Poi avevamo spiegato il valore efficace Vs che cos’è, affermando che vs(x)=
√ 2∙ V s ∙ sin (x ),dove ricordiamo che √ 2∙ V s è la Vmax ed infine avevamo trovato
Vo=0,9Vs il quale è un risultato importante da ricordare; ricordiamo che V o
quindi è la tensione media. Siccome il carico è resistivo Io=Vo/R. Per la corrente
media sappiamo che ogni diodo prende metà della corrente che circola nel
carico, in quanto conduce per 180° dell’intero periodo di conduzione e quindi
abbiamo:
Poi avevamo visto che la forma d’onda è formata da un segnale pulsante che
praticamente è formata da una parte costante media e da un ripple ovvero da
una parte variabile e se facciamo la somma della parte costante e del ripple
otteniamo la nostra forma d’onda e quindi il ripple (verde), sommata con la
componente continua (rossa), mi da la componente in uscita (nera).
i rami sono tre, ciascuno costituito da due diodi ed i diodi che entrano in
conduzione per il raddrizzamento della forma d’onda sono uno nella parte ramo
inferiore ed uno nella parte superiore, quindi avremo i generatori, raddrizzatore
ed il carico e questo è il caso più semplice perché i diodi sono ideali come anche
il circuito di ingresso e uscita, ma è necessario capire come funziona il tutto.
Abbiamo due diodi di conduzione e ad un ramo viene applicata una tensione
concatenata con segno opportuno. Quindi la corrente entra in D1, non va in D3 e
D5 perché ovviamente incontrerebbe il catodo, va nel carico, poi incontrerà D 6
che però ha tensione più alta e non va bene e allora va in D 4 che va bene e quindi
la corrente passa in quel modo, con D1 e D4 on e le tensioni sono vsa e vsb che
diventano la tensione concatenata vab all’uscita.
Alla stessa maniera con vsc e vsa, avremo in uscita la tensione ai capi del carico la
tensione concatenata vca e quindi passa per D5, con lo stesso verso passa per R,
non può tornare né per D6 né D4 ma deve passare per D2.
Per un periodo elettrico (360°) abbiamo 6 combinazioni e quindi basta fare
360°/6 e capiamo che ogni diodo è percorso da corrente per 60°+60° perché
ogni diodo è coinvolto in due combinazioni per ogni ingresso e quindi ogni diodo
conduce per 120° in tutto il periodo di conduzione. Lo vediamo meglio nella
slide successiva, dove vediamo che le forme d’onda si sfasano di 120° e la parte
negativa di ogni semionda è ribaltata, guardiamo la linea rossa che è l’onda
ribaltata e vediamo che queste sono le tensioni in ingresso fase-fase e quelle in
uscita risultante.
Poi vi è la corrente in uscita che ha lo stesso ripple della tensione perché il carico
è resistivo, però la corrente ha questo andamento:
Nel diodo D1 dove vi è iD1 vediamo che vi è corrente per 120° mentre per altri
120° non vi è, quindi un diodo conduce in questa configurazione per 120° perché
è basato su due commutazioni da 60° ciascuna, quindi è 60°+60°, dove 60° è il
periodo di 360° diviso il numero di diodi che è sei. Ovviamente qui stiamo
analizzando solo la conduzione dei diodi D1-D4 perché supponiamo si parta da isa
e quindi questo è per quanto riguarda il sistema trifase, ovviamente notiamo
come in 360° abbiamo per la corrente in ingresso nel carico ha sei picchi di 60°
ciascuno.
Abbiamo ancora una volta il valore medio ed il valore di ripple che è
sovrapposto a quello medio, quindi
anche in questo caso, come nel
monofase, abbiamo la componente
continua Vo che sfruttiamo nel carico,
più la componente alternata che è il
ripple che ha valore medio nullo e frequenza sei volte la frequenza di
alimentazione (dato che ogni periodo dura 60°). La qualità della tensione in
uscita è migliore di quello del monofase, quindi il segnale in termini di contenuto
armonico è migliore, perché il monofase ha ampiezza del ripple molto alta
perché è su 180° di periodo, qua siamo su 60° e quindi la forma d’onda si
restringe di molto e quindi, per adesso, senza niente con solo carico resistivo
all’uscita, il solo fatto che il sistema è trifase produce un valore medio più alto,
perché il trifase si esprime su 60°:
nella slide successiva possiamo vedere perché viene fuori radice di tre, basta
fare il passaggio da stella a triangolo e quindi il nostro sistema ha come valore
massimo √ 3 ∙ √ 2 ∙Vs perché vi è il discorso del valore efficace. Quindi se voglio
calcolare il mio valore medio prendo il tratto di periodo 60° e quindi calcolo:
La corrente media invece è sempre pari alla tensione media diviso la resistenza
dato che il carico è ideale e puramente resistivo, quindi:
I raddrizzatori reali a diodi devono tenere conto che il generatore (di solito una
macchina elettrica) ha impedenza R-L interna che provoca caduta di tensione, il
generatore è una macchina elettrica e quindi per studiare i raddrizzatori a diodi
è necessario parlare di ciò che vi è in ingresso: vi è una caduta di tensione per
l’impedenza R-L e uno sfasamento, il generatore genera potenza su un DC-link
capacitivo che può essere collegato ad inverter o chopper, ovviamente a monte.
Per fare questa analisi, cerchiamo di non impelagarci sulle caratteristiche del
diodo, per cui i diodi li consideriamo ideali, si accendono e spengono senza
perdite e senza considerare la tensione di soglia di 0,7 V.
Nel caso in cui avevamo solo un diodo quella soluzione ricordiamo che non è
applicabile laddove vi siano richieste di elevata efficienza in quanto mi sto
perdendo una semionda e siccome il condensatore non ha una semionda, ci
mette di più per andare all’altra semionda e quindi devo usare un grosso
condensatore al fine anche di evitare di avere un ripple molto elevato. Vediamo
il caso del raddrizzatore monofase a ponte reale: i diodi sono ideali, sorgente di
tensione reale con impedenza interna Rs-Ls, il carico è emulato con un carico R e
quindi osserviamo che il DC-link permette di filtrare la tensione in uscita. Per
Vs=220 Vrms e f=50Hz abbiamo Rs=50 mΩ, Ls=0,5mH (non bassa), Co=1000
μF(classico).
Quindi nel caso monofase si capisce che abbiamo il caso con Co a sinistra, a
destra senza Co:
a sinistra ho il condensatore perché vi è la fase di scarica del condensatore che in
una scala enfatizzata è sempre elevata, di più rispetto al caso senza
condensatore ed anche qua abbiamo un valore medio ed un valore di ripple e
quindi mi shifta il segnale in uscita. Io ho un ripple diverso, più piccolo, perché
ho il condensatore, ma cosa accade quando varia la resistenza di carico?
Supponiamo di avere una resistenza di carico basso e quindi supponiamo un
raddrizzatore senza carico, con carico sconnesso e quindi con resistenza infinita,
allora il ripple va a diminuire e quindi V o va a √ 2Vs, quando il valore di Ro
diminuisce ed il carico è alto e quindi la resistenza è bassa siccome il
condensatore tende a scaricarsi più rapidamente e si avvicina al caso senza
condensatore e quindi più la forma d’onda in uscita si avvicina al caso in cui
avevamo il caso monofase senza condensatore e quindi Vo=0,9*Vs. Nel momento
in cui io metto un carico non molto grosso, c’è una scarica più pronunciata del
condensatore ed un ripple più elevato e quindi se il carico è zero il condensatore
si scarica velocemente; se il carico è di 30 Ω, il ripple diminuisce ed il valore
medio si innalza (abbiamo meno di 50V di ripple) e quindi il ripple si è
abbassato, il valore medio si è innalzato. Se R fosse di 100kΩ allora avremmo che
il nostro sistema darebbe una tensione quasi continua con piccolo ripple e
quindi con R infinita la tensione diventa proprio una costante con valore di √ 2Vs.
Questo è il raddrizzatore a diodi doppia semionda monofase.
Quindi altri difetti della capacità in uscita è la corrente fortemente distorta
assorbita dal generatore; l’inserzione del generatore con capacita in uscita
scarica porta a delle correnti molto forti di inserzione (correnti di inrush) ed
ovviamente il caso peggiore di inserzioni si ha quando si va a raggiunge il valore
di picco. Il sovradimensionamento dei diodi si può evitare adottando un sistema
di precarica passivo, con due interruttori ed un resistore di precarico.
All’accensione Sprec è chiuso ed S è aperto, la corrente passa per la resistenza e
poi per il diodo D1. Se si vuole ricaricare lentamente, la resistenza di precarica
deve essere grande altrimenti se è piccola la velocità di pre-carica è più elevata,
quindi è un valore di trade off. Più veloce la precarica è, e più corrente passa nei
diodi, viceversa sa se la precarica è lenta. Ovviamente sarebbe meglio fare la
precarica quando non vi è carico o quando il carico è basso (quindi alta
resistenza) in modo da non stressare i diodi. Sprecarica è limitato e può essere
eliminato e quindi dopo 4-5 volte tau, dove sono sicuro che il condensatore è
carico, stacco Sprec ed attacco S, oppure posso togliere Sprec e lasciare solo S. Con
questo metodo che ha teleruttori che fanno passare solo la corrente necessaria,
dai diodi verso il condensatore, è usata per evitare la corrente di spunto che si
ha all’accensione, tale circuito è valido anche per i raddrizzatori trifasi.
Abbiamo le nostre forme d’onda, la corrente in ingresso della fase a e quella dei
diodi che è molto distorta e tiene conto del fatto che i diodi conducono per una
parte di 60° e quindi vi è un picco nei primi 60° ed un picco nei secondi 60°,
quindi la corrente in uscita è quella sulla resistenza, in nero ho la corrente in
ingresso nella fase A che è distorta, il diodo D1 è coinvolto per 120°.
Qui abbiamo la forma d’onda classica con sei picchi del nostro ripple per periodo
perché abbiamo un prodotto di 60*6=360°, il ripple è più basso di quello
monofase e quindi significa che a parità di tutto, quando mettiamo un
condensatore, con il sistema trifase, metto dei condensatori più piccoli perché
già il ripple è più piccolo e questo è un vantaggio nell’utilizzo dei sistemi trifase
anche se sono più complessi e quindi il ripple ridotto permette l’utilizzo di
condensatori dal valore più basso. Quindi la corrente di fase del generatore è più
distorta rispetto al caso senza capacità e quindi la potenza istantanea presenterà
anch’essa un ripple evidente in quanto prodotto tensione e corrente.
Per l’andamento della tensione al variare del carico, se Ro aumenta ed il carico è
basso allora Vo tenderà a √ 6 Vs che è il caso in cui non abbiamo niente collegato,
quindi abbiamo resistenza di carico elevata. Quando il carico è alto, la resistenza
diminuisce e allora è come se iniziassimo a non avere condensatore che si
scarica a mano a mano e quindi Vo =2,324 Vs’ dove Vs’ tiene conto della
resistenza interna del generatore. Rispetto al caso monofase, a parità di
frequenze del generatore la capacità in uscita è inferiore. I raddrizzatori a diodi
sono convertitori unidirezionali in corrente ed unipolari in tensione, per
ritornare ad avere una tensione AC necessito in seguito un DC/AC perché i
raddrizzatori sono irreversibili. I raddrizzatori a diodi si possono usare nei
powertrain serie quando il generatore non deve avviare il motore termico,
quindi non vi è la capacità di poter fare la ricarica rigenerativa perché è
unidirezionale ed unipolare, se è necessario fare la ricarica in frenatura
rigenerativa si usano i raddrizzatori con diodi SCR, ci vuole un doppio
convertitore, con diodi ribaltati, come quello che accade nelle grosse macchine
elettriche, siccome il motore deve funzionare sia in marcia avanti e sia in marcia
indietro, avremo per la marcia avanti un convertitore con dei tiristori messi in
un verso e per la marcia indietro avremo altri sei tiristori messi in verso
opposto. Ma normalmente in convertitori sono irreversibili.
Ora inizieremo a parlare dei convertitori DC/DC elementari che convertono la
tensione da continua in continua e servono per modulare la tensione, ovvero
alzarla o abbassarla opportunamente perché se ci sono due batterie una da 12 V
e l’altra da 24 V posso interfacciarle e quindi si usano quando vi sono diversi
livelli in continua da mettere insieme e si realizzano con i poli di commutazione:
Abbiamo un diodo in alto ed uno in basso, possono essere MOSFET, IGBT o un
modulo (in un unico package, un ramo). qt dà il comando on-off e in questo caso
a sinistra l’interruttore è in alto, a destra l’interruttore è in basso ed il diodo è in
alto a destra ed in basso a sinistra, sono due configurazioni antitetiche. Facciamo
la storia elettronica di come è nato un convertitore DC/DC classico abbassatore.
Se noi abbiamo un interruttore e lasciamo in stand by il discorso sui poli di
commutazione e vediamo questo sistema con generatore in continua, resistenza
ed interruttore: