microscopica delle leggi della termodinamica
12
Perchè la Fisica Scheda 4
La fisica studia ogni fenomeno naturale. Si preoccupa di osservare come accado-
no le cose, formulare dei modelli matematici che descrivano tali comportamenti e
che permettano di prevedere come accadranno le cose, conoscendo le condizioni di
partenza.
La fisica è una scienza sperimentale. Basa cioè tutte le sue affermazioni sui risul-
tati di esperimenti scientifici fatti secondo regole ben codificate che permettono a
chiunque di ripetere tali esperimenti e verificarne i risultati.
Tutto si riduce quindi ad effettuare delle misure e l’oggetto delle misure sono
le grandezze fisiche. Fare un esperimento significa definire il valore delle grandezze
fisiche coinvolte in un determinato fenomeno naturale.
13
Mappe sulle grandezze fisiche Scheda 5
Sistema
Internazionale
di misura
grandezze
derivate
densità Momento
Volume Superficie
ρ = M Baricentro di Inerzia
V V S
kg ~xB I
[ 3] [m3 ] [m2 ]
m [kg · m2 ]
Sistemi di riferimento
14
14
Gli scalari Scheda 6
comuni prefissi è riportato in tabella 6.1. Se voglio dire 1000 metri dirò 1 kilometro e
6.1 Cos’è uno scalare
cioè 1000 m = 1 km
Chiamiamo uno scalare una quantità del tipo L =
Prefisso Simbolo Valore
10 metri. Questa scrittura significa che una qual-
tera T 1012 mille miliardi
che grandezza fisica, che chiamo L, vale 10 me-
giga G 109 un miliardo
tri. Essa è costituita da una parte numerica 10 se-
mega M 106 un milione
guita dalla sua unità di misura metri. Ogni volta
kilo k 103 mille
che rappresentiamo una grandezza fisica scalare,
etto h 102 cento
la dobbiamo scrivere sempre con accanto la sua
Fig. 6.1: Guarda il video you- deca da 101 dieci
unità di misura. E’ sempre possibile esprimere la
tu.be/jAWfWqjF9VQ - - - -
stessa grandezza fisica con una differente unità di
deci d 10−1 un decimo
misura purché la nuova unità di misura rappresenti una grandezza fisica omogenea
centi c 10−2 un centesimo
con quella precedente. Nell’esempio seguente tutte le grandezze indicate sono tra
milli m 10−3 un millesimo
loro omogenee e rappresentano lo stesso identico scalare.
micro µ 10−6 un milionesimo
nano n 10−9 un miliardesimo
7 km = 7000 m = 700000 cm
pico p 10−12 un millesimo di miliardesimo
ma anche
Tabella 6.1: Alcuni multipli e sottomultipli per le unità di misura
7 km = 11, 2 M igliaterrestri = 7, 4041 · 10−16 anniluce
Ovviamente in tutti questi esempi la parte numerica cambia; visto che lo scalare
è sempre lo stesso, ovviamente cambia anche l’unità di misura.
6.3 Conversioni di unità di misura
Immaginiamo di convertire in metri la quantità
6.2 Prefissi per le unità di misura
∆S = 10 km oppure in ore la quantità ∆t =
Visto che lo stesso scalare lo posso scrivere in molti modi diversi, quale è meglio uti- 90 min. Il procedimento da seguire prevede i
lizzare? di sicuro è meglio utilizzare il più comodo, per esempio quello con la parte seguenti passaggi, rappresentati poi di seguito:
numerica più facile da maneggiare nelle operazioni. Nessuno rappresenterebbe la
1. Riscrivere la parte numerica lasciandola
propria altezza in kilometri o la distanza tra Sole e Terra in millimetri, perchè quello
immutata.
scalare avrebbe la parte numerica troppo piccola o troppo grande per essere utiliz-
Fig. 6.2: Guarda il video you-
zata con facilità. Per questo motivo sono stati introdotti opportuni prefissi (multipli 2. Al posto delle unità di misura che compaio- tu.be/Ctirc_0CGeo
e sottomultipli) posizionati davanti all’unità di misura con lo scopo di poter scrivere no riscrivere il loro equivalente nella nuova
gli scalari in una forma adatta agli utilizzi che se ne intendiamo fare. L’elenco dei più unità di misura: al posto di km scrivo 1000
15
16 Scheda6. Gli scalari
metri (infatti in un kilometro ci sono 1000 metri) ogni misura, é assolutamente molto importante che voi prima annotiate su car-
ta la vostra ipotesi e solo successivamente la verifichiate con lo strumento di
12 km = 12 · 1000 m = 12000 m misura.
h
e al posto di min scrivo 60 (infatti per scrivere l’equivalente di un minuto devo • Prendete in considerazione un qualunque oggetto ed indovinate quale sia la
prendere un’ora e dividerla per 60) sua massa. Successivamente, usando una bilancia, misurate la sua reale massa
h e confrontate i risultati ottenuti con quelli da voi ipotizzati. Annotate con cura
90 min = 90 · = 1.5 h la vostra ipotesi e il risultato della misura, e provate a dare un giudizio delle
60
vostre capacità. Per ogni misura, é assolutamente molto importante che voi
3. Eseguire le operazioni del caso sui numeri prima annotiate su carta la vostra ipotesi e solo successivamente la verifichiate
rimasti con lo strumento di misura.
Nel caso che la conversione sia più complessa il procedimento in realtà non cam- • Cercate i valori dei record mondiali di salto in alto e salto in lungo. Per il primo
bia. Osserviamo nel dettaglio quanto segue: la parte numerica viene copiata uguale, fate un piccolo segno sul muro all’altezza corrispondente, mentre per gli altri
la linea di frazione viene copiata uguale, al posto di km scrivo 1000 m che rappre- due segnate a terra due punti alla distanza corrispondente. Vi renderete subito
senta la quantità equivalente espressa un metri, al posto di h (ore) scrivo la quantità conto di quanto sia difficile battere tali record!
equivalente in secondi e cioè 3600 s.
• Misurate la lunghezza media dei vostri passi.
km 1000 m m
130 = 130 = 36.11 • Provate a chiudere gli occhi per un periodo di un minuto. Riapriteli e control-
h 3600 s s
Analogamente avremo: late quanto tempo è effettivamente passato.
kg kg 1000 g g
130 3
= 130 = 130 = 0, 13 3
m m·m·m 100 cm · 100 cm · 100 cm cm
Tabella 7.1: Il Sistema Internazionale di Misura Un metro è definito come la distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un
1
intervallo di tempo pari a 299792458 di secondo.
17
18 Scheda7. Il Sistema internazionale di misura
Questa definizione viene dal fatto di voler definire una lunghezza a partire dal
valore della velocità della luce. La velocità della luce è infatti c = 299792458 ms ed
ha la particolare caratteristica di avere sempre lo stesso valore in ogni istante e per
qualunque osservatore. Avendo prima definito in modo indipendente cosa sia un
secondo, ecco che è adesso possibile definire il metro.
Tale cilindro è depositato presso l’Ufficio internazionale dei pesi e delle misure a
Sèvres, in Francia.
7.5 La Temperatura
L’errore più comune che si fa quando si comincia a studiare fisica è quello di Tutti sappiamo che un oggetto può essere più o meno caldo. Il concetto di tempera-
confondere la massa di un oggetto con il suo peso. Massa e peso sono due concetti tura è infatti comunemente conosciuto essendo parte della nostra esperienza quoti-
completamente differenti; senza anticipare la definizione di peso, è comunque suffi- diana. Dire che un oggetto è caldo oppure è freddo si riferisce soltanto alla nostra
ciente pensare che se prendo una persona di massa m = 80 kg, la quantità di materia sensazione nel caso in cui tocchiamo l’oggetto, e non si riferisce ad una misura esatta
di cui è fatto sarà sempre la stessa sia che si trovi sulla Terra, sia che si trovi sulla della sua temperatura che si esegue con uno strumento chiamato termometro. Come
Luna, sia che si trovi a bordo della Stazione Spaziale Internazionale; al contrario il per tutte le grandezze fisiche avremo che esistono differenti unità di misura della
suo peso è maggiore sulla Terra rispetto che sulla Luna, mentre è nullo sulla Stazione temperatura, di cui le principali sono i gradi Celsius, i gradi Fahrenheit, e i gradi
Spaziale. Se siamo immersi nell’acqua pesiamo di meno... ma di certo la quantità di Kelvin.
materia di cui siamo fatti è sempre la stessa.
8.2 Volume
Il volume di un oggetto è lo spazio occupato dal
materiale di cui è fatto. Un volume si misura in
m3 , infatti un volume si ottiene elevando al cubo
una lunghezza. Una unità di misura alternativa per
il volume è il litro, dove
1 litro = 1 dm3
Fig. 8.1: Guarda il video you-
Parlando di volume è importante non confonder- tu.be/CwW05sUMJcA
lo con la capacità di un contenitore. Quest’ultima è il volume dello spazio vuoto
all’interno del contenitore.
20
Le leggi fisiche Scheda 9
Una legge fisica è una reazione matematica tra grandezze fisiche che descrive un fattore α la base, l’altezza risulta moltiplicata di un fattore α1 , quindi la relazione
un fenomeno fisico tra base ed altezza è una relazione di proporzionalità inversa.
Immaginiamo adesso un cilindro1 il cui volume lo si calcola moltiplicando l’area
di base per l’altezza
V = πr2 · h
9.1 Capire una legge fisica
E’ sufficiente riscriverla nella forma
Cerchiamo di capire cosa sia una legge fisica attraverso alcuni esempi presi dalla V
geometria. Prendiamo ad esempio la formula del perimetro del quadrato di lato L h=
πr2
per vedere che tra l’altezza del cilindro ed il lato vi è una relazione di proporzionalità
P =4·L
quadratica inversa.
Non leggete questa formula come la formula per calcolare il perimetro del quadrato bensì
come la relazione che intercorre tra P ed L per un quadrato. Se scrivessi la formula
come
P
L=
4
scriverei assolutamente la stessa formula, solo adattata ad una forma utile per calco-
lare il lato del quadrato. In questo caso la relazione è una relazione di proporzionalità
diretta in quanto moltiplicando una delle due grandezze di un fattore α anche l’altra
grandezza risulta moltiplicata dello stesso fattore α.
Prendiamo adesso la formula dell’area del quadrato
A = L2
21
Il metodo scientifico Scheda 10
10.1 Le parole di Feynmann 10.2 Il metodo scientifico
Adesso vorrei sintetizzare queste semplici parole nei concetti chiave che uno studen-
te dovrebbe comprendere, scheatizzati in fig.10.2. Seguite le frecce dello schema per
Il video qui proposto è in lingua inglese, sot- comprendere il significato dei singoli passaggi.
totitolato in italiano. A lato ho trascritto i La scoperta di una legge fisica avviene in tre passaggi:
sottotitoli 1. inventiamo una legge,
2. eseguiamo un esperimento,
”Ora vediamo come si fa a scoprire una nuova leg-
ge. In generale, il procedimento per scoprire una nuova 3. utilizziamo la legge per provare a predire come avverà un certo fenomeno
legge è questo: per prima cosa tiriamo ad indovinare... fisico, e confrontiamo la nostra previsione con i risultati degli esperimenti.
Fig. 10.1: Guarda il video you-
non ridere, è proprio così che facciamo; poi calcoliamo tu.be/5KcpqLk78YA
le conseguenze della nostra intuizione per vedere quali Se le nostre previsioni sono in contrasto con gli esperimenti, allora la legge è sbaglia-
circostanze si verificherebbero se la legge che abbiamo ta; in caso contrario non possiamo però dire che la legge sia giusta perché potrebbero
immaginato fosse giusta; infine confrontiamo i risultati dei nostri calcoli con la natura, con in futuro esserci nuovi esperimenti che dicono che la legge è sbagliata.
gli esperimenti, con l’esperienza, con i dati dell’osservazione, per vedere se funziona. Se non è
Inventiamo una legge
in accordo con gli esperimenti... è sbagliata. In questa piccola affermazione c’è la chiave della
scienza. Non importa quanto bella sia la tua intuizione, non importa quanto intelligente sia
la persona che l’ha formulata, o quale sia il suo nome: se non è in accordo con gli esperimen- Facciamo un esperimento
ti... è sbagliata, è tutto qui. Ora, immaginate di aver avuto una buona intuizione e di aver
calcolato che tutte le conseguenze della vostra premessa sono in accordo con gli esperimenti,
la teoria è giusta? No, semplicemente non si è potuto dimostrare che sia sbagliata, perchè in
La legge
futuro, un numero maggiore di esperimenti potrebbe scoprire qualche discrepanza e la teoria Forse la legge La legge
Si è in accordo No
si rivelerebbe sbagliata. E’ per questo che le leggi di Newton per il moto dei pianeti sono è giusta è sbagliata
con esso ?
rimaste valide per così tanto tempo: ha ipotizzato la legge della gravitazione e con questa ha
calcolato i moti dei pianeti e li ha confrontati con gli esperimenti, e ci sono volute diverse
centinaia di anni prima che un minuscolo errore nel moto di mercurio fosse osservato. Du- Fig. 10.2: Uno schema del metodo scientifico. Come potete vedere non esiste la possibilità di affermaere che una
rante tutto quel tempo nessuno era stato in grado di dimostrare che la teoria fosse sbagliata, e certa legge è giusta; inoltre è sempre necessaria una verifica sperimentale di qualunque legge.
poteva essere considerata temporaneamente giusta, ma non può mai essere dimostrata giusta
perchè le osservazioni di domani possono svelare che quello che credevamo giusto era in realtà
sbagliato. Per cui non abbiamo mai la certezza di essere nel giusto, possiamo essere sicuri
solo di esserci sbagliati. ”
22
I vettori Scheda 11
11.1 Cos’è un vettore 11.2 Operazioni con i vettori
I vettori sono degli oggetti matematici necessa- Definito cosa sia un vettore ed a che cosa serva, vediamo adesso quali operazioni
ri per descrivere alcune grandezze fisiche per le possiamo fare con essi.
quali non è sufficiente uno scalare.
Un vettore è rappresentato graficamente con
11.2.1 Somma di vettori
una freccia. Il punto dal quale facciamo partire
la freccia lo chiamiamo punto di applicazione del La somma di due vettori è un’operazione che prende due vettori e da come
vettore. risultato un terzo vettore
Fig. 11.1: Guarda il video you-
Le caratteristiche che definiscono un vettore tu.be/j4xqbBirZqY ~c = ~a + ~b
sono tre: una riguarda il valore della grandezza
che si ottiene con il metodo del parallelogrammo o con il metodo punta-coda
fisica, le altre due riguardano la sua orientazione nello spazio.
23
24 Scheda11. I vettori
• se i due vettori sono paralleli e nello stesso verso: il modulo del vettore somma 11.2.3 Scomposizione di un vettore
sarà la somma dei moduli dei vettori di partenza c = a + b
Dato un vettore ~c e due direzioni r ed s, la scomposizione di un vettore sungo
le due direzioni date consiste nel trovare i due vettori ~a sopra r e ~b sopra s tali
• se i due vettori sono paralleli ma con versi opposti: il modulo del vettore che
somma sarà la differenza dei moduli dei vettori di partenza c = a − b ~c = ~a + ~b
Dato un vettore e due assi che passino dal suo punto di applicazione, è sempre
• se i due vettori sono a 90◦ : il modulo del vettore somma lo trovo applicando
possibile ricavare su quegli assi i due vettori, chiamati componenti del vettore, che
il teorema di pitagora ad uno dei due triangoli che si formano dalla regola del
√ sommati insieme danno il vettore in questione.
parallelogrammo c = a2 + b2
1. Dato un vettore e due direzioni... 4. Metto adesso la penna sulla punta del
~c vettore ~c e traccio una retta paralle-
11.2.2 Prodotto di uno scalare per un vettore la al secondo asse. Essa incontra il
secondo asse in un punto.
Il prodotto di uno scalare per un vettore è un’operazione che prende uno ~c
scalare k ed un vettore ~a e da come risultato un vettore
2. Metto la penna sulla punta del vet- ~a
w
~ = k~a tore ~c e traccio una retta parallela al
primo asse. Essa incontra il secondo
che ha stessa direzione di ~a, verso concorde o discorde a seconda che k sia asse in un punto.
5. Sono ora in grado di disegnare la se-
positivo o negativo e modulo pari al modulo di ~a moltiplicato per il valore di ~c conda componente ~b: dal punto di ap-
k in valore assoluto.
plicazione del vettore fino al punto
trovato.
~c
Il prodotto di uno scalare per un vettore si
esegue graficamente disegnando un nuovo vetto- 2~a 3. Sono ora in grado di disegnare la pri- ~a
re che rispetto al primo ha la stessa direzione, lo stesso ma componente ~a: dal punto di ap-
~a plicazione del vettore fino al punto ~b
verso se lo scalare è positivo e verso opposto se lo sca-
lare è negativo, modulo differente pari al valore dello trovato.
scalare per il modulo del primo vettore. Per cui da- ~c
to un vettore ~a, il vettore 2~a avrà lo stesso verso −2~a
~a
e la stessa direzione ma sarà lungo il doppio; il
vettore −2~a avrà la stessa direzione, verso opposto e lunghezza doppia.
25 Scheda11. I vettori
Guardate il seguente video e cercate di ricono- 11.2.5 Prodotto vettoriale di due vettori
scere le operazioni con i vettori che sono state ese-
guite. Provate poi ad inventare voi degli esercizi Il prodotto vettoriale è un’operazione che prende due vettori e come risultato
da fare sulle operazioni tra vettori. da un vettore
~c = ~a × ~b
C = ~a · ~b ~b
γ
Fig. 11.3: Prodotto vettoriale di due vettori: dato un vettore ~a ed un vettore ~b ottengo ~c = ~a × ~b. Il vettore ~c è
C =| ~a | · | ~b | · cos γ
perpendicolare sia al vettore ~a, sia al vettore ~b.
~a
−2
Fig. 12.1: La somma di vettori su di un grafico cartesiano rappresentata utilizzando i versori dei due assi
cartesiani.
26
27 Scheda12. I versori
10 y
~ =E
G ~ + F~ = 6~i + 8~j
8
6
~ = 2~i + 5~j
E
F~ = 4~i + 3~j
2
~j
~i x
−2 2 4 6 8 10
−2
Fig. 12.2: La somma di vettori su di un grafico cartesiano rappresentata utilizzando i versori dei due assi
cartesiani.
Variazione di un vettore Scheda 13
In questa scheda analizziamo in dettaglio la struttura di tutte quelle leggi fisiche
scritte nella forma
~
~ = ∆B
A
∆t
Questo tipo di struttura la ritroviamo in molti campi; alcuni esempi sono i seguenti:
~ ~ ∆P~ ~
~ = ∆S
V ~a =
∆V
F~ = ~ = ∆L
M
∆t ∆t ∆t ∆t
~f = B
B ~i + A
~ · ∆t
28
Parte II
Cinematica
29
Mappe di cinematica Scheda 14
5 Velocità Legge di
Spostamento ~
∆S~ ~ = ∆S
V
composizione
Sistemi di ∆t delle velocità
Grandezze
riferimento Intervallo
cinematiche ~
Posizine S di tempo Accelerazione
∆t Velocità angolare ∆V~
~ = ~r × ω
V ~ ~a =
∆t
∆θ
ω =
Moto vario ∆t
I Moti ∆Stot ~ ~tot
∆S
Vm = ∆ttot Vm = ∆ttot Accelerazione
angolare
∆~ω
Moto uniformemente α
~ =
∆t
accelerato
Moto
~a = cost
parabolico
∆S = 21 ·a·∆t2 +Vi ·∆t
Periodo e
∆V = a · ∆t
frequenza
1
ν = Moto rettilineo uniforme
T
~ = cost
V Moto elicoidale
∆S = V · ∆t
Moto del
pendolo
30
Sistemi di riferimento Scheda 15
Un sistema di riferimento serve per poter indicare quale sia la posizione di un 15.2 Sistemi di riferimento e movimento
oggetto e descriverne il movimento.
Muoversi significa cambiare posizione; se per indicare una posizione serve un si-
stema di riferimento, allora questo è necessario anche per descrivere il movimento
15.1 Punto di riferimento e assi cartesiani di un oggetto. La scelta del sistema di riferimento può influire moltissimo sulla
descrizione del movimento.
Se provate ad indicare la posizione di un qualunque oggetto intorno a voi vedrete
che per poter dire dove sta siete sempre costretti a fare riferimento ad un qualche altro
oggetto. Ciò rispetto al quale vi riferite si chiama punto di riferimento. Provate adesso L’esempio del treno Se mi trovo su di un treno che viaggia, io vedo i miei bagagli
ad indicare dove si trova un certo punto rispetto a quello di riferimento. Noterete fermi di fronte a me; gli stessi bagagli, visti da una persona fuori dal treno, si stanno
che direte frasi come per esempio: si trova tre metri in avanti e due a destra. Per poter muovendo insieme al treno. Quei bagagli sono fermi o si muovono? Dire che i
descrivere la posizione di un secondo punto rispetto al primo, avete bisogno di alcu- bagagli sono fermi, e dire che si muovono, sono due frasi entrambe vere in due sistemi
ne direzionei (avandi-indietro, destra-sinistra, alto-basso) sulle quali indicare delle di riferimento differenti. Nel sistema di riferimento della persona sul treno i bagagli
distanze. Queste direzioni si chiamano assi cartesiani. In figura 15.1 vengono mostra- sono fermi; contemporaneamente nel sistema di riferimento della persona fuori dal
ti dei punti in un sistema di assi cartesiani. Attenzione: il sistema di riferimento non treno i bagagli si muovono.
serve per far esistere i punti, ma solo per poter dire dove sono.
L’esempio del tavolo Se non siete ancora convinti provate a guardare il tavolo da-
vanti a voi: è fermo? Sono sicuro che avete detto di si. Siete sicuri? Sono sicuro che
avete detto di si. Pensate adesso che il tavolo, insieme a tutti gli oggetti sul pianeta,
0.5 sta girando intorno al Sole! Quindi il tavolo si muove? Si. Nel sistema di riferimen-
to della Terra il tavolo è fermo; contemporaneamente nel sistema di riferimento del
z 0 Sole, quel tavolo si muove.
−0.5 L’esempio della stazione Pensate a quando siete in stazione, su di un treno in at-
1 tesa della partenza. Il treno e fermo e la stazione è ferma. Di solito il vostro cervello
−1
−0.5 0 vi fa ragionare mettendovi nel sistema di riferimento del treno. Nel momento della
0
0.5 y partenza, per pochissimi istanti, avete la certezza di vedere la stazione muoversi. La
x 1 −1
cosa dura poco, fino a quando il vostro cervello non vi riporta nel sistema di riferi-
Fig. 15.1: Punti in tre dimensioni. Gli assi cartesiani ci permettono di indicare, tramite delle coordinate, la mento della stazione, nel quale la stazione è ferma ed il treno si sta muovendo (dalla
posizione di ogni singolo punto. parte opposta di dove prima si muoveva la stazione). Dire che la stazione è ferma, e
dire che si muove, sono due frasi entrambe vere in due sistemi di riferimento differenti.
31
32 Scheda15. Sistemi di riferimento
Attenzione a non cadere nell’errore di dire che in realtà è la stazione che è fer-
ma. . . non è vero! In realtà la stazione è contemporaneamente ferma nel sistema di
riferimento del pianeta Terra, e in movimento nel sistema di riferimento del treno.
15.3 Videolezioni
Vi invito, per meglio comprendere il concetto di sistema di riferimento, a vedere i
seguenti due video:
~=S
∆S ~f − S
~i 16.3 Velocità
La velocità di un oggetto è definita come il rapporto tra lo spostamento effettuato da
Lo spostamento è una grandezza vettoriale e la sua unità di misura è il metro.
un oggetto e l’intervallo di tempo impiegato ad effettuare quello spostamento.
33
34 Scheda16. Grandezze cinematiche
1 Per provare a visualizzare un’accelerazione potete per cominciare pensare all’accelerazione come
ad una spinta. Sebbene ciò non sia propriamente corretto, capirete studiando il primo principio della
dinamica come questo possa comunque fornire una conoscenza intuitiva corretta.
Moto rettilineo uniforme e uniformemente accelerato Scheda 17
17.1 Moto rettilineo uniforme 17.2 Moto uniformemente accelerato
~ =
Il moto rettilineo uniforme è un moto con il vettore velocità costante: V Il moto uniformemente accelerato è il moto con accelerazione costante: ~a =
costante costante
Questo vuol dire che modulo, direzione e ver- Questo vuol dire che modulo, direzione e ver-
so della velocità sono costanti e quindi non cam- so dell’accelerazione sono costanti e quindi non
biano mai. Ne consegue che in questo moto cambiano mai. Essendoci un’accelerazione, allo-
l’accelerazione è nulla: ra la velocità dell’oggetto che si muove cambia in
continuazione. Le equazioni del moto sono:
~a = 0
1
Se non cambia mai la direzione della veloci- ∆S = · a · ∆t2 + Vi · ∆t
Fig. 17.1: Guarda il video you- 2 Fig. 17.2: Guarda il video you-
tà, allora l’oggetto deve muoversi sempre lungo la tu.be/LMMTZTwZPKY tu.be/QducxjKp_UU
stessa retta e non può fare delle curve. Ogni curva implica un cambio della direzione,
∆V = a · ∆t
quindi un cambio della velocità e quindi un’accelerazione non nulla.
Nel muoversi lungo una linea retta, l’oggetto non tornerà mai indietro perché è In queste due equazioni voglio sottolineare il significato di Vi : essa è la velocità
costante il verso. Tornare indietro implica infatti un’inversione del vettore che di per iniziale dell’oggetto. Visto che ∆t è un intervallo di tempo, ovviamente ha un inizio
se è una variazione ed implica quindi un’accelerazione. ed una fine, quindi Vi è la velocità che ha l’oggetto nell’istante in cui inizia l’intervallo
Un oggetto che si muova di moto rettilineo uniforme avrà sempre lo stesso valore di tempo preso in considerazione.
della velocità. Questo significa che l’oggetto percorrerà spazi uguali in tempi uguali.
Per calcolarci quanto spazio percorre possiamo utilizzare la formula: 17.2.1 La caduta dei gravi
∆S = V · ∆t Ogni oggetto sul pianeta subisce l’accelerazione di
gravità che ha sempre lo stesso valore, è sempre
verticale e sempre verso il basso. Il vettore acce-
lerazione di gravità è quindi un vettore costante.
Un oggetto che cade, in assenza di attrito con l’a-
ria, subisce quindi un’accelerazione costante e si
muove quindi di moto uniformemente accelerato.
Fig. 17.3: Guarda il video
Se guardate ora le equazioni del movimento note-
youtu.be/m7lm7u-JomY
rete che non contengono il valore della massa del-
l’oggetto che si muove... questo significa che il valore della massa non influisce sul
35
36 Scheda17. Moto rettilineo uniforme e uniformemente accelerato
6
18.2 Lettura del movimento
Il movimento dell’oggetto al passare del tempo è quindi indicato dal movimento del 4
punto nel grafico. Tale punto si sposterà sempre verso destra a causa dello scorrere
del tempo, in alto se l’oggetto si muove in avanti lungo il suo percorso, in basso se
torna indietro lungo il suo percorso, e rimane ad altezza costante se l’oggetto è fermo 2
(mantiene infatti costante la sua distanza dall’origine).
t(h)
18.3 Lettura della velocità 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
La velocità dell’oggetto è definita dalla formula Fig. 18.1: Questo grafico rappresenta il moto di un corpo che percorre in avanti tre kilometri in tre ore, successi-
vamente percorre in avanti un kilometro in due ore, poi rimane fermo per due ore ed infine torna al punto di partenza
∆S nelle successive due ore. In tutto ha viaggiato nove ore ed ha percorso quattro kilometri in avanti e quattro indietro.
V =
∆t Dalle pendenze delle linee si nota che il corpo ha viaggiato alle velocità di V1 = 1 km
h
, V2 = 0, 5 kmh
, V3 = 0 km h
Questo significa che per conoscere la velocità media dell’oggetto in un certo in- e V4 = −2 km h
nei rispettivi quattro tratti di strada.
tervallo di tempo devo dividere tutto la distanza percorsa con l’intervallo di tempo
1 Ovviamente l’unità di misura di distanza e tempo può essere qualunque e non necessariamente metri
e secondi
37
38 Scheda18. Grafici spazio-tempo
8
S(km)
t(h)
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Fig. 18.2: Questo grafico rappresenta il moto di un corpo che percorre in avanti quattro kilometri in due ore,
successivamente rimane fermo tre ore, poi torna indietro di due kilometri in due ore ed infine rimane fermo successive
due ore. In tutto ha viaggiato nove ore ed ha percorso quattro kilometri in avanti e due indietro. Dalle pendenze delle
linee si nota che il corpo ha viaggiato alle velocità di V1 = 2 kmh
, V2 = 0 km h
, V3 = −1 km h
e V4 = 0 km h
nei
rispettivi quattro tratti di strada.
Grafici velocità-tempo Scheda 19
Un grafico velocità-tempo rappresenta l’andamento del moto di un oggetto Questo significa che per conoscere l’accelerazione media dell’oggetto in un certo
lungo un certo percorso lineare. intervallo di tempo devo dividere la variazione di velocità con l’intervallo di tempo
trascorso. Questo valore sul grafico corrisponde alla pendenza della curva disegnata.
Una curva ripida indica che l’oggetto ha cambiato di molto la velocità in poco tempo
e quindi ha avuto una grande accelerazione. Una linea orizzontale rappresenta di
19.1 Sugli assi cartesiani conseguenza un oggetto che viaggia con velocità costante V = cost
Ogni volta che il grafico presenta una line retta, significa che la variazione di
In un grafico velocità-tempo l’asse delle ascisse indica il trascorrere del tempo e l’asse velocità è direttamente proporzionale al tempo trascorso, e questo implica un moto
delle ordinate indica la velocità assunta in ogni istante. Supponiamo che il moto di uniformemente accelerato.
un oggetto sia descritto indicando con Vi = 0 m s la velocità iniziale dell’oggetto, e con
t = 0 s l’istante in cui noi azioniamo il nostro cronometro1 . La velocità dell’oggetto
nel tempo sarà indicata da un punto di coordinate (t, V ) che indicano istante per 19.4 Grafici di esempio
istante la velocità dell’oggetto.
Vediamo adesso un grafico di esempio attraverso il quale meglio comprendere quan-
to scritto fino ad ora.
19.2 Lettura del movimento
L’andamento del moto dell’oggetto al passare del tempo è quindi indicato dal mo-
vimento del punto nel grafico. Tale punto si sposterà sempre verso destra a causa
dello scorrere del tempo, in alto se l’oggetto aumenta la sua velocità, in basso se di-
minuisce la sua velocità, e rimane ad altezza costante se l’oggetto mantiene costante
la sua velocità muovendosi di moto rettilineo uniforme.
Valori positivi rappresentano un movimento in avanti; valori negativi rappresen-
tano un movimento indietro.
∆V
a=
∆t
1 Ovviamente l’unità di misura di velocità e tempo può essere qualunque e non necessariamente metri
al secondo e secondi
39
40 Scheda19. Grafici velocità-tempo
8
V ( km
h )
t(h)
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
−2
Fig. 19.1: Questo grafico rappresenta il moto di un corpo che subisce un’accelerazione costante in avanti per tre
ore; poi si muove in avanti a velocità costante per tre ore; successivamente accelera all’indietro per due ore arrivando
a fermarsi e quindi a muoversi all’indietro; per un’ora ha viaggiato di moto rettilineo uniforme all’indietro per poi
accelerare in avanti rallentando il suo movimento all’indietro fino a fermarsi. In tutto ha viaggiato nove ore. Dalle
pendenze delle linee si nota che il corpo ha viaggiato con accelerazioni il cui modulo è a1 = 1 km h2
, a2 = 0,
a3 = 2 km h 2 e a4 = 0 ed a5 = 1 km
h 2 nei rispettivi quattro tratti di strada.
Moto parabolico Scheda 20
6
20.1 Moto parabolico ∆Sy
5
Il moto parabolico è una combinazione del moto rettilineo uniforme e del moto
uniformemente accelerato su due assi perpendicolari tra loro.
4
Fig. 20.2: Traiettoria di un proiettile che si muove di moto parabolico. In arancione è rappresentato il vettore
1 2
∆Sy = 2 ay · ∆t + Viy · ∆t
velocità, sempre tangente alla traiettoria del proiettile. In blu la componente orizzontale della velocità: visto che in
∆Vy = ay · ∆t orizzontale il moto è rettilineo uniforme, allora il vettore è costante. In rosso la componente verticale della velocità:
visto che in verticale è moto uniformemente accelerato, allora il vettore velocità varia nel tempo.
∆Sx = Vx · ∆t
In queste equazioni, l’indice y indica il movimento dell’oggetto sull’asse verticale A partire dalle equazioni del moto possiamo ricavare diverse informazioni ag-
e l’indice x indica il movimento sull’asse orizzontale. giuntive: gittata, massima altezza, tempo di volo1 .
Tempo di volo
20.1.1 Moto di un proiettile
Dalla prima equazione, imponendo che lo spostamento su y sia nullo, otteniamo gli
Se trascuriamo le forze di attrito, un proietile che si muove subisce unicamente l’acce- intervalli di tempo corrispondenti ai punti in cui il proiettile si trova al livello del
lerazione di gravità che è costante con direzione verticale. In verticale il suo moto sa- 1 Quanto scritto in questo paragrafo non è da studiare a memoria. Sforzatevi di capire invece in che
rà quindi uniformemente accelerato in verticale e rettilineo uniforme in orizzontale. modo le informazioni riportate sono state ricavate, in modo da poter ricalcolarvi le stesse formule in
In figura 20.2 viene rappresentata tale traiettoria. qualunque momento.
41
42 Scheda20. Moto parabolico
1 Viy2 Viy
∆Sy = ay · 2 − Viy ·
2 ay ay
1 Viy2
∆Sy = − ·
2 ay
Gittata
Un oggetto che si muove di moto circolare uniforme percorre sempre la stessa tra-
iettoria circolare ritrovandosi dopo un intervallo di tempo fisso, nello stesso punto,
con la stessa velocità e con la stessa accelerazione. Lo stesso accade per esempio con
l’oscillazione di un pendolo o di un oggetto appeso ad una molla.
1
ν=
T
21.3 Orologi
Gli orologi (o più esattamante cronometri) sono strumenti che contano quante volte
un certo moto periodico si ripete: gli orologi a pendolo utilizzano il moto periodico
43
Moto circolare uniforme Scheda 22
La frequenza è il numero di cicli del moto periodico fatti dall’oggetto ogni secondo.
22.1 Definizione
Un oggetto si muove di moto circolare uniforme quando: 22.2 La velocità angolare
• il modulo della velocità è costante
Per indicare nel modo migliore quanto velocemente gira un oggetto devo fare riferi-
• il modulo dell’accelerazione è costante
mento alla velocità angolare. Se immaginate una ruota ruotare intorno al suo asse,
• il vettore velocità è perpendicolare al vettore accelerazione punti sulla ruota a distanze differenti dal centro si muovono con velocità differenti;
tanto più sono distante dal centro di rorazione, tanto più devo muovermi veloce se
Ne consegue che un oggetto che si muove voglio percorrere un giro nello stesso tempo di un punto posto vicino all’asse di ro-
di moto rettilineo uniforme segue una traiettoria tazione. Tutti i punti della ruota, cioè, hanno la stessa velocità angolare; e per averla
circolare con raggio r e accelerazione: devono viaggiare a velocità differenti. La velocità angolare ω è definita come una
variazione di angolo δα nel tempo
V2
a=
r ∆α
ω=
Sappiamo che in un qualunque movimento il ∆t
vettore velocità è sempre perpendicolare alla tra- Fig. 22.1: Guarda il video youtu.be/- L’angolo percorso in un giro è appunto un angolo giro di 360◦ che misurato in ra-
iettoria. In questo caso l’accelerazione è sempre v25CUFTS1o dianti vale 2π Se consideriamo un intervallo di tempo pari ad un periodo, e teniamo
perpendicolare alla velocità e quindi è sempre rivolta verso il centro della traiettoria conto della definizione di frequenza avremo che
circolare. L’accelerazione è quindi detta centripeta.
2π
Una volta compiuto un giro inte- ω= = 2πν
T
V~ ro della circonferenza, il movimento si
ripete uguale ed è quindi un moto pe- Come la velocità lineare, anche la velocità angolare è un vettore. La direzione del
riodico. il tempo per fare un giro in- vettore velocità angolare è l’asse di rotazione, mentre il verso indica se la rotazione
tero della circonferenza è detto perio- avviene in senso orario o antiorario.
~a
do. Essendo il modulo della velocità
un valore costante, possiamo scrivere
che il tempo impiegato a fare un giro,
detto periodo, vale
2πr
T =
Fig. 22.2: Vettori nel moto circolare uniforme V
L’inverso del periodo è detta frequenza:
1
ν=
T
44
Moto armonico Scheda 23
Di conseguenza possiamo definire la
23.1 Definizione 1
frequenza ν = e la pulsazione ω =
T
2πν. In particolare la pulsazione è pro-
Il moto di un oggetto si dice armonico quando tra accelerazione e spostamento
prio il parametro che incontriamo nella
vale la seguente relazione:
definizione dell’accelerazione del moto
~
~a = −ω 2 ∆S
armonico.
cioè quando abbiamo un’accelerazione di richiamo, direttamente pro- Ipotizzando di cominciare a misura-
porzionale allo spostamento dell’oggetto e sempre rivolta dalla parte re il tempo nell’istante in cui l’oggetto si
opposta. trova alla massima distanza dal punto
di equilibrio, avremo che la legge orario
del moto e l’equazione per la velocità
Il moto armonico è un moto periodico che possiamo descrivere come un’oscilla- del corpo sono:
zione intorno ad un punto di equilibrio. Quando l’oggetto si sposta da quel punto
∆S = A cos 2π ∆t
di equilibrio l’accelerazione è tale da richiamarlo in modo da farlo tornare verso il T
V = − 2πA sin 2π ∆t .
punto di equilibrio. Il valore del parametro ω dipende in generale dalla natura della T T
45
46 Scheda23. Moto armonico
m · g · sin θ · r = −Iα
mgr
α=− · sin θ
I
Se adesso ci mettiamo nel caso particolare del pendolo ideale con I = mr2 , ed r
che corrisponde alla lunghezza del pendolo r = L, avremo
g
α=− · sin θ
L
nel caso di piccole oscillazioni sin θ ∼ θ e quindi
g
α=− ·θ
L
che corrisponde ad un moto armonico angolare con periodo
s
L
T = 2π
g
Parte III
Dinamica
47
48
49 Scheda24. Mappe di dinamica
Secondo principio
Momento angolare Quantità di moto Principi della
F~ = m · ~a
~ = ~r × P~
L P~ = m · V~ ~ dinamica
F~ = ∆∆tP
forza di attrito
volvente
Fa = µv Fschiaccia
viscoso
Fa = C1 · V + C2 · V 2
50 Scheda24. Mappe di dinamica
Risoluzione di un
problema di equilibrio
m1 x1 + m2 x2 + m3 x3 + ... + mn xn
Xb = Fig. 25.1: Nella figura sono rappresentate tre masse posizionate rispettivamente in posizione (10;10), (-10;7),
m1 + m2 + m3 + ... + mn
(4;-7) misurate in metri e aventi rispettivamente massa di 9 kg, 6 kg e 7 kg. In rosso è rappresentata la posizione del
m1 y1 + m2 y2 + m3 y3 + ... + mn yn baricentro del sistema. In nero è indicato il centro geometrico del sistema.
Yb =
m1 + m2 + m3 + ... + mn
Nella figura 25.1 il baricentro è stato calcolato nel seguente modo: ripetiamo l’operazione per un secondo punto; il baricentro si trova sull’intersezione
delle due rette trovate.
9 kg · 10 m − 6 kg · 10 m + 7 kg · 4 m
Xb = = 2, 64 m
9 kg + 6 kg + 7 kg
9 kg · 10 m + 6 kg · 7 m − 7 kg · 7 m
Yb = = 3.77 m
9 kg + 6 kg + 7 kg
Se abbiamo invece un corpo rigido, il discorso si dovrebbe ripetere per ognu-
na delle molecole che costituiscono il corpo. La posizione del baricentro dipenderà
quindi dalla geometria del corpo stesso e non è detto che il baricentro sia un punto
che si trova all’interno dell’oggetto. Ovviamente, però, non è possibile procedere
in questo modo per trovare la posizione del baricentro. Sperimentalmente si può
agire nel seguente modo: prendiamo il corpo rigido e appendiamolo per un suo
qualunque punto, e tracciamo sul corpo una retta verticale che passa per tale punto;
51
52 Scheda25. La distribuzione di massa
camente1 . In caso contrario per il calcolo del momento di inerzia ci si può servire di
25.2 Il momento di inerzia di un corpo
due teoremi: il teorema degli assi paralleli ed il teorema degli assi perpendicolari.
Il momento di inerzia di un oggetto è una grandezza scalare definita rispetto ad
un particolare asse di rotazione. Preso un oggetto puntiforme di massa m ad una
distanza r dall’asse di rotazione, il momento di inerzia è definito dalla quantitá
I = m · r2
Qualora l’oggetto non sia puntiforme, ogni molecola che lo compone si troverà ad 25.2.1 Momenti di inerzia di figure geometriche note
una distanza differente dall’asse di rotazione, per cui il momento di inerzia del-
l’oggetto sarà la somma dei momenti di inerzia delle singole i − esime molecole
dell’oggetto contenente n molecole. I mimenti di inerzia di figure geometriche solide che supponiamo avere tutte massa
n m, oltre che dall’asse di rotazione scelto , dipenderanno dalla massa e dalle grandez-
X
I= mi · ri2 ze che descrivono la loro geometria.
i=1
2 2
I= mr
3
Fig. 25.2: Nella figura sono rappresentate due piccole porzioni di un oggetto che sta ruotando intorno ad un suo
asse, indicando con ri le loro distanze dall’asse e con mi le loro masse. Il momento di inerzia di tutto l’oggetto sarà
la somma dei momenti di inerzia di tutte le piccole porzioni del oggetto.
Se l’oggetto ha una forma geometrica regolare, e viene calcolato rispetto ad un 1 All’indirizzoweb http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_moments_of_inertia trovate
suo asse di simmetria, allora questo conto è semplice e può essere eseguito analiti- i valori dei momenti di inerzia di alcune figure solide
53 Scheda25. La distribuzione di massa
I = mr2
Figura geometrica Momento di inerzia
Per un parallelepipedo non serve analizza-
re diversi assi di simmetria, in quanto pos-
siamo utilizzare la stessa formula sempli-
cemente dando i nomi a, b, e h sempre ri-
spettivamente ai valori dei lati di base e
dell’altezza.
Il momento di inerzia del parallelepipedo
h
pieno è
1
m a2 + b2
I=
12
Da notare che non dipende dall’altezza del
parallelepipedo; come per il cilindro se im-
maginiamo di tagliare il parallelepipedo
b
a con piani perpendicolari all’asse di rotazio-
ne, otteniamo sempre sezioni della stessa
forma geometrica.
I tre principi della dinamica Scheda 26
Introduciamo adesso per la prima volta il con- 26.1.1 Equilibrio traslazionale
cetto di forza, quello che fino ad ora avevate in mo-
Il primo principio della dinamica permette di enunciare il concetto di equilibrio tra-
do intuitivo quando parlavate di spinte. Il concetto
slazionale.
di forza è interamente definito dai tre principi del-
la dinamica, proposti da Newton nel 1687. Nello Un oggetto è in equilibrio traslazionale se la somma di tutte le forze che
studiare quanto segue, non cercate semplicemen- agiscono su di esso è nulla
te di ricordarli, o saperli ripetere, ma cercate piutto- Fig. 26.1: Guarda il video you- F~tot = 0
tu.be/hevrh7nQMoE
sto di comprendere il loro significato e capire in
che modo essi descrivono molti dei fenomeni che
accadono intorno a voi. 26.2 Secondo principio
Che le accelerazioni siano la conseguenza di una forza ce lo dice il primo principio;
stabilito questo, chiediamoci: “se spingo un corpo, quanto varrà l’accelerazione che
26.1 Primo principio ne consegue?” Il fattore di proporzionalità tra la forza totale e l’accelerazione subiti da un
corpo è la massa di quel corpo.
Un corpo rimane nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme se e solo se la somma di F~ = m~a
tutte le forze che agiscono su di esso è nulla. Il valore dell’accelerazione dipende dalla massa del corpo. A parità di forza subita,
oggetti con piccola massa subiranno una grande accelerazione, e oggetti con grande
~ = cost ⇔ F~tot = 0
V massa subiranno una piccola accelerazione.
Se vedo un oggetto che si muove con velocità costante, allora posso affermare 26.3 Terzo principio
che la forza complessiva su di esso è nulla; allo stesso modo se la forza complessiva
è nulla allora posso affermare che l’oggetto non sta cambiando la sua velocità. Le Se su di un corpo A agisce una forza dovuta alla
forze non sono ciò che fa muovere gli oggetti... le forze sono ciò che fa cambiare la presenza di un corpo B, sul corpo B agirà una forza
velocità degli oggetti. É sbagliato affermare che un oggetto si sta muovendo perché uguale ed opposta dovuta alla presenza del corpo
qualcuno lo spinge; anche se nessuno spinge l’oggetto, esso può sempre muover- A.
si di moto rettilineo uniforme con velocità costante! Se invece vedo che l’oggetto F~ab = −F~ba
cambia la sua velocità, cioè sta subendo un’accelerazione, allora posso affermare che Per vederlo con un semplice esperimento Pren-
qualcuno l’ha spinto! dete un chiodo di ferro ed una calamita: tutti sap- Fig. 26.2: Guarda il video you-
Nel rileggere il primo principio notate inoltre che esso parla di velocità costante; piamo che se teniamo la calamita in mano essa attiratu.be/ox4q3XD91eo
il chiodo, ma è sicuramente
il caso di un oggetto che rimane fermo rientra in questa definizione, in quanto un altrettanto vero che, se teniamo il chiodo fermo in mano, esso attira la calamita. Nel-
oggetto che rimane fermo ha una velocità che non cambia e vale sempre V = 0 m s . l’esperienza quotidiana questo avviene molto spesso: quando nuotiamo spingiamo
54
55 Scheda26. I tre principi della dinamica
indietro con le braccia per poter andare avanti; quanto saltiamo spingiamo in bas-
so con le gambe per poter andare in alto; quando camminiamo spingiamo indietro
con le gambe per andare avanti; se diamo una spinta a qualcuno noi subiamo come
diretta conseguenza una spinta indietro.
Se lascio cadere una penna, essa cade perchè subisce la forza di gravità (verso
il basso) generata dal pianeta; il terzo principio ci insegna che anche la penna sta
facendo una forza sul pianeta, e che tale forza è uguale (ha lo stesso valore) e opposta
(diretta verso l’alto).
Pressione Scheda 27
27.1 Definizione
Immaginiamo di premere contro della neve fresca,
sempre con la stessa forza, ma in tre modi differen-
ti: la prima volta con il palmo della mano aperto,
la seconda con il pugno chiuso e la terza volta con
la mano piatta ma immersa nella neve di punta.
L’esperienza vi dirà che, nonostante la forza fatta
sia sempre la stessa, la capacità di penetrare nella
Fig. 27.1: Guarda il video you-
neve non è la stessa. Ciò che cambia è che la forza
tu.be/I1oqX6uby7A
che fate viene distribuita su superfici differenti.
La pressione è una grandezza scalare definita come il rapporto tra la forza per- Fig. 27.2: Guarda il video youtu.be/JoDvQdChocA
pendicolare fatta su di una superficie ed il valore della superficie stessa.
F⊥
P =
S
Quando facciamo una forza su di un oggetto che preveda di doverlo toccare, tale
forza si distribuisce su tutta la superficie di contatto; se tale superficie è grande, ogni
centimetro quadrato della superficie subisce una piccola forza e quindi la pressione
sull’oggetto è piccola.
56
Forza di gravità e forza di Archimede Scheda 28
dove F è la forza di Archimede1 , ρ indica la densitá del fluido, V il volume di fluido
28.1 Forza di gravità
spostato (tanto più immergo l’oggetto tanto più fluido sposto) e g è l’accelerazione
La forza di gravità è quella che ci attrae verso il di gravità. Questo principio vale sia per tutti i fluidi, cioè sia per i liquidi che per i
basso o, più precisamente, verso il centro della Ter- gas. Ognuno di noi è immerso nell’aria, perciò riceve una spinta verso l’alto pari al
ra. Ogni volta che un oggetto si trova sulla su- peso dell’aria spostata.
perficie di un pianeta subiamo una forza verso il
basso descritta dalla formula seguete, dove Fg è 28.2.1 Il problema del galleggiamento
la forza di gravità, m la massa dell’oggetto e g Se studiamo lo schema di forze che agisce su di un oggetto immerso in un fluido
l’accelerzione di gravità. possiamo chiederci in quali casi l’oggetto galleggi. Le forze alle quali è sottoposto
Fig. 28.1: Guarda il video you-
tu.be/vOKL3vcfxfg sono la forza di gravità verso il basso e la forza di Archimede verso l’alto; a seconda
Fg = mg di quale sia la forza maggiore avremo che l’oggetto andrà a fondo o salirà in super-
ficie per poi galleggiare. Se confrontiamo le formule delle due forze vediamo che,
scrivendo la forza di gravità come
Per il pianeta Terra il valore dell’accelerazione di gravità è g = 9, 8 sm2 . Se voi
avete una massa di 60 kg allora in questo momento venite attratti verso il basso da
una forza Fg = mg = ρogg Vogg g
Il valore dell’accelerazione di gravità è una costante per il pianeta Terra; se an- Se si prende in considerazione un oggetto completamente immerso in un liquido,
diamo su di un altro pianeta esso cambia, perché dipende dalla massa del pianeta e per cui Vogg = Vf luidospostato , allora il confronto tra le due forze si riduce a confronta-
dalle sue dimensioni. re le densità dell’oggetto e del fluido. Gli oggetti la cui densità media sia superiore a
quella dell’acqua andranno a fondo, gli altri saliranno in superficie. Se le due densità
sono uguali allora l’oggetto rimarrà fermo nel punto in cui è stato messo.
Consideriamo tre palline di circa egual volume, una da ping-pong di massa m =
28.2 Forza di Archimede
3g, una di legno di massa m = 26g, e una da golf di massa m = 46g, immerse nel-
l’acqua. Come si può vedere nella figura 28.2 sia la pallina da ping-pong che quella
Un oggetto immerso in un fluido subisce una spinta verso l’alto pari al peso del fluido spo-
di legno galleggiano, ma visto che quella di legno ha più massa ed è più pesante,
stato. Questo é l’enunciato della legge di Archimede che spiega come mai alcuni
deve subire una spinta di Archimede maggiore e quindi deve spostare più acqua
oggetti, se immersi in un fluido, galleggiano. La formula per la forza di Archimede
1 La formula indicata vale nel caso in cui possiamo confondere il concetto di peso con il concetto di
é:
forza di gravità sulla superficie di un pianeta. Questa formula deriva da questa assunzione, ma in realtà
FArchimede = ρf luido Vf luidospostato g il principio parla di “peso”
57
58 Scheda28. Forza di gravità e forza di Archimede
(a) Livello iniziale del- (b) La pallina da ping- (c) La pallina di legno (d) La pallina da golf
l’acqua pong galleggia galleggia non galleggia
Fig. 28.2: Oggetti diversi galleggiano in modo differente o non galleggiano affatto. Il liquido nel quale le palline
sono immerse è acqua con l’aggiunta di un colorante rosso.
Forza elastica Scheda 29
29.1 L’aggettivo elastico 29.2.1 Campo di elasticità
Ogni materiale elastico, se troppo deformato, perde le sue proprietà elastiche e non
Un oggetto viene detto elastico quando, se defor- ritorna più della sua forma originaria. Chiamo Campo di elasticità quell’insieme di
mato, tende a tornare della sua forma iniziale. Se deformazioni che non modificano le proprietà elastiche dell’oggetto.
prendiamo una molla e la tiriamo con la mano, ov-
viamente la deformiamo; la molla cercherà di ri-
prendere la sua forma iniziale e per fare questo 29.3 Modulo di Young
eserciterà sulla mano una forza. Quella forza viene
Anche un filo di metallo, se posto in trazione, si allunga. In realtà un qualunque
detta forza elastica.
Fig. 29.1: Guarda il video you- materiale compresso o posto in trazione si deforma leggermente in campo elastico.
Tutti i materiali, entro certi limiti magari anche tu.be/02nommN6u6c Se prendiamo un oggetto di lunghezza L e sezione S ed applichiamo perpendicolar-
molto stretti, sono dotati di una certa elasticità. Al- mente a tale sezione una forza F , allora la sua lunghezza cambierà di un fattore ∆L
cuni, come per esempio le molle, possono essere deformati molto senza che perdano ∆L
Definendo la deformazione = e lo sforzo, in questo caso una compressione
le loro caratteristiche elastiche. L
F
semplice, σ = , possiamo definire il Modulo di Young come
S
σ
Y =
29.2 Le molle e la legge di Hooke
cioè
Consideriamo una molla ed immaginiamo di allungarla. La forza che la molla farà F ·L
Y =
dipenderà dal tipo di molla e dall’allungamento della stessa A · δL
Il modulo di Young è una caratteristica del materiale di cui è fatto l’oggetto.
Fel = K · ∆l
dove K è la costante elatica della molla e dipende soltanto dal tipo di molla e
dalle sue caratteristiche quali per esempio la sua lunghezza, lo spessore, il materiale,
la temperatura, ecc.; ∆l è invece l’allungamento della molla. Se scriviamo la stessa
formula in forma vettoriale avremo
~
F~el = −K · ∆l
Il meno sta ad indicare che il vettore Forza esercitata dalla molla è sempre opposto
al vettore allungamento. La molla spinge dalla parte opposta di dove viene allungata!
59
Forza d’attrito Scheda 30
Le forze di attrito sono forze che si oppongono sempre al movimento di un og- l’altra. Il valore di tale forza dipende da come sono fatte le due superfici, ma anche
getto, sia che l’oggetto sia fermo, e quindi lo mantengono fermo, sia che l’oggetto dalla forza con cui le due superfici sono schiacciate una contro l’altra.
si muova, e quindi lo rallentano. Una forza di attrito quando un oggetto si muove
Fad = µd Fschiaccia
in un fluido la chiamiamo attrito viscoso); una forza di attrito quando due superfici
strisciano una contro l’altra la chiamiamo attrito radente; una forza di attrito quando dove Fad è la forza d’attrito radente dinamico, µd il coefficiente d’attrito dinamico e
un oggetto rotola su di una superficie la chiamiamo attrito volvente. Fschiaccia la forza che preme le due superfici a contatto una contro l’altra.
~v (velocità)
30.1 Forza d’attrito radente statico F~a (attrito)
Parliamo di forza di attrito radente statico solo per oggetti fermi. Consideriamo un
oggetto fermo su di un tavolo e proviamo a spostarlo facendolo strisciare sul tavolo:
sicuramente devo applicare all’oggetto una certa forza; ma se la forza che applico
è troppo piccola l’oggetto sta fermo. Quando la forza che applico supera una certa
F~g (schiaccia)
soglia, allora l’oggetto comincia a muoversi. La forza di attrito radente statica è la
forza che si oppone alla spinta subita dall’oggetto; ha un valore massimo oltre il
Fig. 30.1: Un oggetto su di un piano si sta muovendo verso destra. Necessariamente si genera una forza di attrito
quale l’oggetto sicuramente si muove. Questo valore massimo dipende dal tipo di opposta alla direzione del moto, causata dallo strisciare dell’oggetto sul piano, proporzionale alla forza che schiaccia
superfici che strisciano una contro l’altra e da quanto è grande la forza che schiaccia l’oggetto contro il piano (in questo esempio la forza di gravità) e dal tipo di superfici che strisciano.
queste superfici una contro l’altra.
Il coefficiente di attrito dinamico è sempre minore del coefficiente di attrito statico
Fas = µs Fschiaccia
µd < µs
Il coefficiente µs è chiamato coefficiente di attrito statico ed è un numero senza untà di
misura, che dipende unicamente dai materiali di cui sono fatte le due superfici che
strisciano. La forza che schiaccia Fschiaccia è quella forza che preme le due superfici
30.3 Forza d’attrito volvente
una contro l’altra. la grandezza delle superfici che strisciano tra loro non è rilevante.
Parliamo di forza di attrito olvente ogni volta che un oggetto rotola su di un altro.
Anche questa volta, come per l’attrito radente dinamico, l’attrito dipende dal tipo
30.2 Forza d’attrito radente dinamico
di superfici e dalla forza che le schiaccia una contro l’altra. Il coefficiente di attrito
Parliamo di forza di attrito radente dinamico per oggetti in movimento. La forza dipende però anche dal raggio della ruota che sta rotolando.
di attrito radente dinamico si ha sempre quando due superfici stanno strisciando
Fav = µv Fschiaccia
una contro l’altra; tale forza fa rallentare il movimento e quindi è sempre opposta
al vettore velocità. L’attrito radente è quindi una forza che si oppone sempre allo dove Fav è la forza d’attrito volvente, µv il coefficiente d’attrito volvente e la Fschiaccia
spostamento dell’oggetto, ed è causato dallo strisciare di due superfici una contro è la forza che preme le due superfici a contatto una contro l’altra. Il coefficiente di
60
61 Scheda30. Forza d’attrito
µv < µd < µs
F = α1 V + α2 V 2
Una più dettagliata trattazione dell’attrito viscoso esula per il momento dagli
scopi di queste dispense. Facciamo solo alcune importanti considerazioni:
2. L’attrito aumenta all’aumentare della densità del fluido (per questo motivo
muoversi nell’acqua è sicuramente più faticoso che muoversi nell’aria)
62
63 Scheda31. Forza peso
Fg − P = ma
P = Fg − ma = mg − ma = m (g − a)
Fgk = Fg · sin(θ)
F~g θ
quella perpendicolare al piano inclinato, uguale alla reazione vincolare del piano,
vale
Immaginiamo un piano inclinato senza attrito che formi un angolo α con l’oriz- Rv = Fg⊥ = Fg · cos(θ)
zontale, ed un oggetto di massa m posto sul piano. In una situazione come questa
l’oggetto subisce soltanto due forze: la forza di gravità e la reazione vincolare del
piano inclinato. 32.3 Il moto sul piano inclinato
La forza di gravità esiste per il fatto che l’oggetto ha massa. La reazione vincolare
esiste in quanto la forza di gravità schiaccia l’oggetto contro il piano inclinato. Per Abbiamo appena visto che sull’oggetto agisce una forza totale diretta lungo la dire-
poter capire bene cosa stia davvero succedendo è necessario studiare la situazione zione del piano inclinato, ed il cui valore dipende dalla forza di gravità e dall’incli-
lungo le sue due linee principali: quella del piano inclinato e quella perpendicolare nazione del piano, entrambi costanti. Quindi l’accelerazione che subisce il corpo è
al piano inclinato. costante ed il corpo si muove di moto rettilineo uniformemente accelerato.
64
65 Scheda32. Moto su di un piano inclinato
~v
R
F~a
F~gk
F~g⊥
θ
Legge di gravitazione universale Scheda 33
dove g è l’accelerazione di gravità di quel pianeta. Per un oggetto sulla superficie
33.1 La forza di gravità
del pianeta Terra, la legge di gravitazione universale ci dice:
Tra due oggetti di massa M1 ed M2 posti ad una distanza r si genera una forza MT · m
F =G
di gravità attrattiva data dalla formula RT2
F = mg
66
Il moto di un pianeta Scheda 34
5
34.1 Le basi Energia
67
68 Scheda34. Il moto di un pianeta
−5
1 L2 M ·m
Etot = 2 2
−G
2 m · r · sen (α) r
−10
Fig. 34.2: L’energia totale di un oggetto in orbita intorno ad un’altro, in funzione della loro distanza per un
particolare angolo tra il vettore velocità ed il vettore posizione del corpo in orbita.
5
Energia
Distanza
−1 1 2 3 4 5
−5
−10
Fig. 34.3: Le intersezioni della curva con la linea orizzonatle indicano le due possibili distanze del corpo.
Momento di una forza Scheda 35
35.1 Definizione 35.2 Equilibrio rotazionale
Immaginiamo di applicare una forza su di un oggetto che sia tenuto fermo in un Il primo principio della dinamica, applicato in una situazione nella quale, invece
punto e libero di ruotare intorno a quel punto. La forza che applichiamo tenderà di parlare di traslazione parliamo di rotazione, permette di enunciare il concetto di
a far ruotare l’oggetto. La capacità di farlo ruotare dipenderà non solo da quanto equilibrio rorazionale.
la forza è intensa, ma anche dalla distanza tra il punto di rotazione e la linea della Un oggetto è in equilibrio rotazionale se la somma di tutti i momenti che
forza. La grandezza fisica che descrive questo è il momento di una forza. agiscono su di esso è nulla
M~ tot = 0
~ = ~r × F~
M
M =F ·b
dove b è chiamato braccio ed è la distanza del punto di rotazione dalla direzione della
forza.
~r
b F~
69
Reazioni vincolari Scheda 36
36.1 Definizione
Una reazione vincolare è una forza che adatta il suo valore allo scopo di
mantenere un oggetto in equilibrio traslazionale
70
Momento Angolare Scheda 37
calcoliamo ora il momento della forza
37.1 Definizione
~
~ = ~r × F~ = ~r × ∆P
M
Il momento angolare di un corpo è definito come il momento della quantità di ∆t
moto rispetto ad un determinato punto. Definiti ~r il vettore dal punto al corpo
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
e P~ la quantità di moto del corpo, avremo ~ = ~r × Pf − Pi = ~r × Pf − ~r × Pi = Lf − Li = ∆L
M
∆t ∆t ∆t ∆t
~ = ~r × P~
L Il momento di una forza su di un corpo fa cambiare il suo momento angolare.
~
Prendiamo per esempio un corpo puntiforme di massa m che ruota di moto cir- ~ = ∆L
M
∆t
colare uniforme su di un piano orizzontale a distanza r dal centro di rotazione. La
~ sono definiti dalle proprietà del prodotto vettoria-
direzione ed il verso del vettore L
le e quindi nel nostro esempio la direzione è verticale, mentre il verso è determinato
con la regola della mano destra e quindi stabilisce se il verso della rotazione sia orario 37.3 Legge di conservazione del momento angolare
o antiorario. Il modulo del vettore è
L’equazione
L = rmv sin α ~
~ = ∆L
M
∆t
dove α è l’angolo tra i vettori ~r e P~ e quindi v sin α = v⊥ è la componente della
ci dice che in un sistema fisico nel quale la somma di tutti i momenti sia nulla, il
velocità perpendicolare al raggio. Definendo ω la velocità angolare del corpo, e I =
momento angolare totale del sistema si conserva.
mr2 il momento di inerzia del corpo rispetto all’asse di rotazione, avremo quindi
~ = 0 ⇔ ∆L
M ~ =0
L = rmV⊥ = mr2 ω
Ci sono due casi in cui questo avviene.
L = Iω
∆P
F~ = m~a = ~r × F~ab = −~r × F~ba
∆t
71
72 Scheda37. Momento Angolare
~ ab + M
M ~ ba = 0
~ tot = 0
M
Leggi di conservazione
73
Quantità di moto Scheda 38
38.1 La quantità di moto 38.2 Conservazione della quantità di moto
Una grandezza fisica particolarmente importante per descrivere una grande quantità Immaginiamo di studiare un sistema isolato nel quale ci siano molti oggetti tra i quali
di fenomeni è la quantità di moto ~q. Essa è una grandezza vettoriale legata alla agiscono delle forze. Tali forze sono tutte interne al sistema, per cui se un oggetto
massa ed alla velocità di un oggetto. esercita una forza su di un secondo oggetto, per il terzo principio della dinamica,
all’interno del mio sitema vedrà anche la forza uguale e contraria che il secondo
La quantità di moto di un oggetto è definita come il prodotto della massa
oggetto esercita sul primo. In formule scriverò
dell’oggetto per la sua velocità
~
~q = mV F~1 = −F~2
Riscrivedo ora queste forze come variazioni di quantità di moto nel tempo otter-
La quantità di moto di un oggetto è quindi una grandezza vettoriale che ha stessa
remo
direzione e verso della velocità dell’oggetto. L’unità di misura della quantità di moto
è quindi kg·m
s
∆~q1 ∆~q2
=−
∆t ∆t
38.1.1 Forza e quantità di moto ∆~q1 ∆~q2
+ =0
∆t ∆t
Partendo dal secondo principio della dinamica possiamo scrivere: da cui
I~ = F~ · ∆t
viene chiamata Impulso. Chiamo forza impulsiva una forza, generalmente molto
intensa, che agisce per un brevissimo arco di tempo. Un esempio di forza impulsiva
lo possiamo vedere negli sport che si praticano con una palla: ogni volta che col-
piamo tale palla applichiamo una forza molto intensa per il brevissimo intervallo di
tempo pari alla durata del colpo.
74
Mappe sull’energia Scheda 39
45
Legge di conservazione
dell’energia totale U = m·g·h
Etoti = Etotf
Energia potenziale m ·g
F =
gravitazionale
F = M· M ·m
G m U = −G
Energia cinetica Energia r2 r
traslazionale Tipi di energie potenziale elastica
1 [Joule] 1
Ec = m · V 2 V = k · ∆l2
2 2
Energia cinetica Energia potenziale
rotazionale elettrostatica
1 q1 · q2
Ecr = I · ω 2 U = −K
2 Modi di r
scambiare energia
Calore Lavoro
∆Q ∆L = F~ · ∆S
~
Joule Joule
Potenza [W att]
∆E
P =
∆t
75
Energia e Lavoro Scheda 40
Definendo I come il momento d’inerzia dell’oggetto esteso, calcolabile in linea di
40.1 Energia cinetica
principio come la somma dei momenti di inerzia di ogni singola particella dell’og-
Un oggetto che si muove ha energia cinetica solo per il fatto che si sta muovendo. getto, otteniamo l’energia cinetica rotazionale dell’oggetto
L’energia cinetica Ec di un oggetto di massa m che si muove con velocità V~ vale
1 2
Ecr = Iω
1 2
Ec = m V 2
2 Anche in questo caso il valore di I dipende non solo dalla forma e dalla massa
Come si vede dalla formula l’energia cinetica dipende dalla massa dell’oggetto dell’oggetto, ma anche dal suo asse di rotazione.
e dal quadrato della sua velocità. L’unità di misura di una qualunque energia è il
Joule
kg · m2 40.3 Energia interna
Joule =
s2
Se osserviamo un oggetto fermo, non è difficile affermare che la sua energia cinetica
è zero. Questo perchè il baricentro dell’oggetto ha velocità Vb = 0 e rispetto al bari-
40.2 Energia cinetica rotazionale centro la velocità di rotazione vale ω = 0. Le singole molecole di cui è fatto l’oggetto
però non sono ferme, ma si buovono con una velocità che dipende dalla temperatu-
Prendiamo in considerazione una particella di massa mi che si muove di moto cir- ra dell’oggetto. La somma di tutte le energie cinetiche delle molecole, nel sistema di
colare uniforme con velocità Vi , raggio ri e velocità angolare ω. Ovviamente la sua riferimento dell’oggetto fermo, è detta Energia Interna dell’oggetto.
energia cinetica potrà essere scritta, tenendo in considerazione le equazioni del moto
circolare uniforme, come
40.4 Il Lavoro di una forza
1 1
Ecr−i = mi Vi2 = m ri2 ω 2
2 2 Immaginiamo di avere un oggetto che si sposta da un punto A ad un punto B sotto
La quantità Ii = mi ri2 è definita momento d’inerzia della particella rispetto all’asse l’azione di una forza.
di rotazione. In questo modo possiamo scrivere l’energia cinetica della particella Il lavoro fatto da una forza su di un oggetto che si sposta da un punto A ad un
dovuta alla rotazione della stessa come punto B è definito come il prodotto scalare della forza per lo spostamento dell’og-
getto. Se applico una forza costante F~ su di un oggetto e questo si sposta effettuando
1
Ecr−i = Ii ω 2 uno spostamento ∆S ~ allora il lavoro effettuato sarà:
2
Nel caso della rotazione di un oggetto esteso, l’energia cinetica rotazionale del-
l’oggetto sarà la somma dell’energia cinetica rotazionale di ognuna delle sue mole- L = F~ × ∆S
~ = F · ∆S · cos(α)
cole; visto però che tutte le molecole dell’oggetto hanno la stessa velocità angolare É importante notare che quando l’angolo tra i due vettori è di 90◦ (cioè i due
potremo scrivere vettori sono perpendicolari) allora il coseno dell’angolo vale zero ed il lavoro fatto
X1 dalla forza è nullo. Una forza perpendicolare allo spostamento non fa lavoro. Se
1 X
Ecr = Ii ω 2 = ( Ii )ω 2 invece la forza avesse verso opposto allo spostamento (cioè l’angolo tra i due vettori
2 2
76
77 Scheda40. Energia e Lavoro
F~ 40.5 La Potenza
α ~
∆S Precedentemente abbiamo parlato del lavoro fatto da una forza. Se applico una forza
ad un oggetto mentre si sposta, allora compio su quell’oggetto un lavoro e quindi gli
fornisco (o tolgo) energia. Il concetto di potenza è legato alla rapidità con la quale
Fig. 40.1: In figura è schematicamente rappresentato un oggetto sottoposto ad una forza F~ , e che compie uno fornisco del lavoro ad un oggetto. La potenza è infatti definita come il rapporto tra il
~ La forza forma un angolo α con lo spostamento, ed il lavoro compiuto dalla forza è indicato nella
spostamento ∆S. lavoro fatto su di un oggetto e l’intervallo di tempo nel quale questa energia è stata
formula rappresentata.
data.
fosse di 180◦ ) allora il coseno dell’angolo varrebbe −1 ed il lavoro della forza sarebbe ∆E
P =
negativo. Il lavoro di una forza opposta allo spostamento è negativo. In altre parole, ∆t
soltanto la componente della forza che sia parallela allo spostamento può compiere
un lavoro.
∆V
L = F · ∆S = ma∆S = m ∆S = m(Vf − Vi )Vmedia
∆t
Visto che stiamo considerando una forza costante, possiamo affermare che il
moto dell’oggetto è uniformemente accelerato; per questo motivo possiamo scrivere
(Vf + Vi )
L = m(Vf − Vi )Vmedia = m(Vf − Vi ) =
2
1 1
= mVf2 − mVi2 = Ecf − Eci
2 2
L = ∆Ec
In altre parole il lavoro fatto dalla forza ha incrementato l’energia cinetica del-
l’oggetto. Se la forza fosse stata opposta allo spostamento, il lavoro sarebbe stato
negativo e di conseguenza lo sarebbe stata la variazione di energia cinetica dell’og-
getto.
Forze conservative ed Energia Potenziale Scheda 41
41.1 Forze conservative 41.1.1 L’Energia potenziale gravitazionale
Quanto detto in questo paragrafo vale nel caso di oggetti che si trovino vicino alla
Una forza è definita conservativa quando il lavoro che compie lungo un percorso
superficie del pianeta. Consideriamo un oggetto qualunque: esso ha una energia
chiuso è pari a zero. Tipici esempi di forze conservative sono la forza di gravità e la
potenziale gravitazionale dovuta alla sua posizione. L’energia potenziale gravita-
forza elastica; un tipico esempio di forza non conservativa è la forza d’attrito. Imma-
zionale U per un oggetto di massa m ad una altezza h dalla superficie della Terra
giniamo un oggetto che si muova sotto l’azione di una forza conservativa lungo un
vale
percorso chiuso che lo porti da un punto A ad un punto B e successivamnte lo porti
indietro dal punto B al punto A seguendo una strada differente. Visto che il lavoro
lungo il percorso chiuso deve valere zero, avremo U = mgh
Come si vede dalla formula il valore dell’energia potenziale dipende dalla massa
L0A→B + L00B→A =0 dell’oggetto, dalla sua altezza dal suolo e dal valore dell’accelerazione di gravità che
per il pianeta Terra vale g = 9, 81 sm2 . Se un oggetto ha una massa di 5 Kg e si trova
da cui
ad una altezza di 10 metri dal suolo allora la sua energia potenziale gravitazionale
L0A→B = −L00B→A varrà 490 Joule (fate i conti e verificate la loro esattezza). Su di un diverso pianeta
cambia il valore di g.
L0A→B = L00A→B Immaginiamo di portare un oggetto da un’alterzza hA ad un’alterrza hB differen-
te e calcoliamo il lavoro della forza di gravità; questo conto ci permetterà di capire
Questa equazione dice che qualunque percorso si scelga il lavoro della forza con-
come mai l’energia potenziale gravitazionale ha quella formula.
servativa per andare da A a B deve essere sempre uguale, indipendentemente dal
percorso scelto.
LA→B = −mg∆h = mghA − mghB = −(UB − UA ) = −∆U
L’indipendenza dal percorso ci permette di definire una grandezza U detta ener-
gia potenziale che dipende solo dalla posizione dell’oggetto. in questo modo per le
forze conservative varrà 41.1.2 L’energia potenziale elastica
Una molla a riposo, che non venga ne compressa ne estesa, ha energia potenziale
LA→B = UA − UB = −∆U
elastica nulla. Se la stessa molla la si comprime o la si estende, essa acquista ener-
gia potenziale elastica proporzionale all’estensione o alla compressione rispetto alla
Tenendo anche presente il teorema dell’energia cinetica, possiamo quindi inter-
lunghezza a riposo della molla. L’energia potenziale elastica Uel immagazzinata da
pretare questo risultato dicendo che il lavoro di una forza conservativa trasforma
una molla con costante elastica k e compressa (o estesa) di una lunghezza ∆l rispetto
energia potenziale gravitazionale in energia cinetica. L’Energia potenziale è l’ener-
alla posizione a riposo varrà
gia che un oggetto ha in potenza e che potrebbe essere trasformata in energia cinetica
da una forza che fa lavoro. Esistono moltissimi tipi differenti di energia potenziale,
1
una per ogni tipo di forza conservativa. Vel = k(∆l)2
2
78
79 Scheda41. Forze conservative ed Energia Potenziale
N
Se una molla con costante elastica k = 30 m viene compressa di ∆l = 0, 2 metri,
l’energia potenziale elastica immagazzinata dalla molla vale Vel = 0, 6 Joule (fate i
conti e verificate la loro esattezza).
da cui ricaviamo
hi
∆U + ∆Ec = 0 θ
∆Etot = 0
2. L’oggetto sta rotolando verso il basso: sta trasformando la sua energia poten-
In un caso più generale, nel quale siano presenti ogni tipo di forza, il principio di ziale gravitazionale in energia cinetica. Nella molla al fondo del percorso non
conservazione dell’energia continua a essere valido, semplicemente introducendo è immagazzinata energia.
80
81 Scheda42. Legge di conservazione dell’energia totale
~i
V
hi hi
~i
V
θ θ
3. Adesso l’oggetto si muove in orizzontale al fondo della discesa. Ha trasformato 7. L’oggetto, una volta fermo, ha convertito tutta la sua energia cinetica in energia
tutta la sua energia potenziale gravitazionale in energia cinetica. Non variando potenziale gravitazionale raggiungendo la massima altezza.
più la sua altezza, non varia nemmeno la sua energia cinetica. Nella molla al
fondo del percorso non è immagazzinata energia.
hi
hi θ
~i
V
θ
hi
hi
~i
V
θ
6. L’oggetto ricomincia a salire lungo il piano inclinato. Perde energia cinetica per
trasformarla in energia potenziale gravitazionale.
Macchine semplici Scheda 43
Una macchina semplice è uno strumento che permette di fare del lavoro L = mg(hf − hi ) = mg∆h
esercitando una piccola forza.
Il lavoro che facciamo noi applicando una forza F~ dipende però dalla lunghezza
Ogni volta che spostiamo un og- del piano inclinato, infatti
getto esercitando direttamente su di mg∆h
esso una forza, compiamo un certo F · ∆S = mg∆h ⇒ F =
∆S
lavoro. Utilizzando una macchina
Per cui, tanto più lungo è il piano inclinato, tanto minore è la forza da impiegare
semplice, noi riusciamo ad ottene-
al fine di fare una certa quantità di lavoro.
re per l’oggetto lo stesso spostamen-
to e lo stesso lavoro, ma esercitando
una forza minore lungo un percorso
maggiore.
∆S
Le macchine semplici che tratte-
remo sono: il piano inclinato, la leva, ∆h
F~
la carrucola e il torchio idraulico.
82
83 Scheda43. Macchine semplici
b2 b1 F~
F~g
T~
Fig. 43.3: La leva
T~ T~
43.3 La carrucola F~
∆s
Una carrucola è un oggetto costituito da una ruota con una scanalatura sui bordi T~ T~
per permettere il passaggio di una corda. La ruota è libera di ruotare intorno al suo m T~
perno centrale. Il punto chiave per comprenderne il funzionamento sta nel notare
che la forza esercitata dal filo è sempre doppia in quanto il filo è avvolto intorno alla ∆h
ruota. A bilanciare tale forza è la reazione del perno che, di conseguenza, sarà doppia m F~
F~g
rispetto alla tensione del filo. Montando una carrucola o più carrucole avremo che la
forza necessaria a tenere in equilibrio un peso è minore della forza esercitata dal peso
stesso. In figura 43.4, facendo una forza T~ sulla corda, tale forza si propaga su tutta
F~g
la corda. Sulla carrucola mobile, la corda esercita due forze verso l’alto, bilanciate
dalla forza F~ verso il basso. La forza T~ risulta quindi la metà della forza F~ . Fig. 43.4: Un sistema a carrucola mobile.
r
I due oggetti dopo l’urto non rimarranno attaccati. Per descrivere questo tipo di urti
44.1 Gli urti completamente anelastici dovremo impostare un sistema di due equazioni, la prima riguardante la conserva-
zione della quantità di moto e la seconda riguardante la conservazione dell’energia.
In un urto completamente anelastico i due oggetti rimarranno attaccati ed
Il modo più comodo di risolvere il problema rimane però quello di mettersi nel si-
avranno la stessa velocità finale. In tali urti si ha la massima dispersione di
stema di riferimento nel quale uno dei due oggetti (per esempio quello con indice 2)
energia sotto forma di calore
sia fermo. Avremo quindi:
∆Q 6= 0
(
m1 Vi1 = m1 Vf1 + m2 Vf2
I due oggetti che urtano tra loro dopo l’urto rimarranno attaccati e si muoveranno m1 Vi21 = m1 Vf21 + m2 Vf22
quindi con la stessa velocità. dove m indica la massa degli oggetti, V indica la velocità degli oggetti; con gli
1 Un urto su di un piano viene trattato esattamente in modo analogo, semplicemente imponendo la
indici i intendo i valori delle grandezze prima dell’urto e con gli indici f i valori
legge di conservazione della quantità di moto separatamente per entrambi gli assi cartesiani del sistema delle grandezze dopo l’urto. Risolvendo questo sistema per trovare i valori di V1f e
di riferimento sul piano. V2f otteniamo
84
85 Scheda44. Teoria degli urti
(
m1 −m2
Vf1 = m1 +m2 Vi1
2 m1
Vf2 = m1 +m2 Vi1
L’oggetto fermo ha una massa molto minore di quello in moto Se l’oggetto colpito
ha una massa molto minore, e quindi trascurabile, rispetto a quello che lo colpisce,
otteniamo
(
Vf1 = Vi1
Vf2 = 2 Vi1
Questo significa che l’oggetto colpito parte con una velocità doppia rispetto a quella
che aveva inizialmente l’altro oggetto. L’altro oggetto invece procede nel suo moto
senza cambiare la sua velocità.
Parte V
Fluidodinamica
86
Mappe di fluidodinamica Scheda 45
Legge di conservazione
dell’energia
39
Principio di Pascal
87
Il principio di Pascal Scheda 46
46.1 Il principio di Pascal
Prendiamo un fluido in una situazione di quiete. Il principio di Pascal afferma che:
46.1.1 Il torchio idraulico Fig. 46.2: La forza esercitata sul lato stretto dell’apparato genera una pressione che corrisponde ad una grande
forza sul lato largo dell’apparato. Questo poiché la pressione esercitata dall’esterno si trasmette identica in tutti i
Abbiamo detto che se in un punto di un fluido applico una pressione, essa si trasmet- punti del fluido.
te invariata in ogni punto del fluido. Se applico quindi una piccola forza su di una
piccola superficie del fluido, la pressione che si trasmette permetterà di avere una
grande forza su di una grande sezione della superficie del fluido. Questo permette
di costruire dispositivi in grado di esercitare grandi forze in certi punti del fluido
come conseguenza dell’applicazione di piccole forze in altri punti del fluido. Questo
principio viene illustrato in figura 46.2.
88
La conservazione della portata Scheda 47
47.1 Portata di un tubo
La portata di un tubo è la quantità di fluido (intesa come volume di fluido) che
3
attraversa quel tubo nell’unità di tempo. Essa si misura, a seconda dei casi, in ms .
da cui Fig. 47.2: Il liquido che scorre nella parte stretta del tubo passa poi nella parte più larga cambiando velocità. I due
S1 · l1 = S2 · l2 volumi di liquido devono essere uguali a causa dell’incomprimibilità del liquido.
dove S è la sezione del tubo e l il percorso fatto dal liquido in un tempo ∆t viaggian-
do alla velocità v. Avremo quindi
S1 · v1 · ∆t = S2 · v2 · ∆t
S1 v1 = S2 v2
89
Il principio di Bernoulli Scheda 48
Dove P è la pressione del fluido, ρ la sua densità. La pressione in un certo volu-
48.1 L’equazione di Bernoulli
me di fluido può infatti essere vista come la quantità di energia interna per unità di
Immaginiamo adesso di seguire il movimento di volume. Se controlliamo le unità di misura di ognuno di questi tre termini possiamo
un certo volume di fluido incomprimibile. Du- constatare che si tratta di un’energia per unità di volume, cioè Joule
m3 . Allora l’equa-
rante il suo movimento vale di sicuro la legge di zione di Bernoulli può essere letta come la legge di conservazione dell’energia per
conservaziuone dell’energia. Applicando tale leg- unità di volume, cioè afferma che un particolare volume di fluido mantiene costante
ge, trascurando ogni effetto dovuto alle forze di la sua energia, supponendo tale volume costante.
attrito, otteniamo l’equazione seguente:
v~2
1 Fig. 48.1: Guarda il video you-
mv 2 + mgh + Uint = cost tu.be/XrAbLKiuZ7c
2
dove v è la velocità del fluido, g l’accelerazione di gravità e h l’altezza a cui si
trova il fluido. In quest’equazione il primo termine rappresenta l’energia cinetica S2
v~1
del fluido, intesa come l’energia legata al movimento del baricentro. Questo termine
considera il fluido come se tutta la sua massa fosse concentrata nel baricentro, e non
tiene conto dell’energia cinetica legata al movimento delle singole molecole intorno S1
al baricentro.
Il secondo termine rappresenta l’energia potenziale gravitazionale del fluido. Il
terzo rappresenta invece l’energia interna del fluido, cioè l’energia cinetica legata al h1 h2
movimento delle singole molecole intorno al baricentro del fluido. Dividere l’ener-
gia cinetica del fluido nella somma dell’energia cinetica del baricentro più l’energia
interna è necessario in quanto misurare la prima non è complicato, mentre per misu- Fig. 48.2: Il liquido che scorre nella parte stretta del tubo passa poi nella parte più larga cambiando velocità. I due
volumi di liquido devono essere uguali a causa dell’incomprimibilità del liquido.
rare la seconda dovrei conoscere con precisione massa e velocità di tutte le molecole
del fluido.
Dal momento che trattiamo fluidi incomprimibili, allora la massa di fluido consi-
derata ha anche un volume costante; posso quindi dividere l’equazione per il volume 48.1.1 La legge di Stevin
del fluido ottenendo:
Se applichiamo l’equazione di Bernoulli in un caso
1 2
2 mv mgh Uint in cui il fluido sia fermo, cosa otteniamo?
+ + = cost
V V V Immaginiamo di trovarci immersi in un fluido
ottenendo l’equazione di Bernoulli fermo e spostarci da un punto A ad un punto B
a differente profondità. L’equazione di bernoulli
1 2
ρV + ρgh + P = cost diventa:
2
PB + ρghB = PA + ρghA
nella quale sono stati annullati i termini legati alla velocità del fluido. Con sem-
plici passaggi si ottiene
PB − PA = ρghA − ρghB
PB − PA = −(ρghB − ρghA )
∆PA→B = −ρg∆hA→B
che è appunto la legge di Stevin. Essa afferma che tanto più vado in profondità
in un fluido, tanto maggiore sarà la pressione che sento, in base anche alla densità
del fluido.
1 1
P1 + ρv12 = P2 + ρv22
2 2
In questa equazione i termini con l’altezza sono stati semplificati in quanto le due
altezze sono uguali essendo il tubo orizzontale..
1 1 S2
P1 + ρv12 = P2 + ρv12 12
2 2 S2
1 1 S2
P1 − P2 = − ρv12 + ρv12 12
2 2 S2
2
1 S
∆P = − ρv12 1 − 12 Fig. 48.4: un tubo di Venturi nel quale sta scorrendo dell’acqua. E’ possibile notare come l’altezza delle due
2 S2 colonnine d’acqua sia differente, a dimostrare che la pressione nei due punti del condotto Ú differente.
Da questa equazione si vede chiaramente che all’aumentare della velocità del
fluido si crea una differenza di pressione tra due punti del tubo con sezioni differenti.
Parte VI
Calorimetria
92
Mappe di calorimetria Scheda 49
Calore fornito Transizione di fase
∆Q ∆Q = Qlat · m
Trasporto di calore =0
∆Q S ∆T
= ρ· · ∆T
∆t l ∆T
Temperatura 6= 0 Riscaldamento
T ∆Q = cs · m · ∆T
Dilatazione termica
superficiale e volumica
∆S = 2λ · Si · ∆T
∆V = 3λ · Vi · ∆T
93
Stati della materia Scheda 50
utilizzato per spezzare i legami tra le molecole; la temperatura del materiale rimane
50.1 Stati della materia
costante.
La materia si trova in tre stati: Solido, Liquido, Gas-
soso. La differenza sta nel come le molecole o gli
atomi della sostanza in questione sono legati tra
loro.
gas I gas assumono sia il volume che la forma del contenitore che li contiene; le mo-
lecole non sono legate tra loro (a meno di debolissimi legami che in genere possono
essere trascurati) e sono libere di muoversi attraverso il materiale
94
La Temperatura Scheda 51
La temperatura di un oggetto indica l’energia cinetica media delle molecole di ne consegue che l’ampiezza di un grado Kelvin sia uguale all’ampiezza di un grado
cui è fatto quell’oggetto. centigrado.
Ogni oggetto è infatti fatto di molecole, le quali si muovono all’interno dell’og- 51.1.3 conversioni di temperature
getto, fossanche per vibrare intorno ad punto di equilibrio. Visto che per l’energia Per come sono state determinate le due scale di temperatura bisogna stare atten-
cinetica di una particella esiste un limite inferiore pari a zero, allora esiste un limite ti quando si eseguono le conversioni di unità di misura. Se devo convertire due
inferione anche per la temperatura. intervalli di temperatura, la conversione è
∆T = 1 K = 1 ◦ C
51.1 Le scale di temperatura
Se devo invece convertire il valore di una temperatura allora
Le due principali scale di temperatura che studiamo sono la scala dei gradi centi-
gradi1 e la scala dei gradi Kelvin. Per creare una scala di temperature è necessario t = 300 K = 26, 85 ◦ C
determinare due punti fissi sulla scala.
95
Riscaldamento Scheda 52
Riscaldare un oggetto significa aumentarne la
cs1 Ti1 + cs2 Ti2
temperatura; raffreddare un oggetto significa dimi- Tf =
cs1 + cs2
nuirne la temperatura. Per ottenere questo dob-
Qualora vengano messi a contatto molti oggetti con temperature differenti, allora
biamo dare o togliere del calore all’oggetto. Se dia-
la formula sopra scritta diventa
mo del calore all’oggetto, questo calore aumenta
l’energia interna dell’oggetto e quindi ne aumenta cs1 Ti1 + cs2 Ti2 + ... + csn Tin
Fig. 52.1: Guarda il video you- Tf =
la temperatura. cs1 + cs2 + ... + csn
tu.be/sjsoUnjBeEM
dove n è un generico indice che indica il numero di oggetto messi a contatto.
Cosa succede se metto a contatto due oggetti con temperatura differente? Ciò che
succede è che del calore passa dall’oggetto più caldo (che quindi si raffredda) all’og-
getto più freddo (che quindi si riscalda); questo avviene fino a quando i due oggetti
raggiungono la stessa temperatura e sono quindi in equilibrio termico. Per calcolare
quale sia la temperatura di equilibrio che verrà raggiunta dai due corpi possiamo
utilizzare la seguente formula:
96
Dilatazione termica Scheda 53
Quando scaldiamo un oggetto solido o liquido, esso aumenta il suo volume. Le
molecole dell’oggetto, agitandosi, occupano infatti più spazio. Questo è un fenome-
no molto piccolo, e quindi difficilmente visibile ad occhio nudo.
(a) La sfera, fredda, è sufficientemente piccola (b) La sfera, calda, è troppo grande per poter
da passare nel foro passare nel foro
97
Transizioni di fase Scheda 54
Se diamo o togliamo calore ad un corpo quan- ne. Questo avviene perchè il calore fornito viene utilizzato per rompere (o formare) i
do ci troviamo ad alcune precise temperature tipi- legami tra le molecole e quindi non può essere impiegato per variare la temperatura
che di ogni materiale, succede che quel corpo su- del materiale. Da un punto di vista microscopico, infatti, le differenze tra i tre stati
bisce una transizione di fase e cambi quindi stato. I dipendono dall’intensità dei legami molecolari tra le varie molecole della sostanza.
tre stati in cui si può trovare la materia sono lo sta- In un solido i legami sono molto forti, tali da vincolare le molecole in una ben pre-
to solido, liquido e gassoso. Un qualunque passaggio cisa posizione le une rispetto alle altre; in un liquido i legami sono meno forti, e le
tra uno stato e l’altro si dice transizione di fase. Nel- Fig. 54.1: Guarda il video you- molecole sono libere di muoversi all’interno del liquido; in un gas i legami sono stati
tu.be/aH4vm84KJFk
la tabella 54.1 sono indicate le transizioni di fase spezzati e le molecole sono libere di allontanarsi indefinitamente le une dalle altre.
esistenti.
Ma quanta energia mi serve per far compiere una transizione di fase ad un certo
quantitativo di materia? Per ogni transizione di fase esiste un parametro tipico di
J
ogni materiale detto calore latente. La sua unità di misura è Kg . Questa grandezza mi
dice quanta energia devo fornire ad ogni kilogrammo di materiale per fare avvenire
una certa transizione di fase. Per cui, per ogni materiale, avremo un calore latente
di fusione ed un calore latente di ebollizione. Il calore necessario alla transizione di
fase sarà quindi:
98
Conduzione termica Scheda 55
esso. Se tocchiamo un oggetto freddo, la sensazione che stiamo provando significa:
55.1 La teoria
il calore esce velocemente dal nostro corpo. Se tocchiamo un oggetto caldo la sensazione
Il calore si muove all’interno dei materiali. La ve- che stiamo provando significa: il calore esce lentamente dal nostro corpo o addirittura vi
locità con la quale si muove dipende da fattori entra.
quali il materiale, la forma e la temperatura. Im- La velocità con cui il calore entra o esce dal nostro corpo dipende certo dalla
maginiamo di avere una sbarra di lunghezza l e temperatura dell’oggetto toccato, da dipende anche dal materiale di cui è fatto. I
sezione S e che tra i due estremi della sbarra ci metalli sono ottimi conduttori di calore, mentre il legno è un ottimo isolante termi-
sia una differenza di temperatura ∆T . Il calore si co... ecco perchè i due oggetti che avete prima toccato vi sembra che abbiano la stessa
muove dal lato più caldo verso il lato più freddo temperatura.
Fig. 55.1: Guarda il video you-
della sbarra; la quantità di calore che nell’unità di
tu.be/SGaXGaU5qN8
tempo passa da una parte all’altra della sbarra la
55.3 Un semplice esperimento
calcoliamo
∆Q S
= ρ ∆T
∆t l
∆Q
dove ρ è la conducibilità termica tipica del materiale di cui è fatta la sbarra, e ∆t
è la potenza trasmessa attraverso la sbarra.
99
Parte VII
Termodinamica
100
Mappe di termodinamica Scheda 56
Energia interna
U n
U = N KT
2
Calore fornito Temperatura
δQ T
Primo principio
Legge dei gas perfetti
della termodinamica
Lavoro fatto P ·V = N ·K·T Volume
∆U = δQ − δL
δL V
Pressione
P
Isoterma
Trasformazioni
∆T = 0
termodinamiche
∆U = 0
Isobara
Secondo principio ∆P = 0
della termodinamica δL = P · ∆V
η < 1
Adiabatica
δQ = 0
Terzo principio della Entropia
termodinamica δQ
∆S =
∆S ≥ 0 T
101
Primo principio della termodinamica Scheda 57
57.1 Videolezione 57.4 Il lavoro fatto da un gas
Ogni gas preme sulle pareti del contenitore che lo contiene, cioè esercita su di esse
una forza. Se le pareti si spostano, allora tale gas di conseguenza fa un lavoro. Se il
gas aumenta il suo volume, ne consegue che il gas cede del lavoro al mondo esterno;
se il gas diminuisce il suo volume, il gas riceve del lavoro dall’esterno.
δL ←→ ∆V
Fig. 57.1: Guarda il video youtu.be/KzwaYi0CtNs
102
Legge dei gas e trasformazioni termodinamiche Scheda 58
Esso altro non è se non un dia-
58.1 La legge dei gas perfetti 2
P gramma cartesiano con i valori di
Consideriamo un gas, per esempio l’aria contenuta in una stanza chiusa. Quali gran- pressione e volume sui due assi. Un
dezze fisiche dovrò utilizzare per definire lo stato fisico in cui si trova quel gas? 1.5 punto all’interno del grafico defini-
Cominciamo a considerare le seguenti quattro: sce in modo univoco un valore di
1 pressione e di volume, e quindi, per
• il volume V
il nostro gas, anche di temperatu-
• la pressione P ra. In figura 58.1 è rappresentato il
0.5 piano di Clapeyron; le linee punti-
• la temperatura T nate all’interno del piano rappresen-
V tano stati nei quali il gas ha sem-
• il numero di molecole N
0.5 1 1.5 2 pre la stessa temperatura. Tanto
L’insieme dei valori di queste quatto grandezze definisce lo stato fisico in cui si Fig. 58.1: il piano di Clapeyron più la linea in questione è lontana
trova quel gas. L’esperienza quotidiana ci dice che se facciamo variare una di queste dall’origine degli assi, tanto maggiore è la temperatura a cui corrisponde.
grandezze, automaticamente una o più di una delle altre cambia di conseguenza. La
legge fisica che lega insieme le quattro variabili dei gas sopra citate è la legge dei gas
perfetti 58.3 Trasformazioni termodinamiche
P ·V =N ·K ·T Si dice trasformazione termodinamica un qualunque
cambiamento dei valori delle variabili del gas. Ta-
dove K = 1, 3806488(13) · 10−23 Kelvin
Joule
è la costante di Boltzmann.
le cambiamento corrisponde nel piano di Clapey-
Questa si chiama legge dei gas perfetti in quanto vale per quei gas fatti di parti-
ron in uno spostamento del punto che rappresen-
celle puntiformi che non hanno alcuna interazione tra di loro. I gas reali non sono
ta lo stato del gas. Ogni trasformazione termodi-
certo così fatti, ma nella maggior parte dei casi ci si avvicinano tanto da poter essere
namica è sempre causata da uno scambio di ener-
considerati perfetti.
gia tra il gas ed il mondo esterno. Noi studiere-
Fig. 58.2: Guarda il video you-
mo quattro tipi di trasformazioni: isocore, isobare,
tu.be/NQ3JWLhCb4g
58.2 Lo stato di un gas isoterme ed adiabatiche.
Una volta fissato il numero di molecole di cui è composto il gas che stiamo studiando,
il suo stato è identificato dalle restanti tre: volume, pressione e temperatura. Definiti
58.3.1 Isocore
pressione e volume si può dedurre il valore della temperatura. Un ottimo modo Una trasformazione isocora è una trasformazione a volume costante. Nel piano di
per rappresentare lo stato in cui si trova un il gas è quello di utilizzare il piano di Clapeyron è rappresentata da una linea verticale. All’aumentare della pressione
Clapeyron. aumenterà la temperatura in modo direttamente proporzionale.
103
104 Scheda58. Legge dei gas e trasformazioni termodinamiche
2 2
P P
1.5 1.5
1 1
0.5 0.5
V V
0.5 1 1.5 2 0.5 1 1.5 2
58.3.2 Isobare da dell’isoterma. All’aumentare della pressione diminuirà il volume. Nella realtà
una trasformazione adiabatica può essere realizzata facendo trasformare il gas tanto
Una trasformazione isobara è una trasformazione a pressione costante. Nel piano
velocemente da non dargli il tempo di scambiare calore con il mondo esterno.
di Clapeyron è rappresentata da una linea orizzontale. All’aumentare del volume
aumenterà la temperatura in modo direttamente proporzionale.
58.3.5 Come ragionare con i gas perfetti
58.3.3 Isoterme
Per affrontare un qualunque problema sulle trasformazioni termodinamiche è pos-
Una trasformazione isoterma è una trasformazione a temperatura costante. Nel sibile utilizzare la mappa concettuale in figura 58.7.
piano di Clapeyron è rappresentata da un ramo di iperbole equilatera riferita agli Gli elementi che servono per eseguire i ragionamenti sono pochi:
asintoti. All’aumentare della pressione diminuirà il volume in modo inversamente
proporzionale. 1. la legge dei gas perfetti
2 2
P P
1.5 1.5
1 1
0.5 0.5
V V
0.5 1 1.5 2 0.5 1 1.5 2
4. il concetto per cui il gas cede lavoro all’esterno se si espande e lo riceve dall’e- 3. se conoscete le variazioni di due variabili tra pressione, volume e temperatu-
sterno se si comprime ra, allora avrete informazioni sulla terza variabile utilizzando la legge dei gas
perfetti
Tutto ruota intorna a due gruppi di tre variabili:
4. se conoscete i movimenti di energia legati a due delle tre variabili energetiche
1. pressione, volume e temperatura (energia interna, lavoro scambiato, calore scambiato), allora avrete informazio-
ni sulla terza variabile utilizzando il primo principio della termodinamica
2. energia interna, lavoro scambiato e calore scambiato
In base alle informazioni che avete i ragionamenti da fare di volta in volta sono
pochi e semplici:
Fig. 58.7: Una mappa concettuale per affrontare ogni problema sulle principali trasformazioni dei gas perfetti.
Distribuzione Maxwell Boltzmann Scheda 59
59.1 Il concetto
Abbiamo visto che la temperatura di un gas è legata all’energia cinetica media delle
molecole del gas e quindi alla loro velocità quadratica media. Se affermiamo che un
certo gas ha una certa temperatura, di fatto stiamo definendo un valore per l’energia
cinetica media delle molecole. Conoscere il valore medio dell’energia cinetica delle
molecole, non significa però conoscere il valore dell’energia cinetica di ogni singola
molecola. Se la media dell’energia cinetica ha un certo valore, l’energia cinetica di
ogni singola molecola può essere molto differente. Per cui, qualunque sia il valore 1
1 dn
dell’energia cinetica media delle molecole, ci saranno comunque molecole con poca N dv
1 dn m 32 −mv 2
= 4π v 2 e 2kT v
N dv 2πkT
In figura 59.1 è rappresentata tale distribuzione per tre diversi valori di tempera- 2 4 6 8
tura. Come si può vedere, per ogni valore di temperatura le molecole del gas posso- Fig. 59.1: Distribuzione maxwellinana delle velocità.
no avere molti differenti valori di velocità e quindi di energia cinetica. Per ogni va-
lore di temperatura del gas, l’unico valore sicuro è quello dell’energia cinetica media
delle molecole.
107
Il ciclo di Carnot Scheda 60
2. Durante la seconda trasformazione, l’espansione adiabatica (b), il gas non scam-
60.1 Trasformazioni cicliche
bia calore con l’esterno (δQb = 0). Quindi il lavoro fatto verso l’esterno fa
Una trasformazione è detta ciclica se, parten- diminuire l’energia interna del gas, raffreddandolo ∆Ub = −δLb .
do da un ben definito stato di pressione, vo- 2
P 3. Durante la terza trasformazione, la compressione isoterma (c), il gas non cam-
lume e temperatura, arrivo dopo un certo
tempo nello stesso stato di pressione, volu- 1.5 bia la sua energia interna (∆Uc = 0). Ne consegue che il lavoro ricevuto du-
me e temperatura. Non importa quale sia il rante la compressione è uguale al calore ceduto a bassa temperatura δLc =
percorso seguito, ma conta solo che il pun- 1 δQced .
to di partenza e quello di arrivo coincidano.
0.5 4. Durante la quarta trasformazione, la compressione adiabatica (d), il gas non
In figura 60.1 vediamo un esempio di un ci-
scambia calore con l’esterno (δQd = 0). Ne consegue che il lavoro ricevu-
clo termodinamico di Carnot. Immaginate lo V to durante la compressione farà aumentare l’energia interna e la temperatura:
stato del gas che percorre tale ciclo in senso 0.5 1 1.5 2 ∆Ud = −δLd .
orario.
Adesso, per capire l’utilità e le caratte- Fig. 60.1: Un esempio di un ciclo
termodinamico
ristiche dei cicli termodinamici, comincia-
mo con l’analizzare un ben preciso ciclo 60.3 Il rendimento di un ciclo
termodinamico: il ciclo di Carnot.
Durante tutto il ciclo del calore e del lavoro
vengono scambiati con il mondo esterno, alla Sorgente ad alta temperatura
60.2 Il ciclo di Carnot fine del ciclo l’energia interna del gas non è
però cambiata, perchè lo stato finale del gas δQa
Il ciclo di Carnot è una particolare trasformazione è uguale a quello iniziale. In particolare del
ciclica composta da due trasformazioni isoterme e calore è stato assorbito ad alta temperatura; δL
due trasformazioni adiabatiche come mostrato in una parte di quel calore è stata poi ceduta al
figura 60.3. mondo esterno a bassa temperatura. Se an- δQc
Per studiare tale ciclo è necessario analizzare i diamo poi a considerare tutto il lavoro fatto e
flussi di energia tra il gas e l’esterno; prendiamo ricevuto nelle quattro trasformazioni, trove- Pozzo a bassa temperatura
come punto di partenza per l’analisi lo stato che remo che la parte di calore assorbito che non
Fig. 60.2: Guarda il video you-
ha maggiore pressione, minore volume e maggiore è stata poi ceduta a bassa temperatura, è sta- Fig. 60.4: In un ciclo di Carnot viene prele-
tu.be/xUsKuyw0_6A
temperatura. vato dall’esterno del calore ad una alta tempera-
ta in realtà trasformata in lavoro fatto verso il tura, trasformato una parte di esso in lavoro di-
1. Durante la prima trasformazione, l’espansione isoterma (a), il gas ha energia mondo esterno. sperdendo come conseguenza del calore ad una
interna costante (∆Ua = 0). Ne consegue che il lavoro fatto dal gas è uguale al L’immagine 60.4 mostra quale sia stato il temperatura più bassa.
calore assorbito δLa = δQass ad alta temperatura. flusso di energia durante un intero ciclo di
108
109 Scheda60. Il ciclo di Carnot
b
60.3.1 La qualità dell’energia
0.6
Se analizziamo in dettaglio gli scambi di energia in un ciclo termodinamico, succede
0.4 sempre che del calore viene assorbito ad alta temperatura, ed una parte di esso viene
c
ceduto a bassa temperatura. La differenza è stata trasformata in lavoro. La nostra
0.2
capacità di estrarre del lavoro dal calore assorbito, cioè il rendimento del ciclo, è
V tanto più alta quanto più alta è la temperatura a cui assorbo il calore e quanto più
0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2 bassa è la temperatura a cui lo cedo. Il calore assorbito ad alta temperatura possiamo
definirlo molto pregiato; estraendo da esso l’energia in assoluto più pregiata che esiste,
Fig. 60.3: Il ciclo di Carnot: il gas subisce una espansione isoterma (a) ad alta temperatura Talta ; successiva-
mente una espansione adiabatica (b) che lo porta alla temperatura inferiore Tbassa , poi una compressione isoterma
il lavoro, ciò che rimane e che scartiamo è calore ceduto a bassa temperatura che
(c) alla temperatura Tbassa , ed infine una compressione adiabatica (d) che lo riporta alla temperatura Talta . possiamo definire poco pregiato.
Carnot. Questo è un concetto generale valido per ogni ciclo termodinamico che ven-
60.4 Cicli frigoriferi
ga percorso in senso orario: sempre verrà assorbito del calore ad alta temperatura,
I cicli termodinamica di cui abbiamo parlato sono tutti percorsi in senso orario. Se
sempre una parte di quel calore viente trasformato in lavoro e sempre la parte ri-
li eseguiamo in senso antiorario avremo che tutti i passaggi di energia avverranno
manente viene ceduta a bassa temperatura. Un ciclo termodinamico serve infatti a
anche loro al contrario. Il gas riceverà quindi una piccola quantità di lavoro e lo
trasformare del calore in lavoro.
utilizzerà per spostare del calore da un luogo freddo verso un luogo caldo. In na-
Un ciclo termodinamico è tanto migliore quanto maggiore è la percentuale di tura questo non avviene mai spontaneamente, ecco perchè c’è bisogno di un certo
calore assorbito che viene trasformata in lavoro. Tale percentuale viene chiamata quantitativo di lavoro per riuscire a farlo.
110 Scheda60. Il ciclo di Carnot
δQc
δL
δQa
111
Il ciclo Otto Scheda 62
1. Durante la prima trasformazione, la compressione adiabatica (a), il gas riceve
62.1 Le trasformazioni del ciclo
lavoro dall’esterno aumentando la sua energia interna (∆Ua > 0; δLa < 0 ). Ne
Il ciclo Otto è una particolare trasformazione ciclica composta da due trasformazioni consegue che il volume del gas diminuisce e la temperaura aumenta. Questa è
adiabatiche e due trasformazioni isocore come mostrato in figura 62.1. Questo ciclo la fase in cui il pistone comprime la miscela di aria e benzina e la prepara per
è quello utilizzato per far funzionare i motori a quattro tempi delle automobili. la combustione.
Fig. 62.1: Il ciclo Otto: il gas subisce una compressione adiabatica (a), successivamente un riscaldamento isocoro
(b), poi una espansione adiabatica (c), infine un raffreddamento isocoro (d).
Per studiare tale ciclo è necessario analizzare i flussi di energia tra il gas e l’ester-
no; prendiamo come punto di partenza per l’analisi lo stato che ha maggiore volume
e minore pressione (il vertice n basso a destra). Questo è il momento nel quale nel
motore, all’interno del cilindro e a contatto con il pistone, si trova una miscela di aria
e benzina.
112
Il ciclo diesel Scheda 63
lavoro dall’esterno aumentando la sua energia interna (∆Ua > 0; δLa < 0 ). Ne
63.1 Le trasformazioni del ciclo
consegue che il volume del gas diminuisce e la temperaura aumenta.
Il ciclo diesel è una particolare trasformazione ciclica composta da due trasforma-
2. Durante la seconda trasformazione, l’espansione isobara (b), il gas riceve calore
zioni adiabatiche, una trasformazione isocora ed una isobara come mostrato in fi-
(δQb > 0) e ne consegue sia un aumento di energia interna sia una produzione
gura 63.1. Questo ciclo è quello utilizzato per far funzionare i motori diesel delle
di lavoro (∆Ub > 0; δLb > 0 ).
automobili.
3. Durante la terza trasformazione, l’espansione adiabatica (c), il gas diminui-
2
P sce la sua energia interna (∆Uc < 0) con la conseguente produzione di lavoro
1.8 δLc > 0.
1.2
0.8
c
0.6
a
0.4
0.2 d
V
0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2
Fig. 63.1: Il ciclo diesel: il gas subisce una compressione adiabatica (a), successivamente una espansione isobara
(b), poi una espansione adiabatica (c), infine un raffreddamento isocoro (d).
Per studiare tale ciclo è necessario analizzare i flussi di energia tra il gas e l’ester-
no; prendiamo come punto di partenza per l’analisi lo stato che ha maggiore volume
e minore pressione (il vertice n basso a destra).
113
Il ciclo di Stirling Scheda 64
). Ne consegue che il volume del gas diminuisce mentre la temperaura rimane
64.1 Le trasformazioni del ciclo
costante.
Il ciclo di Stirling è una particolare trasformazione ciclica composta da due trasfor-
2. Durante la seconda trasformazione, il riscaldamento isocoro (b), il gas riceve
mazioni isoterme e due trasformazioni isocore come mostrato in figura 64.1.
calore (δQb > 0) e ne consegue un aumento di energia interna e quindi di
temperatura.
2
P
3. Durante la terza trasformazione, l’espansione isoterma (c), il gas riceve calore
1.8
dall’estermo (∆Qc > 0) con la conseguente produzione di lavoro δLc > 0.
1.6 4. Durante la quarta trasformazione, il raffreddamento isocoro (d), il gas cede
1.4 calore all’esterno (δQd < 0) diminuendo la sua energia interna e la sua tempe-
ratura ∆Ud < 0.
1.2
0.8
b
c
0.6
0.4
0.2 a d
V
0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2
Fig. 64.1: Il ciclo di Stirling: il gas subisce una compressione isoterma (a), successivamente un riscaldamento
isocoro (b), poi una espansione isoterma (c), infine un raffreddamento isocoro (d).
Per studiare tale ciclo è necessario analizzare i flussi di energia tra il gas e l’ester-
no; prendiamo come punto di partenza per l’analisi lo stato che ha maggiore volume
e minore pressione (il vertice in basso a destra).
114
Il ciclo rettangolare Scheda 65
voro dall’esterno e diminuisce la sua energia interna (∆Ua < 0; δLa < 0 ). Ne
65.1 Le trasformazioni del ciclo
consegue che il volume del gas e la sua temperaura diminuiscono.
Il ciclo rettangolare è una particolare trasformazione ciclica composta da due trasfor-
2. Durante la seconda trasformazione, il riscaldamento isocoro (b), il gas riceve
mazioni isobare e due trasformazioni isocore come mostrato in figura 65.1.
calore (δQb > 0) e ne consegue un aumento di energia interna e quindi di
2 temperatura.
P
1.8 3. Durante la terza trasformazione, l’espansione isobara (c), il gas aumenta la sua
energia interna (∆Uc > 0) con la conseguente produzione di lavoro δLc > 0.
1.6
4. Durante la quarta trasformazione, il raffreddamento isocoro (d), il gas cede
1.4 calore all’esterno (δQd < 0) diminuendo la sua energia interna e la sua tempe-
ratura ∆Ud < 0.
1.2
c
1
0.8
b
0.6 d
0.4
0.2 a
V
0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2
Fig. 65.1: Il ciclo rettangolare: il gas subisce una compressione isobara (a), successivamente un riscaldamento
isocoro (b), poi una espansione isobara (c), infine un raffreddamento isocoro (d).
Per studiare tale ciclo è necessario analizzare i flussi di energia tra il gas e l’ester-
no; prendiamo come punto di partenza per l’analisi lo stato che ha maggiore volume
e minore pressione (il vertice n basso a destra). Questo è il momento nel quale nel
motore, all’interno del cilindro e a contatto con il pistone, si trova una miscela di aria
e benzina.
115
Entropia Scheda 66
L’entropia è una variabile di stato di un gas, la cui comprensione non è banale ma è irreversibile, infatti non vedrete mai accadere che il gas di una stanza ritorni
è fondamentale per capire l’evoluzione di un sistema fisico complesso. spontaneamente tutto nell’altra.
L’Entropia di un gas, che indichiamo con la lettera S è definita dall’equazione δQf = −δQc
δQ dove δQc è il calore ceduto dall’oggetto caldo ed ha valore negativo, e δQf è il ca-
∆S =
T
lore assorbito dall’oggetto freddo ed ha valore positivo. Sappiamo inoltre che la
La variazione di entropia in un gas è quindi data dal rapporto tra il calore scambiato temperatura dell’oggetto caldo è maggiore di quella dell’oggetto freddo
dal gas e la temperatura a cui viene scambiato.
Tc > Tf
• Immaginate due stanze di casa vostra separate da una porta, ed immaginate 1 Anche se nell’esempio non parlo di gas, l’entropia è comunque un concetto che può essere applica-
che in una stanza ci sia aria e nell’altra il vuoto. Se aprirete la porta il gas si to. Concedetemi in questa scheda di non essete troppo rigoroso ed approfondito per preservare quella
muoverà da una stanza all’altra riempiendo entrambe le stanze. Il fenomeno semplicità di ragionamento necessaria per farvi comprendere un principio generale molto complesso.
116
Parte VIII
Onde
117
Mappe sui fenomeni ondulatori Scheda 67
Caratteristiche Lunghezza d’onda
Onde
di un’onda λ[metri]
V = λ·ν
Velocità
V [m
s ]
Frequenza
Onde Onde Periodo
ν = T1
meccaniche / E.M. longitudinali / trasversali T [secondi] 1
Hz = secondi
Ampiezza Intensità
Arcobaleno Effetto Doppler ∆E
A[metri] I =
S · ∆t
Assorbimento
Onde stazionarie
Dispersione
Diffusione Interferenza
V = V (λ)
Battimenti
Rifrazione
Ottica sin i Vi fenomeni
=
geometrica sin r Vr ondulatori
complanarità
Diffrazione onde superficiali
Riflessione Ia · ra = Ib · rb
i = i0 Attenuazione
legge dei punti fattore di onde in un volume
complanarità
coniugati ingrandimento Ia · ra2 = Ib · rb2
1 1 1 f
= + G =
f p q f −p
118
Onde e fenomeni ondulatori Scheda 68
Le onde sono delle perturbazioni che si propagano nello spazio. Luce e suono ne In un’onda trasversale l’oscillazione è perpendicolare alla direzione di pro-
sono due esempi. pagazione dell’onda; in un’onda longitudinale l’oscillazione è parallela alla
direzione di propagazione dell’onda.
68.1 Definizione
Immaginiamo di lanciare un sasso in uno stagno: vedremo delle onde di forma cir-
colare, che, propagandosi, diventano sempre più grandi. Osservando il fenomeno,
notiamo inoltre che, al passaggio dell’onda, le molecole dell’acqua non si muovo-
no in avanti, ma soltanto in basso e in alto. Le molecole dell’acqua compiono cioè
un’oscillazione in torno ad un punto di equilibrio fisso. Fig. 68.1: Guarda il video youtu.be/Rbuhdo0AZDU
In un’onda le uniche cose che si propagano in avanti sono l’energia e la quantità
di moto.
Un’onda è detta meccanica, quando è data dall’oscillazione delle molecole del 68.1.3 Variabili dell’onda
materiale nel quale si propaga.
Le variabili con cui descrivo le onde sono: la lunghezza d’onda, la frequenza, l’am-
Un diverso tipo di onde sono le onde elettromagnetiche, come per esempio la piezza, il periodo, la velocità, l’intensità.
luce. Ad oscillare è un campo elettromagnetico e non il materiale entro cui si propaga
• λ: la lunghezza d’onda è la distanza tra un picco ed il picco successivo.
l’onda, per cui le onde elettromagnetiche possono propagarsi nel vuoto.
In un’onda elettromagnetica ad oscillare è un campo elettromagnetico. • ν: la frequenza è il numero di oscillazioni al secondo. L’unità di misura è
l’Hertz: Hz = 1s
68.1.2 Onde trasversali e longitudinali • A: per un’onda meccanica l’ampiezza è la massima distanza delle molecole
dal punto di equilibrio della loro oscillazione. In un’onda elettromagnetica è il
Prendiamo ad esempio un’onda meccanica; le molecole del materiale, all’arrivo del- massimo valore del campo elettrico o magnetico.
l’onda, oscillano intorno ad un punto di equilibrio. La linea sulla quale oscillano può
essere parallela o perpendicolare alla direzione di propagazione dell’onda. • T : il periodo è la durata di una oscillazione completa.
119
120 Scheda68. Onde e fenomeni ondulatori
λ
A ~
V
∆E
I=
S · ∆t
La sorgente di un’onda nell’intervallo di tempo ∆t emette una certa quantità di
energia ∆E. In un’onda in tre dimensioni questa energia è distribuita sulla superficie
sferica dell’onda. Man mano che l’onda si propaga in avanti, la superficie sperica in
questione aumenta; la stessa energia ∆S si distribuisce su superfici sempre maggiori
e di conseguenza l’intensità dell’onda diminuisce man mano che l’onda di propaga.
Consideriamo la sorgente di un’onda sferica, e chiediamoci come cambia l’inten-
sità dell’onda per due osservatori posti a distanza r1 ed r2 dalla sorgente.
Dal momento che una sfera ha una superficie S = 4πr2 e che l’energia ∆E
dell’onda è costante durante la propagazione, avremo che
I1 · S1 · ∆t = I2 · S2 · ∆t
da cui
I1 · r12 = I2 · r22
121
Riflessione e Rifrazione Scheda 70
Ogni volta che un’onda passa da un materiale ad un’altro accadono due fenome-
70.1 Riflessione
ni distinti: l’onda si divide in due onde, la prima ritorna indietro, mentre la seconda
prosegue nel nuovo materiale. L’onda che ritorna indietro è l’onda riflessa e parlia- Facciamo riferimento alla figura 70.1: il raggio riflesso forma con la perpendicolare
mo del fenomeno della riflessione; l’onda che prosegue nel nuovo materiale è detta alla superficie di separazione, un angolo i0 uguale all’angolo di incidenza i
onda rifratta e parliamo del fenomeno della rifrazione. I fenomeni di riflessione e ri-
frazione avvengono nel momento in cui l’onda incide sulla superficie di separazione i0 = i
tra i due materiali. L’angolo con cui l’onda incide su tale superficie è detto angolo
di incidenza ed è l’angolo compreso tra il raggio dell’onda e la perpendicolare alla
superficie di separazione. Molto importante: 70.2 Rifrazione
Il raggio dell’onda, il raggio riflesso, il raggio rifratto e l’asse perpendicolare Quando un’onda passa da un mezzo nel quale viaggia alla velocità Vi in un mezzo
alla superficie di separazione sono tutte rette sullo stesso piano nel quale la velocità è Vr avremo che conseguentemente cambia la lunghezza d’onda
rimanendo invariata la frequenza. Una diretta conseguenza è che, incidendo sul-
la superficie di separazione tra due materiali, cambia la direzione di propagazione
dell’onda; con riferimento alla figura 70.1 avremo che
sin(i) Vi
= (70.1)
sin(r) Vr
Se un’onda incide con un angolo maggiore dell’angolo limite, il raggio rifratto non
può esistere e di conseguenza esiste solo il raggio riflesso; questa situazione viene
definita riflessione totale, in quanto tutta l’energia dell’onda viene riflessa.
Fig. 70.1: Riflessione e rigrazione di un’onda nel momento di incidenza sulla superficie di separazione tra due
materiali che a titolo di esempio abbiamo indicato come aria e acqua nei quali l’onda viaggia con velocità Vi e Vr . 70.3 Videolezioni
122
123 Scheda70. Riflessione e Rifrazione
Interferenza
2
Ampiezza (m)
−2 Se una corda bloccata agli estremi sta vibrando, la vibrazione sarà un’onda sta-
zionaria con due nodi coincidenti con gli estremi della corda. Questo vuol dire
che la lunghezza della corda deve necessariamente essere un multiplo intero della
−10 −5 0 5 10
semilunghezza d’onda.
metri λ
l=n
2
Fig. 71.1: Due onde presenti nello stesso luogo; l’onda complessiva che effettivamente vediamo, disegnata in nero,
rappresenta la somma algebrica delle due onde.
124
λ=l
2l
λ= 3
l
λ= 2
2l
λ= 5
Interferenza
2
Ampiezza (m)
−2
−40 −20 0 20 40
metri
Immaginate un’onda con il fronte d’onda lineare, per esempio le onde del mare;
immaginate adesso che tali onde passino attraverso lo spazio tra due file di scogli;
dopo tale passaggio vedrete che il fronte d’onda dell’onda assumerà forma circolare.
Fig. 72.1: Immagine di un fenomeno di diffrazione fotografato nella cittadina marittima di Termoli.
127
Risonanza Scheda 73
73.1 Il fenomeno
Quando un’onda incide contro un oggetto, tale oggetto comincia ad oscillare.
L’oscillazione avrà la stessa frequenza dell’onda incidente, ma ampiezza mol-
to maggiore. Il fenomeno avviene solo se la frequenza dell’onda incidente è
uguale ad una delle frequenze di risonanza dell’oggetto.
128
Diffusione Scheda 74
74.1 Il fenomeno
Quando un’onda interagisce con un oggetto, se l’oggetto non è riflettente o
trasparente, allora tale onda viene assorbita e riemessa in tutte le direzioni.
Se immaginiamo per esempio un raggio di luce laser che incide su di un muro, sap-
piamo tutti che chiunque nella stanza è in grado di vedere il puntino luminoso del
laser sul muro. Questo vuol dire che la luce laser che incide contro il muro, viene
riemessa dal muso in tutte le direzioni, diventando quindi visibile a chiunque nella
stanza.
129
Dispersione Scheda 75
75.1 Il fenomeno
La dispersione è quel fenomeno derivante dalla dipendenza, dalla frequenza
dell’onda, della velocità dell’onda in un certo materiale.
Noi sappiamo che un raggio luminoso, quando cambia materiale nel quale si
propaga, automaticamente cambia velocità e quindi devia dalla sua traiettoria; se la
velocità del raggio luminoso dipendesse soltanto dal materiale, ogni colore deviereb-
be nello stesso modo; in realtà l’indice di rifrazione di un materiale ha una leggera
dipendenza dalla frequenza della luce che lo attraversa; per questo motivo il feno-
meno della rifrazione avviene in modo differente a seconda del colore della luce. Un
fascio di luce bianca, formato cioè dalla combinazione di tutti i colori, nel passaggio
da un materiale all’altro verrà separato in tutte le sue componenti di colore, in quan-
to ogni colore devierà dalla sua traiettoria in modo differente. Questa dipendenza
del fenomeno della rifrazione dalla frequenza della luce incidente è detto dispersione.
130
Effetto Doppler Scheda 76
76.1 Il fenomeno λ
λo =
1 + VVo
L’effetto Doppler è un fenomeno per il quale data una sorgente che emet-
da cui
te un’onda di una determinata frequenza, un osservatore percepisce una
frequenza differente a seconda del moto della sorgente e dell’osservatore
Vo
relativamente al mezzo in cui l’onda si propaga. νo = ν 1 +
V
Lo stesso ragionamento lo si può ripetere per un osservatore che si stia allonta-
In questa scheda chiameremo λ, ν, T e V le variabili riferite all’onda emessa dalla nando dalla sorgente, ottenendo
sorgente; chiameremo λo , νo e T0 le variabili dell’onda percepita dall’osservatore.
Chiameremo poi Vs e Vo rispettivamente la velocità della sorgente e dell’osservatore Vo
νo = ν 1 −
V
rispetto al mezzo di propagazione dell’onda.
131
132 Scheda76. Effetto Doppler
Fig. 76.3: Nel caso la sorgente si muova più lentamente dell’onda, la lunghezza d’onda percepita dall’osservatore
in quiete è la distanza rappresentata in blu. Essa sarà uguale alla lunghezza d’onda dell’onda emessa dalla sorgente
meno la distanza percorsa dalla sorgente in un periodo dell’onda. La circonferenza rappresenta la posizione del fronte
d’onda dopo un periodo dell’onda. Nella seconda immagine è rappresentata la situazione dopo due periodi quando
sono stati già emessi due fronti d’onda. Fig. 76.5: Guarda il video youtu.be/35goU1SlAXE
e quindi
ν
νo =
1 − VVs
Lo stesso ragionamento lo si può ripetere per l’osservatore dietro la sorgente otte- Fig. 76.6: Guarda il video youtu.be/uHJ4_dW3890
nendo
ν
νo =
1 + VVs
Onde d’urto
133 Scheda76. Effetto Doppler
C α = 90◦
Vo · ∆t
V0
sin β =
Vs · ∆t Vs
A B
Fig. 76.7: Nel caso la sorgente si muova più velocemente di quanto non viaggi l’onda, avremo la formazione di
onde d’urto. Lo schema geometrico di questo fenomeno fisico è rappresentato in figura. In rosso lo spostamento
dell’onda in un certo intervallo di tempo ∆t. In blu lo spostamento della sorgente nello stesso intervallo di tempo.
L’angolo in B dipende quindi dal rapporto tra le velocità dell’onda e della sorgente.
Le lenti Scheda 77
Analizzeremo in questa scheda come una lente
sferica si comporta con i raggi luminosi che l’attra-
versano e quindi come crea le conseguenti imma-
gini. Una lente è un oggetto di vetro che, avendo
un indice di rifrazione maggiore di quello dell’a-
ria, devia i raggi luminosi. In questa scheda ci li-
mitiamo per semplicità a trattare delle lenti sferi- Fig. 77.1: Guarda il video you-
tu.be/7BQnCyutdWs
che, cioè di lenti formate da due superfici sferiche
simmetriche rispetto ad un asse centrale detto asse
ottico della lente. Tratteremo inoltre solo lenti sottili, cioè lenti il cui spessore è tanto
piccolo da poter essere considerato trascurabile. Distinguiamo tra due tipi di lenti:
Fig. 77.2: Lenti convergenti.
le lenti convergenti e le lenti divergenti rappresentate nelle figure 77.2 e 77.3.
134
135 Scheda77. Le lenti
F
F
p q
Fig. 77.4: Costruzione dell’immagine di una lente convergente. Con F sono indicati i fuochi della lente, con f la
distanza focale, con p la distanza dell’oggetto dalla lente, con q la distanza dell’immagine dalla lente. In questo caso
Fig. 77.3: Lenti divergenti. l’immagine risulta invertita e reale.
Se adesso osservate l’immagine 77.7 vedrete che i segmenti lungghi h e h0 sono due
77.2.1 La legge dei punti coniugati
cateti di due triangoli rettangoli simili, per cui posso scrivere
La posizione dell’oggetto, del fuoco e dell’immagine sono legate tra loro dalla legge h0 q
dei punti coniugati G=− =−
h p
1 1 1
= + Utilizzando poi la legge dei punti couniugati avremo
f p q
h0 q f
dove f è la distanza focale, p è la distanza dell’oggetto dal centro della lente, e q è la G=− =− =
h p f −p
distanza dell’immagine dal centro della lente.
Il fattore di ingrandimento dipende quindi dalla distanza focale della lente e dal-
la distanza dell’oggetto dalla lente. SE il fattore di ingrandimento viene negativo,
77.2.2 Il fattore di ingrandimento significa che l’immagine viene capovolta.
Abbiamo visto che l’immagine generata da una lente può essere sia più grande che
più piccola. Se indichiamo con h la dimensione dell’oggetto e con h0 la dimensione
dell’immagine, il fattore di ingrandimento è definito come
h0
G=−
h
136 Scheda77. Le lenti
F
F
p h
F
Fig. 77.5: Costruzione dell’immagine di una lente convergente. Con F sono indicati i fuochi della lente, con f la F h’
distanza focale, con p la distanza dell’oggetto dalla lente, con q la distanza dell’immagine dalla lente. L’immagine
risulta dritta e virtuale.
f
p q
Fig. 77.7: Calcolo dell’ingrandimento ottenuto con l’utilizzo di una lente. I due triangoli evidenziati in rosso
sono triangoli simili, in quanto hanno l’angolo al vertice uguale e sono entrambi rettangoli.
F
F
q
p f
Fig. 77.6: Costruzione dell’immagine di una lente divergente. Con F sono indicati i fuochi della lente, con f la
distanza focale, con p la distanza dell’oggetto dalla lente, con q la distanza dell’immagine dalla lente. L’immagine
risulta dritta e virtuale.
L’arcobaleno Scheda 78
78.1 Osservare un arcobaleno 78.2 Il principio di base
Tutti voi avete sicuramente visto un arcobaleno, ma probabilmente pochi di voi lo L’arcobaleno si forma quando la luce del sole attraversa una goccia d’acqua. Co-
hanno guardato. Provate per esempio a leggere le seguenti domande riguardanti me mostrato in fig.78.1, ogni singolo raggio luminoso entra nella goccia d’acqua in
gliarcobaleni, e dite a quante di queste sapete rispondere. accordo con le regole della riflessione e rifrazione della luce; esso si propaga all’in-
terno della stessa, per poi uscirne con un angolo differente rispetto alla direzione di
1. Il rosso si trova all’interno o all’esterno? provenienza.
i
3. Quanto vale la sua lunghezza?
r φ
4. Quanto vale la sua ampiezza (espressa in gradi)? r δ
r
5. E’ più luminosa la parte interna o esterza dell’arco?
(c) Quanto vale il raggio del secondo arco? Fig. 78.1: Percorso di un raggio luminoso attraverso una goccia d’acqua.
(d) Quanto vale l’ampiezza del secondo arco?
Indicati con i l’ingolo di incidenza della luce sulla superficie della goccia d’ac-
9. La luce dell’arcobaleno è polarizzata? qua, con r il relativo angolo di rifrazione, e con δ l’ampiezza della deviazione del
raggio luminoso rispetto alla sua direzione di provenienza, tale angolo può essere
10. Qual è la direzione della polarizzazione?
facilmente calcolato e si ottiene
137
138 Scheda78. L’arcobaleno
Se immaginiamo adesso un fascio di luce che investe tutta la goccia d’acqua, avre- nrosso = 1, 331 → φmax ∼ 42, 4◦
mo tanti raggi luminosi paralleli che incidono sulla goccia d’acqua con tutti gli angoli
nblu = 1, 343 → φmax ∼ 40, 7◦
di incidenza possibili. Ne segue che la luce che esce dalla goccia d’acqua dopo una ri-
flessione all’interno della stessa, esce tornando indietro verso la fonte di luce, formando All’interno del cono della luce blu ci saranno quindi tutti i colori e di conseguen-
un cono dell’ampiezza di circa 42◦ rispetto all’asse della luce incidente. za vedremo luce bianca; al contrario all’esterno del cono di luce rossa non ci sarà
Andiamo adesso a considerare il fatto che l’indice di rifrazione dell’acqua è diffe- luce. Intuite facilmente che l’arcobaleno lo si vede nella zona compresa tra i due co-
rente a seconda che si tratti di luce rossa o luce blu. Di conseguenza il valore φmax è ni. Bisogna comunque sotolineare che, se andiamo a calcolare l’intensità luminosa
differente per i due colori ed il cono della luce di ritorno ha un’ampiezza differente. della luce di ogni singolo colre, troviamo che la maggiore intensità luminosa si trova
139 Scheda78. L’arcobaleno
proprio sul bordo di tale cono. E’ questo il motivo per cui i colori ci appaiono così
nettamente separati.
Fig. 78.4: Un osservatore, se ha alle spalle il sole all’orizzonte, e di fronte a se un temporale, vede un arcobaleno.
In particolare se guarda ad angoli grandi non vede la luce proveniente dalle goccioline d’acqua, se guarda ad angoli
piccoli vede luce bianca, se guarda ad angoli intorno ai 42◦ vele i colori dell’arcobaleno.
l’arcobaleno scende. Una volta che il sole supera l’inclinazione di 42◦ allora l’arcoba-
Fig. 78.3: Il cono di luce emesso da una singola giccia d’acqua, se proiettato su di uno schermo, darebbe leno necessariamente scompare. L’esatto opposto capita quindi al tramonto: mentre
un’immagine di questo tipo. il sole scende verso l’orizzonte, l’acobaleno sorge dalla parte opposta.
Immaginiamo ora (vedi fig.78.4) che il sole si trovi alle nostre spalle esattamente
al livello dell’orizzonte, e che di fronte a noi ci sia un temporale, o più in generale
78.3 L’arco secondario
una zona d’aria con miliardi di goccioline d’acqua in sospensione. I raggi luminosi,
incontrando le goccioline d’acqua formerebbero i coni di luce precedentemente de-
Se osservate bene l’arcobaleno, vedrete anche un secondo arco, più grande del pri-
scritti nella nostra direzione. Se osserviamo in una direzione a più di 42◦ rispetto
mo, anche se di intensità inferiore. Per spiegare l’esistenza di questo secondo arco
all’asse dei raggi luminosi non arriva luce colorata ai nostri occhi. Se osserviamo in
è sufficiente considerare non il raggio luminoso che all’interno della goccia d’acqua
una direzione a meno di 42◦ rispetto all’asse dei raggi luminosi arriva ai nostri occhi
subisce una riflessione, ma quello che ne subisce due. Ricalcolando quindi gli angoli
luce bianca. Per direzioni intorno ai 42◦ osserviamo luce colorata.
φmax per il colore rosso e per il colore blu, avremo che
Immaginiamo adesso che il sole si sollevi sull’orizzonte; la nostra ombra ci forni-
sce la misura dell’inclinazione dei raggi luminosi. L’asse che passa dai nostri occhi
ed arriva alla punta della nostra ombra rappresenta proprio l’asse centrale dell’ar- nrosso = 1, 331 → φmax ∼ 50, 4◦
cobaleno. I 42◦ di ampiezza dell’arcobaleno di devono sempre calcolare rispetto a
questo asse. Ne segue di conseguenza che quando il sole sorge, dalla parte opposta nblu = 1, 343 → φmax ∼ 53, 5◦
140 Scheda78. L’arcobaleno
1. Il rosso si trova all’interno o all’esterno? Visto che per osservare la luce rossa devo
sollevare lo squardo di un angolo maggiore rispetto a quello che devo fare per
la luce blu... il rosso si trova all’esterno.
Fig. 78.5: Rispetto alla figura 78.4 adesso il sole si è sollevato sull’orizzonte. I raggi luminosi arrivano inclinati,
e l’asse che passa dai nostri occhi fino alla punta della nostra ombra è proprio l’asse centrale dell’arcobaleno. 2. Quanto vale il suo raggio (espresso in gradi)? Il suo raggio nella parte centrale è di
circa 41◦
Notate che adesso è il rosso a generare un cono di luce più stretto e quindi i 3. Quanto vale la sua lunghezza? La sua lunghezza dipende dalla porzione di arco
colori dell’arcobaleno risultano essere in sequenza invertita rispetto a quella dell’arco che si trova sopra il livello del terreno. Esso è massimo all’inizio del sorgere
primario. del sole ed alla fine del suo tramonto.
4. Quanto vale la sua ampiezza (espressa in gradi)? L’ampiezza dipende dalla dif-
ferenza degli angoli che formano il rosso ed il blu: circa 1, 7◦ . Bisogna però
78.4 Polarizzazione dell’arcobaleno
precisare che il sole non è una sorgente luminosa puntiforme. IL fatto che il
La luce bianca che entra nella gocciolina d’acqua subisce una riflessione all’interno sole abbia una dimensione nel cielo di circa 0, 5◦ fa si che l’arcobaleno risulti
di essa. Di tutta la luce che esce dalla gocciolina, quella che va poi a formare l’arcoba- un po’ più ampio esattamente di una quantità pari alla dimensione angolare
leno è quella che esce con un angolo φmax che abbiamo visto essere (vedi tab.78.1) di del sole nel cielo.
circa 40◦ . L’angolo di Brewster per un raggio luminoso che passa dall’acqua all’aria 5. E’ più luminosa la parte interna o esterza dell’arco? La luce rifratta dalle goccioli-
si calcola nel seguente modo: ne d’acqua è tutta contenuta all’interno del cono delimitato dall’arcobaleno...
quindi la parte interna di esso è molto più luminosa.
naria 1
tan(θbr ) = = 6. In quali momenti della giornata lo possiamo osservare? L’arcobaleno può essere
nacqua 1, 33
osservato solo se il sole si trova a meno di 42◦ sopra l’orizzonte... quindi alla
θbr = 37◦ mattina ed alla sera.
141 Scheda78. L’arcobaleno
7. In quale direzione lo possiamo osservare (Nord - Sud - Ovest - Est)? L’arcobaleno 78.6.2 Diffrazione su gocce d’acqua
può essere osservato solo se si guarda in direzione opposta a quella del sole...
A volte capita di osservare un arcobaleno quando siamo su di un aereoplano e guar-
verso est la sera e verso ovest la mattina
diamo l’ombra dell’aereoplano. Questo fenomeno è dovuto a goccioline d’acqua
8. Quanti archi ci sono? Ci sono due archi: il primario ed il secondario. estremamente fini ed al fenomeno della diffrazione della luce. In questo caso il fe-
(a) Dove si trova il secondo? Il secondo si trova all’esterno del primo. nomeno non è legato alla legge di Snell come nel caso comunemente conosciuto. La
spiegazione di questo fenomeno è però decisamente troppo complessa per gli scopi
(b) Il rosso del secondo arco si trova all’interno o all’esterno? I colori dell’arco
di questo libro. Il raggio di tale arcobaleno dipende dalla dimensione delle goccioline
secondario sono invertiti rispetto a quelli dell’arco primario.
d’acqua; esso è tanto maggiore quanto più piccole sono tali goccioline.
(c) Quanto vale il raggio del secondo arco? Il raggio medio dell’arco secondario
è circa 52◦
(d) Quanto vale l’ampiezza del secondo arco? L’ampiezza dell’arco secondario è
di circa 3◦ a cui bisogna però aggiungere circa 0, 5◦ a causa delle dimen-
sioni non puntiformi del sole.
142
143 Scheda79. Fibre ottiche
Conoscendo la lunghezza L della fibra, possiamo calcolare gli intervalli di tempo Attenuazione per diffusione
necessari a percorrerla
L Ln1 La presenza di impurità di qualunque tipo, purchè di dimensioni paragonabili al-
Tmin =
= la lunghezza d’onda del segnale luminoso, crea fenomeni di diffusione. A partire
Vx,max c
2 dall’impurità la luce viene diffusa in tutte le direzioni, la maggior parte delle quali
L Ln 1
Tmax = =
Vx,min n2 c non è compatibile con il corretto propagarsi del segnale. Alcuni raggi si perdono nel
mantello; altri tornano indietro a formare un eco. La potenza dissipata per questo
Infine possiamo ricavare il ritardo dell’onda più lenta rispetto a quella con velo-
fenomeno è inversamente proporzionale alla quarta potenza della lunghezza d’onda
cità massima
Si può osservare che tale ritardo dipende dalla differenza tra gli indici di rifrazione Attenuazione per le curvature della fibra
del nucleo e del mantello. Ecco perchè nella realizzazione di una fibra ottica vengono
scelti materiali i cui indici di rifrazione siano molto simili tra loro. Curvando la fibra ottica, alcuni raggi luminosi non incidono più sul mantello con un
angolo superiore all’angolo limite, e quindi si perdono nel mantello.
Elettromagnetismo
145
146 Scheda79. Fibre ottiche
µ0 i1 i2 µ0 I
m ~
~ = iS F = L B=
2π d 2 R
Magnetizzazione del-
la materia: magneti Campo magnetico
artificiali, ciclo di Magneti naturali di un solenoide
isteresi, ferro-para-
B = µ0 ni
dia-magnetismo
Mappe sull’elettromagnetismo Scheda 80
Campo Elettrico Forza elettrostatica
Carica elettrica
E~ = K Q · ~ur F~ = q · E ~
r2
Legge di conservazione
della carica elettrica
Campo Magnetico
Forza magnetica
~
B~ = µ Q V × ~ur F~ = q · V
~ ×B~
80 4π r2
80
147
148 Scheda80. Mappe sull’elettromagnetismo
Seconda
Corrente elettrica
∆Q legge di Ohm
i = L
∆t R = ρ· Resistenze in parallelo
S
1 1 1
= +
Req R1 R2
Condensatori
Somma di
in parallelo
condensatori
Ceq = C1 + C2
Condensatori in serie
1 1 1
= +
Ceq C1 C2
Forza di Coulomb Scheda 81
81.1 La carica elettrica
Una delle caratteristiche fondamentali della materia è la carica elettrica. Essa può
essere positiva o negativa, ma soprattutto vale la legge di conservazione della carica
elettrica.
Q+ Q−
In un sistema isolato la carica elettrica complessiva è costante
Fig. 81.2: Linee di campo per due cariche uguali e di stesso segno e per due cariche opposte e di stesso segno.
~ = K Q ~ur
E
r2
dove r è la distanza del punto in questione dalla carica. Il campo elettrico è
81.4.1 Linee di campo di un dipolo elettrico
una grandezza vettoriale, il cui verso è sempre dalla parte opposta della carica per
cariche positive, e dalla stessa parte rispetto alle cariche negative. Un dipolo elettrico è un sistema costituito da due cariche elettriche di segno opposto
Vale il principio di sovrapposizione, per cui se ci sono più cariche, il campo poste ad una certa distanza. Nel seguente video sono mostrate le linee di campo di
elettrico in un punto è la somma vettoriale dei campi elettrici delle singole cariche. un dipolo elettrico
149
150 Scheda81. Forza di Coulomb
F~ = q · E
~
La forza non nasce dall’interazione diretta tra le due cariche, ma tra l’inderazione
diretta tra una carica ed il campo generato da quell’altra.
F~ ~
E
q−
~
E
q+
F~
Fig. 81.4: Forza subita da una carica elettrica a causa del campo elettrico in cui è immersa.
Campo magnetico Scheda 82
82.1 Il campo magnetico 82.2 Campi magnetici e correnti elettriche
Una carica che si muove emette un campo magnetico in ogni punto dello spazio Una corrente elettrica è un movimento di cariche elettriche. Ogni volta che attac-
intorno alla carica. chiamo una batteria ad un filo generiamo una corrente elettrica e quindi un campo
magnetico. Nei video 82.1 e 82.2 si vede bene come un filo percorso da corrente
~ generi un campo magnetico in quanto fa muovere l’ago di una bussola.
~ = µ0 q V × ~ur
B
4π r2
dove B~ è il campo magnetico che la particella di carica q che viaggia alla velocità
~ crea nel punto indicato dal versore ~ur ed alla distanza r dalla carica. Il campo B
V ~è
un vettore risultato di un prodotto vettoriale che coinvolge la velocità della carica...
quindi il campo magnetico prodotto da una carica in moto è sempre perpendicolare
alla velocità della carica. Fig. 82.1: Guarda il video youtu.be/T2k3OMTYHBc
Questo è il concetto di base sulla causa che genera un campo magnetico. Impor-
tante notare come l’andamento del campo in funzione della distanza dalla carica che
lo genera sia ∝ r12 esattamente come avveniva per il campo elettrico.
Visto che una corrente elettrica è in generale definita come la quantità di carica
che attraversa una certa superficie in un certo intervallo di tempo i = ∆q
∆t , se imma-
giniamo di avere un pezzetto di filo di lunghezza ∆l, questa stessa legge può essere
espressa come il campo magnetico generato da una corrente elettrica che percorre un
piccolissimo tratto di lunghezza ∆l Fig. 82.2: Guarda il video youtu.be/IW9HUXIjbyE
Ammettendo che tutte le cariche siano uguali e che viaggino con la stessa velo-
cità, il campo magnetico di tutte le cariche, complessivamente indicate con ∆q, che
contribuiscono a generare la corrente è
~ ∆t × ~ur 82.3 Campo magnetico di un filo percorso da corrente
µ ∆q V
~ = 0
B
4π ∆t r2
Un filo percorso da corrente contiene ovviamente delle cariche elettriche che si muo-
da cui vono, e quindi emette un campo magnetico. Tale campo magnetico deve essere in
~ ogni punto perpendicolare al filo, e le linee di campo saranno sempre dei cerchi con-
~ = µ0 i ∆l × ~ur
B
4π r2 centrici con il filo. Il verso del campo magnetico dovrà essere in accordo con la regola
della mano destra.
151
152 Scheda82. Campo magnetico
0 µ0 i
1 dB = cos ϕdϕ
−1 4πR
0 0
1 −1 Integrando
x y Z π
µ0 i 2 µ0 i π
B= cos φdϕ = |sin ϕ|−2 π
4πR −π 4πR 2
Fig. 82.3: Linee di campo magnetico di un filo. A seconda che la corrente elettrica scorra nel filo verso l’alto od il 2
µ0 i
82.3.1 La legge di Biot-Savart B=
2π R
ed infine
µ0 i d~l sin α µ0 i
dB = B=
4π r2 2πR
153 Scheda82. Campo magnetico
Calcoliamoci il valore del campo magnetico emesso da un filo, percorso da una cor-
rente i, circolare di raggio R nel suo centro. Per farlo considereremo il filo come una
infinita successione di segmenti di filo di lunghezza infinitesima d~l.
Il contributo del singolo segmento è
~ = µ0 d~l × ~ur
dB i
4π r2
i
Considerato che r = R = cost è costante, che ~ur ⊥ d~l, e che dϕ = dl
R è l’angolo al
centro della circonferenza sotteso dal segmento dl, avremo che
Z 2π
µ0 i
B= dϕ
4πR 0
P
µ0 i R φ
B=
2R
dφ
dl
F~ = QV
~ ×B
~
Fig. 83.2: Moto di una carica elettrica a causa del campo magnetico in cui è immersa.
154
Magnetismo nella materia Scheda 84
84.1 Calamite
155
Modelli atomici Scheda 85
Tutta la materia che ci cinrconda è formata da 118 tipi diversi di atomi. Per molto Forza elettromagnetica
tempo si è pensato che questi fossero gli elementi fondamentali costituenti la ma-
Tra le particelle con carica elettrica agisce la forza elettromagnetica: cariche di segno
teria... adesso sappiamo che hanno invece una struttura interna. In questa scheda
uguale si respingono e cariche di segno opposto si attraggono. Il raggio di azione di
analizziamo nel dettagli tale struttura.
tale forza è infinito. L’intensità di tale forza dipende dal valore delle cariche elettriche
e dal quadrato della loro distanza
Forza forte
La forza forte agisce tra protoni e neutroni (ma anche tra protoni e protoni, e tra
Fig. 85.1: Guarda il video youtu.be/ICYhoVfB29c neutroni e neutroni) ed è sempre attrattiva. É estremamente più intensa della forza
elettromagnetica, ed ha un raggio di azione estremamente limitato.
Ogni atomo è costituito da tre tipi di particelle: protoni, neutroni ed elettroni. I protoni Tale forza agisce su protoni e neutroni nel nucleo causando la radioattività di alcuni
hanno carica elettrica positiva Qp = +1, 6 · 10−19 C e massa Mp = 1, 673 · 10−27 kg, i elementi.
neutroni hanno carica elettrica nulla e massa Mp = 1, 675·10−27 kg, infine gli elettroni
hanno carica elettrica negativa Qe = −1, 6 · 10−19 C e massa Me = 9, 1 · 10−31 kg. Più Forza gravitazionale
che imparare a memoria questi numeri è utile rendersi conto di quanto segue.
La forza di gravità agisce tra due masse, e quindi anche tra le particelle dell’atomo.
La carica dell’elettrone è uguale alla carica del protone ma di segno opposto. La
Le masse delle particelle sono però talmente piccole che tale forza è del tutto tra-
massa del protone è simile alla massa del neutrone ed è 1836 volte maggiore della
scurabile; tenerne conto per comprendere le caratteristiche di un atomo sarebbe un
massa dell’elettrone.
errore.
156
157 Scheda85. Modelli atomici
sia il comportamento tipico di una particella, sia il comportamento tipico di un’on- Tanto più sono distanti dal nucleo tanto più la loro energia è grande. Assumiamo
da. Vuol dire che tutti i fenomeni fisici che riguardano le particelle (come per esem- che la loro traiettoria sia circolare; visto che l’elettrone ha un comportamento ondu-
pio gli urti) e tutti quelli che riguardano le onde (come per esempio l’interferenza) latorio, tale onda deve richiudersi perfettamente su se stessa, quindi la circonferenza
riguardano tutte le particelle dell’atomo. Questo avrà una conseguenza diretta sulla dell’orbita deve essere un multiplo intero della lunghezza d’onda. Questo significa
struttura elettronica degli atomi. che solo le orbite della giusta lunghezza sono ammissibili. Di qui il concetto di livel-
lo energetico, per cui tutti gli elettroni sono disposti su ben precisi livelli energetici.
Nel passare da un livello all’altro ogni elettrone cede o riceve energia.
85.2 Struttura dell’atomo Ogni livello energetico possiede un ben determinato numero di orbitali (ce ne so-
no di quattro tipi: s, p, d, f) ed ogni orbitale può contenere al massimo due elettroni.
159
Effetto Punta Scheda 87
In questa scheda descriviamo l’effetto punta, cioè un fenomeno di elettrizzazione
per cui la densità di carica sulla superficie di un conduttore aumenta al diminuire E1 r1 = E2 r2
del raggio di curvatura di tale superficie. Visto che il campo elettrico sulla superficie
Anche il campo elettrico in prossimità della superficie del conduttore è inversa-
di un conduttore è direttamente proporzionale alla densità di carica, al diminuire del
mente proporzionale al raggio di curvatura della superficie. Il fenomeno si chiama
raggio di curvatura della superficie aumenta anche il campo elettrico in prossimità
effetto punta ed è grazie a questo fenomeno che funzionano i parafulmini! Infatti in
della superficie.
prossimità della punta del parafulmine il campo elettrico è molto intenso e la carica
statica presente in atmosfera si scarica sul parafulmine con grande facilità.
Costruiamoci un modello Immaginiamo di avere due sfere conduttrici cariche di
raggio r1 ed r2 unite da un filo conduttore.
r1
+
+ + r2
+ + + +
+ +
+ + + +
+ +
+ + + +
+ +
+
Q1 Q2
=
4πr1 4πr2
Q Q
Introduciamo la densità superficiale di carica σ = S = 4πr 2 ed avremo
σ1 r1 σ2 r2
=
Da questi conti vediamo come le densità di carica sulle due sfere siano inversa-
mente proporzionali ai raggi delle due sfere. Consideriamo adesso il campo elettrico
in prossimità delle due sfere. Sappiamo che esso dipende dalla densità superficiale
di carica, per cui E = σ e quindi
160
Sulla Circuitazione di un campo vettoriale Scheda 88
L’energia potenziale
88.1 Definizione di circuitazione
L’integrale
Un campo vettoriale F~ si definisce conservativo quando la circuitazione del
Z B
campo lungo un qualunque percorso chiuso Γ è nulla ~ = U (A) − U (B) = −∆U
F~ · dl (88.1)
I A
~ =0
F~ · dl ha le dimensioni di un’energia e la funzione U è detta Energia potenziale.
Γ
161
162 Scheda88. Sulla Circuitazione di un campo vettoriale
Unendo insieme le equazioni 88.1 e 88.2 avremo la legge di conservazione dell’ener- La seconda legge di Kirchoff è solo un caso particolare della legge di Faraday
gia per un corpo immerso in un campo di forze F~ conservativo.
U (A) − U (B) = Ec (B) − Ec (A) La legge di Kirchoff viene violata ogni volta che ci sono flussi di campi magnetici
variabili nel tempo, calcolati attraverso una generica superficie di cui la maglia del
U (A) + Ec (A) = U (B) + Ec (B) circuito ne è il contorno.
Etot (A) = Etot (B)
Un circuito elettrico RLC
Questo ci fa capire che una forza conservativa di fatto trasforma energia potenziale
in energia cinetica, in modo tale che l’energia totale rimanga costante. Prendiamo in considerazione un circuito RLC con una resistenza, un condensatore
ed un’induttanza ed applichiamo la legge di Faraday. Assumiamo che il filo sia
88.1.2 Un caso particolare: il campo elettrico un conduttore ideale con resistenza nulla. La differenza di potenziale ai capi di un
generatore è ∆V0 , ai capi di una resistenza è ∆VR = R · i, ai capi di un condensatore
Una delle quattro equazioni di Maxwell è è ∆VC = Q C . Il campo elettrico all’interno dell’induttanza è ∆VL = 0. Il risultato
I ~ della circuitazione del campo elettrico lungo il percorso chiuso identificato dal filo
E ~ = − dΦ(B)Ω
~ · dl conduttore in accordo con la legge di Faraday deve essere −L dt di
.
Γ dt
i
dove Ω è una generica superficie aperta di cui Γ ne è il contorno, e Φ(B) ~ Ω è il + −
Ri +
flusso del campo magnetico sulla superficie Ω. Questo ci dice che il campo elettrico
NON è conservativo e non esiste alcuna funzione di cui esso ne è il gradiente. Dal Q di
momento che la forza elettrica differisce dal campo elettrico solo per una costante −∆V0 + Ri + + 0 = −L ∆V0 0
C dt
F~ = q E~ ne segue che non esiste alcuna energia potenziale associata al campo di Q
C −
forze di un campo elettrico. Il campo elettrico diventa conservativo solo se il termine − +
legato al flusso del campo magnetico è nullo
L’ultimo termine non è la differenza di potenziale ai capi dell’induttanza, ma è
~ Ω
dΦ(B) il risultato della circuitazione del campo elettrico, che in presenza di flussi di campi
=0
dt magnetici variabili nel tempo, non è nulla.
Per un circuito puramente Ohmico, non abbiamo campi magnetici e quindi, calco-
lando la circuitazione del campo elettrico lungo il circuito, abbiamo
Z
E ~ =0
~ · dl
Γ
Induzione Elettromagnetica Scheda 89
Per spiegare il fenomeno dell’induzione elettromagnetica bisogna fare riferimen- da rappresentare una terna sinistrorsa, e che i vettori sono tra loro perpendicolari,
to all’equazione di Maxwell possiamo scrivere
∆V = −vBl
I ~
~ = − dΦ(B)Ω
~ · dl
E
Γ dt (v · ∆t)Bl
Il campo elettrico non è conservativo, per cui la circuitazione del campo non è ∆V = −
∆t
nulla. Prendiamo ad esempio un certo percorso Γ e prendiamo una qualunque su-
B∆S
perficie Ω che abbia Γ come contorno. Se attraverso Ω abbiamo un flusso del campo ∆V = −
∆t
magnetico che cambia nel tempo, allora lungo Γ avremo un campo elettrico indotto
e quindi una forza elettromotrice indotta. ∆ΦS (B)
∆V = −
Pur senza la presenza di alcun generatore, è presente una differenza di potenzia- ∆t
le. Se su tale percorso sono presenti cariche elettriche, avremo come conseguenza
una corrente elettrica. Il segno meno indica che il verso della forza elettromotrice
indotta è tale da generare correnti che a loro volta generano campi magnetici il cui
flusso si deve opporre alla variazione del flusso del campo magnetico iniziale.
163
Corrente di spostamento Scheda 90
Immaginiamo di avere un percorso chiuso Gamma nello spazio che concatena condensatore piano di capacità1
un filo percorso da una corrente elettrica i. Chiamiamo Ω una qualunque superficie S
C = 0
che abbia Γ come contorno. Supponiamo che in tale regione di spazio dia presente l
Il campo elettrico nel condensatore è infatti
un campo elettrico. La circuitazione del campo magnetico lungo il percorso Γ sarà
Q Q
I ~ E= =
B ~ = µ0 i − µ0 0 dΦ(E)Ω
~ · dl C ·l 0 S
dt
Il flusso del campo elettrico sulla superficie Ω0 è
Questa equazione ci dice che se abbiamo un flusso di campo elettrico che varia
nel tempo, esso ha di fatto le caratteristiche di una corrrente elettrica. Q
Φ(E)Ω0 =
0
90.1 Natura della corrente di spostamento derivando adesso rispetto al tempo e ricordando che i = dQ , abbiamo
dt
Immaginiamo due fili conduttori collegato alle due piastre di un condensatore. Se dΦ(E)Ω0 i
=
della corrente elettrica si muove su uno dei due fili, avremo un accunulo di cari- dt 0
che elettriche su di una piastra del condensatore e di conseguenza un accumulo di da cui
cariche elettriche opposte sull’altra piastra del condensatore. Tra le due piastre del
dΦ(E)Ω0
condensatore avremo quindi un campo elettrico. Prendiamo adesso un percorso Γ i − 0 =0
dt
circolare intorno al filo e consideriamo la superficie Ω piana da esso racchiusa. La
che indicheremo come
circuitazione del campo magnetico lungo Γ sarà
i = is
I
B ~ = µ0 i
~ · dl dove
dΦ(E)Ω0
is = 0
dt
in quanto non c’è nessun campo elettrico intorno al filo. Considerando invece la
In ingresso nel condensatore abbiamo una corrente elettrica; in uscita da esso
superficie Ω0 che ha sempre come contorno Γ ma che attraversa il condensatore, al-
dobbiamo avere una corrente uguale. Dal momento che non possiamo avere un
lora per la circuitazione del campo magnetico avremo che nessuna corrente elettrica
passaggio materiale di cariche elettriche, la corrernte elettrica tra le due piastre è
viene concatenata. Se l’equazione di Ampére-Maxwell non contenesse un termine
rappresentata dalla corrente di spostamento dovuta alla variazione nel tempo del
legato al campo elettrico avremmo l’assurdo si avere due risultati diversi per la cir-
flusso del campo elettrico tra le armature del condensatore.
cuitazione lungo la stessa linea. Per la superficie Ω0 la circuitazione lungo Γ deve
dare I ~
~ = µ0 0 dΦ(E)Ω
~ · dl
B
dt
Al variare della corrente elettrica nel filo, varia infatti la carica sul condensato-
re e varia di conseguenza il campo elettrico nel condensatore. Immaginiamo un 1 vedi 94.2
164
Parte X
Elettrotecnica
165
Corrente elettrica Scheda 91
Una corrente elettrica è definita come la quantità di carica che attraversa una certa
superficie in un certo intervallo di tempo
∆Q
i=
∆t
∆q = n · e · S · vm · ∆t
i = n · e · S · vm
i
vm =
n·e·S
Per un conduttore di rame n = 8, 4 · 102 8 m13 attraversato da una corrente i = 1 A
e della sezione S = 1 mm2 la velocità media degli elettroni è
m
vm = 7, 4 · 10−5
s
166
Leggi di Ohm Scheda 92
92.1 Prima legge di Ohm R1 R2
i
a b
Prendiamo una qualunque resistenza di valore R che colleghi tra loro due punti a e
Fig. 92.2: Le resistenze R1 ed R2 sono in serie. La corrente che passa da R1 passa poi tutta anche da R2 . La
b; la differenza di potenziale ∆Vba = Vb − Va tra quei due punti equivale al prodotto resistenza complessiva risulta essere R12 = R1 + R2
della resistenza per l’intensità di corrente che la attraversa
Due resistenze si dicono in parallelo quando ai loro estremi c’è la stessa differenza
R
i di potenziale.
a b
+ −
∆V
R1
i1
Fig. 92.3: Le resistenze R1 ed R2 sono in parallelo. Le resistenze R1 ed R2 hanno ai loro estremi la stessa
1 1 1
differenza di potenziale ∆V . La resistenza complessiva risulta essere calcolabile con la formula R12
= R1
+ R2
.
La corrente i che entra nel circuito si divide nelle due correnti i1 e i2
Fig. 92.1: Guarda il video youtu.be/6D7Uduf_Vv4 La resistenza complessiva si ottiene con la seguente formula
1 1 1
92.2.1 Resistenze in serie = +
Rtot R1 R2
Due resistenze si dicono in serie quando sono attraversate dalla stessa intensità di
corrente; tutta la corrente che attraversa la prima resistenza attraversa poi la seconda
92.2.3 Resistenze ne in serie ne in parallelo
resistenza
La resistenza complessiva si ottiene sommando le resistenze tra loro Attenzione a non credere che se due resistenze non sono in serie allora sono in pa-
rallelo o viceversa... non è vero. Nel circuito in figura 92.4 le resistenze R1 ed R2 non
Rtot = R1 + R2 sono ne in serie ne in parallelo.
167
168 Scheda92. Leggi di Ohm
R1 R3 ∆E = ∆q · ∆V
a b
Dividendo entrambi i termini per il tempo ∆t avremo
Fig. 92.4: Nel circuito in figura le resistenze R1 ed R2 non sono ne in serie ne in parallelo. La resistenza R2 ∆E ∆q
è infatti in parallelo con l’insieme delle resistenze R1 ed R3 che tra loro sono in serie e che chiameremo R13 = P = = ∆V
∆t ∆t
R1 + R3
P = ∆V · i
P = ∆V i = Ri · i
92.3 Seconda legge di Ohm
P = Ri2
Un filo di materiale conduttore ha una sua resistenza. Essa dipende dal materiale,
dalla sezione del filo e dalla sua lunghezza Il meccanismo con cui tale energia viene dissipata è il seguente. Gli elettroni
di conduzione, muovendosi, urtamo gli ioni del reticolo cristallino del conduttore,
l
R=ρ e nell’urto gli trasferiscono dell’energia. Tale energia fa vibrare tali ioni, e questo
S
corrisponde ad un aumento di temperatura.
dove ρ è la conducibilità elettrica del materiale, l la lunghezza del filo ed S la sua
sezione.
R23 = R2 + R3 Vb = Va + ∆V2
La resistenza totale Rtot la troveremo quindi con la formula In questo modo abiamo calcolato tutte le variabili del circuito. Ovviamente que-
sto è solo un esempio... provate a ripetere gli stessi procedimenti su circuiti analoghi
1 1 1
= +
Rtot R1 R23
Con la resistenza totale trovo la corrente in uscita dalla batteria 93.2 Circuiti con molti generatori e leggi di Kirchoff
∆V
i= 93.2.1 Struttura del circuito
Rtot
La corrente i si divide in i1 ed i2 e potremo quindi scrivere che Se nello stesso circuito ci sono due o più generatori, per analizzarlo abbiamo bisogno
dei due principi di Kirchoff. Prendiamo per esempio il circuito in figura 93.2 ed
i = i1 + i2 osserviamone la struttura. Esso è composto da tre rami tra di loro uniti in due nodi
denominati a e b. In ogni ramo è segnato il verso della corrente che vi circola. Questa
La differenza di potenziale agli estremi della resistenza R1 è la stessa della batteria,
struttura mi permette di suddividere il circuito in elementi chiamati nodi e maglie. I
quindi possiamo scrivere
∆V nodi sono i punti a e b, cioè i punti in cui tre o più rami si uniscono. Le maglie sono
i1 = percorsi chiusi all’interno del circuito che coinvolgono due o più rami; nel circuito in
R1
169
170 Scheda93. Circuiti elettrici Ohmici
Va b
+
∆V2 R2 R1 R3
− i2
∆V R1 Vb R2
+
− i1 i3
VT a
Fig. 93.1: La resistenza R1 è in parallelo con l’insieme delle resistenze R2 ed R3 che tra loro sono in serie. Fig. 93.2: Per analizzare questo circuito sono necessari i principi di Kirchoff.
figura 93.2 possiamo individuare tre maglie: quella fatta dai rami 1 e 2, quella fatta zero. Per la maglia formata dai rami 1 e 2 possiamo scrivere
dai rami 2 e 3, quella fatta dai rami 1 e 3.
∆V1 − R1 i1 − R2 i2 = 0
93.2.2 Equazioni di maglie e nodi Per la maglia formata dai rami 2 e 3 possiamo scrivere
Per ogni nodo e per ogni maglia è possibile scrivere la corrispondente equazione.
∆R2 i2 − R3 i3 − ∆V3 = 0
L’equazione dei nodi si ricava affermando che la somma delle correnti in ingresso è
uguale alla somma delle correnti in uscita. Per la maglia formata dai rami 1 e 3 possiamo scrivere
Consideriamo il circuito di esempio in figura 93.2 Per il nodo a avremo
∆V1 − R1 i1 − R3 i3 − ∆V3 = 0
i2 = i1 + i3
Per ottenere queste equazioni si parte da un punto a caso della maglia (per esem-
e per il nodo b avremo pio il punto a) e si percorre la maglia scrivendo tutte le variazioni di potenziale
i1 + i3 = i2 incontrate fino a ritornatre nel punto di partenza.
Noterete che in questo caso le due equazioni coincidono. Nuovamente non tutte queste equazioni sono tra di loro indipendenti, in quanto
L’equazione delle maglie si ricava affermando che la differenza di potenziale tra la terza si ottiene dalla somma delle prime due. Ad ogni modo l’analisi completa
un punto e lo stesso punto raggiunto dopo aver percorso una maglia, deve essere del circuito si otterrà considerando tutte le equazioni tra di loro indipendenti, che in
171 Scheda93. Circuiti elettrici Ohmici
93.3 Videolezioni
Consiglio anche la visione di questi video
Q
∆V =
C
Fig. 94.1: Un circuito RC con in serie un generatore di tensione continua, una resistenza ed un condensatore.
94.2 Condensatore piano
Nelcaso che le due piastre del condensatore siano piane, separate da un dielettrico di i
−R − =0
con costante dielettrica relativa r , di superficie S e distanti tra loro d, avremo che dt C
S di i
C = 0 r =−
d dt RC
di dt
=−
94.3 Carica e scarica di un condensatore i RC
172
173 Scheda94. Circuiti RC
i(t) t 1
%
ln =−
i(0) RC 0.9
t 0.8
i(t) = i(0)e− RC
0.7
ed infine 0.6
0.5
∆V − t
i(t) = e RC (94.1) 0.4
R
0.3
La quantità τ = RC è detta costante di tempo del circuito e da una stima dei tempi di
0.2
carica e di scarica del condensatore. Osservando l’equazione 94.1 si vede che nel-
0.1
l’istante iniziale comincia a circolare della corrente elettrica come se il condensatore t(τ )
non ci fosse. Man mano che il condensatore si carica, esso mette nel circuito una dif- 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4
ferenza di potenziale opposta a quella del generatore, che come conseguenza dinmi-
Fig. 94.2: Un circuito RC con in serie una resistenza ed un condensatore: in rosso la corrente che passa nel
nuisce la corrente che circola nel circuito. Nel circuito smetterà di circolare corrente circuito durante la carica del condensatore; in blu la quantità di carica presente nel condensatore. L’asse dei tempi è
quando il condensatore sarà completamente carico ed avrà quindi immagazzinato indicato in unità della costante di tempo del circuito, τ . L’asse verticale è indicato in percentuale del valore massimo
tutta l’energia possibile. della randezza indicata.
∆V (t) = V0 sin ωt
0.8
0.6
0.4
0.2
t(τ )
50 100 150 200 250 300 350
−0.2
−0.4
−0.6
−0.8
−1
Fig. 94.4: Un circuito capacitivo in corrente alternata. Andamento di tensione e corrente; in blu la tensione
applicata, in rosso la corrente che circola.
Circuiti RL Scheda 95
Tale campo genera un flusso
95.1 Autoinduzione
N2
Φ(B) = µ0 Si
Immaginiamo di dare tensione ad un generico circuito elettrico e di vedere in esso l
circolare della corrente. Questa corrente elettrica genera un campo magnetico che a e quindi abbiamo una differenza di potenziale indotta
sua volta genera un flusso attraverso la superficie che ha il circuito stesso come con-
N 2 di
torno. Dal momento che assumiamo che la forma del circuito elettrico sia costante, ∆V = −µ0 S
l dt
allora il flusso del campo magnetico sarà proporzionale alla corrente elettrica che lo
attraversa. Per cui Confrontando questa equazione con la definizione di induttanza abbiamo
Φ = Li N2
Lsol = µ0 S
l
dove il parametro L è detto autoinduttanza del circuito. L è un parametro definito
positivo, quindi all’aumentare della corrente avremo un flusso che aumenta nel tem-
po. Dal momento che il segno del flusso dipende dall’orientamento della superficie
attraversata dal campo, allora il vettore superficie deve essere destrorso rispetto al 95.3 Carica e scarica di un’induttanza
verso della corrente.
Immaginiamo di avere un circuito formato da un generatore di tensione continua
Il valore dell’induttanza di un circuito elettrico dipende quindi dalla geometria
∆V , una resistenza R ed un’induttanza L tutti e tre in serie. Inizialmente l’inter-
del circuito stesso.
ruttore è aperto e non circola corrente. Quando chiudiamo il circuito l’induttanza
Se la corrente nel circuito varia nel tempo, allora nel circuito ci sarà una differenza
genera una differenza di potenziale indotta che si oppone al generatore. Indichiamo
di potenziale indotta
con i(t), o per brevità i la corrente che circola nel circuito all’istante t.
dΦ(B) di
∆Vi = − = −L
dt dt
R
la quale sarà ovviamente orientata in verso opposto alla tensione che ha generato la
corrente nel circuito.
95.2 Il solenoide ∆V L
Induttanza di un solenoide Per considerare casi reali, il modo più semplice di ave-
re un grande valore di induttanza nel circuito è quello di introdurre nel circuito una i(t)
bobina od un solenoide. Sappiamo infatti che quando in un solenoide (lunghezza l e
numero di spire N ) scorre una corrente i, allora in esso abbiamo un campo magnetico
N
B = µ0 i Fig. 95.1: Un circuito RL con in serie un generatore di tensione continua, una resistenza ed un’induttanza.
l
176
177 Scheda95. Circuiti RL
∆V − R · i + ∆Vai = 0 1
%
di
∆V − R · i − L =0 0.9
dt
di 0.8
L = ∆V − R · i
dt
L di
= dt 0.7
R VR − ·i
Integrando avremo
0.6
Z i(t) Z t
L di
V
= dt 0.5
i(0) R R −i 0
1 N2 2 1 2 N 2l 2 1 2 di
U= µ0 Si = µ Si = B Vol V0 sin ωt = L
2 l 2µ0 0 l2 2µ0 dt
Troviamo quindi che l’energia immagazzinata nel solenoide si trova nel volume V0
in cui è presente il campo magnetico. Questo significa cche la densità di energia del sin(ωt)dt = di
L
campo magnetico è
Soluzione dell’equazione sarà
dU 1 2
= B
dVol 2µ0 V0 π
i(t) = sin ωt −
ωL 2
179 Scheda95. Circuiti RL
0.8
0.6
0.4
0.2
t(τ )
50 100 150 200 250 300 350
−0.2
−0.4
−0.6
−0.8
−1
Fig. 95.4: Un circuito capacitivo in corrente alternata. Andamento di tensione e corrente; in blu la tensione
applicata, in rosso la corrente che circola.
V0 π
i= sin ωt −
XL 2
Parte XI
Relatività ristretta
180
181 Scheda95. Circuiti RL
∆t0 = γ∆t
y0 = y Composizione delle velocità
0
z =z
Principio di costanza della u−v
u0 =
velocità della luce: c = cost 1 − uv
c2
Invarianza di ∆s2 e
Teoria della simultaneità degli eventi
relatività
∆s2 = ∆x2 − c2 ∆t2
E 2 = m20 c4 + p2 c2
Sistemi di riferimento e punti di vista Scheda 96
96.1 Il punto di vista 8
8
Quando osserviamo un fenomeno effettuiamo delle misure per poterlo descrivere. 7
7
Ogni singolo osservatore che osserva lo stesso fenomeno non lo vedrà accadere nello 6 6
stesso identico modo; molte delle affermazioni che farà sono diverse da quelle che fa- 5 5
ranno gli altri osservatori. Su alcune cose, però, tutti gli osservatori sono d’accordo, e 4
4
di conseguenza quelle cose rappresentano proprietà intrinseche del fenomeno osser- 3
3
vato in quanto non dipendono dall’osservatore. Inoltre le descrizioni delle quantità 2
relatice agli osservatori devono essere consistenti tra loro, cioè ognuno dei due osser- 1 2
vatori deve poter, utilizzando precise regole, sapere in che modo l’altro osservatore 0 1
descriverebbe il fenomeno. Per comprendere meglio queste frasi analizziamo, nei 0
0
paragrafi successivi, due casi particolari sempre riferendoci alla meccanica classica. 2 0 1 2 3 4 5 6 7 8
4
96.1.1 Nessun luogo è speciale
6
Immaginiamo due osservatori che chiameremo Mr.Red e Mr.Blue. Questi due osser-
vatori stanno osservando due oggetti e vogliono determinarne la distanza tra loro. 8
Per farlo ognuno di loro determina le coordinate degli oggetti sul proprio sistema
di riferimento e poi calcola la distanza. Con riferimento alla figura 96.1 l’osservatore Fig. 96.1: Un segmento di lunghezza 5 visto da due osservatori differenti in posizione differente ed orientati in
modo differente. Le posizioni degli estremi del segmento sono relative ai singoli osservatori, mentre la lunghezza del
Mr.Blue identifica le coordinate degli estremi del segmento e calcola la sua lunghezza
segmento è indipendente dall’osservatore.
scrivendo
A(1, 1)
⇒ L=6−1=5 variata la distanza tra due punti. Tutto questo è una diretta conseguenza delle regole
B(6, 1)
che utilizziamo per passare da un sistema di riferimento ad un altro. Tali regole, per
L’osservatore Mr.red identifica le coordinate degli estremi del segmento e calcola come sono scritte, implicano necessariamente la conservazione di alcune quantità
la sua lunghezza scrivendo come per esempio la distanza di un segmento. Le regole per passare dal sistema di
riferimento blu a quello rosso sono infatti una traslazione ed una rotazione nel piano.
A(2, 2) p √
⇒ L = (6 − 2)2 + (5 − 2)2 = 25 = 5
B(6, 5)
182
Trasformate di Galileo e principi di Newton Scheda 97
La velocità di un corpo è infatti data dalla derivata della posizione rispetto al
97.1 Le trasformate di Galileo
tempo, mentre l’accelerazione di un corpo è data dalla derivata della velocità rispetto
In meccanica classica, con le trasformate di Galileo noi siamo in grado di osservare al tempo.
un fenomeno passando da un sistema di riferimento ad un altro. Le trasformate Come si può vedere sotto le trasformate di Galileo, entrambi gli osservatori mi-
di Galileo di fatto sono quelle che noi utilizziamo nella nostra realtà quotidiana da sureranno le stesse accelerazioni e di conseguenza le stesse forze. Tutti i sistemi in
quando siamo nati. Immaginiamo due osservatori Mr.Blue e Mr.Red che in un certo cui capita sono detti sistemi inerziali.
istante iniziale t0 = 0 si trovano nello stesso punto, ma uno in quiete e l’altro con
velocità Vr costante rispetto al primo. Entrambi gli osservatori leggono il tempo con
lo stesso orologio. Esse sono scritte come
97.4 La velocità della luce
Le trasformate di Galileo di fatto rappresentano il cuore del modo con cui noi de-
X = X − V · t
r b b
scriviamo la natura intorno a noi. Esse sono inglobate all’interno della stessa for-
tr = tb
mulazione delle leggi fisiche che governano il nostro universo. Nel momento stesso
che le evidenze sperimentali hanno cominciato a mostrare che la velocità della luce è
costante in ogni sistema di riferimento inerziale, la struttura stessa dello spazio e del
97.2 Il principio di relatività tempo nel modo in cui erano fino a quel punto conosciuti ha cominciato a vacillare.
Per descrivere la natura noi utilizziamo delle leggi fisiche formulate in modo tale da
essere invarianti sotto l’azione dei cambiamenti di sistema di riferimento. In altre pa-
role vogliamo che valga il principio di relatività, e cioè che tutti gli osservatori, indi-
pendentemente dalla posizione, dall’orientamento e dalla velocità relativa costanti,
formulino le leggi fondamentali della fisica nello stesso modo.
183
Relatività ristretta Scheda 98
La durata del fenomeno che asi vuole misurare è definita come l’intervallo di tem-
98.1 Postulati di partenza
po trascorso tra due eventi: la partenza dalla prima astronave dell’impulso luminoso
La teoria della relatività ristretta si basa su due principi fondamentali: e il ritorno alla stessa astronave di tale impulso luminoso.
Vediamo adesso cosa misura l’osservatore sull’astronave. Egli vede l’impulso
1. il principio di relatività ristretta: Le leggi fisiche hanno la stessa formulazione in luminoso partire dalla sua nave, e percorrere il tragitto di andata e ritorno verso la
tutti i sistemi di riferimento inerziali seconda nave. Egli afferma che la durata dell’evento è
2. il principio di costanza della velocità della luce: la luce ha sempre la stessa velocità 2d
∆t = (98.1)
in tutti i sistemi di riferimento inerziali c
L’osservatore sull’astronave può inoltre calcolare quanto dura lo stesso fenome-
Nei paragrafi successivi vedremo quali siano le dirette conseguenze dell’applica- no per l’osservatore sull’asteroide, in moto rispetto alle due astronavi. Per il secondo
zione di questi due principi. Indicheremo con c la velocità della luce, con v la velocità osservatore l’impulso luminoso, mentre si muove tra le due astronavi, contempora-
relativa dei due sistemi di riferimento in questione, β la quantità neamente si muove in avanti insieme alle due astronavi. Il percorso fatto dalla luce
v è adesso sicuramente più lungo, ma sappiamo anche la luce lo percorre sempre alla
β= stessa velocità c.
c
La durata del fenomeno risulterà quindi:
e γ la quantità
1 r
1
γ=r 2 d2 + v 2 ∆t02
v2 0 4
1− 2 ∆t = (98.2)
c c
Eseguendo alcuni passaggi
r
0 4d2 v 2 02
98.2 Dilatazione dei tempi ∆t = + ∆t
c2 c2
v2
Immaginiamo due astronavi nello spazio che si muovono con velocità v rispetto ad ∆t02 = ∆t2 + 2 ∆t02
c
un asteroide vicino1 . le due astronavi si muovono parallelamente e in linea retta 2
v
mantenendo, stando una sopra all’altra, una distanza d tra loro. Sulla prima astro- ∆t02 1 − 2 = ∆t2
c
nave uno strumento emette un impulso luminoso verso la seconda astronave; sulla
1
seconda astronave uno specchio riflette l’impulso luminoso e lo rimanda verso la ∆t02 = ∆t2
v2
prima astronave. Due osservatori misurano la durata del fenomeno; uno si trova 1− 2
c
dentro l’astronave che emette il segnale; l’altro si trova sull’asteroide. Entrambi gli
1
osservatori misurano la durata del fenomeno. ∆t0 = r ∆t
v2
1 Visitate il sito https://www.geogebra.org/m/tSaxFJkm 1− 2
c
184
185 Scheda98. Relatività ristretta
∆t0 = γ∆t (98.3) il che significa che la distanza tra i due punti misurata dalla persona ferma rispetto
L’intervallo di tempo ∆t è definito tempo proprio in quanto è stato misurato nel a tali punti è maggiore, di un fattore γ, della stessa distanza misurata dalla persona
sistema di riferimento in cui i due eventi misurati avvengono nel punto in cui si in movimento rispetto ai due punti. Questo fenomeno è comunemente chiamato
trova l’osservatore. il secondo osservatore, che si trova sull’asteroide e che vede le contrazione delle distanze.
astronavi in movimento, misura un intervallo di tempo più lungo di un fattore γ che
sappiamo essere sempre maggiore di 1. Questo fenomeno è comunemente chiamato 98.3.2 Utilizzando le trasformate di Lorentz
dilatazione dei tempi. Immaginiamo di misurare la lunghezza di un’asticella che vediamo ferma; per far-
lo misuriamo la posizione di ognuno dei vertici dell’asticella nello stesso istante ed
98.3 Contrazione delle distanze otteniamo A(x1 , t1 ) = (0, 0) e B(x2 , t2 ) = (L, 0) ottenendo per l’asticella la lunghezza
AB = x2 − x1 = L
98.3.1 Un primo modo di derivare il fenomeno
Consideriamo adesso il caso in cui si voglia misurare la distanza tra due punti A e B. Utilizzando adesso le trasformate di Lorentz, i due eventi misura della posizione di
Consideriamo un osservatore O che vede i due punti dello spazio fermi rispetto a lui, A e misura della posizione di B vengono visti da un osservatore in movimento come
v
ed un secondo osservatore O0 che O vede muoversi a velocità v dal punto A al punto A0 (x01 , t01 ) = (0, 0) e B 0 (x02 , t02 ) = (γL, γ 2 L). La lunghezza del segmento deve pe-
c
B. Quando l’osservatore O0 raggiunge il punto A, aziona il suo cronometro; quando rò essere misurata misurando le posizioni dei due estremi dell’asticella nello stesso
raggiunge il punto B ferma il suo cronometro. La misura della distanza tra A e B istante. Se le due misure erano simultanee per il primo osservatore, quelle stesse
verrà eseguita attraverso una misura del tempo trascorso tra due eventi: il raggiun- misure non lo sono per il secondo osservatore.
gimento del punto A ed il raggiungimento del punto B da parte dell’osservatore O0 . Per avere la misura dell’asticella scriviamo
Per questa persona l’intervallo di tempo misurato tra i due eventi è il tempo proprio, L0 = ∆x0 = x0 − x0 = γ (∆x + v∆t)
2
cioè è l’intervallo di tempo che passa tra due eventi che vengono visti accadere nello 1
∆t0 = t02 − t01 = γ ∆t + v ∆x
stesso luogo. La distanza da lui misurata sarà c2
∆S 0 = v · ∆t0 Noi vogliamo che l’osservatore in moto misuri le posizioni degli estremi dell’a-
sticella nello stesso istante, quindi ∆t0 = 0 da cui
Allo stesso modo, un secondo osservatore fermo rispetto ai due punti A e B misurerà
v
una distanza ∆t = − ∆x
c2
∆S = v · ∆t
e quindi
ed utilizzando le trasformate di Lorentz v2
0 0 L
L = ∆x = γ L − 2 L = γ 2
∆t ∆S c γ
∆S 0 = v · =
γ γ L
L0 =
Per cui γ
∆S = γ∆S 0 Per l’osservatore in moto l’asticella appare più corta.
186 Scheda98. Relatività ristretta
ne in figura 98.53 per la persona che corre i due fotoni viaggiano alla stessa velocità,
98.4 Trasformate di Galileo e Lorentz
esattamente come per la persona che non corre. Questo avviene grazie alla rotazione
Appare oramai chiaro che la misura sia dei tempi che delle distanze è qualcosa pro- dell’asse spaziale, sul quale sono rappresentati tutti gli eventi tra loro contempora-
fondamente legato al sistema di riferimento in cui ci troviamo. Per capire meglio ciò nei. E’ importante notare che in questo modo, mantenendo cioè costante la velocità
di cui stiamo parlando è utile analizzare in dettaglio la differenza tra le trasforma- della luce, necessariamente eventi simultanei per un certo osservatore non sono più
zioni di Galileo, unilizzate nella meccanica classica, e le trasformazioni di Lorentz simultanei per un differente osservatore. Osservando infatti le linee degli eventi si-
per la meccanica relativistica. Immaginiamo di rappresentare su di un diagramma multanei per l’osservatore che non corre, esse intersecano il moto dei due fotoni in
spazio-tempo il sistema di riferimento di una persona che corre. Nello stesso dia- due istanti che non sono simultanei per l’osservatore che corre.
gramma rappresentiamo anche il moto relativo di una persona che non sta correndo
ed il moto relativo di due fotoni che si muovono, ovviamente alla velocità della luce,
in avanti ed indietro rispetto all’osservatore.
98.5 Da Galileo a Lorentz
Il modo classico di passare da un sistema di riferimento ad un’altro è quello di utiliz-
98.4.1 Trasformate di Galileo zare le trasformate di Galileo mostrate dalle equazioni 98.4 per un sistema in moto
rispetto ad un’altro con velocità v lungo l’asse x
In figura 98.42 viene mostrato il diagramma spazio-tempo del moto di tre corpi, una
0
persona e due fotoni, nel sistema di riferimento di una persona che corre ad una ce- t = t
ta velocità. Come potete vedere, applicando le trasformazioni di Galileo, otteniamo x0 = x − vt
una traslazione orizzontale dell’asse spaziale. Le linee diagonali, la cui inclinazione (98.4)
y0 = y
rappresenta la velocità dei corpi, ovviamente si inclinano a causa della trasforma-
0
z =z
zione. In nessun modo è possibile inclinare gli assi cartesiani e mescolare tra loro
le coordinate spaziali e quelle temporali. Notiamo inoltre che, sotto l’effetto della Queste di fatto rappresentano una traslazione dell’origine degli assi lungo l’asse
trasformazione, le distanze non vengono mai cambiate. Il problema dell’utilizzo di del movimento. In ogni istante l’osservatore in moto vedrà gli eventi accadere in
queste trasformazioni è che i due fotoni risultano avere velocità differenti... cosa in punti diversi dello spazio, ma verrà sempre preservato l’istante in cui essi accadono
contrasto con gli esperimenti. e la distanza spaziale tra loro. Queste trasformazioni violano il principio di costanza
della velocità della luce, quindi non sono corrette.
98.4.2 Trasformate di Lorentz Appare infatti chiaro che la misura di intervalli di tempo e di lunghezze è in realtà
profondamente influenzata dal movimento. Questo è direttamente causato dal fatto
Le trasformazioni di Lorentz agiscono in modo profondamente differente rispetto che la velocità della luce è costante in tutti i sistemi di riferimento. Il modo corretto
alle trasformazioni di Galileo. Esse prevedono una rotazione nello spaziotempo che per passare da un sistema di riferimento ad un altro è quindi quello di utilizzare le
mescola tra loro le coordinate spaziali e temporali. Come si può vedere dall’immagi- trasformate di Lorentz che rispettano il primo principio su cui si basa la teoria della
2 Visitate
il sito https://www.geogebra.org/m/p5f26rJC per vedere l’animazione che meglio permette 3 Visitate il sito https://www.geogebra.org/m/r3wngaDq per vedere l’animazione che meglio
di comprendere il fenomeno permette di comprendere il fenomeno
187 Scheda98. Relatività ristretta
relatività. Tali trasformate erano già state scritte prima del lavoro di Einstain, ma fu differenti A(x0a ; t0a ) e B(x0b ; t0b ) avremo che
lui che ne comprese il profondo significato.
2 2 2
∆s0 = ∆x0 − c2 ∆t0 =
Le trasformate di Lorentz, indicate dalle equazioni 98.5, per passare da un siste- 2 2
= (x0a − x0b ) − c2 (t0a − t0b ) =
ma di riferimento inerziale ad un altro che si muove con velocità v lungo l’asse x, 2
= [γ (xa − vta ) − γ (xb − vtb )] − c2 γ ta − cv2 xa − γ tb − cv2 xb
2
=
sono: 2 2 2 2
v
2
= γ [(xa − xb ) − v (ta − tb )] − γ c (ta − tb ) − c2 (xa − xb ) =
2 2
= γ 2 [∆x − v∆t] − γ 2 c2 ∆t − cv2 ∆x h=
v 2
i
= γ 2 ∆x2 − 2v∆x∆t + v 2 ∆t2 − γ 2 c2 ∆t2 − 2 cv2 ∆x∆t + vc4 ∆x2 =
t0 = γ t − 2 x
c h 2
i
= γ 2 ∆x2 − 2v∆x∆t + v 2 ∆t2 − γ 2 c2 ∆t2 − 2v∆x∆t + vc2 ∆x2 =
x0 = γ (x − vt)
(98.5) h 2
i
y0 = y = γ 2 ∆x2 + v 2 ∆t2 − c2 ∆t2 − vc2 ∆x2 =
h i
0 2 2
z =z = γ 2 1 − vc2 ∆x2 − c2 1 − vc2 ∆t2 =
2
= γ 2 1 − vc2 ∆x2 − c2 ∆t2 =
= ∆x2 − c2 ∆t2 =
Come potete vedere i valori dei tempi e delle posizioni in un sistema di riferimen- = ∆s2
to dipendono sia dai tempi che dalle posizioni nell’altro sistema di riferimento. Dati
due eventi, osservatori differenti misureranno sia intervalli di tempo che distanze La distanza spaziotemporale è invariante per tutti gli osservatori. Possiamo ades-
spaziali differenti. so distinguere tre casi:
• Se tale distanza è positiva, essa è definita di tipo spazio; nemmeno ciò che
viaggia alla velocità della luce può passare dall’evento A all’evento B per-
chè la loro distanza nello spazio è maggiore del percorso che può fare la luce
nell’intervallo di tempo tra i due eventi.
98.5.1 Invarianza della distanza spaziotemporale
• Se la distanza è nulla, allora è definita di tipo luce; solo ciò che viaggia alla
Dati due eventi A(xa ; ta ) e B(xb ; tb ) che per un certo osservatore accadono in due velocità della luce può collegare i due eventi.
generici punti dello spazio ed in due generici istanti nel tempo, la quantità
• Se la distanza è negativa allora è definita di tipo tempo; anche oggetti dotati di
massa (e che quindi viaggiano a velocità inferiori a quelle della luce) possono
s2 = ∆x2 − c2 ∆t2 collegare i due eventi.
Nel primo caso i due eventi non sono causalmente connessi; questo significa che
risulta invariante sotto l’azione delle trasformate di Lorentz. Infatti se consideriamo nessuno dei due eventi potrà mai essere la causa di quell’altro. Osservatori diversi
un secondo osservatore che vede gli stessi due eventi in punti differenti ed in istanti potranno vedere i due eventi accadere in un ordine temporale differente, senza che
188 Scheda98. Relatività ristretta
venga violato il principio di causa ed effetto. Nel secondo e terzo caso i due even- Con questa equazione è possibile calcolarsi la velocità con cui l’oggetto viene
ti sono causalmente connessi e le trasformazioni di Lorentz preserveranno l’ordine visto muoversi dall’osservatore O0 .4
temporale degli eventi in modo da non violare il principio di causa ed effetto.
Questo discorso ci fa comprendere che la velocità della luce è in realtà qualco-
sa di molto più profondo legato alla struttura dello spazio-tempo; essa è infatti la
98.7 Massa relativistica
velocità della causalità, cioè la massima velocità a cui le infomazioni posso viaggia- Il primo postulato della relatività impone che tutte le leggi fisiche abbiano la stes-
re attraverso lo spazio per connettere differenti eventi in un rapporto di relazione sa formulazione per tutti gli osservatori inerziali. Se consideriamo per esempio la
causa-effetto. Possiamo quindi descrivere la nostra realtà come un insieme di eventi seconda legge della dinamica nella formulazione di Newton, l’equazione
ognuno dei quali accade in un certo punto dello spazio ed in un certo istante nel
tempo, che, sebbene differenti per i vari osservatori, rimangono comunque tali da F~ = m · ~a
preservare le loro relazioni causali.
significa che un diverso osservatore inerziale, misurando una diversa forza, una
diversa massa e una diversa accelerazione, deve comunque poter scrivere
98.6 Legge di composizione delle velocità
F~ 0 = m0 · a~0
Dalle trasformate di Lorentz possiamo ricavarci la legge di composizione delle ve-
locità. Consideriamo due osservatori, il primo O in quiete ed il secondo O0 in moto , senza essere costretto a cambiare la formulazione della legge fisica.
rispetto al primo con velocità v. Immaginiamo un oggetto che si muove rispetto ad La legge in esempio è però invariante solo per le trasformazioni di Galileo, che di
O con una velocità u. Ci chiediamo a quale velocità u0 si muove l’oggetto rispetto ad fatto non coinvolgono ne la massa dei corpi ne la loro accelerazione, ma non per le
O0 . Limitiamoci per semplicità al caso unidimensionale. trasformazioni di Lorentz. Per risolvere questo problema, e rendere tale formula in-
Partendo dalle trasformate di Lorentz e differenziando avremo: variante sotto le trasformate di Lorentz, la soluzione è quella di ridefinire la quantità
di moto di un corpo come
dt0 = γ dt − v dx
p~ = m~v = m0 γ~v (98.6)
c2
dx0 = γ (dx − vdt) 4 Immaginiamo a titolo di esempio che O0 e l’oggetto in questione si muovano, visti da O, uno contro
l’altro con velocità v = 0, 1c e u = −0.1c. Otterremo che
La velocità u0 si otterrà dividendo la seconda equazione con la prima (−0, 1c − 0, 1c)
u0 = 2
= −0, 19802c
1 + 0,01c
dx0 (dx − vdt) c2
u0 = = v
dt0 dt − 2 dx Significa che O0 vede l’oggetto venirgli addosso ad una velocità che è un po’ meno della somma
c Galileiana delle due velocità.
Se poi supponiamo che l’oggetto sia un fotone che si dirige verso O0 e che quindi viaggi a velocità
Dividendo sopra e sotto per dt u = −c, avremo che
(−c − v)
u0 = = −c
(u − v) 1 + vc
u0 = vu c2
1− 2 il che dimostra che il fotone viene visto viaggiare alla stessa velocità anche da parte di O0 .
c
189 Scheda98. Relatività ristretta
L’energia totale associata ad una certa particella con massa a riposo m0 sarà 2 2 2 c2 c2 − v 2
E −p c = m20 1
quindi c2 (c2 − v 2 )
E = mc2 (98.8) E 2 − p2 c2 = m20 c4
Questa equazione ci dice che la massa di una particella e la sua energia sono due Da cui abbiamo l’equazione 98.9.
quantità equivalenti. Questa equazione mette in relazione, per ogni particella, la sua energia ed il suo
impulso. E’ di particolare interesse applicare tale equazione alla luce che ha massa a
La massa è il modo in cui si manifesta l’energia localizzata in una certa regione
riposo nulla. Questa equazione ci dice che la luce ha comunque impulso in quanto
di spazio.
ha energia. Dal momento che la luce ha impulso, fenomeni come la riflessione della
luce implicano una variazione dell’impulso nel tempo e quindi una forza. La luce
Se in una certa regione di spazio è localizzata dell’energia, allora noi percepiamo la
che si riflette su di uno specchio o che viene assorbita da un corpo nero, esercita su
presenza di tale energia come massa. In generale questo è vero non solo nel caso
di esso una forza.
dell’energia cinetica, ma per qualunque forma di energia.
E 2 = p2 c2 + m20 c4 (98.9)
Infatti
p2 = m2 γ 2 v 2
0
E 2 = m2 γ 2 c4
0
2
da cui, moltiplicando la prima per c , si ottiene
p2 c2 = m2 γ 2 v 2 c2
0
E 2 = m2 γ 2 c4
0
E 2 − p2 c2 = m20 γ 2 c2 c2 − v 2
2
2 2 2 2c c2 − v 2
E − p c = m0 2
1 − vc2
191 Scheda98. Relatività ristretta
Fig. 98.2: Nel sistema di riferimento dell’asteroide la luce percorre un percorso molto più lungo che nel precedente
caso.
Fig. 98.1: Nel sistema di riferimento dell’astronave la luce percorre due volte la distanza tra le due astronavi.
Fig. 98.3: La distanza tra due punti viene misurata misurando quanto tempo impiega una persona a muoversi
dal punto A al punto B conoscendo la sua velocità.
192 Scheda98. Relatività ristretta
• Ogni volta che un fotone raggiunge una delle pareti viene respinto e quindi 99.1.3 La nascita della massa e del tempo
esercita sulla parete una forza; se la scatola è in quiete allora la somma di tutte
le forze dovute alle interazioni dei fotoni con le pareti è nulla. La massa non è una caratteristica intrinseca della materia, quanto una proprietà che
emerge nel momento in cui confiniamo dell’energia in un luogo definito. Tale confi-
• visto che i fotoni viaggiano esattamente alla velocità della luce, essi non hanno namento avviene attraverso continue interazioni che vincolano i costituenti a rima-
esperienza dello scorrere del tempo. nere confinati, ed è il flusso causale di tali interazioni che definisce lo scorrere del
tempo.
99.1.1 La scatola ha massa
Immaginiamo di esercitare sulla scatola in quiete una forza F~ verso destra. Nel mo- 99.2 Il corrispondente della scatola di fotoni nella realtà
mento in cui la scatola si muove, i fotoni che interagiscono con la parete di sinistra
eserciteranno su di essa una pressione maggiore, mentre i fotoni che interagiscono Consideriamo un singolo neutrone formato da tre quarks: essi sono descritti dal
con la parete di destra eserciteranno su di essa una pressione minore. La differenza modello standard come tre particelle senza massa che acquistano massa interagendo
di pressione corrisponde ad una forza F~ 0 opposta ad F~ che rappresenta quindi una con il campo di Higgs. Interagendo poi tra loro attraverso l’interazione forte, essi
resistenza esercitata dalla scatola alla nostra azione iniziale. Di fatto noi interpretia- sono confinati all’interno di una regione di spazio molto piccola che di conseguenza
mo tale resistenza come massa. La scatola ha quindi una massa anche se tutti i suoi acquista massa... la massa del neutrone! I singoli quarks sono l’equivalente dei fotoni
costituenti non hanno massa, ne’ le pareti stesse della scatola. L’atto di aver confina- della scatola, il neutrone è la scatola. Il neutrone ha massa a causa dell’energia di
to l’energia dei fotoni all’interno della scatola ha dato alla scatola stessa una massa, interazione tra i singoli quarks e di conseguenza il neutrone ha esperienza del tempo,
calcolabile con l’equazione tanto che decade.
E
m= 2
c
193
Parte XII
Meccanica quantistica
194
Radiazione di corpo nero Scheda 100
100.1 Cosa vuol dire nero?
Noi vediamo un oggetto solo quando la luce lo illumina e la luce da esso diffusa
arriva ai nostri occhi. Se un oggetto assorbe tutte le frequanze luminose tranne il
rosso, allora diciamo che quell’oggetto è di colore rosso, in quanto la luce che arriva
ai nostri occhi è rossa. Se un oggetto diffonde tutte le frequanze luminose, allora noi
diciamo che quell’oggetto è bianco.
Un oggetto è nero quando assorbe tutta la radiazione luminosa incidente su
di essoa .
a L’esempio che ho fatto parla di luce visibile solo per utilizzare concetti comunemente noti
nella vita quotidiana, ma il concetto deve essere in realtà inteso come esteso all’intero spettro
elettromagnetico.
P = σT 4 T λmax = b
195
196 Scheda100. Radiazione di corpo nero
b = 2.8977685(51) · 10−3 mK
Eγ = hν
come ipotizzato da Max Plank nella spiegazione dello spettro di radiazione del corpo
nero. Detta ψ l’energia di legame dell’elettrone all’interno del materiale, l’energia
cinetica dell’elettrone emesso sarà
Ecin = hν − ψ
Questa formula ci dice che l’energia dell’elettrone emesso non dipende dall’intensità
dell’onda elettromagnetica incidente; se la frequenza dell’onda incidente non è tale
per cui il singolo fotone sia in grado di estrarre l’elettrone, allora tale elettrone non
può essere estratto, indipendentemente dalla quantità totale di energia incidente.
Ogni elettrone può assorbile un singolo fotone; se quel singolo fotone ha sufficien-
te energia, allora l’elettrone viene estratto, altrimenti no. Aumentando l’intensità
dell’onda elettromagnetica, si aumenta ilnumero di fotoni incidenti sul metallo, non
l’energia del singolo fotone che è invece determinata dalla sola frequenza dell’onda. Fig. 101.1: L’energia cinetica dell’elettrone emesso da una lamina di zinco in funzione della frequenza dlla luce
incidente. Per frequenze al di sotto di un certa frequenza di soglia, l’elettrone non viene emesso.
Se adesso scriviamo l’energia di legame dell’elettrone nella forma
ψ = hν0
Ecin = h (ν − ν0 )
197
Modelli Atomici Scheda 102
verificò che tali raggi erano costituiti sempre dalle stesse particelle, identificate con
102.1 Modello atomico di Democrito
l’elettrone, indipendentemente dal metallo da cui venivano estratte. Thomson ne
La prima ipotesi dell’esistenza degli atomi fu formulata dedusse che tali particelle dovevano essere quindi costituenti di base degli atomi di
da Democrito nell’antica Grecia semplicemente immagi- qualunque sostanza.
nando un oggetto indivisibile. La stessa parola a-tomo si-
gnifica non-divisibile. Tale modello era più che altro un’i-
potesi e non la conseguenza di una ricerca scientifica, in 102.3 Modello atomico di Rutherford
quanto a quei tempi non esistevano le capacità tecniche
L’esperimento di Rutherford ha permesso di capire
per fare una tale ricerca. Dovranno passare molti secoli
Fig. 102.1: Un atomo nel che la quasi totalità della massa dell’atomo è conte-
modello di Democrito
prima che le conoscenze tecnologiche possano essere ta-
nuta in un volume estremamente piccolo al centro
li da indagare sulla struttura della materia a dimensioni
del volume occupato dall’atomo. Il modello atomi-
dell’ordine di grandezza del nanometro.
co proposto da Rutherford descrive l’atomo in ana-
logia ad un piccolo sistema planetario nel quale gli
elettroni negativi ruotano intorno ad un nucleo cen-
102.2 Modello atomico di Thomson
trale positivo. Le dimensioni del diametro di tale
nucleo sono state stimate essere minori di circa un Fig. 102.3: Un atomo nel modello
102.2.1 Struttura di Rutherford
fattore 104 .
Il modello atomico di Thomson descrive l’atomo co-
me una sfera carica positivamente con all’interno un
102.3.1 Esperimento di Rutherford
certo numero di elettroni carichi negativamente. Que-
sto tipo di modello è stato definito modello a panet- La scoperta dell’esistenza di un nucleo all’interno dell’atomo che contiene quasi tut-
tone in analogia con un panettone nel quale l’uvetta ta la massa dell’atomo stesso ed ha un diametro diecimila volte minore di quello
all’interno rappresenta gli elettroni nell’atomo. Tut- dell’atomo, è stata ottenuta con l’esperimento di Rutherford.
ta la massa dell’atomo è uniformemente distribui- Ruterford mandò delle particelle α contro una sottile lamina d’oro. Tali particel-
Fig. 102.2: Un atomo nel
ta sul volume occupato; questo ha come conseguen- le , formate da due protoni e due neutroni, hanno un diametro diecimila volte più
modello di Thomson
za che la densità dell’atomo sia relativamente bassa. piccolo di quello di un atomo ed una massa pari a quella dell’atomo di elio. Cosa ci
Esperimenti successivi dimostreranno che questa previsione del modello è falsa. si aspettava di vedere? Credendo che l’atomo fosse una sfera tutta piena di materia,
la sua densità risultava molto bassa; visto che le particelle alpha sono molto piccole
e molto dense lo avrebbero attraversato in linea retta senza essere deviate (un po’
102.2.2 Formulazione del modello
come sparare un proiettile di fucile contro un cuscino di piume). Quello che però
Thomson fornulò il suo modello studiando i raggi catodici, flussi di particelle cariche accadde è che alcune particelle venivano deviate, mentre altre addirittura tornavano
estratte da metalli sottoposti all’azione di forti differenze di potenziale. Thomson indietro. L’unica spiegazione possibile è che la massa dell’atomo non sia uniforme-
198
199 Scheda102. Modelli Atomici
mente distribuita al suo interno, ma concentrata in un nucleo molto piccolo al suo • Un elettrone che orbita intorno ad un nucleo sta ovviamente subendo un’ac-
interno. celerazione centripeta. Ne consegue che deve emettere energia sotto forma di
Vi consiglio di guardare i seguenti video per capire meglio ed approfondire l’ar- radiazione elettromagnetica detta radiazione di sincrotrone. La conseguente per-
gomento. dita di energia porterebbe l’elettrone su orbite con raggi sempre minori, fino a
collassare sul nucleo. Il fatto stesso che la materia come la conosciamo è stabile,
implica che gli atomi di cui è costituita siano stabili.
• Un elettrone che cambia il livello orbitale su cui orbita, emette energia sotto
forma di onde elettromagnetiche. Nel modello di Rutherford ogni possibile or-
bita ed ogni possibile livellpo energetico sono ammessi, e di conseguenza gli
Fig. 102.4: Guarda il video youtu.be/5pZj0u_XMbc elettroni sono in grado di assorbire ed emettere radiazione di ogni possibile fre-
quenza. Gli spettri di emissione ed assorbimento degli atomi, invece, mostrano
chiaramente che la luce è assorbita ed emessa con spettri a righe, ad indicare
che solo ed unicamente fotoni di fissata energia possono essere assorbiti od
emessi.
Calcolo del
raggio dell’orbita 103.3 L’idea di base
Il modello atomico di Bohr
Calcolo dell’energia 1. ipotizza che gli elettroni occupino orbite circolari intorno al nucleo
dell’orbita 2. introduce il dualismo onda-corpuscolo associando ad un elettrone di
impulso p~ una lunghezza d’onda λ = hp
201
202 Scheda103. Modello atomico di Bohr
gi. Cominciamo con l’affermare che, essendo l’orbita circolare, la forza centripeta
necessaria è data dalla forza di Coulomb tra l’elettrone ed il nucleo
e− V2 Ze2
n=5 m =K 2
rn rn
da cui
n 2 ~2 KZe2
=
mrn3 rn2
P+
n 2 ~2 n2 ~2
e− rn = =
KZme2 KZme2
Il raggio dell’orbita è quindi quantizzato secondo il numero quantico n ∈ N
Analogalmente anche l’energia dell’elettrone risulta quantizzata. L’energia del-
l’elettrone è data dalla somma della sua energia cinetica e dell’energia potenziale
n=6 elettrostatica. Per cui
1 Ze2
En = mV 2 − K
2 rn
n 2 ~2 Ze2
En = 2
−K
2mrn rn
Sostituendo il valore del raggio dell’orbita avremo
Fig. 103.1: In nero due orbite ammesse nel modello di Bohr nei casi con n = 5 ed n = 6; in rosso un’orbita n2 ~2 4π 2 K 2 Z 2 m2 e4 Ze2 KZme2
intermedia non ammessa. En = − K
8mπ 2 n4 ~4 n 2 ~2
da cui K 2 Z 2 me4 Z 2 e4 K 2 m
nh n~ En = −
V = = 2n2 ~2 n2 ~2
2πmr mr
o analogalmente K 2 Z 2 me4 1
nh En = − · 2
mV r == n~ 2~2 n
2π
Quest’ultima relazione mostra in modo esplicito, per orbite circolari, come l’equa-
zione 103.1 implichi la quantizzazione del momento angolare dell’elettrone.
Avendo assunto che le orbite degli elettroni siano circolari, e considerando un
elettrone che ruota intorno ad un nucleo con numero atomico Z, il raggio dell’or-
bita dell’elettrone, corrispondente all’intero n, sarà ottenibile con i seguenti passag-
Introduzione alla fisica moderna Scheda 104
Un percorso che dalla Grecia di duemila anni fa ci porta alla scoperta della strut- Un secondo passo importante fu fatto da Democrito, il
tura di base di cui è fatta tutta la materia del nostro universo. quale ipotizzò che tutta la materia fosse fatta da elemen-
ti costituenti indivisibili, che chiamò atomi. Più che una
ricerca scientifica, quella di democrito fu un’ipotesi che a
104.1 Poche semplici domande quei tempi non c’era modo di verificare sperimentalmente.
Quest’idea rimase comunque valida per molti secoli; gli al-
• Come mai il vapore aqueo, l’acqua del mare ed il ghiaccio hanno proprietà
chimisti prima ed i chimici successivamente, studiarono le Fig. 104.2: Democrito
tanto differenti? in fondo sono tutti e tre fatti di sola acqua!
caratteristiche dei vari elementi chimici e dei loro composti, identificando in essi gli
• Come mai i diamanti di un anello e la grafite della mina di una matita han- atomi di democrito.
no proprietà tanto differenti se sono fatte tutte e due dello stesso elemento, il
carbonio?
• Cos’è il fuoco?
• Perchè nel mondo vediamo che esistono centinaia di migliaia di sostanze dif-
ferenti?
Tutte queste sono domande la cui risposta può essere data solo se studiamo com’è
fatta la materia nei suoi costituenti di base. Studiando le particelle elementari di cui
è fatta tutta la materia, e studiando il modo con cui esse interagiscono, possiamo
capire il comportamento della materia intorno a noi.
203
204 Scheda104. Introduzione alla fisica moderna
104.4 Mendeleev
Lo studio della chimica e delle differenti reazioni chimiche che potevano avvenire tra
differenti composti, ha permesso di sviluppare l’idea di Democrito, ed identificare
poco più di 100 differenti elementi chimici.
Attraverso la loro combinazione potevano essere
spiegate le caratteristiche di tutte le sostanze chimiche
conosciute.
Fu Mendeleev che nel 1869 propose di rappresenta-
re tutti gli elementi chimici in uno schema ordinato che
adesso chiamiamo tavola periodica degli elementi. La rap-
presentazione di tutti gli elementi conosciuti in tale sche-
Fig. 104.6: Tavola periodica
ma non solo permise di prevedere la scoperta di tre ele-
menti chimici al tempo sconosciuti, quali lo scandio, il
Fig. 104.5: Mendeleev
205 Scheda104. Introduzione alla fisica moderna
104.5 Rutherford
L’esperimento di Ruterford per la prima volta dimostrò l’e-
sistenza di una struttura interna agli atomi. Utilizzando
particelle α, le cui dimensioni sono diecimila volte mino-
ri di quelle degli atomi, potè indagare la struttura interna
degli atomi. Nonostante il nome dato da Democrito, l’ato-
mo non era più indivisibile, ma aveva una struttura interna.
Con le informazioni di Rutherford e le informazioni sui de-
cadimenti radioattivi, fu breve il passo per arrivare a com-
Fig. 104.7: Rutherford prendere che la totalità degli elementi chimici è spiegabile
utilizzando unicamente tre paticelle: protoni, neutroni ed elettroni. A questo punto
tutta la materia era descritta da queste tre particelle e da due forze: la forza di gravità
e l’elettromagnetismo.
menti mostrarono come la luce si comportasse, a seconda dei vari casi, a volte come
un’onda ed a volte come una particella. Questa fu una delle scoperte che portarono
alla formulazione della meccanica quantistica, nella quale le particelle erano descritte
da funzioni di probabilità di misurare, se osservate, determinate caratteristiche.
Allo stesso modo, come la luce, che è ovviamente un fenomeno ondulatorio, mo-
stra comprtamenti di particella, analogalmente le particelle mostrano comportamen-
ti di onda. Fu il fisico Louis de Broglie che associò ad ogni particella una lunghezza
d’onda legata all’impulso della particella ed alla costante di Plank
h
λ=
p
R/
R/
R/
G
G
/B
/B
/B
u c
t mass
H
(+6 anti-quarks)
6 quarks
up charm top spin Higgs
1/2 1/2 1/2 0
R/
R/
R/
co
lo
g
/B
/B
/B
r
d s
strange
b gluon
down 1/2 1/2 bottom 1/2 1
e µ τ γ
< 2 eV < 190 keV < 18.2 MeV 80.4 GeV ±1 91.2 GeV
12 fermions 5 bosons
cadimenti, è mediata dai bosoni W ± e Z0 ; l’interazione forte è mediata da particelle (+12 anti-fermions) (+1 opposite charge W )
increasing mass →
chiamate gluoni. Queste particelle, insieme a quelle costituenti della materia, entrano
in un’unica teoria delle particelle chiamata Modello standard. Fig. 104.15: Il modello Standard con il bosone di Higgs.
Per questo motivo molti fisici avanzano l’ipotesi che esista un nuovo livello di 104.13 L’oscillazione dei neutrini
semplificazione che descriva tutte le particelle del modello standard utilizzando un
numero minore di elementi. Di qui l’ipotesi dell’esistenza di particelle fondamentali Di tutte le particelle del modello standard i neutrini giocano un ruolo particolarmen-
dette prioni o teorie delle stringhe che descrivono ogni particella come divers stati di te importante. Sono particelle che interagiscono molto poco con la materia, basti
oscilazione di oggetti chiamati stringhe. Tutte queste sono belle idee, ma non esiste pensare che la stragrande maggioranza di loro attraversa in mostro pianeta senza
ancora alcuna indicazione sperimentale della loro veridicità. minimamente interagire con esso. Non conosciamo il valore della loro massa, in
209 Scheda104. Introduzione alla fisica moderna
quanto questa è tanto piccola da essere paragonabile agli errori di misura dei nostri
104.14 Nascita ed evoluzione dell’universo
strumenti. Sappiamo però che essi hanno una massa in quanto si è visto che essi
cambiano sapore quando viaggiano per lunghe distanze.
Fig. 104.20: Storia dell’universo: da wikipedia: Una rappresentazione grafica dell’espansione dell’univer-
so, in cui due dimensioni spaziali non sono rappresentate. Le sezioni circolari della figura rappresentano
le configurazioni spaziali in ogni istante del tempo cosmologico. La variazione di curvatura rappresenta
l’accelerazione dell’espansione, iniziata a metà dell’espansione e tuttora in corso. L’epoca inflazionaria è
contraddistinta dalla rapidissima espansione della dimensione spaziale sulla sinistra. La rappresentazio-
ne della radiazione cosmica di fondo come una superficie, e non come un cerchio, è un aspetto grafico
privo di significato fisico. Analogamente in questo diagramma le stelle dovrebbero essere rappresentate
come linee e non come punti.
da noi con una velocità proporzionale alla loro distanza da noi. Questo fatto è stato a perdersi nello spazio. In modo analogo per il nostro universo, la presenza di mas-
interpretato come un’espansione dell’universo stesso, piuttosto che un movimento sa determina la presenza di energia potenziale gravitazionale e quindi la tendenza
delle galassie all’interno dell’universo. Questa espansione, ripercorsa indietro nel a rallentare l’espandsione; la presenza di energia cinetica determina invece la ten-
tempo, ci porta ad una contrazione dell’universo fino alle dimensioni di un punto denza ad aumentare il ritmo dell’espansione. Per determinare il futuro del nostro
singolare. nel fare questo percorso al contrario nel tempo, le conoscenze ottenute universo è determinante sapere quanta massa e quanta energia ci siano dentro di
in laboratorio ci hanno permesso di comprendere ciò che accadde in passato fino al esso.
tempo t = 10−32 s. Ciò che accadde prima è ancora fuori dalla nostra portata.
Ciò che accadrà invece nel futuro è molto più incerto. L’universo potrebbe espan-
dersi all’infinito raffreddandosi sempre di più; potrebbe invece espandersi asintoti-
camente stabilizzandosi verso un determinato valore del suo volume, o riprendere a
contrarsi verso una sorta di BigBang al contrario. Un fatto cruciale per determinare
quale sarà l’evoluzione del nostro universo, è determinare quanta massa e quanta
energia siano presenti. In un’analogia con il lancio di un satellite intorno alla Ter-
ra, se l’energia potenziale gravitazionale del satellite predomina sull’energia cinetica
dello stesso, allora il satellite è destinato a ricadere sulla superficie. Se l’energia ci-
netica è superiore all’energia potenziale gravitazionale, allora il satellite è destinato Fig. 104.22: velocità di rotazione delle stelle intorno alla galassia M33.
211 Scheda104. Introduzione alla fisica moderna
E = mc2
212
213 Scheda105. Il CERN
Fig. 105.6: La creazione del bosone di Higgs, a seconda del tipo di decadimento analizzato.
Parte XIII
Laboratorio
216
Mappe sull’attività di laboratorio Scheda 106
Propagazione
Tipologie Errori di Propagazione gaussiana
di errori misura degli errori 2
P ∂y 2 2
σy = i ∂x i
σxi
statistici assoluti
Somma di
Tecniche di misura grandezze
relativi
sistematici Ea Ea+ = Ea1 + Ea2
Er = M is
Prodotto di
Misure cumulate Misure ripetute grandezze
T = Tnn T = Tmedio Er· = Er1 + Er2
Ea = Ea−nn
Ea = Tmax −T
2
min
217
Errori di misura Scheda 107
Vedi anche il video:
23, 2 mm < d < 23, 3 mm
d = 23, 25 mm ± 0, 05 mm (107.2)
Cos’è cambiato? Utilizzando uno strumento molto migliore, è stato possibile ese-
Fig. 107.1: Guarda il video youtu.be/x15bIfYlhys guire la misura con un livello di incertezza assoluta molto minore. Se con il righello
potevo solo guardare i millimetri e non potevo dire nulla al di sotto del millimetro,
con il calibro posso fare affermazioni anche al livello del ventesimo di millimetro.
La misura precedente non è sbagliata, semplicemente è più incerta: le due misure,
107.1 Il valore della misura e l’errore assoluto infatti, sebbene diano valori differenti, sono in realtà in perfetto accordo.
Prendiamo un righello e misuriamo il
diametro di una moneta da 1 euro. Co- 107.1.1 Cifre significative
me potete vedere in figura 107.2, si può
In tutte le misure precedenti sono state scritte un numero di cifre dopo la virgola
solo affermare che il diametro d vale un
in base al valore dell’errore assoluto sulla misura. Se l’errore assoluto riguardava la
numero compreso tra 23 mm e 24 mm,
prima cifra dopo la virgola, allora la misura è stata scritta con una sola cifra dopo la
visto che il bordo della moneta è po-
virgola. Se l’errore assoluto riguardasse la terza cifra dopo la virgola, allora la misura
sto tra le due stanghette corrispondenti
deve essere scritta con tre cifre dopo la virgola anche se queste cifre sono degli zeri.
a tali misure.
Per cui sono corrette le seguenti misure:
23 mm < d < 24 mm L = 8, 34 m ± 0, 02 m
Utilizzando un semplice righello noi
L = 8, 345 m ± 0, 002 m
non possiamo dire nulla di più preciso.
Il risultato finale della nostra misura sarà Fig. 107.2: Misura del diametro di una moneta L = 8, 3450 m ± 0, 0002 m
utilizzando un righello.
In questo modo soltanto l’ultima cifra dopo la virgola è incerta, mentre tutte le
d = 23, 5 mm ± 0, 5 mm (107.1)
altre sono esatte. Scrivendo ogni misura in questo modo possiamo introdurre il con-
La grandezza 23, 5 mm è il valore della misura; la grandezza 0, 5 mm è detta errore cetto di cifre significative. Il numero di cifre significative in una misura è pari al
assoluto sulla misura. Entrambe hanno la loro unità di misura. numero di cifre del numero con esclusione degli zeri che si trovano davanti alla pri-
Se adesso ripetiamo la stessa misura utilizzando uno strumendo migliore, come ma cifra non nulla. Le seguenti misure hanno rispettivamente tre, quattro e cinque
per esempio un calibro ventesimale, il valore della misura del diametro della stessa cifre significative. Ovviamente se cambiassimo unità di misura non cambierebbe il
moneta risulta essere numero di cifre significative della misura.
218
219 Scheda107. Errori di misura
quanto il suono dell’impatto del sasso impiega un certo tempo ad arrivare al nostro
M = 8, 34 kg ± 0, 02 kg orecchio.
M = 8, 340 kg ± 0, 002 kg
Errore accidentale
M = 0, 083450 kg ± 0, 000002 kg
In un processo di misura, anche ammettendo di aver corretto tutti gli errori sistema-
tici, esistono tutta una serie di fattori che non sono sotto il nostro diretto controllo.
107.1.2 Errori di misura Se immaginiamo di misurare la durata del rosso ad un semaforo con un cronometro,
Se prima abbiamo visto che ad ogni misura va associata un’incertezza a seconda scopriremo che, ripetendo la misura molte volte, non otteniamo sempre lo stesso va-
di come è fatto lo strumento di misura, introduciamo adesso altri due fattori che lore, ma otteniamo invece misure che oscillano tra un minimo ed un massimo che
influiscono in modo molto significativo sul risultato della misura. Essi sono detti distano tra loro qualche decimo di secondo. Perchè? Scegliendo un cronometro con
errore statistico ed errore sistematico. una sensibilità di un centesimo di secondo, ed ammettendo che il circuito elettronico
che regola la temporizzazione del semaforo abbia anch’esso incertezze dell’ordine
Errore sistematico del centesimo di secondo, la fonte di un tale errore deve essere cercata nel metodo di
misura. Quando facciamo partire il cronometro e quando lo fermiamo noi introdu-
L’errore sistematico è un errore dovuto alla qualità degli stumenti utilizzati o al me-
ciamo un errore dovuto alla prontezza dei nostri riflessi; nell’azionare il cronometro,
todo di misura seguito. Generalmente questo tipo di errore è sempre per eccesso o
a volte lo facciamo troppo presto, a volte troppo tardi, quindi ogni volta otteniamo
per difetto. Immaginate di pesarvi su di una bilancia che inizialmente non ha la lan-
valori differenti, sbagliati per eccesso o per difetto, anche misurando sempre la stessa
cetta che punta bene sullo zero, ma, senza che voi siate saliti, segna un kilogrammo;
cosa. Per questo motivo il tipo di errore che facciamo lo chiamiamo errore accidentale.
risulta evidente che chiunque salga su quella bilancia misura la sua massa ottenendo
Per sua natura l’errore statistico è meno problematico dell’errore sistematico, sebbe-
un valore di un kilogrammo più grande del valore corretto. Analogalmente se utiliz-
ne esso non possa essere cancellato o corretto, è però più facilmente riconoscibile e
zate un righello senza preoccuparvi di far coincidere lo zero con l’inizio del segmento
può essere facilmente ridotto, anche se non può mai essere cancellato.
da misurare, otterrete nuovamente un valore non corretto. Se misurate un intervallo
di tempo con un cronometro che ritarda, otterrete un valore inferiore rispetto al va-
107.1.3 Misure ripetute
lore corretto. Per loro natura tali errori sono in linea di principio riconoscibili ed è
possibile correggerli; in tal caso non creano problemi alla misura. Spesso però non Stabilito che ripetendo tante volte la stessa misura ci si aspetta di ottenere sempre
è facile individuare la presenza di un errore sistematico, richiando quindi di non risultati leggermente differenti, in accordo con quanto indicato dall’errore assoluto,
cancellarlo ed ottenere misure non corrette. Errori sistematici possono essere anche cosa possiamo affermare riguardo al risultato della misura dopo un certo numero di
dovuti al metodo di misura utilizzato. Immaginiamo di misurare la profondità di un prove effettuate? Per rispodendere a questa domanda cominciamo col considerare
pozzo misurando in quanto tempo un sasso, lasciato cadere nel pozzo, raggiunge il che è ragionevole pensare che gli errori accidentali capitino con eguale probabilità
fondo dello stesso. Per farlo faremo partire il cronometro quando lasciamo cadere sia per difetto che per eccesso. Ci si aspetta quindi che due o più errori accidentali,
il sasso, e fermiamo il cronometro quando sentiamo il rumore del sasso che tocca il sommati tra loro, tenderanno statisticamente a cancellarsi.
fondo. L’intervallo di tempo che intendevamo misurare è quello che impiega il sasso La questione si risolve quindi affermando che il valore della misura corrisponde
a cadere; quello che effettivamente abbiamo misurato è però un po’ più lungo, in al valor medio delle misure effettuate. Per cui, su un numero n di misure xi avremo
220 Scheda107. Errori di misura
0, 5 mm
x1 + x2 + x3 + ... + xn Erd = ' 0, 0213 = 2, 13%
Xm = 23, 5 mm
n da cui si vede facilmente che la misura più precisa è quella del diametro della mo-
In questo modo gli errori accidentali tenderanno a cancellarsi tra loro permetten- neta. Non importa se le due misure siano una di massa e l’altra di lunghezza: i due
domi di trovare il valore cercato. errori relativi sono omogenei e possono essere confrontati.
Dobbiamo adesso stimare quale sia l’errore assoluto da assegnare alla misura così
ricavata. Una prima stima la si può ottenere valutando la differenza tra la maggiore 107.1.5 Valutazione dell’errore su misure indirette
e la minore delle misure effettuate per cui
Immaginiamo di avere un oggetto di forma rettangolare e di misurare con un righel-
xmax − xmin lo la base e l’altezza di quel rettangolo. Immaginiamo che le due misure siano le
Ea =
2 seguenti:
h = 150 cm ± 3 cm; Er = 2%
107.1.4 Precisione ed errore relativo
b = 200 cm ± 6 cm; Er = 3%
Definiamo la precisione della misura utilizzando l’errore relativo della misura, defi-
Il semiperimetro del rettangolo si calcola sommando le due misure e sommando
nito come il rapporto tra l’errore assoluto ed il valore della misura.
gli errori assoluti sulle misure.
Ea p = 350 cm ± 9 cm
Er =
M isura
che nel caso delle misure 107.1 e 107.2 diventa L’errore assoluto sulla somma o sulla differenza di misure è pari alla somma
degli errori assoluti sulla misura.
0, 5 mm
Er1 = ' 0, 0213 = 2, 13%
23, 5 mm Il perimetro del rettangolo si calcola moltiplicando per 2 il valore del semiperi-
0, 05 mm metro
Er2 = ' 0, 00215 = 0, 215%
23, 25 mm 2p = 700 cm ± 18 cm
da cui risulta evidente che la seconda misura è molto più precisa. Notate che L’errore assoluto sul prodotto di un numero per una misura è pari al prodotto
l’errore relativo non ha una unità di misura, quindi è possibile confrontare la preci- di tale numero per l’errore assoluto sulla misura.
sione di misure fatte su grandezze fisiche non omogenee. Per esempio se scriviamole
seguenti due misure L’area del rettangolo si calcola moltiplicando le due misure e sommando gli errori
M = 1, 3 kg ± 0, 1 kg relativi sulle misure. Ovviamente è necessario calcolare prima l’errore relativo e poi
quello assoluto.
d = 23, 5 mm ± 0, 5 mm
A = 30000 cm2 ± 1500 cm2 ; Er = 5%
calcolandone gli errori relativi avremo
L’errore relativo sul prodotto o sulla divisione di misure è pari alla somma
0, 1 kg degli errori relativi sulle misure.
ErM = ' 0, 077 = 7, 7%
1, 3 kg
Distribuzione Gaussiana Scheda 108
Cosa succede se facciamo tante misure ripetute della stessa grandezza fisica? Si- T n◦ T n◦ T n◦
curamente non otterremo mai lo stesso valore; possiamo comunque chiederci se i 3,0 0 4,0 144 5,0 151
valori che otteniamo saranno molto vicini al valore corretto della misura, oppure pos- 3,1 0 4,1 244 5,1 65
siamo chiederci quanto sia probabile ottenere un valore distante dal valore corretto 3,2 0 4,2 357 5,2 39
pur avendo eseguito bene l’esperimento. Per rispondere a queste domande dob- 3,3 0 4,3 468 5,3 8
biamo innanzi tutto mettere su di un grafico i risultati di uno stesso esperimento 3,4 0 4,4 498 5,4 3
eseguito un numero molto alto di volte. In questa scheda mostriamo i risultati di un 3,5 0 4,5 556 5,5 0
esperimento nel quale abbiamo misurato il valore del periodo di oscillazione di un 3,6 2 4,6 534 5,6 0
pendolo un numero molto alto di volte. 3,7 18 4,7 420 5,7 0
3,8 35 4,8 350 5,8 0
3,9 87 4,9 219 5,9 0
108.1 La distribuzione Gaussiana
Tabella 108.1: Dati sperimentali raccolti in classi dell’ampiezza di 0, 1 s. Per ogni valore riportato dal crono-
metro, nella seconda colonna della tabella viene riportato il numero di volte che tale valore è stato visto comparire
Immaginiamo di eseguire un numero molto alto di volte la misura del tempo di oscil- sul cronometro. In totale sono state fatte 4213 misure. La media delle misure viene Tmed = 4, 5 s; la varianza delle
lazione di un pendolo. Come sappiamo non otteremo sempre lo stesso valore; nella misure vale σT = 0, 3 s
tabella 108.1 sono riportati i valori ottenuti misurando il periodo di oscillazione dello
stesso pendolo per 4213 volte. Come potete osservare la maggior parte delle volte il
valore ottenuto si avvicina molto alla media, e solo poche volte si ottengono valori
molto diversi dal valore media. Possiamo dire che tanto più un valore è distante dal
108.2 Il risultato della singola misura
valore atteso, tanto meno è probabile che tale valore venga ottenuto in una misura.
Chiediamoci: se noi eseguissimo un’altra misura, quale valore ci attendiamo che
Se mostriamo i dati su di un grafico, dove sulle ascisse mettiamo il valore misurato
venga? Sicuramente potrebbe venire un qualunque valore, ma sarà più probabile
e sulle ordinate il numero di volte che tale valore è stato ottenuto, vediamo che il
che venga un valore vicino al valore medio, e sarà meno probabile che venga un
disegno che otteniamo ha una forma a campana che ha una funzione matematica ben
valore distante dal valore medio.
precisa ed è chiamata gaussiana. La curva gaussiana è definita da due parametri: il
Data la curva gaussiana che è stata ottenuta a seguito dei dati dell’esperimen-
valore medio e la varianza. Il valore medio altro non è se non la media di tutti i dati
to, avremo che il valore della misura ed il corrispondente errore assoluto dovranno
sperimentali ottenuti; la varianza è un parametro legato a quanto la curva si allarga e
essere scritti nel seguente modo:
quindi a quanto i dati risultano lontani dal valore medio. Per la gaussiana di questo
esperimento avremo che
T = 4, 5 s ± 0, 3 s
Tmed = 4, 5 s
che considerando le caratteristiche della curva gaussiana significa: ho il 68, 3% di
σT = 0, 3 s probabilità che la prossima misura venga compresa tra un minimo di 4, 2 s ed un massimo di
4, 8 s
221
222 Scheda108. Distribuzione Gaussiana
Se non sono soddisfatto della mia affermazione e voglio dire qualcosa di più
sicuro anche se meno preciso allora posso raddoppiare l’errore assoluto e dire
T = 4, 5 s ± 0, 6 s
T = 4, 5 s ± 0, 9 s
400
che considerando le caratteristiche della curva gaussiana significa: ho il 99, 7% di
probabilità che la prossima misura venga compresa tra un minimo di 3, 6 s ed un massimo di
5, 4 s Anche in quest’ultimo caso ci sarà comunque la possibilità per quanto piccola,
che la prossima misura venga al di fuori dell’intervallo atteso. 300
0,3 s
Nel nostro esempio σT = √4213=0,0046 s
cioè circa 65 volte minore.
Il vantaggio nel ripetere tante volte una misura consiste quindi nel diminuire
l’incertezza sulla media di tutte le singole misure.
Realizzazione di un’esperienza di laboratorio Scheda 109
Verificare una teoria 109.1 Considerazioni preliminari
Scopo dell’esperienza Descrivere un fenomeno Un’esperimento di qualunque genere, per avere valore, deve essere ripetibile. Deve
cioè poter essere eseguito nello stesso identico modo da altre persone in modo che
Eseguire una misura esse possano confermare la validità del metodo e delle conclusioni.
Valutazione degli
109.3 Fisica dell’esperienza
errori sistematici Prima di procedere con le misure, è necessario inquadrare il contesto teorico all’in-
terno del quale tale misura si svolge. Si parlerà quindi dei concetti e delle formule
Conclusioni che hanno a che fare con la misura che si vuole effettuare. Qualora lo scopo dell’espe-
rienza sia la verifica sperimentale di una certa legge, allora sarà necessario svolgere
tutti i calcoli necessari per predirre il risultato della misura prima che questa venga
effettuata.
223
224 Scheda109. Realizzazione di un’esperienza di laboratorio
l’errore di misura tramite opportuna propagazione degli errori1 . Nel caso di misure
109.4 Descrizione del materiale utilizzato
ripetute, non sarà necessario ripetere tutti i conti per ogni singola misura, ma è pos-
Ogni singolo oggetto, sia un materiale o uno strumento di misura, deve essere indi- sibile effettuare i conti una sola volta per un set di misure e poi utilizzare un foglio
cato e descritto all’interno dell’esperienza nel seguente modo: di calcolo elettronico.
110.7 Conclusioni
110.2 La fisica dell’esperienza
Eseguita l’analisi dei dati sperimentali, siete pronti per indicare le conclusioni, che
In questa sezione bisogna enunciare, in modo sintetico, quali concetti teorici ver- dovranno ovviamente essere perfettamente attinenti a quanto avete scritto nello sco-
ranno utilizzati per lo svolgimento dell’esperienza. Se ci sono dei conti teorici da po dell’esperienza.
svolgere, questo è il punto giusto per indicarli.
110.4 Procedimento
In questa sezione dovete descrivere con precisione la sequenza delle azioni svolte,
permettendo così a chiunque di poterla ripetere.
225
Parte XIV
Esercizi svolti
226
Esercizi di Base Scheda 111
Quanto è grande la cavità che ci deve essere all’interno del cubo di piombo?
111.1 Operazioni con gli scalari
[I0020] [2 4 ] Un oggetto è fatto da due cubi di lato L = 80 mm di legni dif-
g g
[I0001] [1 22 ] Esegui le somme indicate qui di seguito, scegliendo a tuo piaci- ferenti, rispettivamente di densità ρ1 = 0, 7 cm 3 e ρ2 = 0, 5 cm3 . I due cubi sono
mento l’unità di misura del risultato tra le due già presenti. attaccati per una delle facce. Indica su di un opportuno sistema di riferimento dove
si trova il baricentro dell’oggetto. [I0022] [2 2 ] Un corpo di ferro, di massa
• 4 hm + 300 m = • 2 m3 + 40 dm3 = • 3 min + 2 sec = m = 10 kg, ha forma sferica. Quanto vale il suo momento di inerzia?
• 3 hm + 5 cm = • 45 l + 50 dl =
• 3 h + 5 sec =
• 3 m + 18 mm = • 45 l + 50 cl =
111.2 Eseguire una misura
• 9 km2 + 10 hm2 = • 8 dl + 2 cl = • 36 km m
h + 30 s = [I0010] [1 1 ] Misurate con un righello lo spessore di una moneta da 1 euro [I0012]
[2 5 ] Hai misurato con un righello il diametro di base e l’altezza di un cilindro
• 9 m2 + 200 cm2 = • 7 kg + 400 g = kg
• 25 m g
3 + 12 cm3 = ottenendo d = 20 mm ± 1 mm e h = 50 mm ± 1 mm. Quanto vale il volume? Quanto
• 9 m2 + 5 dm2 = • 3 kg + 3 hg = vale l’errore assoluto sul volume? [I0012a] [2 5 ] Hai misurato con un righello
• 2 kg·m g·cm
s2 + 5 s2 = i tre spigoli di un parallelepipedo, ottenendo a = 20 mm ± 1 mm, b = 40 mm ±
• 12 km3 + 78 hm3 = • 3 g + 55 mg =
1 mm, e h = 10 mm ± 1 mm. Quanto vale il volume? Quanto valgono gli errori
• 8 m3 + 15 cm3 = • 3 h + 5 min = • 8 kg·m
s + 5 g·km
h = assoluto e relativo sul volume? [I0014] [2 6 ] Hai misurato con un righello la
base e l’altezza di un rettangolo ottenendo b = 10, 0 cm ± 0, 1 cm e h = 5, 0 cm ±
[I0003] [1 4 ] In un bicchiere vengono versati un volume VH2 O = 50 cm3 di 0, 1 cm. Indicando in modo corretto gli errori di misura, calcola l’area ed il perimetro
kg
acqua ed un volume Vo = 50 cm3 di olio. L’acqua ha una densità ρH2 O = 1 dm 3 e del rettangolo. [I0015] [2 7 ] Un cilindro graduato contiene un volume Vi =
g 3 3
l’olio ha una densità ρo = 0, 8 cm3 . Quanto volume di liquido si trova nel bicchiere? 250 cm ± 1 cm di acqua. Dopo averci immerso un oggetto di massa m = 1, 12 kg ±
Quanta massa di liquido si trova nel bicchiere? [I0004] [1 2 ] Un oggetto di 0, 01 kg, il cilindro segna un volume Vf = 375 cm3 ± 1 cm3 . Calcola volume e densità
cui non conosciamo il materiale, occupa un volume V = 8, 75 dm3 ed ha la stessa dell’oggetto.
massa di un blocco di ferro che occupa un volume VF e = 3 dm3 . Calcola la massa e [I0016] [1 2 ] Se stai misurando il periodo T di un pendolo utilizzando un cro-
kg
la densità del materiale. La densità del ferro è ρF e = 7, 874 dm 3. [I0005] [1 2 ] Un nometro (portata P = 10 h; precisione E = 0, 01 s) azionato dalla tua mano, quanto
3
cilindro graduato contiene un volume Vi = 250 cm di acqua. Dopo averci immerso vale l’errore di misura che fai sulla singola misurazione? Come puoi fare, facendo
kg
un oggetto di rame di densità ρogg = 8, 92 dm 3 , il cilindro segna un volume Vf = solo una misura, a migliorare la precisione della misura fino a Ea = 0, 02 s
3
375 cm . Calcola volume e massa dell’oggetto. [I0006] [1 2 ] Tre libri sono [I0019] [1 2 ] Un libro di 500 pagine, misurato con un righello, è spesso h =
posizionati uno sull’altro. I libri hanno rispettivamente massa m1 = 1 hg, m2 = 2 hg, 3, 5 cm ± 0, 1 cm. Quanto è spessa ogni singola pagina? Calcola l’errore assoluto e
m3 = 3 hg ed hanno tutti lo stesso spessore d = 3 cm. A che altezza si trova il relativo sulla misura della singola pagina. [Lab0001] [2 5 ] Ti trovi su Marte e
baricentro del sistema? misuri la lunghezza di un pendolo ottenendo L = 98, 5 cm ± 0.5 cm, e poi misuri cin-
[I0017] [2 3 ] Due cubi di lato l = 10 cm, uno di argento (di densità ρAg = que volte il suo periodo di oscillazione ottenendo i valori indicati in tabella. Quanto
kg kg
10, 5 dm 3 ) e l’altro di piombo (di densità ρP b = 11, 3 dm3 ), hanno la stessa massa. vale l’accelerazione di gravità di Marte?
227
228 Scheda111. Esercizi di Base
T1 3,23 s 3,22 s 3,22 s 3,23 s 3,24 s [I0009] [1 1 ] Scomponi i seguenti vettori lungo le direzioni indicate
111.3 Operazioni con i vettori sponde. Con quale velocità si sta avvicinando alla sponda opposta? Disegna tale
vettore.
[I0002] [1 2 ] Dati due vettori ~a e ~b rispettivamente di moduli a = 12 e b = 16, [I0021] [2 2 ] Dati due vettori ~a e ~b, determinare i loro moduli sapendo che la
disegnateli in modo tale che la loro somma sia un vettore ~c il cui modulo valga c = 20. loro somma massima vale 35 e la loro somma minima vale 5.
Ripetete l’esercizio in modo tale che c = 4; c ∼ 10; c ∼ 24; c = 28;. [I0007] [1 2 ]
Esegui le operazioni indicate con i vettori ~a e ~b:
~b ~b
~b
~a ~a ~a
~c = ~a + ~b ~c = 2~a − ~b ~c = 3~a − 2~b
[I0008] [1 2 ] Disegna il vettore che annulla i due vettori disegnati qui di seguito
~b
~b
~b
~a ~a ~a
Esercizi di Cinematica Scheda 112
(b) Un oggetto viene fatto cadere dal tetto di una casa partendo da fermo. Se
112.1 Grandezze cinematiche
arriva a terra dopo un tempo ∆t = 3 s, quanto è alta la casa? [h =
[C0013] [1 1 ] Se mi muovo in avanti di ∆S1 = 600 m, e poi a destra di ∆S2 = 44, 1 m]
800 m, quanti metri ho percorso? Di quanti metri mi sono spostato rispetto al punto (c) Un oggetto viene fatto cadere dentro un pozzo partendo da fermo. Se
di partenza? Disegna i due spostamenti e lo spostamento totale. arriva al fondo del pozzo dopo un tempo ∆t = 4 s, quanto è profondo il
[C0013a] [1 1 ] Se mi muovo verso nord di ∆S1 = 600 m, e poi verso est pozzo? [h = 78, 4 m]
di ∆S2 = 300 m, ed infine verso sud di ∆S3 = 200 m, quanti metri ho percor-
so? Di quanti metri mi sono spostato rispetto al punto di partenza? Disegna i tre 3. Moto circolare uniforme
spostamenti e lo spostamento totale.
(a) Un oggetto ruota con una frequenza ν = 4 Hz lungo un percorso circolare
[C0062] [2 2 ] Una pallina da tennis urta contro un muro alla velocità =
m di raggio r = 2 m. Quale accelerazione centripeta subisce? [ac =
20 ad un angolo α = 30◦ e rimbalza tornando indietro con lo stesso angolo. L’urto m
s 1263, 3 s2 ]
dura un tempo ∆t = 0, 01 s. Quanto vale l’accelerazione media subita dalla pallina?
(b) Un oggetto si muove di moto circolare uniforme con velocità V = 50 m s
lungo un percorso circolare di raggio r = 2 m. Con quale velocità angolare
112.2 Esercizi banali ω si sta muovendo? Quanto tempo impiega a fare un giro? [ω =
25 rad
s ; ∆t = 0, 25 s]
[C0015ban] [0 9 ] Esercizi banali di Cinematica:
(c) Un pilota di Formula1 subisce in curva accelerazioni laterali di circa 4g.
1. Moto rettilineo uniforme Se sta facendo curve ad una velocità V = 150 Kmh , quanto vale il raggio
della curva? [r = 44, 3 m]
(a) Quanto spazio percorre in un tempo ∆t = 70 s un oggetto che si muove
con velocità costante V = 80 m
s ? [∆S = 5600 m]
(b) Quanto spazio percorre in un tempo ∆t = 70 s un oggetto che si muove
con velocità costante V = 80 Km [∆S = 1555, 6 m]
112.3 Sistemi di riferimento
h ?
(c) Quanto tempo impiega un pallone da calcio ad arrivare in porta se calciato [C0019] [1 1 ] Un ascensore con dentro una persona comincia la sua corsa in salita
ad una velocità V = 25 m s da una distanza ∆S = 30 m? Ipotizziamo che il partendo con accelerazione a = 2 sm2 . Quanto vale l’accelerazione complessiva subita
pallone viaggi sempre alla stessa velocità lungo il suo tragitto. [∆t = 1, 2 s] dalla persona? [atot = 11, 8 sm2 ]
[C0020] [1 1 ] Se in macchina eseguo una frenata con accelerazione a = 6 sm2 ,
2. Moto uniformemente accelerato
quanto vale e verso dove e diretta l’accelerazione totale che subisco? [at =
m
(a) Quanto spazio percorre in un tempo di ∆t = 5 s un oggetto che si muove 11, 5 s2 ; in diagonale verso il basso.]
con un’accelerazione costante a = 2 sm2 e che parte con una velocità iniziale [C0040] [1 1 ] Una persona si trova su di un ascensore. Se l’ascensore si
Vi = 5 ms nella stassa direzione e nello stesso verso dell’accelerazione? muove con un’accelerazione a = 2 sm2 verso l’alto, quale accelerazione complessiva
[∆S = 50 m] percepisce la persona?
229
230 Scheda112. Esercizi di Cinematica
[C0041] [1 1 ] Una persona si trova su di un ascensore. Se l’ascensore si muo- distanza tra il pallone ed il portiere è ∆S2 = 8 m. Chi arriva prima a prendere il
ve con un’accelerazione a = 2 sm2 verso il basso, quale accelerazione complessiva pallone?
percepisce la persona? [C0007] [1 3 ] Una persona percorre un tragitto lungo ∆Sa = 100 m in un
[C0047] [2 3 ] Due automobili si muovono perpendicolarmente tra loro par- tempo ∆ta = 20 s; successivamente si ferma per un intervallo di tempo ∆tb = 10 s
tendo dalla stessa posizione con velocità costanti rispettivamente Va = 12 m
s e Vb = e successivamente un tragitto ∆Sc = 50 m in un tempo ∆tc = 25 s. A quale velocità
m
16 s Quanto distano tra loro dopo un tempo ∆t = 5 s? media ha viaggiato nel primo tratto ∆Sa ? A quale velocità media ha viaggiato nel
[C0051] [2 2 ] Un pendolo su di un ascensore fermo oscilla con un periodo secondo tratto ∆Sc ? A quale velocità media ha viaggiato complessivamente?
T0 = 1 s. Quanto vale il periodo di oscillazione mentre l’ascensore
r sale con accelera- [C0012] [1 2 ] Due automobili stanno percorrendo a velocità costante due stra-
l de che si incrociano. La prima automobile dista dall’incrocio ∆S1 = 600 m e sta
zione a = 1, 2 sm2 ? [Un pendolo semplice ha periodo T = 2π , dove l è la lunghezza del
g viaggiando ad una velocità V1 = 30 m
pendolo e g l’accelerazione che muove il pendolo] s . La seconda automobile dista dall’incrocio
∆S2 = 800 m. A quale velocità deve viaggiare la seconda macchina affinchè si scontri
[C0055] [2 2 ] Calcola il periodo di oscillazione di un pendolo semplice di
con la prima?
lunghezza l = 1 m che si trova all’interno di un treno che sta accelerando con a =
m [C0018] [1 5 ] Un’auto da corsa alla fine di una gara dista dal traguardo ∆S1t =
2 2
s 600 m e viaggia a velocità costante V1 = 80 m s ; una seconda auto dista dal traguardo
∆S2t = 500 m e viaggia a velocità costante V2 = 50 m s . Chi vince la gara? Do-
po quanto tempo l’auto più veloce sorpassa quella più lenta? Quando l’auto che
112.4 Moto rettilineo uniforme
vince taglia il traguardo, a che distanza dal traguardo si trova l’auto che perde?
[∆t1 = 7, 5 s;∆t2 = 10 s;Vince la prima auto; ∆tsorp = 3, 33 s; d = 125 m]
[C0001] [1 3 ] Un’automobile viaggia alla velocità costante V1 = 120 km h per un
tempo ∆t1 = 2 h; successivamente si ferma per un tempo ∆t = 1 h, ed infine riparte [C0021] [1 3 ] Una moto si muove con velocità costante V1 = 72 km h inseguen-
viaggiando alla velocità costante V2 = 90 km do un’auto che si muove con velocità costante V2 = 54 km . Sappiamo che in un certo
h per un tempo ∆t2 = 4 h. A quale
h
velocità media ha viaggiato l’automobile? istante iniziale l’auto ha ∆t = 10 min di vantaggio sulla moto. Quanti metri di di-
[C0002] [2 1 ] Un’automobile viaggia alla velocità costante V1 = 120 km stanza ci sono tra l’auto e la moto all’istante iniziale? Dopo quanto tempo la moto
h e deve
superare un camion che viaggia alla velocità costante V2 = 90 km . Sapendo che il raggiunge l’auto?
h
camion è lungo l2 = 11 m e che la macchina è lunga l1 = 4 m, quanto tempo dura il [C0022] [1 1 ] Due lepri si rincorrono rispettivamente alla velocità costante
sorpasso? V1 = 5 m m
s e V2 = 3 s , e distano inizialmente ∆S = 12 m. Dopo quanto tempo il più
[C0005] [1 2 ] Un atleta sta correndo una gara sulla distanza L = 10000 m veloce raggiunge il più lento?
viaggiando a velocità costante V = 5 m [C0022a] [1 1 ] Due lepri, distanti tra loro ∆S = 12 m, corrono una verso l’altra
s Se ha già corso per un tempo ∆t = 8 min
quanto gli manca al traguardo? con velocità costanti V1 = 5 m m
s e V2 = 3 s . Dopo quanto tempo si scontrano?
[C0006] [2 3 ] In una partita di calcio un attaccante si dirige verso il portiere [C0024] [1 4 ] Giorgio percorre ∆S1 = 7 hm e successivamente si muove per
m
avversario con velocità costante V1 = 6 m un tempo ∆t1 = 3 min viaggiando alla velocità V1 = 4 . Marco percorre una
s ; il pallone si trova tra i due giocatori e si s
muove verso il portiere con velocità Vp = 2 m distanza ∆S2 = 0, 6 M iglia e successivamente si muove per un tempo ∆t2 = 0, 1 h
s ; il portiere si muove verso il pallone m
m
alla velocità V2 = 5 s . La distanza tra l’attaccante ed il pallone è ∆S1 = 4 m; la viaggiando alla velocità V2 = 2 . Chi ha percorso più strada?
s
231 Scheda112. Esercizi di Cinematica
[C0025] [2 4 ] Un oggetto viene lanciato verso l’alto da un’altezza hi = 30 m stantemente in modo da arrivare dopo un tempo ∆t = 4 s alla velocità Vf = 10 m s
con una velocità iniziale Vi = 5 m s . Dopo quanto tempo arriva a terra? [∆t = continuando sulla stessa curva. Quanto vale l’accelerazione complessiva che subisce
3 s] l’auto nell’istante finale?
m
[C0026] [1 2 ] Un oggetto viene lasciato cadere, partendo da fermo, in un [C0053] [2 2 ] Per costruire una base sul suolo di Marte (gm = 3, 711 2 ), i fisici
s
pozzo, e ne tocca il fondo dopo un tempo ∆t = 2 s. Quanto è profondo il pozzo? della NASA hanno pensato ad una stazione circolare rotante attorno ad un asse di
[C0036] [2 4 ] Un’automobile sta viaggiando alla velocità Vi = 36 km h e comin- rotazione verticale. Quale accelerazione centrifuga è necessaria affinché all’interno
m
cia a frenare con accelerazione costante a = 0.5 s2 . Dopo quanto tempo si ferma? della stazione si percepisca un’accelerazione di gravità pari a quella della Terra?
Quanto spazio ha percorso da quando ha cominciato a frenare? [∆t = 20 s; [CD0014] [1 1 ] Un’astronave ha la forma di un toro di raggio r = 30 m messo
∆S = 100 m.] in rotazione attorno al suo asse centrale. In tale astronave, gli astronauti all’interno
[C0034] [2 3 ] Un fucile spara un proiettile orizzontalmente con velocità Vix = percepiscono una forza di gravità simulata attraverso una rotazione con velocità an-
200 m s ; il bersaglio si trova 2 cm sotto la linea di tiro e viene colpito nel centro. Quanto golare ω. Quanto deve valere ω affinchè l’accelerazione di gravità percepita sia pari
si trova distante il bersaglio? [∆Sx = 12, 78 m] a quella terrestre?
[C0037] [1 2 ] Un oggetto si muove inizialmente con velocità Vi = 10 m s . Esso
subisce un’accelerazione costante a = 2 sm2 nella stessa direzione della velocità ma
con verso opposto, per un tempo ∆t = 3 s. Quale sarà la sua velocità finale? 112.7 Moto armonico
[C0037a] [1 2 ] Un oggetto si sta inizialmente muovendo alla velocità Vi =
10 m m [C0059] [2 3 ] Due punte di un diapason oscillano intorno al loro punto di equili-
s . Esso subisce un’accelerazione costante a = 2 s2 nella stessa direzione della
velocità e con lo stesso verso, per un tempo ∆t = 3 s. Quale sarà la sua velocità brio con una frequenza ν = 440 Hz. Sapendo che l’ampiezza dell’oscillazione è A =
finale? 10−4 m, con quale velocità si muovono quando sono nel loro punto di equilibrio?
[C0045] [2 4 ] Un’automobile esce da un parcheggio partendo da ferma con
una accelerazione costante. Contemporaneamente un camion le si sta avvicinando,
e si trova Sic = 30 m dietro di lei viaggiando alla velocità Vc = 20 m s . Con quale
112.8 Moto parabolico
accelerazione deve muoversi l’auto per non essere tamponata dal camion?
km [C0003] [2 3 ] Un fucile spara orizzontalmente un proiettile con velocità inizia-
[C0057] [3 6 ] Un’auto viaggia a velocità costante Vi = 90 . Di colpo si
h le Vix = 800 m s contro un bersaglio posto alla distanza ∆Sx = 400 m. A quanti
trova davanti a lei un ostacolo alla distanza d = 100 m. Tenuto conto che comin-
centimetri sotto la linea di tiro viene colpito il bersaglio?
cia a frenare dopo un tenpo di reazione ∆tr = 0, 2 s, e che la frenata consiste in
m [C0008] [2 3 ] Un fucile spara orizzontalmente un proiettile alla velocità inizia-
un’accelerazione a = 2 2 , con quale velocità urterà l’ostacolo?
s le Vix = 800 ms contro un bersaglio alla distanza ∆Sx = 160 m. Di quanti centimetri
sotto la linea di tiro la pallottola colpirà il bersaglio? (Si trascuri l’effetto dell’attrito
112.6 Moto circolare con l’aria)
[C0008a] [2 3 ] Un fucile spara un proiettile orizzontalmente con velocità Vix =
[C0050] [3 3 ] Un’auto di massa m = 700 kg sta percorrendo una curva di rag- 800 ms ; il bersaglio viene colpito ∆Sy = 19, 6 cm sotto la linea di tiro. Quanto si trova
gio r = 20 m alla velocità iniziale Vi = 6 m
s . Mentre percorre la curva accelera co- distante il bersaglio? (Si trascuri l’effetto dell’attrito con l’aria)
233 Scheda112. Esercizi di Cinematica
[C0010] [2 4 ] Un tennista durante il servizio colpisce orizzontalmente la pal- quando comincia a frenare impiega un tempo ∆t2 = 10 s prima di fermarsi. Colpirà
lina all’altezza hi = 2 m imprimendole una velocità iniziale Vix = 30 m s . Sapendo l’ostacolo?
che la rete nel punto più alto è alta hr = 1, 07 m e che tale rete si trova alla distanza [C0049] [3 4 ] Dalla terrazza di un palazzo, alta Si1 = 40 m da terra, viene lan-
∆Sx = 11, 89 m dalla riga di fondo, calcola a quanti centimetri da terra la pallina ciato un oggetto verso il basso con velocità iniziale Vi1 = 5 m
s . Contemporaneamente
passa sopra la rete. viene lanciato da terra un secondo oggetto con velocità iniziale verso l’alto pari a
[C0014] [2 3 ] Un cannone spara orizzontalmente un proiettile da una posta- Vi2 = 15 ms . A quale altezza da terra si scontrano?
zione rialzata, con una velocità iniziale orizzontale V~ix = 200 m . Dopo un tempo m
s [C0054] [3 2 ] Un cannone spara un proiettile con velocità iniziale i = 40
∆t = 2 s colpisce il suo bersaglio. Quanto distante si trova il bersaglio in linea oriz- s
ad un angolo α = 30◦ rispetto all’orizzontale. Determina, rispetto al punto di par-
zontale? Quanto più in basso rispetto all’altezza del cannone? [∆Sx = 800 m;
tenza, le coordinate del punto più alto della traiettoria del proiettile.
∆Sy = 19, 6 m] m
[C0056] [3 4 ] Un proiettile viene sparato con velocità iniziale = 100 con
[C0034] [2 3 ] Un fucile spara un proiettile orizzontalmente con velocità Vix = s
un angolo α = 30◦ rispetto all’orizzontale. Quanto tempo il proiettile si è trovato ad
200 m s ; il bersaglio si trova 2 cm sotto la linea di tiro e viene colpito nel centro. Quanto
una quota superiore a h = 50 m ripetto alla quota di partenza?
si trova distante il bersaglio?
[C0039] [2 2 ] Un cannone spara un proiettile con una velocità iniziale Vi =
500 m m
s ; nel punto di massima altezza il proiettile ha velocità Vf = 300 s . Quanto
vale il modulo della variazione di velocità? Quanto tempo ha impiegato il proiettile 112.9 Lettura di grafici del moto
a raggiungere il punto di massima altezza?
[C0042] [2 3 ] Un cannone spara un proiettile con una velocità iniziale Vi =
[C0029] [1 4 ] Un corpo si muove come indicato dal seguente grafico spazio-tempo.
500 m m
s ; nel punto di massima altezza il proiettile ha velocità Vh = 300 s . Quanto vale Indica: la massima distanza dal punto di partenza, il numero di ore complessivo in
il modulo della velocità Vf del proiettile al momento dell’impatto al suolo? Quanto
cui è stato fermo, la velocità media complessiva, la velocità massima.
vale il modulo della variazione di velocità? Quanto tempo ha impiegato il proiettile
a raggiungere il punto di impatto al suolo?
[C0043] [2 3 ] Un cannone spara orizzontalmente un proiettile con una velo- 8 S(km)
cità iniziale Vix = 100 m
s . Quanto vale il modulo della velocità Vf del proiettile dopo
6
un tempo ∆t = 15 s? 4
[C0046] [2 4 ] Un proiettile viene lanciato dal tetto di un palazzo, con una 2
t(h)
velocità iniziale Vi = 15 m s inclinata verso l’alto rispetto all’orizzontale di un angolo
◦ 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
α = 30 , verso un palazzo di uguale altezza distante ∆Sx = 40 m. Quanti metri sotto
al tetto viene colpito il secondo palazzo?
[C0048] [2 4 ] Un automobilista sta viaggiando alla velocità Vi = 90 kmh . Ad [C0029a] [1 4 ] Un corpo si muove come indicato dal seguente grafico spazio-
un certo punto si accorge di un ostacolo sulla strada alla distanza d = 140 m. A tempo. Indica: la massima distanza dal punto di partenza, il numero di ore comples-
causa dei tempi di reazione, comincia a frenare dopo un tempo ∆t1 = 0, 2 s. Da sivo in cui è stato fermo, la velocità media complessiva, la velocità massima.
234 Scheda112. Esercizi di Cinematica
8 S(km) 8 V ( km
h )
6 6
4 4
2 2
t(h) t(h)
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
8 S(km)
6
4
2
t(h)
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
8 V ( km
h )
6
4
2
t(h)
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
235
236 Scheda113. Esercizi di Dinamica
(f) Su di una sbarra verticale, che come punto fisso la sua estremità inferio- [D0002] [1 4 ] Quale percentuale del volume di una statuetta di legno di den-
g
re, viene applicata orizzontalmente una forza F1 = 10 N verso destra ad sità ρ = 0, 7 cm 3 rimane immersa nell’acqua quando galleggia?
un’altezza h1 = 2 m. Una seconda forza orizzontale F2 = 30 N viene ap- [D0006] [2 3 ] Una slitta di massa m1 = 0, 12 kg scivola senza attrito su un
plicata verso sinistra ad un’altezza h2 = 70 cm. Quanto vale il momento piano orizzontale tirata da un filo di massa trascurabile che, attraverso una carrucola,
della prima forza? Quanto vale il momento della seconda forza? Quanto è a sua volta attaccato ad un peso di massa m2 = 0, 02 kg. Tale peso viene tirato verso
vale il momento totale applicato alla sbarra? [M1−o = 20 N m; il basso dalla forza di gravità. Con quale accelerazione si muove il sistema?
M2−a = 21 N m; Mtot−a = 1 N m] [D0014] [1 1 ] Se un oggetto di volume V = 9 cm3 galleggia sull’acqua immer-
so per i 23 del suo volume, quanto vale la forza di Archimende che agisce su di lui?
kg
[ρacqua = 1 dm 3]
baricentro del sistema? l’oggetto? Quanto valgono la forza di gravità e la forza di Archimede che agiscono
sull’oggetto? Se sollevo l’oggetto con una forza F2 = 2000 N , con quale forza totale
kg
l’oggetto si muove? [ρogg = 20 dm 3 ; Fg = 980 N ; FArc = 49 N ; Ftot = 1069 N ;]
113.3 Forze [D0021] [1 6 ] Una statua d’oro (m = 19, 3 kg ; V = 1 dm3 ) viene lanciata in
kg
mare (ρH2 O −mare = 1, 02 dm 3 ). Calcola la densità dell’oro. Calcola la forza di gravità,
[D0001] [2 6 ] Un blocco di massa m = 20 kg fermo su un piano orizzontale con di Archimede e totale che agiscono sulla statua. Se attacco alla statua un pallone di
coefficiente di attrito statico µstatico = 3 viene spinto verso destra. Esso comincia massa mp = 1, 7 kg e volume Vp = 40 dm3 , quanto vale la forza totale sulla statua?
a muoversi sotto l’azione di una forza F con un’accelerazione totale atot = 5 sm2 . kg
[ρAu = 19, 3 dm 3 ; Fg = 189, 1 N ; FA = 10 N ; P = 179, 1 N ; F = 204, 1 N ↑]
Quanto vale il coefficiente di attrito dinamico tra il piano orizzontale e l’oggetto? [D0022] [1 2 ] Un oggetto di massa m = 500 g si muove di moto circolare
uniforme di raggio r = 20 cm ad una velocità V = 4 m s attaccato ad una molla di
1. Calcola la forza di gravità che agisce sull’oggetto. N
costante elastica k = 10 cm . Quanto vale la forza centrifuga che tira la molla? Di
2. Calcola la massima forza di attrito statico che può agire sull’oggetto. conseguenza, di quanto si è allungata la molla? [Fc = 40 N ; ∆l = 4 cm]
[D0038] [1 1 ] Un oggetto del peso di Fp = 40 N si sposta su di un piano
3. Quanto vale la forza che fa cominciare a muovere l’oggetto? orizzontale con coefficiente di attrito dinamico µd = 0, 02, sotto l’azione di una forza
F = 20 N nella direzione del moto. Qual è la forza totale che agisce su di esso?
4. Quale forza totale subisce l’oggetto mentre si muove?
[D0039] [1 1 ] Un oggetto di massa m = 2 kg si sposta su di un piano oriz-
5. Quanto vale la forza di attrito dinamico sull’oggetto zontale con coefficiente di attrito dinamico µd = 0, 2, sotto l’azione di una forza
F = 20 N nella direzione del moto. Qual è la forza totale che agisce su di esso?
6. Quanto vale il coefficiente di attrito dinamico tra il piano e l’oggetto? [D0042] [2 2 ] Sapendo che la massa di Marte vale M = 6, 39 · 1023 kg ed il
237 Scheda113. Esercizi di Dinamica
suo raggio vale R = 3390 km, calcola il valore dell’accelerazione di gravità di Marte. 4. Con quale accelerazione si muove quando F~ si annulla, e dopo quanto tempo
Come cambierebbe tale accelerazione se avessimo un pianeta "X" di raggio doppio e si ferma?
con il doppio della massa?
[D0044] [3 4 ] In quale punto, sulla linea tra la Terra e la Luna, deve essere [CD0002] [1 3 ] In un giorno di sole, un’automobile sta percorrendo una curva
messo un satellite affinchè subisca a causa dei due corpi celesti una forza di gravità di raggio r = 48 m. Sapendo che il coefficiente di attrito tra la gomma e l’asfalto
complessiva nulla? asciutto vale µ = 0, 6, a quale velocità massima può viaggiare senza uscire di strada?
In caso di pioggia, il coefficiente di attrito scende fino al valore µ = 0, 4; a quale
[D0051] [3 4 ] Una navicella spaziale di forma cilindrica con altezza h = 10 m
velocità deve scendere l’autista per rimanere in strada?
e massa m2 = 500 kg è in orbita intorno alla Terra. La base inferiore si trova ad
una distanza d = 408 km dal centro della Terra (di raggio RT = 6371 km e massa [CD0003] [2 4 ] Un ciclista con la sua bicicletta ha una massa complessiva m =
MT = 5, 97219 · 102 4 kg). Quanto pesa un oggetto di massa m1 = 1 kg su tale base? 60 kg e nel rettilineo (nel quale la bicicletta è in posizione verticale) il suo baricento
si trova ad un’altezza h = 100 cm da terra. Il ciclista affronta poi una curva ad
[D0055] [2 4 ] Un oggetto di massa m = 2 kg F~ ◦
viene trascinato su di un piano con coefficiente di at- una velocità V = 10 m s inclinato di un angolo di α = 30 rispetto alla verticale.
trito dinamico µ = 0.2 da una forza F = 5 N in- α Calcola il momento della forza di gravità che tende a far cadere la bicicletta. Calcola
◦
clinata di un angolo α = 30 verso l’alto rispetto il momento della forza centrifuga che mantiene in equilibrio il ciclista. Calcola il
all’orizzontale. Con quale accelerazione si muove l’oggetto? raggio della curva che sta facendo. [ Mf g = 294 N m; Mf c = −294 N m;
r = 17, 7 m]
[D0070] [2 3 ] L’attrito con l’aria è una forza viscosa che in prima approssima-
zione descriveremo con la formula Fa = α . Un aereomodello di massa m = 2 kg [CD0004] [1 2 ] Un ragazzo fa roteare un mazzo di chiavi con una frequenza
viaggia a velocità costante i = 20 m ν = 4 Hz; il raggio del cerchio percorso dalle chiavi è lungo r = 0, 2 m, a quale
s . In un certo istante esso triplica la forza che
sviluppa ottenendo un’accelerazione in avanti a = 15 sm2 . Quale velocità massima velocità angolare ruotano le chiavi? Se le chiavi hanno una massa m = 0, 1 kg, quanto
raggiungerà? Quanto vale il coefficiente α? vale la forza che mette in tensione il cordino? [ω = 25, 13 rad
s ; F = 12, 6 N ]
[ID0001] [1 3 ] A due chiodi messi alla stessa altezza viene legata una corda. [CD0005] [2 2 ] Caronte, satellite di Plutone, ruota intorno ad esso con un’or-
Al centro della corda viene appeso un oggetto. La corda assume quindi una forma a bita circolare di raggio r = 19571 km in un tempo T = 6, 3872 giorni. Quanto vale la
V. Sulla corda c’è una tensione T = 1700 N ; La componente orizzontale di tale forza massa di Plutone?
vale Tx = 1500 N . Quanto vale la massa dell’oggetto? [CD0006] [2 2 ] Immaginate di scavare un tunnel che attraversi tutto il pianeta
[CD0001] [2 7 ] Per un tempo ∆t = 4 s, un oggetto di massa m = 20 kg viene Terra passando per il suo centro. Ipotizziamo che la Terra sia una sfera perfetta ed
spinto partendo da fermo da una forza F = 100 N strisciando su di un piano con omogenea. Se lasciamo cadere un oggetto nel tunnel, di che tipo di moto si muoverà?
coefficiente di attrito dinamico µd = 0, 1 . Successivamente F~ si annulla. [CD0007] [2 2 ] Un satellite viaggia su di un’orbita circolare ad un’altezza h =
500 km dalla superficie terrestre. Determina la velocità ed il periodo dell’orbita.
1. Quanto valgono la forza di gravità e di attrito che agiscono sull’oggetto? [CD0008] [2 2 ] Sapendo che un satellite orbita intorno ad un pianeta ad una
distanza R, con periodo T = 150 giorni, quanto vale il periodo di rotazione di un
2. Quanto valgono la forza totale che spinge l’oggetto e la sua accelerazione?
satellite che ruota intorno allo stesso pianeta ad una distanza R2 = 4 R?
3. Quanto spazio avrà percorso e a quale velocità sta viaggiando alla fine dell’in- [CD0009] [3 2 ] Un sistema binario di stelle è formato da due stelle di massa
tervallo di tempo? M1 = 2 Ms ed M2 = 8 Ms . Sapendo che la massa del nostro Sole è Ms = 2 · 1030 kg
238 Scheda113. Esercizi di Dinamica
e che le due stelle mantengono tra loro una distanza costante d = 2 · 1010 m, quanto trave si trova a d = 70 cm da uno degli estremi della trave stessa. Quanto valgono le
vale il periodo di rotazione del sistema? forze fatte dalle due persone?
[CD0010] [2 2 ] Sapendo che Venere orbita intorno al Sole ad una distanza [D0012] [2 5 ] Una sbarra di ferro lunga l = 2 m il cui baricentro si trova a
R = 1, 08 · 1011 m, con periodo T = 0, 615 anni, quanto vale la massa del Sole? d = 50 cm da uno degli estremi, viene appoggiata su due molle poste agli estremi
[CD0011] [2 2 ] La forma della Terra è approssimata ad un ellissoide con se- della sbarra, le quali si schiacceranno della stessa quantità ∆l = 6 cm. Sapendo che
N
miassi maggiori dal centro all’equatore a = 6378135 m e semiasse minore dal centro la prima molla ha costante elastica k1 = 1000 cm , quanto vale la costante elastica
ai poli b = 6356750 m? Calcolare l’accelerazione di gravità ai poli e all’equatore. dell’altra molla e quanto vale la massa della sbarra?
kg
[D0013] [1 3 ] Un cubo di ferro di densità ρF e = 7874 m 3 , e di lato l = 20 cm si
kg
trova sul fondo di una piscina piena di acqua di densità ρH2 O = 1000 m 3 . Qual è la
113.4 Equilibrio minima forza necessaria per sollevarlo dal fondo della piscina?
[D0015] [1 1 ] Un ciclista di massa m = 60 kg corre in pianura alla velocità
[D0003] [2 3 ] Un oggetto si muove su di un piano orizzontale con velocità co- costante V = 35 kmh . Se le forze d’attrito con l’aria hanno un valore Fa = 500 N ,
stante, sotto l’azione di una forza F = 100 N . Se il coefficiente di attrito tra il piano e quanto vale la forza in avanti che il ciclista fa spingendo sui pedali? Spiegane il
l’oggetto vale µd = 1, 5 quanto vale la massa dell’oggetto? perchè. Quanto vale l’accelerazione con la quale si muove la bicicletta?
[D0004] [2 2 ] Un oggetto di ferro di massa m = 2 kg è appeso ad una molla di [D0016] [2 4 ] Una sbarra orizzontale di massa trascurabile è inchiodata nel
N
costante elastica k = 10 cm e contemporaneamente viene tirato verso il basso da una suo centro. Due forze F1 = F2 = 20 N vengono applicate alla sbarra verso il basso
calamita che esercita una forza magnetica Fm = 50 N . Visto che l’oggetto è fermo, di rispettivamente alla distanza b1 = 20 cm a sinistra e b2 = 30 cm a destra del cen-
quanto si è allungata la molla? tro. Dove devo applicare una forza F3 = 2 N verso il basso per ottenere equilibrio
[D0005] [1 2 ] Un oggetto di massa m = 2 kg è appeso ad una molla di costante rotazionale? Quanto vale e verso dove è diretta la reazione vincolare del chiodo?
N
elastica k = 10 cm . Di quanto si allunga la molla? [D0018] [2 1 ] A quale velocità minima deve andare una motocicletta per fare
[D0007] [2 4 ] Una sbarra orizzontale è libera di ruotare intorno ad un perno il giro della morte su di una pista circolare di raggio r = 10 m? [V = 9, 9 ms ]
centrale. Essa è sottoposta all’azione di tre forze: una forza F1 = 30 N verso il basso [D0023] [1 2 ] Una carrucola sta sorreggendo un oggetto di massa m = 6 kg.
posta ad una distanza b1 = 30 cm dal perno sul suo lato sinistro, una forza F2 = 10 N L’oggetto è attaccato all’asse centrale della carrucola ed entrambi i capi della corda
verso il basso posta ad una distanza b2 = 30 cm dal perno sul suo lato destro, ed una intorno alla carrucla vengono tirati verso l’alto. Quanto vale la tensione sul filo che
forza F3 = 40 N verso il basso posta ad una distanza b3 sul suo lato destro. Calcola tiene la carrucola? [T = 29, 4 N ]
quanto valgono la distanza b3 e la reazione vincolare Rv del perno affinché la sbarra [D0025] [1 4 ] Un palloncino è legato con una molla di costante elastica k =
possa rimanere ferma. N
5cm al fondo di una piscina e quindi tenuto fermo sotto l’acqua. Sapendo che il suo
[D0008] [1 3 ] Un vaso di massa trascurabile contiene V = 15 dm3 di acqua volume è V = 1 dm3 e che la sua massa è m = 400 g, di quanto si allunga la molla?
kg N
salata (ρ = 1, 03 dm 3 ) ed è appeso ad una molla di costante elastica k = 100 m . Di [D0026] [2 6 ] Una sbarra orizzontale è realizzata unendo quattro cubi di lato
quanto si allunga la molla? l = 10 cm e massa rispettivamente m1 = 1 kg, m2 = 2 kg,m3 = 3 kg,m4 = 4 kg. La
[D0009] [2 4 ] Due persone stanno sollevando una trave di forma irregolare, sbarra è sorretta da due fili attaccati nel centro del primo e del quarto cubo. Calcola il
di massa m = 50 kg e lunga l = 2 m tenendola per i suoi estremi. Il baricentro della baricentro della sbarra e le forze F1 ed F2 che devono fare i due fili affinché la sbarra
239 Scheda113. Esercizi di Dinamica
sia ferma. vale la forza di gravità sul sasso? Quanto vale la forza che deve fare il muscolo per
[D0027] [1 2 ] Una sbarra orizzontale è tenuta ferma da un chiodo nel suo sorreggere il sasso? Quale forza agisce sul gomito? [ Fg = 9, 8 N ; F2 = 58, 8 N ;
centro. Sula lato sinistro, ad una distanza b1 = 18 cm viene applicata una forza Rv = 49 N . ]
F1 = 30 N verso il basso. Sul lato destro, ad una distanza b2 = 12 cm viene applicata [D0033] [1 2 ] Faccio più fatica a sorreggere un oggetto di ferro di densità
kg 3
una forza F2 verso il basso. Quanto vale la forza F2 per tenere ferma la sbarra? ρF e = 7874 m 3 e volume VF e = 2 dm o ad allungare una molla di costante elastica
N
[D0028] [2 4 ] Una trave di legno di massa m = 2 kg e di lunghezza l = 1 m è k = 30 cm dalla lunghezza li = 10 cm alla lunghezza lf = 15 cm?
sorretta ai bordi da due persone. Sulla trave si trova un ogetto di massa m2 = 1 kg [D0034] [2 2 ] Ad una macchina di Atwood sono appese due masse m1 = 2 kg
ad una distanza b1 = 20 cm dal bordo sinistro della trave. Quanto valgono le forze ed m2 = 5 kg. Con quale accelerazione si muove il sistema?
che fanno le due persone? [F1 = 11, 76 N ; F2 = 17, 64 N ] [D0035] [1 4 ] Se vuoi mantenere un sasso sott’acqua senza che tocchi il fon-
[D0029] [2 4 ] Una trave orizzontale di massa m = 10 kg e lunga l = 200 cm è do, devi fare una forza verso l’alto o verso il basso? Disegna le forze sull’oggetto e
libera di ruotare attorno ad un perno fisso posto nella sua estremità sinistra. La trave motiva la tua risposta. Immagina adesso di fare la stessa cosa con un pallone di pla-
viene tirata verso il basso da una forza F1 = 100 N posta ad una distanza b1 = 30 cm stica, devi fare una forza verso l’alto o verso il basso? Disegna le forze sull’oggetto e
dal perno. Una forza F2 viene poi applicata al fondo della trave per equilibrarla e motiva la tua risposta.
N
non farla ruotare. La reazione vincolare del perno fisso tiene la trave in equilibrio [D0036] [1 1 ] Ad una molla di costante elastica k = 50 m viene appeso un
traslazionale. Quanto valgono e verso dove sono diretti i momenti della forza F1 oggetto di massa m = 4 kg. Di quanto si allunga la molla? [∆l = 0, 784 m]
e della forza di gravità? Quanto deve valere e in quale verso deve essere diretto il [D0037] [1 2 ] Su di una macchina sale una persona di massa m = 80 kg.
momento della forza F2 ? Calcola la forza F2 ed il valore della reazione vincolare. Di quanto si abbassa la macchina se le quattro molle su cui poggia hanno costante
N
[M1−or = 3000 N cm; Mg−or = 9800 N cm; M2−an = 12800 N cm; F2 = 64 N verso elastica k = 100 cm ? [∆l = 1, 96 cm]
l’alto; Rv = 132 N verso l’alto.] [D0040] [1 2 ] Un pendolo di massa m = 300 g viene tirato in orizzontale da
[D0030] [2 3 ] Una trave orizzontale lunga l = 2 m è libera di ruotare attorno una forza F = 6 N . Quanto vale la tensione del filo che sorregge il peso?
ad un perno fisso posto nella sua estremità sinistra. La trave viene tirata verso il [D0041] [3 3 ] Un pendolo di massa m = 700 g e di lunghezza L = 2 m viene
basso da una forza F1 = 100 N posta ad una distanza b1 = 30 cm dal perno e da una tirato in orizzontale da una forza F = 8 N . Quanto vale la tensione del filo che
forza F2 = 200 N posta ad una distanza c = 40 cm dalla prima forza. Calcola la forza sorregge il peso? Di quanto si solleva il peso?
F3 da applicare al fondo della trave per equilibrarla e non farla ruotare. [D0043] [1 4 ] Un oggetto striscia con velocità costante su di un piano incli-
[D0031] [1 4 ] In una giostra dei seggiolini tenuti da una catena si muovono nato. Sapendo che la reazione vincolare del piano vale Rv = 17 N e che le forze di
di moto circolare uniforme in orizzontale con frequenza ν = 0, 25 Hz descrivendo attrito valgono Fa = 9, 8 N , calcolate la massa della sfera ed il coefficiente di attrito
un cerchio di raggio r = 3 m. Una persona seduta nel seggiolino ha una massa del piano.
m = 70 kg. Quanta forza deve fare la catena per sorreggere quel seggiolino? [D0045] [1 2 ] Un’automobile di massa m = 800 kg si appoggia su quattro
N
[D0032] [2 4 ] Immaginate di tenere in mano un sasso di massa m = 1 kg ammortizzatori di costante elastica k = 100 cm . Di quanto vengono compressi tali
mentre tenete l’avambraccio fermo in posizione orizzontale. Il sasso si trova ad una ammortizzatori a causa del peso dell’automobile? [∆l = 19, 6 cm]
distanza b1 = 30 cm dal gomito. Il muscolo bicipite, che esprime una forza verso [D0046] [2 3 ] A due molle identiche, montate in serie, di massa m = 0, 2 kg
N
l’alto, è attaccato all’avambraccio ad una distanza b2 = 5 cm dal gomito. Quanto e costante elastica K = 2 cm è appeso un oggetto di massa M = 1 kg. Di quanto si
240 Scheda113. Esercizi di Dinamica
allungano complessivamente le due molle? risolutiva e trovarne il risultato con la calcolatrice programmabile]
[D0047] [1 3 ] Una macchina di massa m = 800 kg sta facendo una curva di [D0080] [2 3 ] Un oggetto di massa M = 10 kg si trova su di un piano oriz-
raggio r = 20 m su asfalto bagnato e con le gomme lisce. Tra l’asfalto e le ruote zontale con coefficiente di attrito µs = 4 e µd = 2, e sta schiacciando una molla di
N
il coefficiente di attrito è µ = 0, 2. Quanto vale la forza di gravità che agisce sulla costante elastica K = 10 . Quanto vale il massimo schiacciamento che la molla
cm
macchina? Quanto vale l’attrito dell’auto sull’asfalto? A quale velocità massima può può subire prima che l’oggetto venga spinto via?
andare la macchina per non uscire di strada? [Fg = 7840 N ; Fa = 1568 N ;
Vmax = 6, 261 m s ]
[D0048] [2 4 ] Un oggetto di massa m = 2 kg 113.5 Principi della dinamica
si trova fermo su di un piano inclinato senza at-
[D0052] [2 2 ] Un ascensore si muove verso l’alto con accelerazione a = 2 sm2 . Una
trito, inclinato di θ = 30◦ rispetto all’orizzonta-
persona di massa m = 70 kg si trova al suo interno in piedi sopra una bilancia. Qunto
le, bloccato tramite un cavo inestensibile ad una
N θ peso segna la bilancia?
molla di costante elastica k = 5 cm . Di quanto si
[D0053] [3 4 ] In una gara automobilistica un’auto affronta una curva parabo-
allunga la molla?
lica di raggio r = 40 m, inclinata di α = 15◦ rispetto all’orizzontale. Sapendo che il
[D0049] [3 5 ] Un oggetto di massa m = 2 kg
coefficiente di attrito delle ruote sull’asfalto è µ = 0, 6, quale velocità massima può
è fermo su un piano inclinato, con coefficiente di
tenere l’auto senza perdere aderenza con la strada?
attrito statico µs = 0, 1, inclinato di un angolo
[D0054] [2 3 ] Un oggetto di massa m = 2 kg striscia su di un piano orizzontale
θ = 30◦ rispetto all’orizzontale. L’oggetto è bloc-
con coefficiente di attrito dinamico µd = 2 spinto da una forza F = 50 N . Con quale
cato tramite un cavo inestensibile ad una molla di θ
N accelerazione si sta muovendo??
costante elastica k = 5 cm . Di quanto si allunga la
[D0056] [2 3 ] Un oggetto di mas-
molla?
sa M = 20 kg striscia senza attrito su di
[D0050] [2 2 ] Un oggetto di massa m = 2 kg
un piano orizzontale. L’oggetto è tirato da
si trova su di un carrello posizionato fermo su di
una corda inestensibile che, tramite una car-
un piano inclinato inclinato di θ = 30◦ rispetto
rucola mobile, sorregge un peso di massa
all’orizzontale. Il sistema inizialmente è fermo.
m = 10 kg. Con quale accelerazione si sta
L’oggetto è appoggiato ad una molla di costan-
muovendo il sistema?
N
te elastica k = 5 cm , parallela al piano inclinato. θ
[D0057] [2 4 ] Un oggetto di massa
Di quanto si allunga la molla quando si lascia il
M = 20 kg striscia su di un piano orizzontale
carrello libeo di muoversi?
con coefficiente di attrito µ = 0, 05. L’oggetto
[D0071] [3 4 ] Due sfere di massa m = 15 g, sono appese con due fili inesten-
è tirato da una corda inestensibile che, trami-
sibili entrambi lunghi l = 20 cm e sono separate tra loro da una molla anch’essa di
te una carrucola mobile, sorregge un peso di
N
lunghezza l = 20 cm, di massa trascurabile e di costante elastica k = 1 . Quale an- massa m = 10 kg. Con quale accelerazione si
cm
golo formano i due fili nella condizione di equilibrio? [É sufficiente scrive l’equazione sta muovendo il sistema?
241 Scheda113. Esercizi di Dinamica
[D0059] [2 3 ] Due oggetti di massa m1 = 20 kg ed m2 = 30 kg, sono legati Un satellite ruota intorno alla Terra di moto circolare uniforme.
da un filo inestensibile e liberi di scivolare su di un piano orizzontale senza attrito. A L’accelerazione è in modulo co-
B Il modulo della velocità varia nel
Uno dei due viene tirato orizzontalmete da una forza F = 100 N e di conseguenza stante tempo
trascina l’altro. Con quale accelerazione si muove il sistema?
C Il vettore velocità è costante D Il moto non è accelerato
[D0060] [2 4 ] Tre oggetti, di massa m1 = 20 kg ed m2 = 30 kg ed m3 = 50 kg, E L’accelerazione è un vettore co-
sono legati da fili inestensibili e liberi di scivolare su di un piano orizzontale senza stante
[D0075] [2 2 ] La velocità della Terra nei punti più vicino e lontano dal sole è
attrito. Il primo viene tirato orizzontalmente da una forza F = 100 N e trascina km km
quindi gli altri. Calcola l’accelerazione del sistema e la tensione dei fili? min = 29, 3 max = 30, 3 Quanto vale la forza vettoriale media esercitata
s s
dal Sole sulla Terra tra i punti più vicino e più lontano dal Sole?
[D0058] [3 4 ] Una navicella spaziale di massa m1 = 4000 kg deve recuperare
un satellite artificiale di massa m2 = 2000 kg. Per farlo lo aggancia con una fune di [D0076] [1 2 ] Un pendolo di massa m = 9 kg oscilla con un periodo T = 6 s,
m
lunghezza L = 60 m e tira la fune con una forza F = 4 N . Il satellite è fermo rispetto in modo tale da avere una velocità nel punto più basso pari a = 2 . Dopo metà
s
alla navicella. Dopo quanto tempo la navicella recupera il satellite? periodo ha una velocità in modulo uguale ma opposta. Quanto vale la forza media
che ha subito durante quella mezza oscillazione?
[D0062] [3 4 ] Due blocchi di massa
M = 2 kg ed m = 1 kg, sono posti come [D0078] [2 3 ] Un oggetto di massa m = 2 kg oscilla su di un piano orizzontale
F~ senza attrito, attaccato ad un paio di molle di costante elastica k1 = 3
N N
e k2 = 5 .
mostrato in figura, liberi di scivolare sen-
m m
za attrito su di un piano orizzontale spinti Con quale periodo oscilla il sistema?
dalla forza F~ . Tra i due blocchi c’è in vece [D0079] [3 4 ] Un oggetto di massa
attrito ed il coefficiente di attrito statico vale µs = 2. Quanto deve valere la minima M = 10 kg si muove senza attrito su di un
forza F~ affinchè il blocco più piccolo non cada? piano orizzontale spinto da una forza F = F~
[D0063] [2 3 ] Un blocco di massa m = 10 kg 84 N . Su di esso è appoggiato un secondo
scivola senza attrito su di un piano inclinato di ~a oggetto di massa m = 2 kg solidale con il
un angolo θ = 30◦ ed è spinto contro il piano primo a causa della forza di attrito statico
da una forza orizzontale F = 100 N . Con quale F~ con coefficiente µs = 5. Con quale accelerazione si muove il sistema? Quanto vale la
θ forza di attrito statico? Quale forza dovrei fare per far si che i due oggetti non siano
accelerazione si muove il blocco?
[D0064] [1 1 ] più solidali?
[P0008] [2 2 ] Una palla da tennis colpisce una racchetta con una velocità i =
m m
Se la forza totale che agisce su di un oggetto è nulla allora esso 20 e a causa della forza della racchetta, torna indietro con una velocità f = 30 .
s s
Sapendo che il tempo di impatto è ∆t = 5 ms, quale forza media ha espresso la
A ha accelerazione costante B ha velocità costante racchetta sulla pallina?
[A0009] [2 3 ] Un cilindro, inizialmente fermo, ha massa m = 500 g e raggio
C si muove in modo casuale D è sicuramente fermo
r = 2 cm, ed è messo in rotazione da una corda arrotolata intorno ad esso e tirata
E decelera fino a fermarsi da una forza F = 10 N . Quale velocità angolare avrà raggiunto dopo un tempo
242 Scheda113. Esercizi di Dinamica
2. Quanta energia cinetica ha l’oggetto all’inizio e dopo l’azione della forza? [L0007] [1 7 ] Un proiettile di massa m = 15 g viene sparato da un fucile in
diagonale verso l’alto posizionato al livello del suolo. Al momento dello sparo riceve
3. A quale velocità finale viaggia l’oggetto?
una spinta F = 100 N per un tragitto ∆S = 60 cm pari alla lunghezza della canna
[L0002] [1 2 ] Se lascio cadere un oggetto inizialmente fermo da un’altezza del fucile. Quando arriva nel punto di massima altezza ha ancora una velocità Vf =
hi = 8 m, con quale velocità arriverà a terra? 20 m
s . trascuriamo gli effetti dell’attrito con l’aria.
[L0003] [1 2 ] Se lascio cadere un oggetto di massa m = 1 kg inizialmente
1. Quanto lavoro ha ricevuto il proiettile al momento dello sparo?
fermo da un’altezza hi = 8 m, e arriva a terra con una velocità Vf = 10 m s ; quanta
energia si è dissipata sotto forma di calore a causa dell’attrito con l’aria? 2. Trascura la variazione di energia potenziale dovuta al percorso della pallotto-
[L0004] [1 1 ] Un oggetto di massa m = 500 kg si sta muovendo su di un piano la all’interno del fucile; quanta energia cinetica ha il proiettile in uscita dalla
orizzontale con velocità iniziale Vi = 10 m s . Gradualmente rallenta a causa delle forze canna del fucile?
di attrito fino alla velocità Vf = 4 ms . Quanta energia è stata dispersa sotto forma di
calore? 3. Quanta energia cinetica ha il proiettile nel punto di massima altezza?
[L0005] [1 2 ] Un oggetto si sta muovendo in salita su di un piano inclinato
4. Quanta energia potenziale gravitazionale ha il proiettile nel punto di massima
con attrito, con velocità iniziale Vi = 10 ms , rallentando fino a fermarsi. Sapendo che altezza?
l’oggetto si è sollevato, rispetto all’altezza iniziale, fino all’altezza hf = 3 m e che il
calore generato dalle forze d’attrito vale Q = 2 J, quanto vale la massa dell’oggetto? 5. A quale altezza è arrivato il proiettile?
[L0006] [1 4 ] Un blocco di pietra di massa m = 40 kg scivola lungo una discesa
[L0008] [1 4 ] Un oggetto di massa m = 5 kg ha inizialmente un’energia poten-
partendo con una velocità iniziale Vi = 5 m s . All’inizio si trovava all’altezza hi =
ziale gravitazionale Ui = 100 J e sta cadendo con una velocità Vi = 10 ms . Cadendo a
10 m per poi scendere fino all’altezza hf = 2 m.
terra, cioè fino ad un’altezza hf = 0 m, l’oggetto ha colpito e compresso una molla,
N
1. Calcola le energie cinetica e potenziale gravitazionale iniziali del blocco. inizialmente a riposo, di costante elastica k = 200 cm . Quando la molla raggiunge la
sua massima compressione l’oggetto è nuovamente fermo.
2. Quanta energia cinetica finale avrebbe il blocco se non ci fosse attrito?
1. A quale altezza si trova inizialmente l’oggetto?
3. Se l’energia cinetica finale del blocco fosse metà di quella iniziale, quanta ener-
gia si è persa a causa delle forze d’attrito? 2. Quanta energia cinetica ha l’oggetto inizialmente?
243
244 Scheda114. Esercizi sulle leggi di conservazione
3. Quanta energia potenziale gravitazionale ha l’oggetto quando arriva a terra? 4. Per quanto tempo deve funzionare un motore di potenza P = 2000 W per poter
fornire un’energia ∆E = 500 J? [∆t = 0, 25 s]
4. Quanta energia potenziale elastica ha la molla inizialmente?
[L0015] [1 5 ] Un pallone di massa m = 0, 4 kg si trova ad una altezza hi = 1 m
5. Quanta energia cinetica ha l’oggetto alla fine del suo movimento?
da terra e viene calciato verticalmente verso l’alto alla velocità Vi = 15 m
s .
6. Quanta energia potenziale elastica ha immagazzinato la molla nel momento di 1. Quanta energia cinetica e quanta energia potenziale gravitazionale ha il pallo-
massima compressione? ne all’inizio?
7. Di quanto si è compressa la molla? 2. Qanto vale l’energia totale che ha quel pallone?
[L0009] [1 2 ] Un motore di potenza P = 2 kW solleva un oggetto di massa 3. Quanta energia cinetica e quanta energia potenziale gravitazionale ha il pallo-
m = 500 kg da un’altezza hi = 2 m fino ad un’altezza hf = 32 m. Quanto tempo ci ne nel punto di massima altezza?
impiega?
[L0010] [1 2 ] Un tuffatore salta dalla piattaforma alta hi = 10metri. Con quale 4. A quale altezza arriva il pallone?
velocità l’atleta entra in acqua? [Vf = 14 ms ] 5. Se il pallone avesse avuto una massa doppia a quale altezza sarebbe arrivato?
[L0011] [1 2 ] In quanto tempo un motore di potenza P = 30 W può sollevare
un oggetto di massa m = 4 kg di un’altezza ∆h = 5 m? [∆t = 6, 53 s] . [Eci = 45 J; Ui = 3, 9 J; Etot = 48, 9 J; Ecf = 0 J; Uf = 48, 9 J; hf = 12, 5 m;
[L0012] [1 2 ] Quale altezza raggiunge un oggetto lanciato da terra vertical- Alla stessa altezza.]
mente verso l’alto con una velocità iniziale V0 = 25 m s ? [hf = [L0016] [1 2 ] Un proiettile viene sparato in aria con la velocità iniziale Vi =
31, 9 m] 100 ms . Trascurando l’effetto dell’aria, a quale altezza arriverebbe il proiettile? [hf =
[L0013] [1 3 ] Un’automobile di massa m = 1000 kg rallenta in uno spazio 510 m]
∆S = 50 m dalla velocità Vi = 20 m m
s fino alla velocità Vf = 10 s . Quanto valgono
[L0017] [1 2 ] Un pendolo formato da un filo di lunghezza l = 1 m ed una
le energie cinetiche iniziale e finale dell’automobile? Quanto lavoro hanno fatto le massa legata al fondo, viene inclinato in modo da sollevare la massa di ∆h = 10 cm,
forze d’attrito? Quanto valgono le forze d’attrito? e viene tenuto inizialmente fermo. Con quale velocità il pendolo viaggerà quando la
[L0014] [1 4 ] Esercizi banali: massa avrà raggiunto la sua minima altezza?
[L0018] [1 2 ] Di quanto viene compressa una molla di costante elastica k =
1. Quanto lavoro viene fatto su di un oggetto che si é spostato di ∆S = 50 m 100 mN
se a comprimerla è un oggetto di massa m = 49 kg lanciato orizzontalmente
rallentato da una forza d’attrito F = 100 N ? [L = −5000 J] alla velocità Vi = 10 m [∆l = 7 cm]
s ?
[L0019] [1 3 ] Su di una catapulta viene posizionata una pietra di massa m =
2. Quanto lavoro compie la forza centripeta che fa muovere un oggetto di moto N
30 kg, comprimendo di ∆l = 50 cm una molla di costante elastica k = 6000 m .
circolare uniforme? [L = 0 J]
1. Quanta energia potenziale elastica è immagazzinata nella molla?
3. Quanto consuma una lampadina di potenza P = 150 W tenuta accesa per un
tempo ∆t = 2 h? [∆E = 300 J] 2. Con quanta energia cinetica la pietra viene lanciata?
245 Scheda114. Esercizi sulle leggi di conservazione
3. A quale velocità viaggia la pietra nel momento in cui viene lanciata? l’attrito con l’aria? A quale altezza è arrivato il proiettile? [L = 60 J;
Eci = 60 J; Ecf = 3 J; Uf = 57 J; hf = 388 m]
. [V = 750 J; Eci = 750 J; Vi = 7, 07 m
s .]
[L0023] [1 3 ] Un corpo di massa m = 2 kg, sulla cima di una collina, viag-
[L0020] [1 4 ] Un oggetto di massa m = 5 kg ha inizialmente un’energia poten-
gia con velocità iniziale Vi = 10 m s ed ha un’energia potenziale gravitazionale Ui =
ziale gravitazionale Ui = 100 J e sta cadendo con una velocità Vi = 10 ms . Cadendo a
1000 J. Frenato dalle forze d’attrito, arriva in fondo alla collina ad altezza hf = 0 m
terra, cioè fino ad un’altezza hf = 0 m, l’oggetto ha colpito e compresso una molla,
N con una velocità finale Vf = 20 m s . Di quante volte è aumentata l’energia cinetica
inizialmente a riposo, di costante elastica k = 200 cm . Quando la molla raggiunge la
(raddoppiata, triplicata, quadruplicata)? Quanta energia si è trasformata in calore?
sua massima compressione l’oggetto è nuovamente fermo.
[L0024] [3 5 ] Ad una molla, di lunghezza a riposo L0 = 20 cm e costante
N
1. A quale altezza si trova inizialmente l’oggetto? elastica k = 10 m , viene appeso un oggetto di massa m = 100 g. Dalla posizione di
equilibrio raggiunta, l’oggetto viene sollevato di ∆x = +5 cm. Lasciato libero, fino a
2. Quanta energia cinetica ha l’oggetto inizialmente?
quale altezza minima si abbassa?
3. Quanta energia potenziale gravitazionale ha l’oggetto quando arriva a terra? [L0025] [1 4 ] Un oggetto cade da una certa altezza. Trascuriamo l’effetto
dell’aria. Rispondi alle seguenti domande:
4. Quanta energia potenziale elastica ha la molla inizialmente?
• Come variano l’energia potenziale gravitazionale e l’energia cinetica dell’og-
5. Quanta energia cinetica ha l’oggetto alla fine del suo movimento?
getto? Come varia l’energia totale dell’oggetto?
6. Quanta energia potenziale elastica ha immagazzinato la molla nel momento di
massima compressione? Consideriamo adesso il caso della presenza dell’aria.
7. Di quanto si è compressa la molla? • In che modo la forza di attrito interviene sulle trasformazioni energetiche del
fenomeno in questione? Vale ancora la legge di conservazione dell’energia
. [hi = 2, 04 m; Eci = 250 J; Uf = 0 J; Vi = 0 J; Eci = 0 J; Vel−f = 350 J; totale?
∆l = 3, 5 cm.]
[L0021] [1 2 ] Quanta energia devo dare ad un oggetto di massa m = 2 kg che [L0026] [1 4 ] Un elastico inizialmente fermo, di massa m = 40 g e costante
si muove con velocità Vi = 10 m s per fargli raddoppiare la velocità?
N
elastica k = 5 cm , si trova all’altezza hi = 2 m e viene lanciato verso l’alto. L’energia
[L0022] [1 4 ] Un proiettile di massa m = 15 g viene sparato da un fucile in necessaria è data dall’elastico stesso essendo stato allungato di ∆l = 10 cm.
diagonale verso l’alto posizionato al livello del suolo. Al momento dello sparo ri-
ceve una spinta F = 100 N per un tragitto ∆S = 60 cm pari alla lunghezza della 1. Quanta energia potenziale elastica è immagazzinata nell’elastico?
canna del fucile. Quando arriva nel punto di massima altezza ha ancora una velocità
2. Quanta energia cinetica avrà l’elastico nel punto di massima altezza?
Vf = 20 ms . Quanto lavoro ha ricevuto il proiettile al momento dello sparo? Trascura
la variazione di energia potenziale dovuta al percorso della pallottola all’interno del 3. Calcola l’energia potenziale gravitazionale e l’altezza che avrà l’elastico nel
fucile; quanta energia cinetica ha il proiettile in uscita dalla canna del fucile? Quanta punto di massima altezza?
energia cinetica ha il proiettile nel punto di massima altezza? Quanta energia po-
tenziale gravitazionale ha il proiettile nel punto di massima altezza, se trascuriamo . [V = 2, 5 J; Ecf = 0 J; U = 3, 284 J; hf = 8, 38 m.]
246 Scheda114. Esercizi sulle leggi di conservazione
[L0027] [1 2 ] Un atleta di salto con l’asta durante la sua corsa viaggia ad abbia una massa m = 80 kg, quale potenza deve avere il motore per sollevare una
una velocità Vi = 9 m s , quanto salterebbe in alto se riuscisse a convertire tutta la sola persona?
sua energia cinetica in energia potenziale gravitazionale? [hf = 4, 13 m] [L0039] [2 4 ] Un corpo di massa m = 2 kg si muove lungo una retta, partendo
[L0028] [1 2 ] Un oggetto di massa m = 4 kg si muove senza attrito su di un da fermo, sotto l’azione di una forza F come indicato dal seguente grafico Forza-
piano orizzontale con la velocità V = 5 m
s . Ad un certo punto l’oggetto incontra una posizione. Indica: per quanto tempo la velocità è stata costante, il lavoro fatto dalla
molla comprimendola di ∆l = 0, 2 m. Quanto vale la costante elastica della molla? forza, la velocità raggiunta.
N
[k = 2500 m ]
[L0029] [2 3 ] Un oggetto di massa m = 2 kg viene lasciato cadere da una certa
altezza. Arrivato a terra, penetra nel terreno per un tratto d = 0, 5 m. Assumendo 8 F (N )
che le forze di attrito con il terreno abbiano un valore medio Fa = 500 N , da quale 6
altezza è caduto l’oggetto? 4
[L0031] [1 2 ] Un blocco di cemento di massa m = 500 kg è tenuto da una 2
∆S(m)
gru ad un’altezza hi = 10 m e poi appoggiato dentro un pozzo ad una profondi-
2 4 6 8 10 12 14
tà hf = −5 m sotto il livello del terreno. Di quanto è variata l’energia potenziale
gravitazionale dell’oggetto a causa del suo spostamento?
[L0032] [2 2 ] Ad una macchina di Atwood senta attrito sono appesi due corpi [L0040] [3 3 ] Due sfere di massa m1 = 2 kg e m2 = 1 kg sono collegate da una
di massa m1 = 2 kg e m2 = 3 kg. Il corpo più leggero è inizialmente fermo appoggia- sbarra di massa trascurabile lunga L = 1 m ed inchiodata in un punto a d = 40 cm
to a terra, mentre quello più pesante si trova a h = 2 m da terra. Con quale velocità dalla massa minore. La sbarra è posizionata ferma con la massa minore verso il
il più pesante toccherà terra? basso. Persa la condizione di equilibrio instabile, l’asta comincia a ruotare. Con
[L0035] [3 3 ] Un oscillatore armonico è realizzato da un corpo di massa m quale velocità angolare ruota l’asta quando la massa maggiore raggiunge il punto
che oscilla orizzontalmente attaccato ad una molla di costante elastica k. Sapendo più basso?
m
che ha una velocità V1 = 8 quando si trova a distanza ∆l1 = 4 m dal punto di [CL0001] [2 3 ] Un proiettile viene sparato verso l’alto con una velocità iniziale
s
m ◦
equilibrio, e una velocità V2 = 2 quando si trova a distanza ∆l2 = 6 m dal punto Vi = 50 m
s inclinata di α = 30 rispetto all’orizzontale. A quale altezza arriva?
s
di equilibrio, determinare la massima distanza dal punto di equilibrio. [DL0004] [4 3 ] Un oggetto è posto sulla cima di una superficie semisferica.
[L0036] [2 3 ] A quale velocità deve essere lanciato un satellite artificiale di Esso comincia a scivolare senza attrito lungo tale superficie. In quale punto esso si
massa m = 100 kg per uscire dall’orbita terrestre? stacca dalla suprficie?
[L0034] [2 3 ] Uno yo-yo sta cadendo partendo fa fermo, appeso ad un filo [DL0006] [3 6 ] Un oggetto di massa M = 5 kg si trova su di un piano orizzon-
lungo L = 1 m. Supponiamo che lo yo-yo sia assimilabile ad un cilindro di raggio tale con coefficiente di attrito µs = 9 e µd = 2, e sta schiacciando una molla di co-
r = 2 cm con il filo arrotolato intorno ad esso. Con quale velocità arriverà al suolo? N
stante elastica K = 10 . Quanto vale il massimo schiacciamento che la molla può
cm
[L0038] [2 2 ] Una scala mobile inclinata di un angolo α = 45◦ rispetto all’o- subire prima che l’oggetto venga spinto via? Quanta strada farà il blocco partendo
m
rizzontale, sposta le persone alla velocità = 1 . Assumendo che ogni persona dalla posizione di massimo schiacciamento, prima di fermarsi nuovamente?
s
247 Scheda114. Esercizi sulle leggi di conservazione
114.1.1 Energia del corpo rigido [P0006] [2 2 ] Una bomba esplode dividendosi in tre frammenti di eguale
massa, e che partono in direzioni differenti. Due di questi hanno la stessa veloci-
m
[L0033] [2 2 ] Una sfera di raggio r = 10 cm rotola senza strisciare lungo un piano tà = 50 ed il terzo ha una velocità differente. Sapendo che l’angolo tra i primi
s
inclinato partendo da un’altezza hi = 30 cm. Con quale velocità arriva alla fine del due frammenti è θ = 90◦ , quanto vale la velocità 3 del terzo frammento?
piano inclinato?
[P0007] [2 5 ] Un proiettile di massa m = 3 kg si muove con velocità =
[L0034] [2 2 ] Una sfera di raggio r = 0, 1 m e massa m = 2 kg, rotola senza m
400 . A seguito di una piccola esplosione, il proiettile si rompe in due frammenti
strisciare su di un piano orizzontale sotto l’azione di una forza orizzontale fatta al- s
di massa uno doppia dell’altro, che si muovono rispettivamente con una direzione
l’altezza del baricentro. Sapendo che la velocità della sfera inizialmente era nulla, e inclinata di α = ±30◦ rispetto alla velocità iniziale del proiettile. Con quale velocità
m
dopo un percorso ∆S = 2 m è Vf = 4 , quanto vale la forza F ? si muovono i due frammenti?
s
[CP0007] [3 2 ] Un proiettile di massa M = 2 kg parte da terra alla velocità
m
iniziale i = 500 con un angolo da terra θ = 60◦ . Nel punto di massima altezza
114.2 Quantità di moto s
il proiettile esplode dividendosi in due frammenti uguali. L’energia dell’esplosione
è E = 20000 J ed i due frammenti rimangono allineati sulla verticale. Con quale
[P0001] [1 2 ] Un oggetto che ha massa m1 = 50 kg viaggia ad una velocità V1 = velocità si muovono dopo l’esplosione?
11 ms . Ad un certo punto urta contro un oggetto di massa m2 = 100 kg che viaggia
nel verso opposto ad una velocità V2 = 1 m s . Nell’urto di due oggetti rimangono
attaccati. A quale velocità finale si muove il blocco? 114.3 Momento angolare
[P0002] [1 2 ] Un oggetto che ha massa m1 = 50 kg viaggia ad una velocità
V1 = 11 m s . Ad un certo punto urta contro un oggetto di massa m2 = 100 kg che viag- [A0001] [2 4 5 ] Due corpi di massa m = 20 kg stanno ruotando con frequenza
gia nello stesso verso ad una velocità V2 = 1 m s . Nell’urto i due oggetti rimangono νi = 9 Hz legati da una corda lunga di = 2 m. Se la corda venisse accorciata fino alla
attaccati. A quale velocità finale si muove il blocco? lunghezza df = 1, 5 m, con quale frequenza ruoterebbero i due corpi?
[P0003] [2 3 ] Due auto procedono verso un incrocio su strade perpendicolari [A0002] [2 2 ] Sul bordo di una piattaforma girevole con momento di inerzia
km
tra loro. La prima ha una massa m1 = 650 kg e viaggia ad una velocità 1 = 60 . I = 100 kgm2 e raggio r = 2 m, si trova una persona mi massa M = 60 kg. Inizial-
h
km mente entrambe sono ferme. Calcola la velocità angolare con la quale la piattaforma
La seconda ha una massa m2 = 500 kg e viaggia ad una velocità 2 = 90 . Ipo-
h ruota, quando la persona cammina lungo il bordo della piattaforma con una velocità
tizzando un urto anelastico nel quale le due auto rimangono attaccate, con quale
V =2m s .
velocità si muoveranno i rottami dopo l’urto?
[A0003] [2 2 ] Due moduli di un satellite, entrambi di massa m = 400 kg, sono
[P0005] [2 3 ] Un cacciatore di massa mc = 60 kg si trova su di un carrello
collegati con un cavo inestensibile lungo d = 5 m. Sapendo che il momento angolare
di massa M = 40 kg, inizialmente fermo e libero di muoversi senza attrito. Ad un
kgm2
certo punto il cacciatore spara due colpi di fucile in direzione opposta. Tra i due del sistema è L = 100 2 , con quale velocità si muoveranno nell’istante in cui si
s
colpi passa un intervallo di tempo ∆t = 10 s. Sapendo che il proiettile ha una massa rompe il filo?
m
m = 20 g e viene sparato con una velocità = 600 , Di quanto si è spostato il [A0004] [2 2 ] Due moduli di un satellite, entrambi di massa m = 400 kg,
s
carrello? sono collegati con un cavo inestensibile lungo d = 5 m. Essi ruotano con frequenza
248 Scheda114. Esercizi sulle leggi di conservazione
νi = 0, 1 Hz. Di quanto deve essere allungato il cavo per dimezzare la tensione del [DL0001] [2 3 ] Un corpo striscia con velocità iniziale Vi = 20 m s su di un
filo? piano con coefficiente di attrito µd = 0.5. Quale velocità avrà dopo aver percorso
[A0005] [2 3 ] Un disco di metallo di massa m1 = 5 kg e raggio r1 = 30 cm ∆S = 30 m.
sta ruotando intorno ad un asse con frequenza ν = 50 Hz. Ad un certo punto si [DL0002] [2 5 ] Disegna lo schema di un sistema di sollevamento a carrucola
appoggia su di un disco di legno di raggio doppio e con la stessa massa inizialmente mobile per sollevare un peso di massa m = 10 kg. Indica il valore della forza F~ che
fermo. I due dischi condividono lo stesso asse. Con quale frequenza ruoteranno i devi esercitare sull’estremità del cavo e lo spostamento ∆S dell’estremità del cavo,
dischi, a causa dell’attrito tra di essi, quando smetteranno di strisciare uno sull’altro? sapendo che la massa si solleva di ∆h = 20 cm.
[A0006] [2 3 ] Un bambino di massa m = 30 kg si trova nel centro di una gio- [DL0003] [3 5 ] Un pendolo di massa m = 900 g e lunghezza L = 1 m viene
stra, di raggio r = 3 m e momento d’inerzia I = 540 kg · m2 , che ruota con frequenza tirato in orizzontale da una forza F = 10 N . Quanto vale la tensione del filo che
νi = 0, 3 Hz. Con quale frequenza ruoterà la giostra se il bambino si sposta sul bordo sorregge il peso? Di quanto si solleva il peso? Quanta energia viene fornita al peso
di essa? per sollevarlo?
[A0007] [2 3 ] In un triplo salto mortale un tuffatore esegue n = 3, 5 rotazioni [DL0004] [4 3 ] Un oggetto è posto sulla cima di una superficie semisferica.
in un tempo ∆t2, 5 s. Di queste n1 = 0, 5 rotazioni avvengono con il corpo disteso e Esso comincia a scivolare senza attrito lungo tale superficie. In quale punto esso si
le altre con il corpo raccolto su se stesso. Il momento d’inerzia in posizione distesa stacca dalla suprficie?
vale I1 = 24 kg · m2 mentre quello in posizione raccolta vale I2 = 6 kg · m2 . Con quali [DL0005] [3 4 ] Un pendolo di massa m = 300 g e lunghezza L = 1 m viene
frequenze ha ruotato l’atleta? spostato dalla posizione di equilibrio di un angolo θi = 45◦ . Quando è lasciato libero
[A0008] [2 3 ] Un’astronave ha momento di inerzia complessivo I1 = 500 kg · di oscillare, partendo da fermo, quale tensione esercita la corda quando il peso si
m2 trova ad un angolo θf = 30◦ dalla posizione di equilibrio?
m2 . Al suo interno un disco di metallo ha momento angolare L2 = 30 kg . Se
s [DL0011] [3 3 ] Un pendolo semplice è realizzato con una corda di lunghezza
◦ ~ 2 , con
di colpo tale disco ruotasse la sua inclinazione di 180 , invertendo il vettore L
L = 2 m con all’estremità una massa m = 2 kg. Tale pendolo sta oscillando attaccato
quale frequenza ruoterebbe l’astronave?
ad un chiodo all’altezza hc = 3 m. Il massimo valore dell’altezza raggiunta dal pen-
dolo è hi = 1, 4 m. Sapendo che la corda può sopportare al massimo una tensione
Tmax = 30 N , il pendolo si romperà?
114.4 Complessivi [DL0012] [1 4 ] Un’auto di massa m = 500 kg rallenta dalla velocità Vi =
252 km km
h fino alla velocità Vf = 108 h in uno spazio ∆S = 100 m. Quanta energia
[CDL0001] [1 3 ] Un’auto viaggia a velocità costante per un tratto di strada ∆S = cinetica ha l’auto prima e dopo la frenata? Quanto lavoro ha fatto la forza d’attrito
600 m, spinta da una forza costante F = 500 N per un tempo ∆t = 20 s. Come delle ruote con l’asfalto? Calcola la forza e l’accelerazione d’attrito. [Eci =
potresti spiegare perché l’auto viaggia a velocità costante? Quanto vale la potenza m
1225 kJ; Ecf = 225 kJ; L = −1000 kJ; Fa = 10 N ; a = 0, 02 s2 ]
espressa dal motore in quell’intervallo di tempo? [LP0001] [3 4 ] Un oggetto di massa m1 = 50 kg viaggia ad una velocità V1 =
m
[CDL0002] [2 2 ] Un’auto di massa m = 800 kg, partendo da ferma, viene 11 lungo un piano inclinato senza attrito. Inizialmente l’oggetto si trova all’altezza
s
spinta da una forza costante F = 500 kN per un tempo ∆t = 3 s. Quanto vale la hi = 5 m da terra. Alla fine del piano inclinato si sposta in orizzontale fino a quando
potenza espressa dal motore? urta contro un oggetto di massa m2 = 100 kg inizialmente fermo. Nell’ urto di due
249 Scheda114. Esercizi sulle leggi di conservazione
dell’acqua nei due tratti del tubo? [F0011] [1 1 ] Sapendo che un sottomarino in immersione sta subendo una
[F0012] [2 4 ] Un contenitore cilindrico viene riempito d’acqua fino all’altezza pressione P = 280000 P a, a quale profonditá si trova rispetto alla superficie? [h =
hi = 30 cm dal fondo. All’altezza hf = 5 cm dal fondo viene praticato un piccolo −17, 33 m]
250
251 Scheda115. Esercizi di Fluidodinamica
1. Cosa succede se mettiamo due corpi, con temperatura differente, a contatto tra (a) Un oggetto di ferro di massa m1 = 2 kg alla temperatura iniziale T1i =
loro? Perchè? 300 K viene messo a contatto con un oggetto di rame di massa m2 = 3 kg
alla temperatura iniziale T2i = 320 K. Qual’è la capacità termica dei due
2. Le molecole di un oggetto possono rimanere ferme? oggetti? [CF e = 880 K J
;CCu = 1140 KJ
.]
3. Se fornisco energia ad un corpo e lo vedo fondere, come è stata utilizzata 3. Temperatura di equilibrio
quell’energia?
(a) Quale temperatura raggiungono un oggetto di argento di mAg = 0, 1 kg
4. Esiste un limite inferiore alla temperatura che può avere un oggetto? Quale?
alla temperatura iniziale Ti,Ag = 350 K ed un oggetto d’oro di mAu =
[Q0035] [1 4 ] Rispondi alle seguenti domande: 0, 2 kg alla temperatura iniziale Ti,Au = 400 K messi a contatto? [Teq =
376, 2 K]
1. Cosa indica la temperatura di un oggetto?
(b) Un oggetto di ferro di massa m1 = 2 kg alla temperatura iniziale T1i =
2. Perchè esiste un limite inferiore alla temperatura? 300 K viene messo a contatto con un oggetto di rame di massa m2 = 3 kg
3. Un bicchiere d’acqua si trova alla temperatura T = 30 ◦ C: cosa posso dire sulla alla temperatura iniziale T2i = 320 K. Quale temperatura di equilibrio
temperatura di una singola molecola d’acqua di quel bicchiere? raggiungeranno i due oggetti? [Teq = 311, 3 K.]
4. Transizioni di fase
116.2 Esercizi banali (a) Quanta energia serve per far fondere una massa m = 20 kg di ghiaccio
alla temperatura di fusione? [∆Q = 6700 kJ]
[Q0015] [1 17 ] Esercizi banali di:
(b) Quanta energia serve per far fondere una massa m = 10 kg di rame alla
1. Riscaldamento temperatura di fusione? [∆Q = 2058 kJ]
252
253 Scheda116. Esercizi di Calorimetria
(c) Quanta energia serve per far bollire una massa m = 5 kg di acqua alla temperatura Ti = 300 K? Se la temperatura iniziale fosse stata Ti = 1800 K sareb-
temperatura di ebollizione? [∆Q = 11360 kJ] be servita più energia? [rispondi indicando anche il perchè] [Q0002] [1 2 ] Quale
(d) Quanta energia devo dare ad una massa m = 50 kg di oro che si trovano potenza ha un fornelletto che sta scaldando una massa m = 5 kg di acqua da un
alla temperatura T = 3129 K per farle compiere la transizione di fase? tempo ∆t = 60 s facendone aumentare la temperatura di ∆T = 50 K, sapendo che
[∆Q = 84850 kJ] quell’acqua si trovava inizialmente alla temperatura Ti = 20◦ C? [Q0013] [1 1 ]
Un oggetto di materiale sconosciuto e di massa m1 = 5 kg alla temperatura iniziale
5. Dilatazione termica Ti1 = 350 K viene messo a contatto con un oggetto dello stesso materiale e di massa
(a) Di quanto si allunga una sbarra d’oro della lunghezza iniziale li = 10 cm m2 = 30 kg alla temperatura iniziale Ti2 = 300 K. Quale temperatura di equilibrio
se aumentiamo la sua temperatura di ∆T = 20 K? [∆l = 2, 8·10−5 m] raggiungeranno i due oggetti? [Teq = 307, 14 K]
(b) Di quanto si accorcia una sbarra d’oro della lunghezza iniziale li = 10 cm [Q0016] [2 2 ] Un fornelletto di potenza P = 1000 W sta scaldando una massa
se diminuiamo la sua temperatura di ∆T = 10 K? [∆l = m = 5 kg di acqua facendone aumentare la temperatura di ∆T = 45 K. Quanto
−1, 4 · 10−5 m] tempo ci impiega?
[Q0021] [1 2 ] Due oggetti dello stesso materiale, di massa m1 = 5 kg ed m2 =
(c) Di quanto si allunga una sbarra di rame di lunghezza iniziale li = 30 cm se
15 kg, e con temperature T1 = 300 ◦ C e T2 = 500 ◦ C, vengono messi a contatto. Senza
aumentiamo la sua temperatura di ∆T = 30 K? [∆l = 1, 53 · 10−4 m]
fare calcoli, cosa puoi dire della temperatura che raggiungeranno? Perchè?
(d) Di quanto devo scaldare una sbarra di rame di lunghezza iniziale li =
[Q0021a] [1 2 ] Due oggetti dello stesso materiale, di massa m1 = 5 kg ed
20 m per allungarla di ∆l = 1, 7 mm? [∆T = 0, 5 K]
m2 = 15 kg, e di temperatura T1 = 500 ◦ C e T2 = 300 ◦ C, sono messi a contatto.
(e) Di quanto può aumentare la temperatura di una sbarra di ferro di lun- Senza fare calcoli, cosa puoi dire della temperatura che raggiungeranno?
ghezza iniziale li = 10 m se non voglio che la sua lunghezza aumenti di
[Q0023] [1 2 ] Un oggetto di ferro alla temperatura iniziale Ti1 = 350 K viene
più di 1 millimetro? [∆T = 8, 33 K]
messo a contatto con un oggetto di rame alla temperatura iniziale Ti2 = 300 K. Quale
6. Trasmissione del calore temperatura di equilibrio raggiungeranno i due oggetti, sapendo che hanno la stessa
massa? [LQ0001] [2 3 ] Un corpo ferro di massa m = 20 kg si trova in una piccola
(a) Una finestra rettangolare di vetro spesso l = 3 mm è larga b = 0, 5 m e alta
piscina, fermo ed immerso nell’acqua, all’altezza dal fondo hi = 50 cm. Nella piscina
h = 1, 2 m. Se dentro casa c’è una temperatura Tin = 26◦ C e fuori una
ci sono m2 = 50 kg di acqua. La piscina è termicamente isolata dal mondo esterno.
temperatura Tout = 12◦ C, quanta energia passa attraverso quella finestra
W
Ad un certo punto l’oggetto comincia a cadere verso il fondo della piscina fino a
ogni ora? La conducibilità termica del vetro è ρ = 1 K·m . [∆Q =
fermarsi sul fondo. Di quanto si scalda l’acqua della piscina?
30240 kJ]
[LQ0002] [2 2 ] Un corpo di ferro ha massa m = 20 kg e temperatura iniziale
Ti = 400 K. Esso striscia, fino a fermarsi, su di un piano orizzontale, con una velocità
iniziale Vi = 4 m
s . Ammettendo che tutto il calore prodotto sia utilizzato per scaldare
116.3 Riscaldamento
il corpo, di quanto aumenta la sua temperatura?
[Q0001] [2 3 ] Quanta energia mi serve per innalzare la temperatura di un oggetto [LPQ0003] [2 6 ] Un proiettile di piombo di massa m = 20 g alla temperatura
m
di ferro di ∆T = 50 K sapendo che ha una massa m = 10 kg e che si trova ad una iniziale Tip = 200◦ C viene sparato alla velocità = 800 contro un blocco di legno
s
254 Scheda116. Esercizi di Calorimetria
di massa M = 380 g alla temperatura Til = 30◦ C. Quale temperatura raggiungerà il [Q0024] [2 3 ] Un termometro a mercurio è costituito da una piccola ampolla che
J contiene mercurio. Da tale ampolla esce un tubicino di sezione S = 0, 2 mm2 . La
blocco con il proiettile inserito? [cslegno = 2000 ]
kg · K quantità totale di mercurio nel termometro è m = 30 g. Inizialmente il termometro si
trova a Ti = 20 ◦ C. Il coefficiente di dilatazione termica volumetrico del mercurio è
116.4 Transizioni di fase δ = 0, 18 · 10−3 K
1
. Di quanti millimetri sale il livello del mercurio nel tubicino se in
una giornata calda siamo a Tf = 35 ◦ C
[Q0007] [1 1 ] Un blocco di ferro solido di massa m = 50 kg si trova alla tem-
peratura di fusione. Quanto calore devo fornire se voglio fondere una percentuale
p = 10% del blocco di ferro? 116.6 Conducibilità termica
[Q0027] [1 2 ] Le temperature di fusione e di ebollizione del ferro sono: Tf us =
1808 K; Teb = 3023 K. Le seguenti sostanze sono solide, liquide o gassose? [Q0025] [1 2 ] Una stufa elettrica mantiene in una stanza una temperatura Tint =
24 ◦ C, mentre all’esterno la temperatura è Text = 4 ◦ C. Il calore si disperde attraverso
• 10 kg di ferro a T = 1600 K; 20 kg di ferro a T = 1890 ◦ C W
una finestra di vetro (ρvetro = 1 m·K ) rettangolare (b = 1, 5 m e h = 1, 8 m) spessa
• 20 kg di ferro a T = 1600 ◦ C; 10 kg di ferro a T = 3023 K e
l = 3 mm. Il costo dell’energia è C = 0, 18 kW h ; quanto costa riscaldare la stanza
per un tempo ∆t = 3 h? [Q0033] [3 3 ] Un muro è costituito da due strati: il
[Q0028] [1 3 ] Rispondi alle seguenti domande. W
primo di intonaco (ρint = 0, 8 mK ) spesso Lint = 3 cm; il secondo di mattone forato
W
1. Perché l’alchool etilico bolle alla temperatura di circa Teb−1 = 80◦ C mentre (ρint = 0, 4 mK ) spesso Lint = 10 cm. Sapendo che la temperatura sul lato interno
l’acqua bolle alla temperatura di Teb−2 = 100◦ C del muro è Tint = 25 ◦ C, e sul lato esterno Text = 15 ◦ C, trovate la temperatura
sulla superficie di separazione tra il mattone ed intonaco. [Q0034] [3 4 ] Un
2. Se prendo una certa massa di ferro alla temperatura T = 1600 K, è solida, W
muro è costituito da tre strati: il primo di intonaco (ρint = 0, 8 mK ) spesso Lint =
liquida, gassosa o plasma? Spiega perchè. W
3 cm; il secondo di mattone forato (ρint = 0, 4 mK ) spesso Lint = 10 cm; il terzo
W
3. L’acqua alla temperatura T = 327 K è solida, liquida, gassosa o plasma? Spiega di legno forato (ρint = 0, 2 mK ) spesso Lint = 5 cm. Sapendo che la temperatura
perchè. sul lato interno del muro è Tint = 25 ◦ C, e sul lato esterno Text = 15 ◦ C, trovate la
temperatura sulla superficie di separazione tra il mattone e legno.
[Q0006] [3 4 ] Ad un oggetto di ferro di massa m = 2kg, alla temperatura 3. L’acqua alla temperatura T = 327 K è solida, liquida, gassosa o plasma? Spiega
iniziale Ti = 600 K vengono forniti ∆Qtot = 2000 kJ di calore. Quanti kilogrammi perchè.
di ferro riesco a fare fondere?
[Q0029] [2 3 ] Ad un oggetto di ferro di massa m = 5 kg, ed alla temperatura
[Q0009] [2 2 ] Quanta energia mi serve per portare una massa m = 5 kg di
T = 300 K, fornisco una quantità di calore ∆Q = 4400 J. Di quanto aumenta il suo
ferro dalla temperatura Ti = 2000 ◦ C alla temperatura Tf = 4000 ◦ C? [∆Q =
volume? [Q0030] [3 4 ] In un contenitore termicamente isolato sono presenti una
35710 kJ] [Q0010] [2 2 ] Quanta energia mi serve per portare una massa m = 5 kg
massa mg = 500 g di ghiaccio alla temperatura Tig = 0◦ C ed una massa mv = 600 g
di acqua dalla temperatura Ti = 20 ◦ C alla temperatura Tf = 130 ◦ C? [∆Q =
di vapore acqueo alla temperatura Tiv = 100◦ C. Calcola la temperatura di equilibrio
13662300 J] [Q0011] [2 2 ] Quanta energia serve per far allungare di ∆l =
del sistema e quanto vapore rimane. [Q0031] [3 4 ] Una sbarra di ferro di massa
0, 1 mm una sbarra di alluminio di lunghezza li = 200 cm e massa m = 0, 5 kg?
m = 3 kg alla temperatura Ti−f erro = 800 K viene fatta raffreddare per immersione
[∆Q = 900 J] [Q0012] [1 2 ] In quanto tempo
in una vasca d’acqua alla temperatura Ti−acqua = 300 K. Quale quantità minima di
un forno della potenza P = 500 W può far aumentare di ∆T = 20 K la temperatura
acqua devo usare per raffreddare il ferro senza che l’acqua cominci a bollire?
di una massa m = 20 kg di acqua? [∆t = 3348, 8 s] [Q0014]
[Q0032] [3 3 ] In un contenitore termicamente isolato sono presenti una massa
[2 1 ] Posso scaldare una sbarra di ferro della lunghezza li = 50 cm e che si trova
mg = 500 g di ghiaccio alla temperatura Tig = 0◦ C ed una massa mv = 600 g di
alla temperatura Ti = 350 K per farla allungare fino alla lunghezza lf = 50, 1 cm?
vapore acqueo alla temperatura Tiv = 100◦ C. Calcola la temperatura di equilibrio
[Q0017] [3 2 ] Ad una sbarra di ferro di massa m = 50 kg alla temperatura Ti =
del sistema e quanto vapore rimane.
1500 K forniamo ∆Q = 12000 kJ di energia. Quanti kilogrammi di ferro riusciamo a
far fondere?
[Q0018] [3 2 ] Un pezzo di ferro di massa m = 5 kg alla temperatura Ti =
1600 K viene immerso in un volume V = 2 litri di acqua liquida alla temperatura di
ebollizione. Quanta massa di acqua diventerà vapore? [m = 1, 19 kg] [Q0019]
[2 2 ] Una sbarra di ferro di massa m = 15 kg, lunga li = 2 m alla temperatura
Ti = 1600 K viene immersa in una vasca riempita con mH2 O = 100 kg d’acqua alla
temperatura TH2 O = 300 K. Di quanto si accorcia la sbarra? [∆l = 0, 031 m]
[Q0026] [2 3 ] Fornendo ∆Q = 3000 kJ an un oggetto di piombo alla tempe-
ratura iniziale Ti = 280 K, riesco a portarlo alla temperatura di fusione e fonderlo
interamente. Quanta massa di piombo liquido mi trovo alla temperatura di fusione?
[Q0028] [1 3 ] Rispondi alle seguenti domande.
1. Perché l’alchool etilico bolle alla temperatura di circa Teb−1 = 80◦ C mentre
l’acqua bolle alla temperatura di Teb−2 = 100◦ C
2. In un gas, durante una trasformazione isocora, al diminuire della tempe- 12. Una trasformazione ciclica è una trasformazione in cui: X) il gas si muove di
ratura: X) il volume aumenta; Y) il volume diminuisce; Z) il volume rimane moto circolare uniforme; Y) il gas non scambia calore con l’esterno; Z) gli stati
invariato; W) il volume puó aumentare quanto diminuire. iniziale e finale della trasformazione coincidono; W) Gli stati iniziale e finale
della trasformazione cambiano ciclicamente.
3. C’è scambio di calore durante una compressione adiabatica? X) si; Y) no; Z)
forse; W) a volte. 13. Il rendimeno di un qualunque ciclo termodinamico è dato dal: X) lavoro fatto
fratto calore assorbito; Y) lavoro fatto più calore assorbito; Z) lavoro fatto meno
4. Il gas cede calore durante una compressione isobara? X) si; Y) no; Z) forse; calore assorbito; W) solo lavoro fatto.
W) a volte.
14. In un gas, durante una trasformazione isobara, al diminuire della tempera-
5. Da dove prende energia un gas che compie lavoro durante una espansione tura: X) il volume aumenta; Y) il volume diminuisce; Z) il volume non varia;
adiabatica? X) dal suo interno; Y) dall’esterno; Z) dal lavoro che compie; W) la W) il volume sia aumenta che diminuire.
produce. [T0003] [1 12 ]
6. Di un gas, durante una trasformazione adiabatica, cambia: X) solo il volume; 1. Il rendimeno di un qualunque ciclo termodinamico è: X) minore o uguale a
Y) solo la temperatura; Z) solo la pressione; W) Sia il volume che temperatura 1; Y) maggiore o uguale a 1; Z) uguale a 1; W) nessuna delle precedenti.
che pressione.
2. La legge dei gas perfetti: X) non contiene il volume del gas; Y) non contiene la
7. In un gas, durante una trasformazione isoterma, al diminuire della pres- temperatura del gas; Z) non contiene l’energia interna del gas; W) non contiene
sione: X) il volume aumenta; Y) il volume diminuisce; Z) il volume rimane la pressione del gas.
invariato; W) il volume può aumentare quanto diminuire. 3. Di un gas, durante una trasformazione isocora, non cambia: X) il volume; Y)
la temperatura; Z) la pressione; W) l’energia interna.
8. In un gas, durante una trasformazione adiabatica, al diminuire della pres-
sione: X) il volume aumenta; Y) il volume diminuisce; Z) il voume rimane 4. Di un gas, durante una trasformazione isoterma, non cambia: X) la tempera-
invariato; W) il volume può aumentare quanto diminuire. tura; Y) il volume; Z) la pressione; W) l’energia interna.
256
257 Scheda117. Esercizi di Termodinamica
5. Di un gas, durante una trasformazione isobara, non cambia: X) il volume; Y) 7. Quando un gas riceve del lavoro dall’esterno?
la temperatura; Z) la pressione; W) l’energia interna.
8. Disegna un ciclo di Carnot, indicandone le trasformazioni e i flussi di energia
6. Il rendimeno di un ciclo di Carnot: X) è sempre maggiore di 1; Y) dipende durante ogni trasformazione.
solo dalla temperatura finale del gas; Z) dipende dalle temperature a cui viene
scambiato il calore; W) dipende solo dalla temperatura iniziale del gas. 9. C’è scambio di calore durante una espansione isoterma? Quel calore entra nel
gas o esce?
7. Il calore scambiato ad alta temperatura, rispetto a quello scambiato a bassa
temperatura è: X) più pregiato; Y) meno pregiato; Z) egualmente pregiato; W) 10. Come cambia la temperatura di un gas durante una compressione adiabatica?
dipende dai casi. e durante un’espansione adiabatica?
8. Per aumentare la tempratura di un gas è sufficiente: X) comprimerlo; Y) farlo 11. Da dove prende energia un gas che compie lavoro durante una espansione
espandere; Z) aumentarne la pressione; W) aumentarne l’energia interna. adiabatica?
9. Per aumentare l’energia interna di un gas è sufficiente: X) comprimerlo; Y)
12. Da dove prende energia un gas che compie lavoro durante una espansione
fargli compiere una trasformazione isocora; Z) farlo espandere; W) fargli com-
isoterma?
piere una espansione isobara.
13. In una trasf. isocora: δL =?∆U =? Se il gas cede calore, da dove prende
10. Un gas compie sicuramente del lavoro se: X) viene compresso; Y) si espande;
quell’energia? Che conseguenza ha questo sulla temperatura?
Z) si scalda; W) nessuna delle precedenti.
11. C’è scambio di calore durante una compressione isoterma? X) si; Y) no; Z) 14. In una trasf. isoterma: ∆U =?δL =? Da dove viene presa l’energia per com-
forse; W) a volte. piere lavoro?
[T0004] [1 18 ] 15. In una trasf. adiabatica: δQ =?∆U =? Da dove viene presa l’energia per
compiere lavoro?
1. Da quale variabile di stato dipende l’energia interna di un gas?
2. In quali modi posso fornire energia ad un gas? 16. Cos’è il rendimento di un ciclo? Quanto vale per il ciclo di Carnot? Disegna il
diagramma che descrive il flusso di calore da una sorgente ad alta temperatura
3. Come varia l’energia interna di un gas durante una trasformazione isoterma? ad una a bassa temperatura durante un ciclo termodinamico. Modifica quel
Perchè? diagramma per descrivere un ciclo frigorifero.
4. Durante una espansione il gas compie o riceve lavoro? e durante una compres-
17. Il calore scambiato ad alta temperatura è più o meno pregiato di quello scam-
sione?
biato a bassa temperatura? Perchè?
5. Quanto calore scambia un gas durante una trasformazione adiabatica?
18. Cosa rappresenta la superficie dell’area delimitata da una trasformazione cicli-
6. Quando un gas fa lavoro verso l’esterno? ca in un diagramma Pressione-Volume?
258 Scheda117. Esercizi di Termodinamica
[T0005] [1 2 ] Un gas compie un ciclo termodinamico formato da due iso- [T0011] [1 6 ] Un gas subisce una trasformazione termodinamica. Le variabili
bare e due isocore. Il ciclo comincia con un’espansione isobara che parte dallo stato coinvolte in tale trasformazione sono sei: la variazione di pressione, la variazione
A(3 m3 ; 8 atm); successivamente abbiamo un raffreddamento isocoro; la compressio- di volume, la variazione di temperatura, la variazione di energia interna, il lavo-
ne isobara inizia invece dallo stato B(5 m3 ; 3 atm); infine un riscaldamento isocoro. ro scambiato, il calore scambiato. Sapendo se sono positive, negative o nulle due
Quanto lavoro ha fatto il ciclo? di queste, trova se sono positive, negative o nulle tutte le altre. le varie coppie di
[T0006] [1 5 ] Un ciclo termodinamico assorbe calore δQass ad alta tempera- informazioni da cui devi partire sono elencate qui sotto.
tura, cede calore δQced a bassa temperatura, e cede lavoro δL. Il tutto è fatto con un
1. Riscaldamento isobaro
certo rendimento η. Esegui i seguenti esercizi:
1. Sapendo che δQass = 5000 J e che δQced = 3500 J, quanto valgono δL ed η? 2. Riscaldamento isocoro
2. Sapendo che δQass = 5000 J e che δL = 2000 J, quanto valgono δQced ed η? 3. Riscaldamento adiabatico
3. Sapendo che δL = 5000 J e che η = 0, 4, quanto valgono δQass e δQced ? [T0012] [1 6 ] Un gas subisce una trasformazione termodinamica. Le variabili
[T0007] [2 2 ] Durante una trasformazione isocora, un gas alla pressione ini- coinvolte in tale trasformazione sono sei: la variazione di pressione, la variazione
ziale Pi = 25000 P a passa da una temperatura Ti = 380 K ad una temperatura di volume, la variazione di temperatura, la variazione di energia interna, il lavo-
Tf = 450 K; quale pressione Pf ha raggiunto? [Pf = 29605 P a] ro scambiato, il calore scambiato. Sapendo se sono positive, negative o nulle due
[T0008] [2 2 ] Durante una trasformazione isoterma, un gas alla pressione iniziale di queste, trova se sono positive, negative o nulle tutte le altre. le varie coppie di
Pi = 25000 P a passa da un volume Vi = 10 cm3 ad un volume Vf = 20 cm3 ; quale informazioni da cui devi partire sono elencate qui sotto.
pressione Pf ha raggiunto? [Pf = 12500 P a]
1. Espansione isobara
[T0009ban] [1 5 ] Esercizi banali:
1. Quanto lavoro fa un gas a pressione P = 5000 P a in una espansione isobara 2. Espansione isoterma
passando da un volume Vi = 50 m3 ad un volume Vf = 66 m3 ? [L =
3. Espansione adiabatica
80 kJ]
2. Una macchina termica funziona seguendo un ciclo di Carnot tra una tempera- [T0013] [1 4 ]
tura T1 = 500◦ K ed una inferiore T2 = 300◦ K. Quanto vale il rendimento della 1. In quanti e quali modi un gas può scambiare energia con il mondo esterno?
macchina? [η = 20%]
2. Cos’è una trasformazione ciclica?
3. Un gas, espandendosi, produce un lavoro δL = 500 J assorbendo contempora-
neamenre una quantitá di calore δQ = 300 J. Di quanto é variata la sua energia 3. Cosa succede, dal punto di vista energetico, durante una trasformazione cicli-
interna? [∆U = −200 J] ca?
[T0010] [1 2 ] Un ciclo di Carnot assorbe δQass = 1000 J alla temperatura T1 =
4. Perchè la società umana ha bisogno delle trasformazioni cicliche?
1000 K e cede calore alla temperatura T2 = 400 K. Quanto lavoro viene prodotto?
[δL = 600 J] 5. Cosa posso dire sul valore del rendimento di una trasformazione ciclica?
259 Scheda117. Esercizi di Termodinamica
[T0014] [1 4 ] Domande di teoria 1. Del gas compresso esce molto velocemente da una bomboletta e si espande. Che
tipo di trasformazione termodinamica subisce tale gas? Perché?
1. In quanti e quali modi un gas può scambiare energia con l’esterno?
2. Del gas viene compresso molto lentamente dentro una bomboletta. Che tipo di
2. A cosa serve una trasformazione ciclica? trasformazione termodinamica subisce tale gas? Perché?
3. Perchè la società umana ne ha bisogno? 3. Un ciclo termodinamico cede una quantità di calore ∆Qced = 500 J a bassa
temperatura, e produce ∆L = 200 J di lavoro. Quanto vale il rendimento del
4. Elenca le strategie utili a risolvere i problemi energetici dell’umanità.
ciclo? Quanto calore viene assorbito ad alta temperatura?
5. Quali variabili descrivono lo stato fisico di un gas? Quale formula le lega tra
[T0018] [2 5 ] Un ciclo termodinamico assorbe calore δQass ad alta temperatura,
loro?
cede calore δQced a bassa temperatura, e cede lavoro δL. Il tutto è fatto con un certo
[T0015] [1 3 ] Domande di teoria rendimento η. Esegui i seguenti esercizi:
1. Se scaldo una pentola chiusa con un coperchio, che tipo di trasformazione sta 1. Sapendo che δQass = 5000 J e che η = 0, 2, quanto valgono δL e δQced ?
facendo il gas all’interno? Perchè? 2. Sapendo che δL = 4000 J e che δQced = 6000 J, quanto valgono δQass ed η?
2. Un subacqueo si immerge in apnea scendendo di ∆h = −30 m. Che tipo di 3. Sapendo che δQced = 8000 J e che η = 0, 2, quanto valgono δQass e δL?
trasformazione fa l’aria nei suoi polmoni? Percè?
[T0019] [2 2 ] Quant’è la minima quantità di lavoro che bisogna utilizzare, con
3. Un ciclo termodinamico assorbe una quantità di calore ∆Qass = 500 J ad alta un ciclo di Carnot, per sottrarre δQ = 180 J da un gas alla temperatura Tb = −3◦ C e
temperatura, e produce lavoro con un rendimento η = 20 %. Quanto lavoro ha spostarlo in un ambiente alla temperatura Ta = 27◦ C. [T0020] [2 4 ] Una massa
prodotto? Quanto calore cede a bassa temperatura? m = 560 g di azoto gassoso (P M = 28 mole g
) si trova alla temperatura iniziale Ti =
270 K. Essa è contenuta in un cilindro metallico di sezione S = 1000 cm2 e di altezza
[T0016] [1 3 ] Domande di teoria
h = 1 m. A quale pressione si trova il gas? Se la temperatura aumenta di ∆T = 30 ◦ C,
1. Una nebulosa nello spazio si comprime a causa della forza di gravità. Che tipo a quale pressione arriva il gas? [T0021] [3 3 ] Un contenitore è separato da una
di trasformazione termodinamica fa? Perché? sottile paratia in due volumi uguali nei quali sono contenuti due gas, rispettivamente
alla pressione PiA = 1, 5 · 105 P a e PiB = 3, 3 · 105 P a. Assumendo che il contenitore
2. Un frigorifero raffredda l’aria al suo interno. Che tipo di trasformazione ter- sia mantenuto a temperatura costante e che i due gas siano in equilibrio termico con
modinamica subisce tale aria? Perché? il contenitore, quale pressione si avrà all’interno del contenitore dopo la rimozione
della paratia di separazione? [T0022] [3 4 ] Un contenitore è separato da una
3. Un ciclo termodinamico assorbe una quantità di calore ∆Qass = 500 J ad alta
sottile paratia in due volumi uguali nei quali sono contenuti due gas, rispettivamente
temperatura, e produce ∆L = 200 J di lavoro. Quanto vale il rendimento del
ossigeno O2 alla pressione PiA = 1, 4 · 105 P a e idrogeno H2 alla pressione PiB = 2, 8 ·
ciclo? Quanto calore viene ceduto a bassa temperatura?
105 P a. Assumendo che il contenitore sia mantenuto alla temperatura costante T =
[T0017] [1 3 ] Domande di teoria 200 ◦ C e che i due gas siano in quilibrio termico con il contenitore, quale pressione
260 Scheda117. Esercizi di Termodinamica
si avrà all’interno del contenitore dopo la rimosione della paratia di separazione? o diminuisce. [T0026c] [2 6 ] Disegna un ciclo termodinamico formato da due
Quale pressione si avrà poi dopo che un dispositivo elettrico fa scoccare una scintilla adiabatiche e due isocore. Indica per ogni trasformazione se gli scambi di calore e
attraverso la miscela di idrogeno e ossigeno? [T0023] [4 4 ] Un gas monoatomico di lavoro sono in uscita od in ingresso nel gas. Indica per ogni trasformazione se
(γ = 53 ) fa una trasformazione dallo stato l’energia interna del gas aumenta o diminuisce. [T0027] [2 2 ] Alla partenza
◦
di un viaggio, quando la temperatura è Ti = 15 , le ruote di un’auto sono gonfiate
{TA = 300 K; PA = 100000 P a; VA = 3 m3 }
alla pressione Pi = 2 atm. Dopo molti kilometri le ruote si sono scaldate fino alla
allo stato temperatura Tf = 45◦ . Quale pressione hanno raggiunto? [T0028] [2 3 ] Un fri-
{TB = 400 K; PB = 200000 P a; VB = 2 m3 } gorifero ha una porta di superficie S = 1, 5 m2 . Inizialmente spento e aperto, l’aria al
suo interno ha una temperatura Ti = 22◦ . Una volta in funzione l’aria al suo interno
Calcolate la variazione di entropia. [T0025] [1 4 ] Rispondi alle seguenti
raggiunge la temperatura Tf = 4◦ . Con quale forza la porta viene schiacciata conto il
domande:
frigorigero e tenuta chiusa? [T0028] [3 3 ] Un contenitore cilindrico di superficie
1. In quale direzione si muove naturalmente il calore? In che modo possiamo di base S = 10 cm2 contiene una mole di gas alla pressione Pi = 2 · 105 P a ed alla
invertire tale direzione? temperatura Ti = 300 K. Il cilindro è chiuso da un pistone tenuto in posizione da
N
una molla di costante elastica k = 100 mm . Di quanto si solleva il pistone se scal-
2. Indica quali relazioni valgono, tra le variabili energetiche dei gas, durante le
diamo il gas fino alla temperatura Tf = 400 K? [DT0001] [1 5 ] Un contenitore
trasformazioni: espansione adiabatica, riscaldamento isocoro e compressione
cilindrico è chiuso in verticale da un pistone mobile di massa m = 1 kg e di superficie
isoterma. Scrivile ed enunciane il significato.
S = 1 dm3 . All’inizio il contenitore è alto hi = 3 dm. Nel contenitore è presente un
3. Perchè un gas ideale esercita sempre una certa pressione sulle pareti del conte- gas perfetto alla temperatuta T = 27◦ C. Quante molecole ci sono nel gas? Se sul
nitore che lo racchiude? pistone appoggiamo un peso di massa M = 19 kg, mantenendo costante la tempe-
ratura del gas, quanto risulterà alto il contenitore alla fine? [DT0002] [1 2 ] Un
4. Lo pneumatico di un’automobile, una volta gonfiato fino ad un certo livello,
contenitore cilindrico è chiuso in verticale da un pistone mobile di massa m = 10 kg
non aumenta più il suo volume. Perchè immettendo altra aria al suo interno
e di superficie S = 2 dm2 . Il contenitore è alto h = 4 dm. Nel contenitore è pre-
aumenta la pressione?
sente un gas perfetto alla temperatuta T = 27◦ C. Quante molecole ci sono nel gas?
[T0026] [2 5 ] Disegna un ciclo termodinamico formato da due isoterme e due iso- [FT0001] [2 3 ] Un subacqueo con capacità polmonare Vi = 5 dm3 sta per andare
core. Indica per ogni trasformazione se gli scambi di calore e di lavoro sono in uscita a hf = −30 m di profondità sul livello del mare. Quanti litri d’aria si troverà nei pol-
od in ingresso nel gas. Indica per ogni trasformazione se l’energia interna del gas moni a quella profondità? [LT0001] [2 5 ] Una macchina termica funziona con
aumenta o diminuisce. [T0026a] [2 5 ] Disegna un ciclo termodinamico formato un ciclo di Carnot tra le temperature Tb = 20◦ C e Ta = 600◦ C. Tale macchina brucia
J
da due isoterme e due adiabatiche. Indica per ogni trasformazione se gli scambi di una massa m = 100 g di benzina dal potere calorifico C = 43, 6 · 106 kg , per sollevare
calore e di lavoro sono in uscita od in ingresso nel gas. Indica per ogni trasformazio- un peso M = 10 kg. Di quanto si riesce a sollevare tale peso? [QT0001] [2 4 ] In
ne se l’energia interna del gas aumenta o diminuisce. [T0026b] [2 5 ] Disegna un un contenitore di ferro chiuso, di massa mF e = 1 kg, ci sono maria = 3 kg di aria. La
ciclo termodinamico formato da due adiabatiche, una isobara ed un’isocora. Indica temperatura iniziale del ferro è Ti−F e = 10 ◦ C, e quella dell’aria è Ti−aria = 30 ◦ C. Il
per ogni trasformazione se gli scambi di calore e di lavoro sono in uscita od in in- J
calore specifico dell’aria a volume costante è cs−aria = 0, 72 kgK . Calcola il rapporto
gresso nel gas. Indica per ogni trasformazione se l’energia interna del gas aumenta
261 Scheda117. Esercizi di Termodinamica
P
tra le pressioni finale ed iniziale x = Pfi al raggiungimento dell’equilibrio termico.
[QT0002] [3 5 ] Una centrale elettrica di potenza P = 500 M W funziona con un
ciclo termodinamico di rendimento η = 0, 35. Per raffreddarla viene utilizzato un
piccolo fiume dal quale si preleva una portata d’acqua C = 5 · 104 kg s . Di quanto
si scalda quell’acqua? [QT0003] [2 3 ] Una macchina termica di rendimento
η = 0, 2 viene utilizzata come frigorifero per raffreddare una massa m = 2 kg di ac-
qua dalla temperatura iniziale Ti = 20 ◦ C alla temperatura finale Tf = 4 ◦ C. Quanto
lavoro impiega? [QT0004] [2 3 ] Una macchina termica di rendimento η = 0, 2
viene utilizzata come frigorifero per raffreddare una massa m = 2 kg di acqua dalla
temperatura iniziale Ti = 20 ◦ C alla temperatura finale Tf = −18 ◦ C. Quanto lavoro
impiega? [QT0005] [3 5 ] Una macchina termica di rendimento η = 0, 2 e poten-
za P = 100 W viene utilizzata come frigorifero per raffreddare una massa m = 2 kg
di acqua dalla temperatura iniziale Ti = 20 ◦ C alla temperatura finale Tf = 4 ◦ C.
Quanto tempo ci impiega? [QT0006] [3 4 ] Una macchina termica di rendimen-
to η = 0, 2 e potenza P = 100 W viene utilizzata come frigorifero per raffreddare
una massa m = 2 kg di acqua dalla temperatura iniziale Ti = 20 ◦ C alla temperatura
finale Tf = −18 ◦ C. Quanto tempo ci impiega?
Esercizi sui fenomeni ondulatori Scheda 118
2. Che differenza c’è tra riflessione e diffusione?
118.1 Teoria
3. In quale istante avviene la riflessione di un’onda?
[O0011] [1 4 ]
4. Nel fenomeno della riflessione, perchè non cambia la velocità dell’onda?
1. Cos’è un’onda?
[O0028] [1 4 ] Rispondi alle seguenti domande:
2. Indica la differenza tra onde trasversali ed onde longitudinali
3. Indica la differenza tra onde meccaniche ed onde elettromagnetiche 1. Quali fenomeni fisici sono legati al funzionamento di lenti e specchi?
4. Disegna un’onda ed indicane tutte le variabili che la descrivono 2. Come si forma un’onda stazionaria?
[O0019] [1 4 ] Rispondi alle seguenti domande: 3. Per quale motivo se una persona si sta allontanando da noi, sentiamo la sua
voce di un volume minore?
1. Quali differenze ed analogie ci sono tra la luce visibile, i gaggi X con cui fai una
lastra e le onde radio per le telecomunicazioni? 4. In che modo cambia il suono di una sirena se tale sirena si sta avvicinando od
allontanando da noi? Per quale motivo?
2. Perchè d’estate preferisco indossare vestiti bianchi e non neri?
2. Con un puntatore laser indico un punto su di un muro. Tutti nella stanza ve- 118.3 Riflessione e rifrazione
dono quel punto. Sto parlando di un fenomeno di riflessione o di diffusione?
Perchè? [O0003] [1 1 ] L’eco di un forte urlo viene percepito dalla persona che ha urlato
dopo un intervallo di tempo ∆t = 0, 2 s. Sapendo che il suono in aria viaggia alla
3. Descrivi un fenomeno fisico in cui sia presente l’effetto Doppler. velocità Vs = 344 ms , quanto è distante la parete sulla quale il suono si è riflesso?
[O0027] [1 4 ] Rispondi alle seguenti domande: [O0012] [1 1 ] Un raggio di luce passa dall’aria all’acqua con un angolo di
incidenza i = 45◦ . L’indice di rifrazione dell’aria è naria = 1, 0003, mentre quello
1. Come determini la direzione del raggio riflesso in una riflessione? dell’acqua è nH2 O = 1, 33. Con quale angolo di rifrazione il raggio entra nell’acqua?
262
263 Scheda118. Esercizi sui fenomeni ondulatori
[O0029] [1 1 ] Una nave manda un impulso sonar verso il basso per misurare
118.5 Propagazione e Doppler
la profondità del fondale. L’impulso torna alla nave dopo un tempo ∆t = 1, 2 s.
Sapendo che il suono in acqua viaggia alla velocità Vs = 1400 m
s , quanto è profondo [O0004] [1 1 ] Un suono emesso da un altoparlante viene percepito da una per-
il fondale? sona ad una distanza r1 = 20 m con un’intensità I1 = 120 mJ2 s . con quale intensità
verrà invece percepito da una persona alla distanza r2 = 30 m?
[O0006] [1 1 ] Un suono emesso da un altoparlante viene percepito da Andrea
118.4 Interferenza e risonanza ad una distanza rA = 20 m con un’intensità IA = 120 mJ2 s . Marco si trova alla distan-
za d = 5 m da Andrea, sulla line tra Andrea e l’altoparlante. Con quale intensità il
[O0005] [1 2 ] Quanto vale la terza frequenza di risonanza su di una corda, fissata suono verrà percepito da Marco?
ai due estremi, lunga l = 6 m, sulla quale le onde viaggiano alla velocità V = 50 m [O0007] [1 1 ] Un suono emesso da un altoparlante viene percepito da Andrea
s ?
Disegna l’onda sulla corda. ad una distanza rA = 20 m con un’intensità IA = 120 mJ2 s . Dietro ad Andrea il suono
prosegue ed incontra un muro alla distanza d = 40 m dalla sorgente, riflettendosi
[O0010] [1 2 ] Calcola la velocità di un’onda su una corda fissata ai due estremi
su di esso e raggiungendo nuovamente Andrea. Con quale intensità Andrea sente il
e lunga l = 12 m, sapendo che la quinta frequenza di risonanza è ν5 = 9 Hz? Disegna
suono riflesso?
l’onda sulla corda.
[O0015] [1 2 ] Un raggio di luce verde (ν = 6 · 1014 Hz) attraversa perpen-
[O0017] [2 2 ] Un’asticella lunga l = 150 cm, oscilla con un’estremo fisso l’altro
dicolarmente una lastra di vetro con indice di rifrazione n = 1, 4. Sapendo che la
libero. La velocità di un’onda nell’asticella è V = 24 m
s . Calcola la terza frequenza di lastra di vetro è spessa d = 3 mm, quante oscillazioni compie il raggio luminoso
risonanza dell’asticella.
nell’attraversare tale lastra?
[O0031] [2 2 ] In figura è mostrato lo spettro di frequenze (con le frequenze in- [O0018] [1 2 ] Sapendo che gli indici di rifrazione di aria e acqua sono rispetti-
dicate su scala logaritmica) di un suono prodotto da aria che passa in un tubo aperto vamente na = 1, 00029 e nH2 O = 1, 33 calcola lo spessore di aria che un raggio di luce
ad entrambe le estremità. Le due linee evidenziate corrispondono alle frequenze deve attraversare per impiegare lo stesso tempo che impiegherebbe ad attraversare
ν1 = 829 Hz e ν2 = 2088 Hz. Sapendo che il suono viaggia in aria alla velocità uno spessore ∆LH2 O = 20 cm.
V = 340 m s , quanto è lungo il tubo? [O0026] [1 1 ] Una lampadina ad incandescenza di potenza P = 100 W emette
luce in maniera isotropa. Se viene posta al centro di una stanza cubica di lato L =
7 m. Quanta energia arriverà in un tempo ∆t = 10 min sul soffitto della stanza?
[O0032] [2 2 ] Un’ambulanza dista da una persona r1 = 200 m e si muove
verso di essa a velocità costante V = 15 m s . Sapendo che l’intensità sonora percepita
W
è I1 = 0, 5 m 2 , quale intensità sonora verrà percepita dopo un tempo ∆t = 4 s?
[O0030] [2 2 ] Nell’immagine
è raffigurato un aereoplano che su-
pera la barriera del suono. Si ve-
de chiaramente il cono di vapore ac-
264 Scheda118. Esercizi sui fenomeni ondulatori
queo condensato corrispondente al- 1. Immaginiamo di irradiare la superficie di un metallo con un fascio di luce mo-
la superficie dell’onda d’uro. Cal- nocromatica. L’energia dei singoli fotoni è E = 5, 0 · 10−19 J. Il lavoro di
cola la velocità dell’aereo sapendo estrazione è Ψ = 3, 6 · 10−19 J. Quale delle seguenti affermazioni è vera?
che il cono dell’onda d’urto ha un
(a) Dal metallo non escono elettroni
angolo al vertice α = 120◦ .
[O0034] [2 2 ] Quando un’am- (b) Dal metallo escono elettroni con energia cinetica nulla
bulanza viene nella tua direzione percepisci un suono di frequenza ν1 = 2, 2 kHz, (c) Dal metallo escono elettroni con energia cinetica Ec = 1, 4 · 10−19 J
mentre quando si allontana il suono percepito ha una frequenza ν2 = 2 kHz. Con
(d) Dal metallo escono elettroni con energia cinetica Ec = 6, 4 · 10−19 J
quale velocità viaggia l’ambulanza?
2. In una fibra ottica monomodale un segnale viene attenuato man mano che si
propaga lungo la fibra stessa. Quale di questi fattori NON determina un’atte-
118.6 Ottica geometrica nuazione del segnale?
[O0001] [1 1 ] Calcola l’angolo limite per riflessione totale per un raggio luminoso (a) La presenza di impurità all’interno della fibra
che passa dall’acqua all’aria. Gli indici di rifrazione di acqua e aria sono rispettiva- (b) La presenza di curve nel percorso della fibra
mente nH2 O = 1.33 e naria ∼ 1
(c) La presenza di interconnessioni tra fibre
[O0002] [1 3 ] Costruisci l’immagine di un oggetto generata da una lente sfe-
rica convergente, sia nel caso che l’oggetto si trovi tra la lente ed il fuoco, sia nel caso (d) La scelta dei valori degli indici di rifrazione del nucleo e del mantello della
che si trovi oltre il fuoco. fibra
[O0008] [1 2 ] Un oggetto è posto ad una distanza da una lente sferica conver- 3. Un raggio luminoso passa da un materiale con indice di rifrazione n1 = 1, 41
gente tale per cui l’immagine generata risulta di dimensioni doppie rispetto all’og- verso un materiale con indice di rifrazione n2 . Affinchè possa esserci riflessione
getto. Sapendo che la distanza focale della lente vale f = 30 cm, a quale distanza totale quali delle seguenti affermazioni è vera?
dalla lente si trova l’oggetto?
[O0009] [1 2 ] Un oggetto è posto di fronte ad una lente convergente ad una (a) n2 sia minore di n1
distanza p = 20 cm. La distanza focale della lente è f = 15 cm. A quale distanza (b) n2 sia maggiore di n1
dalla lente si forma l’immagine? Quanto vale il fattore di ingrandimento?
(c) n2 sia uguale a n1
[O0016] [1 1 ] Costruisci l’immagine di un oggetto generata da una lente sfe-
(d) n2 può assumere qualunque valore.
rica divergente. Indica se l’immagine è dritta e se è reale.
4. Riguardo ai fenomeni della fluorescenza e della fosforescenza, indica quale
delle seguenti affermazioni è FALSA:
118.7 Ottica applicata
(a) Il fenomeno della fluorescenza non ha la stessa durata del fenomeno della
[O0021] [1 6 ] Rispondi alle seguenti domande. fosforescenza
265 Scheda118. Esercizi sui fenomeni ondulatori
266
267 Scheda119. Esercizi di Elettromagnetismo
in quattro punti disposti ai vertici di un quadrato di lato l = 5 m, come mostrato in All’istante ti = 0 la spira è perpendicolare al campo magnetico. Quale differenza di
figura. Le correnti di A e B escono dalla superficie, quelle dei fili C e D entrano nella potenziale è misurabile lungo la spira all’istante tf = 0.3 s?
superficie. Calcolare il campo magnetico prodotto dai quattro fili nel punto medio [CE0001] [2 2 ] Quanto vale il raggio della traiettoria circolare di un elettro-
del segmento CD. ne che entra perpendicolarmente in un campo magnetico B = 10−6 T alla velocità
V = 90000 m s ? [CE0002] [2 2 ] Quanto vale la velocità con cui si muove un
A B elettrone all’interno di un atomo di idrogeno? [CE0003] [3 4 ] Un elettrone si
m
muove l’ungo l’asse x di un sistema di riferimento, con velocità ix = 10 . Ad
s
N
un certo punto entra in un condensatore in cui si trova un campo elettrico E = 1
C
uniforme rivolto lungo l’asse delle y e in verso opposto. Percorre in esso una distan-
za in orizzontale d = 10 cm per poi uscirne e dirigersi verso uno schermo posto alla
distanza L = 1 m dal punto di uscita dal condensatore. In quale posizione sull’asse
D M C delle x si trova lo schermo?
[DE0010] [1 1 ] Due cariche elettriche uguali, con eguale carica elettrica e mas-
[E0020] [3 3 ] Un lungo filo orizzontale trasporta una corrente i = 60 A. Un sa, di carica Q = 4µC si trovano alla disanza d = 2 m. Quale massa devono ave-
secondo filo costituito di rame (densità ρ = 8930 mkg
3 ), avente il diametro d = 3, 00 mm
re affinchè l’attrazione gravitazionale tra loro equilibri la repulsione elettrostatica?
2 2
e percorso da una corrente, è mantenuto sospeso in equilibrio sotto il primo filo. Se i [K = 9 · 109 NCm2 ; G = 6, 67 · 10−11 Nkgm2 ]
due fili si trovano a una distanza di h = 5, 0 cm, determina il verso di circolazione e
l’intensità della corrente che percorre il secondo filo affinchè esso rimanga in sospen- Q Q
sione sotto il primo filo. [E0021] [3 3 ] Un solenoide indefinito è costituito di 800
spire per metro di lunghezza e ha un diametro d = 20, 0 cm. All’interno del solenoide Fig. 119.2: Figura esercizio DE0010
un protone si muove di moto spiraliforme con velocità di modulo V = 2, 00 · 105 m s
e direzione inclinata di un angolo α = 30◦ rispetto all’asse del solenoide. Calco- [DE0022] [3 4 ] Due sfere di massa m = 15 g, elettrizate con la stessa carica Q,
la la minima intensità di corrente che deve circolare nel solenoide se si vuole che il sono appese con due fili entrambi lunghi l = 20 cm. nella condizione di equilibrio
protone lo percorra senza mai urtare le sue pareti. tali fili formano un angolo θ = 60◦ . Quanto vale la carica elettrica sulle due sfere?
[E0022] [3 2 ] Una sbarra conduttrice di lunghezza l = 25 cm si muove con
m
velocità V = 4 su di un piano immerso in un campo magnetico costante B =
s
0, 01 T ad esso perpendicolare. Quanto vale la differenza di potenziale agli estremi 119.2 Elettrotecnica
della barretta? [E0023] [3 2 ] Una sbarra conduttrice di lunghezza l = 25 cm
ruota intorno ad uno degli estremi con frequenza ν = 4 Hz su di un piano immerso in [E0002] [2 7 ] Un circuito elettrico è formato da due resistenze R2 = 6 Ω ed R3 =
un campo magnetico ad esso perpendicolare. Quanto vale la differenza di potenziale 12 Ω in parallelo, messe in serie con altre due resistenze R1 = 6 Ω ed R4 = 2 Ω.
agli estremi della barretta? [E0024] [3 2 ] Una spira rettangolare piana ruota in il circuito è alimentato da un generatore ∆V = 24 V olt. Calcola le differenze di
un campo magnetico uniforme B = 0, 1 T con velocità angolare costante ω = 4s−1 . potenziale agli estremi di ogni resistenza e la corrente elettrica che le attraversa
268 Scheda119. Esercizi di Elettromagnetismo
R1 t0 t2
i1 VA
t1
∆V R2 R3 R0 ∆V2 R2
i0
i2 i3 − i2
∆V R1 VB
i4
R4 +
i1
Fig. 119.3: Figura esercizio E0002 ∆V3 R3
i
− ∆V3 + − ∆V2 +
VB i2 Per rispettare il contratto di fornitura, l’alimentazione viene staccata quando nel cir-
R3 R2 cuito entra una corrente maggiore di Imax = 15 A. Se nella casa sono accesi una
lavatrice di potenza Plav = 1, 5 kW , due stufe elettriche di potenza Ps = 700 W
i1 VA ed un televisore di potenza Pt = 200 W , quante lampadine da Pl = 30 W possono
R1 ancora accendere?
∆V
VT i [E0013] [1 4 ] Una lampadina di resistenza R1 = 48 Ω è montata in serie con
una seconda resistenza R2 . Il circuito è alimentato con una batteria ∆V = 12 V olt.
Quanto deve valere R2 affinchè la potenza dissipata dalla lampadina sia P1 = 2 W ?
Fig. 119.4: Figura esercizio E0004 [E0014] [1 4 ] Una lampadina da 24 V ; 6 W è collegata ad una batteria con dei
cavi elettrici di rame di resistività ρ = 0, 17 · 10−7 Ωm e di sezione S = 0, 1 mm2 . Il
il funzionamento per ogni configurazione degli interruttori. Le resistenze hanno circuito è alimentato con una batteria ∆V = 24 V olt. Quanto deve essere lungo il
valore R0 = 36 Ω, R1 = 12 Ω, R2 = 6 Ω, R3 = 18 Ω; ∆V = 240 V . [A seconda di come filo affinche la potenza dissipata dalla lampadina sia P = 5 W ? [E0015] [1 3 ]
sono messi gli interruttori dovere calcolare le correnti elettriche in tutti i rami, ed i valori del Due lampadine identiche R = 120 Ω sono alimentate da un generatore di tensione
potenziale nei punti A e B.] ∆V = 12 V . Calcola la corrente che le attraversa nel caso siano montate in serie
[E0010] [1 2 ] Un impianto elettrico è alimentato da una tensione ∆V = 220 V . e nel caso siano montate in parallelo. In quale caso le lampadine risulteranno più
269 Scheda119. Esercizi di Elettromagnetismo
R
i
VA VB
R0 R2
VA i2 VB
∆V R1 R3
i i1
VT
4 Dimostra l’invarianza della distanza spazio-temporale tra due eventi sot- 2 Un muone, vive mediamente a riposo un tempo di circa τ = 2, 2 µs Quan-
to l’azione delle trasformate di Lorentz ta strada percorre quel muone, nel sistema di riferimento del laboratorio,
sapendo che viaggia alla velocità v = 0, 99 c?
4 Le trasformate di Lorentz non preservano necessariamente la sequenza
temporale degli eventi. Approfondisci questo concetto in relazione alla 2 Quanto vale l’energia cinetica di un muone (m0 = 105, 66 Mc2ev che viaggia
distanza spazio-temporale tra quei due eventi. alla velocità v = 0, 9c?
270
Esercizi di Meccanica quantistica Scheda 121
12. Nell’esperimento delle due fessure si vede che gli elettroni che attraversano la
121.1 Domande base di Teoria
coppia di fessure formano sullo schermo di rivelazione una figura di interfe-
[H0001] [2 19 ] Rispondi alle seguenti domande. renza. Esattamente quali sono le due cose che hanno interferito tra loro?
1. Cos’è un corpo nero? 13. In quale modo la meccanica quantistica descrive un sistema fisico?
2. Nomina alcuni fenomeni fisici che hanno condotto alla quantizzazione delle 14. Considera un sistema fisico formato da una particella che si muove verso uno
onde elettromagnetiche schermo dotato di quattro differenti fessure e lo attraversa. Cosa posso affer-
mare sullo stato fisico della particella, riguardo alla fessura che ha attraversato?
3. Quale idea innovativa è stata introdotta da Max Plank per spiegare lo spettro
di radiazione di corpo nero? 15. Considera un sistema fisico formato da una particella che si muove verso uno
schermo dotato di quattro differenti fessure e lo attraversa. Se misuro la po-
4. Cosa accomuna la descrizione della radiazione di corpo nero e dell’effetto fo- sizione della particella per sapere da quale fessura effettivamente passa, cosa
toelettrico? succede allo stato fisico della particella?
5. Nell’effetto fotoelettrico troviamo l’equazione E = hν − φ. Indica il significato 16. Considera una particella che attraversa una fessura di larghezza L. Il fatto che
di ognuno dei quattro termini presenti. la particella abbia attraversato la fessura è una misura della sua posizione?
6. Ipotizziamo di far incidere un’onda elettromagnetica di determinata intensità 17. Considera una particella che attraversa una fessura di larghezza L, ed immagi-
e frequenza, sulla superficie di un metallo, e di non vedere alcun elettrone in nate di stringere tale fessura. cosa succede alla componente dell’impulso lungo
uscita dal metallo. Cosa devo fare, e perchè, al fine di riuscire ad estrarre un tale fessura?
elettrone dal metallo?
18. In meccanica quantistica si parla di sovrapposizione di stati. E’ corretto afferma-
7. Descrivi sinteticamente quali problematiche presenta il modello atomico di re che se uno stato fisico è rappresentato dalla sovrapposizione dello stato A e
Rutherford. dello stato B, con funzione d’onda φ = φA + φB allora significa che noi non
sappiamo in quale stato si trova il sistema, e solo dopo aver fatto una misu-
8. Quale idea di base permette di spiegare gli spettri a righe di emissione e assor-
ra possiamo sapere in quale dei due stati si trovava effettivamente il sistema
bimento degli atomi?
prima della misura?
9. Come si giustifica il fatto che, ipotizzando orbite circolari, il raggio dell’orbita
19. Cosa afferma il principio di indeterminazione di Heisemberg?
di un elettrone intorno al nucleo è proporzionale a n2 con n ∈ N?
11. Perchè nell’esperimento delle due fessure misurare da quale fessura passa l’e-
lettrone fa sparire la figura di interferenza sullo schermo?
271
272 Scheda121. Esercizi di Meccanica quantistica
11. Perchè nell’esperimento delle due fessure misurare da quale fessura passa l’e-
121.2 Risposte
lettrone fa sparire la figura di interferenza sullo schermo?
Problema di: Meccanica quantistica - H0001
12. Nell’esperimento delle due fessure si vede che gli elettroni che attraversano la
coppia di fessure formano sullo schermo di rivelazione una figura di interfe-
Testo [H0001] [2 19 ] Rispondi alle seguenti domande.
renza. Esattamente quali sono le due cose che hanno interferito tra loro?
1. Cos’è un corpo nero?
13. In quale modo la meccanica quantistica descrive un sistema fisico?
2. Nomina alcuni fenomeni fisici che hanno condotto alla quantizzazione delle 14. Considera un sistema fisico formato da una particella che si muove verso uno
onde elettromagnetiche schermo dotato di quattro differenti fessure e lo attraversa. Cosa posso affer-
mare sullo stato fisico della particella, riguardo alla fessura che ha attraversato?
3. Quale idea innovativa è stata introdotta da Max Plank per spiegare lo spettro
di radiazione di corpo nero? 15. Considera un sistema fisico formato da una particella che si muove verso uno
schermo dotato di quattro differenti fessure e lo attraversa. Se misuro la po-
4. Cosa accomuna la descrizione della radiazione di corpo nero e dell’effetto fo-
sizione della particella per sapere da quale fessura effettivamente passa, cosa
toelettrico?
succede allo stato fisico della particella?
5. Nell’effetto fotoelettrico troviamo l’equazione E = hν − φ. Indica il significato
16. Considera una particella che attraversa una fessura di larghezza L. Il fatto che
di ognuno dei quattro termini presenti.
la particella abbia attraversato la fessura è una misura della sua posizione?
6. Ipotizziamo di far incidere un’onda elettromagnetica di determinata intensità
17. Considera una particella che attraversa una fessura di larghezza L, ed immagi-
e frequenza, sulla superficie di un metallo, e di non vedere alcun elettrone in
nate di stringere tale fessura. cosa succede alla componente dell’impulso lungo
uscita dal metallo. Cosa devo fare, e perchè, al fine di riuscire ad estrarre un
tale fessura?
elettrone dal metallo?
18. In meccanica quantistica si parla di sovrapposizione di stati. E’ corretto afferma-
7. Descrivi sinteticamente quali problematiche presenta il modello atomico di
re che se uno stato fisico è rappresentato dalla sovrapposizione dello stato A e
Rutherford.
dello stato B, con funzione d’onda φ = φA + φB allora significa che noi non
8. Quale idea di base permette di spiegare gli spettri a righe di emissione e assor- sappiamo in quale stato si trova il sistema, e solo dopo aver fatto una misu-
bimento degli atomi? ra possiamo sapere in quale dei due stati si trovava effettivamente il sistema
prima della misura?
9. Come si giustifica il fatto che, ipotizzando orbite circolari, il raggio dell’orbita
19. Cosa afferma il principio di indeterminazione di Heisemberg?
di un elettrone intorno al nucleo è proporzionale a n2 con n ∈ N?
10. Quale semplice equazione mostra un legame tra il comportamento corpusco- Spiegazione Queste sono domande di teoria... l’unico modo per rispondere cor-
lare ed ondulatorio di una particella? rettamente è aver studiato.
273 Scheda121. Esercizi di Meccanica quantistica
Svolgimento mente questo non accade in quanto la materia, per come la conosciamo,
esiste.
1. Definisco corpo nero un qualunque sistema fisico in grado di assorbire ogni
radiazione elettromagnetica incidente. (b) Potendo, nel modello di Rutherford, assumere valori di energia in modo
continuo, l’elettrone può assorbire ed emettere radiazione elettromagne-
2. Lo spettro di emissione del corpo nero, l’effetto fotoelettrico e l’effetto Comp- tica di qualunque energia. L’analisi degli spettri di emissione ed assorbi-
ton mento mostrano invece che la radiazione viene assorbita ed emessa in va-
lori discreti. Ogni elemento assorbe ed emette fotoni solo in determinate
3. L’idea di Plank consiste nell’ipotizzare che la radiazione elettromagnetica scam-
frequenze.
bi energia solo in quantità discrete in funzione della frequenza della radiazione.
L’energia dei singoli pacchetti energetici è data da E = hν 8. Gli spettri di emissione ed assorbimento a righe sono giustificati dal fatto che
gli elettroni in un atomo si trovano su livelli energetici discreti e ben determina-
4. La descrizione della radiazione di corpo nero e dell’effetto fotoelettrico sono
ti. Gli elettroni emettono/assorbono energia passando da un’orbita ad un’altra
accomunate dal descrivere l’energia del fotone come E = hν
e quindi da un’energia ben determinata ad un’altra. L’energia della radiazio-
5. Nell’equazione ne emessa/assorbita è pari alla differenza di energia tra le orbite dell’elettrone
E = hν − φ prima e dopo l’assorbimento/emissione della radiazione.
E rappresenta l’energia cinetica dell’elettrone emesso, h è la costante di plank, 9. Il raggio dell’orbita è quantizzato in quanto l’elettrone può trovarsi solo su
ν è la frequenza della radiazione incidente, φ è l’energia di estrazione dell’elet- orbite la cui circonferenza sia pari ad un numero intero di volte la lunghezza
trone dal metallo. d’onda1
2πrn = nλ
6. Se non vedo elettroni estratti dalla superficie del metallo significa che l’energia
dei singoli fotoni legati alla radiazione elettromagnetica non è sufficientemente con n ∈ N
elevata. Aumentare l’intensità dell’onda non risolve il problema in quanto si- 10. Ad ogni particella è associabile una lunghezza d’onda λ, detta lunghezza d’on-
gnificherebbe aumentare il numero di fotoni. Ciò che bisogna fare è aumentare da di De Broglie, dipendente dall’impulso p della particella
la frequenza della radiazione in modo che aumenti l’energia del singolo fotone
h
E = hν λ=
p
7. Nel modello atomico di Rutherford gli elettroni ruotano intorno ad un nucleo
11. Nell’esperimento delle due fessure, la figura di interferenza si forma grazie alla
centrale e non ci sono vincoli sull’energia, e di conseguenza sul raggio del-
presenza contemporanea di due stati fisici, ognuno dei quali rappresentante
l’orbita, che tale elettrone può avere. Le problematiche di tale modello sono
l’eletrone che passa in una determinata fessura, che interferiscono tra loro. Nel
principalmente due:
misurare in quale fessura passa l’elettrone, noi lo facciamo transire in uno stato
(a) L’elettrone intorno al nucleo si muove di moto accelerato e quindi deve fisico in cui è presente solo uno dei due stati, quindi non è più possibile alcun
emettere radiazione di sincrotrone; l’elettrone perderebbe in tal caso ener- fenomeno di interferenza.
gia e diminuirebbe il raggio dell’orbita fino a collassare sul nucleo. Ovvia- 1 Qui la domanda va completata indicando tutti i passaggi matematici utilizzati.
274 Scheda121. Esercizi di Meccanica quantistica
12. Nell’esperimento delle due fessure gli elettroni coinvolti si trovano in uno stato 17. Far passare una particella attraverso una fessura equivale a misurarne la po-
fisico di sovrapposizione dello stato di elettrone che attraversa la prima fessura sizione con una certa incertezza proporzionale alla larghezza della fessura.
e dello stato di elettrone che attraversa la seconda fessura. I due stati sono Stringendo la fessura, diminuisce l’incertezza sulla misura della posizione, e
contemporaneamente presenti e possono interferire tra loro. di conseguenza, per il principio di indeterminazione di Heisemberg, aumenta
l’incertezza sulla misura contemporanea della componente dell’impulso lungo
13. In meccanica quantistica un sistema fisico è descritto da una funzione d’on-
il piano della fessura.
da. Eseguendo una misura su tale stato fisico, con la funzione d’onda pos-
siamo ricavare la probabilità di ottenere per tale misura un determinato risul- 18. No, quanto affermato nella domanda non è corretto. Per come è posta la do-
tato. L’evoluzione nel tempo di tale stato fisico è descritta dall’equazione di manda, infatti, sembra che la particella si trovi sempre o nello stato A o nello
Schrodinger applicata alla funzione d’onda di tale stato fisico. stato B, e sembra che il concetto di sovrapposizione sia legato alla nostra igno-
14. Non avendo eseguito alcuna misura di posizione, la particella si trova in uno ranza (non-conoscenza) sull’effettivo stato della particella. In realtà se uno sta-
stato fisico dato dalla sovrapposizione di quattro differenti stati fisici, ognuno to fisico è descritto dalla sovrapposizione di due stati, entrambi gli stati sono ef-
che descrive la particella che passa da una determinata fessura. Indichiamo fettivamente contemporaneamente presenti in determivate proporzioni; è solo
con a, b, c, d le quattro fessure. Assumendo che la probabilità di passare da a seguito di una nostra misura che lo stato transisce verso uno solo dei due stati
ogni fessura sia equivalente, la funzione d’onda della particella sarà che prima si sovrapponevano, con probabilità che dipende dalle proporzioni
con cui sono presenti i due stati.
1 1 1 1
ψ= ψa + ψb + ψc + ψd
2 2 2 2 19. Il principio di indeterminazione di Heisemberg afferma che esistono coppie di
15. Prima della misura lo stato fisico della particella è la sovrapposizione di quattro grandezze fisiche tali per cui non è possibile misurarle contemporaneamente
stati, ognuno che descrive la particella passante per una determinata fessura con arbitraria precisione. Se per esempio consideriamo la posizione e l’impulso
1 1 1 1 di una particella, il prodotto delle loro incertezze di misura sarà sempre
ψ= ψa + ψb + ψc + ψd
2 2 2 2
h
Misurare la posizione della particella fa transire lo stato fisico in uno degli stati ∆x∆p ≥
4π
che descrivono la particella che passa da una determinata fessura. Ipotizzando
che il risultato della misura sia che la particella è passata dalla fessura a, la
funzione d’onda della particella sarà ora
ψ = ψa
16. Se affermo che in un certo istante una particella ha attraversato una determina-
ta fessura, di fatto sto dicendo che sapevo dove si trovava, quindi di fatto ho ef-
fettuato una misura della sua posizione. Visto che la fessura ha una lunghezza
L, allora la misura presenta un’incertezza sulla posizione pari a
L
∆x =
2
Esercizi non risolti Scheda 122
La soluzione e spiegazione dei seguenti esercizi verrà scritta al più presto.
[DP0001] [2 4 ] Un pattinatore di massa M = 80 kg è in piedi sul ghiaccio e
lancia orizzontalmente una pietra di massa m = 2 kg con velocità iniziale Vi = 10 m s .
Di quanto si sposterà se il coefficiente di attrito dinamico tra i pattini ed il ghiaccio è
µd = 0.02 ?
[LP0001] Un oggetto di massa m1 = 2 kg, che si muove con una velocità V1 = 4 m s ,
urta orizzontalmente con un secondo oggetto di massa m2 = 5 kg fermo appeso ad
un cavo. Nel caso di urto anelastico, di quanto si solleva il sistema dopo l’urto?
[LP0002] Un oggetto di massa m1 = 2 kg, che si muove con una velocità V1 = 4 m s ,
urta orizzontalmente con un secondo oggetto di massa m2 = 5 kg fermo appeso ad
un cavo. Nel caso di urto elastico, di quanto si solleva il sistema dopo l’urto?
[O0030] [2 2 ] Nell’immagine
è raffigurato un aereoplano che su-
pera la barriera del suono. Si ve-
de chiaramente il cono di vapore ac-
queo condensato corrispondente al-
la superficie dell’onda d’uro. Cal-
cola la velocità dell’aereo sapendo
che il cono dell’onda d’urto ha un
angolo al vertice α = 120◦ .
[CL0001] [2 3 ] Un proiettile
◦
viene sparato verso l’alto con una velocità iniziale Vi = 50 m s inclinata di α = 30
rispetto all’orizzontale. A quale altezza arriva?
275
Parte XV
276
Matematica per la fisica Scheda 123
Moltiplicando per la stessa quantità sia a destra che a sinistra di un’equazione,
123.1 Introduzione
l’equazione rimane vera.
La matematica è la lingua con la quale si parla di fisica, ed è quindi molto importan-
te. In questa scheda mi limito ad approfondire solo alcuni semplici aspetti utili per
affrontare lo studio della fisica di base, senza pretendere di essere rigorosissimi nelle
123.3 Esempi di formule inverse
affermazioni.. Secondo principio della dinamica
F =m·a
123.2 Equazioni di primo grado
Voglio trovare m, quindi divido per a
Ogni formula di fisica è di fatto un’equazione. Nella maggior parte dei casi saran-
no equazioni di primo grado, che si risolvono semplicemente trovando quella che F m·a
=
spesso chiamiamo formula inversa. Per trovare la formula inversa di una data for- a a
mula bisogna isolare la variabile che si vuole trovare e per farlo soltanto due tipi di F
=m
azioni possono essere svolte: sottrarre o sommare, oppure moltiplicare o dividere. a
Consiglio di capire e provare a ripetere gli esempi riportati nella sezione 123.3 Oppure, se voglio trovare a divido per m
F m·a
=
123.2.1 Sottrarre o sommare m m
F
Se =a
m
a=b
Legge di conservazione dell’energia
allora anche
a+c=b+c 1 1
mVi2 + mghi = mVf2 + mghf
2 2
Sommando la stessa quantità sia a destra che a sinistra di un’equazione, l’equa-
Voglio trovare hi , per cui prima sottraggo da ambo i membri
zione rimane vera.
1 1 1 1
mVi2 + mghi − mVi2 = mVf2 + mghf − mVi2
123.2.2 Moltiplicare o dividere 2 2 2 2
1 1
Se mghi = mVf2 + mghf − mVi2
2 2
a=b ed ora divido ambo i membri
allora anche 1 2
+ mghf − 21 mVi2
mghi 2 mVf
a·c=b·c =
mg mg
277
278 Scheda123. Matematica per la fisica
e semplificamdo ottengo raggi-vettore definiti dall’angolo che formano con la verticale. Il raggio-vettore ver-
1 2
2 Vf + ghf − 12 Vi2 ticale verso l’alto rappresenta un angolo di zero gradi. Gli angoli si contano crescenti
hi =
g in senso orario1 .
Se invece voglio trovare Vi allora Come vedete in figura, la lunghezza dei segmanti colorati indica il valore di
1 1 seno, coseno, tangente e cotangente dell’angolo α: sen(α), cos(α), tg(α), ctg(α).
mVi2 + mghi −mghi = mVf2 + mghf −mghi
2 2 Conseguenza della definizione è che
1 1
mVi2 = mVf2 + mghf − mghi −1 < sen(α) < 1
2 2
e successivamente divido ambo i membri
−1 < cos(α) < 1
1 2 1 2
2 mVi 2 mVf + mghf − mghi sen2 (α) + cos2 (α) = 1
1 = 1
2m 2m
La tangente dell’angolo è definita come
1 2
2 mVf + mghf − mghi
Vi2 = 1 sen(α)
2m tg(α) =
s cos(α)
1 2
2 mVf + mghf − mghi
Vi = 1 La cotangente dell’angolo è definita come
2m
cos(α)
Legge di conservazione della portata ctg(α) =
sen(α)
Si Vi = Sf Vf
tg(α)
ctg(α)
sin(α)
cos(α)
α
Indice
10 Il metodo scientifico 22
I Introduzione alla fisica 12
10.1 Le parole di Feynmann . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
4 Perchè la Fisica 13 10.2 Il metodo scientifico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
31 Forza peso 62
31.1 Definizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62
IV Leggi di conservazione 73
31.2 Un oggetto su di un tavolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62 38 Quantità di moto 74
31.3 Un oggetto immerso nell’acqua . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62 38.1 La quantità di moto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74
31.4 Un oggetto in un sistema accelerato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62 38.1.1 Forza e quantità di moto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74
31.4.1 Un oggetto che ruota . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62 38.2 Conservazione della quantità di moto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74
31.4.2 La caduta libera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62
39 Mappe sull’energia 75
32 Moto su di un piano inclinato 64
32.1 Una prima considerazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64 40 Energia e Lavoro 76
32.2 Il piano inclinato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64 40.1 Energia cinetica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76
32.3 Il moto sul piano inclinato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64 40.2 Energia cinetica rotazionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76
32.4 Il piano inclinato in presenza di attrito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65 40.3 Energia interna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76
40.4 Il Lavoro di una forza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76
33 Legge di gravitazione universale 66 40.4.1 Il teorema dell’energia cinetica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77
33.1 La forza di gravità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66 40.5 La Potenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77
33.1.1 L’accelerazione di gravità di un pianeta . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66
33.2 Energia potenziale gravitazionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66 41 Forze conservative ed Energia Potenziale 78
41.1 Forze conservative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 78
34 Il moto di un pianeta 67 41.1.1 L’Energia potenziale gravitazionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 78
34.1 Le basi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67 41.1.2 L’energia potenziale elastica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 78
34.2 Energia e momento angolare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67 41.1.3 Altre forme di energia potenziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79
283 Scheda123. Matematica per la fisica