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Astronomy & Astrophysics manuscript no.

output ©ESO 2022


January 12, 2022

Formulario di Astrofisica
Corso del prof. Paolo de Bernardis
Simone Stellati 1891959

Dipartimento di Fisica, Sapienza Università di Roma, Piazzale Aldo Moro, 5, 00185, Roma, Italia
e-mail: stellati.1891959@studenti.uniroma1.it

January 12, 2022

ABSTRACT

Context. Astrofisica
Aims. Sufficienza all’esame
Methods. Riassumere tutte le formule e nozioni utili
Results. Speriamo che arrivino

1. Stelle - F, L, B per una Stella


2hν3 1
Formule e alcuni concetti sulla prima parte del corso. Lν = 4π2 R2 Bν = 4π2 R2
c2 e kThν − 1
2hc2 1
1.1. Generalità Bλ =
λ5 e λkT
hc
−1
- Distanza e parallasse Lν R2
Fν = = 2 Bν = ΩBν
1 4πD2 D
d=
p′′ - Relazioni Flusso - Brillanza
- Diametro angolare νFν = λFλ = σFσ
νBν = λBλ = σBσ
2R
2R = Dtan(θ) −→ θ ≈ (piccolo angolo, dove R il raggio) Dove:
D c
ν= = cσ
πθ2 R2 Area λ
Ω= = π 2 (angolo solido), in generale :
4 D distanza2 - Brillanza di Corpo Nero

- Risoluzione angolare telescopio 2hν3 1


Bν = equazione di planck
c2 e kThν − 1
λ 2hc2
θ= = err%θ stella Bλ = 5 hc
1
d λ e λkT − 1
- Luminosità 2ν2 kT
dE Bν ≃ νpiccole
L= c
dt 2ckT
Bλ ≃ λ grandi Rayleigh-Jeans
- Flusso luminoso λ4
2hc2 1
dE dL W  Bλ = 5 hc Wien, vicino a λmax
F= = λ e λkT
dtdS dS m2
-Luogo dei massimi Legge di Wien
dE  W  λmax T = 0.0029mK
Fν =
dtdS dν m2 Hz -Legge di Stefan-Boltzmann
- Brillanza F = σT 4 −→ L = 4πR2 σT 4
dE  W 
luminosità di una sfera solida che emette come un corpo nero
B=
dtdS dΩ(cos θ) m2 st Nel caso si debba usare il flusso misurato ad una certa distanza:
dE  W 
R2
Bν = L = 4πR2 σT 4 −→ F = σT 4
dtdS dΩ(cos θ)dν m2 Hzst D2
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Nel caso si voglia calcolare il flusso di fotoni proveniente da è detta somma di partizione canonica su tutti gli sati elettronici
una stella, ovvero il numero di fotoni per unita di tempo e j e χi è il potenziale di ionizzazione.
superficie:
F -Larghezza riga
Ṅ = La larghezza di una riga spettrale è invece determinata da
hv fenomeni quali la larghezza naturale di riga e l’allargamento
dove F è il flusso della stella h è la costante di planck e ν è la Doppler:
frequenza del fotone.
1
δE = ℏ∆t ⇒ ∆ν = allargamento naturale di riga
2π∆t
1.2. Sequenza principale
r
L ∝ M 3,5 ν − ν0 vz 2ν0 2 ln 2kT
= ⇒ ∆ν = allargamento Doppler
ν0 c c m
Questa relazione si applica alle stelle di sequenza principale con
massa compresa fra 0,1 e 50M⊙ [45] . Poiché il combustile λ0 − λ s v
nucleare disponibile per la fusione è proporzionale alla massa =
λs c
della stella e dato che il Sole è destinato a rimanere nella
ALTRI ALLARGAMENTI
sequenza principale circa 10 miliardi di anni [46] , possiamo
-Riga a 21cm (Spin-Flip)
calcolare il tempo di permanenza di una stella all’interno della
La riga a 21 cm dell’idrogeno neutro è una riga spettrale
sequenza principale (τMS ) mettendo in rapporto la sua massa e
causata da una variazione energetica dell’idrogeno neutro
la sua luminosità con quelle del Sole e ricavando dal tempo di
interstellare. Si manifesta ad una frequenza di
permanenza del Sole nella sequenza principale quello della
ν = 1420, 405MHz, equivalente ad una lunghezza d’onda di
stella [47] : infatti il numero di anni di permanenza di una stella
λ = 21, 10611405413cm.
all’interno della sequenza sarà uguale a:
La transizione da spin parallelo ad anti-parallelo causa
nM⊙ l’emissione di fotoni alla lunghezza d’onda di 21,1 cm. Questo
τMS ≈ × 1010 anni avviene per ogni atomo mediamente ogni 107 anni, per cui è
mL⊙
praticamente impossibile osservare tale fenomeno in
ove n e m sono il rispettivamente il rapporto fra la massa e la laboratorio. Essendo però il numero di atomi di idrogeno del
luminosità della stella con quella del Sole. Ora, come si è detto, mezzo interstellare estremamente alto, la riga di emissione di
il rapporto fra le luminosità di due stelle è uguale alla terza 21 cm è facilmente osservabile tramite i radiotelescopi.
potenza e mezzo del rapporto fra le masse; quindi: Questa frequenza, che si trova nelle onde radio, e più
!3,5 esattamente nelle microonde, è largamente usata in astronomia,
L M in quanto può attraversare le polveri interstellari, opache alla
=
L⊙ M⊙ luce visibile.
Sostituendo nella prima equazione ne segue che una stella di n
masse solari permarrà nella sequenza principale: 1.4. Magnitudini
 n 
τMS ≈ 3,5 × 1010 anni, - Magnitudine apparente
n F1 m2 −m1 m2 −m1

cioè: = 100 5 = 10 2.5


! F2
1
τMS ≈ 2,5 × 1010 anni.
!
F1
n m1 − m2 = −2, 5 log10
F2
1.3. Righe Stellari - Magnitudine Assoluta
!
D
-Equazione di Boltzmann: Il rapporto fra numero di atomi che m − M = 5 log10 (+Aλ )
10pc
si trovano in uno stato eccitato b ed atomi che si trovano nello m−M+5
stato fondamentale a, in stato di equilibrio termodinamico, è D = 10 5 pc
dato dalla equazione di Boltzmann
La differenza fra la magnitudine bolometrica di una stella e
Nb gb −(Eb −Ea )/kT quella del Sole è in relazione con il rapporto fra le loro
= e luminosità assolute, come illustrato dalla formula seguente:
Na ga
Lstella
Per quanto concerne la ionizzazione dell’elemento, il rapporto Mbolstella − MbolSole = −2, 5 log10
fra numero di atomi che si trovano nello stato di ionizzazione L⊙
i + 11 e quelli che s trovano nello stato di ionizzazione i è che per inversione è equivalente a:
descritto dalla -equazione di Saha :
Lstella
3 = 10((MbolSole −Mbolstella )/2,5)
Ni+1 2 Zi+1 (2πme kT ) 2 χi /kT L⊙
= e
Ni ne Zi h2 - Estinzione Stellare
!
dove Iλ
Aλ = −2, 5 log10 = −2, 5 log10 e−τλ = 1.086τλ


X Iλ (0)
Z = g1 + g j e−(E j −Ei )/kT
j=2 che rappresenta l’assorbimento in magnitudini, Aλ = ∆m
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1.5. Equazioni della struttura stellare -Legge di assorbimento esponenziale

5 equazioni nelle 5 incognite P(r), M(r), ρ(r), T (r), L(r): Iν (τν ) = Iν (0)e−τν

dP GMρ - Radiazione Termica


= − 2 Equilibrio idrostatico
dr r Iν = Bν (ν, T ) Per un Corpo Nero
dM S ν = Bν (ν, T ) In Generale
= 4πr2 ρ Equazione di continuità
dr
P = P[ρ, T, µ] Equazione di stato - Atmosfera Isoterma
dT 3 k(ρ, T )ρ L Equazione del trasporto Iν = Iν (0)e−τν + B(ν, T ) 1 − e−τν
 
=−
dr 4ac T 3 4πr2 (in assenza di convezione)
dL Per un fotone che viaggia nel materiale il cammino libero
= 4πr2 ρε(ρ, T ) Conservazione dell’ energia medio l é dato da:
dr
1
- dove ε è la densità di produzione di energia per unità di massa, 1 =< τν >=< αν l >=< nσν l >⇒< l >=< >
µ è il peso molecolare del gas, k l’opacità del mezzo. nσν
Si possono riscrivere in funzione della variabile M: -Spessore Ottico
Z
dP GM
=− dτν = αν ds −→ τν = αν ds
dM 4πr4
dr 1
= se conosco la sezione d’urto σ, n la densità numerica e l la
dM 4πr2 ρ(r) distanza:
dT
=−
3 kL τν = nσl
dM 64π ac r T 3
2 4
-Densità colonnare:
dL
=ε La densità della colonna viene generalmente utilizzata per
dM indicare il numero di atomi o molecole per cm quadrato (cm2)
P = P[ρ(r), T (r), µ] lungo la linea di vista in una direzione particolare, come
derivato da osservazioni della linea dell’idrogeno di 21 cm o
1.6. Assorbimento e Emissione dalle osservazioni di un certo specie molecolari. Anche
l’estinzione interstellare può essere correlata alla densità della
In presenza di fenomeni di emissione e di assorbimento la colonna di H o H2.
variazione dell’energia fluente per unità di tempo, superficie, Z vmax
frequenza e angolo solido è descritta da: NH = 1.82 · 1018 · T HI (v)dv
vmin
dIν = jν ds − αν Iν ds
Nella definizione generale:
dove dIν è la variazione di flusso specifico, ds è l’elemento di Z
spessore di materiale percorso, jν è il coefficiente di emissione Densit colonnare = NH = nH ds
ed αν è il coefficiente di assorbimento, che si può esprimere LOS
anche come αν = nσν , nota la densità numerica n e la sezione -Emissione spontanea (coefficienti di Einstein)
d’urto σ degli assorbitori. Se nella materia sono presenti fenomeni di emissione spontanea
dE (nel caso semplificato di due possibili stati elettronici 1 e 2),
dI = abbiamo:
dtdAdΩdν
n1 B12 Jν0 = n2 A21 + n2 B21 Jν0
-Equazione del trasporto radiativo:
A21 2hν3 g1 B12
dIν = 2 ; =1
= jν − αν Iν B21 c g2 B21
ds hν hν
si può scrivere, in funzione dello spessore ottico dτν = αν ds e jν = A21 n2 ; αν = (B12 n1 − B21 n2 )
4π 4π
della funzione sorgente S ν = αjνν :
dove ni è il numero di atomi allo stato i, Jν é la densità di fotoni
dIν emessi a frequenza ν, A e B sono i cofficienti di Einstein.
= S ν − Iν
dτν
Nell’ipotesi di costanza della funzione sorgente, la soluzione 2. Reazioni nelle stelle
formale dell’equazione del trasporto radiativo assume la forma:
-Catena protone protone
Iν (τν ) = Iν (0)e−τν + S ν 1 − e−τν La catena protone-protone è un processo chimico nucleare che
 
trasforma i nuclei di idrogeno (protoni) in nuclei di elio.
e, nei casi limite: Confrontando la massa dell’elio-4 finale con le masse dei
τν ≪ 1 ⇒ Iν (τν ) ≃ Iν (0) [1 − τν ] + τν S ν materiale trasparente quattro protoni si ottiene che lo 0,7% della massa originaria è
τν ≫ 1 ⇒ Iν (τν ) ≃ S ν materiale opaco persa. Questa massa è convertita in energia, in particolare in
Nel caso senza emissione ottengo: raggi gamma, in energia cinetica dei prodotti e dei neutrini
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ovvero si ha:
r
ϵassorbimento
r
R
Tg = T E 4

2D ϵemissione

3.2. Radiazione di ciclotrone, sincrotrone e free-free

Una particella di carica q soggetta alle linee di forza di un


campo magnetico esterno B vengono deviate, emettendo
qB
radiazione di ciclotrone ωc = 2πnc , caratterizzata da
polarizzazione lineare.
La radiazione di sincrotrone viene emessa invece da particelle
qB
relativistiche. La pulsazione é pari a ωc = γ(v)mc , ma, causa
effetti relativistici, viene percepita a terra sotto forma di impulsi
ciascuno dei quali di durata

rilasciati durante le reazioni individuali. L’energia totale che si ∆t mc


∆t′ = =
ottiene da un ramo intero è di 26,73 MeV. 2γ2 γ2 qB
Solo l’energia rilasciata sotto forma di raggi gamma può
interagire con gli elettroni e i protoni e scaldare l’interno del Anche in questo caso la radiazione é polarizzata linearmente, e
Sole. Questo riscaldamento fa sì che il Sole non collassi sotto il lo spettro di potenze si esprime con una legge di potenza del
suo peso. tipo:
-Processo 3 alfa dN β+1
P(ν) ∝ hν ∝ ν 2 ≡ να
La prima reazione è endotermica, mentre la seconda è dν
esotermica. Pertanto l’energia netta complessivamente nel caso di ciclotrone galattico α ≃ −0, 8 ± 0, 1. La radiazione
rilasciata dal processo è di 7,275 MeV. di free-free é causata dall’accelerazione della particella nel
-Ciclo CNO campo dei nuclei atomici, e il massimo di frequenza di
L’energia netta complessivamente rilasciata dal processo è di 25 emissione é pari a:
Mev 1 βc
νmax = =
τ 2b
3. Mezzo interstellare dove τ é l’intervallo di tempo nel quale la particella subisce
l’interazione, b è il parametro d’urto e β è il parametro
3.1. Interazione fra radiazione e polveri relativistico.
Nel caso di idrogeno neutro si può osservare la riga di spin-flip a
Nel caso semplificato in cui i grani di polvere siano sferici e di 21 cm, da cui si risale allo spessore ottico secondo la relazione:
raggio a, l’attenuazione di un raggio luminoso é pari a:  
dI NH cm−2
= −kλ ds con kλ = πa2 Nd Qext (λ) τH = 5.2 · 10 −19
I T (K)∆v( km/s)
dove Nd é la densità numerica dei grani, e Qext è il fattore di dove NH è la densità colonnare della nube, e ∆v è lo
efficienza del grano. spostamento Doppler.
Si può anche risalire alla massa M di una nube di polvere noto
il flusso Fν di radiazione e la distanza D della nube( nonché la
temperatura della polvere T D : 4. Stabilità di un sistema autogravitante
F ν D2
M= 4.1. Massa di Jeans
kν B (ν, T d )
Nel caso semplice, e spesso negli esercizi si ha che il grano è all Una nube di materia é gravitazionalmente stabile se vale il
equilibrio e a forma sferica, ovvero la potenza emessa dal grano teorema del viriale:
(emette come corpo nero), è uguale a quella assorbita.
 R 2 2 < K > + < U >= 0
We = Wa −→ σT g4 4πr2 = σT E4 πr2 2
D dove K = N 32 kT e U = − 35 GMR sono l’energia cinetica e
ovvero si ha: r l’energia potenziale gravitazionale del sistema, mentre N = µm M
H
R è il numero totale di particelle del gas. La nube collassa quando
Tg = T E 2K < −U, condizione che si può esprimere in termini della
2D
massa di Jeans:
Dove R è il raggio dell’emettitore e D è la distanza da esso, nel
caso in cui si abbia un coefficiente di emissione e assorbimento, " #3 " #1
5kT 2 3 2
ovvero il grano non si comporta come un corpo nero si ha: M < Mj =
GµmH 4πρ0
 R 2
We = Wa −→ σg T g4 4πr2 ϵemissione = σE T E4 πr2 ϵassorbimento dove ρ0 è la densità inziale della nube.
D
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In alternativa si può esprimere la precedente condizione in 5.1. Materia oscura


termini del raggio di Jeans:
Per un sistema autogravitante vale il teorema del viriale:
" # 21
4π 3 15kT 2K + U = 0
M= R ρ0 ⇒ R > Rj =
3 4πGµmH ρ0
Per un sistema a simmetria sferica si ha che:
Nel caso di collasso isotermo possiamo stimare un tempo di αGM 2
U=−
D E
free-fall pari a: v2 R
s R ⇒ M= α = 0.4
3π 1 1 D 2E αG
tf f = K= M v
32 Gρo 2
che puó essere riscritta, introducendo il raggio che contiene
metà della massa totale Rm :
4.2. Limite di Eddington D E
2.5 v2 Rm
In fisica, il limite di Eddington è un limite naturale alla M=
G
luminosità di un corpo sferico, come per esempio una stella, in
equilibrio idrostatico tra la forza di gravità che agisce in senso Dai dati osservativi si ricava l’evidenza di materia oscura.
attrattivo e la pressione di radiazione che tenderebbe a farlo
espandere. È chiamato così in onore del fisico britannico Arthur
Eddington. 6. Relatività speciale
Se la luminosità superasse il limite di Eddington, la pressione di
radiazione sarebbe così forte da generare un forte vento stellare -Trasformazioni di Lorentz
in grado di espellere il materiale dei suoi strati più esterni.  
= γ v
 ′

 t t − c 2 x
 x′ = γ(x − vt)
! ! 


4πGm p cM M M
LEdd = ≈ 1.26×1038 erg/sec ≈ 3.2×104 L⊙ 
 y′ = y
σT

M⊙ M⊙ 
z =z
 ′

Si può calcolare caso a caso (in base ai dati del problema) dove:
imponendo l’equilibrio. 1
γ= q
v2
1− c2

5. Curva di rotazione galattica Dilatazione degli eventi temporali:


1 ∆t0
Per un elemento di gas che si sposta con velocità V nella nostra ∆t = γ∆t0 con γ = q da cui: ∆t = q
galassia, si ha: v2 v2
1− c2
1− c2

V = ωR sin(δ) − ω0 R0 sin γ N.B. t0 => tempo proprio (tempo che separa due eventi che si
verificano nello stesso punto dello spazio) Contrazione delle
dove ω è la velocità angolare dell’oggetto, mentre ω0 è la lunghezze:
velocità angolare del Sole attorno al centro galattico; γ è la r
longitudine galattica della linea di vista, mentre δ è è l’angolo L0 1 v2
L= con γ = q da cui: L = L0 1 − 2
compreso fra R̄ e la linea di vista. In definitiva: γ 2 c
1 − vc2
V = (ω − ω0 ) R0 sin γ
N.B. Lo => lunghezza propria (distanza fra due punti misurata
da un osservatore in quiete rispetto ad essi) Trasformazioni di
Una stella di massa m avrà una velocità data da: Da S’ a S: ( Da S a S’:


= γ(x
 ′
x  − vt)


r  x = γ (x′ + vt′ )


GM(r) Lorentz:  t ′
= γ t − cv2 x
v=


  
r  t = γ t ′ + v x′


c2
Composizione Relativistica della Velocità:
dove M(r) indica la massa totale racchiusa dalla sfera di raggio
r, (nel caso servisse la massa, nota la velocità si inverte la u′ + v 
  !
u−v
1. u = ′  e 2 · u =


formula). Nei casi limite:
1 + uc2v 1 − uv
 
c2

1 N.B. 1. (v => velocità sistema S′ , u′ => velocità dell’oggetto


M(r) = M0 ⇒ v≈ √
r lanciato )
4π 3 2.(u=> velocità oggetto relativa ad S ′ , v => velocità di
M(r) = ρ r ⇒ v≈r avvicinamento di S rispetto ad S’)
3
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-Quantità di moto relativistica: e tenendo conto che v = Hr si ottengono le seguenti espressioni
mv (nelle quali il pedice 0 indica i valori attuali):
p = mvγ = q
v2 ȧ a
1− c2 H= ; ṙ = Hr ; r = r0
a a0
-Energia Totale Relativistica: Nel caso k = 0 è definibile una densità critica data da
2
mc 3H 2 3  ȧ 2 3H02
E = γmc2 = q ρc = = ; ρ0,c =
v2 8πG 8πG a 8πG
1− c2
 2
(con v , 0) A cui posso sostituire a ȧa l’espressione ottenuta
-Energia a Riposo o Energia di Massa E0 : dall’equazione di Friedmann.
Si può introdurre il parametro di densità nel seguente modo:
E = mc2
ρ
Ω=
ρc
7. Galassie
La distanza di luminosità è definita come: 9. Curvatura e Redshift
r
L In uno spazio a tre dimensioni curvato in una quarta dimensione
DL = la metrica, espressa in coordinate sferiche, è data dalla seguente
4πF
espressione:
dove F è il flusso, ed L è la luminosità intrinseca. Per risalire !2
alla luminosità intrinseca si utilizzano le candele standard, dr
(dl) = √
2
+ (rdθ)2 + (r sin θdϕ)2
sfruttando la relazione periodo-luminosità delle cefeidi 1 − Kr2
classiche:
Mv = −2.765 log P + 17.044 11 dove K2indica la curvatura della sfera. Introducendo
dove P è il periodo espresso in giorni e Mv la magnitudine k = K aa0 ed estendendo nello spazio di Minkowsky si ottiene
assoluta mediana. La distanza si ricavata a partire dalla la metrica di Robertson- Walker:
magnitudine apparente m :  !2 
a(t)2  dr
(ds) = (cdt) − 2  √ + (rdθ) + (r sin θdϕ) 
2 2 2 2

M − m = 5 − 5 log d(pc) ⇒ d(pc) = 100,2(m−M+5) a0 1 − Kr2
La distanza di una galassia si può ricavare dalla legge di Si consideri un fotone emesso radialmente da una sorgente a
Hubble: distanza comobile χ :
cz = H0 D
a(t) dχ
dove D è la distanza della Galassia, H0 è la costante di Hubble cdt = p
a0 1 − kχ2
(H0 ≈ 70 km/s/Mpc) e z = ∆λ λ = c è l’entità del
v

redshift.L’espressione relativistica per il redshift è la seguente: Indicando con λ1 eλ0 le lunghezze d’onda del fotone al
v (z + 1) − 1
2 momento dell’emissione e della recezione, si ottiene:
=
c (z + 1)2 + 1 a (t0 ) λ0
= = (1 + z1 )
a (t1 ) λ1
8. Espansione e densità
9.1. Formule utili
Considerando un universo omogeneo ed isotropo (a grandi scale
vale il principio cosmolgoico) si può studiare la sua dinamica, - Definizione di redshift:
ottenendo la seguente equazione: λoss − λem λoss
z= 1+z=
8 λem λem
v2 − πGρr2 = −kc2 r02
3 - In termini di fattore di scala:
dove v è la velocità di espansione, ρ è la densità, r0 è il raggio
λoss a (toss )
attuale dell’Universo e k è un parametro che discrimina tre 1+z= =
comportamenti dinamici. - k > 0 : energìa negativa, espansione λem a (tem )
seguita da una contrazione; - k < 0 : energìa positiva, - Se l’osservazione avviene oggi:
espansione illimitata; - k = 0 : energìa nulla, espansione che
rallenta e si arresta ad un tempo infinito. λoss 1
Per tenere conto dell’espansione, le lunghezze saranno 1+z= =
λem a (tem )
esprimibili da una componente comobile χ e da un fattore di
scala a(t) : - II redshift cosmologico è sempre > 0
r(t) = χa(t) - II redshift del fondo cosmico di microonde è z = 1100
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9.1.1. Relazioni distanza comobile/tempo di percorrenza 10. Equazione di Friedmann


e redshift
 ȧ 2 (  a 4  a 3  a 2 )
Dato il redshift, ricavare la distanza comobile e viceversa: = H02 ΩR0
0
+ Ω M0
0
+ Ω K0
0
+ ΩΛ
Per un universo a curvatura nulla ovvero K=0 a a a a
è la forma generale dell’equazione di Friedmann, con i termini
– Se la luce è ricevuta oggi: dovuti, rispettivamente, alla densità di radiazione ΩR0 , alla
densità di materia Ω M0 , alla costante cosmologica ΩΛ e alla
tric 1
somma ΩK0 = (1 − Ω0 ), dove Ω0 = ΩR0 + Ω M0 + ΩΛ . Si può
Z Z
cdt cda
cdt = a(t)dχ → χ = = introdurre il prametro di decelerazione
tem a(t) 1
1+z
aȧ
Ω M0

aä
– Se la luce è ricevuta ad un tempo generico tric : q0 = − 2 = + ΩR0 − ΩΛ
ȧ 0 2
Z tric Z a(tri )
cdt cda Dall’equazione di friedmann a seconda della fase in cui mi
cdt = a(t)dχ → χ = =
tem a(t) a(tric )
1+z
aȧ trovo (contributo dominante) posso integrare separando le
variabili, definisco ã = aa0 ,ottenendo questi casi:
– oss: per avere χ all’orizzonte prendo tem = 0 e di
conseguenza ottengo – Fase di radiazione:
Z tH
cdt
Z aH
cda ã2 n p o1/2
= H0 ΩR0 t ⇒ a(t) = 2 ΩRo
p
χ= = (Ho t)1/2 → ã ∝ t1/2
0 a(t) 0 aȧ 2

con th e ah riferiti all’orizzonte. – Fase di materia:


!2
˜
da
In generale quindi, per trovare il tempo di percorrenza della = H02 Ω M0 ã−3 ⇒ ã ∝ t3/2
luce da una galassia per esempio fino a noi si ha: dt

Z tric Z a(tric ) Z tric Z 1 – Dopo la fase di materia, per ΩΛ = 0 si hanno gli universi
da da
t= dt = ; toggi = dt = chiusi e aperti classici, mentre per ΩΛ > 0 si ha espansione
tem
a(tric )
1+z
ȧ tem 1
1+z
ȧ eterna ed esponenzialmente accelerata, e una fase di
curvatura (Ω0 = 1). L’equazione di Friedmann si può
Dove si sostituisce a ȧ l’espressione derivata dall’equazione di scrivere nel seguente modo:
Friedmann.
Per un universo a curvatura NON nulla ovvero K,0:
" 2 # !2
ȧ 8 a
Per un universo curvo (k , 0 : si ricordi che − πGρ = H02 (1 − Ω0 ) = −kc2
a 3 a0
Ho2 (Ωo − 1) = kc2
11. Radiazione e materia
da cui si può calcolare il raggio di curvatura come:
Se si considera un corpo nero in equilibrio termodinamico, la
1 sua temperatura durante l’espansione scala come:
Rc = √
|k|
a0
T = T0
a
– cdt = a(t) √ dx → k>0 universo chiuso
1−kx2
√ La distanza di luminosità di una sorgente si può scrivere in
sin−1 ( kx)
Z tric Z 1
cdt cda termini del redshift:
√ = = =χ
k tem a(t) 1 aȧ
1+z L
F=h i ⇒ DL = (1 + z)χ1
– cdt = a(t) √ dx → k<0 universo aperto (1 + z)2 4πχ21
1−kx2

sinh−1 ( −kx)
Z tric
cdt
Z 1
cda Si può esplicitare la dipendenza di χ1 da z :
√ = = =χ
−k tem a(t) 1 aȧ t0
1 + q0
Z " #
1+z a0 cdt zc
χ1 = ≈ 1− z + ···
Sostituendo poi ȧ con l’espressione ottenuta dall’equazione di t1 a(t) H0 2
Friedmann ottengo χ. " #
zc 1 − qo
q DL = (1 + z)χ1  1+ z + ...
ȧ = aH0 ΩR0 ã−4 + Ω M0 ã−3 + ΩK0 ã−2 + ΩΛ Ho 2
Nella qualesi riconosce la legge di Hubble nel primo termine,
Espressione generale di ȧ. ed una deviazione da essa a z maggiori.
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12. Età dell’Universo 15. Perturbazioni e anisotropie
Dall’equazione di Friedmann: Le fluttuazioni di densità si evolvono nel seguente modo: - Fase
∆ ∆ 3
Z a0 Z 1 di radiazione: ρρ ∝ t; - Fase di materia: ρρ ∝ t 2 . Fluttuazioni
da 1 dã
t0 = = del campo gravitazionale si posso tradurre in anisotropie del
H0 0 ã ΩR0 ã + Ω M0 ã−3 + ΩK0 ã−2 + ΩΛ
p
0 ȧ −4
fondo a microonde per redshift gravitazionale:
Per l’orizzonte delle particelle si ottiene la seguente espressione ∆T ∆ν GM ∆ϕ
per la distanza: = ≈− 2 ≈− 2
T ν r0 c c
Z χ1 Z χ1 Z t0
dχ cdt
dh (t0 ) = dl = a (t0 ) p = a (t0 ) Le perturbazioni adiabatiche sono invece soggette all’effetto
0 0 1 − kχ2 0 a(t) Sachs- Wolfe:
∆T ∆ϕ
Questo raggio dell’orizzonte scala poi come gia visto nel =− 2
T 3c
paragrafo 8.
Casi notevoli: Complessivamente:
- fase di radiazione: dh (t) = 2ct
∆T 1 ∆ργ ∆ϕ v
- fase di materia: dh (t) = 3ct = − 2−
- Tempo dell’equivalenza: (densità di radiazione = densità di T 4 ργ 3c c
materia):
nella quale il primo termine è dovuto alle fluttuazioni della
 3  4 ΩR0 densità dei fotoni ργ , il secondo è il redshift gravitazionale e
Ω M0 a0 /aeq = ΩR0 a0 /aeq → aeq = ; z = 11000 l’ultimo è un termine di scattering.
Ω M0
- Tempo della ricombinazione: formazione primi atomi di
idrogeno: z = 1100 → aric = 9.1 10−4 . 16. Geometria Sferica
- Tempo della trasparenza: la materia cessa di interagire coi
fotoni. Approfondimenti e ulteriori definizioni/teoremi su:
-Orizzonte oggi: dh (z = 0) = H2co = 8300Mpc http:
//www.iisgalileiartiglio.edu.it/appunti-lezioni/
navigazione/trigsfer/trigsferica.htm
13. Distanze
La distanza di diametro angolare è definita come:
∆S a1 DL
∆θ = ⇒ DA = χ1 = ; DL = (1 + z)χ
DA a0 (1 + z1 )2
con DL distanza di luminosità, precedentemente introdotta. ∆θ
indica il diametro angolare, mentre ∆S indica il diametro
dell’oggetto.
Z 1
1 c dã – Cerchio massimo:
DA =
(1 + z) H0 1+z ã ΩR0 ã + Ω M0 ã−3 + ΩK0 ã−2 + ΩΛ qualsiasi cerchio ottenuto tagliando la sfera con un piano
p
1 2 −4
passante per il suo centro. I cerchi massimi ottenuti con i
Z 1 piani fondamentali xy, xz ed yz sono anche detti circoli
c dã
DL = (1 + z) massimi fondamentali
ã2 ΩR0 ã−4 + Ω M0 ã−3 + ΩK0 ã−2 + ΩΛ
p
H0 1+z1
– Cerchio minore:
Dove si era definito ã = ã = a
a0 .
qualsiasi cerchio ottenuto tagliando la sfera con un piano
non passante per il centro.
– Distanza sferica fra due punti sulla sfera:
14. Interazione fotoni Campo coincide con l’arco di cerchio massimo, minore di mezza
gravitazionale circonferenza, che ha per estremi quei punti. La distanza
viene normalmente misurata in gradi e corrisponde
La luce può interagire col campo gravitazionale in due modi: 1. all’angolo al centro sotteso dal suddetto arco.
Deflessione della traiettoria di un raggio luminoso: – Poli o centri sferici di un cerchio:
sono gli estremi del diametro della sfera, perpendicolare al
gl GM l piano del cerchio e passante per il centro della sfera.
ϕ≈ = 2 2
c2 r c – Triangolo sferico:
è la superficie sulla sfera trigonometrica limitata da tre archi
dove l è il percorso della luce nel campo gravitazionale; 2.
di cerchio massimo passanti per tre punti detti vertici; tali
Redshift gravitazionale:
punti non devono appartenere allo stesso cerchio massimo e
∆ν ∆ϕ gli archi non devono avere alcun punto d’intersezione al di
!
GM gh
≈− 2 ≈ − 2 ≈− 2 fuori dei vertici. Si può facilmente verificare che tre punti
ν r0 c c c
su una sfera definiscono otto triangoli sferici, ma soltanto
dove ϕ è il potenziale gravitazionale. uno ha tutti i lati più piccoli di una semicirconferenza.
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– Lati del triangolo sferico:


sono le lunghezze degli archi AB, BC, CA che limitano la
superficie. Tali lati, per quanto già detto, sono minori o
uguali a 180.
– Angoli del triangolo sferico:
sono gli angoli formati dai tre archi di cerchio massimo.
– Triangoli sferici rettangoli:
sono i triangoli con un angolo retto; possono esistere anche
triangoli con due o tre angoli retti, chiamati triangoli
birettangoli o trirettangoli.
– Triangoli sferici rettilateri:
sono i triangoli con un lato lungo 90. Analogamente
possono esistere triangoli birettilateri e trirettilateri.

16.1. Formule di Eulero (Teorema del coseno)

Il coseno di un lato è uguale al prodotto dei coseni degli altri


due lati più il prodotto dei seni moltiplicati per il coseno
dell’angolo opposto.
Cos a = Cos b Cos c + sin b Sin c Cos A
Cos b = Cos a Cos c + Sin a Sin c Cos B
Cos c = Cos a Cos b + Sin a Sin b Cos B

16.2. Teorema dei seni

Il rapporto fra il seno di un angolo ed il seno del lato opposto è


costante.
sin A sin B sin C
= =
sin a sin b sin C
Nella pratica questi teoremi possono essere utili per calcolare
qualche distanze comobile (per esempio tra due galassie nello
spazio), in quanto conoscendo il raggio di curvatura e
eventualmente la distanza delle due galassie, (che assumiamo
uguale per entrambe), possiamo risolvere per la distanza Dc
mancante.
Esempio di due galassie separate di un angolo θ nel cielo:
χ χ χ χ
! ! ! ! !
Dc
cos = cos cos + sin sin cos θ
Rc Rc Rc Rc Rc
Da questa relazione poi posso risolvere per la grandezza
desiderata.

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17. Tabelle utili

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