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sappiamo che se abbiamo una corrente che

passa attraverso una spira o una tensione variabile ai capi di un pezzo di


conduttore di fatto
abbiamo un trasmettitore, ovvero qualcosa che irradia nello spazio un campo
elettromagnetico
(EM).se prendiamo una spira e ci facciamo passare una corrente alternata, otteniamo
un dipolo magnetico,
il quale irradia nello spazio. qualsiasi oggetto elettronico che non usi solamente
tensione e corrente
continua va ad irradiare nello spazio dei campi EM. principio di reciprocità. se
abbiamo un’antenna
trasmittente, questa antenna ha lo stesso guadagno anche in ricezione. limiti di
emissione, cioè un oggetto elettronico non può emettere più di
una certa quantità di radio disturbi immunità l’oggetto deve tollerare un certo
livello di radio disturbi Nel 1989 esce una normativa europea che è la 89-336 che
enuncia un concetto rivoluzionario: Qualsiasi oggetto che circoli come merce e che
quindi venga venduto o acquistato all’interno della EU deve
soddisfare tutte le specifiche tecniche relative a quella famiglia di oggetti.
Specifiche tecniche che ricadono in due aspetti: sicurezza e compatibilità
elettromagnetica reato penale Prima la colpa si dava all’azienda mentre adesso è di
una persona che ha firmato una certa autocertificazione dovrebbero essere fatte in
campo aperto altre interferenze camere anecoiche stanza completamente schermata
all’interno mettiamo degli oggetti che sono una specie di coni assorbenti di
materiale plastico, caricati con
nero fumo (carbonio/grafite cioè un conduttore non buono), che sostanzialmente si
comportano
come fossero delle resistenze. In questo modo, quando un campo EM incide su questi
coni, questi
coni lo assorbono. Tipicamente le prove di emissione e di immunità si fanno da
30mhz a 2ghz con dei passi sempre prescritti dalla
normativa (di solito si segue una scala logaritmica). In questo caso si parla di
emissione e immunità irradiate, perché sia la rilevazione che l’illuminamento
dell’oggetto viene fatta attraverso lo spazio/aria quindi si parla di
immissione/immunità irradiate. immunità condotte. sia un disturbo iniettato a
radiofrequenza. anche dei disturbi impulsivi. È tassativo che l’aspetto della
compatibilità EM sia già considerato durante la fase di progetto
dell’apparecchiatura. È una specifica di progetto esattamente come una qualsiasi
altra specifica. AN1050: Designing for EMC (Electromagnetic Compatibility). il
guadagno d’antenna è massimo quando siamo a lambda/2.se prendiamo un’onda quadra
questa ha una fondamentale ma ha anche tutte le componenti a
tutte le armoniche dispari. Ciò significa che se abbiamo un’onda quadra a 1MHz
allora ce
l’abbiamo a 2,3,4,300,500,700 MHz. Quindi, il punto è che utilizzando dei ciruciti
digitali, la freuqenza di lavoro è una cosa mentre lo spettro dei
segnali utilizzati è molto più ampio. non dobbiamo prendere questi parametri come
parametri istantanei ma come parametri medi. l’ampiezza 20log(2A delta)
dipenderà dall’ampiezza del segnale e dal suo duty cycle. Poi vediamo che
l’ampiezza del disturbo è
costante fino ad un a certa frequenza, poi scende a -20dB/dec in f1 e poi ancora a
-40 dB/dec in f2. In particolare, è costante fino ad una frequenza che
sostanzialmente è la frequenza media del segnale. la frequenza f2 dipende
esclusivamente dal rise time del segnale, cioè dalla pendenza dei fronti. Quindi,
tanto più i fronti sono ripidi, tanto più il tratto che scende a -40 dB/dec sarà
spostato verso frequenze alte. non usiamo fronti più ripidi di quanto ci serva dal
punto di
vista funzionale. Il ragionamento è che se ci accorgiamo che in realtà il tempo di
salita e discesa delle porte logiche che stiamo
utilizzando non ha senso, nel senso che è esageratamente breve rispetto alle nostre
necessita, lo rallentiamo.
Per rallentarlo, ci mettiamo una resistenza in serie. Se abbiamo l’uscita della
porta logica che pilota
un’altra porta logica, se non abbiamo necessità di andare in fretta, basterà
aggiungere una
resistenza. affinché un disturbo venga irradiato ci devono essere due componenti:
1) anzitutto, deve esserci il disturbo, cioè la sorgente, che è il nostro segnale
trapezoidale;
2) deve esserci un’antenna.
Se abbiamo un’antenna che guadagna poco, a parità di disturbo non irradiamo nulla.
Ci sono
due tipi differenti di antenne: possiamo irradiare un’onda usando un bipolo di tipo
elettrico
oppure un dipolo magnetico. Se mettiamo una spira percorsa da corrente quello è un
dipolo
magnetico, mentre se mettiamo un pezzo di conduttore che da un lato viene agitato e
a cui
applichiamo una tensione variabile da un lato quello è un dipolo di tipo elettrico.
MODO DI IRRADIAZIONE DIFFERENZIALE Supponiamo di avere un loop E = 2.6 (A Il f^2)/R
dove 2.6 è una costante, A è l’area in cm^2 del loop e dipende dalla geometria del
circuito, Il è la corrente che passa nel loop e dipende dal segnale sta circolando,
Il quadrato della frequenza f^2. si parla di aree,
quindi di oggetti bidimensionali, la frequenza ha un impatto duplice. La frequenza
è
semplicemente la frequenza a cui facciamo la misura e quindi non dipende da noi ma
da
quello che impone la normativa. la distanza R espressa in metri distanza tra la
sorgente e il ricevitore parliamo di campo elettrico e non di potenza anche questa
è specificata dalla normativa. Come progettisti potremo solo controllare l’area e
la corrente che circola. andiamo a prendere l’equazione sopra scritta e la
moltiplichiamo per lo spettro del
segnale trapezoidale visto prima. stiamo parlando di un diagramma logaritmico, i
prodotti diventano somme. Nell’espressione di E compare un f^2 il che vuol dire che
rappresenta una retta che sale a +40 dB/dec. dove è piatto salirà a +40 dB/dec,
dopo la frequenza f1 salirà a +20 dB/dec e dopo f2 sarà piatto. Questo sarà il
disturbo irradiato. I disturbi di modo differenziale hanno una caratteristica
interessante, e cioè che sono a banda illimitata (in teoria). Nella realtà non è
proprio così perché nella realtà il segnale trapezoidale non ha gli spigoli ma è un
po’ smussato, il che vuol dire che non ha tutte le armoniche possibili. Notiamo che
evidentemente se rallentiamo i fronti di salita e discesa quello che succede è che
f2
si sposterà verso sinistra e quindi questo livello si abbasserà. Rallentando i
fronti di salita
e discesa riusciamo a ridurre il disturbo. Il punto f1 non possiamo toccarlo perché
quella è la frequenza del segnale. Se raddoppiamo il tempo di salita e discesa
dimezziamo l’ampiezza del disturbo irradiato. Se moltiplichiamo per 10 il tempo di
salita o discesa riduciamo il segnale irradiato di 20 dB. supponendo di avere
circuiti CMOS (che nel 99% dei casi è una cosa ragionevole),
quando abbiamo una commutazione, sappiamo che durante la commutazione ci sarà un
momento
in cui sia l’nMOS sia il pMOS sono ambedue in conduzione e quindi avremo un picco
di corrente
durante la commutazione. Questo picco di corrente possiamo vederlo come un segnale
trapezoidale (con
duty cycle piccolo ma comunque presente). La corrente percorre circuiti chiusi e si
fa tutto il giro. Tale corrente è assorbita dalla
porta logica quando facciamo la commutazione. Magari l’alimentatore è quello del pc
e siamo a 20km
dal pc. Risultato: l’area non sarà in cm^2 ma magari sarà più grande. vogliamo
ridurre quest’area. visto che il guadagno dell’antenna dipende dall’area. Per
ridurre
l’area quello che conviene fare è mettere un cortocircuito per le alte frequenze,
quindi un
condensatore. è un procedimento che già applicavamo per un’altra ragione, questo è
infatti un condensatore di
disaccoppiamento che precedentemente mettevamo a causa dell’induttanza parassita e
quando si
fanno picchi di correnti c’è un buco di tensione.

La corrente passa nel percorso a impedenza minima. Se c’è un percorso lungo ed uno
corto, la corrente seguirà quello
corto. corto dal punto di vista elettromagnetico, cioè quello che sottende area
minima,
perché ricordiamo che c’è una relazione tra area e induttanza. Che capacità deve
avere il condensatore? Il problema non è la sua capacità perché
quello che ci interessa è che il condensatore realizzi un corto circuito alle
frequenze di interesse
perché la corrente deve passarci attraverso. Quindi deve essere un oggetto che alle
frequenze che ci
interessano ha impedenza bassa. Peccato però che questo è un condensatore, non è
una capacità.
La capacità è una grandezza fisica mentre il condensatore è un oggetto reale. se
compriamo un condensatore, scopriamo che se andiamo a disegnare in funzione
della frequenza il modulo dell’impedenza, ci aspetteremmo, se quello fosse un
condensatore ideale una retta che scende a -20 dB/dec. In realtà, se andiamo a
vedere i datasheet
di un condensatore reale, scopriamo che la sua impedenza fa una cosa buffa. Da una
parte scende a -20dB/dec
e poi sale a +20 dB/dec. Il punto indicato con SRF rappresenta la frequenza di
auto-risonanza o anche self-resonant frequency. il condensatore è un oggetto fisico
e quindi ha una capacità
ma ha anche un’induttanza e una resistenza. Il risultato è che 1/2pi*radq(LC)
ci darà una frequenza che è la SRF. Di fatto, al di sotto della frequenza di
risonanza, il condensatore fa il condensatore
mentre al di sopra della frequenza di risonanza il condensatore fa l’induttanza.
non è importante il valore di capacità ma è importante che la frequenza di
risonanza sia superiore al range che ci interessa. tipicamente un condensatore da
100nF
ha una frequenza di risonanza dell’ordine di 1MHz. Di solito, si scala in maniera
proporzionale quindi 10nF va bene fino a 10MHz, 1nF va bene fino a 100MHze così
via. Quindi come scegliamo il condensatore? Consideriamo un condensatore da 100 nF,
uno da 10 nF, uno da 1 nF e uno da 100 pF in parallelo. Così, se andiamo a vedere e
disegniamo lo spettro
dell’impedenza, otteniamo esattamente quello che vogliamo. Quindi, l’impedenza sta
bassa in un intero range e quindi il fatto di usare condensatori di capacità
differente in parallelo, ci serve per ottenere un livello di impedenza
ragionevolmente basso in un
range di frequenza. gate che pilota un altro gate c’è una capacità parassita,
capacità di gate. Sorge un altro problema- Quest’area è legata al fatto che i due
gate sono distanti sulla scheda. Non riduciamo l’area ma aggiungiamo un filo: filo
di massa. ground return. Può
essere sottilissimo, perché di lì non passa una corrente significativa ma solo la
corrente di ritorno della carica del condensatore. capacità di disaccoppiamento
attaccata il più vicino possibile tra massa e alimentazione su entrambi i blocchi
piano di massa. il disturbo differenziale non è mai un
problema se facciamo un minimo di progettazione accurata. quello che si fa di
solito per ridurre il
loop è avvolgere il tutto in una calza metallica attaccata tipicamente da un lato.
Altra possibilità è quella di utilizzare una trasmissione-ricezione bilanciata,
cioè quello che si fa
come ethernet. Si usano dei cavi twistati (attorcigliati). abbiamo una spira in
senso orario, quella successiva è in senso antiorario e se mandiamo
un campo orientato nel senso del foglio, in una spira avremo una forza
elettromotrice indotta in un
senso, mentre in quella successiva ce l’avremo indotta nell’altro senso e
mediamente la somma dei due potenziali si annulla (mediamente perché le spire non
sono perfettamente identiche. COMMON MODE RADIATION Il disturbo di modo comune è
quello che si ha quando a tutti gli effetti generiamo
un’antenna a dipolo. non abbiamo un loop percorso da corrente ma semplicemente un
pezzo di conduttore che da un lato ha
applicato un potenziale diverso da zero rispetto alla terra.

E = (f*Icm*L)/R dove f è la frequenza alla quale facciamo la misura, Icm è la


corrente di modo comune, cioè la corrente che iniettiamo nell’antenna, L è la
lunghezza dell’antenna, R è la distanza alla quale facciamo la misura. Come nel
caso precedente, R e f non sono sotto il nostro controllo. in realtà non possiamo
fare il cavo corto quanto vogliamo. In realtà la lunghezza del cavo non è
necessariamente un parametro che possiamo controllare. non possiamo controllare la
lunghezza. in apparenza i disturbi di modo comune sono meno problematici di quelli
di modo
differenziale. perché dal momento che c’è f e non f^2 nell’espressione del
segnale irradiato, non crescerà a +40 dB/dec ma a +20 dB/dec. il microcontrollore
andrà ad iniettare nel piano di massa una corrente. da una parte siamo attaccati al
potenziale di terra. Se è un segnale periodico avremo delle fluttuazioni cioè
effettivamente un potenziale la cui forma è quella del
segnale trapezoidale di prima. il conduttore che dovrebbe essere a 0V
non è a 0V e si agita. Non solo se mettiamo la schermatura (il cavo coassiale) è
peggio perché dato che il disturbo è sulla massa, la
calza del cavo coassiale dove la attacchiamo? Sempre a massa quindi è proprio la
calza che fa da
antenna trasmittente. Allora quello che facciamo è tagliare il piano di
massa. Facciamo una feritoia così che il segnale non riesca a passare.
l’attenuazione è proporzionale al percorso che viene effettuato. Se non
possiamo spostare il connettore magari spostiamo il microprocessore. Il
ragionamento è non mettere mai i connettori vicino a oggetti che disturbano. Quello
che facciamo è mettere un nucleo di ferrite. Ha due effetti, il primo è che è un
materiale ferromagnetico
quindi sostanzialmente questo aumenta l’impedenza, perché fa un’induttanza. Quindi,
alle alte frequenze, ha l’effetto di ridurre la quantità di corrente
aumentando l’impedenza d’antenna. se abbiamo un modo differenziale, cioè abbiamo un
segnale che esce e rientra, quel segnale ha un
accoppiamento di campo con la ferrite nullo, perché tanto è uscito e tanto è
entrato. il segnale di modo differenziale rimane inalterato mentre quello di modo
comune
viene attenuato. le ferriti funzionano bene come materiale
ferromagnetico solo a frequenze non molto elevate. Un secondo effetto ancora più
interesante è quello di usare la ferrite non come materiale ferromagnetico ma
come dissipatore. hanno il problema che quando facciamo il cambiamento di
orientazione dei domini, dato che percorriamo un ciclo di isteresi, facciamo un
ciclo a lavoro non
nullo, compiamo un lavoro che è proporzionale all’area del ciclo di isteresi.
poiché compiamo lavoro,
andiamo a buttare via dell’energia. se andiamo a usare una ferrite in una zona dove
come materiale magnetico non è
molto buono perché le perdite per isteresi sono elevate, di fatto quella ferrite
assorbe energia dal
campo. Quindi, la corrente passa attraverso, vorrebbe irradiare e in effetti genera
campo ma parte
dell’energia del campo viene dissipata dalla ferrite.

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