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Prof. Mario Fossi


Appunti dal Corso di Radiocomunicazioni A.A. 2009/2010
ELEMENTI DI MODULAZIONE OFDM
Introduzione
Come indica sinteticamente la frase da cui deriva l'acronimo OFDM: Orthogonal Frequency
Division Multiplexing, si tratta di una forma di modulazione/trasmissione numerica multiportante
(multicarrier), dove quindi il flusso informativo da trasmettere ripartito su un numero N di
portanti, tra loro ortogonali diversamente da quanto avviene nei multiplex classici a divisione di
frequenza (FDM). In genere il numero di portanti risulta elevato e, a seconda delle applicazioni,
varia come vedremo da qualche decina a qualche decina di migliaia.
La prima caratteristica di questa forma di trasmissione, cio la ripartizione del flusso informativo
su molte portanti, consente, come vedremo successivamente, di poter combattere in maniera
relativamente poco onerosa l'interferenza tra i simboli (ISI) che si ha nel caso di trasmissione su una
sola portante di elevati flussi informativi in canali selettivi in frequenza, specie se tempo-varianti.
La seconda caratteristica, l'ortogonalit delle portanti, consente di garantire un' efficienza spettrale
(bit/s per unit di banda) comparabile con quella di una trasmissione numerica analoga su portante
singola, in quanto consente di sovrapporre parzialmente le bande delle varie componenti del
multiplex, idealmente senza avere interferenza tra le portanti (ICI = Inter Carrier Interference),
nella pratica con valori di ICI accettabili, se si rispettano alcune condizioni che vedremo.
Per tali motivi, l'OFDM una modulazione adatta a trasmettere in maniera efficiente elevati flussi
informativi in canali a cammini multipli, anche di tipo tempo-variante come ad es. il canale
radiomobile a larga banda. Per questo ha trovato applicazione nei seguenti campi:
a) Sistemi di radiofonia e televisione numerica da rete terrestre quali ad es. gli standard europei di
radio e televisione digitale :
DAB (Digital Audio Broadcasting);
DRM (Digital Radio Mondiale);
DVB-T /DVB-T2 (Digital Video Broadcasting Terrestrial);
DVB-H (Digital Video Broadcasting Handheld);
ma anche giapponese, cinese, nord-coreano e brasiliano:
ISDB -T (Integrated Services Digital Broadcasting Terrestrial);
DTMB (Digital Television Multimedia Broadcasting);
DMB-T /H (Digital Multimedia Broadcasting-Terrestrial/Handheld);
ISDTV (International System for Digital TeleVision).
b) Reti Wireless LAN/MAN a larga banda , come ad es. negli standard:
HIPERLAN2;
IEEE802.11a, 11n, 15a, 16 (Es. WiMAX).
c) Applicazioni su portante fisica, quali ad es.:
ADSL, VDSL,
dove pi frequentemente viene usata con l'acronimo DMT (Digital MultiTone).
2
Rappresentazione analitica del segnale OFDM
Il flusso binario informativo d'ingresso, con bit rate
R
b
e quindi durata del bit
T
b
=
1
R
b
, viene
trasmesso nel canale in blocchi di Nm bit, ciascuno dei quali come ora vedremo associato ad
un simbolo OFDM, dove N indica il numero delle portanti del multiplex, e m il numero di bit
degli M=2
m
simboli elementari della modulazione numerica utilizzata da ciascuna portante.
Relativamente a ciascuna portante, si ha infatti una normale forma di modulazione digitale a M
segnali. Le modulazioni prevalentemente impiegate sono: BPSK, QPSK, 16-QAM, 64-QAM, 128-
QAM, 256-QAM (quindi con m=1,2,4,6,7,8).
In realt, per trasmissioni punto-punto in canali selettivi ma tempo-invarianti, come ad es. le linee
telefoniche, risulta pi vantaggioso scegliere costellazioni pi numerose per le portanti meno
attenuate e viceversa (m variabile), al fine di ottimizzare le prestazioni. Per trasmissioni
broadcasting e/o canali radio tempo-varianti, si utilizza invece necessariamente lo stesso tipo di
modulazione numerica per tutte le portanti (m costante). In questo Corso consideremo questa
modalit dell'OFDM.
Poich abbiamo una trasmissione in parallelo su N portanti, il tempo di simbolo OFDM, costituito
dagli N simboli numerici elementari, cos relazionato al tempo di bit:
T
s
=N(T
b
m)T
b
essendo la quantit Nm1 .
Analogamente, per la velocit di simbolo (symbol rate) si ha: R
s
=
R
b
Nm
R
b
simboli OFDM /s .
Ovviamente, con riferimento ai simboli numerici elementari della costellazione utilizzata, il
symbol-rate complessivo vale:
R
s 2
=R
s
N=
R
b
m
simboli/s.
Dalla disuguaglianza scritta si osserva che, scegliendo N sufficientemente elevato , possibile
trasmettere elevati bit-rate, ma con symbol-rate su ciascuna portante sufficientemente bassi, in
modo da contenere l'ISI a livelli accettabili anche in trasmissioni su canali selettivi: infatti, al
crescere di
T
s
diminuisce la banda occupata dalla trasmissione su ciascuna delle portanti,
divenendo piccola rispetto alla banda di coerenza del canale.
Indichiamo ora con
f
k
la frequenza della generica portante del segnale OFDM, cos definita:
f
k
=f
0
+k A f ' =f
0
+
k
T
s
con k | 0,1 ,... , N1 , dove
f
0
indica la frequenza pi bassa
delle N portanti del multiplex e A f ' indica lo scarto tra due portanti adiacenti del multiplex.
La posizione
A f '
1
T
s
garantisce come ora mostriamo l'ortogonalit delle portanti trasmesse.
Infatti, consideriamo l'insieme di funzioni

ik
(t )
con l'indice i =(... ,1,0,1 , ...) :

ik
(t )e
j2n f
k
t
wind(
t
T
s
i )
dove wind(t) la seguente funzione finestra:
wind( t)1 t
in (0,1] e zero altrove.
Chiaramente si ha:
i=
+

ik
(t )=e
j2 n f
k
t
k .
Si verifica facilmente che le funzioni

ik
( t)
rappresentano un insieme di funzioni ortogonali , di
energia
T
s
, ovvero che :

ik
(t )
i ' k '
*
(t ) dt =0 i ' i o: k ' k ed inoltre:

ik
(t )

2
dt =T
s
.
Infatti, se i ' i , gli intervalli temporali in cui sono definite le due funzioni sono disgiunti e
quindi si annulla la funzione integranda, da cui l'ortogonalit.
3
Supponendo invece i'=i e sviluppando l'integrale possiamo scrivere:

ik
(t )
i ' k '
*
(t ) dt =

iT
s
( i+1) T
s
e
j2 n f
k
t
e
j2 n f
k '
t
dt =

iT
s
(i+1)T
s
e
j2n( f
0
+kT
s
) t
e
j2n( f
0
+k ' T
s
) t
dt =

iT
s
(i+1)T
s
e
j2n
kk '
T
s
t
dt = ponendo per comodit: nkk ' , intero perch tali sono k e k ' ,
=

iT
s
( i+1) T
s
e
j2 n
n
T
s
t
dt =

iT
s
(i +1)T
s
cos(2n
n
T
s
t ) dt +j

iT
s
(i +1)T
s
sen( 2n
n
T
s
t ) dt . Si hanno due casi possibili:
1) n0 cio k ' k : (portanti diverse). Si ha che ciascun integrale nullo in quanto area di
un numero intero di periodi di una funzione sinusoidale
( f
n
=
1
T
n
=
n
T
s
T
s
=nT
n
)
.
2) n=0, ovvero stessa portante:

ik
( t)

2
dt=

iT
s
( i+1) T
s

ik

ik
*
dt=T
s
.
Vediamo ora come sia possibile rappresentare il segnale OFDM mediante l'insieme delle funzioni
introdotte. Indicando con
c
ik
( a
n
+ jb
n
) con n|1,2 , ... , M
il generico simbolo modulante la
k-esima portante nell'i-esimo tempo di simbolo OFDM, il segnale OFDM si pu esprimere, in
funzione del suo preinviluppo:
s (t )s
+
(t )=

i =
+

k =0
N1
c
ik

ik
(t )

i=
+

k=0
N1
c
ik
e
j2 n f
k
t
wind(
t
T
s
i )

.
Infatti
c
ik

ik
(t )
rappresenta il preinviluppo del segnale sulla k -esima portante dell' i-esimo
simbolo OFDM, dove
c
ik
il relativo inviluppo complesso, o pi semplicemente fasore.
Si osservi che con questa rappresentazione si supposto implicitamente di non usare tecniche di
pulse shaping in trasmissione.
Riguardo all'occupazione di banda di un segnale OFDM, osserviamo che, in assenza di
modulazione, si ha uno spettro costituito da N righe equispaziate, comprese tra la frequenza f0 e f0+
(N-1)/Ts, di estensione complessiva circa uguale a NA f ' essendo, come abbiamo detto, nelle
applicazioni N 1 .
Viceversa, in presenza di modulazione si ha una parziale sovrapposizione degli spettri relativi alle
singole componenti del multiplex, diversamente da quanto accade per i multiplex classici FDM, per
i quali deve esistere una banda di guardia tra un segnale e quello adiacente in frequenza, al fine di
eliminare l'interferenza da canale adiacente.
Infatti, supponiamo per semplicit di trasmettere un solo simbolo OFDM, quello per i=0:
Relativamente alla generica portante fk , lo spettro risulta, in termini del relativo preinviluppo,
dall'operazione di trasformata di Fourier:
(a
n
+ jb
n
)e
j2 n f
k
t
wind (
t
T
s
)
F
(a
n
+ jb
n
)T
s
sinc (
f f
k
A f '
) e
j2 n( f f
k
) T
s
/2
.
La sua ampiezza massima in corrispondenza della portante e decresce con la funzione sinc, con
nulli in corrispondenza di tutte le altre portanti. Analogamente per gli spettri delle altre componenti
del multiplex. Si osserva quindi una sovrapposizione dei singoli spettri, tuttavia in corrispondenza di
ciascuna frequenza portante diverso da zero solo lo spettro del simbolo ad essa relativo.
Le due figure che seguono riportano un esempio di andamento dello spettro complessivo al crescere
del numero di portanti ( N=16 e N=128), ottenuto per via simulativa nell'ipotesi di bit-rate costante,
modulazione QPSK e simboli equiprobabili ed indipendenti. Le larghezze dei lobi delle funzioni
sinc, corrispondenti alle separazioni tra le portanti A f ' , valgono rispettivamente 96 e 12 kHz .
Si osserva come al crescere di N lo spettro tende ad assumere sempre pi una forma rettangolare, di
estensione NA f ' =1536kHz , poich decresce progressivamente l'ampiezza dei lobi laterali
4
(nelle figure sono rappresentati solo quelli a sinistra del lobo principale). Tale decrescita dovuta ad
un effetto di compressione in frequenza degli stessi, causata dalla decrescita di A f ' , che
corrisponde alla larghezza di ciascun lobo.
Possiamo quindi assumere quale banda ideale (asintotica) del segnale OFDM:
B' =NA f ' =
N
T
s
=
N
NmT
b
=
R
b
m
.
5
Essa eguaglia quella minima nel senso di Nyquist che occupa la trasmissione dello stesso flusso
informativo con la stessa modulazione numerica su di una sola portante. Si pu quindi affermare
che la modulazione OFDM, in virt della ortogonalit delle portanti, offre un'efficienza spettrale
superiore a quella di un normale multiplex, il cui valore asintotico ( N -) tende a:
R
b
NA f '
=R
b
T
s
N
=R
b
NmT
b
N
=m=log
2
M bit /( sHz) .
Osservazioni: la banda del segnale OFDM,
R
b
/ m
, non dipende dal numero N di portanti
utilizzate, ma dal flusso informativo da trasmettere e dall'ordine m della mappatura utilizzata.
Quindi, aumentando N diminuisce A f ' e viceversa, come anche si visto nelle figure,
ovviamente a parit di Rb e m.
Se si mantiene costante la banda disponibile per la trasmissione (banda di canale) e si varia m, al
crescere di m cresce proporzionalmente il flusso informativo che possibile trasmettere;
ovviamente per cresce anche la sensibilit agli errori di trasmissione, essendo questa crescente al
crescere della complessit della costellazione di simboli numerici utilizzata.
Modem OFDM
Sulla base di quanto detto, possibile tracciare il seguente schema a blocchi di principio di un
modulatore OFDM:
(.)
(.)
n/ 2
OL
0
(.)
(.)
n/ 2
OL
N1
MAPPATORE
c
i ,0
c
i , N1
R
b
R
b
m
R
b
mN
2
S
P
s(t )
f
0
sin (2n f
0
t )
cos(2n f
0
t )
cos(2n f
N1
t )
sin (2n f
N1
t )
f
0
+( N1)/T
s
...
6
Osserviamo subito che per i valori di N elevati come avviene in genere nelle applicazioni, questo
genere di trasmissione sarebbe estremamente oneroso in termini di implementazione circuitale (2N
modulatori), se non ne esistesse una di tipo digitale equivalente ma molto meno onerosa, che
illustreremo nel paragrafo successivo.
Dal punto di vista della demodulazione, il segnale OFDM, almeno nel caso di modulatore, canale di
trasmissione e demodulatore ideali (per canale ideale intendiamo un canale privo di rumore e non
dispersivo), pu essere correttamente demodulato, nonostante la sovrapposizione dei singoli spettri
del multiplex, grazie proprio all'ortogonalit delle portanti.
Infatti, la semplice operazione di correlazione tra il segnale OFDM e le funzioni

ik
(t )
consente,
per quanto prima visto, di recuperare esattamente il simbolo trasmesso:
1
T
s

+
s
+
(t )
ik
*
(t )dt =c
ik
.
Si pu quindi tracciare lo schema a blocchi di principio del demodulatore OFDM riportato nella
figura. Anche in questo caso si osserva la notevolissima complessit circuitale (2N correlatori), visti
i valori elevati del numero di portanti N, tuttavia anche del demodulatore esiste una
implementazione pi semplice di tipo digitale, che ora illustriamo.
Implementazione del modem OFDM mediante la trasformata discreta di Fourier
Mostriamo come sia possibile una realizzazione digitale del modulatore e del demodulatore di
segnali OFDM, basata sulla trasformata discreta di Fourier (DFT) e sulla sua implementazione
veloce FFT.
A tal fine, riconsideriamo il preinviluppo del segnale OFDM:
s
+
(t )=

i=
+

k=0
N1
c
ik

ik
(t )=

i=
+

k=0
N1
c
ik
e
j2 n f
k
t
wind(
t
T
s
i )
Il relativo inviluppo complesso, rispetto alla frequenza
f
0
, (in realt pu essere considerato
ancora un preinviluppo, ma in banda base), si esprime nella forma
( f
k
= f
0
+k / T
s
)
:

iT
s
(i +1)T
s
( .) dt

iT
s
(i +1)T
s
( .) dt

iT
s
(i +1)T
s
( .) dt

iT
s
(i +1)T
s
( .) dt
P
S
s(t)
cos( 2n f
0
t )
sin( 2n f
0
t )
cos( 2n f
N1
t )
sin (2 n f
N1
t)
...
c
ik

c
i ,0

c
i ,0

c
i , N1

c
i , N1

Flusso
binario
DEMAPPATORE

iT
s
(i +1)T
s
( .) dt

iT
s
(i +1)T
s
( .) dt

iT
s
(i +1)T
s
( .) dt

iT
s
(i +1)T
s
( .) dt
P
S
s(t)
cos( 2n f
0
t )
sin( 2n f
0
t )
cos( 2n f
N1
t )
sin (2 n f
N1
t)
...
c
ik

c
i ,0

c
i ,0

c
i , N1

c
i , N1

Flusso
binario
DEMAPPATORE
7
s(t )s
+
(t ) e
j2 n f
0
t
=

i=
+

k=0
N1
c
ik
e
j2 n
k
T
s
t
wind(
t
T
s
i ) .
Consideriamo ora il segnale relativo al generico simbolo OFDM che, per semplicit di notazione,
supponiamo sia quello che inizia a t=0, e indichiamo ancora con s(t ) il suo inviluppo complesso:
s(t )

k=0
N1
c
k
e
j2n
k
T
s
t
t (0, T
s
]
dove per semplicit di notazione
c
k
c
0k
indica il generico simbolo numerico elementare
modulante la k-esima portante.
Campioniamo a frequenza di Nyquist asintotica tale inviluppo complesso, ovvero con periodo di
campionamento
T ' =T
s
/ N
. Consideriamo tale frequenza di campionamento asintotica nel
senso che quella valida per N - , in quanto, come abbiamo visto, la banda del segnale
OFDM non strettamente limitata a
N / T
s
, a causa dei lobi secondari del suo spettro. Peraltro,
come vedremo nelle applicazioni, un certo numero di portanti iniziali e finali non viene utilizzato,
per cui possiamo affermare che la banda
N / T
s
contiene la parte significativa dei lobi secondari,
limitando cos gli effetti dell'aliasing.
Campionando con tale frequenza, otteniamo la sequenza discreta:
s
m
s (mT ' )=

k=0
N1
c
k
e
j2 n
k
T
s
mT '
=

k=0
N1
c
k
e
j2nkm
T
s
T
s
N
=N
1
N

k=0
N1
c
k
e
j2n
km
N
=NIDFT (c
k
)
con m| 0,1 ,... , N1 .
Osserviamo quindi come questa sia l'espressione della trasformata discreta inversa di Fourier
(IDFT) dei simboli elementari ck del simbolo OFDM, a meno di un fattore di scala N. Quindi, la
IDFT dei simboli numerici elementari di un simbolo OFDM fornisce i campioni dell'inviluppo
complesso del segnale elementare OFDM, prelevati alla frequenza di Nyquist, a meno del
fattore di scala 1/N.
Da essi, con un'operazione di conversione digitale/analogica quindi possibile costruire l'inviluppo
complesso. Sulla base di queste osservazioni, allora possibile individuare la seguente
implementazione di principio del modulatore OFDM:
Vediamo ora come, sulla base dello sviluppo precedente, sia possibile un'implementazione
alternativa anche del demodulatore OFDM. Infatti, invertendo la trasformata sopra scritta, si
ottiene:
c
k
=

m=0
N1
s
m
N
e
j2 n
km
N
N c
k
=DFT ( s
m
) .
Ovvero, la trasformata discreta di Fourier dei campioni dell'inviluppo complesso del generico
segnale elementare OFDM, prelevati alla frequenza di Nyquist, fornisce i simboli elementari
modulanti le N portanti, a meno del fattore di scala N.
CONVER-
TITORE
MAPPA-
TORE
S
P
P
S
IFFT
N
campioni
Flusso
binario
s(t)
e
j2n f
0
t
s
0
s
N1
c
0
c
N1
R
b
m
R
b
mN
R
b
m
... ...
D/A (.)
R
b
8
Essa rappresenta una modalit di demodulazione pi semplice da implementare di quella prima
vista. Si ha quindi il seguente schema di principio di demodulatore alternativo, basato
sull'operazione di FFT:
Modulazione OFDM in presenza di canale radiomobile
Finora sono state esaminate le caratteristiche principali della modulazione e demodulazione dei
segnali OFDM in presenza di canale ideale , ovvero per il quale il segnale in ingresso al ricevitore
r (t ) eguaglia quello trasmesso s(t ) (a meno di un inessenziale fattore di ampiezza e di ritardo
temporale che si suppone noto), nel cui caso tale forma di trasmissione appare solo un'inutile
complicazione rispetto alla trasmissione su portante singola. Occupiamoci ora invece di esaminare
il comportamento di tale modulazione in presenza di un canale radiomobile, ovvero un canale del
tipo a cammini multipli e almeno in generale tempo-variante, affetto da rumore, nei cui confronti
questa tecnica di trasmissione, opportunamente integrata come vedremo, offre interessanti
prestazioni.
A tale scopo, ricordiamo sinteticamente le due caratteristiche tipiche di tale canale di trasmissione:
1) il comportamento selettivo in frequenza (fading selettivo), originato dalla dispersione nel
tempo della sua risposta impulsiva (causata dai cammini multipli), genera ISI e quindi errore
irriducibile, crescente al crescere del symbol rate (in quanto diminuisce Ts);
2) la tempo-varianza del canale, dovuta nella maggior parte dei casi al moto del terminale
mobile (ricevitore), causa dispersione Doppler e quindi, ad es., degradazione della stima
della fase da parte del ricevitore, tanto maggiore quanto pi basso il symbol rate (perch
cresce Ts).
Inoltre, come abbiamo visto a suo tempo, anche se fossimo in presenza di fading piatto sia in
frequenza che nel tempo, le fluttuazioni statistiche dell'ampiezza della risposta in frequenza del
canale portano a probabilit di errore elevate, per i normali valori di potenze in trasmissione.
Abbiamo anche detto che questa degradazione delle prestazioni, teoricamente superabile nel caso di
fading rigorosamente piatto incrementando la potenza in trasmissione, in pratica non lo sia perch
i canali sono solo praticamente non selettivi, sia per le limitazioni regolamentative alle potenze
utilizzabili in trasmissione. Sono in ogni caso quindi necessarie delle opportune contromisure, che
andiamo ad illustrare.
Partiamo dal problema dell'ISI, illustrando come viene applicata la tecnica OFDM per contrastare
questo effetto negativo del canale. Come accennato all'inizio, la trasmissione di elevati flussi
informativi, come avviene ad es. nelle applicazioni broadcasting video/suono di elevata qualit o
anche nelle reti di accesso radio a larga banda, d luogo a valori di tempo di simbolo Ts molto
piccoli, se si usano tecniche di trasmissione a portante singola, con modulazioni numeriche a M non
elevato. D'altra parte, l'uso di modulazioni con M elevato sconsigliabile in tale tipo di canali
selettivi e tempo-varianti, in quanto esse sono molto sensibili agli errori.
A/D
CONVER-
TITORE
DEMAP-
PATORE
S
P
P
S
FFT
N
campioni
Flusso
binario
T'=Ts/N
e
j2n f
0
t
s
0
s
N1
c
0
c
N1
R
b
m
R
b
mN
R
b
m
R
b
m
... ... s
+
(t )
9
Conseguentemente, essendo Ts piccolo non pi possibile considerare piatto in frequenza il canale,
e ne derivano quindi valori elevati di ISI, da cui la necessit di onerose procedure di equalizzazione,
specie in presenza di tempo-varianza. Viceversa, abbiamo gi detto che con l'OFDM possibile
trasmettere elevati bit-rate in congiunzione con Ts elevati e quindi piccole bande singole,
semplicemente trasmettendo con un numero sufficientemente elevato di portanti. Agendo sul
numero delle portanti, si ha quindi la possibilit di ridurre l'ISI a livelli piccoli a piacere. Si tenga
tra l'altro conto pure del fatto che l'ISI negativa in quanto determina anche la perdita di
ortogonalit dei segnali sulle varie portanti, introducendo ICI, con conseguente incremento della
probabilit di errore.
Purtroppo per il tempo di simbolo non pu essere incrementato a piacere, oltre che per i maggiori
costi dei dispositivi che effettuano le operazioni di FFT (aumenta N), anche perch al crescere di Ts
risulta sempre meno verificata la condizione di canale praticamente tempo-invariante
T
s
T
c
,
con conseguente dispersione in frequenza del segnale e quindi nuovamente - anche se per altra
causa - incremento della probabilit di errore. Per ovviare a questa difficolt, la tecnica OFDM
utilizzata in congiunzione con l'uso di un intervallo di tempo di guardia all'interno del tempo di
simbolo, di durata, che indichiamo con
A oppure T
g
, tale da contenere la durata pratica media
della risposta impulsiva del canale. In ricezione, la parte di segnale relativa al tempo di guardia non
viene utilizzata per l'operazione di demodulazione del simbolo, in quanto quella maggiormente
interferita dal simbolo precedente: infatti, a causa della dispersivit temporale del canale, in
ricezione nel passaggio da un simbolo a quello successivo nasce un transitorio durante il quale sono
presenti ambedue i segnali, e la durata di questo transitorio quella della risposta impulsiva del
canale. Scartando questa parte del segnale ricevuto, si riduce gran parte della causa di ISI e quindi
del relativo errore.
D'ora in poi quindi considereremo il tempo di simbolo OFDM costituito di due parti: il tempo o
intervallo di tempo di guardia e il tempo utile:
T
s
=A+T
u
. Come detto, il tempo utile Tu la
sola parte del tempo di simbolo Ts che viene utilizzata nell'operazione di demodulazione.
La figura che segue visualizza tale modalit operativa dell'OFDM, in relazione ad un canale con
risposta impulsiva discreta del tipo h(t )=

i=1
4
a
i
6(t t
i
) :
10
Si osservano quattro segnali ricevuti, relativi ai 4 cammini di propagazione ipotizzati, ciascuno dei
quali stato supposto non dispersivo nel tempo, e il segnale complessivo risultante al ricevitore.
Dimensionando opportunamente il tempo di guardia come indicato nella figura, il tempo utile
contiene la sola risposta a regime del canale, che risulta quindi priva di ISI.
Si osservi per che la trasmissione del segnale avviene anche durante il tempo di guardia, dando
luogo ad una perdita di efficienza energetica del sistema, in quanto tale potenza trasmessa non
viene utilizzata dal ricevitore ai fini della demodulazione. Tuttavia l'assenza di trasmissione durante
il tempo di guardia, anche se eviterebbe il fenomeno dell'ISI non eviterebbe l'ICI, in quanto
sussisterebbe all'inizio del tempo utile un transitorio, di durata minore o uguale a A , durante il
quale la forma d'onda del segnale ricevuto non ancora sinusoidale.
Con l'introduzione del tempo di guardia, avendo ridotto a Tu il tempo di osservazione del segnale
ricevuto, la spaziatura tra le portanti necessaria per garantire l'ortogonalit diviene
A f =1/ T
u
.
Quindi, a parit di bit rate da trasmettere Rb e di livello m della modulazione numerica impiegata, se
si mantiene invariata (rispetto al caso di assenza di tempo di guardia) la durata Ts del simbolo
trasmesso, rimane anche invariato il numero N di portanti necessarie per la trasmissione (infatti non
cambia il numero di simboli numerici elementari da dover allocare), ma aumenta la spaziatura tra le
portanti. Infatti, tenuto conto che:
T
s
=A+T
u
=T
u
(1+
A
T
u
)
1
T
u
=
1
T
s
(1+
A
T
u
)

si ha:
A f =
1
T
u
=
1
T
s
(1+
A
T
u
)=A f '(1+
A
T
u
)>A f ' A0
.
Conseguentemente aumenta anche la banda occupata dal segnale OFDM:
B=NA f =NA f '(1+
A
T
u
)=B' (1+
A
T
u
)=
R
b
m
(1+
A
T
u
)>
R
b
m
A0 .
Infine diminuisce l'efficienza spettrale:
R
b
B
=
R
b
R
b
m
(1+
A
T
u
)
=
m
1+
A
T
u
m A0
.
La frequenza di campionamento minima vale ora
f =B=NA f =N /T
u
, da cui il periodo di
campionamento
T=T
u
/ N
.
Nel tempo Tu quindi contenuto un numero di campioni del segnale pari a
N
u
=T
u
/ T=N
come
deve essere, mentre nel tempo di simbolo Ts il numero di campioni pari a:
N
s
=
T
s
T
=
T
u
+A
T
=
N
T
u
(T
u
+A)=N (1+
A
T
u
) . Infine,
N
g
=N
s
N
u
=
NA
T
u
il numero di
campioni che ricade entro la durata dell'intervallo di guardia.
Nella modalit pratica prima vista per realizzare il modulatore OFDM, l'inserimento del tempo di
guardia viene realizzato replicando in testa alla sequenza di campioni generati dall'IFFT un numero
pari a Ng di campioni finali della sequenza stessa (detto prefisso ciclico):
Uscita IFFT
Ingresso
convertitore S/P
N - Ng Ng
Ng
Nu = N
11
In ricezione, gli Ng campioni iniziali del simbolo relativi all'intervallo di guardia, ottenuti
campionando a frequenza
f =N /T
u
il segnale ricevuto (convertitore A/D), vengono scartati
prima della conversione S/P, quindi l'FFT fatta sullo stesso numero N di campioni dell'IFFT del
modulatore.
Ponendoci in un'ottica di analisi a tempo discreto del sistema, l'inserimento del prefisso ciclico ha
come effetto quello di rendere l'operazione di convoluzione lineare tra segnale (campionato) in
ingresso al canale - esteso ciclicamente - e risposta impulsiva del canale, equivalente a quella di
convoluzione circolare relativa agli stessi segnali.
L'equivalenza limitata al risultato relativo agli N campioni originari del segnale, ovvero scartando
i campioni della convoluzione lineare relativi al solo prefisso ciclico.
E' possibile verificare anche direttamente questa equivalenza servendoci di un semplice esempio.
Consideriamo un segnale di ingresso (relativo a 1 simbolo OFDM) costituito da una sequenza di
N=6 campioni:
x| x
0
, x
1
, x
2
, x
3
, x
4
, x
5

e un canale con risposta impulsiva:


h| h
0
, h
1
, h
2

.
Poich per quanto prima detto l'estensione ciclica deve contenere la durata della risposta impulsiva
del canale (2 periodi di campionamento), il segnale esteso ciclicamente sar:
x ' | x
4
, x
5
, x
0
, x
1
, x
2
, x
3
, x
4
, x
5

. Il segnale y' in uscita dal canale risulta dall'operazione di


convoluzione lineare:
y'
n
=x '
n
h
n
con
x '
0
=x
4
, x'
1
=x
5
, x '
2
=x
0
...
. Scartando da essa gli
Ng = 2 campioni iniziali relativi al solo tempo di guardia, otteniamo la sequenza y degli N=6
campioni seguenti della convoluzione lineare:
y
0
=x
0
h
0
+x
5
h
1
+x
4
h
2
y
1
=x
1
h
0
+x
0
h
1
+x
5
h
2
...
y
5
=x
5
h
0
+x
4
h
1
+x
3
h
2
E' facile verificare che il risultato ottenuto lo stesso dell'operazione di convoluzione circolare tra
la sequenza periodicizzata degli N=6 campioni originari e la risposta impulsiva estesa con 3 zeri
(zero padding).
Tenendo ora conto che la trasformata discreta di Fourier di una convoluzione circolare eguaglia il
prodotto delle DFT delle sequenze da convolvere:
DFT ( y)=DFT ( x)DFT (h) da cui:
DFT ( x)=
DFT ( y)
DFT (h)
si osserva che possibile in ricezione recuperare la sequenza DFT ( x) ovvero gli N simboli ck
trasmessi, semplicemente dividendo ciascun simbolo in uscita dalla DFT del ricevitore per il
corrispondente campione della risposta in frequenza del canale, ovviamente nell'ipotesi che questa
sia in qualche modo nota al ricevitore. Riprenderemo questa considerazione nel prossimo paragrafo.
Osservazione: la degradazione di efficienza spettrale che si ha a causa dell'uso del tempo di guardia
comparabile con quella che avviene nelle trasmissioni a portante singola, dove la banda minima
deve essere nella pratica incrementata (fattore di roll-off o0 ).
___________
A titolo di esempio, la figura della pagina seguente mostra gli effetti della diversa durata del tempo
di guardia, normalizzato al tempo di simbolo, sulla probabilit di errore irriducibile (cio quella
dovuta all'ISI) per una modulazione QPSK ed un bit rate per portante pari a 800 bit/s, in
corrispondenza dei 4 tipi diversi di canale radio riportati, scelti tra quelli suggeriti per lo sviluppo
dello standard DRM:
12
Sono riportati per ogni canale il relativo profilo dei ritardi di potenza, assieme ai parametri sintetici
t
max
e c
. Con riferimento a quest'ultimo, si ricordi che la banda di coerenza del canale ad
esso inversamente proporzionale:
B
c
1/c
. Quindi esso indica il maggiore (se c grande) o
minore (se c piccolo) grado di selettivit in frequenza di un canale.
Infatti, dalla figura seguente si osserva come, in assenza di utilizzo dell'intervallo di guardia, gli
effetti dell'ISI sono massimi per il canale n. 5, che quello che presenta il valore pi elevato di
dispersione (c=2) , mentre sono minimi per il canale n. 2, che quello che ha il valore pi
piccolo di dispersione (c=0,5) .
Per ciascun tipo di canale, l'utilizzo dell'intervallo di guardia riduce gli effetti dell'ISI, come deve
essere, in misura crescente al crescere di Tg. Peraltro, per il canale n. 5 tale riduzione non risulta
P
h
(t)
t (ms)
P
h
(t)
t (ms)
P
h
(t)
t (ms)
P
h
(t)
t (ms)
Canale n. 2: Rice a 2 cammini
Canale n. 4: 2 cammini
Canale n. 5: 2 cammini
Canale n. 6: 4 cammini
1
2
2
4
4 6
1
1
1 1
1
1
0.5
0.25
0.0625
0.5
t
max
=1ms c=0.5ms
t
max
=2ms c=1 ms
t
max
=4ms c=2ms
t
max
=6 ms c=1.08ms
QPSK Bit Rate=800 bit/s per portante
0,0E+00
5,0E-02
1,0E-01
1,5E-01
2,0E-01
2,5E-01
0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7
Intervallo di guardia normalizzato Tg/Ts
P
e
r
r
m
Canale n2
Canale n4
Canale n5
Canale n6
13
rilevante anche utilizzando valori elevati di Tg, in quanto la durata del transitorio (4 ms), abbinata ad
un valore elevato di dispersione (c=2) , maggiore del tempo di simbolo (Ts=2,5 ms). Per
ridurre in questo caso la probabilit di errore, appare quindi necessario o ridurre il bit rate (cos da
aumentare Ts e quindi la parte non interferita del simbolo), oppure diminuire il livello m della
modulazione numerica (dalla QPSK alla pi robusta BPSK, dovendo per in questo caso disporre di
una maggiore banda in trasmissione).
In linea generale, allo scopo di non ridurre eccessivamente l'efficienza spettrale (e come gi detto
anche quella energetica e quindi il rapporto segnale-rumore al ricevitore, che ridotto dello stesso
fattore), opportuno utilizzare rapporti
A/ T
u
sufficientemente piccoli, tipicamente
A/ T
u
<1/ 4
. Fa eccezione, tra i sistemi citati all'inizio, il DRM, che per evitare simboli di durata
Ts troppo elevata, ammette anche intervalli di guardia di poco inferiori al tempo utile di simbolo,
osservato che il canale radio di tale sistema raggiunge come si appena visto valori di ritardo in
eccesso massimo anche di diversi millisecondi.
Poich abbiamo visto che il valore di A da utilizzare dipende dal tipo di canale, in termini di
ritardo in eccesso massimo, laddove questo parametro elevato, come ad es. vedremo in alcuni tipi
di rete terrestre di radiodiffusione, dovremo per quanto sopra detto anche scegliere valori di tempo
utile Tu elevati, e quindi avremo conseguentemente portanti ravvicinate e valori di N elevati.
All'opposto, laddove il ritardo in eccesso massimo assume valori molto contenuti, come ad es. in
ambienti indoor (Wireless LAN), la distanza tra le portanti sar pi elevata.
Nelle applicazioni elencate all'inizio, si passa da valori minimi di separazione tra le portanti di
A f =41,6 Hz (sistema DRM), a valori massimi di A f =312,5 kHz (sistemi HIPERLAN2 e
IEEE802.11a).
Demodulazione OFDM in presenza di canale piatto e rumore AWGN
Supponiamo trascurabile l'effetto causato sul segnale ricevuto dalla selettivit in frequenza del
canale (ISI), avendo impiegato l'intervallo di guardia e scelto Tg sufficientemente grande.
Supponiamo anche trascurabile, nel tempo di simbolo, la tempo-varianza del canale
(T
s
T
c
)
.
Per quanto detto nel paragrafo precedente, l'inviluppo complesso del segnale relativo al generico
simbolo OFDM ricevuto pu allora scriversi, supponendo per semplicit nullo l'istante in cui inizia
la parte utile del simbolo:
r (t )=

k=0
N1

H
k
c
k
e
j2 n
k
T
u
t
+ n(t ) 0tT
u
dove

H
k
indica la risposta equivalente passa-basso del canale, al tempo del simbolo ricevuto e
alla k-esima frequenza, n(t ) il processo rumore passa-basso, supposto additivo e gaussiano.
Campionando con periodo T=Tu/N, otteniamo la sequenza:
r
l
r (l T )=

k =0
N1

H
k
c
k
e
j2n
kl
N
+ n
l
con n
l
n(l T ) e l | 0,1 ,... , N1 .
Si osservi come i campioni del rumore siano v. a. statisticamente indipendenti, in quanto la funzione
di autocorrelazione del rumore gaussiano bianco filtrato passa-basso, con banda B=1/T, ha valori
nulli ad intervalli multipli di T.
Per le propriet della DFT, in uscita dal demodulatore si ha la sequenza:

l =0
N1
1
N
r
l
e
j2 n
lm
N
=

l =0
N1
(

k =0
N1
1
N
(

H
k
c
k
e
j2 n
kl
N
+ n
l
)
)
e
j2 n
lm
N
=
1
N

k=0
N1

H
k
c
k
l =0
N1
e
j
2n
N
( km) l
+
+
1
N

l =0
N1
n
l
e
j2 n
lm
N
=

H
m
c
m
+N
m
k=m
N
m
km
con: N
m
=
1
N

l =0
N1
n
l
e
j2 n
lm
N
m| 0,1 ,... , N1 .
14
Questo risultato peraltro era gi stato ottenuto dall'analisi a tempo discreto fatta nel paragrafo
precedente: si osserva di nuovo come, a meno del rumore, i simboli in uscita dal demodulatore
siano

H
m
c
m
e per ricavare l'informazione originaria cm sia necessario conoscere l'evoluzione
(lenta) nel tempo della risposta del canale alle varie frequenze fm, onde poter effettuare la necessaria
equalizzazione.
Tale risposta pu essere stimata ad esempio trasmettendo periodicamente dei simboli noti al
ricevitore su predeterminate portanti (toni pilota): dalla misura della risposta del canale a tali toni
possibile, mediante procedure di interpolazione in frequenza e nel tempo, ricavare le richieste
stime della risposta tempo-frequenza del canale in corrispondenza dei simboli utili.
Questa procedura di equalizzazione molto meno onerosa e pi precisa di quella necessaria nel
caso di trasmissione dello stesso flusso informativo d'ingresso su di una sola portante. Ci
rappresenta un aspetto favorevole della modulazione OFDM.
Vedremo nel seguito come il sistema dei toni pilota viene impiegato, ad es. nella televisione digitale
terrestre.
A causa della presenza del rumore (specie in concomitanza con livelli elevati di fading) e degli
effetti residui dell'ISI, in realt i segnali in uscita dall'FFT + equalizzatore sono una stima del
corrispondente simbolo emesso tanto pi affetta da errore quanto maggiori sono gli effetti del
rumore e del fading, per cui, come in tutte le trasmissioni, sar necessario, come vedremo
successivamente, introdurre opportune tecniche di correzione degli errori (codifica di canale).
Uso della codifica differenziale nella modulazione OFDM
Una tecnica alternativa a quella dell'uso dei toni pilota rappresentata dall'utilizzo della codifica
differenziale. Nell'OFDM si distinguono due tipi di codifica differenziale: nel dominio della
frequenza oppure - come per le modulazioni classiche - nel dominio del tempo.
Con riferimento ad es. a modulazioni di tipo PSK, nel primo caso l'informazione utile (la fase)
viene associata alla differenza di fase tra portanti adiacenti dello stesso simbolo OFDM. Nel
secondo caso, l'informazione associata alla differenza di fase, su di una stessa portante, tra due
simboli OFDM consecutivi.
Vediamo il primo caso, con riferimento ad es. ad una modulazione QPSK. In questo caso il generico
simbolo numerico appartiene all'insieme:
c
k
=e
j
k
=

e
j(
n
4
+n
k
n
2
)

con n
k
| 0,1,2,3
dove k specifica ancora la portante che quel simbolo andr a modulare.
Consideriamo ora lo schema a blocchi del codificatore differenziale riportato in figura.
La portante a frequenza f0 di ciascun simbolo OFDM viene usata per trasportare la fase iniziale di
riferimento

0
, mentre le portanti successive trasportano l'informazione utile, che risulta dalla
differenza di fase tra coppie di portanti adiacenti, come ora verifichiamo.
c
k
c'
k
T ' =
T
s
N
c'
k1
k=0
k0
e
j
0
(dal mappatore)
(al convertitore S/P)
15
L'uscita del codificatore si esprime:
c'
k
=

e
j
0
k=0
c
k
c'
k 1
k|1,2 ,... , N1
Il circuito rappresenta un sommatore delle fasi, come si pu vedere direttamente, considerando che
il prodotto di esponenziali comporta la somma delle relative fasi, oppure analiticamente, ponendo
c'
k
e
j
k
e osservando che la fase

k
relativa alla k-esima portante risulta da:
e
j
k
=

k '=0
k
e
j
k'
=exp( j

k ' =0
k

k '
) da cui:
k
=

k ' =0
k

k '
.
L'operazione di decodifica dei simboli trasmessi con codifica differenziale si esegue mediante il
seguente circuito, che costituisce un sottrattore delle fasi, come deve essere:
Supponiamo infatti dapprima che in ingresso al circuito ci siano direttamente i simboli DQPSK
c'
k
(canale ideale). In uscita dal moltiplicatore avremo allora:
d
k
=c'
k
c'
k 1
*
=e
j
k
e
j
k1
=exp( j

k ' =0
k

k '
) exp(j

k ' =0
k1

k '
)=e
j
k
=c
k
k|1,2 , ... , N1
come deve essere.
Nel caso di codifica differenziale nel dominio del tempo, le operazioni da compiere sui segnali
sono le stesse del caso precedente, mentre gli operandi sono i fasori delle portanti con uguale
indice k, ma appartenenti a simboli OFDM consecutivi: quindi negli schemi prima indicati si
cambia k (indice delle frequenze) con i (indice del tempo) e Ts/N con Ts. In questo caso sono le
portanti del 1 simbolo OFDM che contengono la fase iniziale di riferimento.
Valutiamo ora l'incidenza del canale sulla modulazione OFDM, nel caso di utilizzo di codifica
differenziale. Esaminiamo dapprima il caso di codifica nel dominio della frequenza. Supponendo le
stesse ipotesi (canale piatto) fatte nel caso di utilizzo dei toni pilota, in uscita dal moltiplicatore,
in assenza di rumore, si ha il segnale:
d
k
=

H
k
c'
k

H
k1
*
c'
k 1
*
=

H
k

H
k1
e
j| arg

H
k
arg

H
k1

e
j
k
.
Essendo l'informazione utile associata alla fase, si osserva che la fase di
d
k
ci restituisce
correttamente tale informazione, purch il comportamento del canale sia tale che:
H
k
H ( f
k
,t )H
k1
H( f
k1
, t )
condizione sufficientemente rispettata se il canale, come
ipotizzato, piatto in frequenza.
Dualmente, nel caso di codifica differenziale nel tempo, l'uscita dal decodificatore differenziale si
esprime, con riferimento alla generica portante
f
k
:
d
i
=

H
i
c'
i

H
i1
*
c'
i1
*
=

H
i

H
i1
e
j | arg

H
i
arg

H
i1

e
j
i
.
In questo caso, la fase di
d
i
ci restituisce correttamente l'informazione purch il comportamento
del canale sia tale che:
H
i
H| f
k
, i (t +T
s
)H
i1
H | f
k
, it
cio se il canale piatto nel tempo (tempo-invariante).
d
k
T ' =
T
s
N
(al demappatore)
(dal convertitore P/S)
(.)*
16
Come valutazione generale, valida per entrambe le tecniche di codifica differenziale, si pu quindi
affermare che gli effetti del canale possono essere compensati senza richiedere la conoscenza della
risposta in frequenza dello stesso, nell'ipotesi che esso sia piatto nei confronti dei singoli segnali
del multiplex OFDM, come normalmente avviene.
Ci consente di poter evitare l'uso di equalizzatori e quindi di ridurre la complessit del ricevitore,
nonch di evitare la trasmissione periodica di simboli noti ai fini della stima del canale, ottenendo
con questo anche un risparmio in termini di maggiore capacit trasmissiva utile.
Cenno sulla codifica di canale
Le considerazioni finora fatte sull'equalizzazione o sull'uso della codifica differenziale non hanno
per tenuto conto degli effetti del rumore, sia sul segnale ricevuto che sulla stima del canale. Questi
effetti vengono esaltati in presenza di fading, come abbiamo visto studiando le prestazioni delle
modulazioni numeriche in presenza di fading piatto. Come abbiamo infatti gi accennato, l'adozione
della modulazione OFDM con utilizzo dell'intervallo di guardia consente di limitare gli effetti sui
segnali ricevuti causati dalla selettivit in frequenza del canale e dalla dispersione Doppler, ma non
l'altro effetto sfavorevole causato dal fading: la risposta in ampiezza del canale varia, secondo una
statistica che abbiamo supposto di Rayleigh o di Rice, introducendo una degradazione notevole
delle prestazioni in termini di probabilit di errore, come abbiamo visto.
Questo sfavorevole comportamento del canale viene combattuto mediante l'utilizzo di efficienti
tecniche di codifica di canale a correzione di errore, in abbinamento a tecniche di
interlacciamento (interleaving) sia in frequenza che nel tempo. In tal senso si parla di COFDM
(Coded Orthogonal Frequency Multiplexing).
Nei casi pi semplici, si utilizza un codice di tipo convoluzionale, con decodificatore di Viterbi in
ricezione, come vedremo nelle applicazioni. Tale decodificatore come noto funziona
correttamente solo se al suo ingresso non sono presenti lunghe sequenze di simboli errati (errori a
pacchetto), tendenza invece tipica del fading. Questa condizione operativa favorevole pu per
essere recuperata con l'adozione di tecniche di interlacciamento, che nel caso dell'OFDM possono
essere implementate oltre che nel tempo (come nelle normali modulazioni), anche in frequenza.
L'interlacciamento in frequenza risulta tanto pi efficace quanto pi ampia la banda occupata dalla
trasmissione, dovendosi prevedere di distribuire simboli numerici consecutivi su frequenze separate
di una quantit superiore alla banda di coerenza del canale, al fine di decorrelare da simbolo a
simbolo gli effetti del fading. Per tale motivo, come vedremo meglio nelle applicazioni, laddove la
singola sorgente informativa non dia luogo ad una sufficiente banda in trasmissione, si ricorre alla
multiplazione di pi sorgenti informative indipendenti in un unico flusso OFDM, al fine di ottenere
una banda complessiva adeguata.
Come detto, l'adozione di tecniche di interleaving consente di ottenere la desiderata indipendenza
del fading su simboli numerici consecutivi. Il principio di tale tecnica pu essere compreso anche
mediante una rappresentazione grafica: la figura della pagina seguente riporta un possibile
andamento della risposta in ampiezza del canale, nel dominio tempo-frequenza (funzione campione
del processo aleatorio H( f ,t ) ). E' possibile individuare nel piano tempo-frequenza delle
piccole superfici (i rettangoli piccoli del piano rappresentato in figura) che godono della seguente
propriet: i segnali che hanno durate Ts e bande B uguali ai lati di tali rettangoli, sperimentano un
comportamento del canale praticamente piatto sia in frequenza che nel tempo.
D'altra parte, esistono anche delle separazioni minime sia in frequenza (banda di coerenza del
canale Bc) che nel tempo (tempo di coerenza Tc), come illustrato dai lati dei rettangoli grandi, oltre
le quali due segnali sperimentano fading praticamente indipendenti.
In assenza di procedure di interleaving, la successione di simboli numerici in ingresso al
demappatore risulta uguale a quella trasmessa, che si ottiene scandendo per linee orizzontali da
17
sinistra verso destra e poi dall'alto verso il basso il reticolo piccolo; per tale motivo esiste una forte
correlazione - in termini di attenuazione - tra simboli consecutivi, sia nel dominio del tempo che in
frequenza. In presenza di fading elevato, ci comporta lunghe sequenze di simboli e quindi di bit
errati in ingresso al decodificatore.
La procedura di deinterleaving come quella indicata in figura, operata prima della decodifica,
prevedendo dei salti in frequenza e nel tempo superiori alla banda di coerenza ed al tempo di
coerenza del canale, rende improbabile il formarsi di lunghe sequenze di simboli e quindi di bit
errati.
Ovviamente, per non alterare l'ordine originario del flusso informativo, in fase di trasmissione deve
essere eseguita la procedura in interleaving, esattamente inversa di quella di deinterleaving operata
dal ricevitore.
Per semplicit di comprensione del meccanismo, lo schema di deinterleaving descritto opera a
livello di simbolo numerico, ovvero prima del demappatore, mentre nelle applicazioni che vedremo
tale processo opera a livello del flusso binario.
Analisi degli effetti degli errori di frequenza
La modulazione OFDM risulta notevolmente sensibile agli errori di frequenza, che si possono
generare in vari punti della catena di trasmissione, come ad es. nel trasmettitore e nel ricevitore, a
causa delle frequenze degli Oscillatori Locali dei Convertitori di frequenza, non perfettamente
allineate cos da dar luogo alle esatte frequenze nominali in trasmissione e/o in ricezione. Anche la
tempo-varianza del canale genera scarti Doppler sulle frequenze ricevute, come visto a suo tempo.
Complessivamente, per comodit di rappresentazione analitica possiamo schematizzare il fenomeno
come un disallineamento tra le frequenze del segnale ricevuto e quelle supposte rigorosamente
nominali dei correlatori del ricevitore.
Con riferimento ad un generico simbolo OFDM, ma per semplicit di analisi limitandoci ad
18
esaminare l'effetto relativamente alla finestra temporale (0,T u ] del ricevitore, possiamo allora
formalizzare questi disallineamenti nel seguente modo: indichiamo con
r (t )=

k=0
N1
c
k
e
j 2n( f
0
+A f
0
+kA f ) t

t (0, T
u
]
il segnale che entra nel generico m-esimo correlatore del ricevitore, dove si considerato ideale il
canale e A f
0
indica l'errore di frequenza, supposto uguale per tutte le portanti.
Esso in generale consiste di un numero intero di scarti
A f =1/ T
u
tra le portanti OFDM, pi una
frazione 6 f di tale scarto, con
6 f
A f
2
.
Quindi possiamo scrivere
A f
0
nella forma:
A f
0
=nA f +6 f n(... ,1,0,1, ...) ; 6 f
A f
2
.
Indichiamo poi con
f
m
= f
0
+mA f
la frequenza dell'm-esimo correlatore del ricevitore,
supposta come si detto nominale.
Operando in termini di preinviluppi, l'uscita dal correlatore si scrive allora:
u
m
=
1
T
u

0
T
u

k =0
N1
c
k
e
j 2n( f
0
+nA f +6 f +kA f ) t
e
j 2n( f
0
+mA f )t
dt =
1
T
u

0
T
u

k=0
N1
c
k
e
j 2n|( n+k m) A f +6 f t
dt
con m| 0,1 ,... , N1 .
Chiaramente, in assenza di errori di frequenza ovvero se n=6 f =0 , in uscita si ha il solo
simbolo elementare cm, come deve essere a motivo dell'ortogonalit delle portanti.
Analizziamo invece ora il caso di presenza di errori di frequenza. In tale caso l'uscita del correlatore
m-esimo si esprime, sviluppando l'espressione sopra scritta:
u
m
=A f

k=0
N1
c
k

0
1/ A f
e
j 2n|( n+k m) A f +6 f t
dt =
= A f

k=0
N1
c
k
j 2n|(n+km) A f +6 f

0
1/ A f
e
j 2n|( n+k m) A f +6 f t
d j 2n|(n+km) A f +6 f t =
=
(
A f

k =0
N1
c
k
j 2n|( n+km)A f +6 f
e
j 2n| (n+km) A f +6 f t
)
t =0
1/A f
=
= A f

k=0
N1
c
k
j 2n| (n+km) A f +6 f
|
e
j 2n( n+k m+
6 f
A f
)
1

=
=

k =0
N1
c
k
e
j n( n+k m+6 f
nor
)
2j n|( n+km)+6 f
nor

| e
j n( n+k m+6 f
nor
)
e
j n( n+km+6 f
nor
)
=
=

k =0
N1
c
k
e
j n( n+km)
e
j n6 f
nor
sinc(n+km+6 f
nor
) = e
j n6 f
nor

k=0
N1
c
k
(1)
n+km
sinc(n+km+6 f
nor
).
Il termine
e
j n6 f
nor
indica la nascita di un errore di fase, indipendente da m e quindi uguale per
tutte le uscite degli N correlatori, di valore compreso tra n/ 2 e +n/ 2 , proporzionale
all'errore frazionario relativo di frequenza
6 f
nor

6 f
A f
. Chiamiamo tale errore errore di fase
comune ( acronimo CPE: Common Phase Error), in quanto assume lo stesso valore per tutte le
portanti.
Esso comporta una rotazione della costellazione ricevuta rispetto a quella trasmessa.
Per analizzare il resto dell'espressione ottenuta, supponiamo dapprima il caso particolare n=0,
ovvero errori di frequenza
A f
0

6 f
A f
2
piccoli. Si osserva come l'errore residuo
6 f genera una perdita di ortogonalit delle portanti della trasmissione OFDM, come si deduce
19
dal fatto che, accanto al termine
c
m
atteso, peraltro ridotto in ampiezza del fattore
sinc(6 f
nor
)
, sono presenti anche contributi da tutti gli altri termini
c
k m
: infatti il fattore
km+6 f
nor
non un numero intero. La perdita di ortogonalit ha generato quindi
interferenza tra le portanti, ICI (Inter Carrier Interference).
Supponiamo invece ora che l'errore di frequenza sia pari ad un numero intero di scarti A f tra le
portanti, ovvero il caso di n0, 6 f =0 . In questo caso l'effetto dell'errore di frequenza
consiste nell'ottenere in uscita un simbolo,
c
mn
, diverso da quello
c
m
previsto da quel
correlatore. Si osservi che l'uscita potrebbe anche essere nulla, se mn| 0,1 ,... , N1 .
Riassumendo quanto detto, nel caso generale si ha contemporaneamente errore di fase comune, ICI,
ed uscita errata di simbolo (in realt, a causa della perdita di ortogonalit, pu essere presente anche
il simbolo giusto
c
m
, ma attenuato rispetto a quello
c
mn
).
E' utile valutare l'effetto dell'ICI in termini di valore del rapporto tra potenza utile e potenza
dell'interferenza, C/ICI.
Una valutazione statistica di tale rapporto risulta analiticamente semplice se ipotizziamo gli N
simboli elementari ck del generico simbolo OFDM caratterizzabili come 2N variabili aleatorie
(discrete e reali), statisticamente indipendenti, a valor medio nullo:
E (c
k
)=E(c
k
)=0
e
stessa varianza:
c
2
( c
k
)
=c
2
( c
k
)
=c
2
k
. Quest'ultima condizione risulta verificata per
modulazioni di tipo M-PSK.
Analizziamo il caso, pi frequente nella pratica, di piccoli errori di frequenza, ovvero il caso di
n=0, 6 f 0 . Per le ipotesi appena fatte, il valore quadratico medio del termine utile (quello
relativo al simbolo
c
m
) si esprime:
E c
m
e
j n6 f
nor
sinc(6 f
nor
)c
m
*e
j n6 f
nor
sinc (6 f
nor
)= sinc
2
(6 f
nor
)Ec
m
c
m
*=2c
2
sinc
2
(6 f
nor
) .
Similmente, il valore quadratico medio dell'interferenza im causata dai restanti termini della
sommatoria, si esprime:
Ei
m
i
m
*
=
= E

| e
j n6 f
nor

km
c
k
(1)
k m
sinc (km+6 f
nor
)| e
j n6 f
nor

k ' m
c
k '
*
(1)
k ' m
sinc( k ' m+6 f
nor
)

=
= E

km
sinc
2
( km+6 f
nor
)c
k
c
k
*=

k m
sinc
2
( km+6 f
nor
) E c
k
c
k
*
=2c
2

km
sinc
2
(km+6 f
nor
)
da cui rapportando:
(
C
ICI
)
m
=
sinc
2
(6 f
nor
)

k m
sinc
2
( km+6 f
nor
)
.
In base al Teorema limite centrale, possiamo affermare che complessivamente l'ICI ha una statistica
gaussiana, quindi il suo effetto equivalente ad un incremento del rumore.
Esaminando l'andamento del rapporto C/ICI riportato nella figura della pagina seguente, si osserva
che esso decresce inizialmente in misura molto rapida al crescere dell'errore residuo relativo,
tendendo ad assumere valori molto ridotti. Da ci si evince la necessit, per i sistemi OFDM, di
limitare entro valori molto contenuti gli errori relativi di frequenza .
Vedremo successivamente come si possa ottenere questo risultato, mediante un'opportuna procedura
di sincronizzazione di frequenza operata dal ricevitore.
20
La figura fa riferimento ad un numero di N=128 portanti e m=N/2, ma pu dirsi rappresentativa di
tutti casi di N grande , come avviene ad es. nelle applicazioni broadcasting.
Ci risulta confermato anche dalla considerazione che possibile ottenere un'espressione
approssimata indipendente da N del rapporto C/ICI relativa alla portante m=N/2, nell'ipotesi di N
grande e piccolo errore frazionario relativo di frequenza: a tal fine, poniamo nell'espressione
generale appena ricavata l km . Supponendo N pari (come avviene nella pratica) l risulta un
numero intero e compreso - nella sommatoria in cui esso compare - tra -N/2 e +N/2 , zero escluso .
Essendo l intero e avendo supposto
6 f
nor
1
valgono le seguenti approssimazioni:
sen
|
n
(
l +6 f
nor
)
=sen(nl ) cos(n6 f
nor
)+cos(nl )sen(n6 f
nor
)=cos(nl )sen(n6 f
nor
) =
=(1)
l
sen(n6 f
nor
)(1)
l
n6 f
nor
e conseguentemente: sen
2
|
n
(
l +6 f
nor
)
n
2
(
6 f
nor
)
2
.
Tenuto conto che possiamo porre, sempre per le ipotesi fatte:
n
2
(
l +6 f
nor
)
2
n
2
l
2
si ha infine la seguente approssimazione: sinc
2
(
l +6 f
nor
)

1
l
2
(
6 f
nor
)
2
.
Si ha quindi:
(
C
ICI
)
m=N/ 2
=
sinc
2
(6 f
nor
)

km
sinc
2
(kN / 2+6 f
nor
)

l =N /2
+N/ 2
sinc
2
(l +6 f
nor
)

l=N/ 2
+N /2
1
l
2
( 6 f
nor
)
2
.
Tenuto conto della relazione
l =1

1/ l
2
=n
2
/ 6
possiamo fare la seguente approssimazione:

l =N/ 2
+N /2
1/ l
2
2(n
2
/ 6) da cui infine, sotto le ipotesi fatte:
C
ICI

3
n
2
(
6 f
nor
)
2
.
Osservazione:
L'affermazione fatta dell'indipendenza del rapporto C/ICI dal numero di portanti, non deve per
portare ad errate interpretazioni nelle applicazioni. Infatti, come vedremo, nelle applicazioni
prefissata la banda B a disposizione per la trasmissione, ma possono essere selezionati differenti
valori di N. Quindi, al variare di N varia lo scarto tra le portanti A f =B/ N e conseguentemente,
a parit di errore assoluto di frequenza 6 f , varia quello relativo
6 f
nor
e quindi anche il
rapporto C/ICI. In particolare, al crescere di N , decresce il rapporto C/ICI.
21
Analisi degli effetti degli errori di fase
La modulazione OFDM sensibile anche agli errori di fase aleatoria, dovuti principalmente al
rumore di fase degli Oscillatori Locali utilizzati per le operazioni di conversione di frequenza sia
nel trasmettitore che nel ricevitore.
Per analizzarne gli effetti, similmente al caso precedente, indichiamo con (t ) la differenza di
fase, aleatoria, dovuta a tali disturbi, tra segnale ricevuto e segnale del generico m-esimo
correlatore. L'uscita di esso si scrive:
u
m
=
1
T
u

0
T
u

k =0
N1
c
k
e
j | 2n( f
0
+k A f ) t+( t )
e
j 2n( f
0
+mA f ) t
dt =
1
T
u

k=0
N1
c
k

0
T
u
e
j 2n( km) A f t
e
j (t )
dt
dove (t ) un processo aleatorio passa-basso, che supponiamo stazionario, a valor medio nullo
e densit spettrale di potenza media
S

( f )
nota.
Analizziamo il caso di piccoli errori di fase: (t )1 rad. In tale ipotesi si pu fare la seguente
approssimazione: e
j ( t)
1+j (t ) e quindi scrivere:
u
m
=
1
T
u

k =0
N1
c
k

0
T
u
e
j 2n( km)A f t
dt + j
1
T
u

k=0
N1
c
k

0
T
u
(t ) e
j 2n( km) A f t
dt =
= c
m
+ j
1
T
u

k=0
N1
c
k

0
T
u
(t ) e
j 2n(k m) A f t
dt .
Si osserva quindi come l'uscita del correlatore sia costituita dal termine utile desiderato cm pi un
termine interferente i
m
j
1
T
u

k=0
N1
c
k

0
T
u
(t )e
j 2n(k m) A f t
dt causato dall'errore di fase, che anche in
questo caso genera interferenza intra-simbolo al ricevitore.
Nel termine interferente im opportuno distinguere 2 contributi: il primo relativo al simbolo utile
stesso cm e l'altro ai restanti simboli
c
k m
.
Possiamo quindi scrivere:
i
m
=j c
m
1
T
u

0
T
u
(t ) dt +j
1
T
u

km
c
k

0
T
u
(t ) e
j 2n(k m) A f t
dt .
Indichiamo con

0
la variabile aleatoria che risulta dall'integrale:
0

1
T
u

0
T
u
(t )dt .
Relativamente ad una singola funzione campione (realizzazione) del processo aleatorio (t ) ,

0
rappresenta il valor medio temporale dell'errore di fase, nel tempo utile di simbolo.
Per l'ipotesi assunta (t )1 , risulta anche

0
1.
Possiamo chiamare

0
errore di fase comune (a tutti i simboli ck di uno stesso simbolo
OFDM), in quanto tale la rotazione che subisce il generico simbolo utile:
c
m
(1+j
0
)c
m
e
j tg
1
(
0
)
c
m
e
j
0
.
I restanti termini della sommatoria descrivono ancora l'interferenza da canali adiacenti ICI, gi
riscontrata nel caso di errori di frequenza.
Applicando alla sommatoria il Teorema limite centrale, possibile anche in questo caso affermare
che l'ICI ha una statistica gaussiana, e quindi il suo effetto equivalente ad un incremento del
rumore AWGN.
Indichiamo ora pi in generale con

l'insieme di variabili aleatorie, complesse salvo che per


l=0:

1
T
u

0
T
u
(t ) e
j2nl A f t
dt con l km(... ,1,0 ,+1,...) .
22
Osserviamo che la funzione integranda (t )e
j2 nl A f t
rappresenta formalmente il segnale (t )
traslato in frequenza di una quantit pari a lA f . D'altra parte, ogni singola variabile aleatoria

l
pu essere interpretata formalmente come un valore dell'uscita di un filtro con risposta
impulsiva di tipo rettangolare di ampiezza 1/Tu e durata Tu, e quindi con risposta in frequenza di
modulo pari a

sinc (
f
A f
)

, al cui ingresso posto il segnale (t )e


j2 nl A f t
.
Se quindi indichiamo con
S

( f )
la densit spettrale di potenza media del rumore di fase, il
valore quadratico medio dell'uscita dal filtro si esprime:
E
l
2
=

+
S

( f l A f ) sinc
2
(
f
A f
) df c

l
2
, dove l'ultima eguaglianza deriva dall'aver
supposto nullo il valor medio del processo aleatorio (t ) .
Supponendo i simboli ck con le stesse caratteristiche statistiche del caso precedente e inoltre
statisticamente indipendenti dal rumore di fase (t ) (ipotesi del tutto plausibile), siamo in grado
di esprimere il rapporto C/ICI, in analogia a quanto visto per l'analisi degli errori di frequenza;
infatti, riguardo alla potenza utile, avendo tenuto conto che:
c
m
(1+j
0
)c
m
e
j
0
possiamo scrivere: c
c
m
(1+ j
0
)
2
=2c
2
.
Riguardo all'interferenza, questa si esprime, con le posizioni fatte:
i
m
' j

k m
c
m

km
con
c
k
indipendente da

km
da cui:
E i
m
' i
m
' *=

k m
E c
k
c
k
*E
km
2
=2c
2

km
c

km
2
da cui infine, rapportando:
(
C
ICI
)
m
=
2c
2
2c
2

km
c
2

km
=
1

km
c
2

k m
=
1

km

+
S

| f (km) A f sinc
2
(
f
A f
) df
Nota quindi l'espressione dello spettro di potenza del rumore di fase
S

( f )
, possibile calcolare
il rapporto C/ICI.
In linea generale, si possono fare le seguenti considerazioni:
Dall'esame dell'espressione del valore quadratico medio/ varianza dell'errore di fase comune:
c

0
2
E
0
2
=

+
S

( f ) sinc
2
(
f
A f
)df
si osserva che, a motivo dell'andamento della funzione
sinc
2
(
f
A f
)
, il cui lobo principale risulta
compreso in f A f , statisticamente l'errore di fase comune causato prevalentemente dalle
componenti di bassa frequenza dello spettro del rumore di fase, come possiamo chiamare le
componenti spettrali di frequenza f A f .
Valutiamo ora invece quali parti dello spettro del rumore di fase intervengono prevalentemente a
determinare la potenza dell'ICI. A tal fine, abbiamo visto come la potenza dell'ICI sia proporzionale
a:
k m

+
S

| f (km)A f sinc
2
(
f
A f
) df =

km
S

| f (km) A f sinc
2
(
f
A f
) df
.
Ponendo +f (km)A f , l'espressione precedente assume la forma:

km
S

(+) sinc
2
|
+
A f
+(km) d +=

+
S

(+)

k m
sinc
2
|
+
A f
+( km) d +
.
Possiamo allora affermare che ai fini dell'ICI concorre lo spettro del rumore di fase pesato per la
funzione
W
ICI
( f )

km
sinc
2
| f T
u
+( km)
.
23
Le figure della pagina seguente riportano due possibili andamenti della funzione peso
W
ICI
( f )
.
La prima figura fa riferimento ad un sistema OFDM con N=21 portanti e m=10, mentre la
successiva ad un sistema con N=127 portanti ed un valore di m=34.
L'ascissa delle figure quotata in termini di numero di A f : infatti riporta i valori di
f T
u
=f /A f
. Il valore zero in ascissa in corrispondenza di k=m, e per tale valore di frequenza
la funzione peso si annulla in quanto essa risulta la somma di funzioni sinc al quadrato, traslate di
un numero intero di scarti A f , i cui nulli sono tutti a distanza multipla intera di A f dal
rispettivo massimo. Ma poich in tale sommatoria manca il termine per k=m, ecco che per f=0 si ha
sempre un nullo della funzione peso.
Si noti come le funzioni peso abbiano un'altezza circa unitaria ed un'estensione uguale a circa
NA f . Ci risulta tanto pi vero quanto pi elevato il numero di portanti N.
Dall'esame della funzione finestra, si pu quindi dedurre come regola generale che alla potenza
dell'ICI contribuiscono prevalentemente i contenuti spettrali del rumore di fase a frequenze
f >A f .
In base a quanto finora detto, a parit di banda B del segnale OFDM, e a parit di spettro del rumore
di fase, al crescere del numero di portanti N diminuisce l'errore di fase comune (valore quadratico
medio) ed aumenta la potenza dell'ICI, in quanto decresce A f .
24
A titolo di esempio, le figure delle pagine successive mostrano gli effetti del rumore di fase su una
mappatura 64-QAM (fig. 2), rispetto al caso di presenza di solo rumore AWGN con Eb/N0 = 21 dB
(fig. 1). Si osservano sia la comparsa dell'errore di fase comune (rotazione della costellazione) che
gli effetti dell'ICI (aumento della dispersione dei punti della costellazione).
La figura 3 verifica infine la cancellazione dell'errore di fase, che si ottiene filtrando lo spettro del
rumore di fase con un filtro notch centrato sull'origine e di banda B=A f : si osserva un
notevole miglioramento, dovuto alla scomparsa degli effetti dell'errore di fase (assenza di
rotazione), rimanendo peraltro invariato l'effetto dell'ICI, come deve essere.
25
26
_________
Infine un altro aspetto negativo della modulazione OFDM rispetto alla trasmissione su portante
singola rappresentato dall'elevato rapporto tra potenza di picco e potenza media del segnale
trasmesso.
Ci dovuto al fatto che la distribuzione statistica delle ampiezze del segnale OFDM di tipo
gaussiano, quindi con probabilit piccole ma esistenti di avere anche valori di ampiezza molto
elevati.
La distribuzione gaussiana delle ampiezze giustificabile dall'osservazione che il segnale OFDM:
s (t )=

i=
+

k=0
N1
| c
ik
cos(2n f
k
t )c
ik
sen (2n f
k
t ) wind(t / T
s
i )
risulta una combinazione lineare di un elevato numero di v. a. che possono essere ipotizzate
statisticamente indipendenti e quindi, per il Teorema limite centrale, con statistica gaussiana.
I valori elevati di rapporto tra potenza di picco e potenza media rendono pi onerose le specifiche
da richiedere ai convertitori A/D ed agli amplificatori sia del trasmettitore che del ricevitore, al fine
di contenere entro limiti accettabili gli effetti delle non linearit degli stessi.
Esistono tuttavia in letteratura possibili tecniche per ridurre l'incidenza di tale fenomeno sui
dispositivi sopra citati, alla quale si rimanda per approfondimenti.
27
Cenni sulla sincronizzazione dei sistemi OFDM
Riassumendo l'analisi dei sistemi OFDM finora condotta, questa partita da un'iniziale ipotesi di
condizioni ideali di funzionamento: canale di trasmissione non dispersivo e perfetto allineamento
del processo di demodulazione con il segnale trasmesso. Successivamente sono stati introdotti
alcuni elementi di non idealit: in primo luogo un canale reale, affetto da rumore e del tipo a
cammini multipli eventualmente tempo variante, reso peraltro non dispersivo nel tempo e in
frequenza mediante l'utilizzo di un opportuno tempo di guardia.
Anche per questo tipo di canale, abbiamo tuttavia visto come sia necessario in ricezione prevedere
una procedura di equalizzazione, la cui implementazione pu avvenire ad esempio utilizzando
l'informazione fornita attraverso la trasmissione dei toni pilota.
Altre non idealit prese singolarmente in esame sono state i disallineamenti di frequenza tra
trasmettitore e ricevitore, nonch il rumore di fase che si genera nei processi di conversione di
frequenza.
Per completare l'esame delle non idealit presenti nei sistemi OFDM reali, rimangono da
considerare gli effetti di altri due disallineamenti: quello tra i periodi di campionamento dei segnali
in trasmissione e in ricezione, non perfettamente coincidenti, e quello della finestra dei campioni
da inviare in ingresso all'FFT del ricevitore, che idealmente dovrebbe essere esattamente allineata
con gli N campioni della parte utile del simbolo OFDM, relativi all'uscita della IFFT del
trasmettitore.
Quest'ultima condizione richiede che il ricevitore implementi al suo interno una procedura di
sincronizzazione di simbolo OFDM, mentre la limitazione degli effetti causati dai disallineamenti
di frequenza e dei clock dei convertitori D/A del trasmettitore e A/D del ricevitore, richiede che il
ricevitore implementi una procedura di sincronizzazione di frequenza.
Prima di dare qualche indicazione generale sulle procedure di sincronizzazione di simbolo e di
frequenza, necessario descrivere brevemente gli effetti che si hanno in assenza di tali procedure.
Con riferimento alla sincronizzazione di simbolo, il ricevitore deve essere in grado di individuare il
primo campione di segnale relativo al simbolo OFDM corrente, al fine di scartare gli Ng campioni
relativi all'intervallo di tempo di guardia Tg e inviare al convertitore S/P e quindi all'FFT per la
demodulazione, esattamente gli N campioni compresi nel tempo utile di simbolo trasmesso. In tal
senso si parla di finestra dell'FFT correttamente posizionata, in quanto come abbiamo visto
consente almeno idealmente una demodulazione priva degli effetti sia di ISI che di ICI.
Vediamo invece, da un punto di vista qualitativo, quali sono gli effetti del non corretto
posizionamento della finestra, che avviene quando essa posizionata in anticipo oppure in ritardo di
un certo numero di campioni del segnale.
In questa discussione supponiamo, come spesso pu avvenire nella realt, che la durata della
risposta impulsiva del canale sia inferiore al tempo di guardia Tg: in questo caso un certo numero di
campioni finali del prefisso ciclico risulteranno privi di ISI. Conseguentemente, un anticipo della
posizione della finestra dell'FFT che risulti confinato all'interno di tali campioni finali del prefisso,
non genera ISI e neanche ICI, ma tuttavia presenta come effetto negativo quello di una rotazione di
fase dei simboli numerici ricevuti rispetto a quelli trasmessi. Tale rotazione risulta non essere
uguale per tutti i simboli, ma per ciascun simbolo risulta proporzionale alla frequenza della
sottoportante che lo trasporta. Ci risulta evidente se si tiene conto della propriet di traslazione di
cui gode l'operatore DFT:
DFT ( r
nk
)=DFT ( r
n
)e
j k n/ N
dove n indica il numero di campione corrente e k il numero di campioni di cui risulta traslata la
finestra FFT (k positivo se la finestra anticipata, altrimenti negativo).
Se l'anticipo della finestra eccede quello relativo ai campioni del prefisso ciclico non interferiti,
oltre all'effetto di rotazione di fase suddetto si aggiungono gli effetti dovuti all'ISI e all'ICI.
28
Gli stessi effetti combinati di rotazione di fase, ISI ed ICI si hanno nel caso che la finestra sia
ritardata rispetto alla sequenza dei campioni relativi al tempo utile di simbolo, in questo caso
ovviamente qualunque sia l'entit del ritardo.
Si comprende quindi come sia necessario prevedere un efficace processo di sincronizzazione di
simbolo, al fine di contenere entro limiti accettabili la degradazione di prestazioni del sistema.
Laddove la trasmissione sia organizzata in trame (successione di L simboli), si pone anche il
problema della sincronizzazione di trama, che pu comportare passi successivi a quella di simbolo.
Illustriamo ora quali sono gli effetti combinati dei disallineamenti di campionamento e di
frequenza.
Per quanto riguarda questi ultimi, una prima analisi gi stata condotta precedentemente: essa per
era relativa ad un singolo simbolo OFDM, esaminato nella finestra temporale
( 0,T
u
]
. In questa
fase invece dobbiamo prendere in considerazione gli effetti sull'intero flusso temporale di simboli
OFDM.
Per indicare quantitativamente i disallineamenti di frequenza, utilizziamo una notazione analoga a
quella precedentemente impiegata, esprimendoli in forma normalizzata come
A f
0
A f
=n
I
+
6 f
A f
=n
I
+6 f
nor
dove
n
I
indica il numero intero di scarti A f tra portanti
adiacenti di cui costituito l'errore di frequenza (precedentemente indicato con n) e
6 f
nor

6 f
A f
l'errore frazionario relativo, in valore assoluto <1/2, come abbiamo visto a suo
tempo.
Per quanto riguarda il disallineamento di campionamento, lo indichiamo in forma normalizzata
come
6t
nor

T ' T
T
, dove T ' e T indicano rispettivamente i periodi di campionamento in
trasmissione e in ricezione.
Gli effetti dei due tipi di disallineamento considerati risultano combinati, da cui la necessit di
trattarli congiuntamente. Risultando per la trattazione analitica complicata, ci limitiamo in questa
sede ad illustrarne i risultati, rimandando per approfondimenti ai riferimenti bibliografici riportati al
termine del paragrafo.
In assenza di ISI, ovvero di errori di sincronizzazione di simbolo, l'effetto combinato di tali errori
sul generico campione
u
ik
in uscita dall'FFT , dove i indica l'indice temporale e k quello della
portante, in questa analisi supposta variare tra -K/2 e +K/2 con K<N numero delle portanti
utilizzate, si riconduce alla comparsa di:
1) un termine di rotazione di fase (aggiuntivo rispetto a quello dovuto al canale);
2) un fattore di riduzione di ampiezza;
3) un termine di ICI.
Come si vede, qualitativamente si hanno gli stessi effetti gi discussi nel caso di presenza del solo
errore di frequenza.
In questo caso per il termine di rotazione di fase risulta pi complesso, sia per la presenza dei
disallineamenti dei clock, sia perch si valutano gli effetti anche nel dominio del tempo, ovvero al
variare dell'indice i (numero di simbolo OFDM).
Precisamente, l'errore di fase introdotto sul generico campione
u
ik
dai suddetti disallineamenti
assume l'espressione:
ik
=nc
k '
+2n
i N
s
+N
g
N
(c
k '
+n
I
)
dove
c
k '
6 f
nor
+k ' 6t
nor
, k ' kn
I
e gli altri simboli hanno i significati gi definiti.
29
Si pu osservare preliminarmente come questa espressione , nel caso la si valuti in presenza di solo
errore di frequenza (
6t
nor
=0
) e nel tempo di simbolo i=0 , con assenza di tempo di guardia
(Ng = 0), si riconduce al termine
n 6 f
nor
, che rappresenta esattamente l'espressione dell' errore
di fase comune precedentemente ricavato.
Pi in generale invece, possiamo individuare due termini di rotazione di fase:
1) un primo termine indipendente dal tempo, che contiene l'errore di fase comune, ma
anche un termine variabile con l'ordine k della portante:
nc
k '
+2n
N
g
N
(c
k '
+n
I
) ; poich questo termine si mantiene invariato da un simbolo a
quello successivo, la sua stima rientra in quella della risposta in frequenza del canale.
2) un secondo termine, crescente anche al crescere dell'indice temporale i:
2ni
N
s
N
(c
k '
+n
I
) . Ad ogni nuovo simbolo OFDM ricevuto, si ha quindi un incremento di
rotazione di fase : A
k
=2n
N
s
N
(c
k '
+n
I
) . Questo incremento costituito di una parte
uguale per tutte le portanti, ed un'altra crescente linearmente con la frequenza della portante,
originata dall'errore di campionamento. Poich complessivamente questo secondo termine
varia da un simbolo OFDM all'altro, il suo contributo deve essere stimato dal ricevitore
mediante una procedura di stima dedicata, per operare la necessaria correzione.
Tenendo conto degli effetti di tutte queste non idealit, la procedura di ricezione ottima che
ipotizziamo quella di prevedere a carico del ricevitore dei processi di stima del canale e
sincronizzazione di simbolo e di frequenza sufficientemente precisi, cos da poter considerare gli
effetti degli errori residui come incrementi del rumore AWGN. Il corrispondente decremento del
rapporto segnale/rumore rispetto al ricevitore ideale costituisce la cosiddetta perdita di
implementazione, che pu essere colmata incrementando la potenza in trasmissione.
Una classificazione generale dei possibili processi di stima dei parametri distingue tra procedure di
stima DA (Data Aided) oppure NDA (Non Data Aided), ovvero assistite da una serie di dati inseriti
nella trama di trasmissione e noti al ricevitore (es. toni pilota, simboli iniziali di training), oppure
che non utilizzano tali dati, ma tipicamente sfruttano le periodicit presenti nella trasmissione
OFDM, come la ripetizione dei campioni finali del simbolo OFDM nel suo prefisso ciclico.
A livello operativo, possiamo avere procedure di stima che operano sui segnali ricevuti nel dominio
del tempo (stime pre-FFT), e/o nel dominio della frequenza (stime post-FFT).
In linea generale, le procedure di stima dei disallineamenti descritti avvengono normalmente in due
passi successivi: una prima stima grezza (coarse), seguita da una stima finale fine.
La procedura di sincronizzazione normalmente prevede due fasi successive in cascata: una prima
fase di acquisizione, durante la quale si cerca di ridurre a valori convenientemente piccoli i vari
disallineamenti della trasmissione. Tipicamente questa fase avviene all'inizio di una trasmissione e
deve essere di durata la pi breve possibile.
Una seconda fase detta di tracking (inseguimento), che dura per tutta la trasmissione, durante la
quale il ricevitore cerca di correggere i lenti ma inevitabili disallineamenti che si manifestano a
causa della non idealit dei vari circuiti elettronici (oscillatori, convertitori A/D e D/A, ecc.).
Da un punto di vista teorico matematico, le procedure di stima dei parametri possono essere basate
su vari criteri, tra cui i pi frequenti sono quelli a correlazione e a massima verosimiglianza.
Un esempio di possibile implementazione delle procedure di stima suddette sar illustrato
successivamente, con riferimento al sistema europeo di televisione digitale terrestre DVB-T.
Riferimento bibliografico:
Speth, S. A. Fechtel, G. Fock, H. Meyr: Optimum receiver design for wireless broad-band systems using OFDM
Part I. Pubblicato sulla Rivista: IEEE Transactions on Communications, Vol. 47, N. 11, November 1999.

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