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22/03/2012
Montebruni
Angelo
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Funzione di trasferimento
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Funzione di trasferimento
Quando il transitorio è esaurito, il circuito assume uno stato che è detto funzionamento
forzato perché imposto dalle sollecitazioni applicate.
Poiché si trattano circuiti lineari, si trascura il fenomeno dell’arco elettrico che può
crearsi nella commutazione di un interruttore perché l’arco non può rappresentarsi con
un circuito lineare. Per poter trascurare tale fenomeno si fa l’ipotesi che la durata della
commutazione dell’interruttore sia molto piccola rispetto alla durata del transitorio
prodotto dalla commutazione stessa. Si può pertanto considerare che l’interruttore si
apra o si chiuda istantaneamente e che l’operazione di commutazione inizi e termini
all’istante t=0.
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Funzione di trasferimento
D’altra parte la componente forzata della risposta non è influenzata dalle condizioni
iniziali, che contribuiscono solo alla determinazione della componente transitoria.
Quest’ultima in forma L-trasformata, è individuata dalle frazioni parziali che hanno a
denominatore polinomi che derivano dalla fattorizzazione della equazione caratteristica
in termini della variabile s.
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Funzione di trasferimento
𝑑𝑖 1 𝑡
𝑅𝑖 + 𝐿 + ∫ 𝑖𝑑𝑡 + 𝑣𝐶 (0) = 𝑒1
𝑑𝑡 𝐶 0
dove i è la corrente di risposta totale e vC(0) è la tensione sul condensatore per t=0.
𝑑𝑖𝑠 1 𝑡
𝑅𝑖𝑠 + 𝐿 + ∫ 𝑖 𝑑𝑡 + 𝑣𝐶𝑠 (0) = 𝑒1
𝑑𝑡 𝐶 0 𝑠
dove vCs(0) è il valore assunto per t=0 dalla componente di regime stazionario della
tensione sul condensatore.
𝑑𝑖𝑡 1 𝑡
𝑅𝑖𝑡 + 𝐿 + ∫ 𝑖 𝑑𝑡 + 𝑣𝑐 (0) − 𝑣𝐶𝑠 (0) = 0
𝑑𝑡 𝐶 0 𝑡
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Funzione di trasferimento
od anche:
L’equazione:
𝑑𝑖𝑡 1 𝑡
𝑅𝑖𝑡 + 𝐿 + ∫ 𝑖 𝑑𝑡 + 𝑣𝑐𝑡 (0) = 0
𝑑𝑡 𝐶 0 𝑡
è detta equazione della risposta libera del sistema; in essa vCt(0) indica il valore assunto
per t=0 dalla componente transitoria della tensione sul condensatore.
Da quanto detto si deduce che ogni risposta nel periodo transitorio (che può essere una
corrente o una tensione può rappresentarsi come somma di due componenti:
i=is+it
vR=vRs+vRt
vL=vLs+vLt
vC=vCs+vCt
vC(0)=vCs(0)+vCt(0)
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Funzione di trasferimento
che corrisponde al circuito L-trasformato di figura 2.a; tale circuito è detto circuito
equivalente L-trasformato del regime stazionario.
La componente transitoria delle risposta si ottiene dalla soluzione della equazione della
risposta libera la cui trasformata risulta:
Dal confronto dei circuiti in figura 2.a e 2.b con quello di figura 65 relativo alla risposta
totale, si deduce la relazione:
i(0)=is(0)+it(0)
La risposta libera It(s) può quindi determinarsi come risposta di un circuito sollecitato
unicamente da generatori fittizi che rappresentano le sollecitazioni costituite dalla
presenza, nell’istante t=0, di una corrente it(0)=i(0)-is(0) nell’induttanza e di una tensione
vCt(0)=vC(0)-vCs(0) agli esstermi del condensatore.
Si noti che la risposta libera può considerarsi costituita da due componenti: una, detta
risposta con ingresso nullo, è determinata dai valori di iL(0) e vC(0), legati allo stato
energetico della rete all’istante di inizio della perturbazione, l’altra è determinata dai
valori di iLs(0) e vCs(0), legati allo stato energetico che la rete avrebbe se nell’istante
iniziale assumesse il valore di regime stazionario. Poiché la somma della componente
di risposta transitoria prodotta da –iLs(0) e –vCs(0) e della componente stazionaria
rappresenta la risposta del circuito con condizioni iniziali nulle, si deduce che la risposta
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Funzione di trasferimento
di una rete in seguito ad una perturbazione è data dalla somma della risposta con
ingresso nullo e di quella con condizioni iniziali nulle.
a) Una volta determinato l’andamento delle correnti iLk(t) nelle induttanze e delle
tensioni vCk(t) sui condensatori durante il funzionamento precedente l’istante di
perturbazione, si calcolano i valori iLk(0) e vCk(0) che le grandezze citate
assumono nell’istante di perturbazione t=0.
b) Mediante l’utilizzazione dei più semplici metodi conosciuti, si determina
l’andamento delle correnti nelle induttanze iLks(t) e delle tensioni sui
condensatori vCks(t), nel regime stazionario successivo alla perturbazione, cioè
per t>>0, e si calcolano i valori assunti da tali grandezze nell’istante di
perturbazione iLks(0) e vCks(0).
c) Si calcolano i valori iniziali delle componenti transitorie delle correnti nelle
induttanze iLkt(0)=iLk(0)-iLks(0) e delle tensioni sui condensatori vCkt(0)=vCk(0)-
vCks(0), che permettono di inserire i generatori fittizi con sollecitazione LkiLkt(0) e
vCkt(0)/s nei rami del circuito equivalente L-trasformato della risposta libera. Da
quest’ultimo si ricava la trasformata della risposta dalla quale, anti trasformando,
si ottiene la componente transitoria xit(t) in funzione del tempo.
d) La risposta completa alla perturbazione, xi(t), si ottiene sommando la
componente transitoria xit(t) alla componente del regime stazionario xis(t) valutata
come detto nel punto b).
2. Funzione di trasferimento
In molte applicazioni è interessante conoscere la relazione che intercorre fra due
grandezze, ognuna delle quali relativa ad una coppia di terminali di una rete.
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Funzione di trasferimento
La relazione sopra detta normalmente consiste nel rapporto fra la trasformata della
tensione o corrente di uscita e la trasformata della tensione o corrente di ingresso. I
ricorda che il rapporto fra due grandezze omogenee viene definito rapporto di
trasferimento di tensione (Kv) o di corrente (Ki):
Kv=V2(s)/V1(s)
Ki=I2(s)/I1(s)
mentre il rapporto fra una tensione (corrente) di uscita ed una corrente (tensione) di
ingresso è definito trans impedenza Z(s) (trans ammettenza Y(s)):
Z(s)=V2(s)/I1(s)
Y(s)=I2(s)/V1(s)
Tali dizioni sono giustificate dal fatto che la risposta in un ramo della rete è messa in
relazione con la sollecitazione inserita in un altro ramo della rete stessa. Tutte le
funzioni che mettono in relazione la grandezza di uscita con quella d’ingresso che la
produce sono definite funzioni di trasferimento e si denotano con W(s).
Da quanto osservato nella trattazione della soluzione dei problemi circuitali mediante la
trasformata di Laplace si deduce che l’incognita Xk(s) (corrente o tensione) in un
generico ramo k di un circuito lineare ed inizialmente scarico, sollecitato da un solo
generatore Yh(s) inserito nel ramo h, può sempre determinarsi mediante la soluzione di
un sistema, che assume la forma:
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Funzione di trasferimento
∆ℎ𝑘 (𝑠)
𝑋𝑘 (𝑠) = 𝑌 (𝑠)
∆(𝑠) ℎ
Considerando pertanto i terminali fra cui è inserito il generatore come ingresso e quelli
ai quali si preleva la grandezza incognita come uscita, si ottiene immediatamente la
funzione di trasferimento:
che, una volta sviluppati i calcoli, assume la forma di rapporto fra polinomi con il grado
del polinomio a numeratore minore od al massimo uguale a quello del polinomio a
denominatore:
𝑎𝑛 𝑠 𝑛 + 𝑎𝑛−1 𝑠 𝑛−1 + ⋯ + 𝑎0
𝑊(𝑠) =
𝑏𝑚 𝑠 𝑚 + 𝑏𝑚−1 𝑠 𝑚−1 + ⋯ + 𝑏0
Sii supponga di applicare all’ingresso di un circuito inizialmente scarico, per t=0, una
perturbazione impulsiva unitaria (t); ricordando che ℒ[𝛿(𝑡)] = 1, la risposta in termini di
trasformata risulta:
X(s)=W(s) 1
ed anti trasformando:
x(t)=w(t)
Come esempio di utilizzazione della W(s) si calcoli la tensione agli estremi della
resistenza, considerata come risposta di un circuito serie RL, all’applicazione
nell’istante t=0 della tensione e(t)=Ve-t.
𝑅 𝑅 𝛼
𝑊(𝑠) = = =
𝑅 + 𝐿𝑠 𝐿 (𝑠 + 𝑅 ) 𝑠 + 𝛼
𝐿
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Funzione di trasferimento
con =R/L.
𝑉
𝐸(𝑠) =
𝑠+𝛽
𝑉𝛼
𝑉𝑅 (𝑠) = 𝑊(𝑠)𝐸(𝑠) =
(𝑠 + 𝛼)(𝑠 + 𝛽)
Antitrasformando si ottiene:
𝑒 −𝛼𝑡 − 𝑒 −𝛽𝑡
𝑣(𝑡) = 𝑉𝛼
𝛽−𝛼
Se il circuito non è inizialmente scarico e/o alimentato con altri generatori indipendenti,
la risposta completa si ricava sommando alla precedente la risposta prodotta dai
generatori fittizi delle condizioni iniziali e/o quella prodotta dagli altri generatori, secondo
quanto affermato dal teorema di sovrapposizione.
Per verificare questa proprietà del circuito si deve considerare una sollecitazione
applicata in ingresso, risolvere il problema circuitale determinando la risposta e
confrontare successivamente le forme d’onda delle grandezze d’ingresso e di uscita.
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Funzione di trasferimento
𝑊(𝑠)
𝑋𝑔 (𝑠) =
𝑠
Come primo risultato si ottiene:
Ad esempio, in un circuito serie RC, considerando come uscita la tensione vC(t) agli
estremi del condensatore ed applicando un gradino unitario all’ingresso si ottiene:
𝑊(𝑠) 𝛼
𝑣𝐶 (𝑡) = ℒ −1 [𝑉𝐶 (𝑠)] = ℒ −1 [ ] = ℒ −1 [ ] = (1 − 𝑒 −𝛼𝑡 )𝑢(𝑡)
𝑠 𝑠+𝛼
con =1/RC.
Si noti che vC(t) tende al valore unitario con andamento esponenziale e quindi non sale
istantaneamente come il gradino d’ingresso; se però la costante di tempo RC è resa
molto piccola (tendente a zero) l’andamento di vC(t), si approssima a quello del gradino
d’ingresso.
Per i circuiti del primo ordine che hanno risposta con andamento esponenziale, come il
circuito dell’esempio precedente, la costante di tempo da l’informazione utile per il
confronto suddetto. I circuiti del secondo ordine hanno risposte al gradino che tendono
al valore di regime stazionario con andamento di tipo esponenziale od oscillatorio
smorzato.
Un andamento tipico della risposta di un circuito del secondo ordine è mostrato in figura
4 in forma normalizzata; esso è disegnato in modo che la risposta sia piccola fino a t 1 e
raggiunge il 90% del suo valore finale a t2.
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Funzione di trasferimento
𝑂𝑠 = 𝑥𝑔 (𝑡)| −1
𝑚𝑎𝑥
𝑎𝑛 𝑠 𝑛 + 𝑎𝑛−1 𝑠 𝑛−1 + ⋯ + 𝑎0
𝑋(𝑠) = 𝑊(𝑠)𝑌(𝑠) = 𝑌(𝑠)
𝑏𝑚 𝑠 𝑚 + 𝑏𝑚−1 𝑠 𝑚−1 + ⋯ + 𝑏0
Si deve osservare che il grado del denominatore della risposta è sempre maggiore od al
limite uguale al grado del numeratore.
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Funzione di trasferimento
Infatti, qualunque sia l’ingresso, Y(s) è un’espressione razionale fretta con il grado del
denominatore maggiore di quello del numeratore (uguale per la sollecitazione
impulsiva) perché y(t) abbia un significato fisico, inoltre è sempre nm.
Nel caso in cui n=m , eseguendo la divisione fra i due polinomi si ottiene un termine
costante sommato ad una frazione propria; se ne deduce che nella espressione
temporale della risposta ad una generica sollecitazione y(t)=L-1[Y(s)] compare
necessariamente un termine proporzionale alla y(t) stessa (nella risposta all’impulso
unitario è presente un impulso.
Per W(s) la condizione nm deve essere sempre verificata per motivi matematici e fisici.
𝑛−𝑚 𝑛−𝑚−1
𝑎𝑚−1 𝑠 𝑚−1 + ⋯ + 𝑎0
𝑋(𝑠) = [𝑐𝑛−𝑚 𝑠 + 𝑐𝑛−𝑚−1 𝑠 + ⋯ + 𝑐0 + ] 𝑌(𝑠)
𝑏𝑚 𝑠 𝑚 + ⋯ + 𝑏0
𝑥(𝑡) = 𝑐𝑛−𝑚 𝐷𝑛−𝑚 𝑦(𝑡) + 𝑐𝑛−𝑚−1 𝐷𝑛−𝑚−1 𝑦(𝑡) + ⋯ + 𝑐0 𝑦(𝑡) + 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖 𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑛𝑖
dove con la dizione “altri termini” è indicata l’antitrasformata del prodotto della frazione
𝑎𝑚−1 𝑠𝑚−1 +⋯+𝑎0
propria per Y(s).
𝑏𝑚 𝑠𝑚 +⋯+𝑏0
Si nota che in questo caso la risposta, contenendo le derivate della sollecitazione non
dipende solo dai valori presenti e passati dalla grandezza di ingresso ma anche da
quelli futuri. D’altra parte un circuito non può anticipare quello che sarà il suo ingresso
futuro altrimenti violerebbe il principio di causalità e pertanto n deve essere minore od al
massimo uguale a m perché la risposta abbia un reale significato fisico.
Nel caso in cui il sistema sia inizialmente scarico e la sollecitazione sia costituita dalla
perturbazione impulsiva unitaria, X(s) coincide con W(s) che può porsi sotto la forma:
∗
𝑠 𝑛 + 𝑎𝑛−1 𝑠 𝑛−1 + ⋯ + 𝑎0∗
𝑋(𝑠) = 𝑊(𝑠) = 𝐾 ∗
𝑠 𝑚 + 𝑏𝑚−1 𝑠 𝑚−1 + ⋯ + 𝑏0∗
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Funzione di trasferimento
L’antitrasformata w(t) che si ottiene rappresenta la risposta del circuito quando esso è
sollecitato per un tempo infinitesimo da un impulso unitario e poi è lasciato libero di
evolversi. Tale risposta necessariamente comprende termini che a meno di costanti
moltiplicative sono uguali alla risposta transitoria del circuito ad una qualsiasi
perturbazione ed eventualmente comprende un termine di forma impulsiva per t=0
questo termine è presente solo nel caso in cui n=m).
Se la risposta libera incrementa nel tempo senza limiti il circuito è instabile, se essa è
costituita da un’oscillazione sostenuta, il circuito è marginalmente stabile, se tale
risposta tende ad annullarsi il circuito è stabile.
Si noti che la stabilità (o l’instabilità) di un circuito è una caratteristica propria del circuito
stesso, non dipende dalla sollecitazione applicata e rimane ovviamente valida anche
per quanto riguarda la sollecitazione prodotta da eventuali generatori di condizioni
iniziali.
Dall’esame della risposta X(s) ad una generica sollecitazione Y(s) si possono dedurre
informazioni sulla risposta forzata e sulla risposta transitoria con quella data
sollecitazione.
Non si può in generale affermare che si deducano informazioni sulla stabilità del circuito
in quanto il denominatore di X(s) può non contenere tutti i fattori presenti in W(s) perché
qualcuno di essi può essersi cancellato con un fattore a numeratore di (s) nel prodotto
W(s)Y(s).
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Funzione di trasferimento
propria di un circuito marginalmente stabile, hanno una coppia di radici immaginari pure
uguale.
Ovviamente nella pratica non si possono ottenere valori infinitamente grandi a causa
della non linearità dei dispositivi per valori estremi.
dove s01, s02, …, s0n sono le radici del numeratore, s1, s2,…, sm sono le radici del
denominatore e k=an/bm.
Si nota immediatamente che quando la variabile s coincide con una radice del
numeratore s0i si ha W(s)=0; ciò è senz’altro vero perché a denominatore non può
essere presente una radice uguale a s0i altrimenti sarebbero eliminate entrambe. Per
questo motivo le radici del numeratore sono dette “zeri” di W(s).
Con ragionamento analogo, poiché quando s assume i valori delle redici del
denominatore della funzione di trasferimento W(s) diviene di valore infinito, le radici del
denominatore sono dette “poli” di W(s).
Noti tutti i poli e gli zeri è necessario solo conoscere K per individuare W(s)
completamente.
Tale fine la conoscenza dei poli e degli zeri fornisce tutte le informazioni utili.
Gli zeri ed i poli sono usualmente specificati, dando la loro localizzazione mediante un
diagramma sul piano complesso s, sul qual i poli sono indicati con x e gli zeri con o. Se
poli e zeri non sono del primo ordine si devono segnare tanti simboli (x oppure o quanto
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Funzione di trasferimento
è l’ordine di molteplicità, oppure un solo simbolo con un numero che indica l’ordine
suddetto.
Poiché polinomi hanno coefficienti reali i poli e gli zeri sono numeri reali o coppie di
numeri complessi coniugati (figura 5).
Si può quindi concludere che soltanto i poli di W(s) individuano il tipo delle funzioni
temporali che si sommano per fornire l’espressione di w(t); i poli, gli zeri e la costante
moltiplicativa determinano le ampiezze delle varie funzioni.
La posizione dei poli nel piano complesso ha un importante ruolo nella caratterizzazione
della funzione del tempo.
Se i poli giacciono sull’asse reale (j=0) si distinguono tre casi (figura 6.a), non
considerando l’eventualità di poli multipli:
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Funzione di trasferimento
Se i poli non giacciono sull’asse reale, essi compaiono in coppie coniugate (figura 7) e,
non considerando l’eventualità di poli multipli, si hanno ancora tre casi:
𝐾𝑎 𝑒 𝑗𝜑𝑎 𝐾 𝑒 −𝑗𝜑𝑎
a) =0 i poli sono j|a| e danno origine ai due termini (𝑠−𝑗|𝜔𝑎 |)
𝑎
+ (𝑠+𝑗|𝜔 la cui anti
𝑎 |)
trasformata risulta 2𝐾𝑎 cos(𝜔𝑎 𝑡 + 𝜑𝑎 ) si hanno cioè oscillazioni sostenute (figura
8.a);
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Funzione di trasferimento
𝐾𝑏 𝑒 𝑗𝜑𝑏 𝐾 𝑒 −𝑗𝜑𝑏
b) >0 i poli sono bj|b| che danno origine ai due termini (𝑠−𝜎𝑏 −𝑗|𝜔𝑏 |)
+ (𝑠−𝜎𝑏
𝑏 +𝑗|𝜔𝑏 |)
𝜎𝑏 𝑡
la cui anti trasformata vale 2𝐾𝑏 𝑒 cos(𝜔𝑏 𝑡 + 𝜑𝑏 ) si hanno cioè oscillazioni che
aumentano esponenzialmente con il tempo (figura 8.b);
𝐾𝑐 𝑒 −|𝜎𝑐|𝑡
c) <0 i poli sono |c|j|c| che danno origine ai due termini (𝑠+|𝜎𝑐 |−𝑗|𝜔𝑐 |)
+
𝐾𝑐 𝑒 −|𝜎𝑐 |𝑡
(𝑠+|𝜎𝑐 |+𝑗|𝜔𝑐 |)
la cui anti trasformata vale 2𝐾𝑐 𝑒 −|𝜎𝑐|𝑡 cos(𝜔𝑐 𝑡 + 𝜑𝑐 ) si hanno cioè
oscillazioni esponenzialmente smorzate con il tempo (figura 8.c)
La relazione fra i tipi di risposta ottenuti e la posizione dei poli suggerisce le seguenti
osservazioni in merito alla stabilità: un circuito è stabile se i poli della funzione di
trasferimento giacciono tutti nel semipiano sinistro del piano s, è marginalmente
stabile se una coppia di poli semplici giace sull’asse immaginario, è instabile se uno
o più poli giacciono nel semipiano destro e/o poli multipli giacciono sull’asse
immaginario.
Poiché la presenza della parte immaginaria j nei poli si traduce in un’oscillazione
di frequenza f=/2 come risposta nel tempo, la variabile complessa s=+j prende
il nome di frequenza generalizzata.
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Funzione di trasferimento
Sommario
1. Perturbazioni istantanee e prolungate...................................................................... 3
Risposta di un sistema alle perturbazioni istantanee ................................................... 4
2. Funzione di trasferimento ......................................................................................... 8
3. Considerazioni sulle risposte alla perturbazione a gradino unitario, alla
perturbazione impulsiva unitaria ed ad una sollecitazione qualsiasi. Poli e zeri. Stabilità
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