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Ipotesi di De Broglie

De Broglie ipotizzò che siccome la luce che consideriamo un’onda può esibire un comportamento
corpuscolare, è possibile che una particella di materia può avere un comportamento ondulatorio.
Per confermare la sua tesi applicò la relazione fra quantità di moto e lunghezza d’onda.

λ=h/p

All'aumentare della quantità di moto diminuisce la lunghezza d’onda, e per oggetti macroscopici la
lunghezza d’onda è miliardi di volte più piccola rispetto al diametro di un atomo. Mentre per un
elettrone essa è confrontabile con le dimensioni dell’atomo.

Davisson e Germer confermarono l’ipotesi di De Broglie utilizzando l’esperimento di Young delle


doppie fenditure. Supponendo di riuscire a emettere un fascio di particelle di bassissima intensità in
modo da far passare nelle fenditure una particella alla volta, sembra che esse raggiungano lo
schermo in modo casuale quindi si conferma la teoria corpuscolare. Ma all’aumentare dell’intensità
del fascio si forma la figura di interferenza; quindi, si conferma la teoria ondulatoria.

De Broglie utilizzò la sua teoria delle onde di materia nell’atomo di Bohr per mostrare che essa
poteva essere interpretata come una condizione di stazionarietà delle onde. Immaginò che le onde
di materia assomigliassero alle vibrazioni di una corda a forma di circonferenza di raggio r. Per avere
un’onda stazionaria la circonferenza deve accogliere un numero massimo di onde, ovvero 2πr/n= λ.
Le altre lunghezze d’onda producono un’interferenza distruttiva.

Equazione di Schrodinger e funzione d’onda


Se le particelle possono essere descritte come onde di materia, come si comportano quest’ultime?
Che cosa determina il valore dell’onda di materia in una determinata posizione? Se nella fisica
classica il moto è descritto dalla posizione in funzione del tempo in meccanica quantistica è descritta
da una funzione dello spazio e del tempo, chiamata funzione d’onda che si ottiene risolvendo
l’equazione di Schrodinger. Born chiarì il significato della funzione d’onda, il suo quadrato
rappresenta la probabilità che la particella si trovi nel punto x al tempo t.

Teoria quantistica atomo di idrogeno


Il modello di Schrodinger incorpora molti aspetti dell’atomo di Bohr. In quello di Bohr era
caratterizzato solo da un singolo numero quantico, mentre in quello di quantomeccanico ne sono
presenti 4.

 Numero quantico principale n (con n=1,2,3, 4,…) e determina il raggio e l’energia di


un'orbita.
 Numero quantico del momento angolare l (con l= 0,1,2, 3,…(n-1)). Per Bohr il momento
angolare dipendeva dal numero quantico n, in questo modello atomico è presente un
numero quantico del momento angolare orbitale.
 Numero quantico magnetico m (con m= -l, -l+1,..,0, 1,...l+2) e fornisce la componente del
vettore momento angolare in una particolare direzione, ma è possibile conoscere solo una
singola componente per il principio di Heisenberg.
 Numero quantico di spin ms è legato al momento angolare intrinseco dell’elettrone. Esso è
una caratteristica dell’elettrone, quindi lo spin è uguale in tutti gli elettroni, differisce
soltanto dal suo orientamento verso l’alto o verso il basso lungo l’asse z.

A causa dell’equazione di Schrodinger non possiamo sapere precisamente in che posizione si trova
l’elettrone, ma possiamo calcolarne la probabilità. Essa appare come una nube chiamata orbitale,
dove vi è la probabilità massima di trovare un elettrone, questi orbitali differiscono come forma al
variare dei numeri quantici

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