1) Le Strisce Krone
3)IL SUONO
Il suono è la sensazione data dalla vibrazione di un corpo in oscillazione, questa vibrazione si
propaga nell'aria e raggiunge l'apparato uditivo dell'orecchio che crea una "sensazione uditiva"
correlata alla natura della vibrazione.
Le oscillazioni sono spostamenti delle particelle. Gli spostamenti sono provocati da movimenti
vibratori, provenienti da un determinato oggetto chiamato sorgente del suono, il quale trasmette
il proprio movimento alle particelle grazie alle proprietà meccaniche del mezzo; le particelle a loro
volta, iniziando ad oscillare, trasmettendo così il movimento alle altre particelle vicine e queste a
loro volta ad altre ancora, provocando una variazione locale della pressione. Originando cosi’
un'onda sonora, che si ottiene quando si propaga l'onda, che oscilla lungo la direzione di
propagazione. Il suono è un'onda che gode delle seguenti proprietà: riflessione, rifrazione e
diffrazione, ma non della polarizzazione (a differenza della luce che è un'onda elettromagnetica).
Bisogna fare una differenza fra suono e rumore. Il suono è una sensazione che nasce nell'uomo
quando una perturbazione meccanica si propaga in un mezzo elastico facendolo vibrare. Per
questa ragione molto spesso abbiamo a che fare con suoni i cui stimoli acustici hanno le
componenti in frequenza multipli della frequenza fondamentale, invece il rumore è una
sensazione uditiva sgradevole e fastidiosa o intollerabile. Tuttavia alcuni studiosi ritengono che la
differenza di significato tra suono e rumore sia legata alla controllabilità dell'emissione acustica, e
non alla sua gradevolezza. L'orecchio umano non è ugualmente sensibile a tutte le frequenze, ma è
più sensibile nel campo compreso fra 2 kHz e 5 kHz, ed è molto meno sensibile alle frequenze
estremamente elevate o estremamente basse.
Cognome: Baiano Nome: Giuseppe Data: 15/05/2020 Classe: 3^ Sezione: H
Un ricevitore opera sempre in maniera duale ovvero opposta o inversa a quanto fa il trasmettitore
in modo da ripristinare l'informazione contenuta nella sorgente informativa iniziale depurando il
segnale ricevuto dalle operazioni di elaborazione messe in atto dal trasmettitore e necessarie per
la trasmissione efficiente sul canale come la modulazione e la codifica di sorgente e di canale.
È caratterizzato da una propria sensibilità ovvero da un livello minimo di potenza del segnale
ricevuto che può essere rivelato, tipicamente espresso o comunque strettamente dipendente da
un livello di rapporto segnale/rumore.
Cognome: Baiano Nome: Giuseppe Data: 15/05/2020 Classe: 3^ Sezione: H
5) IL SEGNALE VIDEO
Il segnale video è un segnale elettrico il cui valore rappresenta la luminosità dei vari punti delle
righe che formano l'immagine televisiva. Esistono diversi tipi di segnale video, ma il più frequente
è quello ad esempio nel cavo SCART che collega un lettore DVD al televisore, è il segnale video
composito, così chiamato perché contiene sia le informazioni relative alla luminosità dei vari punti
che compongono l'immagine sia dei segnali di sincronismo che guidano la scansione dell'immagine
stessa.
Per essere trasmesso via etere il segnale veniva modulato in radiofrequenza e sommato al segnale
audio (anch'esso modulato) venendo a costituire il segnale televisivo o "segnale d'antenna".
Le caratteristiche del segnale video composito, che ancor oggi ci permette di osservare sul
televisore ciò che abbiamo registrato con la videocamera. Poi ci sono state innumerevoli
innovazioni tecnologiche (ad esempio i sensori interni alla telecamera) ma la struttura del segnale
televisivo è rimasta invariata, dato che sarebbe stato impossibile, ad ogni progresso della
tecnologia, cambiare centinaia di milioni di apparecchi televisivi.
La frequenza delle immagini, anche chiamata frequenza dei fotogrammi, è il numero di immagini
per unità di tempo che vengono visualizzate. Varia da sei a otto immagini al secondo (fps) per le
vecchie macchine da presa a 120 o più per le nuove videocamere professionali
Per generare i vari colori di un'immagine televisiva, dal cannone elettronico del cinescopio partono
tre pennelli elettronici ognuno dei quali va a colpire sullo schermo i fosfori di un determinato
colore: rosso, verde, blu, d'altra parte nelle telecamere professionali ci sono tre CCD ognuno dei
quali, grazie a dei filtri, genera un segnale corrispondente a uno di questi tre colori.
Il metodo più semplice per trasmettere un segnale video a colori sarebbe ovviamente quello di far
arrivare al monitor tre segnali distinti e tra loro sincronizzati, uno per il rosso, uno per il verde e
uno per il blu. Questo sistema è denominato RGB