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TRASFORMATORE

PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
i1 i2

+ +
La figura mostra lo v1 v2
schema di principio di un n1 n2 

trasformatore monofase:

● Attorno ad un nucleo di materiale ferromagnetico sono avvolti due


avvolgimenti composti rispettivamente da n1 spire (avvolgimento primario)
ed n2 spire (avvolgimento secondario).
● Quando si alimenta il primario facendo circolare una corrente alternata i1,
il campo magnetico prodotto da tale corrente induce nel secondario una
f.e.m. Se l’avvolgimento secondario è chiuso su un carico la f.e.m. indotta
fa circolare una corrente alternata i2. Il rapporto tra i valori efficaci delle
tensioni v1, v2 e delle correnti i1, i2 dipende dal rapporto tra i numeri di
spire
● Il trasformatore permette quindi il trasferimento di potenza, in corrente
alternata, tra il circuito primario e quello secondario, in assenza di contatto
elettrico tra i due circiti, a diversi valori della tensione e della corrente.
CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE
gioghi

colonne

Trasformatore con nucleo a colonne Trasformatore con nucleo a mantello

BT
tubi isolanti
BT

AT
AT

Avvolgimenti concentrici Avvolgimenti a bobine alternate


CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE
avvolgimento avvolgimento
alta tensione bassa tensione

Sezione di una colonna del nucleo


magnetico

Fenomeni di perdita nel ferro: ● Isteresi magnetica


d
● Correnti parassite (di Focault)
z
B(t) y

x l B ( x, y, z, t )  k B M cos t 

p f  k 'ist f BM1.6  k 'cp d 2 f 2 BM 2 ,  watt / kg


EQUAZIONI DEL TRASFORMATORE

i1 i2
A1 A2
+
d1 d2 + Andamento qualitativo delle linee di
v1 n1 n2 v2
campo della induzione magnetica in un
trasformatore monofase
a b
B1 B2

 c

● Una linea di campo della induzione magnetica è necessariamente chiusa e si


concatena con almeno uno dei due avvolgimenti del trasformatore.
● Vi sono linee che, a causa dell’elevato valore della permeabilità magnetica dei
lamierini di cui è costituito il nucleo, si sviluppano completamente all’interno di
quest’ultimo e si concatenano quindi con entrambi i circuiti ed altre linee
invece che si sviluppano in parte al di fuori del nucleo e perciò si concatenano
solo con uno dei due avvolgimenti.
● Al flusso  attraverso una sezione normale del nucleo magnetico, dovuto alle
linee del tipo c, si dà il nome di flusso “principale”.
● Con i simboli d1 e d2 si indicano i flussi “dispersi” concatenati con l’intero
avvolgimento 1 e l’intero avvolgimento 2 rispettivamente, cioè i flussi dovuti
alle linee di campo del tipo a e del tipo b.
EQUAZIONI DEL TRASFORMATORE
B
0 B D Modello campi
t 0  0i
i1
t t B
 E  
A1 2 A2
+
d1 d2 + t
V1 n1 n2 v2 E  CU J Nei fili di rame
- a b
B1
- Modello circuitale
B2

 c
● La derivata temporale del vettore
induzione magnetica è trascurabile in
d all’esterno

tutto lo spazio del
E  dl  
dt trasformatore, ne segue che in tale
A1 B1
regione (a connessione lineare
E  dl  E  dl   n1  d 1 
d
 dt  semplice) il campo elettrico è
B1,aria A1,rame conservativo.
A1
d
v1  R1i1  Ld 1
d i1
 n1  E  dl  V (B )  V ( A )   v
1 1 1
dt dt B1,aria
B1 L1
i1  L1 Cu 
Analogamente
 E  dl    dl  i1   dl   R1 i1
Cu  S 
d i2 d A1,rame 0
S1 0 1 
v 2   R2i 2  Ld 2  n2
dt dt d 1  Ld 1 i1
EQUAZIONI DEL TRASFORMATORE
B
0 B D Modello campi
t 0  0i
i1
t t D
A1 2 A2
 H  J 
+
d1 d2 + t
V1 n1 n2 v2  B  0
a b
B  mH
-
-
B1 B2 Nel nucleo magnetico
 c
Modello circuitale

● I fenomeni legati alla densità di corrente


 H  dl   J  n dS
S
di spostamento sono trascurabili

B B Sm dl
 H  dl  n1 i1  n2 i 2  H  dl   m
 dl  
m Sm
 dl   
m Sm
 
c c c c

 : riluttanza magnetica del nucleo


   n1 i1  n2 i 2
EQUAZIONI DEL TRASFORMATORE
Modello circuitale

B
0 B D d i1 d
t 0  0i v1  R1i1  Ld 1  n1
t t
i1
A1 2 A2 dt dt
+
d1 d2 +
di d
V1 n1 n2 v2
v 2   R2i 2  Ld 2 2  n2
dt dt
- a b
   n1 i1  n2 i 2
-
B1 B2

 c

In regime di corrente alternata alla pulsazione  :

V 1  R1I 1  j Ld 1I1  j n1

V 2   R2 I 2  j Ld 2 I 2  j n2
   n1Ι   n2 I 2
CIRCUITO ELETTRICO EQUIVALENTE
R1 Xd1 R2 Xd2
A1 n1 : n2 A2

+ I1 I2 +
I12
+ +
V1 E1
X E2 V2

I - -
- -

B1 B2

V 1  R1I 1  j X d 1I 1  j X  I 
L.K.T. I   Ι   I 12 L.K.C.
n2
V 2   R2 I 2  j X d 2 I 2  j X I 
n1
n
I 12  2 I2 corrente secondaria ridotta a primario
n1
X d 1   Ld 1 reattanza di dispersione dell’avvolgimento primario
X d 2   Ld 2 reattanza di dispersione dell’avvolgimento secondario
n12
X   reattanza magnetizzante riferita a primario

 corrente magnetizzante riferita a primario
I 
n1
CIRCUITO ELETTRICO EQUIVALENTE
A1 n1 : n2 A2
Trasformatore ideale
+ i1 i2 +
v 1 n1 i 1 n2
 ; 
v1 v2
v 2 n2 i 2 n1

V 1 n1 I 1 n2
- -  ; 
V 2 n2 I 2 n1
B1 B2

● La potenza assorbita a primario dal trasformatore ideale (p1 = v1 i1) risulta in


ogni istante uguale a quella erogata al secondario (p2 = v2 i2).

● Con riferimento al regime sinusoidale di frequenza f, la potenza complessa


assorbita a primario dal trasformatore ideale N1 = V1(I1)* risulta uguale a
quella erogata al secondario N2 = V2(I2)*.

Il trasformatore ideale non assorbe né potenza attiva né potenza reattiva,


risultano però mutati i parametri (tensione e corrente) con cui la energia elettrica
viene assorbita a primario ed erogata a secondario.
CIRCUITO ELETTRICO EQUIVALENTE
R1 Xd1 R2 Xd2
A1 n1 : n2 A2

+ I1 I12 I2 +

+ +

V1 Ra X E1 E2 V2

Ia I
- -

B1 B2

● Per tenere conto della


V 1  R1I 1  j X d 1I 1  j X  I 
potenza dissipata nel
materiale ferromagnetico
n2
per isteresi e per correnti V 2   R2 I 2  j X d 2 I 2  j X I 
parassite si introduce nel n1
circuito elettrico equivalente j X  I   Ra I a  0
del trasformatore reale
(valido solo alle basse
frequenze) la resistenza I 12  Ι   I   I a
attiva Ra percorsa dalla
corrente attiva Ia
CIRCUITO ELETTRICO EQUIVALENTE
R1 Xd1 R2 Xd2
A1 n1 : n2 A2

+ I1 I12 I2 +

+ +
Il trasformatore “reale”
assorbe sia potenza attiva
V1 Ra X E1 E2 V2 che potenza reattiva.
Ia I
- -

B1 B2

● La potenza attiva viene dissipata (trasformata in calore) in parte negli


avvolgimenti (per effetto Joule) ed in parte nel nucleo ferromagnetico (per
effetto Joule e per isteresi.
● La potenza reattiva assorbita serve per sostenere i flussi dispersi ed il flusso
principale.
● La presenza di flussi dispersi introduce uno sfasamento tra la tensione
primaria e la tensione secondaria.
● La riluttanza finita del nucleo comporta l’assorbimento a primario, anche nel
funzionamento a vuoto di una corrente magnetizzante che risulta in
quadratura col flusso principale.
RIDUZIONE A PRIMARIO
A1 n1 : n2 A2
A1
+ I1 I2 +

2
n 
V1 V2 Z Z r   1  Z
 n2 

-
-
B1
B1 B2

R1 Xd1 R12 Xd12


A1 A12 R12: resistenza secondaria
+ I1 I12 + ridotta a primario
Xd12: reattanza di dispersione
secondaria ridotta a
V1 Ra X V12 primario
I12: corrente secondaria
Ia I
ridotta a primario
- -
V12: tensione secondaria
B1 B12
ridotta a primario
2
n  n 
2
n  n 
R12 R2  1  X d 12  X d 2  1  I12 I2  2  V12 V 2  1 
 n2   n2   n1   n2 
CIRCUITO EQUIVALENTE SEMPLIFICATO
R1 Xd1 R2 Xd2
A1 I12 n1 : n2 A2 jRa X 
R1  jX d1 
+ I1 I0 I2 + Ra  jX 
+ +
Ra X E1 E2
V1 V2

Ia I Circuito elettrico equivalente


- - del trasformatore semplificato
B1 B2

resistenza totale ridotta a


R 1t  R 1  R 12
primario
R1t X1t
A1 A12
reattanza di dispersione
X 1t  X d1  X d12 totale ridotta a primario
I1 I12 +
+

V1 Ra X V12
R 2 t  R 2  R 21 resistenza totale ridotta a
Ia I secondario

B1 B12
X 2 t  X d 2  X d 21 reattanza di dispersione
totale ridotta a secondario
PROVA A VUOTO

R1t X1t I12 = 0


A1 A12
A W
+ I1 I0
V102
+ Ra  ,
P0
V1n Ra X
V V1
V102
X 
V10 I10 2 P02
Ia I

B1 B12

La prova a vuoto viene eseguita alimentando il primario con la sua tensione


nominale e mantenendo il secondario in circuito aperto e misurando a primario,
la tensione (V10), la corrente (I10) e la potenza attiva assorbita (P0)

Mediante la prova a vuoto è possibile misurare il valore dei parametri del


circuito equivalente relativi alle perdite nel ferro
PROVA IN CORTO CIRCUITO
R1t X1t I12 = n2 I2n/n1
A1
A W
+ I1 I0 A12
+ Pc
R1t  ,
V1c Ra X A I12c
V V1
V1c I1c 2 Pc2
Ia I X 1t 
I12c
B1 B12

La prova in cortocircuito viene effettuata alimentando il primario del


trasformatore con il secondario chiuso su un amperometro (la bassa impedenza
dell’amperometro permette di considerare il secondario chiuso in cortocircuito)
e misurando e a primario, la tensione (V1c), la corrente (I1c) e la potenza attiva
assorbita (Pc).
● La tensione primaria deve essere tale che il valore efficace della corrente
erogata a secondario, che viene misurato dall’amperometro, sia pari alla
corrente nominale. Tale valore della tensione viene chiamato tensione di
cortocircuito (V1c) e risulta essere pari ad un frazione (< 10 %) della
tensione nominale primaria.
Mediante la prova in corto circuito è possibile misurare il valore dei parametri
del circuito equivalente relativi alle perdite nel rame
RENDIMENTO CONVENZIONALE
Il rendimento del trasformatore () viene definito come il
rapporto tra la potenza attiva erogata a secondario (P2) P2 P2
 
e la potenza attiva assorbita a primario (P1); indicando P1 P2 Pd
con Pd la potenza dissipata (trasformata in calore)
all’interno del trasformatore risulta
La determinazione sperimentale di tale grandezza risulta difficoltosa:
● E’ necessario poter disporre in laboratorio di un carico in grado di assorbire la
potenza nominale del trasformatore che può risultare anche di parecchi MW.
● Non essendo presenti parti rotanti nel trasformatore, il rendimento dello stesso è
molto elevato (può essere superiore al 99.5) e piccoli errori nella misura delle
potenze assorbite ed erogate possono produrre un errore notevole nelle
determinazione del rendimento.
Le norme definiscono un rendimento convenzionale del trasformatore (conv).
An cos 
conv 
An cos PCu PFe

An: potenza apparente nominale del trasformatore, che è indicata sui dati di
targa del trasformatore stesso
Pcu: perdite nel rame, valutate mediante la prova in cortocircuito,
Pfe: sono le perdite nel ferro, valutate mediante la prova a vuoto.
TRASFORMATORE TRIFASE
A B C

a b c A B C

a b c
Banco di tre
trasformatori
monofase
Trasformatore trifase
con nucleo complanare
1 2 3

C
C A
A
c
c a
a

B B

b b

Trasformatore trifase equivalente Trasformatore trifase con nucleo


al banco di tre trasformatori simmetrico
monofase
COLLEGAMENTI DELLE FASI
n
A
A A

B O B B

C C C

Collegamento Collegamento Collegamento


a stella a triangolo a zig-zag

● Il rapporto di trasformazione di un trasformatore trifase (K) viene definito come


il rapporto tra il valore efficace delle tensioni concatenate corrispondenti alle
coppie di morsetti omologhi primari e secondari, relativo al funzionamento a
vuoto del trasformatore (trascurando quindi le cadute di tensione interne del
trasformatore):
VAB
K
Vab

● Il rapporto di trasformazione dipende dal collegamento delle fasi primarie e


secondarie
CLASSIFICAZIONE

Seguendo le Norme CEI, la classificazione dei trasformatori trifase segue i


seguenti criteri:

● il collegamento a stella viene indicato con Y al primario e con y al secondario;


● il collegamento a triangolo viene indicato con D al primario e con d al
secondario;
● viene indicato lo sfasamento tra tensioni primarie e secondarie del
trasformatore; cioè la differenza di fase (fase della grandezza primaria - fase
della grandezza secondaria) tra due tensioni principali di fase corrispondenti.
Nel calcolo dello sfasamento vengono trascurati gli effetti dissipativi; in tal
modo lo sfasamento risulta essere sempre un multiplo di 30°. Dividendo
l’angolo di sfasamento per 30° si associa a tale grandezza un numero da 0 a
11 che individua il gruppo di appartenenza del trasformatore.
Collegamento V1/V2 Spost. Gruppo Denom Note
 n  ang. .
K  1  conv.
 n2 

prim. sec. primario secondario primario secondario


A B C a b c A a

Non permette il
0° 0 Yy0 passaggio della 3°
armonica della
C B c b corrente
stella stella K magnetizzante.
Dà curva della
A B C A b c
tensione secondaria
deformata.
180° 6 Yy6 Gli squilibri di
corrente provocano
C B a forti squilibri di
a b c tensione, se non
esiste filo neutro
primario.
A B C a b c A a

C c
0° 0 Dd0

B b
triang triang K
. . A B C
A b

C c 180° 6 Dd6

a b c B a

A B C a b c A a

C
330° 11 Dy11
c b
B Permette il passaggio
triang stella K della 3° armonica
. 3 A B C della corrente
A b c
magnetizzante.

C 150° 5 Dy5

a
B
a b c
Collegamento V1/V2 Spost. Gruppo Denom Note
 n  ang. .
K  1  conv.
 n2 

A B C a b c A a

b
330° 11 Yd11
C B c
stella triang K 3
.
A B C A c

b 150° 5 Yd5

C B
a
a b c

a b c

A B C A a

b
330° 11 Yz11
C B c Diminuisce gli
squilibri sul primario
dovuti a squilibri sul
secondario. Annulla
stella zig- 2K la 3° armonica della
zag 3 tensione secondaria.
Richiede un numero
A B C A c
di spire secondarie
maggiore di quello
b
per il collegamento a
stella.
C B 150° 5 Yz5
a

a b c
Dati caratteristici di trasformatori per cabine di distribuzione MT / bt

Potenza (kVA) 25 50 100 250 400 630

Tensioni a vuoto (kV) 15/0.4 15/0.4 15/0.4 15/0.4 15/0.4 15/0.4

Tensioni di c.c. (%) 4 4 4 4 4 4

Corrente a vuoto (%) 3.3 2.9 2.5 2.1 1.9 1.8

Perdite: 700 1100 1750 3250 4600 6500


- nel rame e addizionali (W) 115 190 320 650 930 1300
- nel ferro (W)

Rendimento (%) 96.84 97.48 97.97 98.46 98.63 98.78


(a pieno carico e cos = 1)
PARALLELO DEI TRASFORMATORI
+ Aa Ab
V1 Ba Bb
-
Affinché il parallelo tra due trasformatori
funzioni correttamente a vuoto, devono
a b essere verificate le seguenti condizioni:

+
V2 aa ab
- ba bb

● I trasformatori devono avere le stesse tensioni nominali sia primaria che


secondaria. Se così non fosse, si avrebbe infatti, nel funzionamento a vuoto, una
circolazione di corrente nella maglia costituita dagli avvolgimenti secondari dei
trasformatori collegati in parallelo (maglia aa - ba -bb - ab - aa della figura).
● Nel caso di trasformatori trifase, questi devono avere lo stesso gruppo di
appartenenza. Se i due trasformatori trifase, pur verificando la condizione di cui al
punto 1, avessero diversi gruppi di appartenenza, sarebbe comunque presente,
nel funzionamento a vuoto, una circolazione di corrente nei secondari dei
trasformatori, dovuta alla differenza di fase delle f.e.m. indotte nei due
avvolgimenti secondari in parallelo.
PARALLELO DEI TRASFORMATORI

+ Aa Ab
V1 Ba Bb Affinché il parallelo tra due trasformatori
- funzioni correttamente a carico, devono
essere verificate le seguenti condizioni:

a
● Le correnti secondarie sono in fase tra
b
loro.
● La potenza erogata si ripartisce tra i due
+
trasformatori in maniera proporzionale alle
V2 aa ab
- ba bb
rispettive potenze apparenti nominali.

Affinché ciò accada I due trasformatori devono avere:

● la stessa tensione di corto-circuito


● lo stesso fattore di potenza di cortocircuito
TRASFORMATORI SPECIALI
A
Auto-trasformatore: è presente un solo
+ I1
avvolgimento (manca quindi l’isolamento
elettrico tra il circuito primario e quello
V1 secondario)
I2 +
In condizioni nominali funziona come un
V2 trasformatore con due avvolgimenti ma risulta
I2 - I1 economicamente conveniente.
- -

I1
V1 Trasformatore Trasformatore
voltmetrico TV amperometrico TA
E’ costruito in modo E’ costruito in modo
da rendere I2 da rendere
A
trascurabili le perdite trascurabili le perdite
nel rame, nel nel ferro, nel
V2 funzionamento a funzionamento in
V vuoto: corto-circuito:
I2
V1  KV2 I1 
K

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