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Quando il carico richiede una potenza superiore a quella nominale del trasformatore in funzione occorre
valutare se inserire in parallelo un “aiuto” di potenza, da parte di uno o più trasformatori aggiuntivi o
sostituire il trasformatore esistente con uno di taglia maggiore.
Il collegamento viene detto in parallelo quando i primari sono allacciati alla stessa linea di alimentazio-
ne e gli avvolgimenti secondari risultano anch’essi collegati sulle stesse sbarre di uscita, cui fa capo il
carico complessivo.
Nelle applicazioni successive, per semplicità, si discute il funzionamento in parallelo di due soli trasfor-
matori, ma il procedimento è valido per qualunque numero di trasformatori in parallelo.
U1
linea di alimentazione primari
Y Y
TA TB
y y
I2A I2B
sbarre di uscita secondari
U2 I2
Zu carico
E’ questo uno dei casi più completi che metterà in evidenzia le conseguenze relative al mancato soddisfacimento
di ogni requisito di parallelo ideale.
I due trasformatori di figura, A e B, allacciati alle sbarre primarie alla tensione concatenata di 12kV e frequenza
50 Hz, alimentano un carico collegato a stella avente cosϕ unitario (carico resistivo puro) e resistenza per ogni
fase utilizzatrice di 3 Ω .
SOLUZIONE
Parte a) - Parametri del circuito equivalente dei trasformatori
I due trasformatori non soddisfano le condizioni ideali 1, 3, 4 citate sopra.
I collegamenti interni sono tutti a stella (in caso diverso occorre riferirsi sempre al collegamento equivalente Y/y).
Nel procedimento seguente si calcolano le correnti nominali e i parametri equivalenti riportati al secondario, per
poi determinare la tensione e la corrente sul carico, le correnti secondarie effettivamente disponibili su ciascun
Trasformatore A Trasformatore B
Sn 100 ⋅ 10 3
50 ⋅ 10 3
I2n = I 2 nA = = 144 ,34 A I 2 nB = = 70 , 93 A
3 ⋅ V 20 3 ⋅ 400 3 ⋅ 407
V 2 cc " 25 " 15
Z cc" = Z ccA = = 100 m Ω Z ccB = = 122 m Ω
3 ⋅ I2n 3 ⋅ 144 ,34 3 ⋅ 70 ,93
" "
Rcc" = Z cc" ⋅ cos ϕ cc R ccA = 100 ⋅ 0 , 55 = 55 m Ω R ccB = 122 ⋅ 0 ,35 = 43 m Ω
"
X cc" = Z cc" ⋅ sin ϕ cc "
X ccA = 100 ⋅ 0 ,835 = 84 m Ω X ccB = 122 ⋅ 0,937 = 114 m Ω
" " "
Z cc = Rcc" + j ⋅ X cc" Z ccA = 0,055 + j ⋅ 0,084 Z ccB = 0,043 + j ⋅ 0,114
Parte b) - Funzionamento a vuoto: corrente di circolazione tra i trasformatori in parallelo
Per il calcolo della corrente di circolazione Ic presente nel funzionamento a vuoto con i due trasformatori collega-
ti alla sbarra primaria e alla sbarra secondaria, si applica il secondo principio di Kirchoff al circuito di figura con
interruttore del carico aperto.
aperto
=0
Schema ‘equivalente’ per lo studio del parallelo di due trasformatori, di cui Schema del circuito equivalente di una
sono stati riportati i parametri al secondario. I due centri stella dei trasforma- fase di ogni trasformatore, studiato al
tori e il centro stella del carico equilibrato hanno lo stesso potenziale elettrico secondario, con le due macchine in
O e pertanto è come se questi tre nodi fossero collegati fra loro. parallelo funzionanti a vuoto.
Facendo riferimento a vettori rappresentativi delle tensioni nominali secondarie in fase tra di loro e posti sull’asse
reale ed eseguendo il calcolo complesso sulla base della formula seguente si ottiene il valore della corrente di cir-
colazione Ic tra i due trasformatori a vuoto:
Considerazioni:
- Questa corrente nasce per il fatto che non è soddisfatta la condizione di tensioni nominali uguali (condizione 1).
- Questa corrente dà luogo, a vuoto, a perdite nel rame di una certa entità.
- Dal punto di vista pratico è importante che tale corrente se c’è non superi il valore più basso delle correnti nomi-
nali dei trasformatori (qui è Ic < 70,93 A).
Parte c) - Funzionamento a carico: correnti erogate al carico da ciascuno dei trasformatori in parallelo
Facendo riferimento allo schema equivalente di figura (con interruttore chiuso) si può calcolare la corrente che
alimenta il carico I2 e come questa si ripartisce tra i due trasformatori I2A e I2B.
O’
chiuso
Usando il metodo di Millmann, si calcola dapprima la tensione ai due nodi (0’-0) della rete, che coincide con la
tensione stellata ai capi del carico V2f usando la formula:
V2 f = V 2f = 230 , 73 V → V 2 = 3 ⋅ V 2 f = 399 , 68 V
Le correnti in ogni ramo della rete si calcolano con le formule seguenti:
Le percentuali di carico di ciascun trasformatore rispetto alla propria corrente nominale, sono le seguenti:
I2A 39,69
% carico trasformatore A: IA% = ⋅100 = ⋅100 = 27,5%
I 2 nA 144,34
I 2B 47,64
% carico trasformatore B: IB % = ⋅100 = ⋅100 = 67,2%
I 2 nB 70,93
Considerazioni:
Il trasformatore B, pur di potenza inferiore, è costretto a lavorare con una percentuale di carico più del doppio ri-
spetto alla condizione di lavoro del trasformatore A, avente potenza doppia.
Questa situazione di funzionamento si verifica poiché sono diverse le vcc%, ma non viene a crearsi nessuna situa-
zione pericolosa, con i dati esposti.
Sarebbe meglio se la percentuale di carico fosse identica: il trasformatore con potenza doppia erogherebbe una
corrente doppia rispetto a quella erogata dal trasformatore con potenza minore. Qui il trasformatore B eroga addi-
rittura una corrente superiore a quella erogata dal trasformatore A.
NOTA
Con il metodo del circuito equivalente di Thevenin, si deve fare riferimento alle figure sottostanti.
Il circuito di fig. a) viene studiato e risolto con Thevenin (fig. b), mediante il generatore equivalente V2Th e
l’impedenza equivalente di Thevenin ZTh che sostituisce il parallelo fra Z”ccA e Z”ccB .
(Il metodo di risoluzione con Thevenin può essere alternativo a quello di Millmann seguito in precedenza).
Esempio di parallelo con trasformatori che soddisfano tutte le condizioni del parallelo ideale
I due trasformatori di figura, A e B, allacciati alle sbarre primarie alla tensione concatenata di 12kV e frequenza
50 Hz, alimentano un carico collegato a stella avente cosϕ unitario (carico resistivo puro) e resistenza per ogni
fase utilizzatrice di 3 Ω .
Questa volta dati dei due trasformatori sono i seguenti (uguaglianza delle tensioni secondarie, stessa vcc% e ϕcc)
Trasformatore A Trasformatore B
Sn 100 ⋅ 10 3
50 ⋅ 103
I2n = I 2 nA = = 144 ,34 A
3 ⋅ V 20 I 2 nB = = 72,17 A
3 ⋅ 400 3 ⋅ 400
V 2 cc " 16 16
Z cc" = Z ccA = = 64 m Ω "
Z ccB = = 128 m Ω
3 ⋅ I2n 3 ⋅ 144 ,34 3 ⋅ 72 ,17
" "
Rcc" = Z cc" ⋅ cos ϕ cc R ccA = 64 ⋅ 0 , 40 = 25 , 6 m Ω RccB = 128 ⋅ 0,40 = 51,2mΩ
" "
X cc" = Z cc" ⋅ sin ϕ cc X ccA = 64 ⋅ 0 ,9165 = 58 , 7 m Ω X ccB = 128 ⋅ 0 ,9165 = 117 ,3 m Ω
" " "
Z cc = Rcc" + j ⋅ X cc" Z ccA = 0 , 0256 + j ⋅ 0 ,0587 Z ccB = 0,0512 + j ⋅ 0,1173
aperto
V 2oA − V 2oB 400 − 400
=0
Ic = " 3 " = 3 = 0 → Ic = 0 A
Z ccA + Z ccB (0,0256 + j 0,0587) + (0,0512 + j 0,1173)
Parte c) - Funzionamento a carico: correnti erogate al carico da ciascuno dei trasformatori in parallelo
Facendo uso del metodo di Millmann il calcolo della tensione secondaria a carico diventa:
V 2 ofA V 2 ofB
400 / 3 400 / 3
"
+ " +
0,0256 + j 0,0587 0,0512 + j 0,1173
V 2f = Z ccAZ = ccB
= 229 ,6 − j 2,976
1 1 1 1 1 1
"
+ " + + +
Z ccA Z ccB Ru 0,0256 + j 0,0587 0,0512 + j 0,1173 3
Le percentuali di carico di ciascun trasformatore rispetto alla propria corrente nominale, sono le seguenti:
I2A 51,03
% carico trasformatore A: IA% = ⋅ 100 = ⋅ 100 = 35,35%
I 2 nA 144,34
I 2B 25,51
% carico trasformatore B: IB% = ⋅ 100 = ⋅ 100 = 35,35%
I 2 nB 72,17
Considerazioni:
Diversamente dal tema proposto in precedenza, qui sono rispettate le condizioni di parallelo ideale, e quindi:
- L’uguaglianza delle tensioni di cortocircuito vcc% impone l’erogazione di corrente proporzionale alle proprie
potenze nominali: infatti qui il trasformatore con potenza doppia eroga anche una corrente doppia e le percentuali
di carico sono identiche.
- L’uguaglianza degli sfasamenti interni ϕcc alle impedenze di cortocircuito fa sì che le correnti erogate dai due
trasformatori siano in fase tra di loro; pertanto la corrente erogata al carico proviene dalla somma algebrica delle
correnti I2A e I2B in modulo, che sono quindi minime. Se gli sfasamenti interni ϕcc fossero diversi idue trasforma-
tori erogherebbero correnti superiori e non sarebbero in fase ra di loro: per ottenere la corrente di carico si dovreb-
be eseguire la somma vettoriale di due correnti sfasate. Le perdite Joule interne aumenterebbero e si abbasserebbe
il rendimento.