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Il Gen è un software a elementi finiti di carattere generale dove la modellazione viene fatta
attraverso punti e aste.
Per creare un nuovo edificio ci sono diversi metodi:
Lo realizzo per punti e dai punti collego aste e/o elementi bidimensionali
Lo importo da formati di altri software come Autocad (file Import AutoCAD Dxf file)
Importando da Autocad il Gen fa si che le linee importate siano trasformate in elementi beam, le
intersezioni di linee siano trasformate in nodi e le regioni si trasformino in elementi plate. Bisogna
stare attenti, però, al fatto che se due linee sovrapposte in Cad non causano alcun problema, nel Gen,
essendo esso un software ad elementi finiti, importare due linee sovrapposte significa importare due
elementi finiti quindi avere il doppio della trave. Lo stesso discorso vale per elementi che
confluiscono nello stesso nodo, cioè se in autocad due linee non confluiscono esattamente nello stesso
nodo potrebbero non creare problemi; nel Gen causano la non congruenza del modello.
Abbiamo detto che una linea di autocad diventa un elemento beam su Midas quindi conviene andarsi
ad importare dal file DWG esclusivamente gli assi degli elementi che vogliamo far diventare elementi
finiti (quindi gli assi di travi e pilastri). Conviene, quindi, farsi un reticolo di assi in DWG e importare
su Midas solo quel reticolo.
Per importare un file su Midas quindi (fatti i passaggi di prima):
Dalla finestra che si apre vado su Browser si aprirà quindi un’altra finestra dalla quale selezionerò il
file da caricare in Midas. Selezionato il file devo definire i layers da caricare in Midas, per farlo
seleziono il layer da caricare dalla casella bianca a sinistra (all layers) clicco > e osservo che nella
casella layer selezionati apparirà quello che voglio caricare.
Per ora lasciamo stare le proprietà perché le andremo a modificare in seguito. Se non ricordo il
fattore di scala del mio disegno lascio 1, faccio coincidere l’inserimento nell’ origine del sistema di
riferimento e non assegno alcuna rotazione e infine faccio Apply.
Per cambiare il colore dello sfondo vado su: nella barra dei comandiDisplay Options
Font modifico i colori Apply.
Per vedere se la maglia importata è nella scala giusta devo andare a vedere la distanza tra i
nodiQueryQuery Nodes
seleziono 2 nodi e vedo la distanza nella Message Windows la confronto con l’unità di misura
usata da Midas (metri) e verifico il fattore di scala.
Se ho sbagliato il fattore di scala o torno indietro e lo cambio nel momento in cui importo il file dxf
oppure posso usare la funzione scala dei nodi. Per questa seconda opzione clicco su Nodes scale
Nodes
Dalla finestra che si apre inserisco il fattore di scala lo applico a tutti i nodi per tutte le direzioni
dall’origine e clicco Apply.
Se dopo aver scalato il modello non lo trovo più nel foglio lo vado a ricentrare con il tasto zoom fit
nella barra verticale a destra.
Fatto questo abbiamo importato delle linee e le abbiamo trasformate in elementi beam; infatti se
andiamo nella finestra works possiamo vedere quanti elementi e nodi si sono creati.
Adesso passiamo alla creazione dei pilastri. Per fare questo possiamo selezionare i nodi copiarli ad
una certa altezza e poi collegarli con elementi finiti, oppure possiamo estrudere i nodi facendoli
diventare degli elementi lineari. Per estrudere i nodi andiamo in ElementExtrude element. Quindi
con il tasto select by windows
Le sezioni possono essere da database o definite da utente nel primo caso le dimensioni sono
predefinite nel secondo saranno definite dall’utente.
Andiamo ora a definire le sezioni: works Sections Undefined (tasto destro) Properties
inserisco le sezioni.
Facendo apply tutti gli elementi assumeranno questa sezione perché avevo definito un unico materiale
nel momento in cui inseriamo più sezioni dovremmo andarle ad associare ad ogni elemento. Senza
uscire dalla finestra e allo stesso modo creo le altre sezioni che appariranno di fianco:
Per creare una trave di fondazione o si usa come sezione una T section (e poi si gira) o una Inverted
T section Definiamo le dimensioni della trave a T, la nominiamo Apply.
Per cancellare il reticolo di travi inferiore che ci servivano solo per creare i pilastri o ci mettiamo
nella vista prospettica e selezioniamo la parte inferiore (per deselezionare posso cliccare il tasto
unselect all nella barra superiore) o seleziono per piani attraverso il tasto select by plane:
Devo stare attento perché una volta selezionati gli elementi ho selezionato anche i nodi quindi se
faccio canc si cancellerà il nodo e di conseguenza anche il pilastro. Devo cancellare solo gli
elementi Elemet Delete Elements
ma questa volta nel riquadro Name sotto la voce Section inserisco la nuova sezione desiderata.
Nel caso volessi cambiare le proprietà di un elemento già inserito nel modello lo seleziono col tasto
Select By Windows vado su Works seleziono la proprietà che voglio attribuirgli e la trascino
all’interno del modello quello che si otterrà è che l’elemento selezionato cambierà
immediatamente le proprietà
Nel caso in cui avessi bisogno di copiare un elemento ho più possibilità; selezionato l’elemento da
copiare posso andare su ElementTranslate element
E dalla finestra che si apre a sinistra posso scegliere se copiare o spostare l’elemento, definire la
distanza selezionando direttamente sul modello un punto dell’elemento da copiare e il punto dove
intendo copiarlo, definire il numero di volte per cui si vuole ripetere l’operazione e scegliere se si
vogliono intersecare o meno i nodi o gli elementi che si incontrano effettuata la copia o lo
spostamento:
ATTENZIONE: se non spunto Node e Elem la copia o lo spostamento verrà effettuato senza che ci
sia la suddivisione di un eventuale elemento che si va ad intersecare.
Seleziono il nodo da proiettare e sulla finestra a sinistra seleziono dove proiettarlo (linea, piano,
cilindro ecc), e nel caso lo proietti su una linea devo definirla andando a cliccare su due nodi
qualsiasi di essa nel modello
In questo caso però duplico solo il nodo quindi devo andare a creare l’elemento con i comandi visti
prima.
Dopo questi passaggi abbiamo creato il primo piano:
Adesso prima di andare a copiare questo piano in altezza lo vado a caricare così da copiarlo poi già
caricato.Load Static Load Case
Definiamo un caso di carico e lo chiamiamo peso proprio, lo definiamo Dead Load, ci andiamo a
mettere solo il peso strutturale proprio degli elementi finiti modellati:
Lo stesso faccio per aggiungere un carico permanente (Type: Dead Load) un carico di tamponamento
(Type: Dead Load), una carico accidentale (Type: Live Load), un carico da sisma statico in direzione
X (Type: User defined Loadcosì che non entra nella fase di combinazione dinamica in quanto noi
faremo un’analisi spettrale) e un carico da sisma statico in direzione Y(Type: User Defined)
Inserisco lo stesso il carico da sisma anche se non entra nelle combinazioni per due motivi: Il primo
è che è sempre bene fare un controllo tra un’analisi statica e una modale anche se più l’edificio è
irregolare e più le differenze sono accentuate, il secondo è dovuto al fatto che per calcolare il centro
di rigidezza della struttura con il quale verrà calcolata l’eccentricità ho bisogno di una forza
orizzontale in quanto il centro di rigidezza viene calcolato non in base alla geometria dei pilastri di
piano, ma viene applicata una forza orizzontale e facendo forza diviso spostamento si trova il centro
di rigidezza. Così facendo posso tener conto della rigidezza maggiore che ha un pilastro che pur
avendo la stessa sezione degli altri è più corto che quindi sposta il centro di rigidezza.
Prima di assegnare le forze andiamo a vedere gli assi degli elementi locali, in quanto, abbiamo inserito
tutti i pilastri che hanno un'unica direzione.
Vado in WorksSections seleziono la voce pilastri col doppio clic tasto destroActive
visualizzerò solo i pilastri nel modello
Per aiutarmi a definire quali sono i pilastri da ruotare posso andare su ModelDimensionsi apre
una schermata simile a quella che si è aperta quando dovevo importare il file dxf solo che in questo
caso ho la possibilità di importare il file dxf come un’immagine che posso utilizzare come base
dell’architettonico:
Si apre un’immagine che non può essere selezionata e che posso attivare o disattivare dalla finestra
WorksDimension tasto destroDisplay(attiva) o Undsiplay(disattiva).
Tenendola attiva vedo quali sono i pilastri da ruotare.
Mi rimetto in vista assonometrica e vado a vedere gli assi locali dei pilastri
DisplayElementspunto Local Axisis
Ora vado a girare i pilastri che non sono concordi con l’architettonico li seleziono e poi:
Nella finestra che si apre:
Nella finestra che compare, si definisce il vettore z = -1, sotto il caso di carico P.P e si clicca prima
Add e poi Close.
Quindi il Self-Weight comparirà proprio sotto la voce Static Load Case, nel Tree Menu di sinistra.
Dopodichè sempre in Load, tra le tipologie di carico, si differenziano:
-Carichi nodali (Nodal Loads)
-Cedimenti (Specified Displacements of supports )
-Carichi uniformemente distribuiti (Element Beam Loads)
Poi per deselezionare le travi centrali, si utilizza appunto la finestra di deselezione (Unselect by
Window)
Quando le travi perimetrali sono selezionate, si ritorna in Load→ Element Beam Loads e si apre la
seguente finestra:
-Si seleziona come caso di carico quello relativo alla tamponatura (Tamp)
-I carichi si posso aggiungere (Add), rimpiazzare(Replace) o cancellare(Delete)→ Noi spuntiamo
Add
-Definiamo come tipologia un carico uniformemente distribuito (Uniform Loads)
-Non andiamo a considerare un’eccentricità perché supponiamo che il carico sia centrato
-La direzione del carico può essere definita rispetto alle coordinate globali o locali (relative
all’elemento) →In questo caso lasciamo quelle globali in Z (Global Z)
-Possiamo considerare o meno la proiezione; a noi non cambia niente quindi spuntiamo NO
-Lasciando 𝑥1 = 0 e 𝑥2 = 1 e assegnando w = -11, significa che dall’inizio alla fine della trave si
𝑘𝑁
avrà un carico di 11 𝑚 . Il segno “- “ è riferito alla direzione Global Z in cui z è rivolta verso l’alto.
Se, per esempio, avessimo impostato 𝑥1 = 0.25 e 𝑥2 = 0.75 avremmo caricato solo la parte centrale
della trave.
-Facendo Apply si vedono le travi che sono state caricate. Dopodichè Close.
𝑘𝑁
Per il PIANO TIPO supponiamo di definire un carico permanente di -3 𝑚2 e un carico accidentale di
𝑘𝑁
-2 → Add → Close
𝑚2
Man mano che si aggiungono i carichi anche sulle altre travi, le ultime aree caricate presentano
questa visualizzazione:
OSSERVAZIONI:
1- I Floor Load valgono solo se il perimetro è contornato da elementi Beam o Wall e non
Plate
2- Si possono caricare al massimo 4 lati (Per esempio non si può caricare un pentagono o una
forma a L) però con un’unica selezione si possono comprendere più zone come
nell’immagine sottostante:
Spuntando Exclude Inner Elements of Area, è possibile non caricare le travi interne all’area
selezionata.
Al contrario, se non si spunta, saranno caricati anche gli elementi interni. Come tali, questi dovrebbero
essere caricati il doppio rispetto a quelli esterni; in realtà è così ma graficamente, poiché la distanza
è la stessa (i 2 lati corti hanno la stessa lunghezza), anche i carichi provenienti dai 2 solai sono i
medesimi, pertanto le linee sono sovrapposte. Se le distanze fossero state leggermente differenti, gli
elementi interni avrebbero presentano 4 linee (2 permanenti e 2 accidentali).
Cliccando su Display → Load, ci sono 3 opzioni per i Floor Loads:
-Floor Load
-Floor Load Name
-Floor Load Area
Fatto questo, abbiamo caricato il nostro PIANO TIPO che possiamo ricopiare n volte. Per farlo:
-Si seleziona l’intera struttura
-Si clicca Model→ Building → Building Generation
La finestra che si apre permette di fare una copia multipla anche a distanze diverse e fare in modo
che i pilastri si rastremino correttamente. Supponiamo di volerlo copiare
1 volta (Number of Copies) a 3,5 m Distance (Global Z) → Add
3 volte a 3m → Add
1 volta a 2.40 m (Vano Ascensore) → Add
Copiando, si copiano: Gli attributi dei nodi (Copy Node Attributes), degli elementi (Copy Element
Attributes) e dell’intero edificio (Copy Building Attributes) → Close
Poiché all’ultimo piano abbiamo solo il vano ascensore, bisogna eliminare le travi in eccesso
quindi:
Windows → Si selezionano gli elementi e i nodi, facendo attenzione a non prendere anche i nodi che
appartengono alla parte che deve rimanere e poi Canc.
Nel caso succedesse per errore, basta tornare Indietro.
Per l’ultimo piano, bisogna applicare il pacchetto PIANO COPERTURA. Quindi per attivarlo, si
può:
a – Selezionare i piani sottostanti e disattivarli → Inactivate
b – Selezionare il piano d’interesse (in questo caso l’ultimo) e attivarlo → Active
Pertanto, si clicca su Floor Loads e si torna alla forma tabellare per effettuare le modifiche
La forma tabellare si può utilizzare anche per assegnare/modificare le proprietà, cambiare il materiale,
le dimensioni, il valore del carico ecc.
Fatto ciò, si torna in Display →Si toglie la spunta a Floor Load Name →Ok
Si riattiva la visualizzazione dell’intero edificio sempre con Activate.
In definitiva, fino ad ora abbiamo definito:
-Geometria dell’edificio
-Proprietà del materiale
-Carichi
Per effettuare le verifiche sismiche, bisogna applicare degli incastri alla base, quindi andiamo a
vincolare la struttura la suolo.
Model→ Boundaries
- Elastic Link non sono altro che delle proprietà elastiche definite tra 2 nodi. In poche parole
si vanno a definire 6 rigidezze, una per ogni tipologia di spostamento o rotazione indipendenti
tra loro che collegano appunto 2 nodi.
- Beam and Release permette di andare a svincolare totalmente o parzialmente il grado di
incastro di estremità del mio elemento
- Beam and Offset permette di spostare il nodo effettivo in una diversa posizione, o meglio di
andare ad insierire un tratto rigido tra il mio nodo e un nodo fittizio che non è modellato e che
pongo ad una distanza a mia scelta.
E’uno dei comandi per applicare il momento su una trave,
non proprio in corrispondenza dell’asse del pilastro ma magari a
filo pilastro. Quindi si usa per applicare il BRACCETTO RIGIDO.
- Panel Zone Effects, invece, non inserisce il braccetto rigido ma permette di leggere il valore
a filo pilastro.
- Plate and Release ha la stessa funzione di Beam and Release: permette di rilasciare il grado
di incastro dei lati degli elementi PLATE
- Rigid Link va a bloccare dei gradi di libertà tra 2 elementi.
- Diaphragm Disconnet permette di lasciare fuori dalla definizione di piano rigido alcuni nodi
appartenenti alla stessa quota del piano che si definisce appunto rigido.
Ora, per i nodi alla base, andiamo a bloccare solo le traslazioni. (Seleziona solo i nodi con il
comando Select by Window).
Dopodichè andiamo ad inserire la platea e valutiamo, anche se in modo non molto corretto, l’azione
sismica e statica sullo stesso modello. In teoria bisognerebbe utilizzare 2 modelli differenti:
- Uno dove la fondazione è rigida per l’analisi e le verifiche sismiche
- Uno dove è deformabile per le azioni statiche
Questo comando permette di applicare sullo stesso nodo 2 tipologie di vincolo, di condizioni al
contorno che appartengono a 2 gruppi diversi e sono attive separatamente; uno per i casi statici e uno
per i casi sismici tipo Eigenvalue/Analysis che è quella che andremo a fare noi (Response Spectrum).
Ciò significa che per i casi statici lavoreranno le molle, per i casi sismici lavoreranno gli incastri. Noi
non applicheremo questo comando.
In fase di definizione, non abbiamo visto un comando:
Model→ Properties → Section Stiffness Scale Factor.
E’ un’opzione che permette di modificare in percentuale, le proprietà della mia sezione. Per esempio,
per tutti i pilastri è possibile assegnare la rigidezza flessionale, il peso, l’area, il momento torcente.
Se non si armano travi e pilastri a torsione, o meglio non si verificano per torsione, quindi non so se
l’armatura presente resiste a torsione, è meglio eliminare la torsione, quindi si svincolano a torsione
in modo tale che siano gli elementi adiacenti che vanno a prendersi quella componente di sforzo; per
cui siamo sicuri che riusciamo ad armarli e verificarli. Altrimenti può succedere che un elemento si
prenda tanto a torsione e si va a sfavore di sicurezza degli altri elementi che andranno realmente a
caricarsi.
Questi campi si possono attivare o meno a seconda delle analisi da effettuare.
Tipo l’abbattimento al 70% del modulo d’ inerzia della mia sezione che
bisogna considerare in fase sismica, si inserisce in 𝑰𝒙𝒙 , 𝑰𝒚𝒚 e si definisce in un
gruppo
Questo gruppo lo facciamo lavorare solo ed esclusivamente per il caso di carico Response
Spectrum. Quindi per la Response Spectrum, l’elemento avrà quella rigidezza.
Nei casi statici, invece, lo stesso elemento avrà un’altra rigidezza che potrebbe essere quella del
100%
Andiamo ora a definire delle cerniere in dx e dy che fanno in modo che il mio edificio non trasli
(Dopo di che andremo ad inserire una platea che andremo a vincolare verticalmente con delle molle;
non faremo il “boundary changes assignment” perché impiegheremo troppo tempo, ma sappiate che c’è)
Una volta inseriti i vincoli alla base dei pilastri compariranno questi esagoni (6 triangoli) ;
in questo caso in cui sono colorati in verde i primi due spicchi, capisco che ho bloccato gli spostamenti dx,dy
Andiamo ora a Mesciare, ovvero ad INSERIRE LA PLATEA
OSS: per nascondere i simboli che sono rimasti attivi (i vincoli) possiamo utilizzare “REFLESH” , ossia cliccare
su “INITIAL VIEW” (o in egual modo Ctrl+F3)
• ISOLARE I NODI
Una volta fatto questo mi metto in vista dall’alto e selezionando esclusivamente il primo piano (pilastri del
piano terra) vado a tracciare direttamente la platea
OSS: noi ora andiamo ad operare con il meshatore automatico, non tutti potrebbero averlo perché è
separato dal Gen+, eventualmente, senza meshatore, l’operazione può essere fatta lo stesso, solo che
bisogna farla a mano (bisogna inserire degli elementi plate di forma quadrangolare e dopo suddividerla
manualmente andando a trovare la congruenza con i lati degli elmenti plate adiacenti)
In questo caso andremo a selezionare i nodi, che saranno i vertici della mia soletta
OSS: c’è la possibilità di andare a mesciare oppure meno eventuali VUOTI INTERNI, dove per vuoto di
intende un’ area racchiusa da elementi beam
(se avessi degli elementi beam che mi racchiudono una superficie, il midas la indentifica come vuoto e
posso scegliere se mesharla oppure meno; anche se la mesho, tutti gli elementi verranno disposti in domini
e sottodomini che sono nient’altro che un insieme di gruppo che hanno le stesse caratteristiche (proprietà)
e generate allo stesso momento; queste verranno separate se appartengono ad un vuoto, quindi
eventualmente posso cancellarle in un secondo tempo
Posso considerare di considerare o meno i nodi che sono interni (tutti “auto”
oppure solo quelli che voglio io “User”)
Questo significa che in questo caso in cui abbiamo i nodi apprtenenti a pilastri interni, la mesh andrà a
cercare la congruenza con questi nodi e se ci fossero degli elementi beam o delle travi, la mesh andrebbe a
disporsi in corrispondenza di questi elementi trave, quindi sarebbero tutte quante allineate
OSS: facendo click sui tre punti si può accedere alla fase di definizione
Al numero del dominio lasciamo 1
(Il Dominio è quell’insieme di elementi che si formano in un'unica volta e che
hanno le stesse proprietà)
se ad esempio avessi un impalcato che ha già delle travi, e voglio andare a definire una soletta, ho la
possibilità di andare a cancellare le travi, oppure di andare a suddividere le travi in modo da ottenere la
congruenza su detta trave (non è il nostro caso, perché non abbiamo delle travi)
OSS: se ci sono travi interne è possibile che vengano meshate coerentemente con la mesh della platea
(spuntando “divide boundary line element”)
Andando a variare la dimensione della mesh possiamo vedere graficamente se ci soddisfa o meno
OSS: la dimensione della mesh generata automaticamente potrebbe essere maggiore nelle campate,
mentre più fitta in prossimità dei pilastri (come è possibile osservare nella figura seguente)
Questo comando può essere utile nel caso in cui volessimo ad esempio portare
in conto il peso della tamponatura; potremmo considerare tale peso come :
In questo caso però non andremo a caricare il nostro elemento plate, in quanto, se adesso andiamo a
inserire al di sotto un letto di molle di winkler uniformemente distribuite, una pressione uniformemente
distribuita su questi elementi plate, se questa è uniforme, mi va semplicemente a modificare il cedimento
(abbassamento della molla), ma a livello di tensioni sugli elementi non mi cambia nulla, perché vado a
mettere un qualcosa di uniforme applicato sopra un qualcosa di uniforme, quindi la sollecitazione non mi
varia
In questo caso lo facciamo per far vedere anche come si APPLICA UNA PRESSIONE :
3. Apply
avrò a questo punto
applicato una pressione sulla
platea
nel caso in cui avessi una trave a T rovescia e volessi inserire le molle
esclusivamente inferiormente all’anima, potrei utilizzare questo comando
andando a definire come “width” l’anima della trave
(però in questo caso dovrei andarmi a calcolare la pressione al suolo
andando a considerare anche la pressione delle ali)
In questo caso abbiamo già bloccato la platea andando a mettere delle cerniere sferiche
OSS: utilizzo questo tipo di inserimento di molle, e non delle molle puntuali, perché così facendo, anche in
forma tabellare, ho la possibilità di andare a modificare la rigidezza istantaneamente
Se invece avessi utilizzato delle molle puntuali, non troverei più un’unica costante di winkler, ma mi
troverei la rigidezza di ogni singola molla che deve essere modellata in funzione dell’area di influenza
(quindi non utilizzando singole molle faccio prima a fare delle modifiche)
OSS: sia che uso molle distribuite, che molle concentrare il modello FEM rimane lo stesso,
COMBINAZIONI
Essendo combinazioni di casi di carico, il midas fa un’analisi per ogni caso di carico, quindi l’analisi posso
farla sia prima che dopo (non mi cambia nulla)
NOTA: questo vale solo per il peso proprio, per i carichi andremo a vedere successivamente
Non avendo impostato nulla fino ad ora potremmo lanciare un’ANALISI STATICA facendo click su “Perform
Analysis”
In questo caso mi darà in errore : “Story information has not been entered.”, questo perché non è stato
definito lo story, in quanto, essendo il Gen un software prettamente sismico, ha bisogno, soprattutto
essendo che abbiamo inserito dei wall, il wall va da story a story
Lo Story è un IMPALCATO ;
l’impalcato può essere RIGIDO o NON RIGIDO, però deve essere sempre definito, per lo meno una volta che
ho inserito dei wall
DEFINIRE STORY – IMPALCATI :
1. Inserimento manuale
2. Inserimento automatico : “Auto generate story data”
OSS: in automatico non mi assegna il piano rigido al piano terra perché tale piano risulta già vincolato
(non posso dare una doppia definizione di vincoli sugli stessi elementi)
LANCIAMO L’ANALISI
• “Story shear force ratio” è un comando che devo spuntare se voglio che si combinino delle tabelle
per quanto riguarda le verifiche all’ SLD , ossia drift d’interpiano, eccentricità ecc..
• “Consider Story Module” mi da la possibilità di considerare dei moduli il che è utile quando ho che
su di un unico edificio mi vanno più torri separate, cioè due moduli separati, e questi, magari se gli
impalcati sono sfalsati di qualche metro, il Gen in automatico non sa quali impalcati appartengono
alla torre A e alla torre B, quindi, quando va a fare la verifica di drift d’interpiano, cioè la differenza
di spostamento tra un piano ed il suo successivo:
o Se definisco il modulo : il Gen riconosce automaticamente il piano successivo qual è
(cioè non va a confrontare il terzo piano della torre A ed il terzo piano della torre B che
sono sfalsati di 1m, ma considererà torre A con torre A e torre B con torre B)
In questo caso non abbiamo moduli e quindi non occorre spuntarlo
• “Consider Wind and Seismic Loads for Flexible Floors” : mi permette di andare a considerare il
vento ed il sisma statico per piani flessibili, cioè anche quando non ho il piano rigido, in quanto :
o nel caso di piano rigido mi si va a formare un'unica forza applicata al centro di massa
o se non ho il piano rigido, se spunto tale opzione, mi si vanno a formare tante piccole forze
su tutti i piccoli nodi che appartengono all’impalcato
• “Eccentricity Ratio”: l’eccentricità viene definita come la distanza tra il centro di massa ed il centro
di rigidezza
Il CENTRO DI MASSA può calcolarsi in 3 modi :
2. Spuntando “Use Axial Force” – la posizione è proporzionale allo sforzo normale dei pilastri che
arrivano in quel piano
(questo significa che un pilastro più caricato avvicina a sé il centro di massa; questo significa
che se ho un carico decentrato ai piani superiori, eccentricità del carico porterà alcuni pilastri
ad essere più caricati degli altri, e questo mi comporterà una diversa posizione del centro delle
masse)
3. Spuntando “Use Shear Force” si ottiene lo stesso effetto del punto 2, solo che si considera la
forza di taglio
questo significa che ad esempio un setto attirerà verso di sé il centro di rigidezza (penso sia sempre centro
di massa) rispetto ad un pilastro
CENTRO DI RIGIDEZZA
Andiamo quindi ora a definire i CASI DI CARICO con i quali si andrà a calcolare il centro delle rigidezze : +
(OSS: in questo caso, per quello che sto facendo, avrei potuto utilizzare anche “wind Loads” questo perché
mi serve una qualsiasi forza orizzontale)
OSS: per gli “Spectrum Parameters” posso anche lasciare quelli che ci sono,
perché dato che in questo caso le forze che sto utilizzando servono solo per
calcolare il centro di rigidezza che verrà calcolato come semplice rapporto
Forza/Spostamento, a forze maggiori corrisponderanno spostamenti
maggiori, quindi la rigidezza della struttura non cambia a seconda dell’entità
della forza applicata
OSS: quelli che sono importanti sono i “Structural Parameters” nei quali devo
andare ad inserire il Periodo Proprio della struttura
In “Seismic Load Direction Factor (Scale Factor)” vado a dire al Gen in che direzione voglio che il sisma
aagisca :
allo stesso modo vado a definire il sisma statico Y, (mettendo in “Seismic Load Direction Factor (Scale
Factor)” i fattori (x direction) - 0; (Y direction) - 1
Una volta lanciata l’analisi riesco anche a capire dov’è il CENTRO DI MASSA ed il CENTRO DI RIGIDEZZA
1. Eigen Vector
(nella maggior parte dei casi va bene
usare questo)
2. Ritz Vectors
(è consigliato quando c’è un gran
quantitativo di massa in gioco con
numerosi nodi, o meglio quando ci
vorrebbero tantissimi autovalori per
estrarre una percentuale di massa in
gioco)
Quindi:
• Ritz Vector è conveniente usarlo su grossi modelli, perché è un metodo più veloce, però è anche
più approssimativo
• Con Eigen Vector si hanno 2 possibilità :
1. “Subspace Iteration”
2. “Lanczos”
In questo caso, avendo tutti i piani rigidi, tutti i punti appartengono al piano rigido, ed avendo 6 piani, ho i
gdl della struttura sono 18, quindi analizzando 18 modi di vibrare dovrei cogliere il 100% della massa fuori
terra (ho quindi scelto Eigen Vector – Lanczos - Number of Frequencies -18)
OSS: fino ad ora avevo solo definito i carichi e in Model -> Structure Type avevo definito che il peso proprio
veniva convertito in massa, ma non i carichi, quindi bisogna :
• Masse nodali
• Masse di piano
• Trasformo i carichi inseriti precedentemente in
masse
OSS : quello che era P.P (in Load Case) che era Self Weight, non lo trovo in
Load Type for Converting, quindi sia che avessi il valore 1 o 0, non mi
cambia, perché l’avevo già convertito prima
Faccio girare l’analisi “Perform Analysis” e vado ad osservare i MODI di VIBRARE che posso vedere più
velocemente cliccando su “Vibration Mode Shapes”
in questo caso vista dall’alto si vede che è torsionale, attivando la legenda si può vedere anche le percentuali
di massa partecipanti e il primo periodo e la frequenza.
Si possono visualizzare gli end-offset, (audio disattivato), adesso riattivato, per il beam end-offset
proviamolo a mettere su questo elemento:
E proviamo a mettere un 40 cm
E facciamo apply, ovviamente ci chiede di continuare le analisi e si vede poco ma si nota un colore verde,
prova ad ingrandirlo Display option, ma non riesce a farlo ingrandire.
Se torniamo nel Tree-Menù , lo posso visualizzare se faccio tasto destro deleate e lo elimino,
Adesso faccio rigirare le analisi e andiamo a guardare i modi di vibrare, allo steso modo di prima rivediamo
la legenda e possiamo vedere anche la visuale Contour:
E si visualizza a che livello sta la struttura, cambiando i modi si nota che il secondo è traslazionale e il terzo
e traslazionale dall’altro lato e anche un pochino torsionale visto dall’alto:
senza Contour si ritorna alla schermata legenda, come prima.
Bene fatto questo passiamo a vedere un pochino di risultati veri e propri e andiamo a vedere le deformate per
singolo caso di carico:
Tipo l’accidentale:
Sia nodale:
Che quella reale, vai sui puntini affianco a Deform e ti esce un menù a tendina:
Questo può essere visto per tutte le combinazioni, e si possono fare anche gli inviluppi degli spostamenti tutti
insieme ma non ha tanto senso, poiché non si riesce a cogliere dallo schermo del 3-D.
Andiamo a vedere i risultati sia dai diagrammi:
Ovviamente questi sono relativi agli inviluppi, altrimenti posso sempre dal Tree Menù visualizzare i
diagrammi per ogni singola combinazione.
Anche in termini di Contour posso visualizzare tramite la differenza di colori quali elementi sono più
sollecitati rispetto agli altri.
Anche in questo caso per tutte le combinazioni e gli inviluppi, MOMENTO TORCENTE Mz.
Andiamo a vedere gli elementi WALL, in questo caso possiamo sia vedere l’elemento sollecitato
visualizzato come Countour che come diagramma:
Per eliminare dalla visualizzazione l’intera struttura e visualizzare solo il wall, andiamo in DISPLAY→
DISPLAY OPTION → DRAW → INACTIVE OBJECT:
Devi eliminare la casella evidenziata.
A questo punto se ne visualizzi solo uno di diagramma per tutta la struttura wall, tipo in questo caso in cui il
vano ascensore è un unico elemento Wall, abbiamo inserito all’interno del modello solo un Wall ID
Ed associo ad ogni Wall ID un numero ad esempio con ASSIGN → AUTO INC. → N.(1,2,3…) →APPLY,
il risultato finale sarà:
Ovviamente adesso allo stesso modo di prima posso visualizzare i diagrammi, che adesso sarà uno per Wall.
Poi per far comparire il resto della struttura che prima ho eliminato, vado su
Quindi valutato che non ho gradi di libertà e il periodo è più o meno quello che mi aspettavo vuol dire che la
modellazione è corretta e quindi posso passare a vedere delle verifiche. Abbiamo due tipologie di verifiche
quelle allo SLD e SLV, a monte noi abbiamo fatto delle ipotesi cioè un fattore di struttura q = 3.9 per edificio
a telaio e abbiamo assunto che la struttura fosse irregolare, con queste ipotesi sono arrivato a certi risultati e
quindi adesso devo verificare tali risultati prima di passare al progetto dei singoli elementi. Le prime
verifiche che si compiono sono quelle allo SLD deformabilità, drift di interpiano poiché queste sono
indipendenti dalle armature, se queste sono verificate e quindi se la geometria e la modellazione è corretta
allora posso passare al progetto delle armature.
A questo punto si aprirà un menu a tendina con cui potrò scegliere il caso di carico che mi interessa,
Avrei potuto, come si vede dall’immagine anche visualizzare la tabella sotto la voce TABLES del Tree
menu, una volta selezionati i casi di carico di interesse posso scegliere i parametri che voglio, come la
limitazione dello 0.005, anche da questo menù avrei potuto selezionare i casi di carico nell’eventualità che
non l’avessi fatto prima.
Tutti i paremetri e questo tipo di verifiche sono esplicati al meglio nel Pdf → Training edificio multipiano,
una volta scelti i parametri e premendo OK posso visualizzare le tabelle, le considerazioni le posso fare o
nodo per nodo, infatti il software visualizza il nodo che si sposta di più, oppure sul centro di massa e
ovviamente direzione per direzione
Ovviamente il software ci porta se la verifica è soddisfatta o meno nel caso ci fossero ad esempio determinati
spostamenti che superano la limitazione per qualche combinazione in questo caso in DIR.Y, bisogna
cambiare la geometria dell’elemento.
Vediamo altre verifiche che possiamo visualizzare in forma tabellare, sempre nel tree menu come prima
posso vedere quelle che più mi interessano sempre per il caso di carico selezionato:
STORY DISPLACEMENT → indica lo spostamento assoluto rispetto al suolo combinazione per
combinazione
STORY- SHEAR (RESPONSE SPECTRUM) → indica per ogni piano e per la combinazione selezionata la
forza inerziale le reazioni e l’eccentricità
STORY ECCENTRICITY → Questo è molto importante poiché ci da la possibilità di vedere in forma
tabellare il centro di massa, il centro rigidezza, l’eccentricità ma cosa più importante tramite il valore di EL.
Radius posso capire se il mio edificio è torsio-deformabile o meno.
La normativa per capire se è torsio deformabile o meno ci impone una verifica, l’estratto è contenuto nel pdf.
“training edificio multipiano” (pag 30).
L’incognita del problema è “Ls”, poiché se il nostro edificio è a pianta rettangolare non vi è alcun problema
perché A e B sono proprio i lati del rettangolo che circoscrive il nostro edificio, se l’edificio fosse più
complesso allora siamo noi utenti che abbiamo la possibilità di scegliere la circoscrizione che più ci piace
come rettangolo equivalente. El Radius rappresenta nel nostro caso rx e ry se lo diviso per Ls che ho ricavato
posso velocemente capire se il mio edificio è a nucleo oppure no, se è a nucleo la mia ipotesi iniziale sul
fattore di struttura è sbagliata e dovrei andare a cambiare “q” nello spettro mettendo un fattore di struttura
pari a 2, nell’esempio del video l’edifico è a nucleo e quindi cambia il fattore di struttura.
STORY SHERA FORCE RATIO → ci permette di vedere in forma tabellare quanta forza di taglio ogni
elemento in termini di percentuali si prende
Ma se vado nella tabella in basso LINEAR SUMMATION OF STORY SHEAR FORCE
Posso vedere le percentuali della forza di taglio di tutti gli elementi, ad esempio 66% perso dai beam e 34%
preso dai wall in direzione angolare 1 (0.00), la stessa cosa nell’altra direzione. Per cosa mi è utile per
determinare la tipologia strutturale ovvero se è a telaio o più a parete.
Sta anche nel pdf “training edificio multipiano” (pag. 28)
Anche in questo caso una volta fatta la verifica e vista la tipologia strutturale potremmo trovarci a cambiare
il fattore di struttura. Quindi tu fai delle ipotesi quando modelli e poi ovviamente devi andare a cambiare se
nell’eventualità che le tue ipotesi iniziali non siano verificate.
TORSIANAL AMPLIFICATION FACTOR → ci fornisce dei fattori di amplificazioni torsionali ma non è di
nostra normativa
STORY AXIAL FORCE SUM → ci fornisce per ogni piano per ogni combinazione di carico o quelle
selezionate la forza assiale piano per piano agente con la posizione nello spazio.
STABILITY COEFFICIENT → ci fornisce dei fattori correttivi per quanto riguarda la verifica P-,
potendo anche inserire nella casella Amplification factor (Cd) un fattore di amplificazione
In questo caso la verifica risulta totalmente soddisfatta, altriemnti nell’ultima colonna ci avrebbe fornito un
fattore con cui scalare la forza orizzontale dello spettro (vedi sinistra).
TORSIONAL IRREGULARITY CHECK → Una volta definiti i parametri sopra, si usa per fare
l’irregolarità torsionale ma non è presente nella nostra normativa.
Una verifica da normativa è quella di regolarità in altezza:
Dove potrò vedere la verifica svolta secondo i limiti, che si trovano anche nel pdf. “training edificio
multipiano”
Perché al primo piano risultano degli 0.00, perché abbiamo modellato la fondazione con degli incastri e
quindi è infinitamente rigido se invece avessimo messo una fondazione con delle molle alla winkler allora la
rigidezza dipendeva dalle molle stesse.
Finite le verifiche allo SLD e quindi verificato il nostro edificio per quelle combinazioni definite
precedentemente in general posso andare a fare le verifiche allo SLV, definite in concreate e steel.
Ovviamente se non sono verificate le ipotesi cambio il fattore di struttura, ma nel caso non dovessero
neanche essere verificate dopo tale cambio allora devo passare a cambiare la geometria della mia struttura,
poiché probabilmente è troppo deformabile.
TUTORIAL MidasGen PARTE VI
Passiamo a vedere effettivamente il designer vero e proprio dell’edificio, o meglio, andiamo a definire
dei parametri che mi servono per le verifiche.
In primis andiamo a definire se il nostro telaio è a nodi fissi o a nodi spostabili, o meglio, se è un
telaio controventato oppure no.
Design→General Design Parameter→Definition of Frame…
Questa cosa si può fare tridimensionalmente o in alcuni piani e possiamo decidere se vogliamo che
la lunghezza libera di inflessione che venga calcolata in modo automatico dal software oppure no.
Questa definizione è molto importante soprattutto per l’acciaio.
Verifichiamo se i casi di carico a lungo e a corto termine se sono inseriti bene, cosa certa se abbiamo
fatto bene la classificazione a livello di load cases.
Design→General Design Parameter→Short/Long term Load Cases…
Vediamo quali tra le combinazioni in automatico quali sono le permanenti, quali le frequenti e quali
le caratteristiche. Anche qui è compilato in automatico, però se per caso vado a modificare qualcosa,
come il semplice nome, devo metterlo dentro. Ancora, se mi sono fatto una combo ad hoc per conto
mio nella tabella tipo foglio excel, il software non sa in automatico se è una rara, frequente o quasi
permanente, lui la mette a sinistra e quindni la devo mettere io nella casella giusta.
Design→General Design Parameter→Serviceabiliy Load Combination…
Il member.
Design→General Design Parameter→Member Assignment…
Questo è molto importante in quanto, per il design, il Gen ragiona in questo modo, lui conosce la
sezione inizio, centro e fine (i,m,j), quindi , soprattuto per il c.a., le armature vengono fornite come
armatura iniziale, armatura centrale e armatura finale. Per calcolare queste armature lui considera 5
punti su ogni elemento finito: l’inizio i, ¼ , il centro m, ¾ e finale j. Per calcolare l’armatura iniziale
consiera tutte quante le sollecitazioni che vanno da i a ¼ , sia superiori che inferiori, e in base a quelle
sollecitazioni mi definisce un’armatura che le copre per quella lungheza di tratto. Con l’armatura al
nodo m sono sicuro che mi copre tutte le sollecitazioni da ¼ a ¾ e con l’armatura j sono sicuro che
mi copre tutte quante le sollecitazioni da ¾ alla fine. Quindi, io mi troverò che, supponiamo in una
trave in semplice appoggio, il momento iniziale, che me lo vedo riportato al nodo i, non è zero, ma,
essendo il massimo tra l’inizio e ¼, mi viene riportato il momento di ¼. E avendo armato il primo
tratto tutto uguale sono sicuro che sono coperto. Quidni, arma la trave partendo dal momento massimo
delle varie sezioni. Invece, se ho una trave incastrata, come armatura iniziale mi troverò sia del
momento positivo che del momento negativo, in quanto all’inizio il momento è negativo e a ¼ è
positivo.
Il design viene fatto su ogni singolo
elemento. Però, se per ragioni di
modellazione come in questo caso
dove ho una trave che interrompe la
trave longitudinale, quest’ultima se
non gli dico che è un unico memeber
lui mi fa l’armatura inizio centro fine
come se fosse divisa in due travi
diverse. Naturalmente non devo
definire unico memeber una trave
che sta su più pilastri.
Quindi, seleziono gli elementi divisi, apllico il memebre e lui li considera unico elemento.
Ad esempio, i due elementi 98 e 110 li considera un unico elemento 98 e posso calcolare l’armatura.
Ora andiamo a girare, se voglio, l’asse di calcolo dei miei elementi in quanto un’unica travata deve
avere la stessa direzione, sennò le armature non sono più concordi.
Design→General Design Parameter→Reverse Member Local Direction…
Con il comando Unbraced Length è possibile andare
a gestire e/o modificare le lunghezze libere di
inflessione (Ly:lunghezza libera di inflessione lungo z;
Lx:lunghezza libera di inflessione lungo x;
Lb:lunghezza libera di inflessione torsionale.
Design→General Design Parameter→Unbraced
length...
Il fattore k della lungheza di inflessione posso farlo scegliere in automatico o sceglierlo io a seconda
del grado di incastro.
Design→General Design Parameter→UEffective Length Factor(K)...
Il Modify Member Type è molto importante in qunto il Gen riconosce in modo automatico gli
elementi orizzontali definendoli travi e quindi li verifica a flessione semplice, mentre le aste verticale
le definisce in automatico colonne e quindi le verifica a pressoflessine deviata. Gli elementi inclinati
non li definisce in automatico e quindi sono io che devo ndare a definirle colonne, beam o brace
(controvento verificato sempre a pressoflessione). Questo per quanto riguarda il calcestruzzo, per
l’acciaio, invece, viene sempre fatta la verifica a pressoflessione deviata.
Questa è la visualizzazione che ottengo per property dove viene riportata la combinazione peggiore
per ogni tipologia ed essendo tutto in blu la verifica è soddisfatta.
La stesa cosa posso vederla per ogni sigolo elemento spuntando member
Se un elemento non soddisfa la verifica, spuntando connect model view e cliccandolo posso vedere
nel modello dove si trova.
Una volta selezionato l’elemento, in graphic posso andare a vedere in forma riassuntiva i parametri
della sezione, le sollecitazioni, i parametri e le singole verifiche.
Se vado in detail, invece, si apre un formato testuale dove ho la possibilità di vedere tutte le
combinazioni, dati della sezione, sollecitazioni, classificazione della sezione, le verifiche.
Posso decidere se vedere questa taabella per tutti gli elementi, per solo quelli verificati o solo per
quelli non verificati
Con il comando change, dopo aver spuntato property, mi da la possibilità di ricercare altre sezioni in
grado di soddisfare le verifiche
Posso scegliere se farlo per le travi, per le colonne, eventuali brace e dei wall. Così facendo otteniamo
un’armatura che poi possiamo modificare e col check rifacciamo la verifica, anche per SLE.
Design→Concrete Code Check
N.B. Tutto questo se stiamo nel capito 4, o meglio se non vogliamo fare la gerarchia delle
resistenze.
Se vogliamo rispettare la gerarchia delle resistenze dobbiamo andare in
Design→RC Strong Column-Weak Beam
Lanciamo il Ductile Design e lui si calcola
prima le armature delle travi e poi passa ai
pilastri. Con il comando Strong Column-Weak
Beam Ratio posso andare a vedere il rapporto
di sovraresistenza trave-colonna, anche in
forma tabellare (...Table).
❖ Facciamo ora la verifica di una soletta:
mettiamo per esempio la soletta su un solo piano: selezioniamo il piano orizzontale e gli elementi di
interpiano sottostanti -> cliccando su “active” visualizziamo sul display solo quanto selezionato -> andiamo a
rimuovere i floor loads (togliamo l’analisi se attiva -> tasto destro su “floor loads” nel works del tree menu -
> display -> spuntare “floor loads name/area” -> leggere i numeri relativi e andarli ad eliminarli dalla tables
dei floor loads).
Nel works vediamo che abbiamo un unico dominio (poiché soletta creata
nello stesso tempo, stesso materiale), ma diviso in sottodomini poiché ha
incontrato delle aree chiuse -> questo fa sì che posso lavorare anche solo
su sottodomini, ad esempio eliminarmi la soletta sulla scala e sul vano
ascensore.
LOAD -> per le platee usiamo PRESSURE LOADS e compiliamo i campi (scegliamo il tipo di carico, il rispettivo
valore e gli diamo una direzione). Dopodiché selezioniamo (select by plane -> XY -> quota -> clicchiamo il
piano che vogliamo del modello) e facciamo apply (più volte per diversi tipi di carico).
Se ho sbagliato ad inserire un carico o lo rimpiazzo o lo modifico nelle “tables” (una volta aperte sono ordinate
per elemento; le devo ordinare per tipo di carico -> tasto destro -> sorting dialog -> load case -> modifico il
valore per un elemento e lo copio per tutti quelli dello stesso load case)
Consideriamo per esempio che questo story (piano) non sia rigido (floor diaphragm): per modificare premo
F10 o vado in STRUCTURE -> CONTROL DATA -> STORY e scelgo di non considerare il diaframma per quel
piano -> mando l’analisi.
OSS: in questo modo le forze sismiche statiche dove ho il piano rigido sono applicate nel centro di massa;
dove non lo ho mi viene applicata su ogni singolo nodo.
OSS: per visualizzare graficamente il centro di massa e di rigidezza vado in DISPLAY -> MISC -> STORY MASS,
STIFFNESS.
- Determiniamo ora l’armatura:
DESIGN -> MESHED DESIGN; in questo menu a tendina trovo diverse cose, tra cui:
• SLE: sempre nel menu a tendina DESIGN -> MESHED DESIGN seleziono innanzitutto SERVICEABILITY
PARAMETERS per andare a definire i parametri della verifica allo SLE (sono gli stessi definiti per le
travi).
OSS: se per le travi ha senso parlare di verifica della freccia riguardo ad un L (L/250 o L/500), con le
Slab non è più ben definito cosa sia L. Il software considera la dimensione minima del rettangolo
circoscritto dalla mesh, ma non ha gran tanto senso -> conviene guardare la freccia e andarla a
confrontare io con la luce che voglio.
A questo punto mando la verifica: DESIGN -> MESHED DESIGN -> SLAB FLEXURAL DESIGN
Element & Element: valori non mediati, in ogni nodo ci sono tanti valori
quanti sono gli elementi ad esso collegati;
Avg. Nodal & Element: Valore mediato, in ogni nodo c’è un unico valore
ottenuto mediando le sollecitazioni di quel nodo negli elementi ad esso
collegati;
Element & Width(1m): Valori mediati, in ogni nodo ci sono i valori ottenuti
mediando le sollecitazioni dei nodi compresi nella fascia di larghezza 1 m
(la scelgo io);
Avg. Nodal & Width(1m): Valore mediato, in ogni nodo c’è un unico valore
ottenuto mediando le sollecitazioni già mediate tramite Avg. Nodal &
Element dei nodi compresi nella fascia di larghezza 1 m (la scelgo io).
La scelta della mediatura dei valori sta a me: se farla o meno (i valori
mediati sono ovviamente più bassi), quale metodo usare, di quanto farla
larga (questo sulla base della larghezza della singola mesh -> se 50cm
almeno 1m).
Quando sono definite queste scelte si può procedere al calcolo cliccando Apply.
Rebar : quantitativo minimo di armatura, definito tramite un passo e un diametro scelti precedentemente
dall’utente, calcolata nei singoli nodi.
Logicamente è un po’ a chiazze perché lui cerca di ottimizzare il calcolo. Sarà poi io a definire per un’unica
zona la stessa armatura (vediamo a breve).
As_req : quantitativo minimo di armatura calcolato nei singoli nodi espresso nell’unità di superficie (in questo
caso cm^2);
x/d = è possibile vedere anche questo rapporto, che per le nuove norme deve essere contenuto entro un
certo valore;
Resistenance Ratio = Indice di resistenza: rapporto tra il momento di progetto (sollecitante) e il momento
resistente.
Se questo valore è maggiore di 1, come in queste zone (nella tabella a destra cambio il minimo da 0 a 1) vuol
dire che ho un Mrd < Msd -> sta a me capire se è una cosa accettabile o meno (sulla base delle mediature,
della grandezza della mesh, ecc..);
Wood Armer Moment : momento di progetto calcolato con la procedura dell’EC2 (il metodo Wood-Armer ,
nella formulazione semplificata proposta nell’ E.C.2 è una procedura che prevede l’assegnazione di una quota
parte di momento torcente mxy nelle due direzioni x e y. A volte le esigenze di progettazione costringono il
progettista a scegliere un’armatura orientata diversamente dal classico reticolo orizzontale e verticale.
Applicando Wood-Armer alla procedura generale si trasformano i momenti principali mxx, myy e mxy nei
momenti ultimi di calcolo, cioè nuovi valori di sollecitazione che tengono conto di un orientamento
dell’armatura qualsiasi.
Con “Design Result” si crea un file text dove sono riportati i dati e le equazioni usate per determinare
i risultati delle verifiche effettuate nei nodi maggiormente sollecitati tra quelli visualizzati (con activate) o per
ogni dominio.
Con “Design Force” si crea una tabella tipo excel dove, per ogni nodo visualizzato al momento in cui si è
effettuata l’analisi, vengono visualizzati tutti i valori dei momenti sollecitanti e tutti i valori di wood armer
moment.
Con “Update Rebar” si salva l’armatura proposta in un database, nel works. Tale armatura rimane a
disposizione dell’utente per eventuali modifiche.
Ad esempio posso assegnare a certe zone un altro tipo di armatura semplicemente selezionando tali zone
(cliccando sull’armatura che voglio cambiare) e trascinando la nuova armatura -> avrò una maggiore
uniformità (invece di 5 combinazioni diverse di passi e diametri ne faccio solo 3 o 2 anche).
• Flessionale:
A questo punto vado a fare il checking (DESIGN -> MESHED DESIGN -> SLAB FLEXURAL CHECKING),
per vedere se effettivamente le armature si sono modificate (rebar)
e soprattutto l’indice di resistenza, per cercare di abbassarlo.
• Punzonamento:
DESIGN -> MESHED DESIGN -> SLAB SHEAR CHECKING
Se questa verifica non dovesse essere soddisfatta nel contour grafico viene riportato un valore della
Ratio pari a 99,9 mentre nel report testuale “Design Result” viene riportato il reale valore calcolato.
In questo caso vuol dire che non è soddisfatta la verifica lato cls -> sarà necessario aumentare lo
spessore della piastra, il tipo di cls, o aumentare la sezione del pilastro.
2) Utilizzando Stress si ottiene il rapporto di resistenza delle massime tensioni medie di taglio per ogni
pilastro.
Viene riportato il perimetro di verifica di base e viene proiettato nel piano, il diagramma delle
tensioni calcolato in determinati punti del perimetro di verifica (con alcuni valori notevoli).
Al centro del pilastro viene inoltre riportato il rapporto di resistenza delle massime tensioni medie di
taglio.
• SLE:
DESIGN -> MESHED DESIGN -> SLAB SERVICEABILITY CHECKING
1) STRESS CHECKING
Fornisce il valore (Value) della tensione nel cls (Concrete) o nelle armature (Reinforcement) e anche
il rapporto (Ratio) con la relativa tensione ammissibile.
Anche se la normativa prevede che le tensioni siano verificate sotto la combinazione caratteristica
(rara) è possibile ottenere i risultati anche per le altre combinazioni definite in S.L.E.
Nel caso in cui non sia verificata la tensione nell’acciaio bisogna aumentare l’armatura.
Nel caso in cui non sia verificata la tensione nel cls bisogna aumentare l’ fck del materiale, oppure
aumentare lo spessore della piastra.
Se la zona che non verifica è molto limitata e completamente interna alla sezione del pilastro si
potrebbe anche ritenere la verifica comunque soddisfatta.
OSS: mediando i valori compresi su una fascia di 160 cm la verifica risulta completamente soddisfatta.
Se non si fossero mediati i valori, o mediando in una fascia più stretta, probabilmente questa verifica
non sarebbe stata soddisfatta
OSS : La compressione nel cls viene riportata con valore positivo e dalla stessa parte delle fibre
tese in modo da esser così più facilmente associata alla trazione dell’armatura (analoga convenzione
avviene sulle travi).
2) CRACK CONTROL
La funzione Crack control, è attiva solo per elementi con spessore maggiore di 200 mm e sotto la
combinazione di carico quasi permanente.
Crack Width: fornisce il valore dell’ampiezza delle fessure e il rapporto di queste con il valore di
fessura ammissibile (fissata precedentemente in Serviceability Parameters).
Min As : fornisce il valore dell’area minima di armatura nella zona tesa e il rapporto di questa con il
valore dell’area proposta;
Rebar Spacing: fornisce il valore del passo massimo tra le armature e il rapporto di questo con il
valore del passo proposto;
Rebar Dia: fornisce il valore del diametro massimo delle armature e il rapporto di questo con il valore
del diametro proposto.
3) DEFLECTION
Si può trovare il valore dell’inflessione di tutti i nodi e il valore del rapporto col valore di inflessione
limite definito dall’utente precedentemente.
DOMANDE:
- Come vengono gestiti i fili fissi dei pilastri? È possibile tenerne conto nelle successive generazioni delle
carpenterie?
È possibile, ma si deve vedere se conviene o meno. Andare ad inserire un offset nel pilastro è semplice (tasto
destro sulla sezione e properties), ma avrò un offset
strutturale, nel senso che lo sforzo normale mi produrrà
anche un momento di trasporto. Dovrò fare quindi delle
valutazioni esterne.