Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
FEDERICO II
DIMENSIONAMENTO
DI LINEE ELETTRICHE
IN MEDIA E BASSA
TENSIONE
Roberto Covino
1
Indice
1. Generalità 3
1.2 Dimensionamento
3. Criterio elettrico 6
3.1 Generalità
4. Criterio termico 19
5. Criterio economico 22
Riferimenti bibliografici 23
2
1. GENERALITA’
Le linee elettriche vengono impiegate, nei sistemi elettrici di potenza, per la trasmissione e
la distribuzione dell’energia elettrica. Tali linee si suddividono, in base al tipo di conduttore
utilizzato, in due gruppi:
- linee con conduttori nudi;
- linee in cavo.
La differenza sta nel tipo d’impiego, infatti quelle con conduttori nudi si utilizzano nel caso
di linee aeree, mentre nel caso di linee sotterranee o sottomarine si utilizzano quelle in
cavo.
Il carico svolge un ruolo importante per determinare la corrente nominale per cui saranno
dimensionate le linee elettriche.
3
Si viene a conoscenza del carico, mediante alcuni parametri noti, quali:
- Sistema di alimentazione, cioè corrente continua c.c., corrente alternata c.a.
monofase, c.a. trifase;
- Tensione nominale Vn;
- Potenza nominale Pn;
- Fattore di potenza cosϕ (in caso di c.a.);
- Situazione ambientale: temperatura, umidità, ventilazione, ecc;
- Fattori di utilizzazione e contemporaneità.
1.2 DIMENSIONAMENTO
4
2. PROBLEMATICA GENERALE SUL DIMENSIONAMENTO
Le problematiche che si verificano nel dimensionamento delle linee elettriche sono di tre
tipi.
E sono:
- Sicurezza, in condizioni di normale funzionamento o in condizione anomale;
- Qualità, con la verifica delle massime escursioni di tensione, la riduzione di eventuali
componenti armoniche, ecc;
- Economia, con la verifica di rendimenti e costi.
Per andare a dimensionare le linee elettriche, e quindi a calcolare le sezioni dei conduttori
di tali linee, si utilizzano i cosiddetti criteri di dimensionamento.
3.1 GENERALITA’
Figura 1
Dalla figura 1, caratteristica sezione–impedenza,
si nota che la reattanza al variare della sezione
varia molto lentamente, a differenza della
resistenza, che presenta un andamento
iperbolico decrescente che si ha al crescere della
sezione.
A tal proposito la reattanza può essere
trascurata rispetto alla resistenza per linee in
cavo e aeree di sezione modesta (≤25mm2 e
≤10mm2 rispettivamente) e tensione inferiore
a 20kV. Il calcolo verrà effettuato preassegnando il valore della reattanza X, prima ancora
che sia calcolata la sezione. Fatto ciò si procede nel calcolo della sezione S con le sole
componenti ohmiche, con successiva verifica per giustificare i valori della reattanza
prefissati.
ΔV = R∙I cosϕ + cost
La sezione sarà:
∙ ℓ ∙ ∙ cosφ
=
−
6
3.2 STUDIO NELLO SPECIFICO DI DIVERSI CASI DI ALIMENTAZIONE DI LINEE IN
CORRENTE CONTINUA O CON CARICHI PURAMENTE RESISTIVI
Tale linea alimenta da un solo estremo, uno o più carchi. I carichi in questione vengono
modellizzati con delle pure resistenze.
Le correnti i1, i2,…, in sono quelle assorbite dai carichi, dove si ipotizza simultaneamente la
massima potenza assorbita.
Dato che è incerta la valutazione delle singole potenze Pr, si calcola la ir con la seguente
formula:
!"
i = (r=1,2,3,…)
#$
Per il calcolo della caduta di tensione, e successiva stima della sezione, non è conveniente
adottare conduttori di sezioni diverse per i vari tronchi l1, l2,…, sia per natura economica,
sia per ovvi motivi di praticità di costruzione.
Il criterio generalmente più utilizzato è quello denominato a sezione costante.
E si opera in tal modo:
La caduta di tensione ΔVr che si ha fra gli estremi del tronco r, su un solo conduttore, è
data da:
∙ ℓ%
% = ∙ %
7
Sostituendo le correnti:
∙ ℓ%
% = ∙ ('% + '%)* +. . . + ', )
− /
La caduta di tensione complessiva
=
.
2
Quella che intercorre su uno dei due conduttori sarà quindi:
, ,
= ∙ 0 6% '%
%1*
oppure in forma sintetica:
= ∙ 0 6 ∙ '
Sapendo che solitamente la caduta di tensione massima ammissibile ε* è data sotto forma
di percentuale rispetto alla tensione nominale, con riferimento a tutto il sistema, cioè di
andata e di ritorno da A a B, la caduta di tensione massima ammissibile su un solo
8∗ ,
conduttore sarà:
∗
= ∙
100 2
La sezione di dimensionamento della linea è immediatamente ricavabile, osservando che
ΔV ≤ ΔV*
quindi:
= ∙ 0 6 ∙ ' ≤ ∗
Da cui:
≥ ∗
∙ 0 6 ∙ ' 2@@3 4
Una volta calcolata la sezione S teorica, si dovrà scegliere tra le sezioni unificate disponibili
quella immediatamente superiore, ciò per ovvi motivi cautelativi.
8
3.2.2 Linea a sbalzo con carichi uniformemente distribuiti
Di solito questa configurazione si usa per gli impianti di illuminazione pubblica, ma più
delle volte è puramente teorica.
9
3.2.3 Linea alimentata alle due estremità con tensioni uguali
J%
nominali:
'% =
,
Nella figura sottostante, i punti A e B rappresentano le cabine elettriche di alimentazione.
Tali cabine erogano rispettivamente le correnti IA e IB.
Ci sarà un certo carico, nel nostro caso il secondo, alimentato da entrambi le sorgenti, su
cui si esauriscono sia la corrente proveniente da A che quella da B.
A tal proposito ci sarà un determinato punto t in cui possiamo immaginare di tagliare la
linea in due tronchi, senza variare l’andamento delle correnti. Quindi vengono calcolate le
due correnti IA e IB separatamente.
10
Si opera su un tronco alla volta.
Fissata la caduta massima relativa ammessa ε* che si ha nel punto di taglio, la c.d.t.
massima ammissibile per il tronco a sbalzo alimentato da A sarà:
KL
∗
= ∙ 0 6.% ∙ '%
%1*
Dove λAr è la distanza da A del punto t’ del carico r-esimo.
Per B sarà:
, ,
∗
= ∙ 0 6/% '% = ∙ 0 (ℓ − 6.% ) ∙ '%
%1KLL %1KLL
Da cui si scrive tale uguaglianza:
, ,
0 '% = /
%1KLL
si ha:
∑,%1* 6.% ∙ '%
=
/
ℓ
In modo analogo si calcola:
∑,%1* 6/% ∙ '%
=
.
ℓ
La somma delle due correnti ci darà:
,
.+ / = 0 '%
%1*
11
Conoscendo le due correnti IA e IB , dato che si conoscono le correnti dei carichi i1, i2,…,in, si
determina il punto di taglio, cioè il punto t dove si esauriscono IA e IB e si scompone la linea
in due linee a sbalzo virtuali.
Da ciò si determinano le sezioni per ciascuno dei due tronchi, che dovranno essere uguali
per l’ipotesi di sezione costante.
La sezione sarà:
KL
= ∗
∙ 0 6.% ∙ '%
%1*
,
= ∗
∙ 0 6/% ∙ '%
%1KLL
Si prenderà in considerazione il valore di sezione maggiore tra le due calcolate, per ovvi
motivi.
12
3.2.4 Linea alimentata alle due estremità con tensioni diverse
Si suppone di avere due tensioni agli estremi diverse, con VA > VB, ma entrambi poco
distanti dal valore della tensione nominale. Tale sistema è equivalente a quello
riportato in figura.
Per risolvere tale sistema si usa il metodo
della sovrapposizione degli effetti,
determinando le correnti che si hanno nel
penultimo e ultimo schema, cioè la IA, IB e IC.
Le correnti IA e IB sono ricavabili
immediatamente, perché lo schema 3 è
equivalente a quello visto prima, quindi:
∑ ]^ ∙_
. =
ℓ
∑ 6. ∙ '
/ =
ℓ
Osservando invece l’ultimo schema si nota che
le correnti assorbite dai carichi sono
trascurabili per la presenza del cortocircuito
su uno dei due estremi della linea.
′/ = / − `
Però l’unica grana è che non si può calcolare direttamente la IC senza conoscere la
sezione dei conduttori.
/ = ∙ (ml + m′l )
l
Con:
- l = sezione della tratta a;
- ml = ∑ 6. ∙ '. il momento risultante rispetto ad A dovuto alle correnti dei carchi
posti sulla tratta a;
- m′l = n ∙ ′/ il momento dovuto alla corrente I’B, la quale è pari alla sommatoria di
tutte le correnti erogate dai carichi a valle di B;
- n = lunghezza di tale tratta.
La c.d.t. massima nell’ambito della tratta b, dato che ΔVB’ corrisponde proprio con ΔV*,
sarà:
∗
− / = ∙ mo p: mo = 0 6/ ∙ 'o
o
Per la tratta c:
` − / = ∙ (mq + m′q )
q
Con: mq = ∑ 6/ ∙ 'q , m′q = ∙ ′` , lunghezza della tratta c , I’C sommatoria di tutte le
correnti erogate dai carichi a valle di C.
14
Con analoghe notazioni, si troveranno le c.d.t. massime per le tratte d, e, f :
∗
− ` = ∙ mr
r
∗
− ` = ∙ ms
s
∗
− ` = ∙ mt
t
Per la risoluzione del sistema con otto incognite ci servirebbero altre due equazioni.
Il primo fa a meno di altre equazioni supplementari e si impongono i valori ΔVB e ΔVC con
ΔVB < ΔVC ; però questo metodo implica una buona esperienza in materia di progettazione.
Il secondo metodo, ma anche il più usato, è quello di introdurre sulle sezioni i seguenti
vincoli:
l = o + q
q = r + s + t
Ricavandosi le sezioni delle tratte b, d, e, f dalle formule inverse delle c.d.t. massime.
Quindi:
= ∙ umr + ms + mt v
q ∗ − `
Sommando la c.d.t. massima sulla tratta c e quella delle tre tratte d, e, f , e sostituendo
nella formula sopra elencata, la sezione della tratta c sarà:
= ∙ umq + m′q + mr + ms + mt v
q ∗ − /
Sostituendo:
= ∙ umo + mq + m′q + mr + ms + mt v
l ∗ − /
15
Si fa la stessa cosa di SC , però prendendo la c.d.t. massima sulla tratta a e sommandola alla
c.d.t. massima ricavata dalla formula soprastante, si ha che:
l = ∗
∙ uml + m′l + mo + mq + m′q + mr + ms + mt v
Ricordando il significato di m′l e m′q si constata subito che la somma dei momenti nella
parentesi, è pari alla sommatoria:
,
0 6.% ∙ '%
%1*
In cui 6.% è la distanza che tra A e il carico r-esimo, che assorbe la corrente '% .
16
3.2.6 Reti magliate.
Si consideri una rete magliata comunque complessa, in cui vi siano alcuni nodi alimentati.
Dati i carichi, le tensioni di
alimentazione, la caduta di tensione
massima tollerabile, si devono
determinare le sezioni delle varie
tratte.
La suddivisione di tali linee si fa mediante tagli a tentativo, laddove si ritiene che la c.d.t.
possa essere massima. Nel nostro esempio il taglio è fittizio, qualora il taglio è avvenuto su
un'unica tratta, e quindi si calcoleranno le sezioni Sa e S’a e si prenderà in esame la
maggiore delle due. Con tale sezione si va a verificare che la c.d.t. massima stia entro i
limiti consentiti.
Per determinare tutte le c.d.t. dei vari nodi, si utilizza il metodo delle linee alimentate alle
due estremità con tensioni diverse.
dove:
∑ 6/ ∙ 'w/ −
= +
w /
w/
ℓw/ bw/
Con procedimento analogo si potranno scrivere tante equazioni quanti sono i nodi non
alimentati; quindi nel nostro caso si dovranno trovare anche nel nodo D e nel nodo C.
Sarà allora possibile calcolare le effettive correnti assorbite da ciascun nodo, trovare il
punto di taglio, ivi determinare la c.d.t. per verificare la compatibilità fra correnti e sezioni.
18
4 CRITERIO TERMICO
I conduttori percorsi da corrente sono sede di dissipazioni di energia per effetto Joule.
Questo fenomeno comporta l'innalzamento della temperatura del conduttore, rispetto alla
temperatura ambiente. I conduttori risentono in maniera negativa dell'incremento della
loro temperatura. Il fenomeno si presenta tanto nelle linee aeree che in quelle in cavo, con
conseguenze che sono significativamente differenti.
Nelle linee in cavo il fenomeno è più complesso e l'entità delle conseguenze è più
serio.
Nel cavo, oltre al conduttore è inevitabilmente presente, a contatto con lo stesso, il
materiale isolante la cui "vita utile", t, è legata alla temperatura di esercizio, θ. Il
decadimento della vita utile di un cavo in funzione della temperatura di esercizio segue la
nota legge di Arrenhius:
{o}
=y∙z |
Fissato il tipo di materiale isolante e il valore minimo della durata utile dello stesso,
per ogni tipo di isolante, e di conseguenza per ogni tipo di cavo, rimane fissato un valore
max della temperatura di esercizio. A partire da questo dato, obiettivo del criterio termico
è quello di individuare una sezione S del conduttore tale da garantire, per assegnate
condizioni di massimo carico a regime, il non superamento della massima temperatura di
esercizio.
19
Con riferimento alla situazione di regime si può ipotizzare che tutta la potenza
generata nel conduttore per effetto Joule venga dissipata verso l'ambiente esterno. Per
l'analisi del funzionamento è allora sufficiente imporre la seguente equazione di bilancio
R I² = K Se ΔθM
termico:
Dove:
R = resistenza del conduttore;
I = corrente max ammissibile;
K = fattore di trasmissione termica globale;
Se = superficie di scambio termico con l’ambiente.
Supposta:
ΔθM = θM – θ0
Fissata ΔθM si può calcolare la max corrente che a regime può circolare nel cavo, detta
corrente è la portata del cavo, IZ:
€ ∙ s (θ‚ −θD )
~ = •
∙ℓ
essa è funzione di molti parametri quali la distanza, il tipo di posa, la presenza di altri
conduttori, la sezione del conduttore.
Si riporta qui di seguito un esempio qualitativo di come può essere strutturata una tale
tabella; le portate riportate all'interno della tabella sono espresse in A.
Tabella 1
20
Per poter utilizzare le tabelle del tipo appena descritto in condizioni di temperatura
ambiente diverse da 30 °C, i costruttori forniscono delle tabelle (come riportato, a titolo di
esempio, nel seguito) che contengono i fattori di correzione da introdurre nei calcoli.
Dal punto di vista pratico si procede come segue:
una volta calcolata la corrente di impiego, IB, del conduttore che deve operare alla
temperatura ambiente X °C, per poterne scegliere la sezione con l’ausilio della tabella
precedente, occorre “scalare” la corrente in accordo alla seguente relazione:
con K1 , fattore di correzione, della portata con temperatura ambiente diversa da 30 °C.
Tabella 2: correzione K1 per diversi tipi di posa con θa diversa da 30°C per cavi in bT
C’è da osservare, infine, che laddove non fosse presente nella Tabella 2 che si
utilizza, il tipo di posa scelto, P2, è possibile introdurre un ulteriore fattore di correzione,
K2, i cui valori tabellati sono generalmente forniti dal costruttore.
Anche in questo caso, occorre “scalare” la corrente in accordo alla seguente
relazione:
IB (P1) = IB (P2)/K2
dove IB(P1) rappresenta la corrente di impiego per il tipo di posa P1 riportato nella Tabella 1.
21
5 CRITERIO ECONOMICO
La sezione di massimo tornaconto è quella per la quale C è minimo, cioè quella per la quale
la derivata di C rispetto a S è nulla e la derivata seconda è positiva. Per tale sezione i due
oneri C1 e C2 si eguagliano, quindi la sezione di massimo tornaconto si ha quando l’onere
patrimoniale della linea è pari all’onere di servizio di tale.
22
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
23