C (x) = C (δ)
Volendo tener conto degli attriti, l'equazione fondamentale l'equilibrio degli strumenti
elettromeccanici deve scriversi
C (x) = C (δ) ± C
dove Cr è la coppia resistente dovuta agli attriti, la quale dipende dalla più o meno buona
realizzazione costruttiva dei perni sui quali è montato l'equipaggio, mobile. Tale coppia
resistente cresce al crescere del peso dell'equipaggio mobile e può, per ogni strumento,
ritenersi costante. Il doppio segno tiene conto del fatto che la coppia di attrito non ha un
segno proprio ma si oppone sempre al movimento.
A seconda del tipo di interazione che fa nascere la coppia motrice si ottengono diverse
famiglie di strumenti, ognuna con il suo campo di applicazione ed in particolare, interazioni
tra correnti (strumenti elettrodinamici), interazioni tra una corrente ed un campo magnetico
(strumenti magnetoelettrici o a bobina mobile ed elettromagnetici o a ferro mobile),
interazioni tra conduttori carichi (strumenti elettrostatici) ed interazioni tra correnti indotte
su di un materiale conduttore (strumenti ad induzione). Gli strumenti magnetoelettrici sono
utilizzabili solo per misure in corrente continua, gli strumenti elettromagnetici,
elettrodinamici ed elettrostatici possono essere utilizzati sia in continua sia in alternata,
mentre gli strumenti ad induzione funzionano solo in corrente alternata.
In generale, per valutare la coppia motrice si può far ricorso ad un metodo di carattere
energetico, il quale viene quasi sempre preferito, non essendo l'unico, per la sua rapidità.
Nel caso di circuiti elettrici nei quali sia immagazzinata energia magnetica, la coppia
motrice agente su ogni circuito può calcolarsi valutando la variazione di energia magnetica
relativa ad una variazione elementare dello spostamento angolare δ
dΕ
C =
dδ
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Applicazioni Industriali Elettriche – Strumenti per la Misura di Grandezze Elettriche
Gli strumenti per la misura di una tensione e di una corrente elettrica sono chiamati,
rispettivamente, voltmetri ed amperometri. Un amperometro deve sempre essere inserito
in serie al circuito del quale si vuole misurare l’intensità di corrente. Esso deve perciò
avere la minima resistenza R possibile, sia per rendere minima la caduta di tensione
provocata dall’apparecchio - affinché la sua inserzione alteri il meno possibile le condizioni
del circuito – sia per rendere minima la potenza in esso dissipata. Dualmente, per le
stesse due ragioni, un voltmetro, che deve essere messo in derivazione tra i due punti del
circuito di cui si vuole misurare la differenza di potenziale, deve avere una resistenza
interna quanto più grande possibile.
Strumenti Magnetoelettrici
C = k∙x
Essi sono quindi detti "equipaggi ad azione proporzionale" caratterizzati da scala uniforme.
Questi strumenti sono chiamati comunemente "a bobina mobile" e sono basati sull'azione
motrice esercitata dal campo di un magnete permanente (parte attiva) su una bobina
percorsa da una corrente continua. Secondo la disposizione più comune, uno strumento di
tale tipo è essenzialmente costituito da una bobinetta, di solito rettangolare e con un
numero n di spire, portata da un asse a perni ruotanti, come illustrato in Fig. 1. In genere,
per ridurre il valore della coppia resistente, i perni cilindrici, in alluminio, hanno la punta
riportata in acciaio indurito a forma conica e sono levigati a sfera nella parte terminale.
Due molle a spirale servono a portare la corrente alla bobina mobile ed a fornire la coppia
antagonista individuando la posizione normale di riposo dell'indice. I lati della bobina
paralleli all'asse, lati attivi, si trovano nei traferri esistenti fra le espansioni polari, N e S, di
un magnete ed un nucleo, o toro centrale, di ferro dolce.
Nel caso di un campo magnetico rettilineo ed uniforme di induzione B, con la bobina piana
di n spire e di area S=D∙l, misurando gli angoli dell'asse del campo, il flusso concatenato
risulta Φ = nBDlsenδ, con Dlsenδ pari all' area interessata dal flusso stesso.
dΕ 1
C = = i ∙ nBDlcosδ
dδ 2
Per avere uno strumento a scala proporzionale deve essere k=nBDlcosδ=cost. Ciò si
ottiene mediante una forma opportuna delle espansioni polari in modo da avere, su tutta la
zona in cui si può muovere la bobina, un campo di induzione B costante e di direzione
radiale, come mostrato in Fig. 1.
In questo caso il flusso concatenato è Φc=nBDδl con Dδl area interessata dal flusso e D
arco di circonferenza sotteso al flusso. L'energia magnetica associata al sistema è
Em=Φc∙i=nBDδl∙i e la coppia motrice risulta
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Applicazioni Industriali Elettriche – Strumenti per la Misura di Grandezze Elettriche
dΕ 1
C = = i ∙ nBDl
dδ 2
con k=nBDl=cost la coppia motrice diventa
C = k∙i
Fig. 1
U
R =
I
In modo da avere una relazione univoca tra la tensione U applicata ai morsetti di ingresso
e la deviazione dell’indice dello strumento.
Questi strumenti possono essere correntemente costruiti in classe 0.2 e si arriva fino a
strumenti di classe 0.1, tali cioè che, ad esempio, per un voltmetro da 100 V di fondo scala
non si abbia in nessun punto della scala un errore assoluto superiore a 0.1V. Essi sono
inoltre caratterizzati da bassi consumi essendo la potenza necessaria a mandare a fondo
scala uno strumento di questo tipo, dell'ordine di 10-4 ÷ 10-6 W.
e k Bω
= =
R R
che, per la legge di Lenz, frena il movimento.
Vediamo ora come, sia pure con i valori limitati di corrente ammessi nell'interno della
bobina mobile e delle molle, si possono misurare correnti e tensioni maggiori.
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Applicazioni Industriali Elettriche – Strumenti per la Misura di Grandezze Elettriche
Amperometro
∙ = R(I − i) = RI − Ri
r+R
= ∙i =m∙i
R
con m definito Potere Moltiplicatore dello Shunt
Fig. 2
Volendo misurare una corrente I, disponendo di uno strumento con portata i0, si ha
r+R
=m=
R
da cui si ricava, nota la r propria dello strumento, il valore R della resistenza da inserire in
parallelo allo strumento stesso
r
R=
m−1
In questo modo lo strumento è attraversato solo da una parte della corrente I. Il valore
della lettura deve essere poi moltiplicato per m per avere il valore della corrente I. Con
questo metodo si possono misurare correnti fino a 20000 ÷25000 A.
Voltmetro
U
I=
R+r
e quindi
k
C =k∙i = ∙U= k ∙U
R+r
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Applicazioni Industriali Elettriche – Strumenti per la Misura di Grandezze Elettriche
Lo strumento, la cui scala può essere tarata direttamente in Volt, diventa un voltmetro di
portata V0=(R+r)∙i0
Fig. 3
Strumenti Elettrodinamici
Fig. 4
Per ottenere una buona sensibilità dello strumento, la bobina mobile è attraversata dalla
corrente im ed ha peso e sezione minori della bobina fissa attraversata dalla corrente if.
L'energia magnetica immagazzinata è
1 1
E = L i + L i + Mi i
2 2
con Lm e Lf coefficienti di autoinduzione delle due bobine e M coefficiente di mutua
induzione tra bobina fissa e bobina mobile. Derivando l'espressione dell'energia magnetica
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Applicazioni Industriali Elettriche – Strumenti per la Misura di Grandezze Elettriche
rispetto allo spostamento angolare α della bobina mobile, mantenendo costanti le correnti,
l’unico parametro che varia è M
dE dM
C = =ii
dα dα
Affinché la coppia motrice sia proporzionale al prodotto delle correnti, occorre che M vari
in modo lineare con l'angolo di deviazione, in maniera che risulti
dM
= k = cost
dα
In particolare, prendendo in esame l'andamento di M in funzione di α che è rappresentato
da una cosinusoide, esiste solo un intervallo all'interno del quale si può ritenere che
l'andamento di M con α è di tipo lineare. Tale intervallo è di circa 45° intorno a 90°. Quindi
limitando l'escursione di α in tale intervallo si può avere
C =k∙i i
Lo strumento elettrodinamico può essere usato sia in corrente continua sia in corrente
alternata. Se la corrente è continua, risulta
C = k∙I I
i = √2I ∙ senωt
i = √2I ∙ sen(ωt + β)
C = k ∙ 2I I sen(ωt)sen(ωt + β)
C = k ∙ I I cosβ − k ∙ I I cos(2ωt + β)
Quindi, nel caso di correnti sinusoidali, la coppia è data dalla somma di due termini, uno
costante e l'altro variabile con una pulsazione doppia. Se l'equipaggio mobile ha un'inerzia
elevata o una pulsazione caratteristica minore della pulsazione ω, lo strumento segna
un'indicazione proporzionale solo alla coppia media, pari al termine costante della
precedente espressione.
Se lo strumento è in aria si hanno coppie inferiori e consumi più elevati rispetto agli
strumenti magnetoelettrici. La costante k dipende tuttavia solo dalla geometria delle
bobine ed assicura perciò, alla precisione dello strumento, una buona permanenza nel
tempo. Il funzionamento di questo strumento non dipende dalla frequenza almeno finchè il
valore di M non sia influenzato dalle correnti indotte in parti metalliche adiacenti le bobine.
Lo strumento è invece sensibile ai campi magnetici di origine esterna, isofrequenziali con
la corrente im. In questo caso si possono adottare diverse soluzioni; si possono introdurre
schermi magnetici,
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Applicazioni Industriali Elettriche – Strumenti per la Misura di Grandezze Elettriche
Milliamperometro Elettrodinamico
La bobina mobile, e quella fissa si dispongono in serie come da Fig. 5. Poiché la corrente
è unica si ha I=Im=If. La coppia motrice risulta, in corrente continua, pari a Cm=kI2 e, in
corrente alternata, pari a Cm=kIeff2 e quindi lo strumento misura direttamente il valore
efficace.
Fig. 5
Voltmetri Elettrodinamici
Nel caso di impiego dello strumento elettrodinamico come voltmetro, si mette in serie alle
bobine una resistenza addizionale indipendente dalla temperatura (Fig. 6). Abbiamo visto
che l'espressione della coppia motrice per questi strumenti è
C = k ∙ I I cosβ
I =I = e β=0
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U
C = kI = k =kU
R
dove R è la serie della resistenza addizionale con le resistenze delle due bobine. In
corrente alternata si ha invece
U U k 1
C = kI = k =k = ∙ =k U
Z R +X R X
1+
R
la costante k" in corrente alternata è la stessa del caso in corrente continua solo se
X ω L
≪ 1, quindi ≪1
R R
con L=Lf+Lm. Ciò limita l'impiego dello strumento ad un range di frequenza di 10÷1000Hz.
Questi voltmetri non si costruiscono per portate inferiori a 30÷100V in quanto, il consumo,
raramente inferiore alle decine di mA, sarebbe eccessivo. Salendo con i valori di portata,
cresce corrispondentemente la potenza dissipata nel resistore addizionale.
Fig. 6
Amperometri elettrodinamici
I R
= =α≫1
I R
essendo = + = I
8
Applicazioni Industriali Elettriche – Strumenti per la Misura di Grandezze Elettriche
I k α
C =k∙I I =k∙I = I =k I
α α (α + 1)
In corrente alternata, dette Rm, Xm, Zm, Rf, Xf, Zf rispettivamente resistenza, reattanza e
impedenza delle due bobine, la corrente totale da misurare I si scompone in due
componenti Im e If tali che Ż I ̇ = Z ̇ I ̇ e quindi
X
İ Ż R + jX R 1+ jR
= = =
I ̇ Z ̇ R + jX R 1+jX
R
Da tale espressione si evince che il rapporto tra le correnti è ancora uguale a quello tra le
resistenze solo se
X X
=
R R
L −M L −M
=
R R
Fig. 7
Wattmetro Elettrodinamico
Fig. 8
Z = R +X
La resistenza della bobina voltmetrica RM è grande rispetto alla reattanza XV della bobina
mobile M in quanto la bobina M è costituita da un conduttore di piccola sezione e con un
grande numero di spire (XV<RM). La resistenza complessiva del circuito voltmetrico, è data
dalla somma di Ra più la resistenza propria della bobina RM, RV=(Ra+RM)>>XV, la XV quindi
risulta trascurabile rispetto alla resistenza totale del circuito voltmetrico RV pertanto
l’impedenza della bobina volumetrica ZV, si può ritenere pari alla RV.
Per tale motivo la tensione U e la corrente IV circolante nella bobina voltmetrica si possono
considerare in fase e la IV è data da
U
I =
R
C = k ∙ II cosφ
U
C =k∙I cosφ = k ∙ P
R
con P = UIcosφ
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Applicazioni Industriali Elettriche – Strumenti per la Misura di Grandezze Elettriche
Strumenti Elettromagnetici
Gli strumenti a ferro mobile sono costituiti da una bobina fissa (di molte spire) e da un
equipaggio mobile sul quale è predisposto del materiale ferromagnetico, in grado di
ruotare all’interno della bobina. Essi sono prevalentemente usati in quelle applicazioni in
cui la robustezza è preferita all’elevato grado di precisione. Esistono diverse realizzazioni
di strumenti a ferro mobile, due delle quali sono riportate nella Fig. 9.
Fig. 9
dE 1 dL
C = = I
dδ 2 dδ
Abbiamo dunque una proporzionalità diretta della coppia motrice sia con l’intensità di
corrente circolante sia con la legge di variazione di L. Tale variazione, dovuta appunto alla
penetrazione del ferro nella bobina, viene resa costante tramite una scelta opportuna della
forma e della posizione del ferro mobile rispetto alla bobina. Si realizza dunque la
condizione dL/dδ=2k da cui consegue che la coppia motrice è direttamente proporzionale
al quadrato dell’intensità di corrente
C = kI
Consideriamo adesso uno strumento a ferro mobile del tipo a repulsione, rappresentato in
Fig. 9b. In questo caso, abbiamo una bobina fissa e due pezzi di materiale magnetico, di
cui uno solidale con la bobina fissa e l’altro in grado di ruotare. Il campo magnetico è
generato dalla circolazione della corrente I nella bobina; esso magnetizza nello stesso
modo i due pezzi di ferro, che quindi tendono a ruotare uno rispetto all’altro. Per quanto
riguarda le equazioni matematiche, valgono le stesse viste nel caso ad attrazione.
Contatore a Induzione
elettromotrici ad essi proporzionali e sfasate in ritardo di 90° rispetto ai flussi stessi. Tali
forze elettromotrici a loro volta generano, nel disco, le correnti I1 e I2.
Fig. 10
Fig. 11
Come illustrato in Fig. 11, la corrente I2 con il flusso ΦA produce nel disco azioni
elettrodinamiche F1 agenti nel piano del disco stesso. Lo stesso avviene per la corrente I1
interagente con il flusso ΦV, che sviluppa la forza F2. Il disco è quindi sollecitato a girare in
senso contrario dalle due forze F1 e F2; esso è cioè sottoposto ad una coppia motrice Cm
proporzionale alla differenza F1-F2. Dalla teoria dello strumento ad induzione, come
mostrato più avanti, si ricava che la coppia motrice è proporzionale alle intensità dei due
flussi ΦA e ΦV ed al seno del loro angolo di sfasamento
C ∝ Φ Φ senβ
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Applicazioni Industriali Elettriche – Strumenti per la Misura di Grandezze Elettriche
Per effetto di tale coppia motrice il disco ruota. La velocità di rotazione del disco Ω è tale
per cui le correnti indotte nel disco dal magnete permanente danno luogo ad una coppia
frenante Cr, proporzionale alla velocità di rotazione stessa. All’equilibrio si ha, in prima
approssimazione, Cm=Cr.
Si vuole dimostrare che la coppia motrice Cm è proporzionale alla potenza attiva Cm∝P. Si
supponga inizialmente che l’elettromagnete amperometrico generi un flusso magnetico
ΦA, proporzionale alla corrente di linea I, isofrequenziale e in fase con essa. Come
illustrato in Fig. 12, il flusso ΦA che attraversa il disco induce in esso una forza
elettromotrice indotta E1 sfasata di 90° in ritardo, data da
E ̇ = −jωΦ
Tale forza elettromotrice produce nel disco stesso, che è assimilabile agli effetti elettrici ad
una spira di resistenza R e reattanza X, una corrente indotta I1, la cui espressione
fasoriale è
Ė −jωΦ
İ = =
R + jX R + jX
Detto γ l’angolo di sfasamento tra il vettore della f.e.m. indotta E1 e quello della corrente
indotta I1, tale angolo è legato alle caratteristiche elettriche del disco dall’espressione
R
cosγ =
√R + X
Fig. 12 Fig. 13
E ̇ = −jωΦ
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Applicazioni Industriali Elettriche – Strumenti per la Misura di Grandezze Elettriche
Nel disco, per effetto dell’induzione prodotta dall’elettromagnete voltmetrico, circola quindi
la corrente indotta I2
Ė −jωΦ
İ = =
R + jX R + jX
L’angolo di sfasamento tra il vettore della f.e.m. indotta E2 e quello della corrente indotta I2,
dipendendo solo dalle caratteristiche elettriche del disco, è ancora pari a γ. Ciascuna delle
due correnti indotte produce una coppia motrice per effetto del flusso prodotto dall’altro
elettromagnete. La corrente I1 col flusso ΦB sviluppa nel disco azioni elettrodinamiche
agenti nella direzione F1. La corrente I2 con il flusso ΦA sviluppa azioni elettrodinamiche
agenti nella direzione F2, come mostrato in Fig. 11. Per costruzione, F1 e F2 tendono ad
opporsi tra di loro, e pertanto il disco è sollecitato a ruotare in senso contrario dalle due
forze F1 e F2; esso è cioè sottoposto ad una coppia motrice proporzionale alla differenza
F1-F2.
La coppia istantanea risultante è pertanto proporzionale alla differenza delle due coppie
C ∝ Φ ( t) i ( t) − Φ ( t) i ( t)
Poiché le grandezze in esame sono sinusoidali, il valor medio Cm della coppia risulta
proporzionale a
C ∝ Φ I cos Φ I − Φ I cos Φ I
Dall’espressione della coppia media si deduce che affinchè la coppia motrice sia diversa
da zero i due flussi devono essere sfasati fra loro di un angolo β diverso da zero. Il
coefficiente di proporzionalità fra la coppia motrice e i due flussi A e B dipende dalla
pulsazione ω, dalla resistenza equivalente R e dalla reattanza equivalente X del disco. La
dipendenza dalla pulsazione indica che la coppia motrice è nulla a frequenza nulla; quindi
il contatore ad induzione non può essere impiegato per la misura dell’energia elettrica nei
sistemi funzionanti in corrente continua. La dipendenza dalla resistenza equivalente indica
che la coppia motrice dipende dalla temperatura, dal momento che la resistenza del disco
varia al variare della temperatura. Generalmente la reattanza equivalente del disco è
trascurabile rispetto alla sua resistenza, sicché il coefficiente di proporzionalità aumenta
con l’aumentare della frequenza e con il diminuire della temperatura.
in quanto si è visto che vale la relazione β=90°- tra l’angolo di sfasamento tra I e U () e
l’angolo di sfasamento tra ΦA e ΦB (β). Si ottiene allora
C = k UIcosφ
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