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Domande teoria:

1) Illustrare l’approssimazione a parametri concentrati. Fornire un esempio applicativo


in cui questa approssimazione sia valida, ed un controesempio.

R:

Un circuito si dice a parametri concentrati se la sua massima dimensione fisica è


trascurabile, cioè molto più piccola della minima lunghezza d’onda dei segnali
elettromagnetici che lo interessano, o meglio, un circuito è detto a parametri
concentrati se le dimensioni dei dispositivi che lo compongono sono ‘’abbastanza
piccoli’’ rispetto alla massima lunghezza d’onda di qualsiasi grandezza elettrica
misurata su di essi.

La condizione è verificata se la differenza tra la propagazione di un’onda e la successiva


è molto più piccola di T (PERIODO DI PROPAGAZIONE DI UN’ONDA) ->

SIGNIFICA CHE QUANDO IL RITARDO DI PROPAGAZIONE ONDOSA E’ MOLTO PICCOLO


RISPETTO AL PERIODO T DELL’ONDA ELETTROMAGNETICA, POSSO TRASCUSARE
DIMENSIONE O LUNGHEZZA L DEL CIRCUITO RISPETTO ALLA LUNGHEZZA DI UN’ONDA
PERIODICA (LAMBDA).

Dimostrazione:

( T=l/c ) << ( T = /c)

allora

l/c << /c

semplifico le due c ottengo

l << 

Esempio 1:

so che a parametri concentrati vale : l << 

allora prendo in considerazione una rete elettrica con frequenza f=50Hz

so che =6000km e f=50Hz ho un circuito a parametri concentrati.

Invece se prendo in considerazione una rete Wi-fi

Con f=2,44 GHz e = 12cm e con un circuito stampato siamo al limite


dell’approssimazione

Con un cavo coassiale lungo 2 m sono già in presenza di un circuito a parametri


distribuiti.
2) Enunciare il teorema della conservazione della potenza. Illustrare il teorema di
Tellegen:

La conservazione della potenza è un concetto fondamentale che ha come unica ipotesi il


fatto che il circuito sia a parametri concentrati.

Il teorema dice che la somma algebrica delle potenze assorbite da tutti i componenti di
un circuito è nulla in ogni istante.

Perciò detto in altre parole la somma algebrica delle potenze assorbite da un insieme di
elementi è pari alla somma delle potenze erogate dai rimanenti

Quindi, avendo un insieme A di componenti e un insieme B di componenti la sommatoria


delle potenze assorbite dall’insieme A è uguale alla sommatoria delle potenze erogate
nell’insieme B.

Pa=vi

Pb=-vi

Pa+Pb=0

Si può dimostrare, considerando solo bipoli e con versi di riferimento coordinati o


associati la conservazione della potenza.

Prendo due circuiti:

nel primo Il bipolo è connesso al nodo di riferimento ha potenza uguale a Pk=Va*ik; nel
secondo invece ho un bipolo non connesso al nodo di riferimento con Pk= Vab*ik=(Va-
Vb)*ik

si sommano le potenze si raccolgono i termini in base al nodo, e si sfruttano le LKC:

Sommatoria di Pk=potenza A+ potenza B+…….+potenza k=0

Il teorema di Tellegen, detto anche bilancio delle cariche virtuali, afferma che due
circuiti elettrici diversi ma aventi lo stesso grafo (identica topologia tra i due circuiti)
orientato bilanciano le loro potenze viruali, ovvero:

la sommatoria delle potenze assorbite nel primo circuito è uguale alla sommatoria delle
potenze assorbite nel secondo circuito, che sono quindi nulle.

È un teorema che illustra una proprietà puramente topologica.


3) Enunciare e dimostrare il principio di sovrapposizione degli effetti per circuiti resistivi
lineari. Illustrare se e come si applica al calcolo della potenza assorbita.

R:

I ciruiti resistivi lineari sono circuiti resistivi che contengono solo elementi con relazioni
caratteristiche lineari y=k*x e generatori indipendenti ( componenti affini)

un componente lineare può essere: un resistore, un generatore controllato,


operazionali.I componenti non lineari sono diodi con curve caratteristiche e transistor.
La cosa fondamentale da prendere in considerazione è che se dovesse esserci un
componente non lineare, il circuito intero diventa NON LINEARE, ma affichè il circuito
diventi non lineare tutti i componenti devono essere o lineari o affini.

Cosa si intende per sovrapposizione degli effetti? Si distinguono in Causa ed Effetto:le


cause sono i generatori indipendenti di corrente o tensione perché sono le forzanti del
circuito, ovvero impongono la tensione ai capi o la corrente all’iinterno e NON LO SONO I
GENERATORI CONTROLLATI, perché anche se vengono gestiti come generatori
indipendenti a livello matematico, sono elementi di accoppiamento e non forzanti o
cause.

Per effetti si intende: si intendono variabili circuitali quindi tensioni e correnti, che
esprimono la risposta del circuito.

Rapporto tra causa-effetto in circuito resistivo lineare:

Ogni circuito può essere descritto da un sistema lineare AX=B derivante dall’analisi
nodale (VALE SEMPRE) o dall’analisi delle maglie(CIRCUITI PLANARI).

Considero un circuito con tre nodi e un singolo ingresso + generatore indipendente di


corrente quindi un singolo ingresso: i coefficienti aij, non dipendono dal generatore.

Si risolve con Cramer il sistema, ottengo le due tensioni di nodo che non dipendono dal
generatore, ovvero due costanti che non dipendono dal generatore per il valore del
generatore. ( nel caso di un circuito con 3 nodi e un singolo generatore)

Questo circuito molto elementare si può estendere facilmente a qualunque circuito


resistivo con n nodi, b bipoli e m maglie, perché posso sempre scrivere un sistema
( analisi nodale o maglie) e ottenere la stessa struttura di un circuito elementare.

Proprietà della sovrapposizione degli effetti:

1-in un circuito con un solo generatore indipendente, ogni variabile circuitale è


proporzionale al segnale del generatore

2-tutte le variabili circuitali hanno lo stesso andamento temporale rispetto al segnale


del generatore

3- in assenza di generatori indipendenti tutte le grandezze sono nulle.


IL PRINCIPIO DI SOVRAPPOSIZIONE SI APPLICA QUANDO HO PIU’ INGRESSI, QUINDI PIU’
FORZANTI.

Prendo in considerazione un circuito con due ingressi, due generatori inpindenti di


corrente, i1 e i2.

Prendo il sistema ricavato AX=B (slide 53), lo risolvo con Cramer e vedo facilmente che
ogni tensione di nodo è una costante che non dipende dal generatore e il valore o
segnale del generatore – una costante k2 che non dipende dal generatore per il il valore
o segnale del secondo generatore.

IN GENERALE: con n nodi, b bipoli, ogni variabile circuitale x ( tensione, corrente, nodo,
ramo o maglia) dà la sommatoria tra valore o segnali di generatori indipendenti di
tensione*una costante Hk che non dipende dal generatore, più sommatoria dei segnali
dei gen. Indipendenti di corrente per le costanti Kk che non dipendono dai generatori.

In un circuito resistivo lineare ogni variabile circuitale è data dalla somma degli effetti
dovuti ai singoli generatori indipendenti (cause)

Si accende un generatore alla volta gli altri rimangono spenti: un generatore


indipendente di tensione (corrente) spento equivale a un corto circuito o circuito aperto
(Non si toccano i generatori controllati ( non c’è una forzante ).

Un punto fondamentale della sovrapposizione degli effetti: MAI APPLICARE LA


SOVRAPPOSIZIONE DEGLI EFFETTI AL CALCOLO DELLA POTENZA!

Perché? Il calcolo della potenza prevede un’operazione NON lineare e la linearità è un


proprietà fondamentale e un prerequisito per la sovrapposizione degli effetti.

È un principio applicabile non solo ai sistemi elettrici ma anche ad altri tipi di sistemi
(idraulici, meccanici) purchè siano di tipo lineare cioè la caratteristica ingresso-uscita
deve essere lineare, cioè passante per l’origine.

4) Enunciare e dimostrare il teorema di Thevenin per circuiti resistivi lineari. Introdurre


il teorema di Norton sfruttando la trasformazione dei generatori.

R: Per l’enunciato del Teorema di Thevenin un bipolo resistivo composto da elementi


lineari e tempo invarianti(l’uscita non dipende esplicitamente dal tempo) e da sorgenti
ideali è equivalente ad un generatore di tensione in serie ad un resistore.

Quindi sia un circuito lineare un circuito in cui l’uscita è in relazione lineare con
l’ingresso e siano detti equivalenti due circuiti che hanno la stessa relazione tensione
corrente ai terminali allora per il teorema di Thevenin un circuito lineare con due
terminali può essere sostituito con un circuito equivalente formato da un generatore di
tensione in serie con un resistore V in cui è la tensione a vuoto ai terminali e R è la
resistenza in ingresso o resistenza equivalente vista agli stessi terminali quando i
generatori indipendenti sono spenti.
DIMOSTRAZIONE: si sostituisce B con una sorgente di corrente ottenendo così un circuito
lineare

Applico il principio di sovrapposizione Vsk e Isk sono le sorgenti ideali interne ad A:

La relazione caratteristica di A è uguale a quella della relativa sorgente di Thevenin,


quindi sono equivalenti per definizione

Vedi slide 68

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