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Nel documento pubblicato abbiamo proposto una soluzione per la stima del raggio
dell’idrogeno, che secondo la nostra QHT ha questo valore:
Gq ħ mp Gq ħ Gq mp2 ħ
r0 = 3 = 3 = 2 = = 5,2903819668 x 10−11 m
2c α me rp 2c α re 8c α me me c α
Inoltre, abbiamo indicato il valore della costante gravitazionale quantistica atomica (Gq),
il valore del tempo di rivoluzione orbitale dell’elettrone nell’atomo di idrogeno e la velocità
di rivoluzione dell’elettrone, che secondo la nostra QHT assumono questi valori:
8ħ c m³
Gq = 2
= 9,04047577441 x 10 28
mp kg s 2
4π² r0³
t² = = 3,86573215383 x 10−32 s²
Gq mp
4π² r0³
𝑡=√ = 1,96614652399 x 10−16 s
Gq mp
r0 2π m
Ve = = 1,69063952444 x 106
t s
Con questi quattro dati ( r0, Gq, t², Ve ) ottenuti con QHT, possiamo trovare i valori della
Forza gravitazionale quantistica, della Forza centrifuga e della Forza centripeta per
l’atomo di idrogeno :
mp me
FG = Gq = 4,92157372667 x 10−8 N
r0²
m 4π2 r
Fcf = mω²r = = 4,92157372637 x 10−8 N
t2
mv 2
Fcp = = 4,92157372641 x 10−8 N
r0
Queste Forze risultano essere equivalenti, motivo per cui l’atomo di idrogeno trova la sua
stabilità grazie all’ interazione gravitazionale imposta dalle masse del protone e
dell’elettrone.
Qp Qe
FC = K0 = 8,2430536707 x 10−8 N
r0²
Da questa prima analisi notiamo subito che la Forza di Coulomb non è equivalente alle
altre tre, ovvero alla Forza gravitazionale, alla Forza centrifuga e alla Forza centripeta,
perché?
1 9
Nm2
K0 = = 8,98755178736 x 10
4πℰ0 C2
La nostra ipotesi è che all’interno dell’atomo non vi sia uno stato di vuoto bensì uno stato
di “vuoto non vuoto” che altera il valore dalla suscettività elettrica e magnetica che nel
vuoto vale zero, dalla quale dipendono poi i valori della permettività elettrica relativa e di
conseguenza di quella assoluta.
ℰ = ℰ0ℰr
Proviamo a estrarre il valore della nuova costante di Coulomb (Kq), ipotizzando una
condizione di vuoto non vuoto e quindi una suscettività elettrica e magnetica maggiore di
zero, attraverso il valore della Forza gravitazionale quantistica:
FG r02 9
m2
Kq = = 5,36608161368 x 10 N
Q2 C2
1
ℰr = = 1,6886778043
4π K0 ℰ0
1 9
m2
Kq = = 5,36608161368 x 10 N 2
4π ℰrℰ0 C
Questa nuova condizione, per quella che chiameremo la seconda costante di Coulomb
(Kq), permetterebbe l’eguaglianza tra le due forze attrattive nell’atomo di idrogeno, ovvero
quella dell’interazione gravitazionale quantistica tra le masse e quella dell’interazione
elettromagnetica tra le cariche di Coulomb.
mp me
FG = Gq = 4,92157372667 x 10−8 N
r0²
Qp Qe
FC = K0 = 4,92157372667 x 10−8 N
r0²
Pensiamo quindi che la ragione per la quale due cariche elettriche di segno opposto
formano un atomo di idrogeno non dipenda dalle cariche stesse, ma dalle masse ad esse
associate, poiché le cariche non generano campi gravitazionali ma solo campi
elettromagnetici.
Per questa unica ragione solo un’interazione gravitazionale atomica, dipendente dalle
masse e da una costante gravitazionale quantistica, potrebbe permettere all’atomo di
esistere stabilmente.
La curvatura generata nello spazio tempo di Albert Einstein dalla massa del protone,
secondo questa ipotesi, è la ragione fondamentale per la quale le due masse (protone e
elettrone) possono per interazione gravitazionale formare un atomo di idrogeno.
Riteniamo tuttavia, che questa soluzione per il “vuoto non vuoto” nell’atomo, per quanto
metta in ordine i conti e possa dare giustizia alla nostra QHT, sia molto azzardata e
andrebbe pertanto approfondita.
Email : zaneandreaquintili@gmail.com