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Per i serbatoi di processo sono spesso impiegate flange di dimensioni tali che le flange standard non sono utilizzabili. In questi casi devono essere calcolate flange speciali (non standard). Le flange di grandi dimensioni possono essere ottenute per laminazione da un anello circolare o possono essere ottenute per laminazione da una barra saldata. Se si deve usare una flangia tipo slip-on senza collare lanello per la flangia pu essere ottenuta tagliando con la fiamma una lamiera piena. Il primo metodo di calcolo delle flange fu quello indicato con il nome di metodo locomotiva del Risteen. Successivamente Crocker and Stanford svilupparono un metodo di calcolo nel quale si ipotizzava che le flange si comportassero come una trave. Den Hartog successivamente mise a confronto il metodo della locomotiva e il metodo di Crocker and Stanford con una analisi vettoriale e dimostr che malgrado la loro derivazione fosse diversa essi finivano con il coincidere. Successivamente Waters e Taylor svilupparono un metodo di analisi combinando la teoria della trave su fondazione elastica con la teoria delle piastre piane che rese possibile il calcolo delle tensioni in direzione radiale tangenziale e assiale. Il metodo di Taylor-Waters fu esteso da Waters Rossheim Wesstrom e Williams. Questo metodo costitu la base per la formulazione del calcolo secondo ASME. Un confronto fra i valori delle tensioni calcolate con il metodo analitico e quelli determinati sperimentalmente attraverso misurazioni delle deformazioni sono stati riportati in una relazione (175) per giunti flangiati di serbatoi e tubazioni in servizio a basse pressioni. Nel capitolo che segue si descrive un metodo di calcolo delle flange basato sul metodo sviluppato da Waters Rossheim Wesstrom e Williams. Il metodo generale e si applica alle flange circolari di giunti imbullonati sotto pressione e libere di inflettersi sotto lazione dei carichi dei bulloni. Esso quindi comprende tutti i tipi di flange nelle quali la guarnizione o le superfici di contatto delle flange sono interamente comprese entro il cerchio dei bulloni ed esclude tutti i tipi di flange nelle quali ci sia qualche contatto fuori dal cerchio dei bulloni.
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Nella trattazione che segue si parte da alcuni presupposti: 1. che non si abbiano fenomeni di scorrimento plastico e deformazioni plastiche; 2. che il carico trasmesso dai bulloni sia noto; 3. che il braccio del carico dei bulloni sia dato; 4. che leffetto del momento esterno applicato alla flangia ed uguale al prodotto del carico dei bulloni per il braccio indipendente dalla posizione del carico di applicazione della forza dei bulloni e di quella delle forze che bilanciano il carico dei bulloni. 5. che il carico trasmesso dai bulloni sia uniformemente distribuito Le flange con il colletto rastremato sono studiate svincolando la struttura e dividendo la flangia in 3 parti come mostrato in Figura 12.15 e considerando ogni parte come una unit indipendente e imponendo successivamente le condizioni di congruenza. Si assume che i carichi agenti sul complesso sono dati da: 1. un momento agente sullanello e distribuito in modo tale da poter essere sostituito da una coppia equivalente prodotta da una forza W1 applicata rispettivamente al diametro interno e al diametro esterno dellanello come mostrato in Figura 12.15
W1
W1
2)
pressione interna che agisce in direzione radiale sulla flangia e in direzione assiale attraverso la trasmissione del carico agente contro un supposta chiusura come mostrato il figura 12.16
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Gli effetti di ognuno di questi carichi sulla flangia sono studiati separatamente avendo supposta valida la legge di Hooke e quindi che le deformazioni siano funzioni lineari dei carichi. La soluzione completa pu essere ottenuta con il metodo della sovrapposizione degli effetti come mostrato in figura 12.17. 1a) STUDIO DEL CILINDRO COLLEGATO ALLA FLANGIA Si suppone che il cilindro collegato alla flangia reagisca come una trave su fondazione elastica. Lequazione di deformazione per queste condizioni di carico data dalla equazione 6.69 che pu essere scritta nella forma:
(12.4)
2 r1 p
2 r1 p
Fig.12.16
2 r1 p
Lasse x preso positivo nella direzione dellanello e lasse y preso positivo in direzione radiale verso lesterno. La costante ha il valore dato dalla espressione (6.86)
=4
12(1 2 ) d 2 12
(6.86)
Le costanti c1 e c2 possono essere determinate prendendo in considerazione le condizioni di congruenza allaccoppiamento cilindro - codolo.
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(6.15)
Il taglio dato dalla equazione 6.17: d3y Q=D 3 dx Il carico dato dalla equazione 6.18: w=D d2y dx 4
(6.17)
(6.18)
(12.5)
d2y = 2 2 e x (c1 cos x c 2 sin x ) 2 dx d3y = 2 3 e x [c1 (sin x cos x ) + c2 (sin x + cos x )] 3 dx d4y = 4 4 e x (c1 sin x + c 2 cos x ) 4 dx
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(12.6)
(12.7)
w=
(12.8)
= 4 12(1 2 )
Sostituendo la 12.4 e il valore di nella 12.8 otteniamo:
w= Et 3 y
s2ts2
(12.9)
Per determinare le costanti c1 e c2 si applicano le condizioni al contorno alla giunzione del cilindro con il codolo: per x=0 dalla 12.4 si ottiene c 2 = y0 e per x=0 dalla 12.6 M0 = oppure: E 3 2 c1 6 1 2
(12.10)
)
(12.11)
6(1 2 ) c1 = M 0 3 2 Et
La precedente equazione non pu essere risolta per il cilindro fintanto che non vengono sviluppate le corrispondenti relazioni per lanello e per il collare.
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1b)
Il comportamento dellanello della flangia ipotizzato assimilabile a quello di una piastra piana anulare. La relazione che d landamento della curva di flessione di una piastra piana avente simmetria radiale in termini di taglio Q e rigidezza flessionale D data dalla equazione:
d 1 d dz Q r = dr r dr dr D e per Q = 0 r d 1 d dz r = 0 dr r dr dr (6.38)
d d 1 d dz r = 0 r dr dr r dr dr
(12.12) dividendo la 12.12 per r e riaggregando si pu scrivere
d 2 1 d d 2 1 d dr 2 + r dr dr 2 + r dr z = 0
(12.13)
Waters, Rossheim, Wenstram e William, hanno mostrato che lequazione 12.12 ottenuta per Q = 0 pu anche essere ottenuta per il caso generale Q da 0 Con quattro successive integrazioni della 12.12 si ottiene: cr 2 c 2c c 2 z= ln r r 2 + 0 r + c3 ln r + c 4 4 8 8 2c0 c c ponendo = c5 e = c6 8 4 si ottiene (12.14)
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z = c5 r 2 ln r + c 6 r 2 + c3 ln r + c 4
(12.15)
Per successive differenziazioni si ottiene: c dz = 2c5 r ln r + c5 + 2c 6 )r + 3 dr r c d 2z = 2c5 ln r + 3c5 + 2c6 3 2 r2 dr d 3 z 2c5 2c3 = + 3 r r dr 3
(12.16)
(12.17)
(12.18)
Le equazioni del momento e del taglio per una piastra circolare piana sono date dalle equazioni 6.28 e 6.36 . Confrontando la Fig.6.2 con la Fig.12.18 si possono scrivere le seguenti relazioni: z M dr (Q + dQ) (r + dr)d
d Mr.r.d
Qr dr
M dr
dr
Figura 12.18 Taglio e momenti in un elemento unitario dellanello
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d 2 z dz Mr = D dr 2 + r dr 1 z d 2 z M = D r dr + dr 2
Q= dMr M Mr + r dr
(12.19)
(12.20)
(12.21)
Sostituendo le equazioni 12.16 e 12.17 nella 12.19 e 12.20 si ottiene: c Mr = D 2c5 (1 + ) ln r + (3 + )c5 + 2(1 + )c6 (1 ) 3 r2 c M = D 2c5 (1 + ) ln r + (1 + 3 )c5 + 2(1 + )c6 + (1 + ) 3 r2 Derivando lequazione 12.22 rispetto a r si ottiene: dMr 2c (1 + ) 2(1 )c3 = D 5 + r dr r3 (12.24) (12.22)
(12.23)
Q=
ma
Q=
D 4 c5 r
(12.25)
caricoTotaleW W = circonferenza 2r
pertanto
c5 = W1 8D
(12.26)
dove W1= carico equivalente dovuto ai bulloni o forza totale applicata allesterno del diametro dellanello e, inversamente, allinterno del diametro dellanello che, moltiplicato, per la dimensione radiale dellanello d il momento totale agente sullanello.
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g + dg s = g dx
Figura 12.19
ELEMENTO DEL COLLARE Q = Valore del taglio agente su un elemento unitario del collare indicato con Q0 e Q1 come per Mh
Con riferimento alla Figura 12.18 nella quale langolo d linclinazione della superficie media alla faccia interna dellanello, linflessione, linclinazione ed il momento in ogni punto possono essere espressi in funzione di , del carico delle dimensioni dellanello e delle costanti elastiche. Per un angolo di rotazione molto piccolo:
dz dr
(12.27)
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W1 (2 ln r1 +1) + 2c6r1 + c3 8D r1
(12.28)
Lesame della Figura 12.14 indica che il momento sullanello in corrispondenza del raggio r2 = 0. Sostituendo lequazione 12.26 al posto di c5 e l equazione 12.29 e al posto di c6 l equazione 12.22 per le condizioni che si hanno in corrispondenza di r = r2 si ottiene:
M r2 = 0 =
(1 ) (1 ) W1 r2 (1 + ) + c3 + 2(1 + ) ln + 2 2 2 8D r1 r1 r1 r2
2 W r2 (1 + ) c3 = 1 [2(1 + ) ln K + 2] + 2 r1 (1 + )K + (1 + ) 8D dove
(12.30)
K=
r2 r1
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c4 = c5 r1 ln r1 c6 r1 c3 ln r1
2 2
Sostituendo i valori di c3, c5 e c6 ottenuti rispettivamente dalle equazioni 12.30 12.26 e 12.29, nelle equazioni 12.22 e 12.23 per il caso r = r1 si ottiene:
M r1 =
K 2 1 2 D W1 1 1 + K 2 ( ) + + 1 ln K + 2 B 2 2 1 K 1 1+ 2 1 K + 1
(12.31)
Mt1 =
K 2 1 2 D K 2 1 W1 1 1 + K 2 ( ) 1 ln K + + 2 2 B K + 1 2 2 1 K 1) 1 + 2 1 K + 1 (12.32)
( (
) )
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1c)
(Q + dQ)r1 d Qr1 d dx d = 0
oppure:
r1 dQ dx = 0
da considerazioni di scienza delle costruzioni di ricava che:
(12.33)
collare = E
y r1
vedi eq.
( 6.82)
dQ Eg = = y dx r1 r1 2
Facendo la somma dei momenti sul piano radiale si ottiene:
(12.34)
(6.16)
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Differenziando lequazione precedente e sostituendo nella eq.12.35, differenziando di nuovo e sostituendo nella eq. 12.34 si ottiene:
d2 dx 2
3 d 2 y 12 1 2 gy =0 2 g dx 2 + r1
(12.36)
d2 dj 2
2 3 d w ( ) 1 + j + (1 + j )w = 0 dj 2
(12.37)
dove:
j= = w=
x Fattore adimensionale che d la distanza assiale lungo il collare. y g g0 fattore di conicit o rastremazione del collare = 1 g0
fattore adimensionale funzione dello spostamento radiale del collare y o del mantello in ogni punto r1 modulo del colletto =
12(1 2 ) h 4 r1 g 0
2 2
Lequazione 12.37 pu essere risolta in tre modi: 1) 2) 3) attraverso la risoluzione della equazione differenziale ponendo g come variabile che pu dare una soluzione in termini di funzioni di Bessel; con il metodo energetico, scrivendo cio lenergia totale del sistema in funzione della deformata e rendendo minima lequazione; scrivendo lenergia di deformazione in funzione dei carichi e determinando la flessione in ogni punto.
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Il metodo seguito da Waters Rossheim e Williams quello dellenergia di deformazione che porta ad una soluzione approssimata. Nel metodo dellenergia di deformazione sono selezionati tre parametri a1, a2 ,a3 e relazionati in modo tale che se usato soltanto a1 una soluzione approssimata ottenuta imponendo il rispetto delle condizioni al contorno. Similarmente se si usano entrambi i parametri a1 e a2 o si usano i parametri a1, a2 e a3 imponendo che siano soddisfatte le condizioni al contorno, si ottengono rispettivamente soluzioni approssimate di secondo e terzo livello. Ci sono quattro condizioni al contorno che devono essere soddisfatte; pertanto la soluzione implica la risoluzione di una equazione del quarto ordine. Le quattro condizioni che devono essere imposte per il collare sono: 1) 2) 3) 4) lo spostamento radiale della sezione terminale pi larga; il momento alla estremita piu larga il momento nella sezione meno larga; il taglio nella sezione terminale pi stretta
Si conosce soltanto la prima condizione al contorno (0 zero) le rimanenti sono ignote. Posto:
Ao =
d 2w dj 2 o
che definisce il fattore di curvatura della parte terminale meno spessa del collare quando x = 0 e j = 0. (12.38)
A1 =
d 2w dj 2 1
che definisce il fattore di curvatore alla parte terminale pi spessa del collare laddove x = h e j = 1. (12.39)
Bo =
B
d 3w dj 3 0
che definisce il valore del fattore di taglio della parte pi piccola del collare dove x = 0 e j = 0. (12.40)
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I momenti ad entrambe le estremit e il taglio nella parte terminale del mantello sono dati da:
Mho =
E go 3 r1 Ao 12 1 2 h 2
(12.41)
Mh1 =
E go3 (1 + ) r1 A1 12 1 2 h 2
(12.42)
Qo =
E r1 go 3 (3 A0 + B0 ) 12 (1 2 ) h3
(12.43)
(12.41a)
Mh1 =
(1 + )3 E go h2 A1
r1
(12.42a)
Qo =
E go h (3 Ao + B0 ) r1
(12.43a)
Water e altri hanno mostrato che w per essere scritto come un polinomio in funzione di j dove a1, a2, a3, A0, A1 e Bo appaiono come coefficienti.
B
5 2 9 4 1 1 4 5 w = (1 j )a1 + j j 4 + j 5 a2 + j 4 j 5 + j 6 a3 j j 2 + j A0 2 3 5 5 2 12 12 1 4 1 1 4 1 1 j j A1 j j3 + j B0 12 6 12 12 12
(12.44)
Le condizioni al contorno si applicano alla equazione 12.44. Se j = 1 si ottiene w = 0 lequazione soddisfa questa condizione.
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Inoltre se lequazione 12.44 derivata e si sostituiscono in essa i valori j = 0 e j= 1 sono soddisfatte le tre condizioni al contorno espresse dalle equazioni 12.38, 12.39, e 12.40. I parametri a2 e a3 rappresentano successive approssimazione e possono essere trascurate senza influenzare la validit dellequazione 12.44 con riferimento alle condizioni al contorno. La risoluzione della equazione 12.44 stata trovata sulla base dellenergia totale del codolo che data dalla somma dellenergia di flessione U1; lenergia di allungamento U2; lenergia dovuta alla rotazione U3 e lenergia dovuta alla traslazione U4 . La somma di queste energie di deformazione Utotale = U1 + U2 + U3 + U4 deve essere minima nelle condizioni di equilibrio e pertanto la sua derivata deve essere uguale a 0.
dU totale =0 dau
Questa condizione soddisfa approssimativamente lequazione 12.37 A questo punto possibile una soluzione dellequazione 12.37 in funzione di tre costanti di integrazione non note, la quarta tendente a 0 (zero) (w1 = 0) . Le tre equazioni risultano: c11 a1 + c12 a2 + c13 a3 = c14 A0 + c15 A1 + c16 B0 c21 a1 + c22 a2 + c23 a3 = c24 A0 + c25 A1 + c26 B0 c31 a1 + c32 a2 + c33 a3 = c34 A0 + c35 A1 + c36 B0
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Waters e altri anno tabulato la soluzione per le costanti presenti nelle equazioni suscritte e hanno presentato le curve per la determinazione di a1, a2 e a3 in funzione di A0, A1 e Bo. Fissate le condizioni al contorno i valori di a1, a2 e a3 possono essere ora calcolati e le quantit A0, A1 e Bo determinate. Il calcolo per approssimazioni successive permette do trovare la flessione, inclinazione e il momento di ogni punto del codolo. Se il codolo libero allestremit piccola (flange libere): A0, = Bo = 0.
1.d) RELAZIONI TRA IL CODOLO-MANTELLO E ANELLO QUANDO SONO ACCOPPIATI
Le relazioni per ogni singolo elemento della flangia (shell, anello e codolo) sono state sviluppate in modo indipendente con condizioni al contorno indeterminate. Ad elementi assemblati, le parti adiacenti devono avere le stesse condizioni al contorno e in pi sono note le condizioni ai contorni liberi. In accordo con la teoria usata nello sviluppo delle relazioni relative al codolo due costanti di integrazioni vengono a mancare per la condizione di cilindro di spessore costante e lequazione 12.4 pu essere risolta con:
/4
h
(12.45)
Come trovato in precedenza i momenti e le sollecitazione di taglio sono identiche in ogni punto dellinterfaccia codolo mantello ed esistono quattro equazioni attraverso le quali C1, C2, A0 e B0 possono essere espresse in funzione di A1. Con queste relazioni langolo , il momento Mh1, e il taglio Q1 alla parte terminale pi larga del codolo possono essere espressi in funzione di A1.
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Per la giunzione codolo mantello, dalla equazione 12.44 e le sue derivate: per x = 0 e j = 0 la flessione : y 0 = c 2 = wr1 = a1 r1 linclinazione data da dy 5 1 r B0 = a1 + a 2 A0 A1 1 = (c1 + c 2 ) dx x =0 12 12 12 h il taglio dato da
3 Eg o h (3A0 + B0 ) = Eg 0 2 (c1 c 2 ) r1 k 6 1 3
(12.46)
(12.47)
(12.48)
e il momento da
Eg 0 h 2 Eg 0 2 c1 A0 = r1 k 6 1 2
3
(12.49)
I parametri di a1, a2 e a3 e le costanti c5, c6 , Ao e Bo .possono essere tutte espresse in funzione di A1 in corrispondenza della giunzione del codolo con lanello. In ogni punto di tale giunzione linclinazione e i momenti sono uguali rispettivamente e lo scostamento considerato trascurabile. Lanello trasmette al codolo un momento Mh, e un momento addizionale 1 di Q1 t risultante dal taglio Q1. 2 Pertanto la flessione e il momento con riferimento alla intersezione della superficie interna dellanello e il suo punto intermedio sono:
2 1 1 1 1 r Inclinazione = = a1 a2 a3 + A0 + A1 + B0 1 3 5 2 4 12 h (12.50)
(1 + )3 Eg 0 h 2 1 1 A1 Q1t = M h1 Q1t = 2 2 r1
Momento = M r 1
(12.51)
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Pag. - 20 -
Q1 =
E r12
gy dx + Q0 =
Eg0 h 1 w dj + Q0 r1 0
Q0 =
Q1 =
Abbiamo ora 4 equazioni: 12.31, 12.50, 12.51, e 12.52, nelle quattro incognite , Mr1, A1, e Q1.
La soluzione di queste quattro equazioni costituisce la soluzione del problema della progettazione delle flange.
Osservando lequazione 12.52 per Q1 e lequazione 12.50 per , si osserva che queste grandezze sono definite in funzione di parametri geometrici noti, i fattori di carico A0, B0, e A1 e i parametri di a1, a2 e a3.
B
I fattori di carico e i parametri possono essere espressi in funzione di e . Pertanto se le equazione 12.52 e 12.50 sono divise per A1 e si fa la sostituzione per i parametri si ottengono i fattori di carico. Eg 0 h Q1 (1 + ) 3 4 = F A1 3(1 2 ) r1
(12.53)
r 3 1 2 3 = 14 (1 + ) 3 V A1 h
(12.54)
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3(1
2h 2r1 g 0
2h Bg 0
(12.55)
Pertanto F e V delle equazioni 12.53, e 12.54 possono essere diagrammati con il gruppo 2h come un parametro. Bg 0 Inoltre F e V sono funzione di , che per definizione =
( g1 g 0 )
g0
funzione di
g1 . g0
La figura 12.20 mostra i valori diagrammati di F e V in funzione dei gruppi valori indicati prima. Il passo successivo nella soluzione del problema la determinazione del valore A1 e la determinazione, per sostituzione, delle tre variabili rimanenti. Per ottenere la Mr1 espressione di A1 le equazioni 12.51 e 12.31 sono divise per A1 e eliminata A1 dalla equazione risultante. Sostituendo per D e
4
31 2
Et 3 2h e 2 12 1 Bg 0
si ottiene:
2 K B 1 A1 = (1 + )3 Eg h 2 1+ 2 0 + K 1 1 W1 4
1 +
1 1 + K + K 2 +1 1n K 2 1 3 2 (1 + ) K 1 (t g 0 ) t g0 F+ 1+ 2 B g0 K 1 B g + 0 1
2
(12.56)
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Figura 12.20 valori diagrammati di F e V in funzione dei gruppi valori indicati prima.
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2(1 2 )h 2 MX 3 Eg1 r1
(12.57)
dove:
M = Wa B
(12.58)
1
X =
3 1 1 + t g 0 F + V (t g 0 ) T B g0 U B g0
(12.59)
dove: 1+ 3K 2 1 + 2 1 1n K 3 T = 1+ 2 (K 1) 1 + 1 K 1+ 3K 2 1 + 2 1 1n K 3 U = 2 (1 + ) K 1 (K 1)
(12.60)
(12.61)
Le equazioni sopra riportate sono troppo complicate per essere usate come calcoli. Pertanto sono state ridotte a quelle che danno le tre sollecitazioni critiche. Uno studio della distribuzione delle tensioni mostra che per le flange con collare fig. 12.14 le tensioni critiche sono: