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03-05-2021.
Come avevamo detto la volta precedente, i convertitori statici sono realizzati da
una topologia più un controllo e all’interno di questa topologia vi sono dei
componenti elettronici che commutano, vedremo i poli di commutazione,
vedremo i primi dispositivi di potenza. Andiamo a vedere il simbolo generico di
un dispositivo di potenza.
E quindi significa che I come deve essere? Dall’analisi uno ovviamente sappiamo
che deve essere continua che quindi non si può annullare repentinamente e
quindi deve mantenere in continuità il suo andamento e quindi deve continuare
per forza e deve avere lo stesso verso. Se poi noi pensiamo di avere all’estremità
un carico, l’induttanza in sostanza si scarica sul carico e quindi quando io cambio
la posizione del deviatore, la corrente mantiene lo stesso verso però si scarica
fino a raggiungere il punto in cui si riaccende, quindi sposto di nuovo il deviatore
nella posizione in alto e si ricarica e fa sempre questo lavoro. Quindi quando il
deviatore è verso il basso, abbiamo sostanzialmente come un cortocircuito nel
quale l’induttore scarica sul carico la corrente accumulata precedentemente,
quando il deviatore era invece switchato in alto e quindi ecco che la corrente ha
proprio questo andamento:
Allora lo switch allo stato OFF ha un valore che dipende dalle caratteristiche
tecnologiche: un dispositivo da 500 V significa che io lo posso mantenere per un
valore minore o uguale a 500V, io devo mettermi in sicurezza e dire che se ho
400 V di bus in continua da gestire perché ho le batterie da 400 V allora io metto
un dispositivo di potenza che abbia una tensione di breakdown di almeno 650 V
e quindi la tensione deve essere più alta del valore considerato e quindi notiamo
che la caratteristica è tutta sull’asse delle ascisse perché non vi sono perdite, la
corrente è nulla. Quindi il dispositivo può sostenere una tensione infinita
positiva oppure negativa, ovviamente se il dispositivo è ideale, la corrente nello
switch è nulla e la potenza dissipata è nulla perché non vi è corrente, perché
quando il dispositivo è spento è un interruttore aperto.
Alla stessa maniera quando è allo stato ON e stiamo parlando di un dispositivo
ideale, la corrente che può fare passare in teoria è infinita, nella realtà è un
valore massimo che dipende dalla caratteristica tecnologica ben precisa, se io ho
un MOSFET esso sostiene 300 A ed ovviamente devo anche definire la
temperatura a cui deve passare questa corrente massima e normalmente per i
MOSFET quando noi parliamo di 300 A nominale, la temperatura si riferisce a
25°C ed ovviamente a più alta temperatura chiaramente la corrente massima si
abbassa perché essendo già il dispositivo in un ambiente più caldo se facciamo
passare una corrente elevata sicuramente lo bruciamo subito. Dicevamo che nel
caso che un interruttore chiuso la corrente che può passare è infinita e
ovviamente la tensione ai capi è praticamente zero perché il dispositivo è ideale,
in realtà vi è sempre una piccola tensione che dipende dalle caratteristiche
tecnologiche, chiaramente piccola rispetto alla tensione massima che può
supportare. Può portare una corrente positiva o negativa infinita e quindi è
bidirezionale in corrente, la caduta di tensione nello switch è nulla e la potenza
dissipata è nulla. Non sempre un dispositivo è bidirezionale, vi sono dispositivi
che sono bidirezionali ed altri no, bisogna saperlo in base alla tecnologia.
Allora per uno switch ideale la transizione dallo stato ON allo stato OFF è
istantanea, ovvero vi passa immediatamente ed ovviamente se è istantanea la
potenza dissipata durante la commutazione è nulla. Nel piano elettrico tensione
corrente, il punto di funzionamento dello switch ideale si trova sempre in luoghi
di potenza dissipata nulla:
Quindi non può essere per esempio nel quadrante di zona attiva, perché qui
avremmo entrambe tensioni e correnti diverse da zero e quindi provocherebbe
una potenza diversa da zero.
Per fare ciò andiamo a fare proprio una valutazione di queste perdite che viene
fatta sempre al solito in una maniera più o meno reale e semplificata.
Abbiamo qT(t) che è il segnale di comando ed il segnale di accensione che non fa
accendere immediatamente, vi è un certo tdon e l’accensione che la tensione si
porta a zero e la corrente cresce ad un valore iT(t) e nella tecnologia del
componente la corrente cresce e quando la corrente cresce ed arriva al valore
nominale, la tensione inizia a decrescere e questo dipende dalla carica e scarica
di condensatori parassiti che sono all’interno della struttura e che ne
determinano la dinamica del dispositivo ed abbiamo quindi tric che sono tempi di
risalita della corrente e i tempi tfv che sono i tempi di fall della tensione. Il tempo
di salita della corrente più il tempo di caduta della tensione sommati insieme
danno il tempo di commutazione allo stato ON, quando invece spegniamo, il
dispositivo non si spegne subito, ma ha un tdoff dovuto sempre alle caratteristiche
del componente e quindi lui risponde dopo un pochettino perché deve sistemare
le cose, deve prendere le cariche che vi sono in più e le deve mandare via e
quindi abbiamo un tdoff di ritardo da quando io ho spento a quando la situazione
si sta verificando, dopodiché se io ho lo spegnimento, la tensione si porta al
valore massimo Vin. A questo punto, quando la tensione è al valore massimo la
corrente inizia a scende e quindi avremo un tfi ovvero un fall per la corrente ed
un trv ovvero un rise per la tensione. Quindi ovviamente l’insieme di t rv e tfi mi dà
il tempo di commutazione all’OFF e quindi avremo un Ton ed un Toff e durante il
tcon le perdite sono diverse rispetto a quelle che si vengono ad avere durante il
tcoff e sono evidenziate in questi due triangoli tratteggiati. Durante la fase di ON le
perdite di potenza sono le seguenti che abbiamo già visto:
E allora visto che questo è un triangolo le perdite sono chiaramente pari a:
Quindi, basta chiaramente conoscere l’area del rettangolo. Questi tempi vengono
praticamente evidenziati e spiegati anche nella seguente slide riassuntiva in cui
sono riportati tutti i tempi di ritardo, di spegnimento, sia di rise e sia di fall:
Questa qui
invece è una slide in più di approfondimento e serve semplicemente per capire
dove viene quell’1/2, io devo semplicemente crearmi delle funzioni di crescita
della corrente su questo triangolo e quindi otteniamo:
Lo stesso discorso vale anche per lo spegnimento. Ovviamente le perdite di
commutazione che si possono avere sono pari ad Eon che sono pari alle perdite
che si hanno quando la corrente aumenta e quella che si ha quando la tensione
diminuisce. Data una frequenza di lavoro fs=1/Ts che comprende un periodo di
ON TON, vediamo quanto vale la potenza media dissipata nella fase di ON. Noi
sappiamo che: