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= , evidente che
lazione di A(f) sul rumore quella di amplificare il rumore e in particolare le sue componenti ad
alta frequenza. Il segnale che entra nel ricevitore dunque la somma di un segnale utile e di un
rumore aventi i seguenti spettri di potenza:
h
n
f
segnale
rumore
h
S
B
f
Una situazione di questo tipo, allingresso del ricevitore, pu essere deleteria o meno a seconda
del tipo di segnale che stato trasmesso:
nel caso di un segnale televisivo, per esempio, non ci sono grossi problemi, in quanto
locchio meno sensibile alle componenti in alta frequenza e quindi il rumore, pur essendo
presente, poco visibile;
al contrario, nel caso ad esempio di un segnale telefonico multiplo, il risultato che i
canali allocati in bassa frequenza risultano ancora abbastanza puliti, mentre quelli allocati in
alta frequenza risultano notevolmente degradati dal rumore, il che non accettabile.
Appunti di Comunicazioni Elettriche
Autore: Sandro Petrizzelli
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Detto in altre parole, il rapporto segnale/rumore in ingresso al ricevitore
non costante con la frequenza
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.
Per ottenere un rapporto S/N costante con la frequenza, basta fare in modo che il segnale arrivi,
nel punto in cui il rumore ha densit spettrale di potenza costante, con le componenti in frequenza
tutte allo stesso livello. Il modo con cui realizzare questo consiste nellelaborare in modo opportuno
il segnale prima dellinvio sul mezzo trasmissivo: consideriamo una generica componente armonica,
a frequenza f
k
, del segnale in ingresso
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, la quale componente, prima della trasmissione, ha un livello
di potenza h
S
pari a quello di tutte le altre componenti; se sappiamo che il canale attenua
complessivamente questa componente di (f
k
) dB e vogliamo che, in uscita dal canale, la
componente presenti ancora il livello h
S
, ci basta elevare il livello di potenza di (f
k
) dB in modo da
compensare lattenuazione del canale.
In generale, quindi, basta elevare (in potenza) ciascuna componente, prima della trasmissione,
della stessa quantit di cui poi sar attenuata, in modo che, alluscita, ciascuna componente arrivi
ancora con lo stesso livello h
S
di partenza. Va dunque effettuata una preenfasi del segnale, ossia
una amplificazione delle componenti in alta frequenza prima della trasmissione:
T
X
mezzo trasmissivo
R
X
h
S
+
h
n
A
pre-enfasi
Cos facendo, sia il segnale sia il rumore in ingresso al ricevitore hanno densit spettrale di
potenza piatta nella banda B e lamplificatore da porre a valle del canale pu avere dunque risposta
piatta con la frequenza.
La differenza, dunque, con il caso precedente che, mentre prima lequalizzazione veniva
compiuta dopo la trasmissione, in questo caso viene compiuta prima della trasmissione stessa.
Spesso, conviene scegliere una via intermedia tra le due: pur utilizzando una pre-enfasi prima della
trasmissione, si progetta un amplificatore, da porre a monte di R
X
, con risposta in frequenza tale da
equalizzare perfettamente il segnale.
Equalizzazione passiva
Un altro modo di procedere quello della cosiddetta equalizzazione passiva, che consiste nel
porre in cascata al mezzo trasmissivo un filtro passivo (formato cio solo da resistenze, capacit e
induttanze) passa-alto, che cio attenui maggiormente le componenti in bassa frequenza (cio quelle
meno attenuate dal cavo) e in misura minore quelle componenti che sono gi state attenuate dal cavo:
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Questa frase potrebbe sembrare un po' impropria, in quanto si soliti considerare il rapporto segnale/rumore semplicemente
come il rapporto tra la potenza totale di segnale e quella totale di rumore e nessuna di queste due quantit , ovviamente funzione
della frequenza. Tuttavia, nellambito del discorso che stiamo facendo, parlare di rapporto segnale/rumore variabile con la
frequenza significa solo confrontare la potenza di segnale e quella di rumore non su tutta la banda di interesse, ma su vari
intervalli, partendo dalla continua e salendo via via di frequenza.
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Avendo a che fare con un sistema formato dalla cascata di sistemi lineari, possiamo scomporre il segnale in termini di armonica
senza ledere la generalit del discorso
Trasmissione su cavo coassiale
Autore: Sandro Petrizzelli
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T
X
mezzo trasmissivo R
X
h
S
h
So
+
h
n
A
filtro
RLC
Lazione del filtro dunque quella di abbassare la potenza delle componenti del segnale al livello
posseduto dalla componente a frequenza massima: cos facendo, si ottiene ancora una volta un
segnale con spettro di potenza piatto, con la differenza che il livello di potenza adesso quello
(attenuato rispetto al valore iniziale h
S
) della componente di massima frequenza. Al segnale cos
ottenuto si somma il rumore bianco e la composizione dei due segnali viene successivamente
amplificata da un amplificatore con risposta armonica ancora una volta piatta.
Con un procedimento di questo tipo, la cascata tra il mezzo trasmissivo ed il filtro RLC diventa,
in pratica, un unico mezzo trasmissivo, ma ideale (avente cio una attenuazione costante con la
frequenza e pari al valore corrispondente alla frequenza massima). Questo ovviamente, non avviene
per tutte le frequenze, ma solo in una ristretta banda (individuata dalla composizione delle
caratteristiche del mezzo trasmissivo reale e del filtro), nella quale bisogner aver cura di infilare
il segnale da trasmettere.
ESEMPIO NUMERICO: TRASMISSIONE DEL SEGNALE TV BIANCO-NERO
Facciamo un esempio numerico per chiarire i concetti esposti fino ad ora. Consideriamo un
sistema, per la trasmissione del segnale televisivo, del tipo rappresentato in figura:
T
X
mezzo trasmissivo
R
X
s(t)
+
h
n
filtro
RLC
Le ipotesi di partenza sono le seguenti:
il segnale da trasmettere un segnale televisivo, avente perci una banda da 5 MHz;
il mezzo trasmissivo un cavo coassiale lungo L=100 Km e con una attenuazione specifica
dB/Km 2 = @ 1 MHz;
le apparecchiature riceventi hanno un fattore di rumore F=10.
I base ai noti requisiti di qualit per il segnale televisivo, il nostro obbiettivo garantire in
ricezione un rapporto segnale-rumore pari a 52 dBp (52 dB pesati).
Cominciamo col ricordare che, nel caso del segnale televisivo, il rapporto segnale-rumore ha un
significato abbastanza particolare: per quanto riguarda il rumore, la sua potenza semplicemente
quantificabile con il quadrato della tensione efficace di rumore; per quanto riguarda il segnale,
invece, la situazione pi complessa: bisogna infatti ricordarsi che il segnale televisivo, avente una
escursione picco-picco che indichiamo con
PP
V (facendo cio riferimento ad un segnale in tensione),
Appunti di Comunicazioni Elettriche
Autore: Sandro Petrizzelli
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riserva solo il 70% di tale escursione alle informazioni di luminanza, mentre il restante 30%
riservato ai segnali di sincronismo. Possiamo cio scrivere che
( ) ( ) ( )
PP N / B PP PP PP N / B PP sincr PP PP
V 7 . 0 V V 7 . 0 V 3 . 0 V V V = + = + =
In base a ci, la potenza di segnale (da usare come numeratore per il calcolo del rapporto S/N)
quella del segnale ( )
N / B PP
V (che possiamo chiamare tensione bianco-nero), pari al 70%
dellescursione totale V
PP
del segnale televisivo:
( ) [ ]
PP
2
PP
2
PP
S
2
1
V
2
1
V 7 . 0 S = =
In base a questa relazione, la potenza di segnale da considerare met della potenza di picco
S
PP
. Nessuno ci impedisce, allora, di ragionare direttamente in termini di potenza picco: dalla
relazione appena ricavata si deduce infatti che la potenza picco S
PP
=2S, per cui, volendo esprimere
il rapporto S/N in termini di tale potenza, ci baster incrementare il suddetto rapporto di 3dB:
anzich richiedere un rapporto S/N di 52 dBp, dobbiamo richiedere 55 dB/p.
Possiamo ulteriormente semplificare questo valore eliminando la pesatura videometrica del
rumore: ricordiamo, infatti, che, per il calcolo della potenza di rumore sovrapposto al segnale
televisivo, necessario sottoporre il rumore ad un filtro (detto filtro videometrico) che tiene conto
della diversa sensibilit dellocchio alle varie componenti spettrali; leffetto di tale filtro dipende dal
tipo di rumore in ingresso: se tale rumore bianco, il filtro produce su di esso una attenuazione di 8
dB, altrimenti lattenuazione di 16 dB. Nel nostro caso, il rumore in ingresso al ricevitore bianco,
per cui lattenuazione da considerare di 8 dB, il che significa, in conclusione, che il rapporto S/N
da ottenere in ingresso al ricevitore 47 dB (cio appunto i 55 dB pesati meno gli 8 dB di
attenuazione del rumore).
Abbiamo a questo punto definito con precisione la specifica da rispettare nel nostro sistema di
trasmissione. Il passo successivo di valutare numericamente la potenza di rumore che compare nel
rapporto S/N in ingresso al ricevitore: assumendo che il rumore additivo abbia la solita densit
spettrale di potenza
0 n
FkT h = costante in frequenza e che tiene conto (tramite il fattore
moltiplicativo F) anche della rumorosit intrinseca del ricevitore, dobbiamo semplicemente
integrare sulla banda B del segnale, per cui
B FkT df FkT df h N
n
B
0
n
B
0
n
= = =
Esprimendoci in dBm, abbiamo che
dBm 97 67 174 10 B log 10
mW 1
kT
log 10 F log 10
mW 1
B FkT
log 10 ] dBm [ N
10
n
10 10
n
10
= + = + = =
Avendo detto prima che si serve un rapporto S/N di 47 dB, dobbiamo garantire, in ricezione, una
potenza (di picco) di segnale pari a
dBm 50 dBm 47 dBm 97 S
PP
= + =
Il passo successivo dunque quello di calcolare la potenza P
T
necessaria in trasmissione per
ottenere, in ricezione, una potenza S
PP
=-50dBm.
Trasmissione su cavo coassiale
Autore: Sandro Petrizzelli
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Andiamo allora a calcolare lattenuazione introdotta dal cavo. Facciamo, in particolare,
lipotesi di cavo sia equalizzato passivamente, per cui, in base alle considerazioni del paragrafo
precedente, ci serve conoscere lattenuazione introdotta alla frequenza massima del segnale, ossia a
B=5MHz: applicando la formula
S
S
f
f
) f ( = , dobbiamo prendere f=B=5 MHz,
S
=2dB/Km e
f
S
=1MHz, per cui
=
Km
dB
5 . 4
) MHz ( 1
) MHz ( 5
Km
dB
2 ) MHz 5 (
Abbiamo trovato che lattenuazione specifica a 5 MHz di 4.5 dB/Km, da cui deduciamo che
lattenuazione totale, prodotta cio da L=100 Km di cavo, di 450 dB.
Dato, allora, che ci servono in ricezione 50 dBm di potenza, deduciamo che la potenza da
trasmettere P
T
=400dBm, equivalente a 10
40
mW. Si tratta di un valore enorme, impensabile da
realizzare, ma lesercizio svolto comunque utile ai fini didattici. Nella pratica, al fine di ridurre la
potenza da trasmettere, si ricorre ai cosiddetti sistemi di trasmissione multitratta.
Autore: SANDRO PETRIZZELLI
e-mail: sandry@iol.it
sito personale: http://users.iol.it/sandry
succursale: http://digilander.iol.it/sandry1