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Fisica II - Ingegneria Meccanica (EA-PD)

a.a. 2021/22 - F. Raffa, P. Giaccone

ESERCITAZIONE N. 1: Distribuzioni discrete e continue di carica.


Dipolo elettrico

Esercizio 1
Tre cariche puntiformi, q, 2q e −q sono poste ai vertici di un quadrato di lato
L nel piano cartesiano xy (con la carica: q posta nel vertice A = (0, L), 2q
posta nel vertice B = (L, L) e −q posta in C = (L, 0). Calcolare:

1. Il campo elettrostatico E, in modulo direzione e verso, e il potenziale


elettrico nell’origine O del sistema di riferimento (il quarto vertice del
quadrato);

2. la forza elettrostatica F alla quale risulta sottoposta una carica di prova


positiva q0 posta in O;

3. il lavoro richiesto per posizionare le tre cariche nella configurazione


assegnata.

Esercizio 2
Quattro cariche puntiformi, due positive e due negative, aventi lo stesso
valore assoluto q = 10 nC, sono allineate lungo l’asse delle x alla distanza
d = 2 cm l’una dall’altra. Le loro posizioni sono: q nel punto A = (−3d/2, 0),
−q nel punto B = (−d/2, 0), q in C = (d/2, 0) e −q in D = (3d/2, 0).
Calcolare:

1. Il campo elettrostatico E, in modulo direzione e verso, e il potenziale


elettrico nel punto P di coordinate (0, h), posto alla distanza h = 3 cm
dall’asse delle x;

2. l’energia potenziale elettrostatica della distribuzione di cariche.

1
Esercizio 3
Quattro cariche, q1 = q2 = q3 = 12 nC e q4 = −36 nC sono disposte ai vertici
di un quadrato di lato ` = 15 mm. Successivamente le tre cariche positive
vengono poste in corrispondenza dei vertici di un triangolo equilatero di lato
` e la carica negativa nel baricentro dello stesso triangolo.
Calcolare le energie potenziali delle due configurazioni.

Esercizio 4
Due palloncini sferici, identici, elettricamente carichi e pieni di elio, sono
legati mediante corde a un peso di massa M = 10 g e fluttuano in equilibrio.
Se la lunghezza delle corde è L = 1.5 m e la distanza fra i centri dei palloncini
è d = 1.2 m, quanto vale la carica presente sui palloncini?

Esercizio 5
Tre elettroni sono posti ai vertici di un triangolo equilatero di lato d =
5 · 10−10 m. Supponendo che le cariche vengano rilasciate una alla volta,
calcolare l’energia cinetica che avranno gli elettroni una volta sfuggiti com-
pletamente all’interazione elettrostatica.
Che cosa cambia se gli elettroni vengono rilasciati contemporaneamente?

Esercizio 6
Un filo rigido sottile, uniformemente carico con densità lineare di carica
λ > 0, ha una forma di semicirconferenza di raggio R. Si calcoli il cam-
po elettrostatico, in modulo, direzione e verso, generato dal filo nel centro O
della semicirconferenza.

Esercizio 7 - Filo carico di lunghezza finita 2L


Una sbarretta AB di materiale isolante, di lunghezza 2L e sezione trascurabi-
le, è disposta lungo l’asse x del sistema di riferimento (x, y) con A ≡ (−L, 0),
B ≡ (+L, 0). La sbarretta è uniformemente carica con densità lineare di
carica λ > 0. Calcolare:

2
1. Il campo elettrostatico, in modulo direzione e verso, generato dalla
sbarretta nel punto C di coordinate (0, y).
Estendere il risultato ottenuto per la sbarretta al caso di un
filo di lunghezza indefinita.
2. Il campo elettrostatico, in modulo direzione e verso, generato dalla
sbarretta nel punto D di coordinate (3L, 0).

Esercizio 8
Una carica puntiforme negativa −q (q = 1 µC) di massa m = 1 g è posta al
centro di un anello carico di raggio R = 10 cm sul quale è uniformemente
distribuita la carica Q = q. Se la carica negativa viene spostata, nel verso
positivo dell’asse x, di una quantità molto piccola rispetto a R, determinare:
1. L’equazione del moto oscillatorio della carica;
2. la frequenza dell’oscillazione.

Esercizio 9
Un dipolo elettrico, costituito da due cariche di segno opposto e di modulo
Q = 20 µC poste alla distanza d = 2 mm l’una dall’altra, è immerso in un
campo elettrico uniforme di intensità 2500 N/C. Determinare:
1. Il valore massimo del momento meccanico Mmax che si esercita sul
dipolo.
π
2. Il lavoro W che bisogna compiere per ruotare il dipolo di attorno al
2
suo baricentro partendo dalla posizione di equilibrio iniziale in cui il
dipolo e il campo elettrico sono equiversi.

Esercizio 10
Un dipolo elettrico di momento p è posto a distanza x = 1 m da una carica
puntiforme Q = 10−10 C con verso concorde al campo elettrico generato da
quest’ultima. Se sul dipolo si misura una forza di intensità F = 1 N, quanto
vale il momento di dipolo?

3
Esercizio 11
Due cariche puntiformi q1 = 10−7 C e q2 = −q1 sono poste a distanza relativa
d = 10 cm. Calcolare:

1. Il potenziale elettrico V e il modulo E del campo elettrico nel punto P


distante 2d dalla carica positiva e 3d da quella negativa;

2. la quantità q1 d.

Soluzioni
Es. 1
1. Per determinare il campo elettrostatico nella posizione del quarto ver-
tice O (nell’origine del sistema di riferimento) si applica il principio
di sovrapposizione degli effetti. Introduciamo il sistema di riferimento
cartesiano ortogonale Oxy riportato in Fig. 1

Figura 1: Campi elettrici nell’origine O del sistema di riferimento prodotti


dalle cariche poste nei punti A, B, C.

Il campo in O è dato da:

E = EO,A + EO,B + EO,C ,

4
essendo EO,A , EO,B ed EO,C i campi elettrici generati in O, separa-
tamente, dalle cariche in A, B, C. Indicando con ke la costante di
1
Coulomb, ke = , si ha
4π0
q
EO,A = −ke 2 uy ,
L
2q q
EO,B = ke √ uBO = −ke √ (ux + uy ) ,
(L 2)2 L2 2
q
EO,C = ke 2 ux ,
L
dove ux , uy e uBO sono tre versori. Nel derivare l’espressione vettoriale
di EO,B , si deve considerare che il versore uBO , diretto da B verso O,
ha espressione
1
uBO = − √ (ux + uy ) .
2
I tre campi in O hanno pertanto la stessa intensità,
q
EO,A = EO,B = EO,C = ke 2 .
L
Per il principio di sovrapposizione degli efetti, il campo elettrostatico
risultante in O è
E = EO,A + EO,B + EO,C
    
q 1 1
= ke 2 1 − √ ux − 1 + √ uy ≡ Ex ux + Ey uy ,
L 2 2
con Ex > 0, Ey < 0. Il suo modulo vale
q √ q
E = |E| = Ex2 + Ey2 = 3 ke 2 .
L
Il campo elettrico E forma con l’asse delle x un angolo ϑ pari a
Ey
ϑ = arctan = −80.3◦ .
Ex

Il potenziale elettrico nel punto O si ottiene applicando nuovamente il


principio di sovrapposizione degli effetti,
VO = VO,A + VO,B + VO,C ,

5
dove VO,A , VO,B e VO,C sono i potenziali elettrici generati in O, separa-
tamente, dalle cariche poste in A, B e C,
q 2q q
VO,A = ke , VO,B = ke √ , VO,C = −ke .
L 2L L

Si ottiene √ q
VO = VO,A + VO,B + VO,C = 2 ke .
L
2. La forza elettrostatica F a cui è sottoposta una carica puntiforme
positiva q0 posta in O ha espressione F = q0 E.

3. Calcoliamo il lavoro svolto per disporre le tre cariche nella configura-


zione assegnata usando i potenziali elettrici.
Il lavoro W richiesto per assemblare una configurazione formata da n
cariche è n
1X
W = qi V (ri ) , (1)
2 i=1
dove V (ri ) è il potenziale elettrico, nella posizione ri occupata dalla
carica qi , di tutte le cariche della configurazione, esclusa la carica qi
che si sta considerando. Nel caso in esame n = 3, pertanto
3
X qj
V (ri ) = ke , j 6= i . (2)
j=1
rij

Usando per esempio la corrispondenza


√ q1 = q, q2 = 2q, q3 = −q, di
modo che r12 = r23 = L, r31 = 2L, si ottiene:
1
W = [q1 V (r1 ) + q2 V (r2 ) + q3 V (r3 )]
2     
1 q2 q3 q
1 q3  q1 q2
= ke q1 +√ + q2 + + q3 √ +
2 L 2L L L 2L L
 2 2

2 q2
  
1 q 1 q 1
= ke 2− √ − √ +2 =− ke .
2 L 2 L 2 2 L

W rappresenta anche l’energia potenziale elettrostatica Ue immagazzi-


nata nella configurazione di cariche assegnata.

6
Es. 2
1. Per determinare il campo elettrostatico nel punto P sull’asse del siste-
ma di cariche, applichiamo il principio di sovrapposizione degli effetti.
Introduciamo un sistema di riferimento cartesiano ortogonale Oxy, con
l’asse x coincidente con l’asse delle cariche e l’asse y coincidente con la
retta passante per il punto P . Il campo in P è dato da:

E = E1 + E2 + E3 + E4 ,

essendo E1 , E2 , E3 ed E4 i campi elettrici generati in P , separatamente,


dalle cariche in A, B, C e D. La somma vettoriale si esegue in modo
molto semplice osservando che i campi elettrici generati in P dalle
cariche poste in A e in D hanno la stessa componente orizzontale,
mentre le componenti verticali sono uguali in valore assoluto ma di
segno contrario. Il campo E1 + E4 risulta pertanto diretto lungo l’asse
x e ha componente x pari alla somma delle componenti orizzontali di
1
E1 ed di E4 . Con ke = si ha:
4π0
q cos ϑ1
E1 + E4 = 2 ke ux ,
r12

dove: r
9
r1 = h2 + d2 ≈ 4.24 cm ,
4
e  
2h
ϑ1 = arctan = 45◦ .
3d
Analogamente per la somma dei campi generati in P dalle cariche poste
in B e in C:
q cos ϑ2
E2 + E3 = −2 ke ux ,
r22
dove: r
1
r2 = h2 + d2 ≈ 3.16 cm ,
4
e  
2h
ϑ2 = arctan ≈ 71.56◦ .
d

7
Si ha quindi:
 
q cos ϑ1 cos ϑ2
E= − ux = 1.38 × 104 ux N/C .
2π0 r12 r22

Anche il potenziale elettrostatico V nel punto P si ottiene applicando


il principio di sovrapposizione degli effetti:

V = V1 + V2 + V3 + V4 ,

essendo V1 , V2 , V3 ed V4 i potenziali generati in P , separatamente, dalle


cariche in A, B, C e D. Si ottiene:
 
1 1 1 1
V = ke q − + − = 0.
r1 r2 r2 r1

Il valore nullo del potenziale elettrostatico nel punto P era il risultato


atteso, per via della simmetria della distribuzione delle cariche.

2. Usando l’Eq. (1) con n = 4 l’energia potenziale elettrostatica della


configurazione di cariche assegnata è data da
4
1X
Ue = qi V (ri ) ,
2 i=1

in cui V (ri ) è il potenziale elettrico, nella posizione ri occupata da qi ,


dovuto a tutte le cariche della configurazione esclusa la carica qi che si
sta considerando. Per la configurazione in esame si può porre q1 = q,
q2 = −q, q3 = q e q4 = −q rispettivamente per le posizioni A, B, C e
D. Si calcola:
1
Ue = [q1 V (r1 ) + q2 V (r2 ) + q3 V (r3 ) + q4 V (r4 )]
2
1 h  q q q  q q q  q q q
= ke q − + − −q + − +q − −
2 d 2d 3d d d  2d 2d d d
q i 1 q 2 7 q2
q 
q 5
−q − + = ke − − 3 = − ke .
3d 2d d 2 d 3 3 d

8
Es. 3
L’energia potenziale elettrostatica Ue si calcola usando l’Eq. (1) con n = 4,
4
1X
Ue = qi V (ri ) ,
2 i=1

dove V (ri ) è il potenziale elettrico, nella posizione ri occupata dalla carica


qi , di tutte le cariche della configurazione, esclusa la carica qi che si sta
considerando.
Ponendo per esempio q1 = q2 = q3 = q e q4 = −3q, per la configurazione
quadrata risulta essere:
1 q2 √
Ue, = − ( 2 + 4) ,
4π0 `
indipendentemente dalla scelta che si adotta per la posizione delle singole
cariche nei vertci del quadrato.
Per la configurazione triangolare le posizioni delle cariche nei punti carat-
teristici (i tre vertici e il baricentro del triangolo equilatero) non è invece
irrilevante. La traccia dell’esercizio precisa infatti che la carica negativa q4 è
posta nel baricentro del triangolo; la sua distanza da ciascuna delle cariche
nei√vertici è pertanto pari a 32 h dove h è l’altezza del triangolo equilatero, h
= 23 `. Con queste precisazioni si calcola

1 q2 √
Ue,∆ = − (9 3 − 3) ,
4π0 `
con |U∆ | > |U |.

Es. 4
Le due corde formano, in base a semplici considerazioni trigonometriche, un
d
angolo ϑ con la verticale tale che sin ϑ = . Scomponendo la tensione
2L
T presente in ciascuna corda lungo gli assi cartesiani, si ha che la somma
delle componenti verticali equilibra la forza peso, 2T cos ϑ = M g, mentre
nella direzione orizzontale si ha T sin ϑ = F dove F è la forza di repulsione
q2
elettrostatica fra i due palloncini, F = . Si ricava: q = 1.85 µC .
4πε0 d2

9
Es. 5
Inizialmente il sistema è dotato di energia potenziale elettrotatica pari a
1 e2
Ue = 3 = 3U0 .
4π0 d
Quando il primo elettrone è sfuggito all’interazione (ovvero si trova a distanza
infinita) Ue si riduce a U0 , l’energia mancante essendo stata convertita in
energia cinetica, per cui:
1 2q 2
K1 = .
4π0 L
Quando si allontana anche il secondo elettrone, l’energia potenziale elettro-
statica trasformata in energia cinetica è solo U0 :
1 q2
K2 = .
4π0 L
Infine l’ultimo elettrone non ha più energia potenziale che possa convertirsi
in energia cinetica, per cui K3 = 0.
Se i tre elettroni venissero lasciati liberi di muoversi contemporaneamente
per simmetria acquisterebbero la stessa energia cinetica pari a U0 :
1 q2
K= .
4π0 L

Es. 6
Scegliamo un sistema di riferimento cartesiano ortogonale Oyz, avente l’ori-
gine O coincidente con il centro della semicirconferenza come in Fig. 2 (la
terna destrorsa è completata dall’asse x, perpendicolare e con verso uscen-
te rispetto al piano del foglio). Chiamiamo d` la lunghezza comune di due
elementi infinitesimi d`1 e d`2 della semicirconferenza posti simmetricamente
rispetto all’asse z.
I campi elettrici dE1 , dE2 sono generati dalle cariche dq di ciascuno dei
due elementi della semicirconferenza. Le loro componenti lungo l’asse delle
z sono uguali, le componenti lungo l’asse y sono invece uguali in modulo e di
segno opposto. Pertanto dE1 e dE2 hanno intensità uguali:
λ dl
dE1 = dE2 = .
4π0 R2

10
Figura 2: Campi elettrici prodotti da due elementi del semianello di lun-
ghezza d`1 = d`2 = d`, simmetrici rispetto all’asse z. A ciascun elemento è
associata la carica infinitesima dq = λ d`, λ > 0.

L’elemento di campo elettrico risultante in O,


dE = dE1 + dE2 ,
è diretto lungo l’asse z e ha intensità
λ dl
dE = 2 sin ϑ ,
4π0 R2
dove ϑ è un angolo positivo secondo la regola della mano destra (ϑ = 0
identifica l’asse y). Per ottenere l’intensità E del campo elettrico nel pun-
to O eseguiamo l’integrazione sull’intera semicirconferenza facendo variare
π
l’angolo ϑ fra 0 e . Essendo dl = R dϑ si ha:
2
Z π
λ 2 λ λ
E= sin ϑdϑ = = 2ke ,
2π0 R 0 2π0 R R
ossia il campo elettrostatico in O è diverso da zero a differenza del caso
dell’anello carico completo. In termini vettoriali
λ
E=− uz ,
2π0 R
dove uz è il versore dell’asse z. Il risultato ottenuto si applica per λ ≷ 0.

11
Es. 7 - Filo carico di lunghezza finita 2L
La sbarretta posta nel sistema di riferimento (xy) avente origine O = (0, 0)
nel punto medio del segmento AB, cfr. Fig. 3.

Figura 3: Sbarretta AB di lunghezza L uniformemente carica. Coordinate


dei punti: A(−L, 0), B(L, 0), C(0, y), D(3L, 0).

1. Campo elettrostatico nel punto C(0, y): consideriamo due elementi in-
finitesimi della sbarretta, ciascuno di lunghezza dx, posti simmetrica-
mente rispetto all’origine O, la cui carica vale:

dq = λ dx .

I due campi elettrostatici generati da tali elementi hanno nel punto C la


stessa componente lungo l’asse y e componenti lungo x uguali in modulo
ma di segno opposto. Queste ultime si compensano, pertanto il campo
infinitesimo risultante in C è diretto lungo l’asse y e ha espressione:
λdx
dEC = 2 cos ϑ uy ,
4π0 rC2
dove:

12
• rC è la distanza fra gli elementi di carica dq della sbarretta e il
punto C;
• ϑ è l’angolo fra l’asse delle y e la distanza rC .

Per eseguire l’integrazione su tutta la sbarretta, si scrivono rC e dx in


funzione dell’angolo ϑ e di y:
y y
rC = x = y tan ϑ −→ dx = dϑ ,
cos ϑ cos2 ϑ
da cui segue che:
dx dϑ
2
= .
rC y
Il campo elettrico nel punto C vale:
Z B Z ϑC
λ λ
EC = dEC = 2 cos ϑ dϑ uy = sin ϑC uy , (3)
O 4π0 y 0 2π0 y
dove l’estremo superiore di integrazione ϑC è il valore dell’angolo ϑ
corrispondente alla condizione rC = BC. Poiché
L
sin ϑC = p ,
L2 + y 2
si ottiene:
λL
EC = p uy . (4)
2π0 y y 2 + L2

Il risultato (4) fornisce il campo elettrico generato dalla sbarretta in


qualunque punto posto sull’asse di mezzeria (asse y) della sbarretta
stessa.
Estensione al filo di lunghezza indefinita: il campo elettrico E(y)
generato da un filo di lunghezza indefinita si ottiene dal risultato (4)
considerandone il limite per L → ∞:
λL λ
E(y) = lim EC = lim r uy = uy ,
L→∞ L→∞ y2 2π0 y
2π0 yL 1 +
L2
e vale, a differenza del caso della sbarretta di lunghezza finita, in qua-
lunque punto di una superficie cilindrica avente asse coincidente con il

13
filo e raggio y.

Si arriva allo stesso risultato ponendo ϑC = π/2 nell’Eq. (3), tra-


sformando cosı̀ la sbarretta finita in un filo di lunghezza indefinita.

2. Campo elettrostatico nel punto D(3L, 0): in questo caso, a differenza


del calcolo relativo al punto C(0, y), non sono applicabili considerazioni
di simmetria.
Il campo dED prodotto in D dall’elemento infinitesimo dx della sbar-
retta, avente carica dq = λdx, è diretto lungo l’asse delle x. Con rife-
rimento alla Fig. 3, poiché la distanza rD fra l’elemento di carica dq e
il punto D vale
rD = 3L − x ,
si ha:
λdx
dED = ux .
4π0 (3L − x)2
Integrando su tutta la sbarretta si ottiene:
Z B Z L
λ dx
ED = dED = ux
A 4π0 −L (3L − x)2
 L
λ 1 λ
= ux = ux .
4π0 3L − x −L 16π0 L

Es. 8
Nella regione x > 0 il campo elettrico generato dall’anello carico vale
Q x
E+ = ux .
4πε0 (x2 + R2 ) 23

Poiché per lo spostamento x della carica di prova −q al centro dell’anello si


ha x/R  1, vale l’approssimazione

3 x2
 
2
3
2 2 3
x +R ≈R 1+ ≈ R3 ,
2 R2
ottenendo
Q x
E+ ≈ ux .
4πε0 R3

14
La forza di interazione elettrica F+ = −qE+ a cui è sottoposta la carica di
prova è pertanto proporzionale allo spostamento x e orientata verso il centro
dell’anello,
qQ
F+ = −Kx ux , K = .
4πε0 R3
Con i dati dell’esercizio si ha K = 9 N/m. Notiamo che:

• La forza F+ ha tutte le caratteristiche di una forza di richiamo elastico


(legge di Hooke). Per simmetria tale considerazione vale anche nella
regione x < 0 nella quale si ha
Q |x| Q |x|
E− = − 3 ux ≈ − ux .
4πε0 (x2 + R2 ) 2 4πε0 R3

Ne segue che la forza di interazione elettrica F− = −qE− = Kux è


orientata verso il centro dell’anello come la F+ . Il moto della carica è
pertanto un moto oscillatorio armonico di equazione

mẍ + Kx = 0 .

• Per la pulsazione naturale ωn del moto armonico si ha ωn2 = K/m,


r
K
ωn = = 94.87 rad/s .
m

Es. 9
1. Il momento meccanico M è dato dal prodotto vettoriale tra il momento
di dipolo p e il campo elettrico E, M = p × E ed è quindi massimo se
l’angolo compreso tra i due vettori vale 90◦ . Nella configurazione data
si ha Mmax = 10−4 Nm.

2. L’energia potenziale elettrostatica Ue è legata al momento di dipolo


elettrico e al campo elettrico dalla relazione Ue = −p·E. Essa è minima
(e si ha pertanto la posizione di equilibrio stabile) quando l’angolo
compreso tra i due vettori è nullo. Inizialmente si ha Ui = −pE =
−10−4 J, nella posizione finale deve essere Uf = 0; il lavoro che si deve
svolgere è pari alla variazione di energia potenziale elettrostatica e vale
W = −∆Ue = −(Uf − Ui ) = Ui − Uf = −10−4 J.

15
Es. 10
L’energia potenziale elettrostatica del sistema è Ue = −p · E. Assumendo
che il dipolo sia posizionato lungo l’asse x e la carica Q sia posta nell’origine
e sapendo che il dipolo ha verso concorde con quello del campo elettrico
Q
generato da Q, si ha p = pux e E = ke 2 ux . Segue che:
x
Q dUe 2pQ
Ue = −ke p 2
−→ = ke 3 .
x dx x
Poiché il sistema in esame è conservativo, la forza esercitata sul dipolo, la
cui espressione generale è F = −∇U , vale:
dU pQ
F=− ux = −2 ke 3 ux ,
dx x
da cui, con i dati dell’esercizio, si ottiene p ≈ 0.56 Cm.

Es. 11
1
Usiamo per la costante di Coulomb il valore ke = = 9 109 Nm2 /C2 .
4πε0
1. Per il principio di sovrapposizione degli effetti il potenziale elettrico del
sistema delle due cariche concentrate è dato dalla relazione
 
1 1
V = ke − ,
r+ r−
dove r+ e r− sono le distanze tra le cariche positiva e negativa del
dipolo e un punto P dello spazio. Qui la posizione del punto P è nota
(r+ = 2d, r− = 3d), pertanto:
 
1 1 1
VP = ke − = ke = 1500 V .
2d 3d 6d
Usando il principio di sovrapposizione degli effetti anche per l’intensità
E del campo elettrico si ottiene in generale
 
1 1
E = ke 2
− 2 ,
r+ r−

16
e nel punto P
 
1 1 5
E = ke 2
− 2 = ke = 1.25 10−4 N/C .
4d 9d 36d2

2. Con i dati dell’esercizio si ha:

q1 d = 10−7 10−1 Cm = 10−8 Cm .

17
DOMANDE A RISPOSTA MULTIPLA

1. Quale delle seguenti affermazioni sulle unità di misura dell’operatore


∇ è corretta?

(a) sono m−1


(b) dipendono dal sistema di coordinate utilizzate
(c) ∇ è adimensionale
(d) dipendono dal campo a cui ∇ è applicato
(e) sono rad m−2

2. La costante di Coulomb ke vale 9 · 109 Nm2 C−2 . La costante dielettrica


del vuoto ε0 ha unità di misura

(a) N m2 C−2
(b) Nm C−1
(c) C/(Nm)
(d) C2 /(Nm2 )
(e) N m2 C−1

3. Una carica di 72 nC si trova sull’asse x nel punto di coordinata x = 3


m e una carica di 8.0 nC si trova nel punto x = 7 m. In quale punto
dell’asse x il campo elettrico è pari a zero?

(a) - 9.0 m
(b) 4.0 m
(c) - 5.0 m
(d) 6.0 m
(e) 6.3 m

18
4. Se si triplica la distanza da una distribuzione di carica lineare, misurata
perpendicolarmente alla distribuzione stessa, come cambia l’intensità
del campo elettrico?

(a) Rimane la stessa


(b) Diminuisce di un fattore 3
(c) Diminuisce di un fattore 9

(d) Diminuisce di un fattore 3

(e) Aumenta di un fattore 3

5. Un elettrone è lanciato attraverso una coppia di lamine di deflessione


che producono, in una regione di lunghezza pari a 2.00 cm, un campo
elettrico di 4000 N/C perpendicolare alla velocità iniziale dell’elettrone.
Se la velocità iniziale dell’elettrone è di 107 m/s, quanto tempo impiega
l’elettrone ad attraversare le lamine?

(a) 2.00 µs
(b) 2.00 ns
(c) 1.70 ns
(d) 1.80 ns
(e) 1.50 µs

6. Per il caso considerato nella domanda 5, qual è il valore minimo della


distanza δ fra le due lamine che garantisce l’uscita dell’elettrone dalla
regione in cui agisce il campo elettrico?

(a) δmin = 1.522 cm


(b) δmin = 7.85 mm
(c) δmin = 0.281 cm
(d) δmin = 15.7 mm
(e) δmin = 0.1405 cm

19
7. Le unità di misura di ∇ × E sono:

(a) V m−2
(b) N C−1
(c) N m C−1
(d) V/m
(e) N C m−2

8. Una particella avente carica elettrica q > 0 e massa m si trova in una


regione in cui è applicato un campo elettrico E noto. Che cosa si può
dire in generale del moto della particella sotto l’azione del campo E?

(a) La particella si muove sempre parallelamente alle linee di forza del


campo elettrico
(b) La traiettoria della particella è sempre ortogonale alle linee di
forza del campo elettrico
(c) La traiettoria della particella è parallela alle linee di forza del
campo elettrico solo nel caso in cui E sia uniforme
(d) Se il campo elettrico E è uniforme la traiettoria della particella è
descritta da una legge parabolica
(e) Nessuna delle risposte precedenti è di validità generale

9. Una particella di carica q e massa m si muove sotto l’azione di un


campo elettrico E = −∇V fra i punti 1 (posizione iniziale) e 2 (posi-
zione finale). Se v denota il valore della velocità della particella, si può
affermare che:
1
(a) 2
m(v22− v12 ) = |q|(V1 − V2 )
R2
(b) 21 m(v22 − v12 ) = 1 (∇V ) · ds
1
(c) 2
m(v22 − v12 ) = q(V1 − V2 )
1
(d) 2
m(v22 − v12 ) = q(V2 − V1 )

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10. Il potenziale elettrico ad una distanza d da una carica puntiforme vale
V . A una distanza d0 il potenziale è pari a 2V . Qual è il rapporto tra
l’intensità del campo elettrico nel punto alla distanza d0 e quella nel
punto alla distanza d dalla carica sorgente?

(a) Per poter rispondere occorrono maggiori informazioni


1
(b) 4
1
(c) 2
(d) 4
(e) 2

SOLUZIONI delle domande a risposta multipla: a, d, d, b, b, c, a, e, c,


d.

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