Sei sulla pagina 1di 7

Cognome: Baiano Nome: Giuseppe Data: 15/05/2020 Classe: 3^ Sezione: H

1) Le Strisce Krone

In telecomunicazioni il permutatore è un elemento passivo di una rete


telefonica, che svolge le funzioni di terminazione e numerazione della
rete in rame, consentendo così la permutazione, la protezione da
sovratensioni e il sezionamento tra la rete stessa e l'autocommutatore
telefonico.

Permutatore dentro una centrale telefonica è formato da:


Blocchetti di permutazione Krone con strisce IDC da 10 coppie ciascuna.
E’ composto da un telaio di permutazione in metallo che a sua volta può
contenere singole strisce o interi blocchi di permutazione. Il telaio è
dimensionato in base alle utenze potenzialmente da servire o in base ai
futuri piani di espansione della rete. (in grandi centrali di città possono
assumere altezze e larghezze piuttosto grandi)
I blocchi di permutazione sono formati solitamente da 1, 3, 5 o 10 strisce
ciascuno, con capacità di 10 coppie (“posizioni”) per striscia, sia lato
ingresso che lato uscita. Le strisce possono essere quindi considerate a
Cognome: Baiano Nome: Giuseppe Data: 15/05/2020 Classe: 3^ Sezione: H

tutti gli effetti dei moduli sostituibili, e solitamente hanno contatti


lamellari IDC
Nel permutatore, i doppini provenienti dalle porte degli apparati di
centrale eroganti servizi vari quali POTS, ISDN e ADSL sono attestati sulle
strisce disposte in orizzontale (che corrisponde ad un numero di
telefono), mentre i doppini in uscita verso l'utente sono attestati sulle
strisce disposte in verticale (che corrisponde ad un’unità immobiliare).
Per attivare un servizio è necessario effettuare la permuta tra la corretta
posizione della striscia orizzontale e la corretta posizione della striscia
verticale.
I blocchi di permutazione sono installati, in misura inferiore, anche negli
armadi riparti-linea (rete telefonica "elastica") che svolgono una seconda
funzione di permutazione tra le coppie primarie (provenienti dal
permutatore della centrale) e le coppie secondarie (provenienti dalle
chiostrine di distribuzione in prossimità della sede utente). In questo
modo, le linee vengono organizzate efficientemente ed è anche possibile
sostituire una coppia guasta o con basso isolamento senza
necessariamente intervenire su tutta la tratta centrale-utente, cosa che
richiederebbe tempi e costi particolarmente alti.
Esistono strisce di permutazione a separazione e non, le prime sono in
grado di interrompere la connessione elettrica tra la centrale telefonica e
l'utente finale al fine di effettuare verifiche e misurazioni, le seconde no.
Le strisce maggiormente diffuse in Europa ed in Australia sono di tipo
Krone LSA-PLUS da 10 coppie, standard proprietario europeo alternativo
agli statunitensi 110 block e 66 block.
Cognome: Baiano Nome: Giuseppe Data: 15/05/2020 Classe: 3^ Sezione: H

Questo cavo è formato da varie coppie, come l’immagine qui riportata:

Ogni filo presente corrisponde ad una possibile combinazione:


1) BIANCO BLU
2) BIANCO ARANCIONE
3) BIANCO VERDE
4) BIANCO MARRONE
5) BIANCO GRIGIO
6) ROSSO BLU
7) ROSSO ARANCIONE
8) ROSSO VERDE
9) ROSSO MARRONE
10) ROSSO GRIGIO
11) NERO BLU
12) NERO ARANCIONE
13) NERO VERDE
14) NERO MARRONE
15) NERO GRIGIO
16) GIALLO BLU
17) GIALLO ARANCIONE
18) GIALLO VERDE
19) GIALLO MARRONE
20) GIALLO GRIGIO
Cognome: Baiano Nome: Giuseppe Data: 15/05/2020 Classe: 3^ Sezione: H

3)IL SUONO
Il suono è la sensazione data dalla vibrazione di un corpo in oscillazione, questa vibrazione si
propaga nell'aria e raggiunge l'apparato uditivo dell'orecchio che crea una "sensazione uditiva"
correlata alla natura della vibrazione.
Le oscillazioni sono spostamenti delle particelle. Gli spostamenti sono provocati da movimenti
vibratori, provenienti da un determinato oggetto chiamato sorgente del suono, il quale trasmette
il proprio movimento alle particelle grazie alle proprietà meccaniche del mezzo; le particelle a loro
volta, iniziando ad oscillare, trasmettendo così il movimento alle altre particelle vicine e queste a
loro volta ad altre ancora, provocando una variazione locale della pressione. Originando cosi’
un'onda sonora, che si ottiene quando si propaga l'onda, che oscilla lungo la direzione di
propagazione. Il suono è un'onda che gode delle seguenti proprietà: riflessione, rifrazione e
diffrazione, ma non della polarizzazione (a differenza della luce che è un'onda elettromagnetica).
Bisogna fare una differenza fra suono e rumore. Il suono è una sensazione che nasce nell'uomo
quando una perturbazione meccanica si propaga in un mezzo elastico facendolo vibrare. Per
questa ragione molto spesso abbiamo a che fare con suoni i cui stimoli acustici hanno le
componenti in frequenza multipli della frequenza fondamentale, invece il rumore è una
sensazione uditiva sgradevole e fastidiosa o intollerabile. Tuttavia alcuni studiosi ritengono che la
differenza di significato tra suono e rumore sia legata alla controllabilità dell'emissione acustica, e
non alla sua gradevolezza. L'orecchio umano non è ugualmente sensibile a tutte le frequenze, ma è
più sensibile nel campo compreso fra 2 kHz e 5 kHz, ed è molto meno sensibile alle frequenze
estremamente elevate o estremamente basse.
Cognome: Baiano Nome: Giuseppe Data: 15/05/2020 Classe: 3^ Sezione: H

4)IL MICROFONO E IL RICEVITORE

Il microfono è un trasduttore di tipo elettro-acustico in grado di convertire le onde di pressione


sonora in segnali elettrici, si utilizza nell'ambito delle telecomunicazioni (es: telefonia), nel mondo
dello spettacolo e nei sistemi di rilevamento di onde acustiche.
Esistono vari tipi di microfono che basano il proprio funzionamento su differenti tecnologie e
metodi di conversione.
I microfoni si classificano in base a:
 tipologia del sistema meccanico: (trasduttore): a membrana, a nastro e a cellula.
 grandezza oggetto della trasduzione: a pressione, a gradiente di pressione, a spostamento
e a velocità.
 principio di trasduzione: a variazione di resistenza, elettromagnetici (anche magnetici o
dinamici), elettrostatici e piezoelettrici.
 necessità o meno di alimentazione: con filo e senza filo.
Per via delle scomodità dei cavi di trasmissione del segnale elettrico utilizzati dai microfoni
tradizionali, sono stati prodotti e utilizzati principalmente negli studi televisivi o nei concerti i
radiomicrofoni, che incorporano, oltre ad una normale capsula microfonica, un circuito
trasmettitore che modula il segnale portante radio e una piccola antenna che trasmette il segnale
a un ricevitore, posto vicino alla console o comunque all'unità che si occupa dell'acquisizione del
suono. Il ricevitore si occupa quindi di riconvertire il segnale radio in un segnale audio e passarlo
via cavo alla console.
Questi microfoni funzionano anche a decine di metri dal ricevitore, soprattutto in ambienti privi di
ostacoli (come i muri). Data però la perdita di qualità per necessità di convertire il segnale audio in
segnale radio e poi viceversa, oltre al rischio che si esaurisca la batteria durante la performance o
che altre fonti di onde radio interferiscano con la comunicazione, nei concerti e tanto più negli
studi di registrazione musicali vengono preferiti i tradizionali microfoni a cavo.

Il ricevitore è un apparato elettronico terminale che fa parte di un sistema di telecomunicazioni, il


quale riceve i segnali di input provenienti dal canale di comunicazione, rappresentato dal mezzo
trasmissivo.
Un ricevitore è sempre presente in un impianto di telecomunicazioni sia in sistemi cablati come
nelle comunicazioni in fibra ottica (fotorivelatore) e le comunicazioni elettriche sia nelle
radiocomunicazioni.
Al ricevitore gli giunge l'informazione decodificata dal trasmettitore, che l'aveva inizialmente
codificata. In alcuni casi è progettato in modo da possedere già il decodificatore. Ricevitori reali
come i ricevitori radio o i telefoni possono ricevere al massimo la quantità di informazione
predetta dal secondo teorema di Shannon.
Cognome: Baiano Nome: Giuseppe Data: 15/05/2020 Classe: 3^ Sezione: H

Un ricevitore opera sempre in maniera duale ovvero opposta o inversa a quanto fa il trasmettitore
in modo da ripristinare l'informazione contenuta nella sorgente informativa iniziale depurando il
segnale ricevuto dalle operazioni di elaborazione messe in atto dal trasmettitore e necessarie per
la trasmissione efficiente sul canale come la modulazione e la codifica di sorgente e di canale.
È caratterizzato da una propria sensibilità ovvero da un livello minimo di potenza del segnale
ricevuto che può essere rivelato, tipicamente espresso o comunque strettamente dipendente da
un livello di rapporto segnale/rumore.
Cognome: Baiano Nome: Giuseppe Data: 15/05/2020 Classe: 3^ Sezione: H

5) IL SEGNALE VIDEO

Il segnale video è un segnale elettrico il cui valore rappresenta la luminosità dei vari punti delle
righe che formano l'immagine televisiva. Esistono diversi tipi di segnale video, ma il più frequente
è quello ad esempio nel cavo SCART che collega un lettore DVD al televisore, è il segnale video
composito, così chiamato perché contiene sia le informazioni relative alla luminosità dei vari punti
che compongono l'immagine sia dei segnali di sincronismo che guidano la scansione dell'immagine
stessa.
Per essere trasmesso via etere il segnale veniva modulato in radiofrequenza e sommato al segnale
audio (anch'esso modulato) venendo a costituire il segnale televisivo o "segnale d'antenna".

Le caratteristiche del segnale video composito, che ancor oggi ci permette di osservare sul
televisore ciò che abbiamo registrato con la videocamera. Poi ci sono state innumerevoli
innovazioni tecnologiche (ad esempio i sensori interni alla telecamera) ma la struttura del segnale
televisivo è rimasta invariata, dato che sarebbe stato impossibile, ad ogni progresso della
tecnologia, cambiare centinaia di milioni di apparecchi televisivi.
La frequenza delle immagini, anche chiamata frequenza dei fotogrammi, è il numero di immagini
per unità di tempo che vengono visualizzate. Varia da sei a otto immagini al secondo (fps) per le
vecchie macchine da presa a 120 o più per le nuove videocamere professionali
Per generare i vari colori di un'immagine televisiva, dal cannone elettronico del cinescopio partono
tre pennelli elettronici ognuno dei quali va a colpire sullo schermo i fosfori di un determinato
colore: rosso, verde, blu, d'altra parte nelle telecamere professionali ci sono tre CCD ognuno dei
quali, grazie a dei filtri, genera un segnale corrispondente a uno di questi tre colori.
Il metodo più semplice per trasmettere un segnale video a colori sarebbe ovviamente quello di far
arrivare al monitor tre segnali distinti e tra loro sincronizzati, uno per il rosso, uno per il verde e
uno per il blu. Questo sistema è denominato RGB

Potrebbero piacerti anche