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TECNOLOGIE

Misure per il collaudo e lesercizio delle


reti ottiche passive

NICOLA FERRARI
LAURA GREBORIO
GAETANO VESPASIANO

Le misure sugli impianti con cavo ottico, come sulle reti GPON per la
NGN2, si basano principalmente sullutilizzo dellOTDR (Optical Time
Domain Reflectometer), uno strumento versatile, che si adatta molto bene
alluso in campo nelle varie fasi di vita dellimpianto: realizzazione, collaudo
e manutenzione. Lo strumento consente inoltre di misurare lattenuazione
di fibre, giunti e connettori, di rilevare guasti o punti di criticit e di valutare
la lunghezza delle singole tratte di fibra.
Le misure sulle reti PON (Passive Optical Network) sono rese pi complesse dalla forte perdita localizzata dovuta al diramatore ottico passivo
(splitter) e dalla presenza di "n" rami a valle dello splitter stesso, che producono una sovrapposizione di segnali difficili da discriminare.
Larticolo costituito da una parte generale sul funzionamento degli OTDR
e da una parte pi specifica sulle caratteristiche di alcuni strumenti commerciali. Sono inoltre descritte le scelte operate da Telecom Italia per la
componentistica che sar usata, in ottica NGN2, nella realizzazione delle
reti GPON sperimentali di Milano e di Roma.

1. Introduzione
Il metodo della retrodiffusione (backscattering),
indicato dall'ITU-T come metodo alternativo per la
misura dell'attenuazione delle fibre, il pi usato
per la misura in campo, nelle fasi di realizzazione,
collaudo e manutenzione dellimpianto, per rilevare l'attenuazione dei singoli componenti: fibre,
giunti, connettori ... . Pu essere utilizzato anche
per valutare landamento del coefficiente di
dispersione cromatica lungo il collegamento e il
diametro di campo modale della fibra [1].
Lo strumento di misura basato sul metodo del
backscattering lOTDR (Optical Time Domain
Reflectometer). Processando opportunamente il
segnale, lOTDR in grado di effettuare misure di:
attenuazione e localizzazione di giunti e
connettori;

attenuazione specifica (chilometrica), di tratta e


di sezione;
Return Loss di singoli eventi (RL) e totale (ORL);
localizzazione di punti di attenuazione concentrata e di interruzioni;
lunghezza assoluta e relativa.
Lo schema di principio di un OTDR abbastanza
semplice (figura 1). Un diodo laser modulato a produrre un treno di impulsi verso la fibra, ognuno di
questi subisce backscattering, producendo echi che
si propagano allindietro verso lingresso fino a raggiungere, attraverso un accoppiatore direzionale, un
fotodiodo. In modo analogo a quanto avviene in un
radar, il segnale elettrico in ricezione viene quindi
elaborato al fine di tradurre le informazioni temporali
ad esso associate in informazioni spaziali sulla fibra:
l'asse dei tempi della forma d'onda ricevuta pu,
cio, essere tarato in distanza.

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comando
di guadagno e/o banda

comando
mascheramento

livelli relativi

comando
impulsi

Poich lattenuazione dei


cassetto intercambiabile
componenti ottici dellimpianto varia con la lunaccoppiatore
fibra in misura
generatore
ghezza donda, uno dei
di impulsi
parametri caratteristici
dellOTDR proprio la lunstabilizzazione
ghezza donda della sortermica
gente; i valori tipici e pi
diffusi in commercio sono
gen. mod
850 nm, 1310 nm, 1550 nm.
radiofrequenza
ricevitore
Tuttavia, per misure su fibre
attive, per non interferire
con i sistemi di ricezione
stampante
convertitore
schermo
d e g l i a p p a r a t i d i re t e , s i
A/D
u s a n o a n c h e s o rg e n t i a
in
1625/1650 nm e pi recentastiera
out
temente anche a 780 nm.
Altro parametro fondasommatore
processore
base tempi
mem. bassa
mentale la durata degli
impulsi; un buon OTDR consente di selezionare durate
nel range da 2 ns fino a 20
FIGURA 1 Schema di principio di un OTDR.
s, con frequenza di ripetizione di qualche chilohertz.
Poich la potenza generata
dalla sorgente fissa, variare la durata degli
fine fibra, che rappresentato con un picco di
impulsi equivale ad accoppiare sulla fibra pi o
riflessione dopo il quale il segnale ottico retromeno energia e poter misurare, quindi, collegadiffuso dovrebbe annullarsi, in realt anche a
menti pi o meno lunghi. Daltra parte un impulso
valle di esso la traccia continua, rappresendi durata molto lunga si propaga distribuendosi su
tando il fondo di rumore prodotto dai circuiti
una regione di fibra corrispondentemente lunga e
elettronici di ricezione;
inficiando cos la risoluzione di misura dello stru giunti a fusione che introducono una perdita, e
mento, come verr meglio chiarito nel seguito.
sono perci rappresentati sulla traccia con un
La frequenza di lancio degli impulsi limitata
gradino, la cui altezza rappresenta lentit della
dal tempo necessario allimpulso per compiere il
perdita del giunto in decibel.
cammino di andata e ritorno sul collegamento,
In ogni punto la pendenza della traccia esprime
quando si fa riferimento alla lunghezza massima
il valore locale del coefficiente di attenuazione spepossibile (distance range). Il distance range pu
cifico (per unit di lunghezza). Fissati due punti, il
essere selezionato in un set di valori predefiniti
software di elaborazione di cui ogni strumento
ed consigliabile sia maggiore del doppio della lunghezza vera (attesa) del
collegamento.
backscattering
La figura 2 mostra una
riflessione
di Rayleigh
fine fibra
tipica traccia prodotta sul
riflessione
iniziale
display di un OTDR; si tratta
di una rappresentazione in
scala semilogaritmica, in cui
i livelli relativi (asse delle
ordinate) sono espressi in
decibel. Gli eventi che possono essere rilevati sul collegamento sono:
eventi riflettenti, che si
producono in presenza di
connettore
variazioni dellindice di
rifrazione, ad esempio
giunto a fusione
connettore di lancio,
connettori e giunti mec0
2
4
6
8
10
12
canici intermedi, punti di
distanza (km)
rottura; sono tutti eventi
cui si associano una perFIGURA 2 Traccia tipica di un OTDR.
dita ed un picco di
riflessione;

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2. Parametri caratteristici
dellOTDR
In questo paragrafo sono
descritte le principali figure di
merito di un OTDR.

2.1 Dinamica

dello strumento. Il rumore pu essere valutato


secondo due diverse definizioni (figura 3):
il livello al di sotto del quale sono compresi
almeno il 98% dei punti di rumore (Standard
IEC 61746);
il valore quadratico medio (RMS), nellipotesi
di distribuzione Gaussiana, e corrisponde alla
condizione di rapporto segnale/rumore unitario.
La dinamica calcolata con riferimento al valore
RMS maggiore di 1.56 dB rispetto a quella calcolata al 98% dei punti di rumore.

2.2 Zona morta


LOTDR progettato per lavorare con livelli di
segnale molto bassi, quando, per, sulla fibra sono
presenti punti di riflessione, lentit della potenza
riflessa molto maggiore di quella retrodiffusa e
causa la saturazione del ricevitore. Nel tempo
necessario al ricevitore per tornare alle normali
condizioni operative non possibile elaborare i dati
relativi al tratto di fibra immediatamente a valle del
punto di riflessione, che viene detto appunto zona
morta (dead-zone).
Gli eventi che producono zone morte sono,
quindi, in primo luogo gli eventi riflessivi (connettori
e fine fibra) e si definisce zona morta iniziale quella
dovuta alla riflessione del connettore di uscita dello
strumento. Per evitare che tutta una prima parte
della tratta non possa essere analizzata correttamente, si introduce una fibra di lancio tra lo strumento e la fibra da testare lunga almeno quanto la
zona morta.
Vi pu essere zona morta anche dopo una forte
attenuazione concentrata, ed determinata essenzialmente dalla risposta in frequenza dell'amplificatore di ricezione.

livelli relativi (dB)

dotato consente di stabilire lattenuazione totale,


lattenuazione media e la lunghezza della tratta di
fibra in esame.
In alcuni casi il giunto viene rappresentato
sulla traccia come un gradino verso lalto e
quindi, apparentemente, come un punto di guadagno. Il fenomeno si presenta quando la seconda
tratta di fibra, a valle del giunto, ha coefficiente di
backscattering maggiore. Naturalmente, effettuando la misura dallaltra estremit, nello stesso
punto il fenomeno analogo, ma di segno opposto, per cui la perdita apparente risulta maggiore
di quella vera. Per misurare correttamente le perdite dei giunti pertanto necessaria unanalisi
bidirezionale e la perdita complessiva va calcolata
come semisomma dei valori rilevati dalle due
estremit.
Anche le singole curvature presenti sulla fibra con raggio molto piccolo - producono un incremento localizzato di attenuazione, e sono rilevabili
sulla traccia alla stregua di quanto visto per un
giunto (gradino verso il basso). Lentit della perdita cresce allaumentare della lunghezza donda,
quindi OTDR dotati di sorgenti con lambda elevata
si prestano meglio a rilevare questo tipo di eventi.
Daltra parte, poich il coefficiente di scattering
diminuisce con la lunghezza donda come -4 ,
allaumentare di lambda diminuisce il segnale utile
per lo strumento e quindi si riduce la dinamica.
La traccia dellOTDR pu, inoltre, presentare dei
picchi di riflessione non riconducibili a eventi realmente presenti sulla fibra, e perci definiti ghost. Si
tratta degli echi prodotti da riflessioni multiple che
lo strumento, erroneamente, interpreta e visualizza
sulla traccia alla stregua di eventi reali.
Nellanalisi delle reti PON i picchi di riflessione
sono fondamentali per riconoscere la fine dei singoli rami a valle dello splitter, i
ghost costituiscono quindi un problema non trascurabile, e la loro
presenza sulla traccia pu condurre a considerazioni sbagliate o
pu mascherare eventi realmente
presenti sulla rete.

Dinamica
IEC

Dinamica
RMS

Livello di rumore (98% dei punti)


Livello di rumore (RMS)

1.56 dB

(SNR = 1)
lunghezza (km)

uno dei parametri pi imporFIGURA 3 Definizioni di dinamica.


tanti di un OTDR, perch determina la massima attenuazione di
tratta misurabile, inoltre maggiore
la dinamica e migliore la qualit della traccia
In generale, lentit della zona morta dipende
visualizzata sul display (minore rumorosit).
dalla durata dellimpulso (maggiore lenergia delLa dinamica definita come la differenza in
limpulso lanciato in fibra, maggiore lentit del
decibel tra il livello di ingresso in fibra e il fondo di
segnale riflesso) e dal recovery time del circuito di
rumore a fine fibra, entrambi rilevati sulla traccia
ricezione.

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Sono definiti due tipi di zona morta (figura 4):

EDZ

1.5 dB

ADZ

0.5 dB
ADZ = Attenuation Dead Zone
EDZ = Event Dead Zone

FIGURA 4 Definizioni di zona morta.

Event Dead-Zone (EDZ): distanza tra linizio


della riflessione ed il primo punto in cui il livello
si abbassa a 1.5 dB sotto il valore di picco; per
impulsi di durata minima, la event dead zone
deve essere minore o uguale a 5 metri [2];
Attenuation Dead-Zone (ADZ): distanza tra il
punto allinizio della riflessione e quello a 0.5 dB
al di sopra del livello di backscattering a valle
della riflessione; per un buon OTDR, per impulsi
di durata minima, deve essere inferiore a 25
metri [2].

2.3 Risoluzione
Pu essere definita con due accezioni diverse:
passo di campionamento, la distanza in metri
tra due punti consecutivi di campionamento;
dipende dal range di distanza impostato e dalla
durata dellimpulso;
risoluzione spaziale, definisce la capacit dello
strumento di risolvere due eventi non saturanti
adiacenti, tale parametro che il pi significativo - dipende dalla durata dellimpulso, dal
passo di campionamento e dalla banda passante del circuito di ricezione dellOTDR; calcolato come la larghezza, a 1.5 dB sotto il
picco, di un evento non saturante, ma sufficientemente elevato (figura 5). Impostando il valore
minimo di distance range e limpulso pi breve,
la risoluzione deve essere minore o uguale a 5
metri [2].
Cosa ancora diversa la cursor resolution:
passo minimo di spostamento del cursore sullasse
orizzontale.

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3. Classi di strumenti disponibili


Gli OTDR commerciali per la caratterizzazione
di collegamenti in fibra monomodale possono
avere pi lunghezze donda integrate, oppure
essere modulari e cio avere cassetti a singola lunghezza donda intercambiabili. Nel primo caso le
lunghezze donda disponibili contemporaneamente
sono tipicamente due (1310/1550 nm) e possono
arrivare fino a quattro (1310/1490/1550/1625 nm),
portando tuttavia ad un incremento nelle dimensioni dello strumento. Gli strumenti modulari,
invece, hanno dimensioni e peso ridotti e sono pi
flessibili, in quanto consentono di disporre di tutte
le lunghezze donda e con diverse dinamiche,
mediante linserimento di opportuni cassetti in
ununica piattaforma.
Per le misure in esercizio su reti in servizio
stata recentemente definita la banda U, che comprende le lunghezze donda da 1625 a 1675 nm. La
tendenza attuale quella di utilizzare per il monitoraggio la lunghezza donda centrale della banda U,
cio 1650 nm, invece di 1625 nm che lestremo
superiore della banda L, utilizzata per i sistemi
WDM [3,4]. Pertanto, i costruttori hanno sviluppato
strumenti con sorgenti a 1650 nm, muniti di filtri
alle altre lunghezze donda di utilizzo.
Tutti gli strumenti hanno tipicamente unelevata
capacit di memoria (da 500 a 1000 tracce), che si
pu estendere con lutilizzo di una memoria
esterna. Alcuni OTDR possono anche essere predisposti per il controllo da remoto.
Altre opzioni possibili sono rappresentate da
tool per la verifica del livello fisico durante linstallazione e la manutenzione, quali un localizzatore di
guasti visivo VFL (Visual Fault Location), cio una
sorgente nel visibile che consente di identificare la
fibra in misura e di verificarne la continuit fisica,
piuttosto che una sonda dotata di microscopio per
il controllo della superficie del connettore di lancio.
Data la crescente necessit di utilizzo degli OTDR
non soltanto in laboratorio ma anche in campo, per
incrementare lefficienza delle operazioni in esercizio,
si cerca di ridurre sempre di pi i tempi di acquisizione delle tracce, e di ridurre dimensioni e peso

1.5 dB
risoluzione
spaziale

FIGURA 5 Definizione di risoluzione spaziale.

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(dimensioni massime indicative H = 250 mm, W =


290 mm, D = 95 mm; peso massimo, comprensivo di
batteria, pari a 3,5 chilogrammi). I display sono tipicamente a cristalli liquidi, per ottenere una buona
visibilit anche sotto la luce solare diretta, a colori e,
in alcuni casi, anche touch-screen.
Le specifiche ambientali, in condizioni di normale funzionamento, prevedono un intervallo di
temperatura che tipicamente va da 0C a 40C, ma
che in alcuni casi pu essere esteso da -15C a +
50C, con umidit fino al 95%; in condizioni di
immagazzinamento le temperature devono essere
comprese tra -40C e +70C.
Oltre allalimentazione tramite rete elettrica, gli
strumenti sono dotati di batterie di lunga durata (a
ioni di Litio), che consentono di effettuare operazioni continuative per un periodo di 6 - 8 ore.

4. Struttura dellimpianto sperimentale


La PON illustrata in figura 6 stata realizzata
nei laboratori TILab proprio per valutare gli strumenti OTDR. Essa riproduce in modo realistico la
configurazione della rete di accesso prevista da
Telecom Italia per architetture di tipo FTTB (Fiber
To The Building) [5].
La Rete di Distribuzione Ottica ODN (Optical
Distribution Network) costituita da uno splitter
2:2 collocato in Centrale (Stadio di Linea) e connesso, tramite un segmento di rete (feeder) lungo
2.3 chilometri, ad uno splitter 2:16, da cui partono i
rami di distribuzione verso gli edifici degli utenti.
Per rendere pi semplice lindividuazione dei vari
rami sulla traccia OTDR, si sono scelte lunghezze
comprese tra 50 m e 800 m a passi di 50 m (anche
se questa situazione non corrisponde a quanto si
verifica nel caso reale, dove le lunghezze dei rami
differiscono invece di quantit casuali).
Alla seconda uscita dello splitter 2:2, non connessa al feeder, stata collegata una bretella terminata con un connettore angolato (APC) per
ridurre le riflessioni indesiderate.

Un secondo splitter 2:2 connesso allaltra


porta di ingresso dello splitter 2:16 tramite una
fibra di circa 18 chilometri: questa simula il caso in
cui lOLT sia collocata in uno Stadio di Gruppo [6].
Nellimpianto reale, il secondo splitter consente di
inserire una ridondanza sia a livello di apparato in
Centrale che di percorso fisico della fibra in rete.
I rami di ingresso ed uscita dello splitter 2:16
sono giuntati a fusione, mentre le terminazioni della
ODN sono state realizzate con normali connettori a
contatto fisico (in questo caso SC/PC).
Le misure con lOTDR sono state eseguite inserendo una bretella di lancio di circa 25 metri- in
due punti di misura che, nel caso reale, possono
essere utilizzati sia in fase di collaudo che di manutenzione della rete:
1) lato OLT, su uno dei rami di ingresso dello splitter 2:2;
2) lato ONU, su uno dei rami di uscita dello splitter
2:16.

5. Misure con OTDR sulle PON: problematiche di


misura

Rispetto al caso di collegamenti punto-punto, lutilizzo della tecnica OTDR nellanalisi delle reti PON
risulta pi complesso, essenzialmente per la presenza dei diramatori ottici. Questi dispositivi, infatti,
introducono una forte attenuazione localizzata, che
mette a dura prova lo strumento in termini di dinamica, inoltre, distribuendo il segnale proveniente
dalla Centrale sugli "n" rami di distribuzione agli
utenti, si genera una sovrapposizione dei segnali
retrodiffusi da ciascun ramo a valle dello splitter.
In concreto, un diramatore con fattore di splitting 2:16 introduce unattenuazione di almeno
1213 dB. Cosicch lOTDR, se non ha una dinamica sufficientemente elevata, pu non essere in
grado di distinguere la traccia a valle del diramatore dal rumore, e pu interpretare questa forte
attenuazione localizzata come "fine fibra", non riuscendo perci ad eseguire unanalisi automatica
degli eventi a valle dello splitter. In altre
parole, se il livello del segnale a valle del
diramatore troppo basso, gli eventi
connettori
SC/PC
successivi rimangono annegati nel
giunti a
rumore della traccia, con conseguente
Ramo n.1
fusione
50 m
connettore
perdita delle informazioni relative ai sinAPC
goli rami dutente.
SPLITTER 2:2
100 m
Ramo n.2
Inoltre, la sovrapposizione dei segnali
3
1
SPLITTER 2:16
di
backscattering
provenienti dai diversi
Ramo
2
4
150 m
n.3
2,3 km
rami dutente rende difficoltosa lindividuazione delle singole tratte a valle dello splitRamo
200 m
n.4
7
ter e, quindi, la localizzazione di un even18 km
5
tuale guasto. Nel caso in cui le lunghezze
8
6
di due o pi rami siano uguali, le cose si
Ramo
complicano ulteriormente perch, oltre ad
Lato OLT
800 m
n.16
Lato ONU
avere la sovrapposizione totale delle
APC = Angled Physical Contact
tracce, coincidono anche i picchi di riflesOLT = Optical Line Termination
ONU = Optical Network Unit
sione dei connettori, rendendo problematica la valutazione di un eventuale stress
FIGURA 6 Rete PON realizzata nei laboratori TILab per architetture FTTB.
sul cavo in base alla diminuzione del livello
di tali riflessioni.

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I principali componenti
dimpianto delle
reti PON
I principali componenti ottici passivi
impiegati nelle reti PON (Passive
Optical Network) sono i seguenti:
- diramatori (splitter) 1xN o 2xN;
- fibre ottiche e cavi;
- connettori e giunti;
- muffole e sistemi di gestione delle
fibre e dei diramatori.

Diramatori ottici

Il componente fondamentale e maggiormente critico della rete PON il


diramatore ottico. Si tratta di un componente bi-direzionale non selettivo in
lunghezza donda, che ha la funzione
di dividere il segnale proveniente
dallOLT Optical Line Termination
(downstream) su un numero N di
uscite, in modo che una molteplicit
di ONT (Optical Network Termination)
possano condividere la larghezza di
banda disponibile sulla fibra. Nella
direzione inversa (upstream) i segnali
provenienti dalle diverse ONT sono
combinati sulla stessa fibra e trasmessi allOLT.
I diramatori sono componenti passivi,
nel senso che non hanno necessit di
alimentazione per poter funzionare,
devono essere non selettivi in lunghezza donda e introducono una
attenuazione concentrata nel collegamento, in quanto dividono il segnale
di ingresso sulle porte in uscita.
Lattenuazione dipende dal numero N
di porte ed teoricamente di 3dB per
ogni diramazione 1x2. Poich i componenti maggiormente utilizzati sono i
diramatori a 4, 8, 16 e 32 porte, nel
dimensionamento del sistema si deve
tenere conto che essi introducono

rispettivamente attenuazioni di circa


7, 11, 15 e 19 dB.
Le tecnologie di costruzione sono
sostanzialmente due:
- FBT (Fused Biconical Taper), nella
quale due fibre sono avvolte tra
loro, sottoposte a trazione e fuse.
Si ottiene cos il diramatore 2x2,
che serve come elemento base per
fabbricare quelli con maggior
numero di uscite con un processo
a cascata.
- PLC (Planar Lightwave Circuit),
che consiste nella realizzazione di
un circuito ottico su un wafer di
silicio con processi analoghi a
quelli impiegati nellindustria elettronica, basati su tecniche di deposizione in fase vapore (CVD) o a
scambio ionico. Il wafer successivamente connesso alle fibre in
ingresso e uscita.
La tecnologia PLC offre evidenti
vantaggi di economie di scala, in
quanto si tratta di un processo di
massa e si presta maggiormente alla
fabbricazione di componenti con
alto numero di porte (tipicamente
s u p e r i o re a 4 ) , g a r a n t e n d o u n a
migliore uniformit e una pi spinta
miniaturizzazione.
Indipendentemente dalle tecnologie
realizzative il componente di base
deve essere inserito in un package di
protezione che ne consenta linstallazione sia in ambienti controllati allinterno di telai ottici nelle centrali, sia
allinterno di muffole in pozzetto o in
cabinet nella rete esterna. Il campo
di temperature di funzionamento
tipicamente da 45C a +85C.
In ambito ITU-T le caratteristiche trasmissive dei diramatori sono trattate
dalla Raccomandazione G.671 e
quelle ambientali dalla L.37; in ambito
IEC lo standard il 6751-2-3.

Se i rami hanno lunghezze differenti e se la risoluzione dello strumento adeguata, possibile visualizzare bene la tratta tra i picchi di riflessione.
Come gi anticipato, la risoluzione spaziale
migliora al diminuire della durata degli impulsi, mentre la dinamica dello strumento maggiore per
impulsi pi lunghi. quindi necessario valutare
attentamente il tipo di informazioni che si vogliono
ottenere ed impostare opportunamente i parametri
dellOTDR, in modo da raggiungere il miglior compromesso tra risoluzione e dinamica.
Per quanto detto sulle problematiche delle misure da
Centrale, per ottenere uninformazione completa sulla
rete, e in particolare per localizzare un eventuale guasto,
necessario effettuare le misure anche lato Utente.

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Fibre ottiche e cavi

Le fibre ottiche impiegate nella rete


esterna sono del tipo mono modo a
dispersione non spostata, basate
sulla Raccomandazione ITU-T G.652 o
IEC 60793-2-50. In virt della lunghezza limitata dei collegamenti, le
PON non sono limitate da Dispersione
Cromatica n da PMD, lunico parametro trasmissivo di interesse per il
dimensionamento perci lattenuazione. Sono quindi da tenere sotto
controllo in modo particolare gli
effetti dovuti al macrobending (fenomeno per il quale, al disotto del raggio di curvatura minimo permesso tipicamente 3 cm - la radiazione subisce una attenuazione che cresce con
la lunghezza donda). Per limitare gli
effetti del macrobending, sono state
recentemente standardizzate due
classi di fibre a maggior resistenza
alle curvature, rispondenti alle
Raccomandazioni ITU-T G.657A e
G.657B e compatibili col la fibra
G.652. Esse trovano il loro campo di
applicazione nella rete allinterno
degli edifici e degli appartamenti,
potendo sopportare raggi di curvatura
fino a 1 centimetro.
I cavi ottici impiegati nella rete
esterna sono di tipo tradizionale,
anche se, per contenere i costi di
installazione sono in fase di sperimentazione diverse soluzioni di minicavi: si tratta di cavi di ridotte
dimensioni (un cavo da 72 fibre ha
diametro di circa 7 mm, la met di un
cavo tradizionale) da installare allinterno di tubetti del diametro interno
di 10 mm che sono direttamente
interrati.
Questi nuovi tipi di cavi e le relative
tecniche di installazione sono in
corso di standardizzazione in ITU-T
ed in IEC.

6. Confronto tra i risultati ottenuti con strumenti


commerciali
Grazie alla disponibilit offerta da alcuni
costruttori, che hanno messo a disposizione i loro
OTDR, stato possibile effettuare misure sulla rete
di figura 6, con lobiettivo di individuare le configurazioni di misura pi adeguate per effettuare sia il
collaudo iniziale che il successivo monitoraggio
delle reti PON.
Ad esempio, con riferimento alla lunghezza
donda della sorgente, in figura 7 si vede come a
1550 nm, e ancor pi a 1625 nm, risulti pi evidente labbassamento del picco di riflessione del
connettore su uno dei rami a valle dello splitter

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Connettori e giunti

Le specifiche di installazione della


rete PON di Telecom Italia non prevedono limpiego di connettori ottici
nella rete esterna. I connettori sono
impiegati solo in centrale per la connessione dellOLT e nella terminazione ottica della ONU (Optical
Network Unit) presso la sede del
cliente. I tipi di connettore in uso per
la ONU sono gli SC-PC, mentre per la
OLT si utilizzano gli SC-PC lato ODN
e gli LC-PC per i collegamenti verso
la rete core; essi garantiscono perdite di interconnessione tipicamente
inferiori agli 0,3 dB e Return Loss
maggiore di 55 dB. I connettori sono
attestati in fabbrica a semibretelle
ottiche monofibra che sono giuntate
alle fibre di impianto. Nella bretella
connettorizzata di connessione della
terminazione di rete con la ONU
integrato un filtro a reticolo di Bragg
a 1650 nm necessario per proteggere
il ricevitore durante le misure di collaudo e di esercizio della rete.

La tecnica impiegata per la realizzazione dei giunti delle fibre quella a


fusione, che garantisce i migliori
risultati in termini di attenuazione
(valori tipici inferiori a 0,1 dB) e di
affidabilit meccanica e ambientale.
Sono disponibili sul mercato anche
giunti di tipo meccanico, nei quali la
giunzione realizzabile senza necessit di giuntatrici ad arco e che tendenzialmente, per installazioni in
grande numero quali quelle necessarie in una rete FTTH, potrebbero consentire economie di scala.
Le caratteristiche trasmissive di connettori e giunti sono trattate nella
Raccomandazione ITU-T G.671, mentre quelle meccaniche e ambientali
nella L.36 per i connettori, e nella
L.12 per i giunti.
In ambito IEC i connettori ottici fanno
riferimento alla serie 60874 e i giunti
allo standard 61073-1.

Muffole e sistemi di gestione


delle fibre

Le muffole della rete PON sono


sostanzialmente quelle standard
impiegate da Telecom Italia. Esse
consentono linstallazione al loro
interno dei diramatori ottici con le
relative giunzioni alle fibre dei cavi.
Sono progettate per controllare i raggi
di curvatura delle fibre e il fenomeno
del "transient loss" che si verifica
quando si deve intervenire su una
muffola con fibre attive per esempio
per collegare il ramo di un diramatore.
Consentono lingresso e la gestione di
un cavo continuo e la gestione di un
diramatore fino a 16 porte.
Dal punto di vista normativo gli
Standard di riferimento sono la
Raccomandazione ITU-T L.51 e le IEC
61758-1 (interface standard) e 62134-1
(Generic Specification)

francesco.montalti@telecomitalia.it

dalla OLT a 1550 nm, con durate dellimpulso di 20 - 30 ns e lunghezza del feeder pari a 2,3 chilometri.
Come si pu osservare dalla figura 8,
le caratteristiche di dinamica e risoluzione degli strumenti determinano una
diversa rumorosit della traccia ed una
differente discriminabilit degli eventi. In
alcune tracce, la seconda e la quarta, a
causa dellelevato rumore non possibile
visualizzare il segnale di backscattering
proveniente dai vari rami; nella seconda
traccia, inoltre, evidenziata unerrata
interpretazione del "fine fibra".
Un altro elemento di confronto fornito dalla figura 9 per la risoluzione.
Come si pu notare, tutti gli strumenti
hanno una buona risoluzione spaziale.
Tuttavia un fronte molto ripido in risposta
ad un evento pu introdurre una distorsione della traccia dopo un salto di attenuazione elevato (splitter), con sovrastima della misura di attenuazione.
Le misure descritte in precedenza
FIGURA 7 Misura a diverse lunghezze donda in presenza di curvatura su un ramo a
sono state ripetute sullimpianto sperivalle dello splitter.
mentale realizzato presso i laboratori
della Scuola Superiore "G. Reiss Romoli"
(figura 10) [7]. Le misure hanno riguar2:16, evidenziando maggiormente la presenza di
dato solo tre (dei quattro) strumenti commerciali,
una curvatura critica o di danneggiamenti sulla
con lintento di effettuare un confronto quantitativo
linea.
per le misure di dinamica, zona morta e risoluzione
Per quanto riguarda invece risoluzione e dinaspaziale. Per tutti gli strumenti stata utilizzata la
mica, la figura 8 mostra un confronto qualitativo tra
medesima configurazione di misura, con acquisiquattro strumenti. Le misure sono state effettuate
zioni di 180 secondi e distance range di 40-80 chi-

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FERRARI GREBORIO VESPASIANO Misure per il collaudo e lesercizio delle reti ottiche passive

7. Monitoraggio della PON


Le tecniche di misura descritte
in questo articolo possono essere
utilizzate per realizzare dalla centrale il controllo remoto ed automatico della PON. possibile
infatti controllare un OTDR tramite un PC per realizzare misure
periodiche e, mediante uno
s w i t c h o t t i c o , c o m m u t a re l a
misura su pi PON attestate alla
stessa centrale. La raccolta e lelaborazione delle tracce di ciascuna PON consente di rilevare
situazioni di guasto o malfunzionamento, con la successiva
segnalazione del tipo di evento,
della PON colpita e del ramo interessato dallevento. Per verificare
FIGURA 8 Confronto tra le tracce OTDR ottenute con quattro diversi strumenti commerciali.
la fattibilit del monitoraggio
stata utilizzata la PON realizzata
nei laboratori della Scuola
Superiore "G. Reiss Romoli" [7],
sulla quale sono state simulate
alcune condizioni di guasto o di
malfunzionamento. Una volta
acquisita la traccia di riferimento
(PON integra, in assenza di guasti), il tool di monitoraggio la confronta con la traccia attuale, via
via aggiornata. In primo luogo si
confrontano i picchi di riflessione
di fine fibra, calcolando la differenza tra le altezze assolute dei
picchi delle due tracce e tra le
loro posizioni lungo lasse orizzontale. A seconda della differenza tra le altezze dei picchi e
della loro collocazione si aprono
vari possibili scenari:
le differenze dei livelli e delle collocazioni dei fine fibra sono insignificanti: non ci sono guasti sulla
rete, leventuale disservizio da
attribuire agli apparati;
le differenze dei livelli sono insignificanti, ma non c corrisponFIGURA 9 Tracce da ONU a 1550 nm con impulso di 100 ns (feeder 2,3 km).
denza tra le collocazioni dei fine
fibra: probabile sia cambiata la
configurazione della PON a
seguito, ad esempio, di un interlometri (a seconda del modello). La tabella 1
vento su uno dei rami;
mostra i valori di dinamica (per SNR=1) valutati per
la collocazione dei rami corrisponde, ma ci
gli impulsi comuni a tutti gli strumenti, alle lunsono differenze sui livelli dei picchi, si distinghezze donda di 1310, 1550 e 1650 nm.
guono allora i due sotto-casi:
La tabella 2 riporta invece i valori di zona morta
- uno o pi picchi della traccia acquisita
(EDZ), valutati alle tre lambda e per ciascun OTDR,
scompaiono: c uninterruzione di uno o pi
in corrispondenza di una riflessione non saturante,
rami ed possibile identificare il ramo guautilizzando ogni volta limpulso di durata minima
sto;
tra quelli disponibili.
- uno o pi picchi della traccia acquisita preNella tabella 3, infine, sono confrontati i valori di
sentano un livello pi basso: c una perdita
risoluzione spaziale rilevati con un impulso da 100
(per stress o bending) su uno o pi rami ed
nanosecondi.
possibile identificarli.

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FERRARI GREBORIO VESPASIANO Misure per il collaudo e lesercizio delle reti ottiche passive

connettori
SC/PC
1100 m

Ramo 1

connettori
SC/PC
1252m

Ramo 2
SPLITTER

fibra di
lancio
150 m

11 km

1137 m

Ramo 3

Ramo 4

Lato OLT
Ramo 16
OLT = Optical Line Termination
ONU = Optical Network Unit

Lato ONU

FIGURA 10 Rete PON realizzata nei laboratori Reiss Romoli.

= 1310 nm

Pulse Width

= 1550 nm

= 1650 nm

OTDR A
100 ns

18.82 dB

16.23 dB

14.43 dB

1 s

27.99 dB

25.26 dB

23.34 dB

20 s

38.13 dB

34.92 dB

32.12 dB

La localizzazione il punto pi critico dellanalisi delle PON.


In caso di interruzione, si cerca di
individuare la comparsa di un nuovo
picco sulla traccia (riflessione di Fresnel
in corrispondenza del punto di interruzione della fibra) ed quindi possibile la
localizzazione. Nel caso, invece, che
linterruzione non dia luogo a riflessione, lalgoritmo procede alla ricerca
del punto in cui la traccia si discosta in
maniera significativa da quella di riferimento.
La difficolt aumenta allaumentare
del numero dei rami della PON e al
diminuire della durata dellimpulso, ci
per leffetto di mascheramento dovuto
alle "n" fibre connesse a valle dello
splitter e perch il rumore presente
sulla traccia diventa comparabile con
lentit della perdita cercata. Ad esempio, unattenuazione concentrata di 1
dB viene rappresentata, per normali
rapporti di diramazione, con valori ben
al di sotto di un decimo di decibel, e
non pu essere correttamente individuata e localizzata in condizioni di
misura reali. Ha poco senso, quindi,
pretendere di rilevare e localizzare punti
di attenuazione che - valutati alla lunghezza donda di 1650 nm - producano
perdite inferiori a 3 dB.

OTDR B
100 ns

20.51 dB

17.75 dB

16.13 dB

1 s

30.59 dB

29.73 dB

26.72 dB

20 s

40.71 dB

38.97 dB

36.99 dB

8. Problematiche di esercizio
Agli OTDR utilizzati per le misure
sulle reti PON sono richieste le due
lunghezze donda di funzionamento
tradizionali (1310/1550 nm) e quella di
monitoraggio ( m ) a 1650 nm da utilizzare quando le fibre della tratta primaria sono in servizio. Per impedire il
t r a n s i t o d e l l a m v e r s o i l r i c e v i t o re
remoto (ONT), necessario inserire
nel connettore della bretella terminale
di collegamento alla ONT un
f i l t ro / r i f l e t t o re d i B r a g g c e n t r a t o a
1650nm.

OTDR C
100 ns

22.19 dB

21.25 dB

17.05 dB

1 s

31.11 dB

29.70 dB

26.98 dB

20 s

39.68 dB

38.55 dB

35.11 dB

OTDR = Optical Time Domain Reflectometer

TABELLA 1 Confronto dei valori di dinamica.

= 1310 nm

= 1550 nm

= 1650 nm

= 1310 nm

= 1550 nm

= 1650 nm

OTDR A

10.11 m

10.36 m

10.57 m

OTDR B

10.53 m

10.11 m

9.64 m

12.55 m

11.85 m

16.64 m

OTDR A

1.15 m

1.62 m

2.12 m

OTDR B

1.40 m

1.23 m

1.83 m

OTDR C

2.04 m

2.15 m

2.58 m

OTDR C

OTDR = Optical Time Domain Reflectometer

TABELLA 2 Confronto dei valori di zona morta.

OTDR = Optical Time Domain Reflectometer

TABELLA 3 Confronto dei valori di risoluzione spaziale a 100 ns.

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FERRARI GREBORIO VESPASIANO Misure per il collaudo e lesercizio delle reti ottiche passive

La misura alla lunghezza donda di 1490 nm,


utilizzata sulle PON in direzione downstream, non
necessaria, in quanto lattenuazione a 1490 nm
mediamente - solo 0,02 dB pi elevata
rispetto a 1550 nm. Ci vero per le fibre di
costruzione pi recente ed in special modo per le
fibre G.652 C (low water peak fiber), non cos
invece per le fibre prodotte prima del 1990.
Per testare le PON - che presentano forti salti
di attenuazione - necessaria unalta dinamica,
mentre per discriminare eventi riflessivi molto
vicini fra di loro necessaria unalta risoluzione.
Queste due esigenze sono contraddittorie e non
realizzabili a parit di larghezza dimpulso; infatti
un impulso largo consente di coprire un ampio
range dinamico con scarsa risoluzione, mentre un
impulso stretto limita la dinamica, ma presenta
unelevata risoluzione. Un OTDR per reti PON
deve quindi realizzare un buon compromesso tra
dinamica e risoluzione.
La disponibilit di una gamma dimpulsi molto
ampia nellintervallo da zero a 500 ns consente
di ottimizzare la misura alle varie condizioni di
attenuazione con la risoluzione pi adatta (es:
3/5; 10; 20/30; 50; 100; 200; 500 ns). Limpulso
da 500 ns molto importante in quanto consente, quando non necessario caratterizzare i
singoli elementi dellimpianto, di rilevare direttamente e con una buona velocit di misura lattenuazione tra OLT e ONU.
Allatto pratico, la misura con OTDR consente
di misurare tutta la tratta primaria dallOLT fino
allo splitter. Dopo lo splitter, la traccia di difficile
interpretazione per la presenza delle "n" fibre di
uscita. La traccia "composita" che ne deriva
rende difficile individuare leventuale ramo guasto
e quasi impossibile la localizzazione. Per la diagnosi del singolo ramo necessario effettuare la
misura dal lato ONT, visualizzando il collegamento
fino allOLT.
I problemi di rete, che, pi frequentemente, si
possono verificare nellesercizio di una PON sono:
il livello di potenza ricevuto in una o pi ONT
insufficiente;
nessun segnale ricevuto alla ONT, BER aumentato, o segnale degradato;
componenti guasti in corrispondenza delle
ONT, lungo la linea e presso la OLT.
Poich tutti i componenti di rete sono passivi,
i problemi sono in genere dovuti alla scarsa pulizia, al danneggiamento o al disallineamento dei
connettori, oppure a interruzioni o infine a micro
e macro curvature delle fibre. Tali problemi possono interessare uno, alcuni o tutti i clienti della
rete in dipendenza della localizzazione del problema stesso.
Per la localizzazione di un guasto si pu quindi
operare come segue:
se tutti i clienti che afferiscono allo stesso
splitter sono fuori servizio, probabilmente sar
guasto il ramo primario, pertanto si eseguir
un test con lOTDR a qualunque dal lato
della OLT.
se invece uno solo o pochi clienti afferenti allo

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA Anno 17 n. 1 - Aprile 2008

stesso splitter sono fuori servizio, si deve:


- verificare lo stato dellapparato in sede dutente (ONT);
- misurare la potenza del segnale ricevuto
alla ONT;
- con OTDR a 1650 nm o 780 nm, localizzare
il guasto tra ONT e splitter.
La realizzazione di un sistema di monitoraggio
della PON pu produrre molteplici vantaggi: controllo costante dellattenuazione delle fibre, delle
giunzioni di linea e dei connettori; analisi statistica del comportamento di fibre e componenti
alle diverse condizioni ambientali; riduzione dei
tempi di intervento nella manutenzione correttiva
(guasti); aumento dellaffidabilit complessiva del
collegamento.
Accanto ai sistemi che prevedono la sorveglianza diretta e totale delle singole fibre usate per
la trasmissione, esistono soluzioni alternative che
prevedono la sola sorveglianza dellintegrit dei
cavi, trasmettendo il segnale di sorveglianza su
fibre dedicate, cio non usate per il servizio (dark
fiber). Linteresse per questi sistemi muove dallipotesi che la gran parte dei guasti in rete non
riguarda la singola fibra, ma piuttosto tutto il cavo.
Un metodo semplice ed efficace per monitorare lattenuazione dei vari rami di una PON,
mediante un OTDR, quello di creare al termine
di ogni linea una riflessione di ampiezza nota e
stabile, sufficientemente forte da elevarsi decisamente sopra il segnale di retrodiffusione [8]. La
misura dellampiezza delle singole riflessioni fornisce informazioni sullattenuazione di ciascuna
linea. La sorveglianza avviene osservando lampiezza delle riflessioni sulla traccia. La sparizione
o labbassamento di una riflessione segnala un
guasto sullo specifico ramo, mentre la sparizione
o labbassamento di un gruppo di riflessioni
segnala problemi a monte dello splitter comune.
Ad esempio lOperatore NTT utilizza il metodo
delle riflessioni di riferimento nel suo sistema
denominato "AURORA", impiegando un accoppiatore WDM per iniettare il segnale di controllo al
primo stadio di diramazione ubicato in centrale ed
un filtro/riflettore di Bragg alla m di 1650 nm per
bloccare il segnale di controllo alla ONT; punto di
forza di questo sistema un connettore ottico a
basso costo, ubicato alla ONT, che produce la
riflessione di riferimento selettiva alla m.
La localizzazione di anomalie presenti tra lo
splitter di rete e lONT - un tratto piuttosto breve
e con diversi componenti passivi in cascata richiede limpiego di impulsi molto stretti ( 10
ns), onde evitare il mascheramento dovuto allaccavallarsi di pi zone morte. In Giappone si adottano sistemi di monitoraggio con OTDR ad alta
dinamica a 1650 nm sulla tratta primaria e OTDR
ad alta risoluzione a 780 nm sul cavo drop. L
impiego di questultimo limitato al tratto splitter
di rete ONT, in quanto la sua dinamica, pari a
circa 7dB, consente di visualizzare tratti di fibra
non superiori a circa 2 km. Purtroppo alla m di
780 nm la sensibilit ai fenomeni di bending
limitata.

FERRARI GREBORIO VESPASIANO Misure per il collaudo e lesercizio delle reti ottiche passive

9. Conclusioni
L a p e c u l i a r i t d i u n a re t e o t t i c a p a s s i v a
richiede unattenta impostazione della configurazione di misura dellOTDR, per poter conciliare i
requisiti di dinamica con quelli di risoluzione.
In questo articolo sono stati presentati i risultati delle misure effettuate su due impianti sperimentali, con un confronto tra le prestazioni di
alcuni strumenti disponibili in commercio, e sono
state delineate le linee guida per lattivit di esercizio della PON, con riferimento specifico a
quanto pu essere fatto tramite luso di OTDR.

La stesura dellarticolo stata possibile grazie alla


preziosa collaborazione di Paola Regio (TILab
Torino) e di Mariangela Trotta (Universit dellAquila).

nicola.ferrari@telecomitalia.it
laura.greborio@telecomitalia.it
gaetano.vespasiano@tils.com

[1]

ITU-T Recc. G.650.1, "Definitions and test methods


for linear, deterministic attributes of single-mode fibre
and cable", 2004

[2]

N. Ferrari, P.G. Ricaldone, "OTDR portatili per la


manutenzione della rete in fibra ottica. Requisiti fondamentali", documenti tecnici CSELT, Aprile 1999

[3]

ITU-T Recc. L.41, "Maintenance wavelength on


fibres carrying signals", 2000

[4]

ITU-T Recc. L.66, "Optical fibre cable maintenance


criteria for in-service fibre testing in access
networks", 2007

[5]

M. Burzio, S. Orlando, S. Panattoni, "NGN2:


accesso e impiantistica", Notiziario Tecnico Telecom
Italia, anno 16, N. 2, Luglio 2007, pp. 29 - 38

[6]

M. Monacelli, "NGN2: il case study Milano",


Notiziario Tecnico Telecom Italia, anno 16, N. 3,
Dicembre 2007, pp. 40 - 42

[7]

M. Trotta, "Misure di backscattering su reti PON", tesi


di laurea, Universit dellAquila Facolt di
Ingegneria, 2008

[8]

A. Gnazzo, P.G. Ricaldone, "Sperimentazione in


laboratorio della manutenzione ottica", documenti
tecnici CSELT, Ottobre 2000

ACRONIMI

ADZ
APC
EDZ
FBT
FTTB
GPON
NGN2
ODN
OLT
ONU
OTDR
PLC
PON
RL
VFL

Attenuation Dead Zone


Angled Physical Contact
Event Dead Zone
Fused Biconical Taper
Fiber To The Building
Gigabit Passive Optical Network
Next Generation Network 2
Optical Distribution Network
Optical Line Termination
Optical Network Unit
Optical Time Domain Reflectometer
Planar Lightwave Circuit
Passive Optical Network
Return Loss
Visual Fault Location

BIBLIOGRAFIA

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FERRARI GREBORIO VESPASIANO Misure per il collaudo e lesercizio delle reti ottiche passive

Laura Greborio laureata in Fisica, nel


1997 entrata in Telecom Italia, dove si
occupata di diversi aspetti della Rete di
Accesso. Inizialmente, ha lavorato nellambito
delle tecnologie su rame (ISDN), poi si
occupata di accesso wireless (WiMAX) e di
tecnologie ottiche (GPON, WDM-PON). Ha
collaborato al progetto europeo IST GIANT
(GIgaPON Access NeTwork), in cui stata
coinvolta per le tematiche di definizione dei
servizi a larga banda, di analisi dei possibili scenari architetturali e
di affidabilit delle reti PON. Successivamente, si occupata di
Qualit del Servizio e di allocazione dinamica della banda nei
sistemi GPON ( co-inventrice di un algoritmo per la gestione
dinamica della banda upstream nei sistemi GPON). Attualmente,
si occupa dellevoluzione delle tecnologie ottiche nella Rete di
Accesso e di tecniche per il monitoraggio delle reti PON, quali
OTDR (Optical Time Domain Reflectometry).

Nicola Ferrari in Telecom Italia dal


1978. Si occupato inizialmente di esercizio e
manutenzione dei cavi speciali, divenendo poi
responsabile del settore "esercizio cavi" della
regione Abruzzo e Molise. Ha collaborato,
nellambito della DG, al progetto SOCRATE.
Nellambito del settore E/ATC (Esercizio
Apparati Trasmissivi e Cavi) stato responsabile
"Esercizio e Manutenzione cavi" della Direzione
Territoriale "Centro 2" in Roma. Attualmente
opera presso il CSL di Pescara. Ha partecipato a numerose
missioni allestero presso altri operatori di TLC quali Telecom
Argentina, Etecsa, Hondutel e svolto, su incarico della DG, attivit di
analisi e prove in campo della strumentazione di misura per gli
impianti in cavo ottico e in rame, nuovi attrezzi ed accessori, ed ha
partecipato alla realizzazione di norme tecniche di esercizio e
manutenzione della rete in cavo. Dal 1990 coordinatore e docente
presso la "Scuola Superiore G. Reiss Romoli (ora TILS) per alcuni
moduli didattici inerenti i portanti in rame e in fibra ottica. Dal 1996
svolge seminari sulle tecnologie ottiche applicate alle TLC presso le
facolt di ingegneria di Cagliari e dellAquila. autore di articoli,
conferenze di settore e di libri, fra cui "Le fibre ottiche nelle
telecomunicazioni" e "Lecometria applicata alle telecomunicazioni in
cavo". membro del CEI e dellAICE.

G a e t a n o Ve s p a s i a n o , l a u r e a t o in
Ingegneria Elettrotecnica presso lUniversit
dellAquila, dal 1986 stato docente della
Scuola Superiore "G. Reiss Romoli" (ora TILS)
dove si occupa di sistemi di trasmissione in
fibra ottica, misure su fibre e componenti
optoelettronici, amplificazione ottica, rete di
accesso a larga banda. Dal 2001 al 2006 ha
svolto in TILS funzioni di Key Account per il
mercato Mobile e Internazionale e di Account
per il mercato Aziende. Dal 2000 collabora con la Facolt di
Ingegneria dellAquila, dove tiene attualmente il corso di
Comunicazioni Ottiche. stato co-autore del libro "Le fibre
ottiche per telecomunicazioni", di cui ha curato ledizione e del
libro "Collegamenti in fibra ottica". autore di numerosi articoli
presentati a conferenze e convegni nel settore delle
comunicazioni ottiche e delle reti di TLC.

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