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La corrente passa nel percorso a impedenza minima. Se c’è un percorso lungo ed uno
corto, la corrente seguirà quello
corto. corto dal punto di vista elettromagnetico, cioè quello che sottende area
minima,
perché ricordiamo che c’è una relazione tra area e induttanza. Che capacità deve
avere il condensatore? Il problema non è la sua capacità perché
quello che ci interessa è che il condensatore realizzi un corto circuito alle
frequenze di interesse
perché la corrente deve passarci attraverso. Quindi deve essere un oggetto che alle
frequenze che ci
interessano ha impedenza bassa. Peccato però che questo è un condensatore, non è
una capacità.
La capacità è una grandezza fisica mentre il condensatore è un oggetto reale. se
compriamo un condensatore, scopriamo che se andiamo a disegnare in funzione
della frequenza il modulo dell’impedenza, ci aspetteremmo, se quello fosse un
condensatore ideale una retta che scende a -20 dB/dec. In realtà, se andiamo a
vedere i datasheet
di un condensatore reale, scopriamo che la sua impedenza fa una cosa buffa. Da una
parte scende a -20dB/dec
e poi sale a +20 dB/dec. Il punto indicato con SRF rappresenta la frequenza di
auto-risonanza o anche self-resonant frequency. il condensatore è un oggetto fisico
e quindi ha una capacità
ma ha anche un’induttanza e una resistenza. Il risultato è che 1/2pi*radq(LC)
ci darà una frequenza che è la SRF. Di fatto, al di sotto della frequenza di
risonanza, il condensatore fa il condensatore
mentre al di sopra della frequenza di risonanza il condensatore fa l’induttanza.
non è importante il valore di capacità ma è importante che la frequenza di
risonanza sia superiore al range che ci interessa. tipicamente un condensatore da
100nF
ha una frequenza di risonanza dell’ordine di 1MHz. Di solito, si scala in maniera
proporzionale quindi 10nF va bene fino a 10MHz, 1nF va bene fino a 100MHze così
via. Quindi come scegliamo il condensatore? Consideriamo un condensatore da 100 nF,
uno da 10 nF, uno da 1 nF e uno da 100 pF in parallelo. Così, se andiamo a vedere e
disegniamo lo spettro
dell’impedenza, otteniamo esattamente quello che vogliamo. Quindi, l’impedenza sta
bassa in un intero range e quindi il fatto di usare condensatori di capacità
differente in parallelo, ci serve per ottenere un livello di impedenza
ragionevolmente basso in un
range di frequenza. gate che pilota un altro gate c’è una capacità parassita,
capacità di gate. Sorge un altro problema- Quest’area è legata al fatto che i due
gate sono distanti sulla scheda. Non riduciamo l’area ma aggiungiamo un filo: filo
di massa. ground return. Può
essere sottilissimo, perché di lì non passa una corrente significativa ma solo la
corrente di ritorno della carica del condensatore. capacità di disaccoppiamento
attaccata il più vicino possibile tra massa e alimentazione su entrambi i blocchi
piano di massa. il disturbo differenziale non è mai un
problema se facciamo un minimo di progettazione accurata. quello che si fa di
solito per ridurre il
loop è avvolgere il tutto in una calza metallica attaccata tipicamente da un lato.
Altra possibilità è quella di utilizzare una trasmissione-ricezione bilanciata,
cioè quello che si fa
come ethernet. Si usano dei cavi twistati (attorcigliati). abbiamo una spira in
senso orario, quella successiva è in senso antiorario e se mandiamo
un campo orientato nel senso del foglio, in una spira avremo una forza
elettromotrice indotta in un
senso, mentre in quella successiva ce l’avremo indotta nell’altro senso e
mediamente la somma dei due potenziali si annulla (mediamente perché le spire non
sono perfettamente identiche. COMMON MODE RADIATION Il disturbo di modo comune è
quello che si ha quando a tutti gli effetti generiamo
un’antenna a dipolo. non abbiamo un loop percorso da corrente ma semplicemente un
pezzo di conduttore che da un lato ha
applicato un potenziale diverso da zero rispetto alla terra.