Eserciziario Elettronica I
Eserciziario di Elettronica I
Giacomo Bellazzi
11 luglio 2013
Indice
1 (alessia.occhino@unikorestudent.it)
Scaricato da Alessia Occhino
lOMoARcPSD|3486797
Capitolo 1
21 Marzo 2013
Esercizio 1
Dati
C = 1nF
R = 10kΩ
Richieste
1. Trovare Vo in funzione di Vi
Risoluzione
Dal momento che il segnale è messo sul nodo invertente e l’amplificatore operazione è ideale (A
è infinito), c’è retroazione e l’uscita è finita, si può parlare di massa virtuale. Sfruttando questa
considerazione ed utilizzando la Legge di Ohm al nodo invertente si ottiene:
2 (alessia.occhino@unikorestudent.it)
Scaricato da Alessia Occhino
lOMoARcPSD|3486797
Vi − 0 V∗
=−
Z 2R
Z è l’impedenza data dalla somma del condensatore C e dalla resistenza R. che sono in serie.
Al nodo inferiore, dove si trova Vo , si può applicare la Legge di Ohm e si ottiene:
Vi − Vo Vo − V ∗
=
R R
Dalla prima equazione ci ricaviamo il valore di V e lo inseriamo nella seconda equazione, in
∗
1−sCR
Figura 1.2: Diagramma di Bode del modulo e della fase di 21 ( 1+sCR )
1 1
+ sin(103 t) [V ]
Vo =
2 2
In questo caso non c’è nessuno sfasamento, dal momento che la funzione di trasferimento in
ω = 103 rad/s non ha nessuno sfasamento.
Esercizio 2
Dati
L1 = 10µH
L2 = 10mH
R = 10Ω
r = 100Ω
Richieste
1. Trovare Vo in funzione di Vi
Risoluzione
Come si vede dalla Figura 3, questa è una configurazione di un amplificatore invertente. Si può
parlare in questo caso di massa virtuale e si ricava la Vo :
Vo Z2 r + sL2 r 1 + s Lr2
=− =− =−
Vi Z1 R + sL1 R 1 + s LR1
Ora è necessario calcolare le pulsazioni in corrispondenza dello zero e del polo, per tracciare il
diagramma di Bode:
r 100 R 10
ωz = = = 104 rad/s ωp = = = 106 rad/s
L2 10 · 10 −3 L1 10 · 10 −6
V o L2
lim = = 1000
ω→∞ Vi L1
Trasformando tali valori in dB (20 log(10) = 20dB, 20 log 1000 = 60 dB) , si possono tracciare
i diagrammi di Bode del modulo e della fase.
L2
1+s
Figura 1.4: Diagramma di Bode del modulo e della fase di − Rr L
r
1+s R1
Per trovare l’andamento di Vo dato l’ingresso Vi = 1 V, possiamo applicare il teorema del valore
iniziale e finale, ricordandosi che la trasformata di Laplace di un segnale a gradino è 1s . Dunque
otteniamo:
s
Vo 1+ 104
= −10 s
Vi 1+ 106
s
1 1+ 104
lim Vo (t) = lim sVo (s) = −10 s = −103 V
t→0 s→∞ s 1+ 106
s
1 1+ 104
lim Vo (t) = lim sVo (s) = −10 s = −10 V
t→∞ s→0 s 1+ 106
Ed ecco il grafico della risposta allo scalino:
Ora il segnale di ingresso Vi ha anche una componente sinusoidale. Per calcolare la Vo , si possono
utilizzare i diagrammi di Bode, che sono stati riportati in Figura 4. Bisogna ricordare che un
segnale d’ingresso sinusoidale, mantiene la stessa pulsazione, ma viene dilatato di un fattore
che dipende dal valore della funzione di trasferimento a quella pulsazione. In questo caso, la
funzione di trasferimento VVoi assume il valore 40 dB, che in lineare corrisponde al valore 100.
Bisogna tenere in considerazione, che alla pulsazione in considerazione, c’è uno sfasamento di
−90◦ .
Per quanto riguarda la componente continua, bisogna vedere dal diagramma di Bode, il valore
a ω = 0. In questo caso il valore è di 20 dB con uno sfasamento di −180◦ , che corrisponde in
lineare a -10. Dunque la tensione d’uscita vale:
π
Vo = −10 + 5 · 10−3 · 100 sin(105 t − ) = −10 − 0.5 sin(105 t − 1.74) [V ]
2
27 Marzo 2013
Esercizio 1 tratto dal tema d’esame del 22 Gennaio 2013
Sia dato il seguente circuito, dove i due diodi sono ideali e sono uno alla volta è accesso.
Richieste
vo2
4. Determinare la funzione di trasferimento F (jω) = vo1
e tracciare i digrammi di Bode
Risoluzione
Per risolvere il primo punto e quindi quelli successivi, non è possibile utilizzare formule specifiche,
dal momento che la configurazione dell’amplificatore operazionale, non rientra in quelle standard.
Tuttavia, è possibile sfruttare il fatto che l’amplificatore sia ideale, dunque A → +∞ e quindi si
può parlare di cortocircuito virtuale tra i due morsetti. Dunque:
V+ =V−
Questo risultato, permette di applicare la KVL alla maglia composta da vi , R2 , R1 , permettendo
cosı̀ di calcolare la corrente che passa:
vi
vi = iR1 + iR2 = i(R1 + R2 ) ⇒ i = = 1 [mA]
R 1 + R2
Dal momento che la corrente non può provenire dall’operazionale, dal momento che ha resistenza
d’ingresso infinita, la corrente i passerà nella resistenza R5 .
Per calcolare vo1 , è possibile applicare la Legge di Ohm, grazie al fatto che V − = R5 · i = −1 [V ]:
V + − vo1
= i ⇒ vo1 = −1 − iR3 = −2 [V ]
R3
Al medesimo risulta, ci si poteva arrivare, applicando la KCL al nodo V + , sapendo che passa la
stessa corrente nella resistenza R2 . L’unica accortezza sono le direzioni delle correnti:
0−V+ 1−V−
= ⇒ V − = −1 [V ]
R5 R2
Il calcolo di vo2 è immediato se si tiene in considerazione che siamo in regime stazionario e quindi
il condensatore è un circuito aperto, cioè ha resistenza infinita. Dunque vo2 = vo1 . Lo si può
dimostrare applicando il partitore di tensione, tra R6 e il condensatore:
Zc +∞
vo2 = vo1 ≈ vo1 = vo1
Zc + R 6 +∞
Se ora vo1 diventa - 1, è possibile fare lo stesso ragionamento di prima e si giunge alla conclusione
che cambia solamente il segno finale:
V+−0
= +V − − 1R2 ⇒ V − = +1 [V ]
R5
vo1 − V −
= i ⇒ vo1 = 1 + iR3 = +2 [V ]
R3
vo1 = vo2 = +2 [V ]
Per risolvere il Punto 3, occorre effettuare le seguenti considerazioni; per quanto riguarda la
risposta alla scalino su vo1 , essa seguirà fedelmente il segnale d’ingresso vi , dal momento che si
può rappresentare la funzione di trasferimento come un passa-tutto. Non si può fare la stessa
considerazione su vo2 , dal momento che c’è un condensatore.
IL circuito composto da R6 e il condensatore risulta essere un filtro passa-basso, dunque le
frequenze alte non vengono riprodotto fedelmente.
Dunque il grafico della risposta alla scalino è dato dal grafico della retta -2 [V] e il seguente
esponenziale:
vo2
Figura 1.8: Diagrammi di bode di vo1
10 Aprile 2013
Esercizio 1
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Il valore della tensione Vz per cui il diodo zener si trova nella regione di breakdown, è 5 V.
Richieste
Calcolare il valore della corrente I per i seguenti valori di Vi :
1. Vi = −10 [V ]
2. Vi = 3 [V ]
3. Vi = +10 [V ]
Risoluzione
Una corretta analisi, permette di giungere alla condizione che per condurre entrambi, il diodo
deve essere acceso e polarizzato direttamente, mentre il diodo zener deve essere nella zona di
breakdown. Il minimo valore della tensione Vi deve essere:
Vi ≥ 5 + 0.7 = 5.7 [V ]
Per il primo caso, quando Vi = −10 [V ], l’ipotesi corretta è che entrambi i diodi devono essere
off, per cui non c’è passaggio di corrente e quindi I = 0.
Per il secondo caso, quando Vi = 3 [V ], il segnale è ancora inferiore al valore di 5.7 [V], dunque
ancora i due diodi sono off e non c’è passaggio di corrente.
Per il terzo caso, quando Vi = +10 [V ], entrambi i diodi conducono e per il calcolo della corrente
che passa, basta applicare la Legge di Ohm:
10 − 5.7
I= = 0.43 [mA]
10
Esercizio 2
Sia dato il seguente circuito, mostrato in Figura 10.
1. Vi = −10 [V ]
2. Vi = 0 [V ]
3. Vi = +8 [V ]
Risoluzione
Affinché ci sia un passaggio di corrente, entrambi i diodi devono conduttore. Perciò dovranno
essere entrambi polarizzati direttamente.
Per il primo caso, quando Vi = −10 [V ], l’ipotesi corretta è che entrambi i diodi devono condurre
e sono polarrizati direttamente. Per il calcolo della corrente, basta applicare la Legge di Ohm:
−10 + 0.7 + 0.7
I= = 0.86 [mA]
10
Per il secondo caso, quando Vi = 0 [V ], entrambi i diodi sono off, dunque non c’è passaggio di
corrente.
Per il terzo caso, quando Vi = +8 [V ], entrambi i diodi sono off e il valore della tensione nel nodo
in alto a destra vale Vo = +8 [V ].
Nota bene
Nel primo caso, qualora ci fossero dei dubbi sul valore della caduta di tensione nella resistenza,
bisogna tenere in considerazione che qualsiasi valore di tensione che viene preso tra Vi e massa,
deve essere un valore negativo.
Esercizio 3
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
i1 = i2
Applicando la Legge di Ohm tra vi e - 10 [V], ci ricaviamo il valore della corrente, prestando
attenzione ai segni utilizzati per le cadute di tensioni:
11 Aprile 2013
Esercizio 1
Sia dato il seguente circuito, mostrato in Figura 12.
Dati
Vz1 = 7.5 [V ]
Vz2 = 5 [V ]
E = −15 [V ]
Richieste
Calcolare la corrente I che passa in R2 e la tensione Vu .
Risoluzione
Dal momento che la tensione E è minore di zero, una ipotesi accettabile sul diodo zener Dz1 è che
esso sia acceso e polarizzato direttamente. Dal momento che l’amplificatore operazione è ideale,
la tensione che si trova su V + è uguale a V − . Tale valore di tensione è -0.7 [V], dal momento
che il diodo zener conduce. Tale valore di tensione, sarà anche uguale a Vu e dal momento che
non è sufficiente per far condurre corrente dal ground, il diodo D e Dz2 sono entrambi spenti.
Dunque il valore di I è zero. Per verificare l’ipotesi per il diodo zener 1, possiamo calcolare la
corrente che passa nella resistenza R1 , attraverso la Legge di Ohm:
−15 − (−0.7)
iR 2 = = −14.3 [mA]
1kΩ
Tale valore di corrente è negativo, poiché si è imposta la direzione della corrente verso il basso.
Dunque fisicamente la corrente passa in verso opposto e dunque dall’anodo al catodo. Tale
affermazione è coerente con l’ipotesi fatta.
Ora il valore della tensione E vale + 15 [V].
Ora l’ipotesi corretta da fare sul diodo zener 1, è quella per cui esso è in breakdown. Dunque il
valore di tensione a V + = V − è di 7.5 [V]. Tale valore di tensione è uguale a Vu .
Una osservazione importate da fare è che due diodi in serie o conduco entrambi oppure sono
entrambi off. In tale situazione, dal momento che Vu è positivo, la corrente dovrebbe passare
dal catodo all’anodo, cosa impossibile. Dunque entrambi i diodi sono off. Quindi il valore della
corrente I è 0.
Esercizio 2
Sia dato il seguente circuito, mostrato in Figura 13:
Dati
Vz1 = 7.5 [V ]
Vz2 = 5 [V ]
E = −15 [V ]
Richieste
Calcolare la corrente I che passa in R2 e la tensione Vu .
Risoluzione
Dal momento che la tensione E è negativa, ci si aspetta che il diodo zener 1 sia in breakdown,
ovvero passi corrente dal catodo all’anodo. Dal momento che l’amplificatore operazione è ideale,
c’è il seguente legame:
V + = V − = Vu
Dal momento che il diodo zener è nella zona di breakdown, la tensione vista ai suoi capi è - 7.5
[V], dunque V + = −7.5 [V ].
Poiché la tensione Vu è negativa, ci si aspetta che la corrente passi dal ground ed entri nel-
l’amplificatore operazionale. Dunque l’ipotesi corretta è che il diodo sia acceso e polarizzato
direttamente, mentre il diodo zener 2, sia in breakdown.
Per il calcolo della corrente, possiamo utilizzare la Legge di Ohm:
−7.5 + 0.7 + 5
I= = −1.81kΩ = −1.8 [mA]
1kΩ
Il segno meno indica che la corrente passa dall’anodo verso il catodo in D.
Ora il valore della tensione E vale + 15 [V].
L’ipotesi da fare in questo caso per il diodo zener 1, è che sia accesso e polarizzato direttamente.
Dunque il valore della tensione di Vu è di 0.7 [V]. Tale valore di tensione, porta ad ipotizzare
che il diodo D e il diodo zener 2, siano entrambi spenti e dunque non c’è passaggio di corrente (
I = 0).
Esercizio 3
Sia dato il seguente circuito, mostrato in Figura 14:
Dati
R1 = 5 [kΩ]
R2 = 23.6 [kΩ]
E = 15 [V ]
Vdz = +3.6 V
Richieste
Calcolare la corrente Io , V + e Vo .
Risoluzione
Dal momento che E vale + 15 [V], si può ipotizzare che sia D1 che D2 siano accessi e che siano
polarizzati direttamente. Per calcolare la corrente che passa, possiamo utilizzare la Legge di
Ohm:
−9.3 − (−0.7)
io = = −8.6 [mA]
1kΩ
Ora R1 = R2
I diodi D1 e D2 sono accessi e sono polarizzati direttamente. In questo caso, la tensione V + , si
ricava applicando la KVL:
Richieste
Calcolare il momento in cui la tensione Vu assume il valore 0.
Risoluzione
Per tempi negativi, cioè quando il circuito è chiuso, il condensatore è cortocircuitato, dunque
non passa corrente nel condensatore. L’ipotesi corretta per il diodo zener è che sia acceso e in
polarizzazione diretta. Dunque il valore di tensione Vu vale:
Vu = E − 0.7 = +9.3 [V ]
Per t positivi, il circuito si apre e passa corrente nel condensatore, che a sua volta si caricherà.
La tensione che lega il condensatore in funzione del tempo è data dalla seguente Legge Fisica:
1 t 10 · 10−6
Z
Vc (t) = I(t)dt = t=t
C 0 10 · 10−6
Dal momento che la tensione sul polo positivo del condensatore è fisso a + 9.3 [V] e la relativa
tensione deve aumentare perché si sta caricando, il valore di Vu dovrà diminuire in funzione del
tempo. Il suo valore è dato da :
Vu (t) = 9.3 − t
Tale grafico è una retta con pendenza −1, dove per t = 0 assume proprio il valore +9.3 [V]
calcolato precedentemente.
Dunque il momento t̂ per cui Vu vale 0 è:
9.3
9.3 − t̂ = 0 ⇒ t̂ = = 9.3 [s]
103
Esercizio 5
Sia dato il seguente circuito, mostrato in Figura 16.
Dati
0 [V ], t < 0,
Vi (t) =
1 [V ] t ≥ 0
Vz = 5 [V ] valore di tensione per cui il diodo zener va in breakdown.
Richieste
Disegnare l’andamento della tensione Vo (t) e trovare il momento t̂ per cui il Dz è in conduzione.
Risoluzione
Dal momento che l’amplificatore operazionale è ideale e la configurazione è invertente, si può
parlare di massa virtuale, cioè:
V + = V − = 0 [V ]
Il valore per tempi negativi per Vo (t) è 0, dal momento che non c’è nessun segnale all’ingresso
dell’amplificatore. Appena c’è la commutazione, il valore della corrente che passa nella resistenza
R1 vale:
1−0
i= = 1 [mA]
1kΩ
In tale momento, il condensatore può essere considerato un corto circuito poiché si sta caricando,
dunque la corrente non passerà sicuramente nel diodo. Dunque il valore di Vo in tale momento
vale:
R2
Vo (0+ ) = − · 1 = −5 [V ]
R1
Dal momento che c’è passaggio di corrente nel condensatore, esso incomincerà a caricarsi e il
valore della tensione ai suoi capi è data dalla seguente Legge Fisica:
t
1 1[V ] 1
Z
Vc (t) = dt = 1[V ]t
C 0 R1 C · R1
Il valore della tensione d’uscita è data dalla seguente equazione:
1[V ]t̂
= 5 [V ] ⇒ t̂ = 5 [ms]
1kΩ · 1µF
Dopo tale periodo, la tensione ai capi del condensatore verrà bloccata a +5[V], dunque il valore
dell’uscita Vo (t) dopo tale momento, varrà:
Esercizio 6
Sia dato il seguente circuito, mostrato in Figura 17.
Richieste
5. Considerando ora l’amplificatore reale, con guadagno ad anello aperto A = 100, calcolare
la funzione di trasferimento ingresso uscita
Risoluzione
Per rispondere alla prima domanda, possiamo notare che la configurazione dell’amplificatore ope-
razione è invertente e quindi può parlare di massa virtuale. Dunque la funzione di trasferimento
tra ingresso e uscita è data:
1
R2 · sC R2
R2 //C = 1 =
R2 + sC 1 + sR2 C
R2 R R
Vo R3 + 1+sR 2C
R3 + R2 1 + sC R22+R33
=− =− ·
Vi R1 R1 1 + sCR2
Le pulsazioni in corrispondenza dello zero e del polo sono:
1 1
wz = = 1.1 · 105 wp = = 104
C RR22+R
R3
3
CR2
Ai fini del tracciamento del diagramma di bode del modulo, è conveniente calcolare i seguente
limiti:
V o R2 + R3
lim = = 11
ω→0 Vi R1
V o R3
lim = =1
ω→∞ Vi R1
Tali valori, sono in accordo da ragionamenti che si possono fare sul condensatore. In regime
stazionario, cioè per ω = 0, il condensatore è circuito aperto. Dunque la corrente passa in R2 .
Applicando la formula per la configurazione invertente si ottiene:
Vo R2 + R3
=− = −11
Vi R1
Per ω = +∞, il condensatore è un in corto circuito, dunque tutta la corrente passa nel
condensatore e non in R2 . Applicando la formula per la configurazione invertente si ottiene:
Vo R3
=− =1
Vi R1
Ecco i diagrammi di Bode del modulo e della fase:
Per calcolare la risposta alla scalino, occorre utilizzare i teoremi del valore iniziale e finale.
Dunque occorre calcolare i seguenti limiti:
1
lim Vo (t) = lim s · Vo (s) · = −1 [V ]
t→o s→+∞ s
1
lim Vo (t) = lim s · Vo (s) · = −11 [V ]
t→+∞ s→0 s
Vi (t) = 10 sin(102 t) [V ]
Per il calcolo di Vo (t) è conveniente usare i diagrammi di Bode tracciati precedentemente. Occorre
notare che alla pulsazione 102 , la funzione di trasferimento ha guadagno 20.82 dB, che corrisponde
a 11 in scala decimale, mentre per quanto riguarda la fase si è a −180◦ .
Dunque Vo (t) è ancora una sinusoide con la stessa pulsazione, amplificata di un fattore -11 e
vale:
A(V + − V − ) = Vo
In questo caso, dal momento che il morsetto non invertente è collegato a massa, V + vale 0 [V].
Dunque la formula di prima ci permette di ricavare V − , in funzione dell’uscita:
Vo Vo
V− =V+ =− =−
A A
La corrente che passa nella resistenza R1 ed è uguale a quella che passa in R3 . Il suo valore è
dato dalla Legge di Ohm:
Vi + VAo − Vo − V o
i= = A
Z1 Z2
Z2 V o Z2 Vo
Vi · + · = − − Vo
Z1 A Z1 A
Per semplificare i conti, si intende che Z1 = R1 e Z2 = Zc //R2 + R3 .
Da quest’ultima formula si ricava la funzione di trasferimento tra l’uscita e l’ingresso, al variare
di A:
2 Z
Vo Z1
=− Z2 1
Vi 1 + (1 + )
Z1 A
VR3 = R3 · i = 1 [V ]
Tale valore è maggiore di 0.7 [V], valore per cui il diodo conduce. Quindi la nostra ipotesi sul
diodo accesso è corretta.
Il valore della tensione d’uscita è data dalla seguente relazione:
1 t I
Z
VC = Idt = · t = 105 t
C 0 C
Sostituendo tale valore nella formula precedente, permette di ricavare il grafico di Vo (t):
VC (0− ) = Vc (0+ ) = 0
Dunque il valore dell’uscita Vo (t) è dato soltanto dalla caduta di tensione in R3 , dovuto il
passaggio della corrente I.
18 Aprile 2013
Esercizio 1
Sia dato il seguente circuito, mostrato in Figura 22.
Dati
Vz = 4.3 [V ]
Vs (t) = sin(1000t) [mV ]
Richieste
Calcolare la corrente i che passa in R1 e calcolare la risposta al piccolo segnale dato da Vs
Risoluzione
Prima di applicare formule risolutive, è necessario fare delle ipotesi sullo stato dei diodi. Sullo
stato D1 si può ipotizzare che sia accesso e polarizzato direttamente, dal momento che sul nodo
invertente c’è una tensione maggiore rispetto a E1 . Per quanto riguarda i restanti diodi, affinché
ci sia la retroazione, è necessario che almeno uno dei due diodi sia acceso. Tra le scelte possibili
ci sono che entrambi i diodi siano accesi, oppure D2 off e Dz polarizzato direttamente.
Una prima ipotesi è che D2 sia spento e che Dz sia acceso e polarizzato direttamente. Il fatto
che Dz possa essere solo polarizzato direttamente, è dovuta al fatto che il verso della corrente
che passa in R1 ha direzione verso il ground. Per il calcolo della corrente che passa in R2 , basta
applicare la Legge di Ohm:
E2 − E1 − 0.7 1 + 3 − 0.7
iR1 = iz = = = 10 [mA]
R1 330
Da cui è possibile calcolare la tensione di uscita dell’amplificatore operazionale:
Vo − E2 = R2 iz + 0.7 ⇒ Vo = 8.5 [V ]
Questo è concorde con il fatto che Dz sia acceso e polarizzato direttamente, dal momento che
l’anodo è a potenziale maggiore rispetto al catodo.
Dunque le ipotesi fatte sui diodi sono corrette.
Se invece fosse stato ipotizzato acceso anche D2 , c’è anche una corrente iR3 . Applicando la KCL
si ha da risolvere il seguente sistema:
iR1 = iz − iR3
i2 = 1−VRo 3−0.7 = 0.3−V
R3
o
iz = Vo −1−0.7 = VoR−1.7
R2 2
⇒ Vo ≈ 8 [V ]
nVT 2 · 25 · 10−3
Rd = = = 5 [Ω]
id 10 · 10−3
Esercizio 2
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Dati
Vz = 4.3 [V ]
Vγ = 0.7 [V ]
Vi (t) = 100 sin(2πf1 t) [mV ]
f1 = 10 [Hz]
Richieste
Risoluzione
Per il primo requisito non è necessario fare alcuna ipotesi su i due diodi. Per il calcolo della
funzione di trasferimento tra ingresso e uscita, è necessario notare che la configurazione dell’am-
plificatore operazionale, che è ideale, è non invertente. Tuttavia, c’è una partizione dell’ingresso
tra R3 e C. Dunque come passo intermedio, è necessario calcolare V + :
1
1
V+ = sC
1 Vi = Vi
R3 + sC
1 + sCR3
Ora è possibile applicare il cortocircuito virtuale tra i due morsetti e si calcola l’uscita attraverso
la seguente formula:
R2 + 1
Vo1 = (1 + )V = 100 · Vi
R1 1 + sCR3
Dunque la funzione di trasferimento tra l’ingresso e l’uscita vale:
Vo1 1
= 100 ·
Vi 1 + sCR3
1
τ = R3 · C = 159 · 10−7 [s] f3dB = = 10 [kHz]
2πτ
Ecco i digrammi di Bode del modulo e della fase:
Quanto vale l’uscita se Vi = 100 sin(2πf1 t) [mV] ?
Per rispondere alla domanda possiamo utilizzare i diagrammi di Bode del modulo e della fase, in
f1 = 10 [KHz]. A tale frequenza, il guadagno è 40 dB, che corrispondo a 100 in scala decimale.
La fase non è ancora calata. Dunque Vo1 vale:
Vo1 = 10 sin(2πf1 t) [V ]
L’andamento di Vo1 è mostrato in figura 27.
Per il calcolo della Vo2 bisogna fare il seguente discorso, basandosi sul circuito mostrato in figura.
Per far si che passi corrente, occorre che entrambi i diodi conducano. Dunque, un diodo deve
essere accesso e polarizzato direttamente, mentre l’altro deve essere accesso e in breakdown. Dal
momento che il segnale d’ingresso è una sinuosoide, il loro stato cambierà; precisamente quando
il segnale è positivo, Dz1 è in breakdown, mentre Dz2 è polarizzato direttamente. Quando il
segnale d’ingresso è negativo, lo stato dei due diodi si scambierà. Tale combinazione, forma un
limitatore di tensione a 5 [V], poiché la caduta di potenziale tra il morsetto superiore e ground
è di 4.3 + 0.7 = 5 [V]. Dunque l’uscita Vo2 avrà il seguente andamento:
Quanto vale l’uscita se Vi = 100 sin(2πf2 t) [mV] ?
Per rispondere alla domanda possiamo utilizzare i diagrammi di Bode del modulo e della fase,
in f2 = 1 [MHz]. A tale pulsazione, il guadagno è 0 dB, che corrispondo a 1 in scala decimale,
dal momento che il grafico perde 20 dB per decade. La fase è scesa a − π2 . Dunque Vo1 vale:
π
Vo1 = 100 sin(2πf2 t − ) [mV ] = −100 sin(2πf2 ) [mV ]
2
Ecco l’andamento di Vo1 :
Quanto valgono Vo1 e Vo2 se Vi è uno scalino ?
Il segnale Vi è uno scalino di ampiezza 100 [mV].
Per trovare Vo1 occorre applicare il teorema del valore iniziale e finale:
0.1
lim Vo (t) = lim s · Vo1 (s) · = 0 [V ]
t→o s→+∞ s
0.1
lim Vo (t) = lim s · Vo1 (s) · = 10 [V ]
t→+∞ s→0 s
La risposta allo scalino per Vo1 è mostrata in Figura 31.
Per quanto riguarda Vo2 , l’andamento sarà simile a quello visto per la sinusoide. Infatti per valori
di tensione minori di 5 [V], Vo2 seguirà fedelmente l’andamento dell’ingresso. Appena si arriva
al valore di saturazione, Vo2 si fermerà a tale valore.
9 Maggio 2013
Esercizio 1 Tratto dal tema d’esame del 7 Febbraio 2011
Sia dato il circuito mostrato in figura; N è un MOSFET ad accumulo con effetto Early trascu-
rabile; vi è un generatore di piccolo segnale.
Dati
µA W 7 µm
N : µn Cox = 100 [ ] = [ ] Vt = 0.5 [V ]
V2 L 0.35 µm
Richieste
Calcolare il punto di lavoro del circuito, indicando la zona di funzionamento di N
Risoluzione
Per prima cosa, è necessario verificare che il transistor sia accesso:
W V2 V2 1
(VGS − Vt )VDS − DS = k VDS − DS = k Vo − Vs − (Vo − Vs )2 =
ID = µn Cox
L 2 2 2
1
= k Vo +1.5. (Vo 2 +2.25+3Vo ) = k Vo +1.5−0.5Vo 2 −1.125−1.5Vo = k −0.5Vo 2 −0.5Vo +0.375
2
KCL al nodo superiore:
Io = ID + IR
Vo Vo 1mA 2
ID = Io − = Io − = − 0.5V o − 0.5V o + 0.375
R 1kΩ V2
Da quest’ultima si ricava il valore della tensione Vo :
√
0.5 ± 0.52 − 4 · 1.625 · 0.5
Vo =
2 · 0.5
Non esistono soluzioni, dunque l’ipotesi fatta sul transistor in triodo è sbagliata.
Nota bene
Avremmo potuto trovare anche 2 soluzioni reali che non soddisfano la condizione di triodo:
VDS ≤ VGS − Vt
Quindi la regione di funzionamento del transistor è quella di saturazione. Ora possiamo ricavare
immediatamente quando vale la corrente ID :
1
ID = µn Cox VOV 2 = 0.5 [mA]
2
Utilizzando la KCL al nodo superiore, possiamo ricavare la corrente IR e la tensione Vo :
IR = Io − ID = 1.5 [mA]
Vo
IR = ⇒ Vo = 1.5 [V ]
R
Verifichiamo che il transistor sia effettivamente in saturazione:
VDS ≥ VGS − VT
3 ≥ 1 [V ]
Il transistor N è in saturazione.
Esercizio 2 Tratto dal tema d’esame del 22 Gennaio 2013
Il MOFSET nel circuito in figura ha effetto di substrato e effetto Early trascurabili. Il generatore
vi è un piccolo segnale.
Dati
K1
M2 : Vt2 = Vt1 K2 =
2
Richieste
2. Disegnare il circuito equivalente di piccolo segnale e calcolare i valori dei parametri nel
punto di lavoro calcolato al punto precedente
Risoluzione
Per il calcolo del punto di lavoro, è necessario spegnere il generatore di piccolo segnale e sosti-
tuirlo con un corto circuito. Il passo successivo è quello di capire lo stato di funzionamento del
transistor. Innanzitutto è necessario verificare che sia acceso:
W VDS 2 1
= 2K1 (2.4 − 0 − 0.4)Vo − Vo 2 = 2K1 2Vo − 0.5Vo 2
ID = µn Cox (VGS − Vt )VDS −
L 2 2
Applicando la KVL al Drain, è possibile ricavare il valore della corrente ID :
Vo Vo Vo
= 0.5mA/V 2 2Vo − 0.5Vo 2
Io = ID + IR = ID + ⇒ ID = Io − = 1.5[mA] −
R R 10[kΩ]
√
2 112 − 4 · 2.5 · 15 11 ±
⇒ 2.5Vo − 11Vo + 15 = 0 ⇒ Vo =
5
Dal momento che non esistono radici reali, l’ipotesi fatta sul transistor in triodo è sbagliata.
Dunque siamo in saturazione ed è possibile ricavare la corrente ID , applicando la relativa formula:
2
ID = K1 VGS − Vt = 1 [mA]
Sostituendo quest’ultima valore nella formula della KCL al Drain, possiamo ricavare la corrente
che passa nella resistenza e la tensione Vo :
Vo
IR = Io − iD = 0.5 [mA] ⇒ IR = ⇒ Vo = IR R = 5 [V ]
R
Verifichiamo che il transistor sia effettivamente in saturazione:
VDS ≥ VGS − VT
5 ≥ 2 [V ]
Sostituendo i generatore di tensioni in continua con corto circuiti e i generatore di corrente in
continua con un circuito aperto, si ottiene il seguente circuito equivalente di piccolo segnale.
Per il calcolo della tensione VGS occorre effettuare il seguente ragionamento. La tensione su Gate
vale 0 [V], dal momento che non c’è alcun elemento in grado di far variare la tensione rispetto a
massa. La tensione sul Source, vale proprio Vi , cioè il generatore di tensione di piccolo segnale.
Dunque la tensione VGS vale:
VGS = VG − VS = 0 − Vi = −Vi
Dunque, dal momento che si conosce la corrente che passa nella resistenza, è immediato ricavare
la tensione d’uscita Vo e il guadano dell’amplificazione:
Vo = −(−gm Vi )R = gm Vi R
2ID
gm = = 1 [mS]
VOV
Vo
Av = = 10
Vi
Per quanto riguarda il calcolo della resistenza d’ingresso, occorre applicare un generatore di
tensione di prova all’ingresso e applicare la seguente formula, dove ix è la corrente erogata dal
generatore:
Vx
Rin =
ix
In questo caso abbiamo che la corrente ix vale −gm VGS = gm Vx e quindi la resistenza d’ingresso
vale:
Vx 1
Rin = = = 1 [kΩ]
gm Vx gm
Stesso metodo occorre seguire per la resistenza d’uscita:
Vx ix R
Rout = = = R = 10 [kΩ]
ix ix
Per quanto riguarda il punto 4, si può dire che se si collega il substrato a massa per la DC non
si risente dell’effetto di substrato, mentre per il piccolo segnale c’è effetto (cambia la tensione di
soglia ).
Ora al posto della resistenza R viene inserito un transistor a diodo.
Sul transistor Diodo è necessario verificare che sia accesso e qualora lo fosse, si è già certi che
esso sia in saturazione, dal momento che è verificata tale condizione:
VGS − Vt = VOV ≥ 0
VD = VG = Vo
Per quanto riguarda il transistor N1 , occorre verificare che si accesso e poi successivamente
occorre fare delle ipotesi sulla regione di funzionamento di tale dispositivo:
2
ID2 = K2 VGS2 − Vt = K2 V o − V t ) 2
N2
16 Maggio 2013
Esercizio 1
Sia dato il seguente circuito mostrato in figura, dove vi è un generatore di piccolo segnale.
La caratteristica del Diodo è quella di tipo soglia, con tale tensione pari a Vγ = 0.7 [V].
Dati
Tutti e tre i transistor sono matched.
1 W µA
kn = µn Cox = 3125 [ 2 ] Vth = 0.6 [V ] VA = +∞ [V ]
2 L V
Richieste
Calcolare il punto di lavoro del circuito, il valore della resistenza d’ingresso Rin vista dal segnale
vi e disegnare il circuito equivalente di piccolo segnale.
Risoluzione
Per risolvere il circuito è necessario studiare la zona di lavoro di ciascuno dei 3 MOSFET.
T1
Il MOSFET T1 èsicuramente in saturazione, se acceso, dal momento che è in configurazione a
diodo VD = VG . Dal momento che si conosce la corrente che passa in tale elemento Io =
0.5 [mA] , è possibile calcolare la tensione VOV :
2
ID = kn VGS1 − Vth
r
2 0.5
0.5 = 3125 · VOV ⇒ VOV = VGS1 − Vth = = ±0.4 [V ]
3125
La tensione che occorre prendere tra i due valori è quella positiva, dal momento che T 1 è in
saturazione e deve essere acceso.
Dal momento che VS1 = VS2 = −2 [V], è possibile calcolare le tensioni al gate per T 1 e T 2:
Figura 1.37: Esercizio 1: Circuito equivalente per il calcolo della resistenza Rin
dei fili), mentre i generatori di corrente continua ideali, diventano dei circuiti aperti. Dunque si
ottiene:
I due generatori di corrente comandati in tensione gm1 Vgs1 e gm2 Vgs2 sono stati cancellati, dal
momento che le rispettive tensioni vgs1 e vgs2 sono entrambe nulle (per costruzioni del circuito
equivalente di piccolo segnale). Da notare che Vx rappresenta il generatore di prova, che serve
per il calcolo della resistenza Rin . Esprimendo la corrente Ix in funzione della tensione Vx è
possibile calcolare la resistenza:
2ID 2 · IDT 3
gm3 = = = 2.5 [mS]
VOV VGS3 − Vth
Vx 1
Ix = gm3 Vx ⇒ Rin = = = 400 [Ω]
Ix gm3
Ora si consideri il circuito equivalente di piccolo segnale e si calcoli il guadagno di amplificazione
tra ingresso e uscita.
Per rispondere alla domanda è necessario trovare il valore della tensione d’uscita Vo in funzione
di Vin . Un’importante osservazione è la seguente
Vgs3 = 0 − Vx
Questo è dovuto al fatto che la tensione sul gate è nulla perché il circuito non ha nessuna
componente attiva, visto che è collegato direttamente a massa tale nodo. Applicando la Legge
di Ohm ai capi della resistenza Rs è possibile ottenere la seguente relazione:
Vx − Vin
= −gm3 Vx
Rs
Vin
−gm3 Vx · Rs = Vx − Vin ⇒ Vx =
1 + gm3 Rs
Tale corrente è la stessa che passa nella resistenza RL . Dunque:
Vin
IRL = −gm3
1 + gm3 · Rs
Ora è possibile calcolare la tensione d’uscita Vo :
Vi
Vo = −RL · IRL = −RL − gm3
1 + gm3 · Rs
Vo gm3 · RL RL 1 1k V
Av = = = + = = 1.25 [ ]
Vin 1 + gm3 · Rs Rs gm3 400 + 400 V
Esercizio 2 Tratto dal tema d’esame del 15 Febbraio 2013
Si consideri il seguente circuito, mostrato in figura.
Dati
Caratteristiche del transistore NMOS ad arricchimento:
1 W µA
Vt = 0.2 [V ] K = µn Cox = 250 [ 2 ]
2 L V
L’effetto di substrato è trascurabile e sia vi (t) un generatore ideale di tensione.
Richieste
Risoluzione
Per determinare il punto di lavoro, è necessario spegnere il generatore di piccolo segnale, sostituire
i condensatori con dei circuiti aperti (dal momento che siamo in continua) e occorre fare delle
ipotesi sulla zona di funzionamento del transistor. Una prima ipotesi ragionevole è che esso sia
accesso e in saturazione. In questo modo possiamo sfruttare la seguente formula, per ricavare le
varie tensioni, che ci permetteranno di verificare l’ipotesi:
2
ID = I = k VGS − Vth
VD ≥ VG − Vth
Per calcolare la tensione d’uscita, è necessario prima calcolare la tensione VGS , che si ricava nel
seguente modo:
R1 //R2 vi
VG = Vi =
R1 //R2 + R 2
vi
VGS = VG − VS = − vo
2
Da cui si ricava il guadagno ingresso uscita:
1
vi vo g m · RL
= 2
Vo = gm − vo RL ⇒ = 0.25
2 vi 1 + g m · RL
Per il calcolo della resistenza d’uscita Rout , occorre inserire un generatore di prova tra source e
massa. In questo modo si ricava che:
Vx 1
VGS = VG − VS = 0 − Vx ix = gm Vx ⇒ Rout = = = 2 [kΩ]
Ix gm
Ora occorre calcolare il guadagno ingresso uscita, tenendo conto dell’effetto Early. Quindi la
resistenza del generatore di tensione non è più infinita, ma vale:
Va 50
ro = = = 200 [kΩ]
ID 0.25
Dunque il circuito equivalente di piccolo segnale quello riportato in figura.
Sebbene non sia evidente dal disegno, le resistenze ro e RL sono in parallelo, dal momento che
condividono il nodo S e sono entrambe a massa. Dunque la resistenza equivalente vale:
Figura 1.41: Punto 3: Circuito equivalente per il piccolo segnale con effetto Early
1
vo g m RL
= 2 = 0.248
vi 1 + gm Req
Come ultimo punto, occorre calcolare la funzione di trasferimento tra VG e vi , considerando i
condensatori con capacità finite. Il grafico del circuito è quello riportato in figura.
1 Req
Z1 = R + Req = R1 //R2 vg = vi
sC1 Req + Z1
vg 1 1 sC1 Re q
⇒ = Z1
= 1+sC1 R
=
vi 1 + Req 1 + sC1 Req 1 + sC1 (R + Req )
Calcolando i limiti per frequenze alte e per basse frequenze, è possibile tracciare i diagrammi di
Bode del modulo e della fase:
vg Req 1 1
lim = = ⇒ 20 log( ) = −6 db
s→∞ vi R + Req 2 2
vg
lim = 0 ⇒ 20 log(0) = −∞ db
s→0 vi
Per quanto riguarda la fase, c’è uno zero nell’origine, che fa partire la fase da +90◦ , mentre il
polo negativo, tende a portare la fase a 0◦ .
30 Maggio 2013
Esercizio 1
Dati
1 W
M : K = µn Cox = 250 [µA/V 2 ]; |VtP | = 1 [V ];
2 L
Richieste
Risoluzione
Per quanto riguarda il primo punto, come prima ipotesi, si ritiene che il transistor BJT sia attivo.
Dunque:
IC = IRc = β · IB = 20 · IB = 100[µA]
Conoscendo quest’ultimo valore di corrente e applicando la Legge di Ohm ai capi della resistenza
RC è possibile calcolare la tensione sul Gate del Mosfet, che è la stessa tensione sul comulatore:
VCC − VG
= IRc ⇒ VG = VCC − IRc RG = 5 − 2 = 3 [V ]
RG
Applicando la KCL al nodo del BJT è possibile trovare il valore della corrente dell’emettitore.
Occorre notare, che a differenza del Mosfet, entra un piccola parte di corrente nella Base:
IE = IC + IB = 105 [µA]
Attraverso la formula esponenziale, che lega la tensione tra Base ed Emettitore, è possibile
ricavare quest’ultimo valore, dal momento che si conosce la corrente IC :
VBE IC
IC = IS e VT
⇒ VBE = VT ln = 575 [mV ]
IS
Dal momento che l’emettitore è a massa, il valore della tensione VB vale proprio 575 [mV].
Ora è necessario verificare lo stato di funzionamento del BJT:
VC ≥ VB ⇒ 3 ≥ 0.575 [V ] si
VB ≥ VE ⇒ 0.575 ≥ [V ] si
I risultati appena trovati, dimostrano che il BJT è realmente attivo.
Ora è necessario verificare la zona di funzionamento del trasnsitor PMOS:
VGS ≥ |VthP |
5 − 3 ≥ 1 [V ] PMOS accesso
5 ≥ 5 − 3 − 1 [V ] PMOS in saturazione
IC β 20
gma = = 4 [mS] rπ = = = 5 [kΩ]
VT gma 4 · 10−3
2ID
gmM = | = 0.5 [mS] Vπ = Vi
|VOV
Da cui si ricava il guadagno in tensione:
vc
Vc = −gma Rc Vi ⇒ Av = = −gma Rc = −80
vi
io
⇒ = gmM gma RC = 40 [mS]
vi
Nel terzo punto, i condensatori in media frequenza non vengono più considerati dei corti circuiti.
Dunque sarà necessario parlare di risposta in frequenza. Tale calcolo deve essere fatto nel circuito
equivalente di piccolo segnale.
Partizione all’ingresso:
rπ sCrπ
Vπ = 1 Vi =
rπ + sC 1 + sCrπ
Dunque si ricava:
sCrπ
VC = −gma RC Vπ = −gma RC Vi
1 + sCrπ
io sCrpi
⇒ G(jω) = = gma gmM RC
vi 1 + sCrπ
Ecco i diagrammi di Bode del modulo e della fase della funzione di trasferimento G(jω).
Per tracciare l’andamento di io è necessario capire in che zona i due transistor stia lavorando.
KVL alla maglia:
β · IB Rc < |Vthp |
|Vthp |
IB < = 2.5 [µA] e io = 0 [A]
βRc
Ora occorre studiare i restanti casi 2.5 [µA] ≥ IB ≥ 10 [µA].
Studiamo il caso limite:
IB = 10 [µA] VG = 5 − β · IB · Rc = 1 [V ]
5 − 0 ≥ 5 − 1 − 1 [V ] rimane in saturazione
Ora è possibile calcolare la corrente io :
Vc = VG = 1 [V ]
Ic β · IB
VBE = Vt ln = 25 · 10−3 ln = 593 [mV ]
IS 10−14
⇒ VB = 593 [V ] è attivo
6 Giugno 2013
Esercizio 1
Dati
W
VDD = VSS = 5 [V ] µn COx = 10 [µA/V 2 ] = 10
L
3. Calcolare RV e e Rout
Risoluzione
Dal momento che si sta studiando il punto di lavoro, il generatore di piccolo segnale vi è sostituito
con un filo. Inoltre il Gate è isolato e quindi la corrente che passa nella resistenza R1 è la stessa
che passa nella resistenza R2 . Dunque applicando la Legge di Ohm si ottiene il valore della
corrente:
0 − (−VSS )
= 10 [µA]
R1 + R2
Conoscendo il valore della corrente, possiamo trovare la tensione sul Gate del MOSFET:
0 − VGN )
= IR1 ⇒ VGN = −1 [V ]
R1
Ora è necessario fare delle ipotesi sulla regione di funzionamento dei due trasnsitor.
Se si ipotizza il MOSFET accesso e in saturazione si ottiene:
1 W
kn = µn Cox = 50 µ/V 2 ]
2 L
ID = kn (VGS − Vt )2
SG )
ID = Vs −(−V
Rs
Da cui si ricava:
⇒ kn Rs 2 ID 2 − ID (6kn Rs + 1) + 9kn = 0
Da cui si ottengono due valori possibili:
β
VD = VE ⇒ IE = ID IC = IE
β+1
VBE IC
IC = IS · e VT
⇒ VBE = VT · ln = 541 [mV ]
IS
VC > BB > VE
Questo porta a concludere che il BJT sia attivo.
Ora possiamo verificare la saturazione del MOS:
Come prima osservazione, il valore della tensione sul Gate del MOSFET è 0 [V], dal momento
che non c’è nessun elemento attivo nel circuito che comprende le due resistenze R1 e R2 .
Inoltre applicando la Legge di Ohm ai capi della resistenza RS si ottiene:
Vπ = Vi − Ve
Vπ
iπ = = −gmQ · Vπ è vero se Vπ = 0 [V ]
rπ
Da cui si ricava:
Ve
=1
Vi
iout
Gm = =0
Vi
Calcolo della resistenza RV e .
IC β
gmQ = = 2.5 [mS] rπ = = 40 [kΩ]
VT gmQ
Applicando la KVL alla maglia si ottiene:
Vπ = 0 − Vx
Applicando la Legge di Ohm ai capi della resistenza rπ e la KCL al nodo, si ottiene:
0 − Vx Vx VX 1
iπ = = − = −(ix + gmQ · Vπ ) ⇒ = ix − gmQ · Vx ⇒ Vx + gmQ = ix
rπ rπ rπ rπ
Da cui si ricava:
Vx 1
= RV e = 1 = 396 [Ω]
ix ( rπ + gmQ )
Per il calcolo di Rout , occorre spegnere il generatore di tensione del segnale d’ingresso e mettere
un generatore di prova.
Vπ
iπ = = −gmQ · Vπ ⇒ Vπ = 0 ⇒ Rout = +∞
rπ
Capitolo 2
Sia vi un generatore di tensione ideale di piccolo segnale a valore medio nullo. Considerare
l’amplificatore ideale e i diodi descritti dalle caratteristiche riportati in figura.
Richieste
51 (alessia.occhino@unikorestudent.it)
Scaricato da Alessia Occhino
lOMoARcPSD|3486797
Risoluzione
Dal momento che l’amplificatore operazionale è ideale, c’è retroazione negativa, l’uscita si ipotizza
sia finita, vale il principio di corto circuito virtuale tra i due morsetti. Inoltre, dal momento che
siamo in continua, il condensatore è un circuito aperto. Inoltre, occorre ricordare che per il
calcolo del punto di lavoro del circuito, occorre spegnere il generatore di piccolo segnale vi , che
diventa un corto circuito. Un’ipotesi ragionevole sul diodo zener è che esso sia accesso e in
breakdown, dal momento che hai suoi capi vede una tensione sul catodo pari a +5 [V] e l’anodo
è collegato a massa attraverso la resistenza. Applicando la Legge di Ohm ai capi della resistenza
R1 otteniamo il valore della corrente I :
5−3
I= = 2 [mA]
R1
Questa corrente, proviene dall’uscita dell’operazionale e dunque il diodo D1 sarà accesso e po-
larizzato direttamente, mentre il diodo D2 è spento. Ora è possibile calcolare Vo attraverso la
KVL:
Vo − 0.7 − 5
I= ⇒ Vo = 5.7 + R3 · I = 7.7 [V ]
R2
Ora E = −5 [V ].
Ora, dal momento che il diodo zener si vedere una tensione positiva, ci si aspetta che esso sia
accesso e polarizzato direttamente. Applicando la legge di Ohm è possibile ricavarsi la corrente
I :
0 − 0.7 + 5
I= = 4.3 [mA]
R1
Dal momento che l’impedenza d’ingresso dell’amplificatore operazionale è ideale, tale corrente
passerà nel circuito di retroazione. Dunque il diodo D2 sarà accesso e polarizzato direttamente,
mentre il diodo D1 sarà spento. Applicando la KVL si ottiene la tensione d’uscita:
−5 − 0.7 − Vo
I= ⇒ Vo = −5.7 − R2 · I = −10 [V ]
R2
Una volta fissato il punto di lavoro ( E = 5 [V] ), occorre costruire il circuito equivalente di piccolo
segnale. In pratica, si dovrà sostituire al posto dei diodi, la rispettiva resistenza e spegnere tutti
i generati di tensioni in continua. In questo caso, le resistenze di tutte e tre i diodi sono nulle,
dal momento che la pendenza dei loro grafici è infinita. In questo punto di lavoro, la resistenza
R3 è in parallelo al condensatore. Dunque la funzione di trasferimento vale:
vo R3 //ZC 1 sCR3 + 2
F (jω) = = 1+ = 1+ =
vi R1 sCR3 sCR1 + 1
I relativi diagrammi di Bode del modulo e della fase sono mostrati in figura.
Il risultato ottenuto è coerente con quanto segue.
Il condensatore a basse frequenze è un circuito aperto e dunque la corrente passa nella resistenza
R3 . Dunque il guadagno ingresso uscita vale + 2.
Ad alte frequenze, il condensatore è in corto circuito e il guadagno è +1.
Per rispondere al punto 4, è possibile sfruttare il diagramma di Bode appena tracciato. Infatti,
un segnale a forme di sinusoide ad una determinata pulsazione, è ancora una sinusoide che pulsa
alla stessa pulsazione, eventualmente dilata e sfasata. Alla pulsazione ω = 106 rad/s, il guadagno
è +2, mentre non c’è sfasamento. Dunque l’uscita vale:
3. Per piccolo segnale ed in media frequenza, determinare la resistenza Rout indicata in figura
Risoluzione
Per il calcolo del punto di lavoro, occorre ricordare che i condensatore si comportano come
circuiti aperti, il piccolo segnale come un corto circuito. In questo caso, è possibile osservare che
la corrente che passa nelle resistenza RG1 , RG2 , RG3 è la stessa, dal momento che la corrente non
può entrare nel Gate. Dunque si ricava:
3 − (−3)
I= = 10 [µA]
RG1 + RG2 + RG3
VG1 = 3 − RG3 · I = 0 [V ]
ID = KN VOV 2 = 1 [mA]
Anche per T1 si ipotizza che esso si trovi in saturazione e dal momento che sono matched, si
ricava subito il valore di VS1 = VD2 :
VD1 = 3 − RD · ID = 2 [V ]
Il generatore di corrente comandato in tensione gm vgs2 è spento dal momento che la tensione
vgs2 = 0 [V]. Il calcolo della tensione d’uscita è il seguente:
vgs1 = vg − vs = vg − 0 = vg
RG3 //RG2
vg = vi
Rsig + RG3 //RG2
2ID
gm = = 2 [mS]
VOV
vo RG3 //RG2
A= = −gm · RD //RL ≈ −1
vi Rsig + RG3 //RG2
La resistenza Rout non è altro che RD . Lo si può dimostrare, applicando un piccolo generatore
di prova VX e spegnendo vi .
Per determinare la frequenza inferiore di taglio a -3 dB nel circuito, si può osservare che i due
condensatore con capacità infinita, non danno nessun contributo. L’unico è quello di capacità
1µF . Per il calcolo della frequenza di taglio, si può applicare il metodo delle costanti di tempo. Si
può osservare che il condensatore vede la serie tra Rsig con il parallelo delle resistenze RG3 //RG2 .
Dunque:
τ = C · Req = C · (Rsig + RG3 //RG2 ≈= C · RG3 //RG2 = 0.1
1
ωc = = 10 [rad/s]
τ
ω 10
fc = = = 1.59 [Hz]
2π 2π
Se RD assume il valore 4 [Ω], il transistore T1 non sarà più in saturazione, ma bensı̀ in triodo.
Dati
R1 = R3 = 1kΩ
R2 = 99kΩ
C = 100nF
Richieste
1. Calcolare, per ispezione del circuito, i limiti per frequenze molto basse (ω → 0 ) e per
frequenze molto alte ( ω → ∞ ) dell’amplificazione VVouti
Vout(s)
2. Calcolare la risposta in frequenza di T (s) = Vi (s)
3. Supponendo che il generatore Vi sia un gradino di tensione tra 0 e 10mV applicato all’istante
t=0, e che il condensatore sia scarico per t < 0, calcolare e disegnare l’andamento nel tempo
di Vout (t)
Risoluzione
Dal grafico del circuito, è facile notare che la configurazione dell’amplificatore operazione è non
invertente. Dunque dato un segnale di ingresso Vi , la tensione sull’uscita è data da:
Vo Rf
=1+
Vi Ri
Bisogna ricordare che dal momento che l’amplificatore operazione è ideale, la resistenza vista in
ingresso è infinita, dunque non passa nessuna correte in R1 .
Tuttavia, a titolo di esercizio, è possibile ricavarsi tale relazione, sfruttando le ipotesi dell’am-
plificatore operazionale.
Dal momento che non può passare corrente in R1 poichè la resistenza d’ingresso dell’amplificatore
operazione è infinita, abbiamo il corto circuito virtuale tra i due morsetti:
V + = V − = Vi
Dal momento che tra il morsetto V − e massa c’è differenza di potenziale, c’è passaggio di corrente
in R3 data da:
V−−0
=i
Z1
La corrente, non può provenire dall’amplificatore operazionale, dunque dovrà provenire da Vo .
Applicando la Legge di Ohm, possiamo trovare il valore della tensione di uscita:
Vo − Vi V− Vo Z2
=i= ⇒ =1+
Z2 Z1 Vi Z1
Dove, Z2 = R2 e Z1 è la serie tra la resistenza R3 e il condensatore.
ω→0
Siamo in condizioni stazionarie e il condensatore si comporta come un circuito aperto. Dunque
non passa nessuna corrente anche in R3 . Dunque sfruttando la formula di prima si ottiene
l’uscita:
Vo R2
=1+ =1+0=1
Vi R3 + ∞
ω→∞
A pulsazioni elevate, il condensatore si comporta come un corto circuito. Dunque la sua im-
pedenza è nulla e dalla formula trovata all’inizio, si ricava il valore del guadagno in anello
chiuso:
Vo R2
=1+ = 100
Vi R3 + 0
Gli stessi risultati, si potevano ottenere più rigorosamente, attraverso il calcolo della funzione di
trasferimento generica:
R2 1 + s(CR3 + CR2 )
T (s) = 1 + 1 =
R3 + sC 1 + sR3 C
Le pulsazioni in corrispondenza del polo e dello zero sono:
ωz = 100 rad/s
ωp = 10000 rad/s
I diagrammi di Bode del modulo e della fase sono riportati in figura.
Ora bisogna calcolare l’uscita, dato il seguente segnale:
10 [mV ], t ≥ 0,
vi (t) =
0 [V ], t<0
Per il calcolo della risposta allo scalino, possiamo utilizzare il teorema del valore finale ed iniziale:
R2 1+s(CR3 +CR2 )
Figura 2.6: Digrammi di Bode di T (s) = 1 + 1
R3 + sC
= 1+sR3 C
10 · 10−3
lim Vo (t) = lim sVo (s) = 100
t→0 s→∞ s
10 · 10−3
lim Vo (t) = lim sVo (s) =1
t→∞ s→0 s
Per il calcolo dell’energia immagazzinata nel condensatore, basta applicare la seguente formula:
1
U = C∆V 2 = 0.5 · 100 · 10−9 · 10−3 = 50pJ
2
Esercizio 1 dell’appello del 15 Febbraio 2013
Sia dato il seguente circuito:
1. Calcolare il punto di lavoro del circuito per E = −1 [V], indicando la zona di funzionamento
del diodo
2. Calcolare il punto di lavoro del circuito per E = 1 [V], indicando la zona di funzionamento
del diodo
3. Disegnare il circuito equivalente di piccolo segnale nel punto di lavoro calcolo nel primo
punto, indicando il valore dei parametri
Vout
4. Calcolare, nel punto di lavoro calcolato nel primo punto, l’amplificazione Rm = ii
, la
resistenza di ingresso e la resistenza di uscita
5. Nel punto di lavoro calcolato nel secondo punto, disegnare il circuito equivalente di piccolo
segnale e calcolare l’amplificazione Rm = Vout
ii
, la resistenza di ingresso e la resistenza
d’uscita
6. Supponendo che il generatore ii sia un ampio segnale variabile tra −2 [mA] e 2 [mA],
disegnare le caratteristiche di trasferimento v+ = f1 (ii ) e vout = f2 (ii )
Risoluzione
Per il calcolo del punto di lavoro, è necessario spegnere il generatore di piccolo segnale, che
diventa quindi un circuito aperto. Quando E = −1 [V], si può ipotizzare che il diodo sia accesso
e polarizzato direttamente. In questo modo, non c’è caduta di potenziale lungo tale elemento
e la tensione V + dell’amplificatore vale −1 [V]. Applicando la Legge di Ohm, si ricava il valore
della corrente che passa nella resistenza R3 , che è la stessa che passa nel diodo, dal momento
che l’amplificatore operazionale è ideale:
−1 − 0
iR3 = = −1 [mA]
R3
Tale valore negativo, non è concorde con l’ipotesi fatta sul diodo, dal momento che passerebbe
una corrente dal catodo all’anodo. Quindi il diodo è spento, dunque è un circuito aperto. Affinché
non passi corrente nel diodo, il valore della tensione sul catodo deve essere 0 [V]. Applicando la
formula per la configurazione non invertente si ottiene:
R2
Vo = 1 + · 0 = 0 [V ]
R1
Se invece E = 1 [V], l’ipotesi più coerente è quella che il diodo sia accesso e polarizzato diretta-
mente. La corrente che passa in tale elemento, è la stessa che passa nella resistenza R3 . Il suo
valore lo si ricava attraverso la Legge di Ohm:
1−0
iR3 = = 1 [mA]
R3
Il valore di tensione sul nodo non invertente, dal momento che il diodo è ideale vale V + = 1 [V].
Applicando la formula per la configurazione non invertente si ricava il valore della tensione
d’uscita:
R2 +
Vo = 1 + V = 2 [V ]
R1
Tale valore è il punto di lavoro del circuito.
Il circuito equivalente di piccolo segnale, si trova spegnendo tutti i generatori di tensione in
continua. Nel primo punto di lavoro, dal momento che il diodo è off, esso non viene rappresentato
dal momento che non può passare corrente.
Dunque la tensione sul nodo non invertente è data dalla Legge di Ohm :
V + = R3 ii
Applicando la formula della configurazione non invertente si ricava la tensione d’uscita dell’am-
plificatore operazionale:
R2 + R2
Vo = 1 + V = 1+ R3 i1 = 2R3 ii
R1 R1
Vo R2
Rm = = 1+ R3
ii R1
La resistenza d’ingresso del segnale vale R3 , mentre la resistenza dell’uscita vale 0 [Ω] .
Per quanto riguarda il circuito equivalente di piccolo segnale del secondo punto di lavoro, bisogna
spegnere i generatori di tensioni in continua e in questo caso il diodo è on. Dunque sarà necessario
disegnare un filo, dal momento che il diodo è ideale:
Dal momento che la resistenza R3 è corto circuitata, il valore di tensione di V + sarà uguale a 0
[V]. Dunque l’amplificazione Rm vale:
Vo
Rm = =0
ii
La resistenza d’ingresso e d’uscita vale 0 [Ω].
Punto 6
Per quanto riguarda il primo punto di lavoro, bisognare fare le seguenti considerazioni. Fin tanto
che la corrente sarà compresa tra −2 [mA] e 1 [mA], la tensione sul nodo non invertente sarà
pari a +1 [V], dal momento che il diodo è on e quindi la tensione viene fissata dal segnale E.
Quando la corrente aumenta, il diodo non sarà più accesso e polarizzato direttamente, ma sarà
off, dal momento che la tensione sul catodo è maggiore rispetto a quella dell’anodo. Dunque la
tensione aumenterà con pendenza R3 fino al valore di +2 [V].
Ecco l’andamento di v+ :
L’andamento di Vo sarà simile, dal momento che c’è una moltiplicazione di un fattore pari a +2.
Per quanto riguarda il secondo punto di lavoro, il diodo sarà accesso per valori di corrente
compresi tra −2 [mA] e −1 [mA], mentre i restanti valori di corrente, sarà off, dal momento
che la tensione sul catodo è maggiore rispetto a quella sull’anodo. Dunque l’andamento sarà il
seguente:
1. Sia vi un generatore ideale di tensione di piccolo segnale a valore medio nullo. Determinare
la funzione di trasferimento F (jω) = vvo1i e tracciarne i diagrammi di Bode. Specificare se
si tratta di una rete passa alto o passa basso. Calcolare la frequenza di taglio a −3dB.
Risoluzione
La configurazione dell’amplificatore è non invertente. Dunque è possibile applicare direttamente
la formula relativa a tale configurazione:
Z1 = R1 //Zc
vo1 R2 R2 R2 R2
= 1+ = 1+ 1 = 1+ R1
= 1+ (R1 sC + 1)
vi Z1 R1 sC
R1 sC+1
R1
1
R1 + sC
R = 1 [kΩ] Rf = 3 [kΩ]
Richieste
1. Calcolare il punto di lavoro del circuito indicando la zona di funzionamento del diodo D
nei casi in cui
vi = 1 [V ]
vi = −1 [V ]
dvo vo
2. Calcolare l’amplificazione Av = dvI
= vi
in ciascuno dei punti di lavoro
Risoluzione
Per risolvere il primo punto è necessario fare delle ipotesi sullo stato del diodo D. Dal momento
che l’amplificatore operazionale è ideale, c’è corto circuito virtuale tra i due morsetti. Ora
applicando la Legge di Ohm ai capi della resistenza R, è possibile calcolare il valore della corrente
che passa in tale elemento:
vi − 0 1
iR = = 3 = 1 [mA]
R 10
Questa corrente deve provenire dall’uscita dell’amplificatore operazionale. Dunque l’ipotesi sul
diodo è che sia accesso e polarizzato direttamente. Nel diodo D passerà una corrente pari a iR ,
dal momento che la resistenza Rf è corto circuitata.
Nel secondo punto di lavoro, invece, il verso della corrente che passa nella resistenza R sarà
opposto rispetto a quello calcolato precedentemente. Dunque un’ipotesi sul diodo D è che sia
spento. Per dimostrarlo possiamo calcolare la tensione vo con la formula della configurazione
non invertente:
Rf
vo = 1 + vi = 4 [V ]
R
Dunque ai capi della resistenza Rf c’è una cauda di potenziale pari a :
∆V
= 1 [mA] ⇒ ∆V = 3 [V ]
Rf
Dunque l’anodo si trova ad un potenziale minore rispetto al catodo, quindi l’ipotesi sul diodo D
off è corretta.
L’amplificazione Av per i due casi precedenti vale:
vo
Av = =1
vo1
vo
Av = = −4
vo2
Per rispondere al punto 3, bisogna vedere quando il diodo D, cambio il suo stato. Quando il
segnale vi è positivo, il diodo D è accesso e polarizzato direttamente. Dunque non c’è caudata
di potenziale ai suoi capi e quindi la tensione vo = vi . Quando il segnale d’ingresso è nega-
tivo, il diodo D è spento e dunque si può rappresentare come un circuito aperto. Dunque la
configurazione dell’amplificatore operazionale è non invertente e dunque l’uscita vale:
Rf
vo = 1 +vi
R
Riassumendo quanto precedente discusso si ottiene il seguente andamento di vo :
R
(1 + Rf )vi −2 < vi ≤ 0,
vo (t) =
vi 0 < vi ≤ 2
Sia vi un generatore di tensione ideale (di segnale) a valore medio nullo. Considerare l’amplifi-
catore operazionale ideale, ed il diodo descritto dalla caratteristica riportata in figura.
Richieste
vo1
1. Determinare la funzione di trasferimento F (jω) = vi
e tracciarne i diagrammi di Bode.
2. Determinare l’espressione analitica di vo1 (t) per vi (t) = 100[mV] sin(ωt) per ω = ω1 = 103
rad/s. Disegnare l’andamento temporale qualitativo di vo2 (t) e confrontarlo con l’anda-
mento temporale vo1 (t), specificando le condizioni di funzionamento del diodo
3. Determinare l’espressione analitica di vo1 (t) per vi (t) = 100[mV] sin(ωt) per ω = ω2 = 107
rad/s. Disegnare l’andamento temporale qualitativo di vo2 (t) e confrontarlo con l’anda-
mento temporale vo1 (t), specificando le condizioni di funzionamento del diodo
Risoluzione
La configurazione dell’amplificatore è non invertente, con una partizione, dal momento che le
resistenze R3 e R4 sono in serie. Dunque è possibile applicare la relativa formula, per trovare la
funzione di trasferimento tra ingresso e uscita:
R4
V+ =V− = vi
R3 + R4
1
Zf + sC
+ R 2 R4
vo1 = 1 + V = 1+ vi
Zi R1 R3 + R4
Semplificando si ottiene:
vo1 sC(R1 + R2 ) + 1 R4
=
vi sCR1 R3 + R4
vo1 sC(R1 + R2 ) + 1 1
=
vi sCR1 2
Al medesimo risultato, si poteva giungere, analizzando il circuito a basse pulsazioni e ad alte
pulsazioni:
ω→0
A basse pulsazioni, il condensatore si comporta come un circuito aperto, cioè non fa passare
corrente. Dunque non c’è retroazione nell’amplificatore operazionale. Dunque il guadagno tra
ingresso e uscita vale:
vo1 +∞ 1
= 1+ = +∞
vi R1 2
ω → +∞
Ad alte pulsazioni, il condensatore si comporta come un circuito aperto. Dunque applicando la
formula per la configurazione non invertente si ottiene:
vo1 R2 1
= 1+ =1
vI R1 2
Sfruttando i calcoli appena fatti, è possibile tracciare i diagrammi di Bode del modulo e della
fase:
Per rispondere alla seconda domanda, è possibile sfruttare i diagrammi di Bode appena tracciati.
Per ω = 103 , la sinusoide viene dilatata di un fattore 100, dal momento che il grafico è +40 dB,
mentre la fase è −90◦ . Dunque l’andamento di vo1 dato il segnale per vi (t) = 100[mV] sin(103 t)
vale:
π
vo1 = 10 sin(103 t − [V ]
2
Ecco il grafico di vo1 :
Dal momento che per far condurre il diodo occorre una testone di almeno 0.7 [V], ci aspetterà
che l’andamento di vo2 sarà simile a quello di una sinusoide che raggiunge il suo massimo in 9.3
[V] e sarà pari a zero, quando il segnale vo1 assumerà valori minori di 0.7 [V]. In quest’ultimo
caso il diodo sarà off e quindi non passerà corrente in R5 .
Per rispondere alla terza domanda, è possibile ancora una volta sfruttare i diagrammi di Bode
appena tracciati. Per ω = 107 , la sinusoide viene dilatata di un fattore 1, dal momento che
il grafico è 0 dB, mentre per quanto riguarda la fase, non c’è alcuno sfasamento. Dunque
l’andamento di vo1 dato il segnale per vi (t) = 100[mV] sin(107 t) vale:
Il segnale vo1 è troppo piccolo per far si che il diodo conduca. Quindi vo2 sarà pari a 0 [V].
Se il segnale d’ingresso ora vale +2 [V], siamo in regime stazionario, e il condensatore si presup-
pone sia scarico. Applicando la formula del partitore di tensione, si ottiene la tensione sul nodo
invertente, che permette di calcolare la corrente che passa in R1 e in R2 :
R4 1
V+ =V− = vi = · −2 = −1 [V ]
R3 + R4 2
0 − (−1)
i1 = i2 = = 1 [mA]
R1
Questa corrente dovrà passare in R2 , dal momento che l’amplificatore operazionale è ideale.
Applicando la KVL al ramo e ricordandosi quanto varia la tensione sul condensatore, si ricava
la tensione d’uscita:
1 t 1 t
Z Z
Vc = i(t)dt = i1 dt = 2 · 105 t [V ]
C 0 C 0
2. Determinare l’espressione analitica di vo1 (t) per vi (t) = 100 [mV ] sin(2πf t) per f = f1 = 10
[Hz]. Disegnare l’andamento temporale qualitiativo di vo2 (t) e confrontarlo con l’andamento
temporale di vo1 (t), specificando le condizioni di funzionamento dei diodi Zener.
3. Determinare l’espressione analitica di vo1 (t) per vi (t) = 100 [mV ] sin(2πf t) per f = f2 = 1
[MHz]. Disegnare l’andamento temporale qualitiativo di vo2 (t) e confrontarlo con l’anda-
mento temporale di vo1 (t), specificando le condizioni di funzionamento dei diodi Zener.
4. Per un ingresso a scalino positivo di ampiezza 100 [mV], vi (t) = 100 [mV ]sca(t), di segnare
l’andamento temporale di vo1 (t) e di vo2 (t), specificando le condizioni di funzionamento dei
diodi Zener
Risoluzione
Per il calcolo della tensione sul nodo non invertente, occorre tenere in considerazione che c’è una
partizione della tensione sulla resistenza R3 e sul condensatore C. Dunque applicando la formula
del partitore di tensioni, passando nel dominio della frequenza si ottiene:
1
1
V+ = 1
sC
vi = vi
sC
+ R3 1 + sCR3
Dal momento che l’amplificatore operazionale è ideale, si può parlare di corto circuito virtuale
tra i due morsetti. Sfruttando questa ipotesi e applicando la formula per la configurazione non
invertente, si ottiene il valore della tensione vo1 :
V+ =V−
R2 − R2 1
vo1 = 1 + V = 1+ vi
R1 R1 1 + sCR3
Da cui la funzione di trasferimento tra ingresso e uscita vale:
vo1 R2 1
T (jω) = = 1+
vi R1 1 + sCR3
Studiando il circuito in figura, per in DC e in alte frequenze, è possibile arrivare al medesimo
risultato.
ω→0
Il condensatore si comporta come un circuito aperto, dunque non passa corrente in R3 e la
tensione non nodo non inverte vale vi . Applicando la formula per la configurazione non invertente,
si ottiene il valore della tensione vo1 :
R2
vo1 = 1 + vi
R1
Tale valore concorda con quanto trovata nella funzione di trasferimento
ω → +∞
Il condensatore in alte frequenze si comporta come un circuito aperto. Dunque la tensione sul
nodo non invertente vale 0. tale valore è anche quello della tensione vo1 . Tale risultato concorda
con quanto trovato precedentemente.
Per il tracciamento del diagramma di Bode del modulo, basta osservare che in basse frequenze
il guadagno è 100, che corrisponde a 40 dB e rimarrà costante fino in corrispondenza del polo.
Ecco i diagrammi di Bode del modulo e della fase:
vo1 R2 1
T (jω) = = 1+
vi R1 1 + sCR3
0.1
lim vo1 (t) = lim svo1 (s) =0
t→0 s→∞ s
0.1
lim vo1 (t) = lim svo1 (s) = 100 · 0.1 = 10 [V ]
t→∞ s→0 s
Ecco la risposta alla scalino per v01 :
Per quanto riguarda l’andamento di vo2 sarà uguale a quello di vo1 fino a quando il valore di
tensione non arriverà a 5 [V], in modo da far accedere il diodo Zener 1 in breakdown e l’altro
diodo accesso e polarizzato direttamente.
L’andamento della tensione vo2 è quello di un limitatore 5 [V].
Risoluzione
Per rispondere alla prima domanda, è conveniente applicare il principio di sovrapposizione degli
effetti.
vi on
ii on
In questo caso, il generatore di tensione viene sostituito con un corto circuito e dal momento che
l’operazionale è ideale, la resistenza R è corto circuitata, poiché hai suoi capi non c’è differenza di
potenziale. Dunque il valore di tensione d’uscita, sarà uguale ed opposto alla caduta di tensione
sul condensatore:
1 t ii
Z
vc (t) = i(t)dt =
C 0 C
ii
vo = −vc = −
C
Sommando i due contributi si ottiene il valore dell’uscita in funzione dei due generatori:
1 ii
vi − t
vo = −
sCR C
I diagrammi di Bode della funzione di trasferimento ingresso uscita con il generatore di corrente
spento sono i seguenti:
Per il calcolo delle impedenze d’ingresso viste dai due generatori, è necessario applicare la
seguente formula per ciascuno:
Vx
Rin =
Ix
Per quanto riguarda il generatore di tensione, l’impedenza d’ingresso è quella della resistenza R:
Vx Vx
Rin = = Vx −0 = R
ix R
Per quanto riguarda il generatore di corrente, dal momento che vale il corto circuito virtuale tra
i morsetti, la resistenza d’ingresso vale:
Vx 0
Rin = = = 0 [Ω]
ix ix
Esercizio 2 dell’appello del 1 Febbraio 2010
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura, dove l’amplificatore operazionale è ideale.
Dati
R = 1 [kΩ] C = 1 [µF ]
Richieste
vo
1. Calcolare la risposta in frequenza T (jω) = ii
2. Indicare il tipo di T (jω): Passa Alto, Passa Basso, nessuno dei due, e calcolarne le eventuali
frequenze caratteristiche
4. Calcolare ii in continua e per frequenza molte alte, disegnando nei due casi il percorso della
corrente
Risoluzione
Dal momento che l’amplificatore operazionale è ideale, c’è retroazione negativa, l’uscita assume
un valore finito, si può parlare di corto circuito virtuale tra i due morsetti. In questo caso, si
può osservare che la resistenza di feedback è in parallelo con il condensatore C. Dal momento
che nell’amplificatore operazionale non può entrare corrente, la stessa corrente che passerà in C
dovrà passare in R. Dunque ricaviamo che:
R
sC R
ZC //R = 1 =
sC
+R sCR + 1
R R sCR
iC = ii = i
sCR+1 i
= ii vo = RiC
ZC + R sC
sCR + 1
vo R sCRR
T (jω) = = sCR+1
=
ii sCR
1 + sCR
R
ωz = 0 [rad/s] ωp = = 103 [rad/s]
C
L’andamento della funzione di trasferimento, è quello di un passa alto con guardano pari R.
Ecco i diagrammi di Bode del modulo e della fase.
Dal momento che il condensatore in continua è un circuito aperto, non c’è passaggio di corrente
in tale elemento e tutta la corrente ii passerà nella resistenze R in serie. Per alte frequenze, tutta
la corrente passerà nella resistenza R tra il nodo non invertente e massa.
Esercizio 2 dell’appello del 22 Marzo 2010
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura, dove l’amplificatore operazionale è ideale.
2. Supponendo che vi (t) sia un gradino di tensione con valore inizialmente nullo e ampiezza
10 [mV] applicato all’istante t = 0 e che il circuito sia all’equilibrio per t < 0 , calcolare e
disegnare vo (t)
Risoluzione
Dal momento che l’amplificatore operazionale è ideale, c’è retroazione negativa, l’uscita assume
un valore finito, si può parlare di massa virtuale tra i due morsetti. Si può notare che ciascuna
resistenza è in parallelo con il rispetto condensatore e la configurazione è invertente. Dunque si
ricava che:
R1
sC1 R1
C1 //R1 = 1 =
sC1
+ R1 1 + sC1 R1
R2
sC1 R2
C2 //R2 = 1 =
sC2
+ R2 1 + sC2 R2
R2
vo C2 //R2 1+sC2 R2 R2 1 + sC1 R1
T (jω) = =− = R1
= ·
vi C1 //R1 1+sC1 R1
R1 1 + sC2 R2
Per calcolare il valore della pulsazione per cui |T (j ω̂)| = 0.1|T (j0)|, basta vedere quando il
modulo scende di un fattore 10 e ciò avviene dopo una decade dal polo in 1. Quindi ω̂ =
10 [rad/s].
Per calcolare vo (t), occorre utilizzare i teoremi del valore iniziale e finale:
R2 1 + sC1 R1 0.01
lim T (s) = lim s · = −10−2
t→0 s→+∞ R1 1 + sC2 R2 s
R2 1 + sC1 R1 0.01 R1
lim = lim · = · 0.01 = −1
t→+∞ s→0 R1 1 + sC2 R2 s R2
Ecco la risposta allo scalino.
R1 = R2 = 10 [kΩ] V1 = 5 [V ]
Richieste
VIN = 0 [V ]
VIN = 10 [V ]
Indicando nei due casi la zona di funzionamento di ciascuno dei due diodi e calcolare i
valori di V + , Vo1 e Vo
Risoluzione
VIN = 0 [V ]
In questo caso il diodio D1 è spento, dal momento che la tensione ai suoi capi non supera Vγ .
Dal momento che non può passare corrente in R1 , V + = 0 [V].
Anche il diodo D2 è spento e non passa corrente in R2 . Dunque sia Vo1 che Vo sono a 0 [V].
VIN = 10 [V ]
In questo punto di lavoro, il diodio D1 è accesso e polarizzato direttamente. In questo caso c’è
passaggio di corrente e la tensione sul nodo non invertente vale:
V+−0
IR1 = = 930 [µA]
R1
Dal momento che l’amplificatore operazionale è ideale, c’è retroazione negativa, l’uscita è finita,
si può parlare di corto circuito virtuale tra i due morsetti.
V + = V − = Vo1 = 9.3 [V ]
Legge di Ohm ai capi di R2 :
9.3 − 0
iR2 = = iR1 = 930 [µA]
R2
La corrente iR2 dovrà provenire dall’uscita dell’operazionale è quindi il diodo D2 dovrà essere
accesso e polarizzato direttamente. Dunque l’uscita Vo vale:
Vo = Vo1 + Vγ = 10 [V ]
Per quanto riguarda la caratteristica di trasferimento Vo = f (VIN ), si può notare che tra 0 e 5
[V], l’andamento è lineare, mentre dopo avviene la saturazione e il valore di uscita viene fissato
a 5 [V].
Risoluzione
Dal momento che l’amplificatore operazionale è ideale, c’è la retroazione negativa, l’uscita è
finita, si può parlare di massa virtuale tra i due morsetti. Quando la tensione d’ingresso è nulla,
non c’è differenza di tensione ai capi di R1 , dunque in tale elemento non può passare corrente,
come all’interno dell’amplificatore operazionale. Dunque anche in R3 non può passare corrente.
Dunque la tensione Vout vale:
Vout = R4 · IDC = 2 [V ]
Per calcolare la resistenza d’ingresso vita dal generatore di tensione, occorre applicare la seguente
formula:
Vin
Rin =
ix
In questo caso, la corrente ix si ricava applicando la Legge di Ohm ai capi della resistenza R1 :
Vin − 0 Vin
ix = =
R1 R1
Dunque la resistenza d’ingresso vale:
Vin
Rin = R1 = R1
Vin
Per il calcolo del guadagno di tensione, si può applicare il principio di sovrapposizione degli
effetti. Quando è accesso solo il generatore di tensione l’uscita vale:
R3 + R4
Vout = − Vin = −10Vin
R1
Sommando il contributo del generatore di corrente si ottiene:
Vout = −10Vin + 2 [V ]
Ora viene posta una capacità da 100 nF in serie a R1 . La configurazione dell’amplificatore
operazionale resta sempre invertente. Dunque:
Ora il condensatore viene sostituito con un diodo zener. Affinché esso entri in polarizzazione
diretta, Vin deve superare Vγ , mentre affinché il diodo condcua in breakdown, deve essere ad
una tensione pari a −3.3 [V]. Sotto queste ipotesi si ottiene il seguente andamento della tensione
d’uscita.
12 −5 < Vin < −4.5 [V ]
−10(V in + 3.3) −4.5 < Vin < −3.3 [V ]
Vout (t) = 0 −3.3 < Vin < 0.7 [V ]
−10(Vin − 0.7) 0.7 ≤ Vin ≤ 1.9 [V ]
−12 1.9. ≤ Vin ≤ 5 [V ]
DZ : VZO = 5 [V ] rz = 0 [Ω]
C = 100 [pF ] IO = 10 [mA]
L’amplificatore Operazionale nel circuito è ideale; l’interruttore SW è inizialmente chiuso e si
apre per t = 0.
Richieste
3. Ripetere il primo punto, quando in serie a DZ sia posto un resistore R = 100 [Ω]
Risoluzione
Appena dopo la coomutazione, il condensatore si sta incominciando a caricare e dunque passerà
corrente in tale elemento. A transitorio esaurito, la corrente Io passerà nel diodo zener.
Prima della commutazione, tutta la corrente Io passa nell’interruttore e dunque sia il conden-
satore che il diodo zener sono cortcocircuitati. Dopo la commutazione, la corrente passerà nel
condensatore che si caricherà, fino a quando raggiungerà la tensione pari a VZ . A quel punto,
la corrente Io passerà nel diodo zener, che sarà polarizzato in breakdown. L’uscita Vo seguirà
fedelmente quella del condensatore, fino a quando viene raggiunta la tensione per cui il diodo
zener va in breakdown.
dv Ct Io
ic = C ⇒ Vc = R Io dt = t
dt o
C
VZO C 4 · 100 · 10−9
VZO C = Io t̂ ⇒ t̂ = = = 40 [µs]
Io 10−2
Ecco i vari andamenti richiesti.
Qualora venisse messa una resistenza R il ragionamento da fare è il medesimo di quanto fatto
nel primo punto.
Risoluzione
Dal momento che l’amplificatore operazionale è ideale, c’è retroazione negativa e l’uscita è finita,
si può parlare di massa virtuale tra i due morsetti. Inoltre la configurazione è invertente. Per
ω → 0, il condensatore è circuito aperto e dunque la corrente che passa in R2 è uguale a quella
che passa in R3 . C’è tuttavia una partizione di corrente con la resistenza R4 che è in parallelo
alle serie delle due resistenze. Dunque:
vo ((R2 + R3 )//R4 )
=− = −1
vi R1
Per ω → +∞ il condensatore è un circuito aperto e dunque non passa corrente in R3 e in
R2 .Dunque:
vo R4
=− = −2
vi R1
Per il calcolo della resistenza vista del generatore, è necessario mettere un generatore di tensione
Vx e calcolarne la corrente erogata. La resistenza sarà ottenuta come RC = Vixx . La corrente che
esce dal generatore Vx viene divisa esattamente a metà con le due resistenze R2 e R3 . Applicando
la Legge di Ohm ai capi della resistenza R2 si ottiene la resistenza vista dal condensatore:
Vx − 0 Ix
=
R2 2
Vx R2
RC = =
ix 2
Per il calcolo della funzione di trasferimento, si può notare come la resistenza R2 e il condensatore
C siano in parallelo.
R2
sC R2
R2 //ZC = 1 =
sC
+ R2 1 + sCR2
La resistenza R3 è in serie al parallelo delle precedenti e questo blocco è in parallelo a R4 .
Dunque:
Il diodo zener nel circuito ha la caratteristica corrente-tensione indicata, con Vγ = 0.7 [V] e
VZK = 5 [V]; RS = 1 [kΩ].
Richieste
Risoluzione
Nel primo punto, dal momento che RL = +∞, non può passare corrente in tale resistenza
e dunque iS = iZ . Affinché ci sia passaggio di corrente, il diodo zener deve essere accesso
e polarizzato direttamente, oppure polarizzato in breakdown. Quest’ultimo caso avviene per
valori di tensioni d’ingresso tra (5; 8) [V]. Invece, il diodo sarà accesso e polarizzato direttamente
per valori di tensioni tra (−2; −0.7) [V]. Dunque si ottengono i seguente grafici.
Per il secondo punto, occorre prestare attenzione, sulle ipotesi che si fanno riguardo alla regione
di funzionamento del diodo zener. Occorrerà verificare, attraverso la KCL, la corretta ipotesi. In
pratica, quando il diodo zener è accesso e polarizzato direttamente, la tensione a suoi capi sarà
pari a +0.7 [V] e la corrente andrà dall’anodo al catodo. Al contrario, quando il diodo lavorerà
in breakdown, la tensione ai suoi capi sarà −5 [V] e la corrente passerà dal catodo all’anodo.
Si può notare, attraverso vari tentativi, che il diodo non riuscirà mai a condurre.
Ecco mostrati in figura i vari andamenti richiesti.
Richieste
Risoluzione
Per il calcolo del punto di lavoro, occorre spegnere il generatore di corrente ii e quindi diventa
un circuito aperto e, dal momento che siamo in continua, il condensatore è un circuito aperto.
Inoltre, dal momento che l’amplificatore operazionale è ideale, c’è retroazione negativa, l’uscita
è limitata, vale il principio di corto circuito virtuale tra i due morsetti. In questo caso, non
può passare corrente in R2 , visto che il condensatore è un circuito aperto e quindi la tensione di
uscita vale:
Vo = E = 1 [V ]
Per il calcolo dell’amplificazione dovuta al generatore di piccolo segnale, occorre spegnere il
generatore di tensione E e considerare l’impedenza del condensatore. Occorre notare che il
condensatore è in parallelo a R1 , dal momento che sono entrambi a massa e condividono un
nodo.
Dunque:
R1
R1 //Zc =
1 + sCR1
R1 sC
ic = ii = ii
Zc + R1 sCR1 + 1
vo sCR2
ZM (jω) = =−
ii scR1 + 1
Per il calcolo dell’impedenza d’ingresso Zin , occorre applicare la seguente formula:
Vx
Zin =
ix
In questo caso:
1 1
Vx = ix (R1 // ) ⇒ Zin = R1 //
sC sC
Applicando i teoremi del valore finale e del valore iniziale, si ottiene il seguente andamento di
vo (t).
2. Ripetere il punto precedente supponendo che D sia descritto dal modello a tensione costante
in polarizzazione diretta con Vγ = 0.7 [V]
Risoluzione
V1 On
Quando il generatore di tensione V1 è accesso ci sono due andamenti; se il segnale è positivo, il
diodo è accesso e polarizzato direttamente e dal momento che la configurazione dell’amplificatore
operazionale è invertente si ottiene:
2R//2R = R
Vo R
= − = −1
V1 R
Per valori di tensioni negativi, il diodo è spento, dal momento che si vede una tensione negativa
e quindi la corrente passa in 2R e il legame ingresso uscita è :
Vo 2R
=− = −2
V1 R
V2 On
Quando il generatore di tensione V2 è accesso ci sono due andamenti; se il segnale è positivo, il
diodo è spento dal momento che la configurazione dell’amplificatore operazionale è non invertente
si ottiene:
Vo 2R
= 1+ =3
V2 R
Per valori di tensioni negativi, il diodo è accesso e la corrente è ripartita equamente dalle due
resistenze:
2R//2R = R
Vo R
= 1+ =2
V1 R
Se ora Vγ = 0.7, cambia soltanto una traslazione dei grafici pari 0.7.
Esercizio 1 dell’appello del 23 Novembre 2011
Richieste
1. Si tracci la caratteristica di trasferimento Vout = f (Vin ), per −8 < Vin < 8 [V]
Risoluzione
La funzione f (VIN ) dipende dalla zona di funzionamento del Diodo. Si può notare che qualora
si trovi a suoi capi una tensione maggiore di Vγ , il diodo entra in conduzione, dal momento che è
polarizzato direttamente. Tuttavia, è in grado di condurre anche in breakdown, qualora ci fosse
una tensione maggiore in valore assoluto di VZ . Notando che la configurazione è non invertente,
si ottiene la seguente funzione (ricordando i livelli di saturazione).
−12 −8 < Vin < −7.35 [V ]
2VIN + 3.3 −7.35 < Vin < −3.3 [V ]
Vout (t) = VIN −3.3 < Vin < 0.7 [V ]
2VIN − 0.7 0.7 ≤ Vin ≤ 6.35 [V ]
12 6.35 ≤ Vin ≤ 8 [V ]
VIN = 0 [V]
In questo caso, il diodo non è in grado di condurre. Dunque non può passare corrente nelle
resistenze e dunque l’uscita è uguale all’ingresso.
VIN = 3 [V]
In questo caso il diodo conduce e l’uscita vale:
VOU T R
= 1+ =2
vin R
La resistenza d’ingresso vista dal generatore è infinita, dal momento che l’amplificatore opera-
zionale è ideale. La resistenza d’uscita, si ricava spegnendo il generatore d’ingresso. Tuttavia,
dal momento che l’amplificatore operazionale è ideale, la resistenza d’uscita è nulla.
Esercizio 2 dell’appello del 6 Febbraio 2012
Sia dato il circuito di amplificazione indicato in figura, in cui si consideri ideale l’amplificatore
operazionale ideale.
Richieste
4. Tracciare qualitativamente l’andamento in funzione del tempo della tensione Vout (t), in
risposta a un gradino della tensione Vin (t) di ampiezza 10 [mV]
Risoluzione
Quando la tensione Vin è nulla, non passa corrente in R1 e quindi la tensione d’uscita è pari a
VDC .
La resistenza d’ingresso vista dal generatore è data dalla serie di R1 con il condensatore.
Si può osservare che la configurazione dell’amplificatore operazionale è invertente.
Dunque si ricava:
Vout R3 sCR3
AV (jω) = =− 1 = −
Vin R1 + sC sCR1 + 1
Allo stesso risultato si poteva arrivare per ispezione del circuito. Infatti il condensatore in DC
si comporta come un circuito aperto e non fa passare corrente, mentre in alte frequenze, il
condensatore è corto circuito e quindi il guadagno è − R
R1
3
.
Ecco i diagrammi di Bode del modulo e della fase.
Per il calcolo della risposta allo scalino, occorre applicare i teoremi del valore finale ed iniziale.
Sia dato il circuito di amplificazione indicato in figura, in cui si consideri ideale l’amplificatore
operazionale ideale.
Richieste
2. Calcolare la resistenza d’ingresso Rin vista dal generatore Vin , quando il condensatore ha
reattanza trascurabile rispetto a RA
3. Tracciare qualitativamente l’andamento in funzione del tempo della tensione Vout (t), in
risposta a un gradino della tensione Vin (t) di ampiezza 100 [mV]
Risoluzione
Per il tracciamento della funzione di trasferimento è utile notare che l’amplificatore operazionale
è nella configurazione invertente. Dunque:
vo RB sCRB
=− 1 = −
vin RA + sC sCRA + 1
I diagrammi di Bode sono riportati in figura.
La resistenza d’ingresso è R. La si può ricavare applicando un generatore di prova e calcolando
la corrente ix .
Per il calcolo della risposta allo scalino, occorre applicare i teoremi del valore finale ed iniziale.
Capitolo 3
Esercizio 64
Sia dato il seguente circuito:
Richieste
Determinare vo nel circuito
Risoluzione
Per il calcolo della tensione d’uscita, occorre fare considerazioni sui vari amplificatori. Dal
momento che sono tutti ideali, quindi la resistenza d’ingresso è infinita, la tensione del generatore,
pari a 6 [mV], si trova anche ai capi della resistenza da 10 [k Ω]. Ora è possibile applicare la
formula per la configurazione invertente, con le resistenze da 10 [k Ω] e 30 [k Ω]:
30
V∗ =− · 6 · 10−3 = −18 [mV ]
10
Tale tensione è relativa a quella del nodo non invertente dell’ultimo amplificatore operazionale.
Ora, dal momento che la corrente che passa nelle resistenze da 8 [k Ω] e 40 [k Ω] è la medesima,
possiamo calcolare la tensione vo , attraverso l’applicazione della KCL al nodo non invertente:
vo − V ∗ V∗−0 6
= ⇒ vo = V ∗ = −21.6 [mV ]
8kΩ 40kΩ 5
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Al medesimo risultato, si poteva arrivare applicando la formula del partitore di tensione, dal
momento che le resistenze sono in serie.
Come è naturale aspettarsi, le resistenze da 50 [k Ω] e 20 [k Ω] non influiscono sul risultato finale,
dal momento che l’amplificatore operazionale è ideale e quindi la resistenza d’ingresso è infinita.
Esercizio 65
Sia dato il seguente mostrato in figura.
Richieste
Determinare vo nel circuito
Risoluzione
Per risolvere l’esercizio, è comodo applicare il principio di sovrapposizione degli effetti, relativa-
mente ai 3 generatori di tensioni applicati.
6 [V] on
La situazione è quella di un amplificatore operazionale in configurazione invertente. Dunque il
suo effetto sull’uscita è dato dalla seguente formula:
100kΩ
vo1 = − 6 = −24 [V ]
25kΩ
4 [V] on
In questo caso, ci sono due amplificatori operazionali in gioco, con configurazione invertente. Ci si
aspetta un segno positivo per quanto riguarda vo . Applicando la formula relativa all’amplificatore
operazionale invertente per i due casi si ottiene:
40kΩ 100kΩ
vo2 = − − 4 = 40 [V ]
20kΩ 20kΩ
2 [V] on
La situazione è quella di un amplificatore operazionale in configurazione invertente. Dunque il
suo effetto sull’uscita è dato dalla seguente formula:
100kΩ
vo3 = − 2 = −20 [V ]
10kΩ
Esercizio 69
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Richieste
Determinare vo nel circuito
Risoluzione
Per risolvere l’esercizio è conveniente applicare il principio di sovrapposizione degli effetti.
1 [V] on
In questo caso abbiamo due amplificatori operazionali in configurazione invertente in cascata.
Dunque ci si aspetta un valore dell’uscita positivo. Applicando la relativa formula si ottiene:
30kΩ 40kΩ
vo1 = − − 1 = +6 [V ]
10kΩ 20kΩ
2 [V] on
Anche in questo caso abbiamo due amplificatori operazionali in configurazione invertente in
cascata. Dunque ci si aspetta un valore dell’uscita positivo. Applicando la relativa formula si
ottiene:
30kΩ 40kΩ
vo2 = − − 2 = +12 [V ]
10kΩ 20kΩ
3 [V] on
In questa situazione si hanno due amplificatori operazionali ideali in cascata, in configurazio-
ne, rispettivamente, invertente e non invertente. Il valore della tensione d’uscita dal primo
amplificatore vale:
20kΩ
− 3 = −6 [V ]
10kΩ
Tale valore di tensione viene ripartito dalle resistenze da 60 [kΩ] e 10 [kΩ]:
10kΩ 6
V+ =V− = · −6 = − [V ]
60kΩ + 10kΩ 7
Applicando la formula per l’amplificatore operazionale in configurazione non invertente, si ottiene
il contributo in tensione in uscita:
40kΩ + 18
vo3 = 1 + V = − [V ]
20kΩ 7
4 [V] on
In questo caso si hanno due amplificatori operazionali ideali in cascata, in configurazione, rispet-
tivamente, invertente e non invertente. Il valore della tensione d’uscita dal primo amplificatore
vale:
20kΩ
− 4 = −8 [V ]
10kΩ
Tale valore di tensione viene ripartito dalle resistenze da 60 [kΩ] e 10 [kΩ]:
10kΩ 8
V+ =V− = · −8 = − [V ]
60kΩ + 10kΩ 7
Applicando la formula per l’amplificatore operazionale in configurazione non invertente, si ottiene
il contributo in tensione in uscita:
40kΩ + 24
vo4 = 1 + V = − [V ]
20kΩ 7
Sommando tutti e quattro i contributi, si ricava il valore della tensione d’uscita:
18 24
vo = vo1 + vo2 + vo3 + vo4 = +6 + 12 − − = 12 [V ]
7 7
Esercizio 70
Sia dato il seguente circuito:
Richieste
Determinare vo nel circuito
Risoluzione
Per risolvere l’esercizio è conveniente applicare il principio di sovrapposizione degli effetti.
2 [V] on
In questo caso, abbiamo due amplificatori operazionali in cascata in configurazione invertente.
Dunque il contributo sull’uscita da parte del generatore vale:
20kΩ 100kΩ
vo1 = − − 2 = 20 [V ]
5kΩ 40kΩ
3 [V] on
0 − (−8)
i1 = = 0.2 [mA]
40kΩ
Tale corrente ha direzione verso il primo amplificatore operazionale.
Per quanto riguarda la situazione nella parte inferiore del circuito, possiamo dire che la tensione
di +3 [V] si troverà sul nodo non invertente del secondo amplificatore operazionale, dal momento
che si è ipotizzato che esso sia ideale e quindi si può parlare di corto circuito virtuale. In tale
modo è possibile ricavare il valore di corrente che passa nella resistenza da 80 [k Ω]:
v3 − 3 3−0
= ⇒ v3 = 8 [V ]
50kΩ 30kΩ
8−0
i2 = = 0.1 [mA]
80kΩ
Un’importante osservazione è che nell’ultima equazione si è inserito il valore 0 [V], dal momento
che per l’ultimo amplificatore operazionale, si può parlare di massa virtuale.
Ora applicando la KCL al nodo invertente, è possibile calcolare la corrente che passa nella
resistenza da 100 [k Ω], permettendo cosı̀ di calcolare la tensione vo :
vo = 100kΩ · io = 10 [V ]
Tale valore è il medesimo di quello calcolato con il principio di sovrapposizione degli effetti. La
corrente io va da vo a ground.
Esercizio 72
Sia dato il circuito mostrato in figura.
Richieste
Determinare vL nel circuito
Risoluzione
Si può facilmente notare che il primo amplificatore operazionale è in configurazione non inver-
tente. Dunque la tensione sull’uscita vale:
50kΩ
vo1 = 1 + 1.8 = 10.8 [V ]
10kΩ
Il secondo amplificatore operazionale è un inseguitore di tensione, cioè mantiene il valore di
tensione che ha all’ingresso. Dunque :
vL = vo1 = 10.8 [V ]
Esercizio 73
Sia dato il circuito mostrato in figura.
Richieste
Determinare io nel circuito
Risoluzione
I due amplificatori operazionali sono entrambi in configurazione invertente. Dunque applicando
il principio di sovrapposizione degli effetti si ottengono le tensioni ai capi della resistenza da 20
[k Ω]:
100kΩ
v1 = − 0.6 = −6 [V ]
10kΩ
32kΩ
v2 = − 0.4 = −8 [V ]
1.6kΩ
Applicando la Legge di Ohm si ottiene il valore della corrente io :
−6 − (−8)
io = = 0.1 [mA]
20kΩ
Esercizio 56
Sia dato il circuito mostrato in figura.
Richieste
Determinare vo nel circuito
Risoluzione
Per calcolare il valore della tensione d’uscita è conveniente riconoscere le varie configurazioni
degli amplificatori, dal momento che una analisi basata sulle applicazioni della Legge di Ohm
e della KCL e KVL, richiederebbe maggiori calcoli. Se chiamiamo il valore di tensione d’uscita
dal primo amplificatore operazionale V1 , applicando la formula per la configurazione invertente,
otteniamo il relativo valore:
50kΩ
V1 = − Vs1 = −2Vs1
25kΩ
Applicando il principio di sovrapposizione degli effetti per il secondo amplificatore operazionale
e chiamando il valore della tensione d’uscita V2 , otteniamo quest’ultimo valore. Occorre notare,
che sia per il segnale Vs1 sia per il segnale Vs2 , abbiamo una configurazione invertente Dunque
V2 vale:
100kΩ 100kΩ
V2 = − V1 − Vs2 = +2Vs1 − 2Vs2
100kΩ 50kΩ
Capitolo 4
Esercizio 1
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Risoluzione
Come si può vedere dalla figura, ci sono due generatori; uno di corrente e uno di tensione. Un
primo metodo risolutivo, è quello di applicare le formule principali di Elettronica, come la KCL,
KVL e la Legge di Ohm.
In questo caso, dal momento che l’amplificatore operazionale è ideale, è possibile parlare di corto
circuito virtuale tra i due morsetti. Due la tensione ai capi della resistenza R1 vale +4 [V].
Applicando la Legge di Ohm, è possibile calcolare la corrente che passa in tale resistenza:
4−0
iR1 = = 2 [mA]
2kΩ
Applicando la KCL al nodo, è possibile calcolare la corrente che passa nella resistenza R2 :
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La tensione sul nodo non invertente vale 0 [V], dal momento che il generatore vG è spento. La
corrente iG non può passare in R1 poiché non c’è differenza di tensione ai suoi capi. Dunque il
contributo sulla tensione d’uscita vale:
vG on
In questo caso il generatore di corrente è un circuito aperto. Dunque l’amplificatore operazionale
è in configurazione non invertente. Applicando la relativa la formula, è possibile calcolare il
contributo sull’uscita:
10
vo2 = 1 + · 4 = 24
2
Sommando i contributi si ottiene il valore della tensione vo :
0 − (−6)
io = + 1[mA] = 7 [mA]
1kΩ
Esercizio 2
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Risoluzione
Dal momento che l’amplificatore operazionale è ideale, non può entrare corrente nell’amplifica-
tore. Inoltre vale la massa virtuale, dunque la tensione sul nodo invertente vale:
V − = V + = 0 [V ]
Applicando la Legge di Ohm, è possibile calcolare il valore della tensione ai capi della resistenza
R1 :
0 − vR1
= 50µ ⇒ vR1 = −2 [V ]
40kΩ
Applicando la Legge di Ohm sulla resistenza R3 , è possibile calcolare la corrente che passa in
tale resistenza:
0 − (−2)
iR3 = = 0.1 [mA]
20kΩ
Applicando la KCL in tale nodo, è possibile ricavare il valore della corrente che passa nella
resistenza R2 :
Risoluzione
Dal momento che l’amplificatore operazionale è ideale, vale il corto circuito virtuale. Dunque ai
capi della resistenza RG non c’è differenza di tensione, dunque non c’è passaggio di corrente in
tale resistenza.
Applicando la Legge di Ohm, è possibile calcolare il valore della tensione ai capi di R3 :
V+−0
= 200 [µA] ⇒ V + = V − = 2 [V ]
10kΩ
Applicando la Legge di Ohm, è possibile calcolare la corrente che passa nella resistenza R1 :
2−0
iR1 = = 0.1 [mA]
20kΩ
Applicando la KCL al nodo superiore, è possibile calcolare la corrente che passa nella resistenza
R2 :
Esercizio 4
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Risoluzione
L’amplificatore è in configurazione non invertente. Dunque, dal momento che è ideale, si può
dire che vale il corto circuito virtuale tra i due morsetti:
V + = V − = vi = 6 [V ]
Se si analizza più attentamente, è possibile notare che ci sono due configurazioni; una non
invertente e una invertente. Quindi il valore della tensione d’uscita vale:
R3 R3
vo = 1 + vi − va
R1 R1
Il valore della tensione va , si trova applicando la KCL al nodo relativo:
i2 = i1 + i4
va vi − va vo − va
= +
R2 R1 R4
R2 R 1 + R3 + R4
va = vi = 5 [V ]
R1 R 4 + R2 R1 + R3 + R4
Sostituendo quest’ultimo valore nell’equazione precedente, si trovare il valore della tensione
d’uscita:
vo = 4 · 6 − 3 · 5 = 24 − 15 = 9 [V ]
Esercizio 5
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Risoluzione
Dal momento che l’amplificatore operazionale è ideale, si può parlare di corto circuito virtuale.
Dunque la tensione al nodo comune tra le resistenze R2 e R1 vale +6[V] .
Applicando la Legge di Ohm sulla resistenza R1 , si può calcolare il valore della corrente che
passa in tale resistenza:
6−0
iR1 = = 2 [mA]
3kΩ
Dal momento che l’amplificatore operazionale ha un valore della resistenza d’ingresso pari a
infinito, la corrente deve passare nella resistenza da R2 . Dunque applicando la KVL in tale ramo
si ottiene:
vo = 14 − 4 = 10 [V ]
Per il calcolo della corrente io , basta applicare la KCL al nodo:
vo
io = − − iR1 = −5 − 2 = −7 [mA]
R3
Esercizio 6
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Risoluzione
Dal momento che l’impedenza d’ingresso dell’amplificatore operazionale è infinita, la corrente
iG passa interamente in R3 . Applicando la Legge di Ohm, è possibile calcolare il valore della
tensione sul nodo invertente, che coincide con quella del nodo non invertente, dal momento che
c’è corto circuito virtuale:
V − = V + = R3 iG = 6 [V ]
Ora, applicando ancora una volta la Legge di Ohm sulla resistenza da R1 , possiamo calcolare la
corrente che passa in tale resistenza:
6
iR1 == 1 [mA]
6kΩ
Ora possiamo applicare la Legge di Ohm per la resistenza R2 , per il calcolo di vo :
vo − V − vo − 6
= = 1 [mA] ⇒ vo = 9 [V ]
R2 3kΩ
Per il calcolo della corrente io , basta applicare la KCL al nodo d’uscita dell’amplificatore opera-
zionale:
io = −1 − 3 = −4 [mA]
Esercizio 7
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura, dove la R4 in alto a destra è in realtà R5 .
Risoluzione
Applicando la formula del partitore di tensione tra R3 e R4 , possiamo ottenere il valore dalla
tensione dei due morsetti dell’amplificatore operazionale:
R4 15
V− =V+ = vi = 9 = 6 [V ]
R3 + R4 45
Applicando la Legge di Ohm sulla resistenza R1 e per la resistenza R2 , si trovano le correnti che
passano nei rispettivi elementi:
9−6
iR1 = = 0.3 [mA]
R1
6
= 0.2 [mA]
iR2 =
R2
Applicando la KCL al nodo invertente e la Legge di Ohm, è possibile trovare la tensione d’uscita
dell’amplificatore operazionale:
6 − vo
= 0.1 [mA] ⇒ vo = −6 [V ]
R5
La corrente che passa nella resistenza R3 vale :
vi − V +
iR3 = = 0.2 [mA]
R3
Dunque la resistenza d’ingresso del circuito vista del generatore vale:
vi
Rin = = 18 [kΩ]
iR1 + iR3
Esercizio 8
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Risoluzione
Dal momento che l’amplificatore operazionale è ideale, vale il corto circuito virtuale tra i due
morsetti, dunque la tensione sul nodo invertente vale 0 [V] .
Applicando la Legge di Ohm sulla resistenza R2 si ricava il valore di corrente che passa, che è
la medesima che scorre nella resistenza R3 , dal momento che l’impedenza d’ingresso dell’ampli-
ficatore operazionale è infinita:
vi − 0
iR2 = iR3 = = 0.1 [mA]
R2
La tensione sul nodo superiore vale:
0−V∗
= iR3 ⇒ V ∗ = −0.5 [V ]
R3
Applicando la Legge di Ohm ai capi della resistenza R1 è possibile trovare la corrente che passa
in tale elemento:
vi − (−0.5)
iR1 = = 0.4 [mA]
R1
Applicando la KCL al nodo superiore, è possibile trovare la corrente che passa in R4 , che permette
di calcolare la tensione vo :
−0.5 − vo
= iR4 ⇒ vo = −10.5 [V ]
R4
Per il calcolo della corrente il , basta applicare, ancora una volta, la Legge di Ohm:
−10.5 − 0
il = = −17.5 [mA]
600Ω
Per il calcolo della corrente io , basta applicare la KCL sul nodo d’uscita dell’amplificatore
operazionale:
Esercizio 9
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Risoluzione
Per risolvere l’esercizio, è necessario applicare ripetutamente la Legge di Ohm ai capi delle
resistenze. La corrente che passa nella resistenza R1 vale:
vi − 0
i1 = = 1 [mA]
R1
Tale corrente, dal momento che l’impedenza d’ingresso dell’amplificatore operazionale è infinita,
dovrà passare nella resistenza R2 . I calcoli successivi, servono per calcolare la corrente che passa
in R6 , che permette di ricavare la tensione vo :
i1 = i2 = 1 [mA]
0 − v3
= i2 ⇒ v3 = −1 [V ]
R2
v3 − 0
i3 = = −1 [mA]
R3
i4 = i2 − i3 = 2 [mA]
v3 − v5
= i4 ⇒ v5 = −3 [V ]
R4
v5 − 0
i5 = = −3 [mA]
R5
i6 = i4 − i5 = 5 [mA]
Ora è possibile calcolare la tensione d’uscita vo :
v5 − vo
= i6 ⇒ vo = −i6 R6 + v5 = −8 [V ]
R6
Esercizio 10
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Risoluzione
Dal momento che l’amplificatore operazionale è ideale, si può parlare di massa virtuale. Dunque
la tensione sul nodo invertente e sul nodo non invertente vale:
V − = V + = 0 [V ]
Inoltre, poiché la resistenza d’ingresso dell’amplificatore operazionale è infinita, nelle resistenze
R4 e R5 passa la medesima corrente:
i4 = i5
Applicando la KCL al nodo invertente, si ottiene il seguente legame:
v3 − 0 0 − vo R5 v 3
= ⇒ vo = −
R4 R5 R4
Applicando la KCL sul nodo di v3 si ottiene :
i1 = i2 + i3 + i4
vi − v3 v3 − vo v3 − 0 v3 − 0
= + +
R1 R2 R3 R4
Attraverso qualche passaggio algebrico, è possibile trovare il valore della tensione v3 :
vi
v3 = R4 +R5
= 2 [V ]
R1 R11 + 1
R3
+ R14 + R2 R4
Sostituendo il valore di v3 nella KCL del nodo invertente, si ottiene il valore della tensione
d’uscita:
R4 v 3
vo = − = −10 [V ]
R4
Per il calcolo della resistenza d’ingresso, occorre trovare il valore dalla corrente che viene erogata:
vi − v3
i1 = = 4 [mA]
R1
vi
Rin = = 1.5 [kΩ]
i1
Esercizio 11
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Risoluzione
Il valore della tensione sul nodo non invertente, è uguale vi , dal momento che vale il corto circuito
virtuale tra i due morsetti.
Ora è possibile applicare la Legge di Ohm ai capi della resistenza R1 , per ricavare il valore della
relativa corrente:
vi − 0
i1 = = 0.2 [mA]
R1
Tale corrente, dal momento che nell’amplificatore operazionale non può entrare corrente, sarà
la stessa che passerà nella resistenza R2 . In questo modo, è possibile calcoalre il valore della
tensione ai capi della resistenza R3 :
i1 = −i2
V + − v3
= −i2 ⇒ v3 = +R2 i2 + V + = 2 [V ]
R2
Ora è possibile applicare la KCL al nodo, per ricavare la corrente i4 e attraverso l’applicazione
della Legge di Ohm, si può ricavare la tensione ai capi di RL :
i2 = i3 + i4
v3 − 0 vi − v3 vo − v3
= +
R3 R2 R4
1 1 1 R3
v o = R4+ + v3 = − vi = 12 [V ]
R3 R2 R4 R2
Applicando la Legge di Ohm ai capi di RL e la KCL al nodo, è possibile calcolare i valori di
correnti richieste:
vo − o
iL = = 12 [mA]
RL
Esercizio 12
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Risoluzione
Come si può notare dal circuito, abbiamo due amplificatori operazionali in casa, in configurazione
invertente. Dunque è immediato calcolare la tensione ai capi di RL :
R2 R4
vo = − − vi = 10 · 2 · 0.5 = 10 [V ]
R1 3
Applicando la Legge di Ohm, si può ricavare facilmente la corrente iL :
vo − 0
iL = = 2 [mA]
RL
Per il calcolo delle restanti correnti, è necessario applicare la KCl ai relativi nodi, sapendo che
la corrente che passa nella resistenza R1 è la stessa che passa in R2 :
vi
i1 = i 2 = = 0.05 [mA]
R1
R2 −5 − 0
vo1 = − vi = −5 [V ] ⇒ i3 = = −1 [mA]
R1 R3
V − − vo1
io1 = − i3 = 1.05 [mA]
R2
i4 = i3
Esercizio 13
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Risoluzione
Si può notare che i due amplificatori sono in casta e sono rispettivamente in configurazione
invertente e non invertente. Dunque la tensione vo vale:
R2 R4
vo = − 1+ vi = −80 · 16 · 5 · 10−3 = −6.4 [V ]
R1 R3
Esercizio 14
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Risoluzione
Per risolvere l’esercizio, è conveniente applicare il principio di sovrapposizione degli effetti, ai 4
segnali d’ingresso.
vi1 on
I due amplificatori operazionali sono in casta ed entrambi in configurazione invertente. Dunque
il contributo per la tensione vo 2 vale:
RA RC
− − vi1 = 5 [V ]
R1 RB
Mentre il contributo per la tensione vo1 vale:
RA
− vi1 = −5 [V ]
R1
Questa configurazione si chiama buffer
vi2 on
I due amplificatori operazionali sono in casta ed entrambi in configurazione invertente. Dunque
il contributo per la tensione vo 2 vale:
RA RC
− − vi2 = 2 [V ]
R2 RB
Mentre il contributo per la tensione vo1 vale:
RA
− vi2 = −2 [V ]
R1
vi3 on
vo1 = −5 − 2 = −7 [V ]
vo2 = 5 + 2 − 2 − 2 = 3 [V ]
Esercizio 15
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Risoluzione
Analizzando il circuito, è possibile notare l’amplificatore operazionale in alto a sinistra è un
buffer, cioè il guadagno ad anello chiuso vale + 1.
La corrente che passa in R1 è la medesima che passa in R2 , dal momento che nell’amplificatore
operazionale non può entrare corrente.
Attraverso la formula del partitore, è possibile calcolare la tensione ai capi di R3 , che è uguale a
V + = V − del secondo amplificatore operazionale:
R3
v3 = vi = 3 [V ]
R3 + R1 + R3
Attraverso l’applicazione della KCL al nodo dell’uscita del secondo amplificatore operazionale,
è possibile calcolare la tensione d’uscita, che è uguale a quella ai capi d iRL :
vi − v1 R1 v i
= i1 ⇒ v1 = −R1 i1 + vi = − + vi = −3 + 9 = 6 [V ]
R1 R1 + R2 + R3
v1 − v3 v3 − vo
= ⇒ vo = −12 + 3 = −9 [V ]
R4 R5
Ora è possibile calcolare il valore della corrente IL applicando la Legge di Ohm ai capi di RL :
vo − 0
= iL ⇒ iL = −5 [mA]
RL
Per calcolare la corrente io , basta applicare la KCL al nodo d’uscita dell’amplificatore operazio-
nale :
v3 − vo
io = −iL + = 5 + 0.3 = 5.3 [mA]
R5
Esercizio 16
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Risoluzione
Per risolvere l’esercizio, non è possibile applicare le formule standard, dal momento che le due
configurazioni non sono nè invertente nè non invertente Dunque occorre procedere con l’utilizzo
della Legge di Ohm e della KCL/KCL.
La corrente che passa in R1 vale:
vi 1 − 0
i1 = = 2 [mA]
R1
Un’importante osservazione è che ai capi della resistenza R5 c’è una tensione pari a vi2 , dal
momento che l’amplificatore operazionale è ideale.
Ora è possibile calcolare la corrente che passa in R5 e applicando la KCL al nodo invertente del
primo amplificatore operazionale, è possibile calcolare la corrente che passa in R2 :
5−2
i5 = = 1 [mA]
R5
i2 = i1 − i5 = 1 [mA]
Il valore della tensione d’uscita del primo amplificatore operazionale vale:
vo1 − vi1
= i2 ⇒ vo1 = 7 [V ]
R2
Applicando la Legge di Ohm ai capi di R3 e la KCL al nodo invertente del secondo amplificatore
operazionale, è possibile trovare la tensione vo :
7−5
i3 = = 0.5 [mA]
R3
i4 = i5 − i3 = 0.5 [mA]
vo − vi2
= i4 ⇒ vo = 5 + 5 = 10 [V ]
R4
Esercizio 17
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Risoluzione
Applicando la KCL sul nodo invertente del primo amplificatore operazionale, è possibile ricavare
la corrente che passa nelle resistenze R1 e R2 e la relativa caduta di tensione:
vi1 − 0 0 − v2 R1
= ⇒ v2 = − vi1 = −3 [V ]
R1 R2 R2
vi1 − 0
i2 = i1 = = 0.1 [mA]
R1
Al medesimo risultato, si poteva arrivare applicando la formula per la configurazione invertente.
Applicando la Legge di Ohm ai capi di R3 e la KCL al nodo, è possibile calcolare la corrente che
passa in R4 :
4 − (−3)
i3 = = 0.35 [mA]
R3
i4 = i2 + i3 = 0.45 [mA]
Dunque il valore di tensione dell’uscita del secondo amplificatore operazionale vale:
−3 − vo
= i4 ⇒ vo = −R4 i4 − 3 = −45 [V ]
R4
Da cui si ricava facilmente la corrente iL :
vo
iL = = −45 [mA]
RL
Esercizio 18
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Risoluzione
Il circuito mostrato, è molto simile all’amplificatore operazionale da strumento. Dal momento
che entrambi gli amplificatori operazionali sono ideali, si può parlare di corto circuito virtuale
tra i due morsetti. Dunque ai capi della resistenza R1 c’è una tensione di vi1 e vi2 . Applicando
la Legge di Ohm si ricava la corrente che passa in tale resistenza:
vi1 − vi2 0.2
i1 = = = 0.01 [mA]
R1 20kΩ
Occorre osservare che il valore di tensione sul nodo non invertente del secondo amplificatore
operazionale vale vi1 . Ora applicando la Legge di Ohm ai capi di R2 e la KCL sul nodo d’uscita
dell’amplificatore operazionale, si ricavano i valori di correnti e di tensioni per R3 :
vi2 − v3
= i1 ⇒ v3 = −1.5 [V ]
R2
v3 − vi1
i3 = = −0.05 [mA]
R3
Dal momento che nell’operazionale non può entrare corrente, la corrente i3 = i4 . Applicando la
Legge di Ohm è possibile ricavare il valore delle tensione vo :
vo − vi1
= −i3 ⇒ vo = 8 [V ]
R4
Esercizio 19
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Risoluzione
Guardando il circuito, si può notare che i primi due amplificatori operazionali non altro che due
buffer, cioè hanno guadagno ad anello chiuso pari a 1. Per il calcolo delle tensioni ai capi dei
morsetti degli amplificatori operazionali, basta applicare la KVL per il calcolo della corrente che
scorre lungo la maglia delle resistenze R1 , R2 , R3 :
vi
i= = 1 [mA]
R1 + R2 + R3
Dunque si ricavano i valori della tensione ai capi di R2 :
V − = 5 [V ] V + = 3 [V ]
La tensione d’uscita si ottiene applicando la sovrapposizione degli effetti, relativamente ai due se-
gnali che arrivano all’amplificatore operazionale. Infatti si possono osservare due configurazioni,
una invertente e una non invertente:
3−0
i 6 = i7 = = 0.5 [mA]
R6 + R 7
3 − v+
= i6 ⇒ v + = 2.5 [V ]
R6
R5 R5 +
vo = − 5+ 1+ v = −25 + 15 = −10 [V ]
R4 R4
Applicando la Legge di Ohm ai capi di RL e la KCL, è possibile ricavare i due valori di correnti
richieste:
vo − 0
iL = = −10 [mA]
RL
5 − vo
io = − iL = 2.5 + 10 = 12.5 [mA]
R4 + R5
Esercizio 20
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Risoluzione
Per risolvere l’esercizio, occorre calcolare i valori dei guadagni ad anello chiuso dei due segnali.
Si può notare che ci sono due configurazioni: una invertente e una non invertente. Dunque
applicando le relative formule si ottiene:
R2
A1 = = 9.802
R1
R4 R2
A2 = 1+ = 9.838
R3 + R4 R1
La media dei due valori appena trovati vale:
A1 + A2
Ad = = 9.82
2
Mentre la differenza vale:
Ac = A2 − A1 = 0.036
Ora è possibile calcolare il rapporto di reiezione di modo comune dell’amplificatore operazionale:
Ad
CMRR = = 274.978
Ac
Capitolo 5
Esercizio 1
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Rappresentando il diodo per mezzo del modello a soglia, con tensione di soglia vγ , e trattando
l’amplificatore operazionale come ideale, con tensione di saturazione Vsat , calcolare l’uscita vo ,
con vi = 2 [V ]
Risoluzione
Una prima ipotesi sul diodo è che sia accesso e polarizzato direttamente, dal momento che il
catodo è collegato a massa, mentre l’anodo è collegato ad un potenziale positivo. dal momento
che ai capi di R1 c’è una differenza di potenziale pari a + 0.7 [V] , applicando la KCL al nodo e
la Legge di Ohm ai capi di R2 e R1 , si ricavano le varie correnti e quindi vo :
0.6 − 0
i1 = = 0.12 [mA]
R1
vi − 0.6
i2 = = 0.28 [mA]
R2
i2 = iD + i1 ⇒ iD = i2 − i1 = 0.16 [mA]
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Scaricato da Alessia Occhino
lOMoARcPSD|3486797
vo = 18 − 4 − 8 = 13.2 [V ]
Esercizio 2
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Rappresentando il diodo per mezzo del modello a soglia, con tensione di soglia vγ , e trattando
l’amplificatore operazionale come ideale, con tensione di saturazione Vsat , calcolare l’uscita vo ,
con vi = 2 [V ]
Risoluzione
Una ipotesi sul diodo è che sia accesso e polarizzato direttamente. Applicando la KCL sull’anodo
e sul nodo invertente, è possibile verificare tale affermazione:
vi − 0.6 v4 − 0.6
+ = iD
R1 R2
0.6 − v4
iD =
R3
Rappresentando il diodo per mezzo del modello a soglia, con tensione di soglia vγ , e trattando
l’amplificatore operazionale come ideale, con tensione di saturazione Vsat , calcolare l’uscita vo ,
con vi = 2 [V ]
Risoluzione
L’ipotesi più ragionevole da fare sul diodo è che sia spento, dunque può essere rappresentato
come un circuito aperto. Dunque il calcolo della tensione d’uscita vo è rapido, dal momento che
la configurazione dell’amplificatore operazionale è invertente:
R4
vo = − vi = −2.5 · 2 = −5 [V ]
R1 + R2
Questo risultato concorda con il fatto che il diodo sia off, dal momento che il catodo è ad un
potenziale maggiore rispetto all’anodo.
Esercizio 4
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Rappresentando il diodo per mezzo del modello a soglia, con tensione di soglia vγ , e trattando
l’amplificatore operazionale come ideale, con tensione di saturazione Vsat , calcolare l’uscita vo ,
con vi = 2 [V ]
Risoluzione
L’ipotesi più ragionevole da fare sul diodo è che sia accesso e polarizzato direttamente, dal
momento che il catodo si trova a massa, mentre il segnale d’ingresso vi vale +2 [V]. Applicando
il principio di sovrapposizione degli effetti, si ricava rapidamente il valore della tensione d’uscita
vo :
Configurazione invertente vi :
R2
vi = −6
−
R1
Diodo come batteria, configurazione non invertente:
R2
1+ 0.7 = 2.8 [V ]
R1
vo = −6 + 2.8 = −3.2 [V ]
Esercizio 5
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Rappresentando il diodo per mezzo del modello a soglia, con tensione di soglia vγ , e trattando
l’amplificatore operazionale come ideale, con tensione di saturazione Vsat , calcolare l’uscita vo ,
con vi = 2 [V ]
Risoluzione
L’ipotesi sul Diodo è che sia spento, dal momento che la corrente erogata dal generatore vi
dovrebbe entrare nell’operazionale. Dunque affiché il diodo sia spento, la tensione vista sul
catodo deve essere pari vi . Dunque:
vo = vi
Esercizio 6
Sia dato il seguente circuito, mostrato in figura.
Rappresentando il diodo per mezzo del modello a soglia, con tensione di soglia vγ , e trattando
l’amplificatore operazionale come ideale, con tensione di saturazione Vsat , calcolare l’uscita iL ,
con i = 0.5 [mA]
Risoluzione
Attraverso l’applicazione della Legge di Ohm ai capi di R3 è possibile calcolare la tensione sul
nodo non invertente:
V + = i1 R3 = 5 [V ]
Applicando la KCL lungo il ramo in cui è presente R1 e applicando la KCL al nodo invertente,
è possibile calcolare la tensione vo :
vo − V −
= i ⇒ vo = 7.4 [V ]
R2
Applicando la Legge di Ohm ai capi di RL si ricava la corrente che passa in tale elemento:
vo − 0
iL = = 7.4 [mA]
RL
Capitolo 6
Esercizio 1
Sia dato il seguente circuito.
Dati
Richieste
Calcolare IB , IC , VCE .
Risoluzione
Applicando la Legge di Ohm ai capi della resistenza RB si ottiene:
VCC − VB
IB =
RB
Stesso procedimento si applica a RE :
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VE − 0
IE =
RE
Inoltre si conosce che:
IC = βIB IE = IB + IC ⇒ IE = (β + 1)IB
Sostituendo queste equazioni nella prima si ottiene:
Esercizio 2
Sia dato il seguente circuito.
Dati
Richieste
Calcolare RB , RE , IB .
Risoluzione
Per il calcolo della corrente di Base, si può sfruttare la seguente relazione:
IC
IB = = 25 [µA]
β
Sfruttando la KCL al nodo del’emettitore e utilizzando la Legge di Ohm ai capi di RE , si ricava
quest’ultimo valore:
IE = IB + IC
VE − 0 VCC − VCE
RE = = = 2.31 [kΩ]
IE IE
Dal momento che il transistor è attivo (VBE = 0.7 [V]), si ricava il valore della resistenza RB :
VCC − 7.7
RB = = 172 [kΩ]
IB
Esercizio 3
Sia dato il seguente circuito.
Dati
Richieste
Calcolare IB , IC , VCE .
Risoluzione
Ipotizzando il BJT attivo, si conosce subito VBE = VB = 0.7 [V]. In questo modo, applicando la
Legge di Ohm ai capi di RB è possibile ricavarci la corrente della Base:
VCC − VB
IB = = 35.3 [µA]
RB
Esercizio 4
Sia dato il seguente circuito.
Dati
Richieste
Calcolare IB , RC , RB .
Risoluzione
Sfruttando il legame tra la IC e IB , si ricava quest’ultimo valore:
IC
IB = = 27.2 [µA]
β
Applicando la Legge di Ohm ai capi di RB e RC , si ricavano i valori richiesti:
VCC − 0.7
RB = = 415 [kΩ]
IB
VCC − 7
RC = = 1.666 [kΩ]
IC
Esercizio 5
Sia dato il seguente circuito.
Dati
Richieste
Calcolare IB , IC , IE , VCE .
Risoluzione
Come primo passaggio, si può applicare la formula del partitore di tensione per le resistenze R1
e R2 :
R2
VB = VCC = 4.5 [V ]
R1 + R 2
Dal momento che il BJT è attivo si ricava la tensione sull’emettitore e quindi la si ricava la
corrente che passa in RE con la Legge di Ohm:
VE = VB − 0.7 = 3.8 [V ]
VE − 0
IE = = 3.8 mA
RE
Le restanti correnti si ricavano in questo modo:
β
IC = αIE = IE = 3.7 [mA]
β+1
IC
IB =
= 26.95 [µA]
β
Applicando la Legge di Ohm ai capi di RC si ricava la tensione VCE :
VC = VCC − RC · IC = 6.45 [V ]
VCE = VC − VE = 2.54 [V ]
Esercizio 6
Sia dato il seguente circuito.
Dati
Richieste
Calcolare RC , RB .
Risoluzione
Dal momento che l’emettitore è a massa, si può calcolare subito il valore della resistenza RC ,
applicando la Legge di Ohm:
VCC − VC
RC = = 468 [Ω]
IC
La tensione sulla Base è 0.7 [V]. Applicando ancora una volta la Legge di Ohm si ricava il valore
della resistenza RB :
VBB − 0.7
RB = = 11 [kΩ]
IB
Capitolo 7
Esercizio 1
Sia dato il seguente circuito.
Dati
VGS − Vtp = VG − 5 + 1 ≤ 0 ⇒ VG ≤ +4
La condizione per cui il PMOS conduca in triodo è la stessa per cui NMOS è in saturazione.
Dunque:
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1 W
ID = kp′ VOV 2 ⇒ VOV = 0.5 [V ]
2 L
Da cui si ricava la tensione sul Gate:
Esercizio 2
Sia dato il seguente circuito.
Dati
Dati
Vt = 1 [V ] kn = 2 [mA/V 2 ]
Richieste
3. Disegnare il circuito equivalente di piccolo segnale in media frequenza e calcolare Rin , vgs /vsig , vo /vgs
e vo /vsig
Risoluzione
Attraverso la formula del partitore di tensione, si può ricavare velocemente la tensione sul Gate:
5
VG = 15 = 5 [V ]
10 + 5
Ipotizzando la saturazione per il transinstor, si può ricavare il valore della corrente ID e della
tensione VS :
1
ID = kn (VG − VS − Vt )2
2
VS = 3 · ID
⇒ ID = 1 [mA] VS = 2 [V ]
Ora è possibile calcolare la tensione sul Dran:
VD = 15 − 7.5 = 7.5 [V ]
Ora che abbiamo calcolato tutte le tensioni e le correnti presenti nel circuito, possiamo proseguire
nel rispondere alle domande.
2ID
gm = = kn VOV = 2 [mS]
VOV
VA
ro = = 100 [kΩ]
ID
Per il tracciamento del circuito equivalente di piccolo segnale in media frequenza, occorre ricor-
dare che i condensatori si comportano come dei corto circcuiti, i generatori di tensioni in continua
sono massa per il segnale e il MOS viene sostituito con un generatore di corrente comandato in
tensione.
Ecco il circuito equivalente di piccolo segnale.