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Microcontrollori risposte

Microcontrollori (Università degli Studi dell'Insubria)

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1. Nomenclare i due componenti elettronici: condensatore elettrolitico / diodo Zener


2. Nomenclare i due componenti elettronici: diodo a semiconduttore / batteria
3. Nomenclare i due componenti elettronici: interruttore / BJT PNP
4. Nomenclare i due componenti elettronici: lampada / FET canale N
5. Nomenclare i due componenti elettronici: potenziometro / motore elettrico
6. Nomenclare i due componenti elettronici: FET canale N / amplificatore operazionale
7. Nomenclare i due componenti elettronici: BJT PNP / optoisolatore
8. Nomenclare i due componenti elettronici: relè / BJT NPN
9. Nomenclare i due componenti elettronici: diodo LED / motore passo-passo (stepper)
10. Nomenclare i due componenti elettronici: pulsante norm. Aperto / varicap
11. Cosa si intende per corrente alternata e per corrente continua.
12. Tre resistenze da 330 kOhm sono collegate in parallelo. Calcolare la resistenza totale. 110 kOhm
13. Quattro resistenze da 150 Ohm sono collegate in serie. Calcolare la resistenza totale. 600 Ohm
14. Due resistenze da 100 KOhm collegate in parallelo vengono poi collegate in serie ad una resistenza da 220 KOhm. Calcolare la resistenza
risultante. 50 kOhm + 220 kOhm = 270 kOhm
15. Un partitore di tensione è costituito da due resistenze, una da 10 kOhm e una da 23 kOhm. Il capo della resistenza da 10 kOhm è collegato a
+3.3V, mentre il capo di quella da 23 kOhm è collegato a massa. Calcolare la tensione presente rispetto a massa al punto di giunzione delle
due resistenze. 2,3 V
16. Calcolare un partitore di tensione in maniera da avere una tensione di 2.5V a partire da una alimentazione di 5V. resistenze uguali R1 = R2
17. Una rete RC è formata da due resistenze da 100 kOhm in serie tra loro, e da due condensatori da 0.1 μF in parallelo tra loro. Calcolare il
valore di t e la sua unità di misura. 40ms
18. Una rete RC è formata da due resistenze da 10 kOhm in parallelo tra loro, e da due condensatori da 0.1 μF in serie tra loro. Calcolare il
valore di t e la sua unità di misura. 250 microsecondi
19. Una rete RC è formata da un condensatore di 10 μF in serie a tre resistenze da 330 KOhm in parallelo. Calcolare il valore di t e la sua unità di
misura. 1,1 sec
20. Una rete RC è formata da tre condensatore da 3.3 μF in serie a due resistenze da 220 KOhm in parallelo. Calcolare il valore di t e la sua unità
di misura. 121 ms
21. Un potenziometro è collegato a +5V, calcolare la tensione presente sul cursore rispetto a GND quando il cursore è posizionato a in (A) e in
(B), dove (A) è a ¼ del potenziometro e (B) è a ¾. Se lo slider è a ¼-¾, quindi più vicino ad A, abbiamo 3,75 V tra cursore e GND
22. Un potenziometro è collegato a +5V. Si vuole ottenere una tensione di 4 V tra il cursore e massa (GND). Il potenziometro andrà messo in (A)
o in (B)? Per ottenere 4 V tra cursore e GND, bisogna portare lo slider più vicino ad A, a distanza 20%-80%.
23. Perché talvolta si collega un condensatore in parallelo ai contatti di un pulsante?
24. Una rete RC deve avere un t di 10 ms. Se il condensatore è da 100 nF, calcolare il valore di R. 100 KOhm
25. Una rete RC deve avere un t di 100 ms. Se il condensatore è da 200 nF, calcolare il valore di R. 500 kOhm
26. A che cosa serve una rete RC formata da una resistenza e un condensatore in serie. Introdurre ritardo nel circuito
27. Un diodo LED rosso (VF = 1.8 V) viene collegato a un pin di Arduino alimentato a 3.3 V. Immaginando una corrente di 10 mA, calcolare la
resistenza serie. 150 Ohm
28. Un diodo LED giallo (VF = 2.2 V) viene collegato a un pin di Arduino alimentato a 5 V. Immaginando una corrente di 10 mA, calcolare la
resistenza serie. 280 Ohm
29. Un diodo LED rosso (VF = 1.8 V) viene collegato a un pin di Arduino alimentato a 5 V. Immaginando una corrente di 5 mA, calcolare la
resistenza serie. 640 Ohm
30. Un diodo LED verde (VF = 2.0 V) viene collegato a un pin di Arduino alimentato a 3.3 V. Immaginando una corrente di 10 mA, calcolare la
resistenza serie. 130 Ohm
31. Un diodo LED blu (VF = 3.0 V) viene collegato a un pin di Arduino alimentato a 5 V. Immaginando una corrente di 5 mA, calcolare la
resistenza serie. 400 Ohm
32. Un diodo LED verde (VF = 2.1 V) viene collegato a un pin di Arduino alimentato a 3.3 V. Immaginando una corrente di 5 mA, calcolare la
resistenza serie. 240 Ohm
33. Un circuito a microcontrollori con 3 diodi LED collegati funziona perfettamente. Se ne collego 20, smette di funzionare. Quale può essere la
causa? Consumo corrente. Arduino fornisce 40mA (meglio restare sui 20mA) per PIN e 200mA totali
34. Disegnare il circuito di un pulsante collegato in pull-up a un pin digitale di Arduino.
35. Disegnare il circuito di un pulsante collegato in pull-down a un pin digitale di Arduino.
36. Come fare a collegare un carico di potenza (es. una lampada a 24 V 2 A) ad un microcontrollore?
37. A cosa serve utilizzare un optoisolatore collegato a un pin di uscita digitale di un microcontrollore?
38. Cosa si intende per “debouncing” (o antirimbalzo) di un interruttore collegato a un ingresso digitale?
39. Perché bisogna usare un transistor per pilotare un relè da parte di un pin I/O di un microcontrollore? Microcontrollore fornisce Vref fissa e
pochi mA
40. Nel circuito allegato, a cosa serve il diodo collegato in parallelo alla bobina del relè? Bloccare correnti spurie che si generano allo
spegnimento della bobina
41. Un LED va comandato da un pin I/O di un microcontrollore; quale differenza c’è tra collegarlo in “sourcing” o in “sinking”?
42. Come è fatto un diodo a semiconduttore e a cosa serve.
Un diodo è un componente attivo che permette alla corrente di scorrere in un solo verso. È costituito da un semiconduttore di tipo p
“attaccato” a uno di tipo n; la zona di confine tra i due è detta giunzione p-n.
Utilizzato come protezione per inversione polarità nei circuiti.
Negli alimentatori ha la funzione di raddrizzatore, cioè trasforma la corrente alternata prodotta in uscita dal trasformatore in una corrente
continua/pulsante, bloccando le semionde (metà della sinusoide) negative.
43. Come fare a convertire una corrente alternata in una continua. Trasformatore + diodo (o ponte diodi) + condensatore
44. Come è fatto un transistor BJT
È un dispositivo a tre terminali formato da tre regioni di materiale semiconduttore drogato di diversa tipologia (due giunzioni P-N). Ogni
regione è connessa a uno dei terminali base, collettore e emettitore.
Attraverso una piccola corrente applicata al terminale base è possibile variare le proprietà dei semiconduttori e mandare in conduzione il
transistor che a quel punto permette il passaggio di corrente elevata tra collettore e emettitore.
Il rapporto tra la corrente di base e la corrente di collettore è indicato col valore di hFE che rappresenta il guadagno.
45. Devo usare un BJT per controllare un carico di potenza. Perché devo andare a guardare e valutare il guadagno (hFE) del transistor?
Determina la corrente fornita al carico di potenza collegato tra collettore e emettitore
46. Come è fatto un transistor FET.
Dispositivo attivo a tre terminali (gate, source, drain) basato su semiconduttori drogati. Presenta un canale centrale N e una barretta di
tipologia P (o viceversa) alla quale è collegata al terminale gate, mentre drain e source sono collegate al canale centrale.
Applicando una tensione sufficiente al gate, i semiconduttori cambiano il loro stato e source e drain vanno in conduzione
47. Che cos’è un transistor Darlington.
Transistor composto da due BJT in un unico “package” che permette di avere guadagni elevati, anche 1000.
La tensione utilizzata dal Darlington è 1,5v-2v, circa il doppio della Vbe di un BJT.
48. Come funziona un transistor BJT.
È un dispositivo a tre terminali formato da tre regioni di materiale semiconduttore drogato di diversa tipologia (due giunzioni P-N). Ogni
regione è connessa a uno dei terminali base, collettore e emettitore.
Attraverso una piccola corrente applicata al terminale base è possibile variare le proprietà dei semiconduttori e mandare in conduzione il
transistor che a quel punto permette il passaggio di corrente elevata tra collettore e emettitore.
Il rapporto tra la corrente di base e la corrente di collettore è indicato col valore di hFE che rappresenta il guadagno.
49. Devo usare un FET per controllare un carico di potenza. Perché devo valutare la tensione VGS tra gate e source? Tensione VGS è quella
necessaria per mandare il FET in conduzione. Solitamente intorno a 10 V, ma esistono anche più basse.
50. A che cosa serve un transistor nella scienza dei microcontrollori. Pilotare carichi di potenza
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51. Che cos’è un diodo zener e a cosa serve. In polarizzazione diretta si comporta come un diodo normale, viene utilizzato però in polarizzazione
inversa. In quel modo, quando la tensione supera il breakdown va in conduzione limitando la tensione a tale valore. Viene usato come
limitatore di tensione (abbinato ad una resistenza per dissipare l’eccesso di tensione, limitando la corrente nel diodo).
52. Devo pilotare un transistor di potenza da un pin I/O di un microcontrollore. Ci sono differenze tra usare un FET (o MOS-FET) o un BJT?
BJT FET
Controllo in corrente Controllo in tensione
Resistenza su Base No resistenza su Gate
Assorbono corrente da Base Non assorbono corrente da Gate
Più economici Più costosi
Più robusti Più delicati
53. Disegnare un amplificatore operazionale configurato come voltage follower (o inseguitore di tensione) ottenere alta resistenza in ingresso
54. Disegnare un amplificatore operazionale configurato come amplificatore invertente a guadagno -10 –(Rf/Ri * Vin)
55. Disegnare un amplificatore operazionale configurato come amplificatore invertente a guadagno -100 –(Rf/Ri * Vin)
56. Disegnare un amplificatore operazionale configurato come amplificatore non invertente a guadagno 11. [1+(Rf/Ri)] * Vin
57. Disegnare un amplificatore operazionale configurato come amplificatore non invertente a guadagno 6. [1+(Rf/Ri)] * Vin
58. Disegnare un amplificatore operazionale configurato come integratore.

59. Disegnare un amplificatore operazionale configurato come differenziatore. Vo = K(VB −VA)

60. Disegnare un amplificatore operazionale configurato come misuratore di resistenza collegata a ponte.
Ponte di Wheatstone collegato a amplificatore operazionale differenziale.
Misura e amplifica la differenza tra tensioni VB e VA ai due lati del ponte mandando in output una tensione
Vout = K(VB-VA)

61. Che cos’è un ponte di Wheatstone?


Il ponte di Wheatstone è un dispositivo costituito da 4 resistenze elettriche collegate tra loro a forma di
rombo ed alimentate da una tensione continua.
Il ponte si dice in equilibrio quando la tensione sui punti “esterni” AB è nulla. Sostanzialmente il ponte è
formato da due partitori di tensione.
Vale la relazione:
R1/R2 = R3/R4 e quindi R1 * R4 = R2 * R3

Grazie a questa proprietà è possibile determinare il valore incognito di una resistenza, oppure si può utilizzare per “annullare” una forza
“esterna” che influenza un sensore. L’abbiamo visto in abbinamento ai sensori di forza/pressione, che sono influenzati per esempio anche
dalla temperatura.
Per compensare, per esempio l’effetto della temperatura, si possono utilizzare due sensori identici, uno realmente utilizzato per il rilevamento
della pressione/forza, l’altro per rilevare solo la temperatura e rendere precisa la misurazione.
62. Devo collegare 4 sensori allo stesso amplificatore operazionale, in maniera che la tensione finale sia la somma dei segnali dei 4 sensori.
Quale configurazione è più adatta (invertente o non-invertente) e perché.
Per sommare i 4 segnali è preferibile un operazionale invertente Vtot = -(V1+V2+Vx), eventualmente con l’aggiunta di un operazionale per il
cambio di segno alla fine. Un sommatore NON invertente produrrebbe Vtot = 1+(V1+V2+Vx).
63. Descrivere un tipo di sensore di temperatura a scelta.
I tipi di sensori di temperatura più diffusi sono: sensori integrati, termocoppie, sensori a resistenza variabile (termistori NTC, Pt100).
Sensore integrati comprendono il sensore vero e proprio ed uno stato di condizionamento del segnale. Alcuni includono anche un ADC e
forniscono direttamente il valore in digitale.
Un esempio di sensore integrato è LM35 che misura temperature da -55°C a +150°C fornendo una tensione pari a 10 mV/°C.
Termocoppia: fornisce segnale non lineare e non può essere connessa ad Arduino direttamente, necessita amplificazione segnale.
Termistori: resistenze che variano in funzione della temperatura. NTC (negative temperature coefficient) diminuisce resistenza all’aumentare
della temperatura. PT100 positivo, aumenta resistenza all’aumentare della temperatura.
64. Che cos’è una fotoresistenza.
65. Come bisogna collegare una fotoresistenza ad un ADC per leggere il valore di resistenza al buio e alla luce? Partitore di tensione assieme ad
altra resistenza
66. Descrivere che cos’è un sensore di pressione.
Sensore composto da filo conduttore montato su piastrina metallica flessibile. La forza piega la piastrina che esercita una
compressione/estensione del filo. La misurazione della resistenza del filo determina la forza applicata al sensore.
Sono sensibili anche alla temperatura, perciò si usano in coppia in configurazione ponte di Wheatstone.
67. Un sensore viene utilizzato per misurare la concentrazione di alcol. Che tipo di sensore è?
Sensore di tipo chimico composto da due resistenze. Una fissa per mantenere la temperatura corretta del sensore, l’altra variabile in funzione
del gas rilevato.
Rilevano principalmente un gas, ma in maniera minore anche altri
Impiegano molto tempo per rilevare correttamente (ore) e per ritornare alla funzionalità ottimali dopo rilevazione intensa.
68. Descrivere il funzionamento di un ADC a doppia rampa.
Esistono vari tipi di ADC, tutti caratterizzati da una certa complessità, perché la conversione di un
segnale da analogico a digitale è particolarmente difficile.
Gli ADC a doppia rampa, sono spesso usati nei tester, mentre quelli ad approssimazioni successive sono
per esempio quelli presenti sulle schede Arduino.

In un ADC doppia rampa (dual-slope) sono presenti tre amplificatori operazionali configurati come:
• Voltage follower, per ottenere un’elevata resistenza in ingresso;
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• Integratore, che calcola l’integrale (invertito di segno) del segnale nel tempo;
• Comparatore, che confronta le tensioni sui suoi due ingressi ed indica quale delle due è maggiore
Per misurare il segnale analogico in ingresso, il convertitore:
Integra il segnale in ingresso per un periodo di tempo prefissato, durante il quale l’integrale aumenta con una velocità proporzionale al valore
del segnale (se il segnale è positivo, l’output dell’integratore aumenta in direzione negativa);
Collega all’integratore una tensione di riferimento Vref, di polarità opposta alla tensione del segnale, e fa tornare l’integrale verso zero a
una velocità nota, poi misura il tempo che passa finché il comparatore non indica che l’output dell’integratore è tornato a zero.
Siccome la durata della fase 1 è costante, il valore finale raggiunto dall’output dell’integratore dipende solo dalla velocità con cui tale output è
aumentato, ovvero dalla tensione del segnale analogico.
Nella fase 2, la velocità di variazione dell’output è costante (fissata da Vref), perciò il tempo misurato dipende dal valore massimo
dell’integrale.
Da questo tempo, che è misurato in forma digitale mediante un apposito contatore, si può ricavare la rappresentazione digitale del valore del
segnale analogico.
Questo tipo di ADC ha una risoluzione tanto maggiore quanto più è il tempo dedicato alla misurazione, a discapito però della velocità, e quindi
della massima frequenza di campionamento.
69. Descrivere il funzionamento di un ADC ad approssimazioni successive.
Esistono vari tipi di ADC, tutti caratterizzati da una certa complessità, perché la conversione di un segnale da
analogico a digitale è particolarmente difficile.
Gli ADC a doppia rampa, sono spesso usati nei tester, mentre quelli ad approssimazioni successive sono per
esempio quelli presenti sulle schede Arduino.

Un ADC ad approssimazioni successive è composto da un convertitore DAC e un comparatore.


ADC confronta il segnale analogico in ingresso con una tensione generata dal DAC, e varia la parola binaria mandata in input al DAC, finché
questo non produce una tensione il più possibile vicina (idealmente uguale) a quella in input.
A questo punto, la parola di input del DAC corrisponde al valore digitale del segnale.
70. Descrivere il funzionamento di un DAC a scala (“ladder”)
Convertitore Digitale-Analogico, più semplice rispetto a ADC. Si utilizza una scala di resistenze che svolgono la funzione di partitori di tensione.
Il microcontrollore sceglie in virtù del valore in bit da rappresentare, l’uscita da attivare che corrisponde ad un determinato voltaggio.
71. Che cos’è il teorema di Nyquist? Per evitare alias è necessario campionare il segnale ad una frequenza almeno doppia rispetto quella del
segnale
72. In un ADC, che cos’è il fenomeno chiamato undersampling
L’undersampling, ovvero sottocampionamento, è la riduzione della frequenza di campionamento di un segnale analogico. Quando si riduce la
frequenza di campionamento è necessario verificare che il teorema del campionamento di Nyquist venga rispettato. Se invece il teorema non
viene soddisfatto allora il risultato sarà affetto da aliasing ovvero non rispecchierà il segnale originale.
73. In un ADC, perché l’undersampling causa aliasing?
Undersampling non permette di campionare correttamente un segnale che quindi viene acquisito in maniera non valida. Un segnale non
valido si chiama alias.
74. Che differenza c’è tra un ADC a 10 bit ed uno a 12 bit?
75. Una bilancia pesa fino a 5 Kg con una risoluzione di 0.1 g. Calcolare quale deve essere la risoluzione minima in bit dell’ADC per garantire la
lettura corretta.
76. Un ADC a 12 bit è collegato ad un riferimento di tensione di 4.096V. calcolare la risoluzione dell’ADC (come potenziale corrispondente al bit
meno significativo)
77. L’ADC di Arduino è a 10 bit di risoluzione con un riferimento di tensione di 5V. Si collega un sensore di temperatura che fornisce 10 mV/°C.
Calcolare la risoluzione di temperatura in °C.
78. L’ADC di Arduino è a 10 bit di risoluzione con un riferimento di tensione di 5V. Si collega un sensore di temperatura che fornisce 10 mV/°C.
Se Arduino legge 102, calcolare la temperatura del sensore in °C. 50°
79. L’ADC di Arduino è a 10 bit di risoluzione con un riferimento di tensione di 5V. Si collega un sensore di temperatura che fornisce 10 mV/°C.
Se ma mia stanza è alla temperatura di 25°C, qual è la lettura in uscita di Arduino? 51
80. Perché per usare i pin di I/O di Arduino bisogna settare il comando pinMode? Imposta la modalità di un PIN di I/O (Output, Input, Input
PullUp). Viene usato nella funzione Setup().
81. In Arduino, quando bisogna usare il comando “analogRead”? Serve per leggere il valore da uno dei piedini analogici (A0, A1, ecc…), che
sfruttano l’ADC integrato
82. In Arduino, a che cosa serve il comando “digitalWrite”? Imposta il livello logico High/Low di un PIN di I/O che è stato precedentemente
settato in modalità Output da pinMode
83. Per leggere un pulsante (ovviamente messo in pullup o pulldown), quale comando di Arduino si usa? digitalRead legge lo stato e restituisce
High/Low della porta passata come argomento
84. Che cosa significa l’acronimo PWM e a cosa serve? Pulse Width Modulation è una modalità di conversione da digitale ad analogico. Utile per
comandare un motore attraverso cicli on-off in rapida sequenza
85. In un microcontrollore alimentato a 5 V, un pin di I/O viene settato in PWM con un rapporto Ton/Toff del 25%. Calcolare la tensione media
in uscita.
La tensione si alterna rapidamente da 5 V a 0 V. Per il 25% rimane High e per il 75% Low, quindi la tensione media in uscita è 1,25 V.
86. Come va scelta la frequenza di utilizzo di un pin I/O in PWM?
La frequenza di variazioni High-Low si chiama Duty Cycle e si imposta col comando analogWrite(LED, XX).
Il numero di cambiamenti consecutivi, ovvero la frequenza, è invece impostata dal microcontrollore.
Alcuni PIN (5 e 6) operano a 976 Hz (freq. base 62500 Hz), altri PIN invece (3, 9, 10 e 11) lavorano a 488 Hz (freq. base 31250 Hz).
Questi valori possono essere variati in base alle necessità del componente collegato ad Arduino.
87. Voglio variare la velocità del motore di una lavatrice da arduino utilizzando un convertitore DAC; che tipo scelgo?
Posso usare PWM per comandare un transistor che gestisce il carico. Eventualmente si può aggiungere un sensore di feedback ed
implementare un controllo PID.
88. Che cos’è una comunicazione seriale sincrona?
Usata per connettere micro e sensori esterni. Trasferimento dati sincronizzato mediante una linea di clock, permettendo a uno dei dispositivi
collegati (il master) di determinare la velocità di trasferimento. (SPI, I2C e One-Wire)
89. Che cos’è una comunicazione seriale asincrona?
Usata per connettere micro e PC. Non c’è clock per la sincronizzazione, i dispositivi collegati devono conoscere a priori la velocità e le modalità
di collegamento. (RS-232 e RS-485)
90. In Arduino, i pin di I/O #0 e #1 sono utilizzati anche come RX e TX; posso utilizzarli mentre utilizzo la USB e perché?
Non è possibile, vengono utilizzati dall’USB quando connessa, per l’emulazione seriale necessaria per la comunicazione tra Arduino e PC.
91. Che cosa si intende per “Virtual Com Port” (o VCP)?
Emulazione di porta seriale effettuata su PC tramite apposito driver.
92. Che differenze vi sono tra la RS232 e la RS-485?
RS-232 RS-485
Seriale asincrona Seriale asincrona
Punto-Punto Multipoint
Connettore DB-9 2 fili (4 fili per Full Duplex)
Full Duplex Half o Full Duplex
Domestico Industriale
Max: 15 mt Max: 1200 mt
Velocità Baud configurabile Velocità maggiori rispetto RS-232
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Invio di parole lunghezza tra 5 e 9 bit precedute da bit


di start e seguita da un bit di parità (opzionale) ed infine
uno e due bit di stop.
93. Il protocollo SPI
SPI (Serial Peripheral Interface) è un’interfaccia seriale sincrona full-duplex, che collega un master a uno o più slave usando tre linee condivise
e una linea separata per ogni slave.
• SCLK Serial Clock: il segnale di clock, generato dal master;
• MOSI Master Out Slave In
• MISO Master In Slave Out
La linea separata che connette un singolo slave al master è chiamata SS (Slave Select), e serve a selezionare lo slave con cui il master vuole
comunicare.
Le linee SS funzionano solitamente in modo attivo basso.
94. Disegnare 3 dispositivi SPI collegati ad un microcontrollore come Master

95. Il protocollo I2C


I2C (Inter-Integrated Circuit si pronuncia “I quadro C”), chiamata anche TWI (Two Wire Interface). Interfaccia seriale sincrona molto comune
che permette una comunicazione half-duplex tra dispositivi multipli (di solito un master e uno o più slave, ma è anche possibile avere master
multipli), usando solo due linee condivise:
• SCL, Serial CLock, per il segnale di clock;
• SDA, Serial DAta, per i dati.
Queste due linee devono essere collegate alla tensione di alimentazione utilizzando delle resistenze il cui valore è indicato nei datasheet dei
dispositivi (nell’ordine di qualche kΩ), e deve essere tanto più basso quanti più sono i dispositivi collegati alle linee.
Queste resistenze potrebbero a volte essere già integrate nella periferica hardware che implementa l’interfaccia I2C, oppure, nel caso di
Arduino, potrebbero essere montate sulla scheda. Nel dubbio meglio usare delle resistenze esterne.
Non c’è un meccanismo hardware per la selezione dello slave, selezione tramite un meccanismo di indirizzamento nel protocollo di
comunicazione, con indirizzi a 7 bit o a 10 bit. Ciascuno degli slave collegati a una stessa interfaccia (la stessa coppia di linee SCL e SDA) deve
avere un indirizzo diverso dagli altri, quindi il numero massimo di slave collegati è limitato dagli indirizzi disponibili.
L’indirizzo I2C di un dispositivo è indicato nel suo datasheet. I costruttori cercano di assegnare indirizzi diversi a dispositivi di tipi diversi, in
modo da evitare conflitti. Inoltre, molti dispositivi hanno un indirizzo almeno in parte configurabile tramite appositi piedini di input.
Il vantaggio di I2C rispetto a SPI è la possibilità di comunicare con numerosi dispositivi utilizzando solo due piedini del microcontrollore,
mentre gli svantaggi sono il funzionamento half-duplex e la minore velocità di comunicazione dovuta in parte all’overhead introdotto
dall’indirizzamento.
96. Disegnare 3 dispositivi I2C collegati ad un microcontrollore come Master.

97. Il protocollo ONE-WIRE


Interfaccia seriale sincrona half-duplex, utilizza un solo cavo per il clock e per i dati, deve essere collegato a tensione Vref con resistenza,
come I2C.
Ogni device ha un numero seriale univoco anche su sensori dello stesso modello, non ci sono problemi di indirizzi duplicati.
Poco efficiente in termini di velocità e supportata da pochi sensori rispetto a SPI e I2C.
98. Che cosa si intende con l’acronimo PID in un controllo di processo?
Processo Proporzionale-Integrativo-Derivativo, permette la regolazione di precisione di carichi elettrici (es. motori) tramite un sensore di
retroazione che analizza l’andamento e regola di conseguenza il funzionmento.
99. Che differenza c’è nell’utilizzo con Arduino tra un sensore di luce a fotoresistenza e uno di tipo I2C?
Fotoresistenza si abbina a resistenza fissa per creare partitore di tensione, invece un sensore I2C fornisce già un valore interpretabile da
Arduino.

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