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La teoria della linea portante di Prandtl e sue modiche ed

estensioni
Raucci Biagioa
ABSTRACT
Le note riguardano la teoria della linea portante proposta da Ludwig Prandtl. Vengono proposte alcune modiche
ed estensioni, nonch un accenno alla sua implementazione numerica (metodo di Multhopp).
Keywords: Ala nita, progettazione aerodinamica, teoria di Prandtl, metodo di Multhopp, Valentino Losito,
Modello vorticoso

1. PREMESSA
Il modello vorticoso che necessario introdurre per simulare le capacit portanti di un prolo alare costituito
da vortici aderenti, disposti allinterno o sulla supercie del contorno del corpo, i cui assi, inniti e rettilinei,
sono tutti paralleli tra di loro e tutti perpendicolari alla direzione della corrente asintotica. In tal caso la velocit
indotta (downwash) da tale sistema di vortici nulla, come si detto nella interpretazione della portanza con la
legge di Newton e come conclude il teorema di induzione di Munk.

2. IPOTESI DI PRANDTL
Di seguito elenchiamo le ipotesi poste alla base della teoria di Prandtl:
Il uido ideale ed il regime di moto incomprimibile.
Lala ha freccia nulla (o anche trascurabile, in pratica minore di 100 ).
Lallungamento alare molto grande ( >> 1) in modo da ritenere valida lassunzione che il campo di
moto, ad ogni stazione y lungo lapertura alare con eccezione delle piccole zone estremali, dov marcata
la tridimensionalit del usso sia di tipo bidimensionale. Ci equivale a dire che le leggi di variazione delle
pressioni sul dorso e sul ventre del prolo alla stazione y, hanno lo stesso andamento di quello valutabile
in 2 D, ma solo e vedremo tra poco il motivo ad un angolo dattacco minore. Ci stato vericato
sperimentalmente anche nel comportamento degli strati limiti no allo stallo. Come conseguenza di tale
ipotesi lecito aermare che la velocit indotta dai vortici aderenti di unala a freccia nulla e di grande
allungamento nulla in ogni punto del campo.
La variazione della portanza, ovvero della circolazione, lungo lapertura di unala nita consente di prevedere, per i teoremi di Helmotz, la formazione dei vortici liberi che, essendo non anulari n inniti, debbono
necessariamente partire dalla supercie solida dellala.
La presenza di vortici liberi d luogo ad una velocit verticale indotta che fa diminuire ad ogni stazione
langolo dattacco con cui viene a lavorare il prolo corrispondente.
Lipotesi di bidimensionalit dei campi di moto nei piani longitudinali, i.e. nei piani paralleli al piano y = 0,
ed il valore nullo della velocit indotta dai vortici aderenti ammettono, per conseguenza, la possibilit di
annullare le dimensioni delle corde alari e di ridurre lala ad una linea che non un vortice ma un segmento
materiale che devessere introdotto come base di partenza dei vortici liberi.
Corresponding author. E-mail address: raucci@gmail.com

Lintensit di un vortice libero alla stazione y pari, per i teoremi di Helmotz, alla variazione di circolazione
in quella stazione (d/dy ). La direzione dei vortici liberi, per il 3o teorema di Helmotz, dovrebbe coincidere
con quella delle linee di corrente che si dipartono dallala no allinnito a valle, ma Prandtl, con un intuito
geniale, ha trascurato, ai ni dellorientamento dei vortici liberi, il downwash indotto da detti vortici
e li ha assunti disposti nella direzione della corrente asintotica. Leettiva congurazione non planare
ed attorcigliata dei vortici liberi devessere tenuta in conto quando si vuole calcolare in modo corretto
linduzione fuori dallala, come ad esempio sul piano orizzontale, ad alte incidenze.

3. EQUAZIONI DELLA TEORIA DELLA LINEA PORTANTE


Lipotesi di bidimensionalit dei campi di moto nei piani longitudinali consente di scrivere per il coeciente di
portanza del prolo posto alla stazione y
(1)

cl (y) = cl0 (y) + cl (y) [ (y) i (y)]

nella quale cl0 il coeciente di portanza in 2 D ad = 0, cl il gradiente della retta di portanza


bidimensionale del prolo, ed i langolo dincidenza indotta dai vortici liberi:
i (y) =

w (y)
V

(2)

dove w (y) la velocit indotta, verticale verso il basso, dai vortici liberi semiinniti, che Prandtl ha valutato
come met della velocit indotta da vortici liberi inniti. Risulta:
b/2

1
1
w (y) = w (y) =
2
4

d dy
dy y y

(3)

d dy
dy y y

(4)

b/2
b b
con y 2 , 2 .
Si ha quindi:
b/2

1
w (y)
=
i (y) =
V
4V
b/2

Pi correttamente si deve porre


w (y) = f (
con la funzione f (

Prandtl ha posto f (
accurata della (4) :

(5)

) w (y)

) data da:

1 1 + 0.067147 2 0.0062767
4
f( )=
1
4 1
7
log ( ) 8
2 + 2

[0, 3]
]3, +[

) = 1/2, ma come si vede ci vero solo al limite per


b/2

f( )
w (y)
=
i (y) =
V
4V

. Pertanto lespressione pi

d dy
dy y y

(6)

b/2

Lequazione alla base della teoria della linea portante dunque:

f( )

cl (y) = cl0 (y) + cl (y) (y)


4V
2

b/2

b/2

d dy

dy y y

(7)

Nella (7) il primo membro legato allincognita (y) tramite la legge di Kutta-Youkowski:
1 2
V (y) = l (y) = c (y) cl (y) V
2

(8)

1
(y) = c (y) cl (y) V
2

(9)

da cui

4. SOLUZIONI DIRETTE ED INDIRETTE DELLEQUAZIONE DI PRANDTL


TEORIA DELLA LINEA PORTANTE
Nelle prime applicazioni della teoria di Prandtl della linea portante sono stati utilizzati metodi diretti iterativi di
risoluzione della (7). Si assegnava una distribuzione (y) di tentativo. Tramite derivatori ed integratori graci
associati ai tecnigra da disegno si calcolava la distribuzione degli angoli dincidenza indotta i (y) dalla (4) e
uindi la legge di variazione dei cl (y) dalla (7), (con f ( ) = 1/2), ovvero una nuova distribuzione (y) tramite
la (9) ed il processo veniva reiterato no alla desiderata convergenza.
Pi eleganti ed accurati sono i metodi indiretti, basati, per la risoluzione dellequazione integrale (7) con
lincognita Cl che appare al primo membro ma anche sotto il segno dintegrale in termini di d al secondo
membro , nellassumere uno sviluppo in serie di Fourier di soli seni per la funzione incognita. In particolare,
posto

ccl
()
=
=
an sin n
(10)
() =
bV
2b
1
con la trasformazione della variabile indipendente y:
y=

y
b
cos = cos =
2
(b/2)

con
[1, 1] ; [0, ]
dal momento che
(b/2) = (b/2) = 0
e sono dunque da escludere il termine costante ed i termini in coseno dello sviluppo in serie di Fourier per la
funzione (), i.e. della circolazione adimensionale.
Dalla (10) si ha per derivazione:

d =

(11)

nan cos n0 d0
1

e risulta:

d
=
cos 0 cos

nan
1

nan

=
1

Pertanto dalla (6) si ottiene:

cos n0
d0 =
cos 0 cos

sin n
sin

i () = f (

nan
1

sin n
sin

(12)

Con la (12), la (1), dopo aver modicato primo e secondo membro per c/2b, fornisce:
() =

ccl0
ccl
ccl
+

f(
2b
2b
2b
3

nan
1

sin n
sin

(13)

ovvero per la (10):

an sin n 1 +
1

ccl
f(
2b

n
ccl0
ccl
=
+

sin
2b
2b

Se la quantit entro parentesi quadra nella (14) fosse indipendente da , il che avviene quando
ccl
= k sin
2b

(14)

(15)

la (14) fornirebbe gli incogniti coecienti an von la tecnica di Fourier.


Il gradiente della retta di portanza dei proli alari cl (y), com noto, non molto diverso dal valore teorico 2
ed comunque poco variabile lungo lapertura; perci, tra le innite possibilit espressa nella (15), possibile
riferirsi, in pratica, la caso di ali con spessore percentuale costante lungo lapertura (cl = cost (y)) e di forma
in pianta ellittica:
c = cr sin
dove cr la corda alla radice dellala ellittica, i.e. quando nella (15) si assume:
cr cl
.
k=
2b
Tornando al calcolo dei coecienti an con la tecnica di Fourier moltiplichiamo primo e secondo membro della
(14) per sin k ed integriamo tra 0 e , ricordando che:

se k = n
0
(16)
sin k sin nd =

/2 se k = n
0
si ricava, con cl0 = cost ( i.e. anche la curvatura costante lungo lapertura):

an (1 + knf (
1

))

ccl
ccl0
+

sin n sin kd =
2b
2b

sin n sin kd.

(17)

Tra gli inniti integrali che compaiono al primo membro della (17) sono non nulli solo quelli per k = n, ma al
secondo membro si hanno valori diversi da zero solo nel caso k = 1; pertanto dalla (17) si ha:
a1 =

ccl0
2b

+ ccl
2b
c
1 + f ( ) cr2bl

(18)

Prandtl pose cl0 = 0 e cl = 2; essendo la supercie alare dellala ellittica S = (cr b) /4 da cui
cr
2
,
=
2b

la (18) diventa
4
.
2+
Si conclude che lunica soluzione analitica della teoria della linea portante di Prandtl corrispondente al caso di
carico ellittico lungo lapertura
() = a1 sin ,
a1 =

essendo nulli tutti gli altri coecienti an dello sviluppo in serie nella (10), e lala ellittica ha una distribuzione
di carico ellittica.
Per alicon forme in pianta diverse da quella ellittica non possibile ottenere in forma chiusa una soluzione
dellequazione integrodierenzaile (7). In tal caso lincognita distribuzion di portanza lungo lapertura, sempre
del tipo (2), potr essere valutata, ma occorrer riferirsi ad una soluzione numerica dellequazione (14) per
gli incogniti coecienti an . In particolare occorrer imporre la (14) in un numero nito M di stazioni lungo
lapertura, troncando la serie di Fourier a partire dal termine aM+1 . Il problema cos ricondotto alla risoluzione
di un sistema di M equazioni lineari algebriche nelle incognite an con n = 1, . . . , M . Questo procedimento
numerico stato in seguito a partire dal 1938 sostituito dal pi elegante e conveniente metodo di Multhopp.
4

5. CENNI AL METODO DI MULTHOPP


Il metodo di Multhopp consente di scrivere unespressione per langolo dincidenza indotta in ogni stazione
di unala nita direttamente in termini dei valori delle M circolazioni n assunte incognite lungo lapertura.
Multhopp utilizza la seguente tecnica di quadratura di Gauss-Tschebyche:
1

f () d =
M +1

(19)

f (n ) sin n
1

con

n
(n = 1, 2, . . . , M )
M +1
La scelta della posizione delle stazioni lungo lapertura particolarmente felice nel caso di ali nite in cui
la circolazione (o portanza) e pi fortemente variabile verso le estremit alari; dividendo in parti uguali la
semicirconferenza avente per diametro lapertura alare, con la scelta delle stazioni
n
n =
,
M +1
n = cos n ,

n =

queste vengono ad essere pi inttite, nella variabile y, proprio verso lestremit alari.
Applicando la (19) alla (4) si ricava, dopo alcuni passaggi che qui si omettono:
M

i = b

(20)

bn n
n=1;n=

Il termine b langolo dincidenza indotta nella stazione dal vortice libero posto nella stessa stazione dai
rimanenti vortici liberi posti nelle altre stazioni (n = ).
I coecienti di inuenza sono dati da:

b = 4M+1n
sin

bn = 0
per |n | = 0, 2, 4, 6, . . .
(21)

cos n
bn = 1(1)|n|
per |n | = 1, 3, 5, 7, . . .
M+1
(cos cos )2
n

La (1), moltiplicando tutti i termini per c/ (2b), diventa:


ccl
ccl
+
i =
2b
2b

ccl0
2b

ccl
2b

(22)

ovvero essendo, cfr. eq. (10), = (ccl /2b) ,


2b
ccl

+ i =

c l0
c l

(23)

Si osservi che il rapporto cl0 /cl non altro che langolo d portanza nulla, zl , del prolo, posto alla stazione ,
in campo 2 D, in valore assoluto.
Sostituendo la (20) nella (23) si perviene al seguente sistema nale di M equazioni lineari algebriche nelle M
incognite n :
M

[(2b/ccl ) + b ]

bn n = (|zl |) +
1

che pu essere scritta in forma compatta come:


M

(24)

Bn n = (|zl |) +
1

dove:
Bn =

(2b/ccl ) + b

bn

per

n=

per

n=

(25)

6. COEFFICIENTI AERODINAMICI GLOBALI


6.1. Calcolo del coeciente di portanza di unala nita
Applicando la legge di Kutta-Youkowski si pu scrivere di seguito:
b/2

1 2
2
L = CL S V = V
2

(y) dy =

b/2

1 2 2
V b
2

() sin d
0

da cui segue facilmente

() sin d =

CL =
0

() d

(26)

Dalla (26) si possono ricavare le diverse espressioni analitiche e numeriche.

6.2. Espressioni analitiche


Formula generale:

CL =

sin n sin d =

an
1

a1

(27)

6.2.1. Carico ellittico ala ellittica


CL =

cl0 + cl
1 + f ( ) 2 cl

(28)

Nel caso di ala con distribuzione ellittica del carico o di ala ellittica con proli innitamente sottili e non ricurvi
la (28) fornisce:
CL = 2
che, seguendo Prandtl, con f (

4f (

)+

(29)

1
) = 2 , diventa:

CL = 2

2+

(30)

Poich Prandtl ha sottostimato il valore degli angoli di incidenza indotta e quindi sovrastimato la capacit
portante delle ali, tanto pi quanto pi basso lallungamento alare, nel passato per molti anni, si apportato
una classica correzione empirica alla (28) scrivendo in luogo di cl il fattore cl /E dove E il fattore di Jones,
rapporto tra il semiperimetro dellala e lapertura alare (E > 1), il che equivale a correggere la (30) come:
CL = 2

2+E

(31)

Risulta pi rigoroso e corretto limpiego della (29) in luogo della (31). Inoltre la correzione (5), con lespressione
analitica della f ( ), estende la validit della teoria della linea portante anche ad ali di basso allungamento,
purch privi di freccia.

6.3. Espressione numerica


Applicando la (19) al secondo integrale della (26) segue facilmente:
CL =

M +1

n sin n
1

(32)

6.4. Calcolo degli angoli dincidenza indotta


6.4.1. Espressioni analitiche
Nel caso di impegno del metodo indiretto con i coecienti an vale la (12), che si riscrive qui per comodit:

i () = f (

nan
1

sin n
.
sin

(33)

Con distribuzioni ellittiche del carico la (33), tenendo conto della (27), fornisce

che diventa, con f (

2CL
f(

) a1 =

i = f (

(34)

) = 1/2
i =

a1
CL
=
2

(35)

6.4.2. Espressione numerica


Utilizzando il metodo di Multhopp vale per langolo dincidenza indotta la relazione (20), con i coecienti
dinuenza indicati nella (21):
M

i = b

(36)

bn n
1

6.5. Calcolo della resistenza indotta


Uguagliando lespressione convenzionale e quella sica della resistenza indotta, possiamo scrivere:
b/2

1 2
2
Di = CDi S V = V
2

(37)

(y) i (y) dy

b/2

ed eettuando lusuale cambio di variabili segue dalla (37)

() i () sin d =

CDi =
0

() i () d

(38)

6.5.1. Espressioni analitiche


La (38), con le relazioni (10) e (12), consente di ottenere:

CDi = f (

na2
n

)
1

sin2 nd = f (
0

na2
n

(39)

Con la (39) si vede facilmente che quando il carico ellittico (a1 = 0 e a2 , a3 , . . . , an , . . . = 0) si ottiene il minimo
della resistenza indotta.
In tal caso si ricava dalla (39)

C2
(40)
CDi =
f ( ) a2 = 2f ( ) L
1
2

che diventa con f ( ) = 1/2:


C2
(41)
CDi = L

Per ali a distribuzione di portanza non ellittica vale la relazione:


CDi =

2
kCL

(42)

con k > 1, ma invero la (42), stante la (40), andrebbe scritta anche per ali con distribuzione ellittica del carico.
Rimane comunque valido il risultato:
kcarico non ellittico > kcarico ellittico
6.5.2. Espressione numerica
Con il metodo di Multhopp il coeciente di resistenza indotta si calcola numericamente con la relazione:

M
M
M

bn n sin
i sin =
b
CDi =
M + 1 =1
M + 1 =1
n=1,n=

Una volta noti i valori numerici di CDi e di CL si ricava per lala in esame il coeciente k che compare nella
(42) come:

k = 2 CDi
CL
Ancora oggi la teoria della linea portante ed il metodo di Multhopp sono utili nella progettazione aerodinamica. In particolare tutte le teorie alari pi sosticate (quelle, ad esempio, per lanalisi di ali a freccia e di
forma in pianta arbitraria) presentano dicolt ed approssimazioni nella valutazione della resistenza indotta,
dal momento che non appare pi come variabile diretta dellangolo dincidenza indotta ad ogni stazione lungo
lapertura alare.

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