Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Elementi compressi sono presenti in numerosi componenti strutturali, quali le colonne degli
edifici, le travi reticolari, le strutture di controvento, ecc …
Nelle travi reticolari i puntoni sono di regola costituiti da due
profilati paralleli (aste composte), fra i quali vengono interposte
piastre di imbottitura, unite ai profilati mediante bulloni o
saldature a cordone d’angolo.
Le colonne degli edifici per abitazione sono di solito costituite da un unico profilato HE.
Nel caso in cui sia necessario trasmettere carichi assiali rilevanti, come può accadere, ad
esempio, negli edifici industriali, le colonne possono anche essere composte, con elementi di
collegamento a calastrello oppure a traliccio.
58
Nel caso degli elementi strutturali compressi è essenziale valutare la qualità dell’equilibrio.
Come è noto dai Corsi precedenti l’equilibrio elastico può essere stabile, instabile,
indifferente.
La determinazione della qualità dell’equilibrio può essere effettuata imprimendo una
perturbazione al sistema studiato ed esaminando il suo conseguente comportamento.
Esaminiamo un ben noto esempio.
Con riferimento alla figura sottostante consideriamo un cilindro pesante appoggiato su una
superficie cilindrica concava verso l‘alto (Caso 1). Applichiamo quindi ad esso una
perturbazione consistente in uno spostamento orizzontale. Il cilindro si sposta dalla posizione
A alla posizione B. Rimuovendo l’azione che ha prodotto la perturbazione il cilindro ritorna
nella posizione A. Di conseguenza l’equilibrio è stabile.
Consideriamo ora il cilindro appoggiato su una superficie cilindrica concava verso il basso
(Caso 2). Applichiamo ad esso una perturbazione consistente in uno spostamento orizzontale.
Il cilindro si sposta dalla posizione A alla posizione B. Rimuovendo l’azione che ha prodotto
la perturbazione il cilindro continua a muoversi verso la posizione C senza fermarsi più.
Di conseguenza l’equilibrio è instabile.
Consideriamo infine il cilindro appoggiato su una superficie piana (Caso 3). Applichiamo ad
esso una perturbazione consistente in uno spostamento orizzontale. Il cilindro si sposta dalla
posizione A alla posizione B. Rimuovendo l’azione che ha prodotto la perturbazione il
cilindro resta fermo nella posizione B.
Di conseguenza l’equilibrio è indifferente.
59
Naturalmente l’equilibrio elastico delle strutture deve essere stabile.
Per la valutazione della stabilità dell’equilibrio delle aste semplici sono disponibili due
modelli di calcolo:
1) Il primo (Asta di Eulero) prevede le seguenti ipotesi:
Se però le imperfezioni geometriche relative alla non rettilineità dell’asse non superano il
valore di 1/1000 della luce libera di inflessione (distanza tra due cerniere consecutive) e se le
imperfezioni legate alla non omogeneità della resistenza strutturale sono quelle derivanti dai
60
normali processi industriali a produzione controllata, si adotta comunque come modello di
calcolo dell’asta industriale semplicemente compressa, pur se imperfetta, il modello dell’asta
di Eulero (primo modello) e si tiene conto delle imperfezioni apportando opportuni
aggiustamenti alla procedura di calcolo e cioè adottando le curve d’instabilità indicate dalle
Norme Tecniche.
Con riferimento all’asta di Eulero determiniamo il valore del carico critico Ncr che separa la
configurazione rettilinea stabile dalla configurazione rettilinea instabile (carico di
biforcazione).
carrello in testa che consenta gli spostamenti verticali, come in figura. Chiamiamo 0
61
Scriviamo la condizione di equilibrio in tale configurazione, valida per ogni sezione
trasversale dell’asta. Il Momento flettente esterno deve essere uguale a quello interno:
M int M est
in cui
d2y
M int EJ (considerando l’espressione linearizzata della curvatura)
dx 2
M est N y
d2y
EJ Ny
dx 2
d2y N
y0
dx 2 EJ
N
2
EJ
Si ottiene:
d2y
2 y 0
dx 2
y C1 sin x C2 cos x
yx 0 0 ; yx l0 0
62
Imponendo la prima condizione si ottiene:
C1 sin 0 C2 cos 0 0 C2 0
C1 sin l0 0
k
sin l0 0 l0 k
l0
N
Sostituendo il valore di nella posizione 2 , si ha:
EJ
2
k N
l0 EJ
In realtà questa relazione rappresenta una famiglia di carichi critici, crescenti con k.
Ma il primo carico critico, che si ha per k=1, non può essere superato e corrisponde al carico
critico di Eulero:
2 EJ
N cr
l02
Dividiamo ora l’equazione precedente, membro a membro, per l’area della colonna, A:
N cr 2 E J
2
A l0 A
N cr
Il primo membro rappresenta la tensione critica: cr .
A
Ricordando poi che il rapporto tra il momento d’inerzia e l’area di una sezione corrisponde al
J
quadrato del raggio d’inerzia i: i 2 , si può semplificare la relazione precedente scrivendo:
A
2E
cr i2
l02
63
Definiamo ora la snellezza dell’asta come:
l0
i
2E
cr
2
Al diminuire di il valore di cr aumenta finché viene raggiunto il valore della tensione di
E
snervamento fy per y . Tale valore non può, evidentemente, essere superato.
fy
Peraltro l’iperbole di Eulero deve essere raccordata con la linea orizzontale cr = fy.
Gli studi su questa parte del diagramma -cr sono stati numerosi e tra essi si ricordano quelli
dovuti a Tetmajer, Shanley, Von Karman, Engesser, ecc.. , che hanno proposto appropriate
curve di raccordo.
64
In particolare Tetmajer ha individuato come punto terminale della validità della iperbole di
Eulero il limite di proporzionalità p , corrispondente al termine del tratto elastico lineare del
65