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I componenti principali presenti in una scheda madre di un notebook, desktop, tablet e smartphone sono
i seguenti:
Diodo
Resistenza
Condensatore
Fusibile
Induttore/Bobina
Transistor
Mosfet
PASSIVI Vengono chiamati così perché subiscono solo gli effetti della corrente. Non
richiedono alcuna fonte esterna per il loro funzionamento, e sono in grado di immagazzinare energia
sotto forma di tensione o corrente. Vengono definiti passivi perché non hanno un CERVELLO.
COMPONENTI PASSIVI
ATTIVI Sono chiamati così perchè non si limitano a subire la corrente elettrica ,ma hanno un
ruolo attivo, nel senso che possono decidere come comportarsi al passaggio di essa.
COMPONENTI ATTIVI
DIODO
TRANSISTOR E MOSFET CIRCUITI INTEGRATI
(IC)
PNP NPN
DIODO LED
DIODO DOPPIO
DIODO ZENER
Serve come sicurezza, se c'è un cortocircuito questo componente si danneggerà spesso, dato che è
sottoposto a sollecitazioni. Sui laptop più vecchi, la causa di un mancato avvio era dovuto proprio a
questo componente presente sul circuito DC IN che andava in corto o si bruciava. È progettato per
proteggere il laptop e salvaguardare gli altri componenti elettronici da eventuali danni.
Impostare la modalità beeper per testare un fusibile con il multimetro. Se il fusibile è integro si dovrebbe
leggere il valore 0 o sentire un beep (suono), se il fusibile è rotto (internamente) non ci sarà alcun beep
(suono).
COS'È UNA RESISTENZA
Il resistore funge da resistenza o limitatore di corrente o tensione. La resistenza nella scheda madre del
laptop fino al 70% viene utilizzata come componente che si oppone al passaggio di corrente lungo il
percorso VIN di ingresso del polo positivo. La caratteristica di questo componente è che una volta
danneggiato interromperà il passaggio della tensione. Se il valore della resistenza cambia o non
corrisponde al giusto valore presente sullo schema del circuito, il valore d’uscita risulterà non corretto.
QUANDO LE RESISTENZE SI DANNEGGIANO, TENDONO A DIVENTARE DEI CIRCUITI APERTI.
RESISTENZE IN SERIE
Serie: Due (o più) resistenze sono collegate in serie se sono percorse dalla stessa corrente.
La resistenza equivalente alla serie si calcola sommando le varie resistenze: Req=R1+R2
RESISTENZE IN PARALLELO
Parallelo
Due (o più) resistenze sono collegate in
parallelo se ai loro capi è applicata la
stessa tensione.
La resistenza equivalente di due
resistenze in parallelo si esprime con la
seguente relazione: Req=R1*R2/R1+R2
In linea di principio, il resistore inteso come partitore di tensione è costituito da due resistori disposti in
parallelo e produrrà una tensione di uscita ½ della tensione di ingresso, a condizione che i due resistori
abbiano lo stesso valore di resistenza, ma se i valori sono diversi, influirà sul consumo di corrente a
seconda del valore di una resistenza.
Questo sistema viene spesso utilizzato anche in circuiti comparatori, circuiti a resistori variabili sulla carica
dei circuiti RTC.
MESSA A TERRA DEL RESISTORE
Questo resistore raramente si danneggia, perché uno dei suoi capi è collegato direttamente a massa.
Ha il compito di accumulare cariche elettriche e poi di rilasciarle secondo l’utilizzo del dispositivo. I
condensatori vengono utilizzati principalmente per risolvere problemi come l'instabilità di un circuito o il
rumore indesiderato, esso funge anche da filtro. QUANDO SI BRUCIANO TENDONO A DIVENTARE DEI
CIRCUITI CHIUSI. I CONDENSATORI SONO COLLEGATI TUTTI IN PARALLELO
Il condensatore SMD al Tantalio nella scheda madre del laptop funge anche da filtro nei circuiti di
commutazione e disaccoppiamento “decoupling”. Se osserviamo i simboli e le forme, i condensatori
elettrolitici e al tantalio hanno un polo positivo e uno negativo, quindi l'installazione sul circuito non deve
essere invertita. (n elettrolitico può essere sostituito con uno al Tantalio e viceversa). Questo tipo di
componente è ampiamente utilizzato per la sostituzione alternativa NEC/TOKIN sul nucleo VCC in caso di
assenza di display, con la caratteristica di non visualizzare la caduta di tensione totale (0v-9v) VCC core
drop.
Che tutte le linee VIN in tutti i sistemi saranno interessate da cortocircuito. La tecnica per trovare un
condensatore in cortocircuito collegato in parallelo come nell'immagine sopra, è quella rimuovere ogni
singolo condensatore uno per volta e testarlo. I condensatori disposti in parallelo servono ad appiattire
correnti e tensioni (correnti e tensioni sono sempre direttamente proporzionali).
Il principio di base del condensatore è quella di immagazzinare la carica e di rilasciarla quando serve.
Quando i condensatori sono disposti in serie la caratteristica sarà diversa, in pratica se la tensione
d’ingresso sale, la carica si riempie, invece se la tensione scende, la carica si elimina.
Prendiamo il circuito di seguito per capire come è possibile testare il condensatore SMD, le tecniche di
misurazione della tensione prestano attenzione alla posizione della sonda. La sonda nera è a massa
(GND),mentre la sonda rossa è collocata al punto in cui vogliamo testare (ingresso o uscita), questo
metodo di misurazione viene utilizzato per garantire la tensione ininterrotta dopo aver attraversato i
componenti che portano la tensione.
PC6
I 19V passeranno attraverso il condensatore PC6 che potrebbe rendere la corrente più stabile, se c'è
un'uscita di 19V su PC6 puoi stare sicuro che non ci sono problemi con il condensatore, ma se non c'è
tensione, sicuramente il condensatore è rotto o in corto.
MISURA DEL CONDENSATORE SENZA TENSIONE
DIODO A GIUNZIONE
CATODO (-)
ANODO (+)
La funzione del diodo LED nel laptop della scheda madre viene impiegato quasi nel 95% per l'indicatore
luminoso. Poiché il consumo energetico è molto basso, molte schede madri utilizzano diodi LED , i LED
hanno polarità. Hanno un piedino più lungo dell'altro, il piedino più lungo è l’ Anodo (+), mentre quello
più corto è il Catodo (-). Esempi sono i LED del pulsante di accensione, batteria, ecc.
CATODO (-)
Se il multimetro visualizza in polarizzazione diretta un valore compreso tra 0.5 e 0.7 V, e in polarizzazione
inversa "OL", il diodo va bene.
Impostare lo strumento in modalità "DIODO" e collegare la sonda positiva al catodo e la sonda negativa
all'anodo. Se il LED non si accende, invertire le sonde, se il LED è buono e funzionante si accenderà o si
illuminerà, altrimenti è danneggiato.
DIODO DOPPIO
SMD Dual Diode è un pacchetto singolo con 2 diodi interni, la forma e la funzione sono come un
transistor, ma è diverso. Per testarlo bisogna avere a disposizione il suo datasheet per testare lo stato dei
diodi interni.
DIODO ZENER
DIODO SCHOTTKY
Serve ad evitare di invertire le polarità. Protegge il circuito nel caso vengono invertiti i poli
dell’alimentazione (positivo e negativo). Questo tipo di diodo viene molto utilizzato come raddrizzatore
nei DC/DC converter dei notebook e anche negli alimentatori esterni AC/DC.
BOBINA
Una bobina è un filo di rame attorno a un nucleo di ferro che crea un campo elettromagnetico. Le bobine
sono spesso utilizzate per rimuovere picchi e cali di potenza. La proprietà della bobina è l’induttanza.
La funzione dell'induttore nella scheda madre del laptop viene utilizzata per commutare i circuiti.
Fondamentalmente nel circuito, la funzione di commutazione dell'induttore e del condensatore è la
stessa, per risparmiare corrente quando l'interruttore è collegato e rilasciare la sua carica quando
l'interruttore non viene premuto. È un componente che si oppone alla variazione di corrente che la
attraversa. Ad esempio se c’è una variazione repentina di corrente la bobina tende a stabilizzarla,
quindi non si comporta da FILTRO ma da STABILIZZATORE.
Nota: gli induttori non hanno polarità, quindi imposta la modalità beeper al multimetro, se l'induttore è
ok, il beeper suonerà, invece se l'induttore è aperto (internamente) o in corto non ci sarà alcun suono.
TRANSISTOR
Cos'è un transistor
Il transistor è un componente elettronico composto da tre terminali (tripolo) detti: base, collettore ed
emettitore. La base controlla il flusso della corrente tra collettore ed emettitore. Il verso della corrente è
indicato da una freccia. E' un semiconduttore usato nei circuiti analogici e digitali.
Sono dispositivi che servono a controllare il flusso di una corrente, e possono essere utilizzati in due
modalità:
Pin d’ingresso;
Pin di controllo;
Pin d’uscita.
Collettore, base ed emettitore, abbreviati come C, B ed E che verranno identificati tramite il relativo
datasheet.
Puoi pensare a un transistor bipolare come se contenesse un piccolo pulsante all'interno, come mostrato
nelle due foto seguenti. Quando il pulsante viene premuto, consente il flusso di una corrente. Per
premere il pulsante, si inietta una piccola tensione alla base. In un transistor NPN, la tensione di controllo
è positiva, mentre in un transistor PNP, la tensione di controllo è negativa.
Se la base riceve una tensione in ingresso superiore a una tensione di soglia, ad esempio VIN ≥ 0.6 Volts, il
transistor lascia passare la corrente tra collettore ed emettitore. Viceversa, la blocca.
Un transistor si comporta come un interruttore pilotato dalla tensione.
Può assumere due stati:
ON (zona di saturazione). La base riceve una tensione in ingresso superiore alla tensione di soglia.
Tra C e E passa corrente (cortocircuito).
OFF (zona di interdizione) La base riceve una tensione in ingresso inferiore alla tensione di soglia.
Tra C ed E non passa corrente (circuito aperto)
Spiegazione. Quando il transistor è spento (OFF) il circuito è equivalente a un circuito aperto (a destra).
L''interruttore è aperto e la corrente non scorre tra i terminali C e E. Quindi la lampadina è spenta.
COS'È UN MOSFET?
Il mosfet è un componente elettronico controllato in tensione che agisce sia come un amplificatore che
interruttore.
Ha tre piedini:
Gate;
Drain;
Source.
Gate è il pin di controllo;
Source è il pin da cui arriva l’alimentazione;
Drain è il pin da cui viene rilasciata.
Sulle mainboard vengono indicati con le lettere U , PU,Q e PQ. Amplifica solo la tensione DC e non AC.
TIPI DI MOSFET UTILIZZATI NEI LAPTOP
Canale N
Nei laptop il mosfet a Canale N è molto utilizzato come riduttore di tensione e amplificatore di
corrente all'interno del circuito di commutazione/SMPS “Switched-mode power supply”. Questo
componente si trova spesso nei circuiti VRAM, VCC CORE, GPU CORE, 3V &5V.
Canale P
Il Mosfet a canale P si trova spesso nei circuiti di ricarica e nelle vicinanze del JACK DC. La funzione
di questo componente è quella di proteggere il circuito, vengono usati come switch di
alimentazione.
SO-8;
SOT-8;
SOT-6;
SO-8 a doppio canale;
SOT-6 a doppio canale.
PINOUT IDENTIFICATION OF MOSFETS USED IN RECENT LAPTOPS
Nelle mainboard dei laptop, il mosfet a canale P viene utilizzato nella sezione dei circuiti di ricarica e nel
primo stadio di alimentazione jack DC, che funge da circuito di protezione per chiudere o far passare la
tensione del circuito 19V mantenendo attivo lo stato di alimentazione S5, mentre al di fuori della sezione
jack DC della linea di bypass e della ricarica, questo componente non è in uso.. La funzione di questo
componente è quella di proteggere il circuito.
TRANSISTOR NPN
Per prima cosa controlleremo se questo Mosfet è a canale N o a canale P, impostiamo il multimetro sulla
modalità Beeper.
N-Channel Mosfet: Collega il PUNTALE ROSSO al SOURCE e il PUNTALE NERO al DRAIN del Mosfet, se
ottieni un valore sullo schermo del multimetro, il MOSFET È DI TIPO N.
P-Channel Mosfet: Collega il PUNTALE ROSSO AL DRAIN e il PUNTALE NERO AL SOURCE del Mosfet, se
ottieni un valore sullo schermo del multimetro, IL MOSFET È DI TIPO P.
COME CAPIRE SE UN MOSFET E’ DIFETTOSO
La prima cosa che proveremo a controllare per capire se il MOSFET è difettoso è quella di controllare la
caduta di tensione del diodo. Imposta il multimetro in modalità diodo.
Un MOSFET funzionante dovrebbe segnare ai capi del diodo un valore compreso tra 0,4 V e 0,9 V
(dipende dal tipo di MOSFET). Se la lettura è zero, il MOSFET è difettoso, se la lettura è "aperta" o non è
in lettura, il MOSFET è difettoso.
STEP 2: CONTROLLO DELLA RESISTENZA
Il prossimo metodo da utilizzare per capire se il MOSFET è difettoso è quello di effettuare un controllo di
resistenza. Un buon MOSFET dovrebbe avere un'elevata resistenza tra il SOURCE e il DRAIN
indipendentemente dalla polarità dei puntali del multimetro.
Per evitare erroneamente che il mosfet risulti difettoso quando si misura la resistenza dal DRAIN al
SOURCE bisogna cortocircuitare il DRAIN con il SOURCE assicurandosi di aver scaricato la carica del diodo
sul GATE altrimenti sul multimetro comparirà il valore di 0 ohm.
Se si misura la resistenza del MOSFET, è necessario considerare i resistori associati, questi influenzano la
lettura. Ad esempio nel circuito sopra, quando si misura la resistenza tra GATE e SOURCE, ciò che si legge
non è l’alto valore della resistenza, ma il valore di R1 che è 10k. La rimozione del resistore 10k renderà
alto il valore della resistenza del mosfet.
Il terzo metodo è quello di effettuare il test di continuità. Impostare il multimetro in modalità diodo.
Collegare il puntale rosso al DRAIN e il puntale nero al SOURCE o viceversa, quando la lettura è zero o il
multimetro emetterà un suono continuo, allora il dispositivo è danneggiato. Assicurarsi sempre di
scaricare la carica del diodo tra DRAIN e SOURCE e misurare nuovamente la continuità.
Per spegnere un NMOS, collegare i terminale rosso al SOURCE e il terminale nero al GATE. Un buon
MOSFET non dovrebbe avere continuità tra i terminali, se è in continuità il mosfet ,è difettoso.
CONCETTO DI DECOUPLING
Le prestazioni dei circuiti integrati si riducono se l’alimentazione in ingresso presenta ripple o rumore. Se
è presente un circuito integrato digitale, il rumore aumenta insieme alla variazione del segnale.
Nei circuiti integrati digitali ad alte prestazioni, ad esempio microprocessori ed FPGA, se questo rumore è
presente, il chip subirà enormi problemi di lavoro.
Pertanto, è necessario mantenere il rumore ad alta frequenza lontano dal chip. Per fare ciò si installano
fisicamente dei condensatori elettrolitici e ceramici
Lo sappiamo già, che l’elettricità non è altro che il flusso di elettroni, questi elettroni fluiscono in tutto il
circuito attraverso il piano di massa. Sfortunatamente, questo flusso di elettroni non è costante. A causa
delle tracce PCB ,i fili, i pin dei componenti ,i connettori e i cavi su cui funziona il circuito elettronico
possiedono induttanze e resistenze parassite. Quindi il rumore elettrico viene irradiato anche da correnti
indotte magneticamente da altri sistemi, come vibrazioni meccaniche vicine e tanti altri fattori. Questo
rumore può essere molto distruttivo per un circuito integrato digitale.
Il rumore che sta interessando l’alimentatore è in forma AC. Un condensatore si comporta come un
circuito aperto a tensioni DC e se c’è un componente AC nei segnali che viaggiano nel circuito, i
condensatori iniziano a comportarsi come un cortocircuito e non lasciano che questo rumore entri nel
dispositivo digitale. Allo stesso tempo il condensatore si carica fino al suo livello massimo, quando l’IC
digitale sta commutando, e fornisce alcuni segnali al carico, allora ha bisogno immediatamente di una
notevole quantità di corrente, quindi il condensatore fornisce immediatamente l’energia riservata. Il
condensatore viene posizionato nel circuito dove sopprimerà o bypasserà i segnali. Quindi questi
condensatori sono collegati in parallelo con i circuiti integrati. I condensatori di bypass sono noti anche
come condensatori di disaccoppiamento, agiscono come resistori dipendenti dalla frequenza.
Quest’ultimi dovrebbero essere posizionati il più vicino possibile al circuito integrato, invece se sono
posizionati più lontano dai pin di alimentazione o massa , si creeranno induttanze e resistenze parassite
indesiderate nel circuito.
Più vicino al carico viene posizionato il condensatore ,maggiore è la quantità di rumore che viene
bypassato da questo condensatore. I condensatori di bypass servono a mantenere uniforme
l’alimentazione.
Esempio: se la frequenza del rumore è inferiore a 50 MHZ, è sufficiente un condensatore del valore di 0,1
µF o 10 nF. A frequenze che si avvicinano al di sopra di 50MHZ potremmo aver bisogno di più
condensatori di bypass. Dato che la frequenza del rumore è molto imprevedibile, collegare più
condensatori in parallelo è il miglior modo. Questo può essere fatto da qualsiasi tipo di condensatore
come ad esempio: elettrolitico, ceramico, a film ecc…
La batteria CMOS, nota anche come “batteria a bottone”, non fornisce alimentazione al laptop quando è
in funzione, ma serve solo per immagazzinare una piccola quantità di energia al CMOS quando il laptop è
spento o scollegato dalla presa di alimentazione. Senza di essa, bisognerebbe reimpostare l'orologio ogni
volta che accendi il laptop. Se la batteria CMOS è danneggiata, l'impostazione dell'ora cambierà sempre, è
si verificherebbe anche che all’inserimento della spina nell'adattatore AC, il portatile si accenderebbe
immediatamente.
Il circuito RTC è costantemente alimentato dalla batteria RTC (chiamata anche batteria tampone), in
modo da mantenere salvate le impostazioni in memoria (data, ora, impostazione bios) anche quando
l’alimentatore è scollegato e la batteria del portatile è scarica. Se la batteria RTC viene rimossa, oppure è
scarica viene effettuato un reset della memoria con successiva perdita delle impostazioni e della data
impostata. Il primo clock che viene generato è di 14.318 MHZ che serve per il clock generator IC che a sua
volta genera svariati clock per varie componenti della scheda madre.
Gli interruttori consentono il flusso di corrente elettrica chiudendo il circuito, oppure arrestano il flusso di
corrente elettrica aprendo il circuito. Esistono diversi tipi di interruttori come puoi vedere nella foto qui
sotto
QUANDO SI PREME L'INTERRUTTORE (IL PULSANTE), SI DA’ IL CONSENSO ALLA CORRENTE DI FLUIRE
I pulsanti di solito hanno quattro piedini, questi piedini sono sempre collegati in coppia. Quando si preme
il pulsante, tutti e 4 i piedini che sono collegati tra di loro consentendo il flusso di corrente.
Il super I/O chip (SIO),conosciuto anche con il nome di Startup Chip, è un circuito integrato (solitamente di
notevoli dimensioni) che si occupa di gestire il computer e i relativi segnali (specialmente durante la fase
di avvio dove si rivela un componente critico che potrebbe causarne il non avvio del pc). È possibile
trovarlo in formato BGA sui computer più moderni, e in formato QFP su quelli più datati. Più in dettaglio si
tratta di un vero e proprio microcontrollore che esegue un programma appositamente personalizzato in
base alla casa produttrice e che (solitamente) ha le seguenti funzioni:
Trasmissione del segnale PWM (Pulse Width Modulation) per il controllo delle ventole in base
alla lettura di un sensore di temperatura specifico;
Gestione dei segnali provenienti dalla tastiera e dal mouse ;
Gestione degli indicatori di sistema (led di stato come Ricarica Batteria ,HDD, Caps Lock,ecc..)
Gestione del “risveglio” del computer dallo stato di Standby/Sleep;
Gestione dei segnali di reset e clock (RST#,CLK#);
Gestione dello spegnimento/avvio del notebook.
I produttori più famosi sono
ITE;
NUVOTON;
SMSC;
WINBOND;
ENE;
VIA;
NATIONAL SEMICONDUCTORS.
Ecco qualche foto utile al riconoscimento, solitamente lo startup chip si trova vicino al chip del bios,
inoltre è possibile trovare vicino ad esso il connettore della tastiera oppure la batteria RTC (Real
Time Clock).
1. Ad alimentatore collegato, la 19v (dipende dal modello), inizia a scorrere nel circuito e genera le
tensioni obbligatorie (ALW –Always On) di 5v e 3,3v (solitamente chiamate 3VALW e 5VALW).
2. La 3VALW raggiunge il pulsante di alimentazione, il chip del BIOS e del super I/O chip.
3. Il segnale NBSWON# rimane attivo alto (High) fino a quando il pulsante di accensione viene
premuto, una volta premuto, il segnale NBSWON# diventa attiva basso (Low), poiché la 3.3v va a
massa per un tempo pari alla durata della pressione(micro secondi).
4. Lo startup chip rileva il cambiamento di segnale NBSWON# ad attivo basso e a sua volta genera il
segnale #DNBSWON che viene inviato al SOUTHBRIDGE.
5. Il SOUTHBRIDGE riceve il segnale #DNBSWON attivo basso e in risposta il SOUTHBRIDGE invia il
segnale SUSCLK# al super I/O chip e quest’ultimo invia un segnale di trigger chiamato
VR_ON/SUSON/MAINON al circuito integrato che gestisce i pin gate (controllo on/off) dei mosfet,
e si attivano gli alimentatori che generano le seguenti tensioni: 1.5V_S5, 3.3V_S5, 5V_S5
necessarie per far funzionare tutto il resto del computer.
Lo startup chip inoltre per lavorare ha bisogno di un segnale di clock esterno che viene generato
appositamente da un quarzo con una frequenza pari a 32.768 KHZ. Se il SIO è danneggiato
irrimediabilmente, va sostituito. In base al modello di chip, potrebbe essere necessaria la
riprogrammazione della memoria EEPROM all’interno dello stesso, che può avvenire tramite un
programmatore apposito (come lo SVOD). Alcuni Startup Chip non sono riprogrammabili. Alcune schede
madri possono riprogrammare automaticamente il SIO se è vuoto (probabilmente copiano il contenuto da
una memoria EEPROM esterna al SIO; questo avviene solo su alcune Mobo tuttavia è difficile dire su
quali).
Un requisito indispensabile per il corretto funzionamento dello startup chip (SUPER I/O), naturalmente è
l’alimentazione, ma nello specifico è la presenza di una tensione molto importante, i 3.3v (negli schemi
elettrici viene indicata con il nome di 3VALW (3 Volt Always). Lo stesso discorso vale per la tensione(3.3v)
presente sul chip del BIOS (pin numero 1) che è a stretto contatto con lo startup chip.
Alcune volte lo startup chip tende a bloccarsi rimanendo in stato di “Freeze”, e per sbloccarlo è
necessario rimuovere la batteria RTC e cortocircuitare i due pin + e – (succede raramente).
Un altro fattore che può causare il malfunzionamento dello startup chip è il firmware, nel caso in cui fosse
corrotto. Quindi nel caso in cui lo startup chip va in stato di errore (può succedere per svariati motivi),
l’avvio del sistema viene impedito e il computer si spegne. Il tutto avviene mediante dei segnali di
conferma e di trigger (attivazione) tra cui abbiamo:
RSMRST#:Questo segnale viene posto attivo alto (High) nel caso in cui l’alimentazione, il super I/O
chip e il BIOS funzionano correttamente e attivo basso ogni volta che il sistema si resetti oppure
se c’è qualche errore in fase di avvio.
NBSWOW#: Segnale del pulsante di alimentazione al super I/O chip. (chiamato anche come
PWRBTN/PWR, SW/SW_ON, EC_ON).
DNBSWON#: Segnale del pulsante di alimentazione inviato dal super I/O chip al southbridge
dopo aver ricevuto il segnale NBSWOW#. (chiamato anche PBTN_OUT, PWRBTN,BT_PWRON).
VR_ON#: Segnale di attivazione degli alimentatori inviato dal super I/O chip dopo aver ricevuto il
segnale di risposta SUSCLK dal southbridge.
PWROK#: (chiamato anche PWRGD)
RTCRST#;
CLKRUN#;
CLKRTC#.
PWM IC
Ci sono alcuni componenti presenti sulla scheda madre di un laptop che utilizzano la tecnologia PWM
(Pulse Width Modulation) per regolare ovvero diminuire le tensioni della scheda. Sono conosciuti come
PWM IC.
Come ogni circuito integrato, il PWM ha un'operazione più complessa perché si basa sulla ricezione di
impulsi e sullo scambio di informazioni insieme ad altri componenti attraverso i loro terminali.
La funzione principale del PWM IC è quella di generare le famose Switching Sources, che saranno
responsabili dell'alimentazione di tutti i circuiti della scheda madre. L'immagine seguente mostra
l'esempio di un IC PWM modello TPS51125. Questo componente può avere diversi terminali a seconda
del modello.
In questa immagine qui sotto puoi vedere al centro un IC PWM indicato da una freccia.
COME TESTARE IL CIRCUITO INTEGRATO PWM
Poiché si tratta di un IC (circuito integrato), il test di questo componente viene eseguito misurando alcuni
dei suoi terminali, per fare ciò dovremmo utilizzare uno schema o un datasheet per conoscere i pin di
ingresso e i pin di uscita.
CONVERTITORI DC/DC
CHE COSA SONO?
Per alimentatori DC/DC non si intendono i classici alimentatori da parete, ma a dei veri e propri circuiti di
alimentazione presenti sulla scheda madre. Vengono chiamati DC/DC perché ricevono una tensione DC in
ingresso e ne restituiscono una ridotta in uscita. Per esempio in ingresso è presente la 19V DC e in uscita
abbiamo la 5V DC. Questi alimentatori quindi servono a convertire la 19V in tutte le varie tensioni
necessarie per il funzionamento di tutti i componenti sulla scheda madre. È chiaro che se uno di questi
alimentatori è in corto circuito, il computer non può avviarsi.
Nei notebook sono presenti svariate Power Rail in base ai vari dispositivi che devono essere alimentati:
Bobine (se non le trovate sono collocate sull’altra faccia della PCB);
Condensatori ceramici;
Condensatori elettrolitici (non sempre presenti);
Mosfet;
Circuito integrato di gestione;
Diodi.
Se il controller PWM scalda parecchio significa che c’è un corto circuito nell’integrato stesso, oppure sul
carico che deve alimentare l ‘IC PWM. Per trovare il corto potete provare a rimuovere il carico oppure
l’integrato stesso e controllare se il corto è sparito. Non alimentate mai la scheda madre in assenza del
controller PWM perché questo integrato, pilota proprio i gate dei mosfet (per aprirli e chiuderli come se
fossero interruttori comandati elettronicamente), se lo togliete e date alimentazione, sul gate dei
mosfet ci sarà una tensione “fluttuante” che potrebbe chiudere uno dei due mosfet e far passare la 19V
direttamente sulla rail generata dallo switching dei mosfet (5V/3.3V).
A capo di tutto abbiamo l’IC PWM che gestisce i gate dei MOSFET che generalmente sono due:
I gate di entrambi i mosfet vengono pilotati ad altissima velocità ed ad intervallo, commutando generano
la tensione necessaria.
SEZIONE ALIMENTAZIONE INIZIALE
Per sezione di alimentazione iniziale s’intende il primissimo circuito che la 19V incontra prima di essere
convertita nelle svariate tensioni ALW e RUNNING. I malfunzionamenti presenti in questa sezione
possono risultare abbastanza critici come:
La 19V, tensione principale di funzionamento, entra nel connettore DC e viene fornita dall’alimentatore
SMPS. Una volta entrata nel connettore incontra i primi mosfet , in base al modello del notebook
possiamo avere uno o più mosfet. Il mosfet più vicino al connettore di alimentazione (solitamente è npn),
serve a limitare la corrente di spunto “Inrush” mentre il secondo , se è presente , serve ad impedire che
la tensione della batteria arrivi sulla porta di alimentazione ( solitamente è pnp). Se il secondo mosfet
non è presente (come in molti laptop moderni) la protezione c’è sempre e viene messa in atto attraverso
un diodo.
Dopo questi due mosfet solitamente c’è una resistenza “di sensing” (con un basso valore resistivo)
presente sulla linea principale di alimentazione che serve a captare la quantità di corrente che scorre in
quel punto preciso del circuito, successivamente la 19V arriva all’input principale per gli alimentatori
standby. Sul lato destro del circuito integrato (non su tutti i laptop), ci sono altri due mosfet che servono a
generare la tensione di ricarica per la batteria. Quando utilizziamo il portatile con la batteria e senza
alimentatore invece entra in funzione il mosfet in alto a destra. Vicino ad essi c’è un’altra resistenza “di
sensing” ma questa volta riguarda la batteria. Tornando alla fase iniziale del circuito ,vicino al connettore
DC possiamo notare dei diodi nelle vicinanze del primo mosfet, questi diodi sono in grado di “tagliare”
l’alimentazione in pochissimo tempo, il che può succedere nel caso in cui il sistema rileva un corto
circuito, sovratensione o surriscaldamento il tutto quando premiamo il pulsante d’accensione.
STATO DESCRIZIONE
G0 (S0) Il dispositivo è completamente funzionante e alimentato con il 100% dell’energia
disponibile. Alcuni componenti hardware potrebbero essere in uno stato di “sleep”,
purché possano tornare in funzione in tempi brevi.
G1 Il dispositivo appare spento anche se non lo è, i consumi sono ridotti, la sessione di
(S1,S2,S3,S4) lavoro può essere ripristinata senza riavviare il sistema. I processi sono salvati in
memoria.
G2 (S5) Il dispositivo consuma una piccolissima quantità di corrente dovuta ai circuiti base per
permettere al dispositivo di essere acceso. Nessun dato in memoria viene salvato.
G3 Equivale a staccare fisicamente il cavo di alimentazione, (tipicamente solo il real-time
clock continua a ricevere energia dalla sua piccola batteria). Non c’è nessun consumo di
energia.
STATO DESCRIZIONE
S0 (IN FUNZIONE) Dispositivo in funzione è completamente
utilizzabile. I componenti hardware non in uso
possono entrare in “low power state” per
risparmiare energia. Il computer è alimentato
e l’utente finale lo sta utilizzando.
S1,S2,S3 (SOSPENSIONE) Il dispositivo appare spento. Lo stato
G1 “Addormentato” si divide in quattro stati:
da S1 a S4. Il tempo necessario per portare il
sistema a G0 è molto breve per S1, breve per
S2 e S3, lungo per S4. In questi stati la
memoria volatile rimane in funzione per
memorizzare lo stato. Alcuni componenti
rimangono attivi durante questi stati in modo
da permettere al computer di accendersi
tramite un input da tastiera/mouse o via LAN.
S4 (IBERNATO) Il dispositivo appare spento. Il consumo di
energia è al minor livello possibile. Il sistema
salva il contenuto della memoria volatile in un
file di ibernazione per mantenere lo stato.
Alcuni componenti rimangono attivi durante
questi stati in modo da permettere al
computer di accendersi tramite un input da
tastiera/mouse o via LAN.
S5 (SPENTO) Il dispositivo è spento, rimangono attivi i
circuiti a livello base (tensioni di standby) per
permetterne l’accensione tramite il tasto
ON/OFF.
BIOS
Bios acronimo di Basic Input Output System, si tratta di un chip che ha il compito di fornire una sequenza
di istruzioni in fase di avvio. Più in dettaglio si tratta di una memoria EEPROM che solitamente comunica
via SPI (Serial Peripheral Interface) con il super I/O chip che contiene il firmware di quest’ultimo.
Molto spesso il contenuto salvato all’interno del BIOS si corrompe e bisogna effettuare il flash di un
backup che qualcun altro ha fatto per la stessa scheda madre. Quando si scarica il dump (copia di tutto il
contenuto presente nell’EEPROM) da internet bisogna stare attenti a rispettare il modello della
mainboard e il numero della revisione (se flashate un dump sbagliato non succede niente, ma il computer
continuerà a non funzionare). Come per il super I/O chip, il BIOS deve sempre essere alimentato dalla
tensione 3VALW (oppure 1.8 VALW nei più moderni), in assenza di questa tensione il computer non
partirà mai. Il BIOS come dicevamo prima, è interfacciato con il super I/O chip solitamente via protocollo
seriale SPI (Serial Peripheral Interface), quindi facendo utilizzo delle classiche linee dati
MOSI,MISO,CLK,CS/SS.
A DIFFERENZA DEI VECCHI NOTEBOOK, QUELLI MODERNI POSSIEDONO PIÙ DI UN TIPO DI BIOS
Una scheda madre per laptop è divisa per settori, ognuno di essi ha un compito diverso, in questo
manuale vedremo come saper individuare quale di questi settori è danneggiato e quale componente
deve essere sostituito per ripristinare il suo funzionamento. Quando si analizza un laptop difettoso, sulla
scheda madre non si dovrebbe misurare alla cieca componente per componente. La strategia più efficace
per una rapida analisi o diagnosi è quella di misurare le uscite in tensione (attraverso le induttanze)
delle sorgenti commutate sulla scheda madre con l'ausilio dello schema elettrico (Esempio: Verificare la
presenza 3V, 5V,19V ecc...). Supponendo che a una delle componenti della scheda madre non è
presente la sua relativa tensione, allora sarà necessario analizzare solo il circuito di quel blocco, o quella
specifica linea di alimentazione, velocizzando così la riparazione. A quel punto, dopo un’attenta analisi
tramite il pinout dell'IC PWM si inizia a capire se quest’ultimo ci sta restituendo o meno le tensioni giuste
sia in ingresso che in uscita. Se l’IC funziona , allora dobbiamo controllare gli altri componenti presenti in
quel blocco che compongono quella specifica sezione.
Seguendo una logica numerica, supponiamo che una scheda sia collegata e visualizzi il video attraverso
10 tensioni (T1, T2, T3, T4, T5, T6, T7, T8, T9, T10), se per qualche motivo ad esempio T6 non non è
presente (qualsiasi componente in corto può causare ciò), ovviamente la sequenza operativa verrà
interrotta e non ci sarà tensione nemmeno dopo di essa (T7, T8, T9 e T10). Lo stesso vale se T5 è
presente sulla scheda, quindi non è necessario controllare le tensioni precedenti (T1, T2, T3 e T4), perché
quest’ultime (T1, T2, T3 e T4) sono presenti. L’ordine di avvio della sequenza delle operazioni è data
dall'alto, verso il basso come mostrato dalla sequenza numerica nella colonna a sinistra. Nella pagina
riguardo la sequenza d’avvio sono presenti i principali impulsi e tensioni per la scheda madre (è
importante sapere che entrambi possono avere nomi diversi a seconda della marca del produttore).
Pulse è il nome dato allo scambio di informazioni tra alcuni componenti della scheda madre (es: ON/OFF#
è l'impulso del pulsante di accensione che accenderà e spegnerà il laptop).
CIRCUITO DI INGRESSO
La tensione principale (19V) presente sulla scheda madre è generata da due punti:
1. Caricabatteria.
2. Batteria.
Quando parliamo di circuito di ingresso, ci riferiamo a DCJACK (componente a cui è collegato il
caricabatteria). Questo circuito protegge la tensione del caricabatteria, oltre, ovviamente, a distribuire
questa tensione al resto dei circuiti della scheda madre.
La tensione principale che proviene dal caricatore, è la prima tensione che troviamo sulla scheda madre. È
l'alimentazione della fonte primaria, che a sua volta alimenta le fonti secondarie . È molto comune che i
componenti presenti nel circuito di ingresso presentino difetti, soprattutto brevi, poiché è qui che circola
la tensione massima sulla scheda madre.
Tutto parte dal connettore di alimentazione DCJACK. Come ho detto, questo connettore è uno dei punti
attraverso i quali viene alimentata la scheda madre (l'altro è la batteria). Nella stessa linea sono presenti
componenti di protezione da sovraccarico, come diodi e resistori, oltre a condensatori di filtraggio del
rumore, in modo che l'alta tensione arrivi pulita (senza variazioni) negli altri circuiti.
FIGURA 1
In figura 1 abbiamo un esempio di circuito di ingresso. La tensione (19v) può essere misurata sui pin 3 e 4
del DCJACK (JDCIN1), seguendo il riferimento del fusibile PF101, arrivando poi all'induttore PL101.
Da quel momento in poi, questa tensione si chiamerà VIN o B+ a seconda del progetto.
SUGGERIMENTO MALFUNZIONAMENTO DIAGNOSI “POWER RAIL”
Se non c'è tensione su questa linea, è necessario verificare un possibile cortocircuito o un difetto nel
caricabatteria. Generalmente quando c'è un cortocircuito sulla Power Rail (linea principale 19V) il led del
caricatore si spegne o lampeggia, questo facilita la diagnosi.
Sul 99% delle schede madri dei laptop sono presenti due Mosfet (contrassegnati in rosso nella foto sotto)
che si trovano nel circuito di ingresso, sono i responsabili della commutazione (passando da un lato
all'altro) in modo tale che questa tensione alimenti gli altri circuiti. Questi due mosfet si comportano da
interruttori.
Sezione di alimentazione: include il circuito VIN, il circuito di carica della batteria e il circuito di scarica.
Attraverso lo schema elettrico di pagina 29 (IC del caricatore), ci sono informazioni sul Power Jack e sulla
batteria. Nel circuito di carica è il gate “cancello” principale ad effettuare la regolazione della potenza
della batteria e dell’alimentatore. A volte le persone confondono come trovare il Power IC in un laptop,
perché anche l’ IC che gestisce i 3V e i 5V, il core VCC è un IC. In questa pagina, spiego con una semplice
descrizione le basi di questo circuito.
La tensione proveniente dall’adattatore entra tramite il DC Jack indicato sullo schema come PJ1,
attraversa i condensatori PC84 e PC85 collegati in parallelo, che fungono da filtro antirumore e nel punto
VA e nella bobina PL6 troveremo i 19v, in seguito sul punto VA1 avremmo il valore della tensione
d’ingresso.
D/C#: è il segnale di comando che proviene da EC “Embedded Controller” presente nello schema di
pagina 27, dall’EC arriverà un segnale o un impulso che attiverà il gate ad aprirsi in caso c’è un problema
al circuito bloccando così il passaggio di corrente. Questo è chiamato Protection Circuit “Circuito di
Protezione” che lavorerà insieme al Circuito Selettore.
- I Mosfet di ricarica,
responsabili della ricarica della
batteria (COLORE BORDEAUX)
Perché la sezione di ricarica è così importante e perché abbiamo iniziato con la sezione di ricarica?
- Questi sono i primi mosfet, dovresti avere 19V su entrambi i lati dei mosfet. Agiscono come
protezione, alimentano l'intera scheda madre... Si comincia da qui, su questi 2 mosfet (COLORE
VERDE);
- Questo è il secondo mosfet su cui dovresti avere 19V entrambi i lati di questo (COLORE BLU);
- Questo è il chip di ricarica, controlla il sistema di ricarica, carica il laptop, rileva e comunica con la
batteria e il chip di avviamento (SUPER I/O), rileva l'alimentazione, decide quando spegnere il
laptop. È responsabile della carica della batteria, controlla i mosfet che gestiscono la ricarica, li
accende/spegne molto velocemente per creare una certa potenza necessaria alla batteria per
caricare. (COLORE ROSSO);
- I mosfet di ricarica, essi sono responsabili della ricarica della batteria, e sono controllati dal chip di
ricarica. (COLORE AZZURO).
Cosa succede se hai un laptop che si accende con un caricabatteria e la batteria è carica ma quando si
scollega il caricabatteria la batteria non mantiene la carica e si spegne subito?
Cosa si controlli dalla sezione di ricarica?
Il mosfet di commutazione, si controlla perché non funziona correttamente, si controlla il gate.... se è
opportuno è consigliabile cambiare il mosfet.
Mosfet di commutazione, si
controlla perché non funziona
correttamente, si controlla il
gate, se è opportuno è
consigliabile cambiare il mosfet.
TERMINALI RELATIVI AL FUNZIONAMENTO DELL’IC
VFB1 / VFB2 VIN
PGOOD
DRVH1 / DRVH2
VO1
VIN: Questo è il pin che devi controllare per primo, assicurati se il chip riceve alimentazione o meno,
questo terminale fornisce l’alimentazione principale al chip per farlo funzionare. La VIN è la tensione
generata in ingresso.
EN: Pin di abilitazione, questo è importantissimo, dà il consenso al Chip di abilitarsi e farlo funzionare.
Esempio: la lampadina non si accende senza che tu non abbia premuto l’interruttore.
PGOOD: Il segnale Power Good è un segnale fornito dall'alimentatore di un computer per indicare
alla scheda madre che tutte le tensioni rientrano nelle specifiche e che il sistema può procedere all'avvio
e al funzionamento.
VFB - VOLTAGE FEEDBACK : è una tensione che serve al chip per vedere quali tensioni sta generando.
DRVH/DRVL - Tensione di pilotaggio, alta o bassa, tramite questa tensione il chip pilota il mosfet alto
(HIGH MOSFET) e il mosfet basso (LOW MOSFET).
GND
Come possiamo notare dallo schema elettrico, al centro troviamo il chip (TPS51225CRUKR) “Step-Down
Controller 5-V e 3.3-V”. Questo chip inoltre controlla i 2 mosfet presenti a destra e a sinistra, grazie ad
esso che la tensione principale cioè i 19V vengono trasformati in 2 power rail, 3VALW a sinistra e 5VALW
a destra.
Sempre nello stesso schema, sono presenti 2 mosfet, uno è collegato ai 19V, e l'altro è collegato a
massa, dopodiché l'uscita generata passerà attraverso la bobina.
Ora sai che quando non sono presenti i 3.3v e i 5v hai le idee chiare da dove bisogna iniziare a controllare,
devi verificare la tensione presente sulle bobine, quest’ultime sono le uscite. Controlla se il mosfet
superiore riceve o meno la tensione di 19v, dovresti avere sempre il 19v.
Questa è la sezione dove vengono generati i 3.3VALW e 5VALW. Come si evince dallo schema elettrico i
componenti coinvolti sono:
PWM RT8243AZQW IC (CHIP CENTRALE)
Doppio mosfet, 2 mosfet integrati su un singolo chip (DOPPIO MOSFET SINISTRO E DESTRO).
TENSIONI PRIMARIE
Dopo che la tensione principale 19V ha attraversato i Mosfet d’ingresso, bisogna che vengano alimentati
gli altri circuiti sulla scheda madre, uno tra questi molto importante è il circuito PWM Primario (che
genera le tensioni 3V e 5V) come mostrato in foto.
Come raffigurato in foto (IC PWM PRIMARY 3V AND 5V), i componenti principali che formano una
sorgente commutata sono cerchiati di colore verde.
In questo caso, il componente quadrato al centro è il circuito integrato PWM primario. Sul lato destro c'è
l'alimentazione a 5V composta dei Mosfet alti e bassi e da un induttore. Sul lato sinistro c'è la sorgente 3V
formata dai Mosfet alti e bassi e da un induttore. (VEDERE SCHEMA ELETTRICO)
Ma dopo tutto, cosa è necessario affinché il circuito integrato PWM primario funzioni e rilasci le due
tensioni (3 V e 5 V) nei suoi induttori?
Esistono diversi tipi di circuiti integrati per ogni scheda madre di un laptop (come abbiamo accennato in
precedenza, ogni fonte utilizza un circuito integrato PWM).
Partendo da questo concetto, è necessario capire come funzionano i modelli principali (più utilizzati) di
questo IC.
Per capire se un circuito integrato PWM è funzionante, bisogna effettuare delle prove di test molto
mirate su specifiche linee di alimentazione e pin di abilitazione dei segnali che pilotano delle tensioni
particolari.
La procedura da eseguire in dettaglio è la seguente:
Di solito al 99% dei circuiti integrati PWM primari si danneggiano se una delle tensioni principali non è
presente, al contrario se tutti questi elementi sono a posto, l'IC dovrebbe funzionare.
I prossimi componenti importanti da testare su una sorgente commutata sono:
- Mosfet collocati nella zona alta e bassa del circuito(mosfet superiori e inferiori), che tra l’altro
tendono a danneggiarsi più spesso.
Se anche i Mosfet High-Low sono buoni, dovresti testare il condensatore di filtro della sorgente in
questione. È un condensatore più grande che viene utilizzato per prevenire l’andamento non costante
della tensione della sorgente di commutazione.
È importante tenere presente che non esiste una prescrizione diagnostica per ogni difetto.
Un laptop che non si accende, ad esempio, potrebbe avere una diagnostica diversa, potrebbe essere
semplicemente il caricabatteria difettoso. Non pensare che per ogni laptop riparato con questo problema
troverai necessariamente la stessa soluzione in un altro laptop.
Ricorda: OGNI CASO E’ DIVERSO DA UN ALTRO E DI CONSEGUENZA IL METODO DI RISOLUZIONE SARA’
DIFFERENTE.
Ciò che imparerai in questo manuale sono i metodi grazie ai quali attraverso una buona comprensione e
analisi dello schema elettrico, ti aiuteranno ad accelerare la riparazione.
Questo è un esempio di come trovare in un diagramma a blocchi la sezione dei 3.3V e 5V con il suo
relativo schema a blocchi.
Le seguenti informazioni che conosci della pagina 30 e hai a portata di mano sono:
Tipo di IC utilizzato;
Tipo di Circuito;
Descrizione progetto;
Nome del circuito.
Il circuito che genera i 3V e 5V fa parte del System Standby e del Dual Mode. Lo standby del sistema indica
che i circuiti d’ ingresso e uscita sono presenti anche se il pulsante (power botton) non è stato ancora
premuto. Ci sono due circuiti di standby nella scheda madre : circuito di ricarica e circuito di gestione dei
3V e 5V. Dall'immagine seguente, possiamo notare che le tensioni 3V e 5V dual mode presenti si
attiveranno solo dopo aver premuto il pulsante on-off, quindi dopo aver ricevuto il segnale di comando
“il cosiddetto ENABLE” dall'uscita EC (S5_ON) di questo circuito si attiverà la relativa tensione (5V) per
alimentare i vari dispositivi come: usb, hdd, dvd, keyboard e touchpad. Precisiamo che la tensione di
3.3v è sempre presente sulla mainboard a pc spento, mentre la tensione di 5v è presente allo stato S5
(dispositivo spento) ma solo nei pressi dello step-down (condensatori), e sui terminali della bobina
presente nelle vicinanze dello step-down, che rappresenta l’uscita (induttanza) di queste due tensioni
di standby.( bobina 1=Vout:3.3v; bobina 2=Vout:5V).
Vedere la sequenza di alimentazione di seguito:
SORGENTE DI CARICA (BATTERIA)
Il circuito di carica della batteria (carica) è responsabile del riconoscimento e carica della batteria. È quello
che controlla l'alimentazione alla scheda madre quando il caricabatteria non è collegato.
Nella foto, il circuito di carica è formato sostanzialmente dall'IC PU301, da un Mosfet alto (PQ311), un
Mosfet basso (PQ314) e un induttore (PL301).
INDUTTORE (PL301)
Difetto Suggerimento 1:
Quando il laptop funziona solo con il caricabatteria o con la batteria è un forte campanello d’allarme
che indica un difetto nel cosiddetto “switch mosfet”. A volte la batteria potrebbe smettere di caricarsi e il
difetto è situato nel circuito di carica e non nella batteria stessa.
Difetto Suggerimento 2:
Un altro consiglio riguardo il circuito di carica è di controllare il connettore della batteria ( collegato alla
scheda madre), sul quale è presente la tensione (solitamente 12V). Nell'esempio in Figura 8, il piedino che
serve a verificare la presenza di questa tensione è il terminale 1.
SISTEMA DI CARICA
3V
3V
3V
Sistema di Carica: in questa sezione troviamo due importanti componenti che sono: la ricarica EC e l’ IC
stesso.
L’EC comunica con i sistemi di ricarica IC per il rilevamento della batteria, che sono cruciali ai fini di un
corretto funzionamento. In questo caso il MOSFET a canale N molto spesso è il colpevole di un
malfunzionamento del sistema di ricarica. La tensione che dovrà essere presente su uno dei terminale del
MOSFET a canale N sarà proprio quella di 3.3V o 5V.
Il motivo per il quale vengono usati i PWM è quella di ottenere più energia, e non per convertire una
tensione più alta in una tensione più bassa, ma per raggiungere più potenza.
Per convertire una tensione più alta in una tensione più bassa si usano dei resistori, ma per ricavare una
potenza maggiore (watt) dobbiamo ricorrere all’uso dei PWM(mosfet).
La CPU ha bisogno di più watt ma di voltaggi più bassi. Per ottenere questo risultato bisogna usare i PWM.
Maggiore sarà la presenza di questi PWM(mosfet), più potenza avremo, quindi più watt.
In conclusione LA CPU HA BISOGNO DI PIÙ POTENZA.
La modulazione di larghezza d’impulso è un tipo di modulazione digitale che serve ad ottenere una
tensione variabile in base al rapporto tra la durata dell’impulso positivo e quello negativo. Questo
rapporto viene anche chiamato Duty Cycle espresso in percentuale. Per esempio se il duty cycle è al 100%
verrà fornita la tensione massima applicabile, mentre se è a 0% quella minima, quindi 0. La modulazione
viene effettuata accendendo e spegnendo un interruttore posto tra l’alimentazione e il carico ad altissima
velocità, l’interruttore può essere un transistor, un mosfet, ecc. Un segnale modulato tramite tecnica
PWM assumerà una forma d’onda quadrata.
Con Duty Cycle si indica il rapporto tra il tempo durante il quale un carico o un circuito è attivo (ON) e il
tempo durante il quale è inattivo (OFF)
VCORE (Processor)
Il circuito di alimentazione del processore è comunemente chiamato VCORE, esso è gestito da un circuito
integrato PWM (Pulse Width Modulation), che forma una delle famose sorgenti di commutazione sulla
scheda madre. In genere questo circuito ha una tensione media di 1V (ricordando che questa tensione va
misurata con il processore in posizione e la scheda madre alimentata). Potrebbe esserci una leggera
variazione in questa tensione a seconda del processore collegato. Il primo consiglio molto importante
relativo sul VCORE è che in questo circuito c'è un flusso di corrente elevato, e di conseguenza una
resistenza molto bassa.
Ma cosa significa? Che questa bassa resistenza può essere facilmente interpretata come un corto.
FASI PER CONTROLLARE LE RESISTENZE INTERNE DELLE BOBINE PRESENTI NELLA SEZIONE CPU (VCORE)
Selezionare il multimetro in modalità continuità per controllare la resistenza dell'induttore vicino al
processore (VCORE).
Sarà indicato un valore compreso tra 10 ohm e 100 ohm al massimo (alcuni multimetri emetteranno un
avviso acustico).
È necessario capire che questa piccola resistenza è perfettamente normale per questo circuito. Sarà
diverso ad esempio, se si effettua la stessa misura su un induttore che fa parte del circuito 3V/5V che ha
resistenze medie comprese tra 300ohm e 1000ohm.
I terminali importanti dell'IC PWM del circuito VCORE sono:
- VIN (terminale PWM ad alta potenza, generalmente 19V)
- PVCC o VCC (terminale di alimentazione + 5VS)
- ENABLE o VR_ON (terminale di abilitazione PWM)
- PGOOD (terminale che indica che il PWM è ok).
La foto mostra il connettore JLVDS (dove il cavo piatto è collegato alla scheda madre).
È stato fatto circolare in rosso e contrassegnato in giallo solo i segnali importanti che devono essere
trovati in questo circuito affinché funzioni normalmente e visualizzi un'immagine sullo schermo.
Verificare che i seguenti segnali:
INV_PWM;
BKOFF#;
DAC_BRIG;
+ LCDVDD
siano alimentati dalla tensione di 3V affinché il circuito funzioni. Il segnale INVPWR_B+ è l'alimentazione
principale del connettore, chiamato HIGH, cioè dove devono esserci 19v.
SUGGERIMENTO PER I DIFETTI
La tensione di BKOFF#, ovvero la retroilluminazione OFF deve avere una tensione di 3V affinché la
retroilluminazione dello schermo sia accesa, quando ha un valore di 0V (difetto), la luce dello schermo
sarà spenta.
NOTA
Quando si effettuano misurazioni di tensione sul connettore LVDS, è necessario collegare lo schermo e il
cavo piatto.
PARTITORE DI TENSIONE
Il partitore di tensione è un circuito che ci consente di ottenere tensioni inferiori (Vout = tensione di
uscita) da un'altra tensione (Vin = tensione di ingresso).
Perché avvenga la divisione di tensione, devono esserci 2 resistori in serie (sulla stessa linea) collegati alla
massa della scheda madre (come puoi vedere in foto).
Esempio:
Vout = 150/350 x 19 Vout = 8,14V
La tensione che si trova in questo caso tra i due resistori collegati a massa è di 8,14V, che alimenterà il
terminale 4 dei due Mosfet di ingresso (PQ101 e PQ103).
Il circuito dell'oscillatore è costituito dal cristallo “quarzo” e alcuni componenti. Il valore dei
condensatori C348 e C349 deve essere identico, questo è uno dei requisiti per capire se il circuito
dell'oscillatore sta funzionando.
Quello che dobbiamo controllare su questa parte è sufficiente la sola frequenza di clock.
BIOS: Il BIOS è un microcontrollore a chip, ovvero un programma il cui contenuto può essere modificato,
cancellato, modificato e revisionato ripetutamente.
Ci sono tre tipologie di BIOS (Main Bios, ID Bios, EC Bios).
Il BIOS principale sulla scheda madre è il BIOS EC che è un chipset di supporto del BIOS,
mentre il BIOS ID è un BIOS specifico per la memorizzazione dei dati come il serial number (SN) e il
product number (PN) della scheda madre.
Il BIOS nel diagramma schematico è sempre accoppiato con l'EC, c'è un nuovo tipo di IC BIOS
esattamente giustapposto al chip PCH prima che la comunicazione venga consegnata all'EC. Il Platform
Controller Hub (PCH) è una famiglia di chipset a chip singolo intel, introdotti per la prima volta nel 2009. È
il successore dell'architettura Intel Hub, che utilizzava due chip, un northbridge e un southbridge, e
apparve per la prima volta nella serie Intel 5. Tuttavia, il principio è lo stesso perché l'EC e il BIOS effettivo
sono un sistema integrale.
L’acronico della parola BIOS è Basic Input Output System, non è altro che un software incaricato a
svolgere alcune attività importanti per il funzionamento del laptop, come ad esempio:
Identificazione dei componenti hardware;
Scambio di informazioni sulla scheda madre.
Questo software è registrato all'interno di un IC (circuito integrato) a 8 terminali, che sulla stragrande
maggioranza delle schede madri è vicino al Super I/O . Se il BIOS si danneggia (un difetto che si verifica
frequentemente) o l'IC si brucia, il laptop non si accende. In questo caso sarà necessario riscrivere il BIOS
corrotto oppure cambiare l'IC e riscriverlo anche per il modello della scheda madre in questione.
Per eseguire questo processo di riscrittura si consiglia il tool BIOS MiniPro TL866CS o il Genius G540.
Il software TL866CS identifica automaticamente l'IC. Per questo diventa più pratico utilizzarlo, oltre ad
essere molto semplice da riprogrammare.
Quando si sostituisce il BIOS IC, si consiglia di sostituirlo con un altro identico (Es: W25q32 per W25q32).
Tuttavia, puoi anche effettuare la sostituzione considerando solo la capacità dell'IC (usare sempre le
stesse capacità). Per conoscere la capacità di un BIOS IC, basta considerare gli ultimi 2 numeri del tuo
riferimento, esempio:
80 = 1mb
16 = 2 MB
32 = 4mb
64 = 8mb
Es: W25q32 = 4mb.
Considerazioni importanti sul BIOS IC:
Il terminale di alimentazione è sempre il piedino numero 8 sul quale è presente la tensione (3V);
Il terminale 1 è contrassegnato da un piccolo foro;
Il conteggio dei terminali BIOS, come qualsiasi IC, avviene in senso antiorario;
Quando ci sono due BIOS sulla stessa scheda madre, uno controlla il South Bridge e l'altro il
Super I/O.
Occorre capire che un singolo componente malfunzionante può danneggiare più componenti presenti
sulla stessa linea di alimentazione/dati. Quindi, per sapere se una scheda madre è in cortocircuito il
modo più efficace è quello di misurare la resistenza di tutte le bobine presenti sulla mainboard, poiché
fanno parte del circuito principale. Per fare ciò, procedere come segue:
1- Posizionare il multimetro sulla scala 200 ohm;
2- Posizionare il puntale nero sulla massa e il puntale rosso su un capo della bobina.
RISULTATO: Se fornisce 0 ohm, si ha un cortocircuito nel circuito della bobina che è stata misurata.
Nota 1: Alcune bobine fanno parte di circuiti a bassa resistenza, come ad esempio il circuito del
processore e il chipset. Se misuri la bobina di questi circuiti ci sarà un valore tra 10 e 50 ohm, e questo
non indica un corto, quindi è normale.
Nota 2: Le bobine del circuito 3V e 5V, del circuito di memoria, invece, hanno una resistenza maggiore,
questo significa che misurando questi circuiti avrete un valore tra 100 e 1000 ohm.
Gli alimentatori switching (SMPS) sono progettati in modo così efficiente che ogni volta che si verifica
un cortocircuito nella scheda madre, l'alimentatore si spegne e smette completamente di funzionare.
LAPTOP REPAIR CASE STUDY
Per imparare a risolvere i problemi relativi ai notebook e riparare le mainboard dei laptop, bisogna prima
capire questi concetti.
Dopo aver appurato che tutto sia a posto attraverso i test di base, e il notebook ancora non si accende,
allora avrai davvero un difetto presente sulla scheda madre che deve essere analizzato. È qui che arriva il
bello, poiché pochi tecnici possono risolvere questo tipo di difetto. Questo sarebbe uno dei motivi per
cui questo servizio è più costoso. Fondamentalmente quello che farai ora è sapere se sono presenti
tutte le sorgenti commutate della scheda madre. Per fare ciò, basta cercare le bobine presenti sulla
scheda madre e misurare le varie tensioni commutate presenti su di esse.
2- COME TROVARE IL DIFETTO QUANDO IL NOTEBOOK SI ACCENDE E NON C’E’ NESSUN SEGNALE
VIDEO
Affinché un laptop si connetta, è necessario che tutte le sue tensioni e l'alimentazione funzionino
correttamente sulla scheda madre. Se dopo tutti i test base non hai ancora il video, procedi come segue:
Controllare prima se le tensioni sono presenti nelle bobine della scheda madre. Se sono a posto, controlla
se il terminale (pin) 8 del BIOS IC è alimentato (3V), quindi riscrivi il BIOS.
3- IL LAPTOP SI ACCENDE E SI SPEGNE RAPIDAMENTE
Il sintomo che analizzeremo in seguito si verifica relativamente meno frequentemente. Tuttavia, deve
anche essere preso in considerazione in quanto si tratta di individuare le tensioni secondarie le quali
vengono poi trasferite sulla scheda madre. E questo è molto interessante da studiare. Quando il
caricabatteria è collegato alla scheda madre, al suo interno nascono alcune tensioni (note come tensioni
primarie) che faranno sì che la scheda madre si trovi in una sorta di stato di standby. Solo dopo quando
viene premuto il tasto di accensione vengono generati gli altri voltaggi, così facendo il laptop raggiunge
un suo livello di funzionamento completo (S0). Quindi, quando si preme il pulsante di accensione del
laptop e la scheda madre si spegne rapidamente, è perché una tensione secondaria è in corto o assente,
impedendo alla scheda madre di continuare la sequenza di avvio. Sapendo questo, devi solo testare le
tensioni secondarie che vengono trasferite sulla scheda madre con l'aiuto del diagramma schematico.
Ecco alcuni esempi di voltaggi che appaiono dopo aver premuto il pulsante di accensione: 5VS, 3VS, 1.5VS,
1.8V, 1V.
In questa parte ti mostrerò come diagnosticare un problema con la scheda madre utilizzando lo schema
della scheda madre per scoprire il componente che causa il problema.
Passaggi per individuare e riparare il guasto: Di seguito suddividiamo la procedura di risoluzione dei
problemi in sei passaggi:
Nella prossima immagine viene mostrato come misurare la tensione di uscita alla spina del cavo
dell'adattatore di alimentazione.
- Se la tensione non è
corretta, sostituire
l'adattatore di
alimentazione.
- Se la spia di accensione
non si accende,
controllare la corretta
continuità e installazione
del cavo di alimentazione
dell'adattatore di
alimentazione
Per fare la misura, impostare il multimetro a 200V DC e mettere la sonda rossa nell'uscita positiva
dell'adattatore e la sonda nera sul negativo dell'adattatore, come mostrato in figura, il valore corretto che
verrà visualizzato della tensione di uscita corretta sarà circa 19V-19.5V, e in questo caso l'adattatore
funziona correttamente.
Prima di passare al terzo passaggio, diamo un'occhiata più da vicino alla sezione del jack di ricarica e ai
loro componenti sulla scheda madre.
Ci siamo fermati nel secondo passaggio (Check DC power connector), prima di effettuare la misura
sull'uscita del circuito di ricarica, dobbiamo controllare la tensione d’uscita del drain del Mosfet U27 che è
AD+ (Adapter Voltage), questa tensione proveniente dal caricabatteria dell'adattatore (blocco jack DC), se
non è presente e non arriva al circuito di carica e in sua assenza risulta scollegata l'alimentazione dalla
scheda madre del laptop sul terminale del mosfet non ci sarà nessun valore di tensione.
Durante la misurazione, la tensione su tutti i terminali del MOSFET non è presente, questo è un segno di
guasto del cortocircuito o guasto nel circuito (blocco jack DC) e in questo caso è necessario controllare
tutti i componenti del circuito (blocco jack DC), in particolare i componenti che si collegavano alla linea
19v. A partire da Mosfet U28, diodo D17, condensatore C326, doppio diodo D15 D16 e condensatore
EC86.
La foto seguente mostra la misura del diodo D15
Per fare la misura impostiamo il multimetro su Diode Mode e colleghiamo la sonda rossa al diodo D15
“Cathode” e la sonda nera ad “Anodo”, il multimetro non dà lettura.
In seguito , invertiamo le sonde di prova e il multimetro restituirà un valore, ciò significa che il diodo è in
buono stato e funziona correttamente.
Ripetiamo lo stesso metodo per misurare l’integrità del diodo D16.. Continueremo ad analizzare la
provenienza del guasto presente sulla scheda madre per capire la causa . La foto seguente mostra il
metodo di misurazione sul diodo D17.
Per eseguire la misurazione, impostare il multimetro digitale in modalità Diodo e collegare la sonda rossa
sul catodo D17 e la sonda nera sull'anodo, sullo schermo del multimetro appare una valore di resistenza
bassissimo accompagnato da un segnale acustico continuo. La sonda è stata invertita, e il risultato è stato
uguale, e questo è segno che il diodo è in cortocircuito, per assicurarsi che il diodo D17 sia danneggiato,
rimuoverlo dalla scheda madre ed eseguire la misurazione all'esterno del circuito. La foto seguente
mostra il processo di misurazione del diodo D17 dopo averlo rimosso dalla scheda madre.
Sullo schermo del multimetro è apparsa una piccola lettura della resistenza con un segnale acustico
continuo, questa è una conferma che il diodo D17 è in corto, per assicurarsi che il corto sia scomparso ,
effettuare il test di continuità direttamente sulle piste (PAD) dove era saldato il diodo D17 sulla scheda
madre.
La foto seguente mostra la misura effettuata direttamente sui PAD di saldatura del diodo D17 presente
sulla scheda madre.
Quando è stata eseguita la misura, la lettura della resistenza non era piccola e non si è
sentito alcun suono continuo del buzzer, questo è indice che il corto è sparito. Il diodo D17
è stata la causa di guasto della scheda madre ed è stato subito sostituito da un'alternativa
che convergeva nelle specifiche, ovvero la quantità di volt e ampere.
La foto successiva mostra la sostituzione del diodo con un altro
Nota
Il portatile funziona anche in assenza di un diodo D17,
ma dovrebbe essere installata un'alternativa per
proteggere il circuito, dopo aver sostituito il diodo D17 è
stata testata la scheda madre.
Ora è il momento di testare le TENSIONI PIÙ IMPORTANTI NECESSARIE AL
FUNZIONAMENTO della scheda madre.
19V
3.3V
5V
Il primo e il secondo passaggio sono stati effettuati, quindi passeremo al terzo passaggio, che è una
misura della tensione proveniente dal circuito di carica.
INTEGRATO
BQ24751ARHDR
MOSFET
PQ10-PQ11-
PQ12-PQ13-
PQ14
Questo circuito è responsabile della tensione di uscita che riceve dal caricabatteria, BQ24751ARHDR è l’
integrato che gestisce la carica del notebook, esso controlla i gates (porte) dei Mosfet PQ10-PQ11-PQ12-
PQ13-PQ14, vedremo di spiegare il circuito in dettaglio.
Nella foto successiva del circuito di ricarica, abbiamo semplificato lo schema elettrico in modo da poter
capire il circuito come funziona quando il caricabatteria è collegato alla scheda madre ma senza la
batteria.
VIN: la tensione di
ingresso dall'adattatore
di alimentazione (*) e il
suo valore è uguale alla
tensione dell'adattatore °
(*)= CARICATTERIA
(°) = DC JACK
Durante la misurazione,
abbiamo trovato 5,1 V sulla
bobina PL3 che è un punto di
misura per una tensione di
5VALW , la presenza di questa
tensione in questa parte del
circuito è di vitale importanza .
Il circuito integrato di alimentazione principale (MAIN POWER IC) è
il responsabile che genera la tensione di 5V, la bobina PL3
rappresenta un punto di misurazione per questa tensione.
Le tensioni (+3VALWP e +5VALWP) sono presenti sul laptop prima dell'accensione (prima
di premere il pulsante di accensione), si tratta di due tensioni chiamate “ALWAYS
VOLTAGE”, queste due tensioni sono sempre presenti una volta collegato l'adattatore di
alimentazione alla scheda madre del laptop, la presenza di queste due tensioni sulla
scheda madre indica il corretto funzionamento di tutti i componenti e del circuito
integrato di alimentazione principale. Finalmente il problema del laptop Acer eMachines
E525 è stato risolto dopo aver sostituito l'IC di ricarica!
Acer Aspire D270
NOTA
Le tensioni (+3V e +5V) sono sempre presenti sulla scheda madre, (cioè prima che venga premuto
il pulsante di accensione, queste tensioni vengono generate, e per questo motivo sono chiamate
5VALW E 3VALW “sempre presenti” esse sono le tensioni primarie ), queste due tensioni sono
generate appena l'adattatore di alimentazione è collegato alla scheda madre del laptop, le bobine
PL3 e PL4 rappresentano un punto di misurazione per controllare queste tensioni .
La foto seguente mostra il punto di misura dei 3,3 V sulla scheda madre.
Il mosfet una volta isolato dal circuito, sono stati effettuati i relativi test di
funzionamento tra il GATE E IL SOURCE , ed è risultato funzionante senza riscontrare
nessun cortocircuito. Quindi il componente più probabile che poteva causare il corto era
il POWER IC.
La foto seguente mostra la misurazione del valore della tensione presente sulla
bobina PL4 dopo aver sostituito l'IC di alimentazione.(STEP-DOWN CONTROLLER).
Ai capi della bobina PL3, abbiamo trovato il valore di 5,1V, PL3 è un punto di
misurazione per i +5 VPCU. Questo valore (5V) è ritornato dopo aver sostituito l'ic di
alimentazione (STEP-DOWN CONTROLLER).
Nella foto seguente sono presenti le diverse tensioni sui
relativi terminali del Mosfet PQ13: GATE,SOURCE E DRAIN.
La tensione
presente sul GATE
del MOSFET PQ3.
La tensione
presente sul
SOURCE del
MOSFET PQ3.
La tensione
presente sul DRAIN
del MOSFET PQ3.
VIN: è la tensione di
ingresso che ha come
valore 19V e il punto di
misurazione di questa
Il pin N°4 tensione è il pin numero 5
rappresenta il Gate del MOSFET PQ13 che
rappresenta il DRAIN.
del Mosfet PQ13 e I Pin 1-2-3 del MOSFET
+3V_DH è il valore di PQ13 rappresentano il
tensione presente Source, mentre
sul gate superiore +3V_LX è il valore di
tensione presente sul
Source del MOSFET.
L'immagine successiva mostra i punti di misurazione sul connettore della batteria
NBSWON# il valore di questo segnale è di 3.3V, troviamo questo valore sul pulsante di
accensione una volta collegato l'alimentatore alla scheda madre del laptop, quando
viene premuto il pulsante di accensione, questo segnale viene inviato sul pin numero
95 all'unità di I/O(SUPER I/O).
INDICE
ARGOMENTO PAGINA
COMPONENTI PASSIVI E ATTIVI 1
SENSORE MAGNETICO
Il sistema si arresta, si iberna o entra in modalità sospensione o perde il video con qualcosa di magnetico
I computer portatili moderni utilizzano un sensore ad effetto HALL per rilevare quando l’ LCD viene chiuso e il
sensore spegne lo schermo. Il sensore è posizionato nelle parti del power botton o e nel coperchio del notebook,
per coinvolgere l’LCD quando è in posizione di chiusura. Lo scopo principale del sensore magnetico è quello di
spegnere l’LCD e, se è attivata la funzione di doppio schermo permette, di spostare il video su un monitor esterno.
Se il sensore non è presente o non funzionante, lo schermo non si spegne quando il coperchio del notebook viene
chiuso e il notebook si riscalda inutilmente.