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Elettronica applicata ai Notebook

I componenti principali presenti in una scheda madre di un notebook, desktop, tablet e smartphone sono
i seguenti:

 Diodo
 Resistenza
 Condensatore
 Fusibile
 Induttore/Bobina
 Transistor
 Mosfet

Ci sono due tipologie di componenti:

PASSIVI Vengono chiamati così perché subiscono solo gli effetti della corrente. Non
richiedono alcuna fonte esterna per il loro funzionamento, e sono in grado di immagazzinare energia
sotto forma di tensione o corrente. Vengono definiti passivi perché non hanno un CERVELLO.

COMPONENTI PASSIVI

RESISTENZA CONDENSATORE INDUTTORE

ATTIVI Sono chiamati così perchè non si limitano a subire la corrente elettrica ,ma hanno un
ruolo attivo, nel senso che possono decidere come comportarsi al passaggio di essa.

COMPONENTI ATTIVI

DIODO
TRANSISTOR E MOSFET CIRCUITI INTEGRATI
(IC)

PNP NPN

DIODO LED

DIODO DOPPIO
DIODO ZENER

DIODO A GIUNZIONE DIODO SCHOTTKY


COS'È UN FUSIBILE

Serve come sicurezza, se c'è un cortocircuito questo componente si danneggerà spesso, dato che è
sottoposto a sollecitazioni. Sui laptop più vecchi, la causa di un mancato avvio era dovuto proprio a
questo componente presente sul circuito DC IN che andava in corto o si bruciava. È progettato per
proteggere il laptop e salvaguardare gli altri componenti elettronici da eventuali danni.

Il fusibile SMD viene simboleggiato sulla scheda madre e sullo


schema elettrico con la lettera F e talvolta contrassegnato con due
lettere come PF ed FP e accanto ad esse è presente un numero.

COME SI TESTA UN FUSIBILE?

Impostare la modalità beeper per testare un fusibile con il multimetro. Se il fusibile è integro si dovrebbe
leggere il valore 0 o sentire un beep (suono), se il fusibile è rotto (internamente) non ci sarà alcun beep
(suono).
COS'È UNA RESISTENZA

Il resistore funge da resistenza o limitatore di corrente o tensione. La resistenza nella scheda madre del
laptop fino al 70% viene utilizzata come componente che si oppone al passaggio di corrente lungo il
percorso VIN di ingresso del polo positivo. La caratteristica di questo componente è che una volta
danneggiato interromperà il passaggio della tensione. Se il valore della resistenza cambia o non
corrisponde al giusto valore presente sullo schema del circuito, il valore d’uscita risulterà non corretto.
QUANDO LE RESISTENZE SI DANNEGGIANO, TENDONO A DIVENTARE DEI CIRCUITI APERTI.

RESISTENZE IN SERIE

Serie: Due (o più) resistenze sono collegate in serie se sono percorse dalla stessa corrente.
La resistenza equivalente alla serie si calcola sommando le varie resistenze: Req=R1+R2
RESISTENZE IN PARALLELO

Parallelo
Due (o più) resistenze sono collegate in
parallelo se ai loro capi è applicata la
stessa tensione.
La resistenza equivalente di due
resistenze in parallelo si esprime con la
seguente relazione: Req=R1*R2/R1+R2

RESISTENZA COME RIDUTTORE DI TENSIONE

In linea di principio, il resistore inteso come partitore di tensione è costituito da due resistori disposti in
parallelo e produrrà una tensione di uscita ½ della tensione di ingresso, a condizione che i due resistori
abbiano lo stesso valore di resistenza, ma se i valori sono diversi, influirà sul consumo di corrente a
seconda del valore di una resistenza.

Questo sistema viene spesso utilizzato anche in circuiti comparatori, circuiti a resistori variabili sulla carica
dei circuiti RTC.
MESSA A TERRA DEL RESISTORE

Questo resistore raramente si danneggia, perché uno dei suoi capi è collegato direttamente a massa.

COME SI TESTA UNA RESISTENZA SMD?


COS'È UN CONDENSATORE

Ha il compito di accumulare cariche elettriche e poi di rilasciarle secondo l’utilizzo del dispositivo. I
condensatori vengono utilizzati principalmente per risolvere problemi come l'instabilità di un circuito o il
rumore indesiderato, esso funge anche da filtro. QUANDO SI BRUCIANO TENDONO A DIVENTARE DEI
CIRCUITI CHIUSI. I CONDENSATORI SONO COLLEGATI TUTTI IN PARALLELO

Il condensatore SMD al Tantalio nella scheda madre del laptop funge anche da filtro nei circuiti di
commutazione e disaccoppiamento “decoupling”. Se osserviamo i simboli e le forme, i condensatori
elettrolitici e al tantalio hanno un polo positivo e uno negativo, quindi l'installazione sul circuito non deve
essere invertita. (n elettrolitico può essere sostituito con uno al Tantalio e viceversa). Questo tipo di
componente è ampiamente utilizzato per la sostituzione alternativa NEC/TOKIN sul nucleo VCC in caso di
assenza di display, con la caratteristica di non visualizzare la caduta di tensione totale (0v-9v) VCC core
drop.

Cortocircuito : Un incontro tra il polo positivo e negativo.

La caratteristica di questo componente “CONDENSATORE” è che se si rompe non interrompe la corrente-


tensione come il Fusibile o la Resistenza, ma collega-accoppia i due poli che dovrebbero essere separati
(positivo e negativo), questo evento è spesso chiamato cortocircuito.

Nell'immagine sopra, il condensatore bipolare è disposto in parallelo e collegato un terminale


direttamente alla VIN (tensione d’ingresso del sistema circuitale) e l’altro terminale è collegato a massa.
COSA SUCCEDE SE QUESTO COMPONENTE È DANNEGGIATO O È IN CORTO?

Che tutte le linee VIN in tutti i sistemi saranno interessate da cortocircuito. La tecnica per trovare un
condensatore in cortocircuito collegato in parallelo come nell'immagine sopra, è quella rimuovere ogni
singolo condensatore uno per volta e testarlo. I condensatori disposti in parallelo servono ad appiattire
correnti e tensioni (correnti e tensioni sono sempre direttamente proporzionali).

Il principio di base del condensatore è quella di immagazzinare la carica e di rilasciarla quando serve.
Quando i condensatori sono disposti in serie la caratteristica sarà diversa, in pratica se la tensione
d’ingresso sale, la carica si riempie, invece se la tensione scende, la carica si elimina.

Il condensatore condurrà elettricità quando l'ingresso è spento o è in modalità AC, e si caricherà se è in


modalità ON o in modalità DC. Questo componente assume due funzioni:

 la prima funzione è quella di bloccare la tensione DC;


 la seconda funzione è quella di livellare la tensione AC.

MISURA DEL CONDENSATORE SOTTO TENSIONE

Prendiamo il circuito di seguito per capire come è possibile testare il condensatore SMD, le tecniche di
misurazione della tensione prestano attenzione alla posizione della sonda. La sonda nera è a massa
(GND),mentre la sonda rossa è collocata al punto in cui vogliamo testare (ingresso o uscita), questo
metodo di misurazione viene utilizzato per garantire la tensione ininterrotta dopo aver attraversato i
componenti che portano la tensione.

PC6

I 19V passeranno attraverso il condensatore PC6 che potrebbe rendere la corrente più stabile, se c'è
un'uscita di 19V su PC6 puoi stare sicuro che non ci sono problemi con il condensatore, ma se non c'è
tensione, sicuramente il condensatore è rotto o in corto.
MISURA DEL CONDENSATORE SENZA TENSIONE

Suono di un beep continuo con


valore 0, questo risultato può
significare che il condensatore
ceramico è in cortocircuito.

Visualizzazione del valore senza


nessun beep continuo, questo
risultato significa che il
condensatore ceramico è buono.
ABBIAMO TRE TIPI DI CONDENSATORI

 Ceramici non hanno stampato né un verso di polarità, né un valore di tensione e né un


valore capacitivo.

 Al Tantalio hanno stampato un verso di polarità, un valore capacitivo ed un valore di


tensione.

 Elettrolitici hanno stampato un verso di polarità, un valore capacitivo ed un valore di


tensione.

DIODO A GIUNZIONE

CATODO (-)

ANODO (+)

La funzione principale è quella di permettere il flusso di corrente elettrica in un verso e di bloccarla


nell’altro. Sono come delle valvole elettroniche unidirezionali. Viene anche detto rettificatore, ed è
impiegato o come raddrizzatore o come rilevatore.
DIODO LED

La funzione del diodo LED nel laptop della scheda madre viene impiegato quasi nel 95% per l'indicatore
luminoso. Poiché il consumo energetico è molto basso, molte schede madri utilizzano diodi LED , i LED
hanno polarità. Hanno un piedino più lungo dell'altro, il piedino più lungo è l’ Anodo (+), mentre quello
più corto è il Catodo (-). Esempi sono i LED del pulsante di accensione, batteria, ecc.

COME TESTARE UN DIODO

CATODO (-)

Se il multimetro visualizza in polarizzazione diretta un valore compreso tra 0.5 e 0.7 V, e in polarizzazione
inversa "OL", il diodo va bene.

Se il multimetro visualizza in lettura "OL" in entrambe le direzioni (polarizzazione diretta e polarizzazione


inversa), il suo diodo interno è rotto e agisce come un interruttore aperto che non consente il flusso di
corrente in esso, è il caso di diodo danneggiato o in cortocircuito. P.S: OL= OPEN LINE
TESTARE UN DIODO LED

Impostare lo strumento in modalità "DIODO" e collegare la sonda positiva al catodo e la sonda negativa
all'anodo. Se il LED non si accende, invertire le sonde, se il LED è buono e funzionante si accenderà o si
illuminerà, altrimenti è danneggiato.

DIODO DOPPIO

SMD Dual Diode è un pacchetto singolo con 2 diodi interni, la forma e la funzione sono come un
transistor, ma è diverso. Per testarlo bisogna avere a disposizione il suo datasheet per testare lo stato dei
diodi interni.

DIODO ZENER

Se polarizzato direttamente ha un comportamento analogo al diodo normale. La particolarità è quella di


condurre anche quando è polarizzato inversamente. In elettronica il diodo Zener è molto utilizzato come
stabilizzatore di tensione. Il simbolo del diodo Zener sullo schema elettrico e sulla scheda madre, di solito
viene identificato con la lettera " ZD".

DIODO SCHOTTKY

Serve ad evitare di invertire le polarità. Protegge il circuito nel caso vengono invertiti i poli
dell’alimentazione (positivo e negativo). Questo tipo di diodo viene molto utilizzato come raddrizzatore
nei DC/DC converter dei notebook e anche negli alimentatori esterni AC/DC.
BOBINA

Una bobina è un filo di rame attorno a un nucleo di ferro che crea un campo elettromagnetico. Le bobine
sono spesso utilizzate per rimuovere picchi e cali di potenza. La proprietà della bobina è l’induttanza.
La funzione dell'induttore nella scheda madre del laptop viene utilizzata per commutare i circuiti.
Fondamentalmente nel circuito, la funzione di commutazione dell'induttore e del condensatore è la
stessa, per risparmiare corrente quando l'interruttore è collegato e rilasciare la sua carica quando
l'interruttore non viene premuto. È un componente che si oppone alla variazione di corrente che la
attraversa. Ad esempio se c’è una variazione repentina di corrente la bobina tende a stabilizzarla,
quindi non si comporta da FILTRO ma da STABILIZZATORE.

COME TESTARE UN’INDUTTANZA

Nota: gli induttori non hanno polarità, quindi imposta la modalità beeper al multimetro, se l'induttore è
ok, il beeper suonerà, invece se l'induttore è aperto (internamente) o in corto non ci sarà alcun suono.
TRANSISTOR

Cos'è un transistor

Il transistor è un componente elettronico composto da tre terminali (tripolo) detti: base, collettore ed
emettitore. La base controlla il flusso della corrente tra collettore ed emettitore. Il verso della corrente è
indicato da una freccia. E' un semiconduttore usato nei circuiti analogici e digitali.

Sono dispositivi che servono a controllare il flusso di una corrente, e possono essere utilizzati in due
modalità:

 AMPLIFICATORE che amplifica corrente o tensione o entrambe;


 COMMUTATORE O SWITCHING cioè per attivare la funzione di on/off.

Hanno tre piedini:

 Pin d’ingresso;
 Pin di controllo;
 Pin d’uscita.

Collettore, base ed emettitore, abbreviati come C, B ed E che verranno identificati tramite il relativo
datasheet.

Puoi pensare a un transistor bipolare come se contenesse un piccolo pulsante all'interno, come mostrato
nelle due foto seguenti. Quando il pulsante viene premuto, consente il flusso di una corrente. Per
premere il pulsante, si inietta una piccola tensione alla base. In un transistor NPN, la tensione di controllo
è positiva, mentre in un transistor PNP, la tensione di controllo è negativa.

Come funziona un transistor

Se la base riceve una tensione in ingresso superiore a una tensione di soglia, ad esempio VIN ≥ 0.6 Volts, il
transistor lascia passare la corrente tra collettore ed emettitore. Viceversa, la blocca.
Un transistor si comporta come un interruttore pilotato dalla tensione.
Può assumere due stati:

 ON (zona di saturazione). La base riceve una tensione in ingresso superiore alla tensione di soglia.
Tra C e E passa corrente (cortocircuito).

Spiegazione. Quando il transistor è acceso (ON) il circuito dell'esempio precedente è equivalente a un


cortocircuito (circuito a destra). In questo caso l'interruttore è chiuso. La tensione nei terminali C e E è
quasi nulla ( VCE=0.2 V) e la corrente scorre liberamente e la lampadina si accende.

 OFF (zona di interdizione) La base riceve una tensione in ingresso inferiore alla tensione di soglia.
Tra C ed E non passa corrente (circuito aperto)

Spiegazione. Quando il transistor è spento (OFF) il circuito è equivalente a un circuito aperto (a destra).
L''interruttore è aperto e la corrente non scorre tra i terminali C e E. Quindi la lampadina è spenta.

La differenza tra transistor NPN e PNP

A seconda della polarizzazione dei terminali, esistono due tipi di transistor.


 Transistor NPN ( n-p-n )
Nel transistor NPN la base è polarizzata positivamente P, mentre il collettore e l'emettitore sono
polarizzati negativamente. La freccia indica il verso della corrente.

Transistor NPN (N-P-N)


Transistor PNP ( P-N-P )

Nel transistor PNP la base si polarizza negativamente N, mentre collettore ed emettitore si


polarizzano positivamente P. La freccia indica il verso della corrente.

COS'È UN MOSFET?

Il mosfet è un componente elettronico controllato in tensione che agisce sia come un amplificatore che
interruttore.
Ha tre piedini:
 Gate;
 Drain;
 Source.
Gate è il pin di controllo;
Source è il pin da cui arriva l’alimentazione;
Drain è il pin da cui viene rilasciata.
Sulle mainboard vengono indicati con le lettere U , PU,Q e PQ. Amplifica solo la tensione DC e non AC.
TIPI DI MOSFET UTILIZZATI NEI LAPTOP

Esistono due tipi di MOSFET:

 Canale N

Nei laptop il mosfet a Canale N è molto utilizzato come riduttore di tensione e amplificatore di
corrente all'interno del circuito di commutazione/SMPS “Switched-mode power supply”. Questo
componente si trova spesso nei circuiti VRAM, VCC CORE, GPU CORE, 3V &5V.

 Canale P

Il Mosfet a canale P si trova spesso nei circuiti di ricarica e nelle vicinanze del JACK DC. La funzione
di questo componente è quella di proteggere il circuito, vengono usati come switch di
alimentazione.

Esistono 5 tipi in base alla loro forma standard

 SO-8;
 SOT-8;
 SOT-6;
 SO-8 a doppio canale;
 SOT-6 a doppio canale.
PINOUT IDENTIFICATION OF MOSFETS USED IN RECENT LAPTOPS
Nelle mainboard dei laptop, il mosfet a canale P viene utilizzato nella sezione dei circuiti di ricarica e nel
primo stadio di alimentazione jack DC, che funge da circuito di protezione per chiudere o far passare la
tensione del circuito 19V mantenendo attivo lo stato di alimentazione S5, mentre al di fuori della sezione
jack DC della linea di bypass e della ricarica, questo componente non è in uso.. La funzione di questo
componente è quella di proteggere il circuito.

TRANSISTOR NPN

DIREZIONE NPN: Never Point IN, La freccia


non punta mai all’interno.
DELLA
TENSIONE
USCENTE
TRANSISTOR PNP

DIREZIONE DELLA PNP: PERPETUALLY IN POINT, La


Freccia Punta Sempre all’Interno
TENSIONE
ENTRANTE

COME SI TESTA UN MOSFET SMD?

Per prima cosa controlleremo se questo Mosfet è a canale N o a canale P, impostiamo il multimetro sulla
modalità Beeper.

N-Channel Mosfet: Collega il PUNTALE ROSSO al SOURCE e il PUNTALE NERO al DRAIN del Mosfet, se
ottieni un valore sullo schermo del multimetro, il MOSFET È DI TIPO N.

P-Channel Mosfet: Collega il PUNTALE ROSSO AL DRAIN e il PUNTALE NERO AL SOURCE del Mosfet, se
ottieni un valore sullo schermo del multimetro, IL MOSFET È DI TIPO P.
COME CAPIRE SE UN MOSFET E’ DIFETTOSO

STEP 1: CONTROLLO DEL DIODO

La prima cosa che proveremo a controllare per capire se il MOSFET è difettoso è quella di controllare la
caduta di tensione del diodo. Imposta il multimetro in modalità diodo.

Per i MOSFET A CANALE N, seguire la seguente configurazione.

Per i MOSFET A CANALE P, seguire la seguente configurazione.

Un MOSFET funzionante dovrebbe segnare ai capi del diodo un valore compreso tra 0,4 V e 0,9 V
(dipende dal tipo di MOSFET). Se la lettura è zero, il MOSFET è difettoso, se la lettura è "aperta" o non è
in lettura, il MOSFET è difettoso.
STEP 2: CONTROLLO DELLA RESISTENZA

Il prossimo metodo da utilizzare per capire se il MOSFET è difettoso è quello di effettuare un controllo di
resistenza. Un buon MOSFET dovrebbe avere un'elevata resistenza tra il SOURCE e il DRAIN
indipendentemente dalla polarità dei puntali del multimetro.

Per evitare erroneamente che il mosfet risulti difettoso quando si misura la resistenza dal DRAIN al
SOURCE bisogna cortocircuitare il DRAIN con il SOURCE assicurandosi di aver scaricato la carica del diodo
sul GATE altrimenti sul multimetro comparirà il valore di 0 ohm.

Se si misura la resistenza del MOSFET, è necessario considerare i resistori associati, questi influenzano la
lettura. Ad esempio nel circuito sopra, quando si misura la resistenza tra GATE e SOURCE, ciò che si legge
non è l’alto valore della resistenza, ma il valore di R1 che è 10k. La rimozione del resistore 10k renderà
alto il valore della resistenza del mosfet.

STEP 3: TEST DI CONTINUITÀ

Il terzo metodo è quello di effettuare il test di continuità. Impostare il multimetro in modalità diodo.
Collegare il puntale rosso al DRAIN e il puntale nero al SOURCE o viceversa, quando la lettura è zero o il
multimetro emetterà un suono continuo, allora il dispositivo è danneggiato. Assicurarsi sempre di
scaricare la carica del diodo tra DRAIN e SOURCE e misurare nuovamente la continuità.

Per spegnere un NMOS, collegare i terminale rosso al SOURCE e il terminale nero al GATE. Un buon
MOSFET non dovrebbe avere continuità tra i terminali, se è in continuità il mosfet ,è difettoso.

CONCETTO DI DECOUPLING

Il condensatore di disaccoppiamento o di Decoupling è un condensatore usato per eliminare eventuali


interferenze col segnale elettrico principale. Ha un diffuso utilizzo nel circuito della tensione, ma anche
per far confluire verso il potenziale di riferimento solo segnali parassiti senza disturbare le tensioni a
corrente continua. Questo effetto si ottiene solo tramite un'elevata capacità del condensatore di
disaccoppiamento.
Viene usato diffusamente anche in circuiti logici complessi a componenti integrati. Per ridurre il rischio
della presenza di un disturbo in prossimità del punto di alimentazione del chip, viene posto un
condensatore di disaccoppiamento, il più vicino possibile al chip, collegato tra il punto di alimentazione e
il potenziale di riferimento.
PERCHÉ ABBIAMO BISOGNO DI CONDENSATORI DI BYPASS?

Le prestazioni dei circuiti integrati si riducono se l’alimentazione in ingresso presenta ripple o rumore. Se
è presente un circuito integrato digitale, il rumore aumenta insieme alla variazione del segnale.

Nei circuiti integrati digitali ad alte prestazioni, ad esempio microprocessori ed FPGA, se questo rumore è
presente, il chip subirà enormi problemi di lavoro.

Pertanto, è necessario mantenere il rumore ad alta frequenza lontano dal chip. Per fare ciò si installano
fisicamente dei condensatori elettrolitici e ceramici

Presenza del disturbo

Riduzione del disturbo

Eliminazione del disturbo

DA DOVE PROVIENE QUESTO RUMORE O DISTURBO?

Lo sappiamo già, che l’elettricità non è altro che il flusso di elettroni, questi elettroni fluiscono in tutto il
circuito attraverso il piano di massa. Sfortunatamente, questo flusso di elettroni non è costante. A causa
delle tracce PCB ,i fili, i pin dei componenti ,i connettori e i cavi su cui funziona il circuito elettronico
possiedono induttanze e resistenze parassite. Quindi il rumore elettrico viene irradiato anche da correnti
indotte magneticamente da altri sistemi, come vibrazioni meccaniche vicine e tanti altri fattori. Questo
rumore può essere molto distruttivo per un circuito integrato digitale.

COME FA UN CONDENSATORE A RISOLVERE QUESTO PROBLEMA?

Il rumore che sta interessando l’alimentatore è in forma AC. Un condensatore si comporta come un
circuito aperto a tensioni DC e se c’è un componente AC nei segnali che viaggiano nel circuito, i
condensatori iniziano a comportarsi come un cortocircuito e non lasciano che questo rumore entri nel
dispositivo digitale. Allo stesso tempo il condensatore si carica fino al suo livello massimo, quando l’IC
digitale sta commutando, e fornisce alcuni segnali al carico, allora ha bisogno immediatamente di una
notevole quantità di corrente, quindi il condensatore fornisce immediatamente l’energia riservata. Il
condensatore viene posizionato nel circuito dove sopprimerà o bypasserà i segnali. Quindi questi
condensatori sono collegati in parallelo con i circuiti integrati. I condensatori di bypass sono noti anche
come condensatori di disaccoppiamento, agiscono come resistori dipendenti dalla frequenza.
Quest’ultimi dovrebbero essere posizionati il più vicino possibile al circuito integrato, invece se sono
posizionati più lontano dai pin di alimentazione o massa , si creeranno induttanze e resistenze parassite
indesiderate nel circuito.

Più vicino al carico viene posizionato il condensatore ,maggiore è la quantità di rumore che viene
bypassato da questo condensatore. I condensatori di bypass servono a mantenere uniforme
l’alimentazione.

Esempio: se la frequenza del rumore è inferiore a 50 MHZ, è sufficiente un condensatore del valore di 0,1
µF o 10 nF. A frequenze che si avvicinano al di sopra di 50MHZ potremmo aver bisogno di più
condensatori di bypass. Dato che la frequenza del rumore è molto imprevedibile, collegare più
condensatori in parallelo è il miglior modo. Questo può essere fatto da qualsiasi tipo di condensatore
come ad esempio: elettrolitico, ceramico, a film ecc…

QUALI CONDENSATORI SONO PIÙ DATTI PER BYPASSARE IL RUMORE?

Ci sono diverse linee guida da considerare quando si seleziona un condensatore di disaccoppiamento. Un


grande condensatore elettrolitico può essere utilizzato in caso di rumore a bassa frequenza ,funge da
serbatoio di carica per fornire il fabbisogno di carica istantanea del circuito. Mentre i condensatori
ceramici più piccoli vengono utilizzati quado c’è un rumore ad alta frequenza. Dato che i condensatori
dovranno fornire corrente molto rapidamente, l’aspetto più importante è scegliere condensatori che
abbiano una bassa resistenza in serie equivalente (ESR). I condensatori ceramici sono generalmente
utilizzati per applicazioni di disaccoppiamento grazie alla loro ampia tolleranza di temperatura, capacità di
sopportare ampi intervalli di tensione ,bassa esr, buona stabilità e affidabilità.

BATTERIA CMOS E RTC

La batteria CMOS, nota anche come “batteria a bottone”, non fornisce alimentazione al laptop quando è
in funzione, ma serve solo per immagazzinare una piccola quantità di energia al CMOS quando il laptop è
spento o scollegato dalla presa di alimentazione. Senza di essa, bisognerebbe reimpostare l'orologio ogni
volta che accendi il laptop. Se la batteria CMOS è danneggiata, l'impostazione dell'ora cambierà sempre, è
si verificherebbe anche che all’inserimento della spina nell'adattatore AC, il portatile si accenderebbe
immediatamente.

RTC (REAL TIME CLOCK)

Il circuito RTC è costantemente alimentato dalla batteria RTC (chiamata anche batteria tampone), in
modo da mantenere salvate le impostazioni in memoria (data, ora, impostazione bios) anche quando
l’alimentatore è scollegato e la batteria del portatile è scarica. Se la batteria RTC viene rimossa, oppure è
scarica viene effettuato un reset della memoria con successiva perdita delle impostazioni e della data
impostata. Il primo clock che viene generato è di 14.318 MHZ che serve per il clock generator IC che a sua
volta genera svariati clock per varie componenti della scheda madre.

 32.768 MHZ per SIO (STARTUP CHP) e ICH (CHIPSET);


 49.152 MHZ per il controller audio;
 27 MHZ per il chip grafico;
 14.318 MHZ generati dall’RTC per il clock generator IC;
Per resettare le impostazioni solitamente vengono posti dei jumper da cortocircuitare oppure vengono
ponticellati i seguenti PADS TRC_RST/SRTC_RST. Le batterie utilizzate per il circuito RTC sono le classiche
CR2032, alcune volte inserite nell’apposito zoccolo, altre volte saldate oppure installate tramite apposito
connettore, la tensione di questa batteria è di 3V. Mediamente hanno una durata che varia dai 5 a 10
anni (dipende soprattutto dalla qualità della batteria).
OFF - ON SWITCHES (PUSH-BUTTON)

Gli interruttori consentono il flusso di corrente elettrica chiudendo il circuito, oppure arrestano il flusso di
corrente elettrica aprendo il circuito. Esistono diversi tipi di interruttori come puoi vedere nella foto qui
sotto
QUANDO SI PREME L'INTERRUTTORE (IL PULSANTE), SI DA’ IL CONSENSO ALLA CORRENTE DI FLUIRE

I pulsanti di solito hanno quattro piedini, questi piedini sono sempre collegati in coppia. Quando si preme
il pulsante, tutti e 4 i piedini che sono collegati tra di loro consentendo il flusso di corrente.

Come è collegato internamente un pulsante

SUPER I/O CHIP

Il super I/O chip (SIO),conosciuto anche con il nome di Startup Chip, è un circuito integrato (solitamente di
notevoli dimensioni) che si occupa di gestire il computer e i relativi segnali (specialmente durante la fase
di avvio dove si rivela un componente critico che potrebbe causarne il non avvio del pc). È possibile
trovarlo in formato BGA sui computer più moderni, e in formato QFP su quelli più datati. Più in dettaglio si
tratta di un vero e proprio microcontrollore che esegue un programma appositamente personalizzato in
base alla casa produttrice e che (solitamente) ha le seguenti funzioni:

 Trasmissione del segnale PWM (Pulse Width Modulation) per il controllo delle ventole in base
alla lettura di un sensore di temperatura specifico;
 Gestione dei segnali provenienti dalla tastiera e dal mouse ;
 Gestione degli indicatori di sistema (led di stato come Ricarica Batteria ,HDD, Caps Lock,ecc..)
 Gestione del “risveglio” del computer dallo stato di Standby/Sleep;
 Gestione dei segnali di reset e clock (RST#,CLK#);
 Gestione dello spegnimento/avvio del notebook.
I produttori più famosi sono

 ITE;
 NUVOTON;
 SMSC;
 WINBOND;
 ENE;
 VIA;
 NATIONAL SEMICONDUCTORS.

Ecco qualche foto utile al riconoscimento, solitamente lo startup chip si trova vicino al chip del bios,
inoltre è possibile trovare vicino ad esso il connettore della tastiera oppure la batteria RTC (Real
Time Clock).

DESCRIZIONE AVVIO DEL SUPER I/O CHIP

1. Ad alimentatore collegato, la 19v (dipende dal modello), inizia a scorrere nel circuito e genera le
tensioni obbligatorie (ALW –Always On) di 5v e 3,3v (solitamente chiamate 3VALW e 5VALW).
2. La 3VALW raggiunge il pulsante di alimentazione, il chip del BIOS e del super I/O chip.
3. Il segnale NBSWON# rimane attivo alto (High) fino a quando il pulsante di accensione viene
premuto, una volta premuto, il segnale NBSWON# diventa attiva basso (Low), poiché la 3.3v va a
massa per un tempo pari alla durata della pressione(micro secondi).
4. Lo startup chip rileva il cambiamento di segnale NBSWON# ad attivo basso e a sua volta genera il
segnale #DNBSWON che viene inviato al SOUTHBRIDGE.
5. Il SOUTHBRIDGE riceve il segnale #DNBSWON attivo basso e in risposta il SOUTHBRIDGE invia il
segnale SUSCLK# al super I/O chip e quest’ultimo invia un segnale di trigger chiamato
VR_ON/SUSON/MAINON al circuito integrato che gestisce i pin gate (controllo on/off) dei mosfet,
e si attivano gli alimentatori che generano le seguenti tensioni: 1.5V_S5, 3.3V_S5, 5V_S5
necessarie per far funzionare tutto il resto del computer.
Lo startup chip inoltre per lavorare ha bisogno di un segnale di clock esterno che viene generato
appositamente da un quarzo con una frequenza pari a 32.768 KHZ. Se il SIO è danneggiato
irrimediabilmente, va sostituito. In base al modello di chip, potrebbe essere necessaria la
riprogrammazione della memoria EEPROM all’interno dello stesso, che può avvenire tramite un
programmatore apposito (come lo SVOD). Alcuni Startup Chip non sono riprogrammabili. Alcune schede
madri possono riprogrammare automaticamente il SIO se è vuoto (probabilmente copiano il contenuto da
una memoria EEPROM esterna al SIO; questo avviene solo su alcune Mobo tuttavia è difficile dire su
quali).
Un requisito indispensabile per il corretto funzionamento dello startup chip (SUPER I/O), naturalmente è
l’alimentazione, ma nello specifico è la presenza di una tensione molto importante, i 3.3v (negli schemi
elettrici viene indicata con il nome di 3VALW (3 Volt Always). Lo stesso discorso vale per la tensione(3.3v)
presente sul chip del BIOS (pin numero 1) che è a stretto contatto con lo startup chip.
Alcune volte lo startup chip tende a bloccarsi rimanendo in stato di “Freeze”, e per sbloccarlo è
necessario rimuovere la batteria RTC e cortocircuitare i due pin + e – (succede raramente).
Un altro fattore che può causare il malfunzionamento dello startup chip è il firmware, nel caso in cui fosse
corrotto. Quindi nel caso in cui lo startup chip va in stato di errore (può succedere per svariati motivi),
l’avvio del sistema viene impedito e il computer si spegne. Il tutto avviene mediante dei segnali di
conferma e di trigger (attivazione) tra cui abbiamo:
 RSMRST#:Questo segnale viene posto attivo alto (High) nel caso in cui l’alimentazione, il super I/O
chip e il BIOS funzionano correttamente e attivo basso ogni volta che il sistema si resetti oppure
se c’è qualche errore in fase di avvio.
 NBSWOW#: Segnale del pulsante di alimentazione al super I/O chip. (chiamato anche come
PWRBTN/PWR, SW/SW_ON, EC_ON).
 DNBSWON#: Segnale del pulsante di alimentazione inviato dal super I/O chip al southbridge
dopo aver ricevuto il segnale NBSWOW#. (chiamato anche PBTN_OUT, PWRBTN,BT_PWRON).
 VR_ON#: Segnale di attivazione degli alimentatori inviato dal super I/O chip dopo aver ricevuto il
segnale di risposta SUSCLK dal southbridge.
 PWROK#: (chiamato anche PWRGD)
 RTCRST#;
 CLKRUN#;
 CLKRTC#.

PWM IC
Ci sono alcuni componenti presenti sulla scheda madre di un laptop che utilizzano la tecnologia PWM
(Pulse Width Modulation) per regolare ovvero diminuire le tensioni della scheda. Sono conosciuti come
PWM IC.

Come ogni circuito integrato, il PWM ha un'operazione più complessa perché si basa sulla ricezione di
impulsi e sullo scambio di informazioni insieme ad altri componenti attraverso i loro terminali.
La funzione principale del PWM IC è quella di generare le famose Switching Sources, che saranno
responsabili dell'alimentazione di tutti i circuiti della scheda madre. L'immagine seguente mostra
l'esempio di un IC PWM modello TPS51125. Questo componente può avere diversi terminali a seconda
del modello.

In questa immagine qui sotto puoi vedere al centro un IC PWM indicato da una freccia.
COME TESTARE IL CIRCUITO INTEGRATO PWM

Poiché si tratta di un IC (circuito integrato), il test di questo componente viene eseguito misurando alcuni
dei suoi terminali, per fare ciò dovremmo utilizzare uno schema o un datasheet per conoscere i pin di
ingresso e i pin di uscita.

PINOUT IC PWM TPS51427

Test funzionale IC PWM


CONTROLLO TENSIONE IN INGRESSO:
puntale rosso sul pin contrassegnato dalla
sigla VIN(PIN 6), e puntale nero su un punto
qualsiasi della mainboard purchè sia GND.

CONTROLLO TENSIONE/I IN USCITA:


puntale rosso sul pin contrassegnato dalla
sigla VOUT1/VOUT2 (PIN10,PIN30 ), e
puntale nero su un punto qualsiasi della
mainboard purchè sia GND.

CONVERTITORI DC/DC
CHE COSA SONO?

Per alimentatori DC/DC non si intendono i classici alimentatori da parete, ma a dei veri e propri circuiti di
alimentazione presenti sulla scheda madre. Vengono chiamati DC/DC perché ricevono una tensione DC in
ingresso e ne restituiscono una ridotta in uscita. Per esempio in ingresso è presente la 19V DC e in uscita
abbiamo la 5V DC. Questi alimentatori quindi servono a convertire la 19V in tutte le varie tensioni
necessarie per il funzionamento di tutti i componenti sulla scheda madre. È chiaro che se uno di questi
alimentatori è in corto circuito, il computer non può avviarsi.

Nei notebook sono presenti svariate Power Rail in base ai vari dispositivi che devono essere alimentati:

 19V (power rail principale, valore standard per molti notebook);


 5V (porte USB,HDD,DVD,LCD,VENTOLA,SCHEDA AUDIO);
 3.3V (LCD,BIOS,SUPER I/O,VENTOLA,RAM,HDD,SCHEDA AUDIO,POWER BOTTON);
 1.8V (RAM);
 1.5 (CPU,GPU,SOUTHBRIDGE,NORTHBRIDGE,RAM);
 1.2V (CPU,GPU,SOUTHBRIDGE,NORTHBRIDGE,RAM);
 1.05V (CPU,GPU,SOUTHBRIDGE,NORTHBRIDGE,RAM).
Vediamo ora qualche foto per riconoscerli sulla scheda madre
Come potete notare, un’ alimentatore di una power rail è composto da:

 Bobine (se non le trovate sono collocate sull’altra faccia della PCB);
 Condensatori ceramici;
 Condensatori elettrolitici (non sempre presenti);
 Mosfet;
 Circuito integrato di gestione;
 Diodi.
Se il controller PWM scalda parecchio significa che c’è un corto circuito nell’integrato stesso, oppure sul
carico che deve alimentare l ‘IC PWM. Per trovare il corto potete provare a rimuovere il carico oppure
l’integrato stesso e controllare se il corto è sparito. Non alimentate mai la scheda madre in assenza del
controller PWM perché questo integrato, pilota proprio i gate dei mosfet (per aprirli e chiuderli come se
fossero interruttori comandati elettronicamente), se lo togliete e date alimentazione, sul gate dei
mosfet ci sarà una tensione “fluttuante” che potrebbe chiudere uno dei due mosfet e far passare la 19V
direttamente sulla rail generata dallo switching dei mosfet (5V/3.3V).

CHE COSA FA UN CONVERTITORE BUCK-BOOST?


L'obiettivo principale di un convertitore buck-boost è di ricevere una tensione DC in entrata e di
trasmettere un livello di tensione DC diverso, riducendo o potenziando la tensione in base a quanto
richiesto dall'applicazione.
Con il termine convertitore riduttore(BUCK) o elevatore (BOOST) ci si può riferire a due diverse tipologie
di convertitori DC-DC. Entrambe possono produrre una tensione in uscita, la quale può essere maggiore
(BOOST) rispetto alla tensione di ingresso o minore (BUCK) sempre rispetto alla tensione d’ingresso .
Il convertitore buck-boost è una tipologia di convertitore DC/DC, che presenta un’uscita continua di
valore maggiore (BOOST) o minore (BUCK) del valore della tensione in ingresso.

MODULO CONVERTITORE DC/DC STEP UP (BOOST)


PERCHÉ VENGONO CHIAMATI BOOST?
Vengono chiamati boost perché aumentano la tensione in uscita. I convertitori boost sono una classe di
alimentatori a commutazione (o switching) contenente almeno due semiconduttori ( un diodo e un
transistor) e almeno un elemento di accumulo di energia: condensatore o un induttore oppure i due in
combinazione.

COS’È UN CONVERTITORE BOOST?


È un convertitore elevatore (STEP-UP), in grado di aumentare il valore della tensione presente in
ingresso intervenendo sul trimmer.

PERCHÉ VENGONO CHIAMATI BUCK?


Vengono chiamati buck perché riducono la tensione in uscita. I convertitori buck sono una classe di
alimentatori a commutazione (o switching) contenente almeno due semiconduttori ( un diodo e un
transistor) e almeno un elemento di accumulo di energia: condensatore, un induttore o i due in
combinazione.
COS’È UN CONVERTITORE BUCK?
Un convertitore buck è un convertitore riduttore (convertitore step-down). La tipologia è simile
al convertitore boost (un convertitore step-up, ossia elevatore) e fa parte della categoria dei convertitori
switching.

ALIMENTATORI STANDBY (ALW)


Alcuni alimentatori partiranno in modo obbligato (3VALW E 5VALW) e rimarranno sempre accesi per
alimentare il BIOS, SUPER I/O, e il PULSANTE D’ACCENSIONE, altri invece rimarranno spenti fino a quando
lo startup chip (SUPER I/O) non gli invia l’ENABLE (cioè il segnale di attivazione “premere il pulsante
d’accensione”) dopo aver avviato con successo se stesso (SUPER I/O), il BIOS, e il SOUTHBRIDGE..
Successivamente affronteremo gli alimentatori responsabili delle tensioni ALWAYS ON (3VALW E
5VALW). Se ci sono dei danni alle alimentazioni ALW, i led di stato potrebbero essere accesi ma il
computer è impossibilitato a partire poiché come detto prima il BIOS e lo startup chip dipendono da
queste impostazioni. Tecnicamente la funzione di stand-by è un circuito elettronico che resta sempre in
funzione in attesa di un determinato segnale; è un po’ come se il dispositivo rimanesse continuamente
in uno stato di “dormiveglia elettronico”
Come potete notare al centro è collocato il chip di gestione dell’alimentazione. Questo chip , una volta
che riceve l’ENABLE per attivarsi, invia il segnale sui pin di gate dei mosfet (dato che funzionano da
interruttori), tramite un segnale PWM che li fa “aprire e chiudere” moltissime volte e in pochissimo
tempo, come se fosse un martello che batte in continuazione , in questo modo i mosfet generano a loro
volta un altro segnale che altro non è la tensione finale desiderata. Infatti, oltre al circuito integrato al
centro, possiamo notare su entrambi i lati, i due MOSFET, le relative BOBINE e dei CONDENSATORI,
quest’ultimi servono a filtrare i disturbi RF e sono molto importanti, molte volte vanno in corto
impedendo al chip di funzionare.
ALIMENTATORI RUNNING (VS)
Come dicevamo prima, ci sono alimentatori che sono sempre accesi e altri che partono dopo aver
ricevuto un consenso. Adesso parliamo di quest’ultimi, essi vengono chiamati alimentatori
“RUNNING” cioè in funzionamento (nel senso che si attivano a computer acceso). Questi
alimentatori dipendono dalle tensioni Always On (Sempre Acceso) ,infatti non sono altro che la
3VALW e 5 VALW sollecitate dopo aver attraversato un’ulteriore mosfet il cui pin “gate” (di
controllo) viene comandato in base allo stato del computer. Per esempio, se abbiamo la 3VALW
(sempre accesa),dopo aver attraversato il mosfet specifico viene identificata solitamente sullo
schema elettrico con la sigla 3VS(Voltage Suspend). Questa tensione sarà presente fino a quando il
pin di gate viene comandato per farla circolare, se il comando sul pin gate viene interrott o (per
esempio il computer va in standby) gli alimentatori RUNNING si spegneranno e le tensioni VS
spariranno. Se sono presenti dei danni sulle alimentazioni RUNNING il computer potrebbe
accendersi ma non funzionare correttamente. Le power rail a bassa tensione (<2V), mostrano una
bassa resistenza rispetto a massa che spesso si confondono con un corto circuito.
SEZIONI VRM
Gli alimentatori VRM, acronimo di VOLTAGE REGULATOR MODULE, sono dei convertitori BUCK DC/DC
che convertono le tensioni più alte in basse tensioni per le varie sezioni della scheda madre. Solitamente il
valore resistivo verso massa delle sezioni VRM della CPU e della GPU è molto basso (da 10 a 100 ohm) ciò
non significa che sono in corto circuito (molte volte viene scambiato per corto). Il funzionamento è tale e
quale a come descritto sopra “Alimentatori Standby ALW”:

A capo di tutto abbiamo l’IC PWM che gestisce i gate dei MOSFET che generalmente sono due:

 High Mosfet: funziona da interruttore “positivo” e commuta la tensione di funzionamento VIN;


 Low Mosfet: funziona da interruttore “ negativo” e commuta la tensione verso massa.

I gate di entrambi i mosfet vengono pilotati ad altissima velocità ed ad intervallo, commutando generano
la tensione necessaria.
SEZIONE ALIMENTAZIONE INIZIALE
Per sezione di alimentazione iniziale s’intende il primissimo circuito che la 19V incontra prima di essere
convertita nelle svariate tensioni ALW e RUNNING. I malfunzionamenti presenti in questa sezione
possono risultare abbastanza critici come:

 computer completamente morto, (nessun led di stato è illuminato);


 batteria che non si carica ;
 computer che si avvia solo con l’alimentatore o con la batteria.
SCHEMA A BLOCCHI SEZIONE DI RICARICA DELLA BATTERIA E DEL
VOLTAGGIO IN INGRESSO (DC IN)
Apple Laptop Power
SCHEMA ELETTRICO CORRISPONDENTE

La 19V, tensione principale di funzionamento, entra nel connettore DC e viene fornita dall’alimentatore
SMPS. Una volta entrata nel connettore incontra i primi mosfet , in base al modello del notebook
possiamo avere uno o più mosfet. Il mosfet più vicino al connettore di alimentazione (solitamente è npn),
serve a limitare la corrente di spunto “Inrush” mentre il secondo , se è presente , serve ad impedire che
la tensione della batteria arrivi sulla porta di alimentazione ( solitamente è pnp). Se il secondo mosfet
non è presente (come in molti laptop moderni) la protezione c’è sempre e viene messa in atto attraverso
un diodo.

Dopo questi due mosfet solitamente c’è una resistenza “di sensing” (con un basso valore resistivo)
presente sulla linea principale di alimentazione che serve a captare la quantità di corrente che scorre in
quel punto preciso del circuito, successivamente la 19V arriva all’input principale per gli alimentatori
standby. Sul lato destro del circuito integrato (non su tutti i laptop), ci sono altri due mosfet che servono a
generare la tensione di ricarica per la batteria. Quando utilizziamo il portatile con la batteria e senza
alimentatore invece entra in funzione il mosfet in alto a destra. Vicino ad essi c’è un’altra resistenza “di
sensing” ma questa volta riguarda la batteria. Tornando alla fase iniziale del circuito ,vicino al connettore
DC possiamo notare dei diodi nelle vicinanze del primo mosfet, questi diodi sono in grado di “tagliare”
l’alimentazione in pochissimo tempo, il che può succedere nel caso in cui il sistema rileva un corto
circuito, sovratensione o surriscaldamento il tutto quando premiamo il pulsante d’accensione.

STATI ACPI COMPUTER


All’utente che utilizza il computer, compaiono solo due stati ben visibili: ON e OFF. Tuttavia il sistema
supporta svariati stati di alimentazione secondo il sistema ACPI (Advanced Configuration and Power
Interface). Il sistema operativo supporta 6 stati che partono da S0 fino ad S5,ogni stato ha una sua
caratteristica.
Gli stati G descrivono la percezione che ha l’utente del sistema

STATO DESCRIZIONE
G0 (S0) Il dispositivo è completamente funzionante e alimentato con il 100% dell’energia
disponibile. Alcuni componenti hardware potrebbero essere in uno stato di “sleep”,
purché possano tornare in funzione in tempi brevi.
G1 Il dispositivo appare spento anche se non lo è, i consumi sono ridotti, la sessione di
(S1,S2,S3,S4) lavoro può essere ripristinata senza riavviare il sistema. I processi sono salvati in
memoria.
G2 (S5) Il dispositivo consuma una piccolissima quantità di corrente dovuta ai circuiti base per
permettere al dispositivo di essere acceso. Nessun dato in memoria viene salvato.
G3 Equivale a staccare fisicamente il cavo di alimentazione, (tipicamente solo il real-time
clock continua a ricevere energia dalla sua piccola batteria). Non c’è nessun consumo di
energia.

Gli stati S descrivono cosa accade a livello di sistema.

STATO DESCRIZIONE
S0 (IN FUNZIONE) Dispositivo in funzione è completamente
utilizzabile. I componenti hardware non in uso
possono entrare in “low power state” per
risparmiare energia. Il computer è alimentato
e l’utente finale lo sta utilizzando.
S1,S2,S3 (SOSPENSIONE) Il dispositivo appare spento. Lo stato
G1 “Addormentato” si divide in quattro stati:
da S1 a S4. Il tempo necessario per portare il
sistema a G0 è molto breve per S1, breve per
S2 e S3, lungo per S4. In questi stati la
memoria volatile rimane in funzione per
memorizzare lo stato. Alcuni componenti
rimangono attivi durante questi stati in modo
da permettere al computer di accendersi
tramite un input da tastiera/mouse o via LAN.
S4 (IBERNATO) Il dispositivo appare spento. Il consumo di
energia è al minor livello possibile. Il sistema
salva il contenuto della memoria volatile in un
file di ibernazione per mantenere lo stato.
Alcuni componenti rimangono attivi durante
questi stati in modo da permettere al
computer di accendersi tramite un input da
tastiera/mouse o via LAN.
S5 (SPENTO) Il dispositivo è spento, rimangono attivi i
circuiti a livello base (tensioni di standby) per
permetterne l’accensione tramite il tasto
ON/OFF.
BIOS
Bios acronimo di Basic Input Output System, si tratta di un chip che ha il compito di fornire una sequenza
di istruzioni in fase di avvio. Più in dettaglio si tratta di una memoria EEPROM che solitamente comunica
via SPI (Serial Peripheral Interface) con il super I/O chip che contiene il firmware di quest’ultimo.

Molto spesso il contenuto salvato all’interno del BIOS si corrompe e bisogna effettuare il flash di un
backup che qualcun altro ha fatto per la stessa scheda madre. Quando si scarica il dump (copia di tutto il
contenuto presente nell’EEPROM) da internet bisogna stare attenti a rispettare il modello della
mainboard e il numero della revisione (se flashate un dump sbagliato non succede niente, ma il computer
continuerà a non funzionare). Come per il super I/O chip, il BIOS deve sempre essere alimentato dalla
tensione 3VALW (oppure 1.8 VALW nei più moderni), in assenza di questa tensione il computer non
partirà mai. Il BIOS come dicevamo prima, è interfacciato con il super I/O chip solitamente via protocollo
seriale SPI (Serial Peripheral Interface), quindi facendo utilizzo delle classiche linee dati
MOSI,MISO,CLK,CS/SS.
A DIFFERENZA DEI VECCHI NOTEBOOK, QUELLI MODERNI POSSIEDONO PIÙ DI UN TIPO DI BIOS

 MAIN BIOS: il normale BIOS che tutti conosciamo (chip a 8 pin);


 EC BIOS : Embedded Controller BIOS , esso molte volte è contenuto all’interno del super I/O chip,
ma può anche essere trovato come un normale BIOS a 8 pin, che mantiene salvate tutte le
impostazioni relative alla gestione dei segnali di alimentazione.
 ID BIOS: contiene soltanto informazioni riguardanti l’ID della scheda madre .

ANALISI E COMPRENSIONE DELLA SCHEDA MADRE

Una scheda madre per laptop è divisa per settori, ognuno di essi ha un compito diverso, in questo
manuale vedremo come saper individuare quale di questi settori è danneggiato e quale componente
deve essere sostituito per ripristinare il suo funzionamento. Quando si analizza un laptop difettoso, sulla
scheda madre non si dovrebbe misurare alla cieca componente per componente. La strategia più efficace
per una rapida analisi o diagnosi è quella di misurare le uscite in tensione (attraverso le induttanze)
delle sorgenti commutate sulla scheda madre con l'ausilio dello schema elettrico (Esempio: Verificare la
presenza 3V, 5V,19V ecc...). Supponendo che a una delle componenti della scheda madre non è
presente la sua relativa tensione, allora sarà necessario analizzare solo il circuito di quel blocco, o quella
specifica linea di alimentazione, velocizzando così la riparazione. A quel punto, dopo un’attenta analisi
tramite il pinout dell'IC PWM si inizia a capire se quest’ultimo ci sta restituendo o meno le tensioni giuste
sia in ingresso che in uscita. Se l’IC funziona , allora dobbiamo controllare gli altri componenti presenti in
quel blocco che compongono quella specifica sezione.

TABELLA DEI SIMBOLI DEGLI SCHEMI ELETTRICI PRESENTI NEI LAPTOP

DESCRIZIONE SIMBOLO PRESENTE NELLO SCHEMA


Queste frecce rivolte verso il basso indicano la
massa della scheda madre.

Questo simbolo indica l'invio di un


determinato segnale Es: IC PWM che comunica
con Super I/O.
Questo simbolo indica che è stato ricevuto un
determinato segnale. Es: Super I/O che
comunica con qualche altro componente.

Questo simbolo indica l'intersezione tra due


linee. Ciò significa che hanno la stessa
tensione.

Questo cerchio vuoto indica che c'è un punto


di tensione che andrà in altri punti della
scheda madre. Nell'esempio, la tensione
primaria è 5V.
La doppia freccia indica lo scambio
contemporaneo di informazioni tra alcuni
componenti.
SEQUENZA DI AVVIO

Seguendo una logica numerica, supponiamo che una scheda sia collegata e visualizzi il video attraverso
10 tensioni (T1, T2, T3, T4, T5, T6, T7, T8, T9, T10), se per qualche motivo ad esempio T6 non non è
presente (qualsiasi componente in corto può causare ciò), ovviamente la sequenza operativa verrà
interrotta e non ci sarà tensione nemmeno dopo di essa (T7, T8, T9 e T10). Lo stesso vale se T5 è
presente sulla scheda, quindi non è necessario controllare le tensioni precedenti (T1, T2, T3 e T4), perché
quest’ultime (T1, T2, T3 e T4) sono presenti. L’ordine di avvio della sequenza delle operazioni è data
dall'alto, verso il basso come mostrato dalla sequenza numerica nella colonna a sinistra. Nella pagina
riguardo la sequenza d’avvio sono presenti i principali impulsi e tensioni per la scheda madre (è
importante sapere che entrambi possono avere nomi diversi a seconda della marca del produttore).
Pulse è il nome dato allo scambio di informazioni tra alcuni componenti della scheda madre (es: ON/OFF#
è l'impulso del pulsante di accensione che accenderà e spegnerà il laptop).

Interpretazione di alcuni impulsi e tensioni presenti nel laptop:

1. Vin, B+: Tensione in Ingresso (proveniente dal caricatore).


2. + 3VL: noto anche come VREG3. Tensione che è incrementata nel PWM primario (questa non è ancora
la tensione primaria di 3V).
3. +5VALW/+3VALW: Le famose tensioni primarie. Sono generati dal PWM primario e possono essere
misurati nei rispettivi induttori, secondo il diagramma schematico.
4. RSMRST#: segnale di ripristino, responsabile del ripristino e del funzionamento del NORTHBRIDGE E
DEL SOUTHBRIDGE. Deve essere a livello alto (Ex 3V) in stand by e azzerato alla pressione del pulsante di
accensione;
5. ON/OFF#: Segnale del pulsante di accensione, deve essere ad un livello alto (di solito 3V) in standby,
quando si preme il pulsante assume il valore di 0V, facendo accendere il laptop. Sapendo questo, sarai in
grado di diagnosticare un problema nel pulsante di accensione in pochi secondi.
Come puoi vedere, alcune tensioni compaiono sulla scheda madre prima che venga premuto il pulsante di
accensione, ovvero appaiono in STANDBY (collegando sia un caricabatteria o una batteria).
Questa tensione chiamata “di standby” è nota come primaria. È da queste tensioni che possono essere
alimentati tutti gli altri circuiti. D’ora in poi capiremo come diagnosticare i vari difetti.

CIRCUITO DI INGRESSO

La tensione principale (19V) presente sulla scheda madre è generata da due punti:
1. Caricabatteria.
2. Batteria.
Quando parliamo di circuito di ingresso, ci riferiamo a DCJACK (componente a cui è collegato il
caricabatteria). Questo circuito protegge la tensione del caricabatteria, oltre, ovviamente, a distribuire
questa tensione al resto dei circuiti della scheda madre.
La tensione principale che proviene dal caricatore, è la prima tensione che troviamo sulla scheda madre. È
l'alimentazione della fonte primaria, che a sua volta alimenta le fonti secondarie . È molto comune che i
componenti presenti nel circuito di ingresso presentino difetti, soprattutto brevi, poiché è qui che circola
la tensione massima sulla scheda madre.
Tutto parte dal connettore di alimentazione DCJACK. Come ho detto, questo connettore è uno dei punti
attraverso i quali viene alimentata la scheda madre (l'altro è la batteria). Nella stessa linea sono presenti
componenti di protezione da sovraccarico, come diodi e resistori, oltre a condensatori di filtraggio del
rumore, in modo che l'alta tensione arrivi pulita (senza variazioni) negli altri circuiti.

FIGURA 1

In figura 1 abbiamo un esempio di circuito di ingresso. La tensione (19v) può essere misurata sui pin 3 e 4
del DCJACK (JDCIN1), seguendo il riferimento del fusibile PF101, arrivando poi all'induttore PL101.

Da quel momento in poi, questa tensione si chiamerà VIN o B+ a seconda del progetto.
SUGGERIMENTO MALFUNZIONAMENTO DIAGNOSI “POWER RAIL”
Se non c'è tensione su questa linea, è necessario verificare un possibile cortocircuito o un difetto nel
caricabatteria. Generalmente quando c'è un cortocircuito sulla Power Rail (linea principale 19V) il led del
caricatore si spegne o lampeggia, questo facilita la diagnosi.
Sul 99% delle schede madri dei laptop sono presenti due Mosfet (contrassegnati in rosso nella foto sotto)
che si trovano nel circuito di ingresso, sono i responsabili della commutazione (passando da un lato
all'altro) in modo tale che questa tensione alimenti gli altri circuiti. Questi due mosfet si comportano da
interruttori.

Sezione di alimentazione: include il circuito VIN, il circuito di carica della batteria e il circuito di scarica.

Attraverso lo schema elettrico di pagina 29 (IC del caricatore), ci sono informazioni sul Power Jack e sulla
batteria. Nel circuito di carica è il gate “cancello” principale ad effettuare la regolazione della potenza
della batteria e dell’alimentatore. A volte le persone confondono come trovare il Power IC in un laptop,
perché anche l’ IC che gestisce i 3V e i 5V, il core VCC è un IC. In questa pagina, spiego con una semplice
descrizione le basi di questo circuito.
La tensione proveniente dall’adattatore entra tramite il DC Jack indicato sullo schema come PJ1,
attraversa i condensatori PC84 e PC85 collegati in parallelo, che fungono da filtro antirumore e nel punto
VA e nella bobina PL6 troveremo i 19v, in seguito sul punto VA1 avremmo il valore della tensione
d’ingresso.

D/C#: è il segnale di comando che proviene da EC “Embedded Controller” presente nello schema di
pagina 27, dall’EC arriverà un segnale o un impulso che attiverà il gate ad aprirsi in caso c’è un problema
al circuito bloccando così il passaggio di corrente. Questo è chiamato Protection Circuit “Circuito di
Protezione” che lavorerà insieme al Circuito Selettore.

Il circuito selettore, funziona come


una tecnica di controllo o di
segnalazione come rilevatore, sia
che la tensione provenga da un
adattatore o da una batteria o anche
da entrambi per il sistema di ricarica.
SCHEMA ELETTRICO DI UN CIRCUITO DI RICARICA

 Il primo Mosfet (COLORE VERDE INTENSO);


 Il secondo Mosfet (COLORE VERDE);
 Sensore di corrente (COLORE BORDEAUX);
 Mosfet di ricarica (COLORE GIALLO);
 Sensore di corrente della batteria (COLORE NERO);
 Mosfet che si comporta da interruttore ,effettua la
commutazione tra la batteria o l'adattatore (COLORE BLU).
- Sensore di corrente o Current
Sensing Resistor (COLORE
BLU)

- I Mosfet di ricarica,
responsabili della ricarica della
batteria (COLORE BORDEAUX)

- Chip di ricarica (COLORE


NERO);

- L’uscita del sistema di ricarica


(COLORE VERDE).

Perché la sezione di ricarica è così importante e perché abbiamo iniziato con la sezione di ricarica?

L’ alimentazione principale inizia da qui.


I componenti da controllare in un circuito di ricarica sono i seguenti

- Questi sono i primi mosfet, dovresti avere 19V su entrambi i lati dei mosfet. Agiscono come
protezione, alimentano l'intera scheda madre... Si comincia da qui, su questi 2 mosfet (COLORE
VERDE);
- Questo è il secondo mosfet su cui dovresti avere 19V entrambi i lati di questo (COLORE BLU);
- Questo è il chip di ricarica, controlla il sistema di ricarica, carica il laptop, rileva e comunica con la
batteria e il chip di avviamento (SUPER I/O), rileva l'alimentazione, decide quando spegnere il
laptop. È responsabile della carica della batteria, controlla i mosfet che gestiscono la ricarica, li
accende/spegne molto velocemente per creare una certa potenza necessaria alla batteria per
caricare. (COLORE ROSSO);
- I mosfet di ricarica, essi sono responsabili della ricarica della batteria, e sono controllati dal chip di
ricarica. (COLORE AZZURO).

STUDIANDO QUESTO CIRCUITO SI E’ IN GRADO DI:

 INTERPRETARE LA LINEA DEI 19V;


 CAPIRE IL PERCHE’ IL PORTATILE NON RICARICA LA BATTERIA;
 CAPIRE IL PERCHE’ IL PORTATILE NON SI ACCENDE
 CAPIRE DOVE MANCANO I 19V.

Cosa succede se hai un laptop che si accende con un caricabatteria e la batteria è carica ma quando si
scollega il caricabatteria la batteria non mantiene la carica e si spegne subito?
Cosa si controlli dalla sezione di ricarica?
Il mosfet di commutazione, si controlla perché non funziona correttamente, si controlla il gate.... se è
opportuno è consigliabile cambiare il mosfet.

Mosfet di commutazione, si
controlla perché non funziona
correttamente, si controlla il
gate, se è opportuno è
consigliabile cambiare il mosfet.
TERMINALI RELATIVI AL FUNZIONAMENTO DELL’IC
VFB1 / VFB2 VIN

EN1 / EN2 DRVL1 / DRVL2

PGOOD

DRVH1 / DRVH2

VO1

VIN: Questo è il pin che devi controllare per primo, assicurati se il chip riceve alimentazione o meno,
questo terminale fornisce l’alimentazione principale al chip per farlo funzionare. La VIN è la tensione
generata in ingresso.

EN: Pin di abilitazione, questo è importantissimo, dà il consenso al Chip di abilitarsi e farlo funzionare.
Esempio: la lampadina non si accende senza che tu non abbia premuto l’interruttore.

PGOOD: Il segnale Power Good è un segnale fornito dall'alimentatore di un computer per indicare
alla scheda madre che tutte le tensioni rientrano nelle specifiche e che il sistema può procedere all'avvio
e al funzionamento.

VO: E’ la tensione generata in uscita.

VFB - VOLTAGE FEEDBACK : è una tensione che serve al chip per vedere quali tensioni sta generando.

DRVH/DRVL - Tensione di pilotaggio, alta o bassa, tramite questa tensione il chip pilota il mosfet alto
(HIGH MOSFET) e il mosfet basso (LOW MOSFET).
GND

MOSFET DI SINISTRA MOSFET DI DESTRA

Come possiamo notare dallo schema elettrico, al centro troviamo il chip (TPS51225CRUKR) “Step-Down
Controller 5-V e 3.3-V”. Questo chip inoltre controlla i 2 mosfet presenti a destra e a sinistra, grazie ad
esso che la tensione principale cioè i 19V vengono trasformati in 2 power rail, 3VALW a sinistra e 5VALW
a destra.
Sempre nello stesso schema, sono presenti 2 mosfet, uno è collegato ai 19V, e l'altro è collegato a
massa, dopodiché l'uscita generata passerà attraverso la bobina.
Ora sai che quando non sono presenti i 3.3v e i 5v hai le idee chiare da dove bisogna iniziare a controllare,
devi verificare la tensione presente sulle bobine, quest’ultime sono le uscite. Controlla se il mosfet
superiore riceve o meno la tensione di 19v, dovresti avere sempre il 19v.

GESTIONE DEI 3.3V


Il valore della tensione dei 3.3v è sempre presente sulla scheda madre anche quando il PC è spento.
Appena viene collegato il caricabatteria si genera questa piccola tensione, ciò significa che il computer è
sempre acceso. Quest’ultimo, per avviarsi ha bisogno dei 3.3v, quindi sul pulsante di accensione
dovremmo misurare la tensione di 3.3v, se questa non è presente, l’avvio non avviene.
Un laptop per accendersi ha bisogno di questa importante tensione, quindi il pulsante di avvio dovrà
essere cortocircuitato a massa per alcuni secondi, questo piccolo cortocircuito attiverà ed invierà un
segnale allo StartUp chip (Super I/O) per avviare il laptop, quindi i 3.3v sul pulsante di accensione sono di
vitale importanza.

Procedimento per controllare i 3.3v in un notebook che non si avvia

 Controllare la presenza dei 19V sul DCJACK della scheda madre;


 Testare il pulsante di accensione per confermare che la tensione di 3.3v è presente o meno.;
 Controllare il pin numero 8 del chip del BIOS , devi misurare 3.3v...Ma attenzione perché su
alcuni pc più recenti la tensione è di 1.8V, quindi “attenzione”.
 Controllare nei pressi dello StepDown Controller se vengono generarti i 3,3v, per fare ciò bisogna
controllare le due bobine presenti attorno a questo chip.
Ricorda che lo StartUp chip (Super I/O) ha sempre bisogno dei 3,3 V per funzionare, per effettuare il
controllo testa i condensatori attorno ad esso (Super I/O) per controllare la presenza di questa
importante tensione. Se quest’ultima manca come può accendersi un laptop?... Ora sai esattamente
dove controllare la 3.3v e l'importanza di essa.

Questa è la sezione dove vengono generati i 3.3VALW e 5VALW. Come si evince dallo schema elettrico i
componenti coinvolti sono:
 PWM RT8243AZQW IC (CHIP CENTRALE)
 Doppio mosfet, 2 mosfet integrati su un singolo chip (DOPPIO MOSFET SINISTRO E DESTRO).

TENSIONI PRIMARIE

Dopo che la tensione principale 19V ha attraversato i Mosfet d’ingresso, bisogna che vengano alimentati
gli altri circuiti sulla scheda madre, uno tra questi molto importante è il circuito PWM Primario (che
genera le tensioni 3V e 5V) come mostrato in foto.

Come raffigurato in foto (IC PWM PRIMARY 3V AND 5V), i componenti principali che formano una
sorgente commutata sono cerchiati di colore verde.
In questo caso, il componente quadrato al centro è il circuito integrato PWM primario. Sul lato destro c'è
l'alimentazione a 5V composta dei Mosfet alti e bassi e da un induttore. Sul lato sinistro c'è la sorgente 3V
formata dai Mosfet alti e bassi e da un induttore. (VEDERE SCHEMA ELETTRICO)

Ma dopo tutto, cosa è necessario affinché il circuito integrato PWM primario funzioni e rilasci le due
tensioni (3 V e 5 V) nei suoi induttori?

Esistono diversi tipi di circuiti integrati per ogni scheda madre di un laptop (come abbiamo accennato in
precedenza, ogni fonte utilizza un circuito integrato PWM).
Partendo da questo concetto, è necessario capire come funzionano i modelli principali (più utilizzati) di
questo IC.

Per capire se un circuito integrato PWM è funzionante, bisogna effettuare delle prove di test molto
mirate su specifiche linee di alimentazione e pin di abilitazione dei segnali che pilotano delle tensioni
particolari.
La procedura da eseguire in dettaglio è la seguente:

1. Controllare la presenza dell'alimentazione principale (chiamata VIN) (19V);


2. Controllare la presenza delle due tensioni del regolatore (VREG3 = 3V, VREG5 o LDO = 5V);
3. Controllare gli impulsi di abilitazione (ENTRIP o EN o ON = 3V), questi segnali possono avere una
piccola modifica di nome a seconda di come è stato progettato il componente.
4. Controllare la presenza della tensione di riferimento dell’integrato (denominata VREF = 2V).
NOTA
Solitamente uno dei terminali di tensione dei regolatori (VREG3) del Primary PWM IC alimenta
componenti importanti come il BIOS IC e il SUPER I/O.

Di solito al 99% dei circuiti integrati PWM primari si danneggiano se una delle tensioni principali non è
presente, al contrario se tutti questi elementi sono a posto, l'IC dovrebbe funzionare.
I prossimi componenti importanti da testare su una sorgente commutata sono:
- Mosfet collocati nella zona alta e bassa del circuito(mosfet superiori e inferiori), che tra l’altro
tendono a danneggiarsi più spesso.
Se anche i Mosfet High-Low sono buoni, dovresti testare il condensatore di filtro della sorgente in
questione. È un condensatore più grande che viene utilizzato per prevenire l’andamento non costante
della tensione della sorgente di commutazione.

SUGGERIMENTO DEL DIFETTO


Senza alcun segnale il laptop non si accende. Questo tipo di sintomo è correlato a difetti come la
mancanza di tensioni primarie (3V, 5V) o alcuni componenti situati nelle sorgenti primarie che
potrebbero essere in cortocircuito (condensatori, diodi e lo stesso circuito integrato PWM primario).

È importante tenere presente che non esiste una prescrizione diagnostica per ogni difetto.
Un laptop che non si accende, ad esempio, potrebbe avere una diagnostica diversa, potrebbe essere
semplicemente il caricabatteria difettoso. Non pensare che per ogni laptop riparato con questo problema
troverai necessariamente la stessa soluzione in un altro laptop.
Ricorda: OGNI CASO E’ DIVERSO DA UN ALTRO E DI CONSEGUENZA IL METODO DI RISOLUZIONE SARA’
DIFFERENTE.
Ciò che imparerai in questo manuale sono i metodi grazie ai quali attraverso una buona comprensione e
analisi dello schema elettrico, ti aiuteranno ad accelerare la riparazione.

Sezione del sistema 5V e 3V

Questo è un esempio di come trovare in un diagramma a blocchi la sezione dei 3.3V e 5V con il suo
relativo schema a blocchi.
Le seguenti informazioni che conosci della pagina 30 e hai a portata di mano sono:
 Tipo di IC utilizzato;
 Tipo di Circuito;
 Descrizione progetto;
 Nome del circuito.
Il circuito che genera i 3V e 5V fa parte del System Standby e del Dual Mode. Lo standby del sistema indica
che i circuiti d’ ingresso e uscita sono presenti anche se il pulsante (power botton) non è stato ancora
premuto. Ci sono due circuiti di standby nella scheda madre : circuito di ricarica e circuito di gestione dei
3V e 5V. Dall'immagine seguente, possiamo notare che le tensioni 3V e 5V dual mode presenti si
attiveranno solo dopo aver premuto il pulsante on-off, quindi dopo aver ricevuto il segnale di comando
“il cosiddetto ENABLE” dall'uscita EC (S5_ON) di questo circuito si attiverà la relativa tensione (5V) per
alimentare i vari dispositivi come: usb, hdd, dvd, keyboard e touchpad. Precisiamo che la tensione di
3.3v è sempre presente sulla mainboard a pc spento, mentre la tensione di 5v è presente allo stato S5
(dispositivo spento) ma solo nei pressi dello step-down (condensatori), e sui terminali della bobina
presente nelle vicinanze dello step-down, che rappresenta l’uscita (induttanza) di queste due tensioni
di standby.( bobina 1=Vout:3.3v; bobina 2=Vout:5V).
Vedere la sequenza di alimentazione di seguito:
SORGENTE DI CARICA (BATTERIA)
Il circuito di carica della batteria (carica) è responsabile del riconoscimento e carica della batteria. È quello
che controlla l'alimentazione alla scheda madre quando il caricabatteria non è collegato.
Nella foto, il circuito di carica è formato sostanzialmente dall'IC PU301, da un Mosfet alto (PQ311), un
Mosfet basso (PQ314) e un induttore (PL301).

MOSFET ALTO (PQ311)


IC PU301 (ISL6251AHAZ-T)

INDUTTORE (PL301)

MOSFET BASSO (PQ314)

Charge Circuit (Battery)


Nel circuito di carica troviamo il famoso INTERRUTTORE MOSFET O SWITCH MOSFET, che commuta il
voltaggio della batteria e quello del caricabatteria, facendo attenzione che non entrino in collisione.

Il funzionamento dell'interruttore Mosfet è molto semplice. Immagina di avere un laptop collegato ad un


caricabatteria e la batteria collegata, in quel momento la batteria è in background ed in carica, mentre il
caricabatteria sta alimentando l'intera scheda madre. Se rimuovi il caricabatterie, il laptop continuerà ad
essere alimentato dalla tensione della batteria grazie allo switch Mosfet.

Difetto Suggerimento 1:
Quando il laptop funziona solo con il caricabatteria o con la batteria è un forte campanello d’allarme
che indica un difetto nel cosiddetto “switch mosfet”. A volte la batteria potrebbe smettere di caricarsi e il
difetto è situato nel circuito di carica e non nella batteria stessa.
Difetto Suggerimento 2:
Un altro consiglio riguardo il circuito di carica è di controllare il connettore della batteria ( collegato alla
scheda madre), sul quale è presente la tensione (solitamente 12V). Nell'esempio in Figura 8, il piedino che
serve a verificare la presenza di questa tensione è il terminale 1.

SISTEMA DI CARICA

3V

3V

3V

Sistema di Carica: in questa sezione troviamo due importanti componenti che sono: la ricarica EC e l’ IC
stesso.
L’EC comunica con i sistemi di ricarica IC per il rilevamento della batteria, che sono cruciali ai fini di un
corretto funzionamento. In questo caso il MOSFET a canale N molto spesso è il colpevole di un
malfunzionamento del sistema di ricarica. La tensione che dovrà essere presente su uno dei terminale del
MOSFET a canale N sarà proprio quella di 3.3V o 5V.

ALIMENTATORI CPU: PERCHÉ LA CPU HA TANTI ALIMENTATORI?

Il motivo per il quale vengono usati i PWM è quella di ottenere più energia, e non per convertire una
tensione più alta in una tensione più bassa, ma per raggiungere più potenza.
Per convertire una tensione più alta in una tensione più bassa si usano dei resistori, ma per ricavare una
potenza maggiore (watt) dobbiamo ricorrere all’uso dei PWM(mosfet).
La CPU ha bisogno di più watt ma di voltaggi più bassi. Per ottenere questo risultato bisogna usare i PWM.
Maggiore sarà la presenza di questi PWM(mosfet), più potenza avremo, quindi più watt.
In conclusione LA CPU HA BISOGNO DI PIÙ POTENZA.

PULSE WIDTH MODULATION (PWM)

La modulazione di larghezza d’impulso è un tipo di modulazione digitale che serve ad ottenere una
tensione variabile in base al rapporto tra la durata dell’impulso positivo e quello negativo. Questo
rapporto viene anche chiamato Duty Cycle espresso in percentuale. Per esempio se il duty cycle è al 100%
verrà fornita la tensione massima applicabile, mentre se è a 0% quella minima, quindi 0. La modulazione
viene effettuata accendendo e spegnendo un interruttore posto tra l’alimentazione e il carico ad altissima
velocità, l’interruttore può essere un transistor, un mosfet, ecc. Un segnale modulato tramite tecnica
PWM assumerà una forma d’onda quadrata.

Con Duty Cycle si indica il rapporto tra il tempo durante il quale un carico o un circuito è attivo (ON) e il
tempo durante il quale è inattivo (OFF)
VCORE (Processor)
Il circuito di alimentazione del processore è comunemente chiamato VCORE, esso è gestito da un circuito
integrato PWM (Pulse Width Modulation), che forma una delle famose sorgenti di commutazione sulla
scheda madre. In genere questo circuito ha una tensione media di 1V (ricordando che questa tensione va
misurata con il processore in posizione e la scheda madre alimentata). Potrebbe esserci una leggera
variazione in questa tensione a seconda del processore collegato. Il primo consiglio molto importante
relativo sul VCORE è che in questo circuito c'è un flusso di corrente elevato, e di conseguenza una
resistenza molto bassa.
Ma cosa significa? Che questa bassa resistenza può essere facilmente interpretata come un corto.
FASI PER CONTROLLARE LE RESISTENZE INTERNE DELLE BOBINE PRESENTI NELLA SEZIONE CPU (VCORE)
Selezionare il multimetro in modalità continuità per controllare la resistenza dell'induttore vicino al
processore (VCORE).
Sarà indicato un valore compreso tra 10 ohm e 100 ohm al massimo (alcuni multimetri emetteranno un
avviso acustico).
È necessario capire che questa piccola resistenza è perfettamente normale per questo circuito. Sarà
diverso ad esempio, se si effettua la stessa misura su un induttore che fa parte del circuito 3V/5V che ha
resistenze medie comprese tra 300ohm e 1000ohm.
I terminali importanti dell'IC PWM del circuito VCORE sono:
- VIN (terminale PWM ad alta potenza, generalmente 19V)
- PVCC o VCC (terminale di alimentazione + 5VS)
- ENABLE o VR_ON (terminale di abilitazione PWM)
- PGOOD (terminale che indica che il PWM è ok).

ANALISI DEL CIRCUITO DEL CHIPSET (TENSIONE 1,05 V)


Statisticamente l'alimentatore da 1,05V presenta meno problemi rispetto agli altri alimentatori presenti
sulla scheda madre. Questa è una delle ultime tensioni che sorgono sulla scheda madre.
È importante ricordare che le tensioni che alimentano i circuiti integrati PWM delle sorgenti secondarie
(che compaiono solo dopo aver premuto il pulsante di accensione) sono generalmente 5V e/o 3V.
I terminali importanti da considerare nel circuito integrato PWM sorgente sono:
 VDD o VDC (terminale di alimentazione PWM IC, solitamente 5V. Questi nomi possono variare a
seconda del progetto dell’IC);
 EN o ON (terminale di abilitazione PWM IC, deriva da Super I/O, solitamente 3V. Anche questi
nomi possono variare);
 VREF (terminale di tensione di riferimento PWM IC, solitamente 2V);
 PGOOD (Terminale che indica che il circuito integrato PWM è ok, funzionante, di solito 3V).

SUGGERIMENTO PER I DIFETTI:


Dopo aver accertato che tutte le tensioni sopra citate sono presenti, la tensione di 1,05 V dovrebbe
apparire sull'induttore del circuito. In caso contrario, verificare se sulla linea dei (1.05V) è presente un
cortocircuito, impostando il multimetro in prova diodo (beep). Testare anche i Mosfet superiori e
inferiori.
NOTA
Vale la pena ricordare che il consumo del Chipset e del VCORE è molto elevato. Ciò significa che la
resistenza misurata in questi circuiti rispetto alla massa è bassa (tra 10 e 100 ohm). Al di sotto di ciò, la
linea è considerata in cortocircuito.
MEMORIA RAM
La tensione della memoria (solo dopo aver premuto il pulsante di accensione è di 1,8 V per le DDR2 e 1,5
V per le DDR3) appare come tensione secondaria. Come ogni sorgente commutata, anche la tensione
della memoria è composta da un circuito integrato PWM, due Mosfet (superiore e inferiore), un induttore
e un condensatore di filtro. Vediamo un esempio di come funziona un circuito di memoria: in primo
luogo, il circuito integrato PWM riceve le tensioni di alimentazione (19V, 3V, 5V), non troverete
necessariamente queste 3 tensioni di alimentazione in tutti i circuiti integrati PWM secondari, dipende dal
progetto, in alcuni casi possono esserci una, due o anche tre di queste tensioni nello stesso circuito
integrato. Per controllare la presenza della tensione della memoria (1.8v o 1.5v) basta misurare uno dei
tanti condensatori presenti sul blocco della memoria ram stessa o anche i cosiddetti SMD Network
Resitor. In tutti i circuiti integrati PWM secondari, la tensione di abilitazione è contrassegnata dalle
seguenti sigle: (ENTIP o EN o ON = 3V) proveniente dal Super I/O.
Suggerimento per i difetti
I difetti di solito si verificano nelle memorie stesse e non nel circuito. Un problema del circuito di memoria
si verifica quando c’è assenza di segnale video ma il laptop si accende.

LVDS CIRCUIT (VIDEO)


Il circuito "Low Voltage Differential Signaling" (LVDS) è responsabile della trasmissione o della
"segnalazione di vari segnali tra il flat video e lo schermo. È un circuito molto semplice da analizzare
perché i nomi dei segnali sono abbastanza universali, cioè praticamente ogni progetto funziona in modo
simile.
IMPORTANTE: I segnali presenti nello schema elettrico vengono identificati con il seguente simbolo "#".
Quando il nome del segnale è seguito dal simbolo “#”,sta ad indicare che quel segnale verrà attivato
quando la tensione è a 0V. Esempio: BKOFF # = quando è a 0V la retroilluminazione dello schermo non si
accende. In caso contrario, quando hai 3V lo schermo funzionerà normalmente.

Alcuni esempi di segnali LVDS:


- Controllo della luminosità dello schermo (DAC_BRIG)
- Illuminazione del led dello schermo (BKOFF #, DISPOFF#, BLON)

La foto mostra il connettore JLVDS (dove il cavo piatto è collegato alla scheda madre).
È stato fatto circolare in rosso e contrassegnato in giallo solo i segnali importanti che devono essere
trovati in questo circuito affinché funzioni normalmente e visualizzi un'immagine sullo schermo.
Verificare che i seguenti segnali:
 INV_PWM;
 BKOFF#;
 DAC_BRIG;
 + LCDVDD
siano alimentati dalla tensione di 3V affinché il circuito funzioni. Il segnale INVPWR_B+ è l'alimentazione
principale del connettore, chiamato HIGH, cioè dove devono esserci 19v.
SUGGERIMENTO PER I DIFETTI
La tensione di BKOFF#, ovvero la retroilluminazione OFF deve avere una tensione di 3V affinché la
retroilluminazione dello schermo sia accesa, quando ha un valore di 0V (difetto), la luce dello schermo
sarà spenta.
NOTA
Quando si effettuano misurazioni di tensione sul connettore LVDS, è necessario collegare lo schermo e il
cavo piatto.

PARTITORE DI TENSIONE
Il partitore di tensione è un circuito che ci consente di ottenere tensioni inferiori (Vout = tensione di
uscita) da un'altra tensione (Vin = tensione di ingresso).

Perché avvenga la divisione di tensione, devono esserci 2 resistori in serie (sulla stessa linea) collegati alla
massa della scheda madre (come puoi vedere in foto).

COME CALCOLARE LA TENSIONE IN UN PARTITORE DI TENSIONE


La tensione di uscita (Vout) viene calcolata utilizzando una semplice formula matematica:

Nel circuito presente abbiamo la presenza di un partitore di tensione


Leggenda:
- In arancione c'è la formula di divisione della tensione.
- La tensione di ingresso del circuito (19V) e la tensione di uscita del partitore di tensione (8,14V) sono
contrassegnate in nero.
- In rosso sono le due resistenze in serie collegate alla massa della scheda madre.
- La massa è segnato in verde.
Come possiamo vedere nel diagramma schematico, il resistore 1 ha un valore di 200K e il resistore 2 ha un
valore di 150K.

Esempio:
Vout = 150/350 x 19 Vout = 8,14V
La tensione che si trova in questo caso tra i due resistori collegati a massa è di 8,14V, che alimenterà il
terminale 4 dei due Mosfet di ingresso (PQ101 e PQ103).

BIOS & RTC (CMOS)

Esso include il BIOS IC e la batteria CMOS.


Se la VIN, 5V/3V ed EC sono presenti, i circuiti si attivano quando il segnale RTCRST#_EC proveniente
dal SIO inviato sotto forma di comando per abilitare l’ ICH (I/O CONTROLLER HUB = “SOUTHBRIDGE”)
vengono utilizzati per gestire le comunicazioni di dati tra una CPU e una scheda madre.

Il valore del segnale RTCRTS# proveniente da EC è di 3.3V.


Tuttavia, per ogni sistema è necessario controllare tre componenti fondamentali che sono:
 comando di tensione;
 l'andamento dell'orologio;
 linea dati.
Per effettuare questi controlli ci si affida ad una precisa lettura della schema elettrico riguardo la sezione
del BIOS.

Il circuito dell'oscillatore è costituito dal cristallo “quarzo” e alcuni componenti. Il valore dei
condensatori C348 e C349 deve essere identico, questo è uno dei requisiti per capire se il circuito
dell'oscillatore sta funzionando.
Quello che dobbiamo controllare su questa parte è sufficiente la sola frequenza di clock.

BIOS: Il BIOS è un microcontrollore a chip, ovvero un programma il cui contenuto può essere modificato,
cancellato, modificato e revisionato ripetutamente.
Ci sono tre tipologie di BIOS (Main Bios, ID Bios, EC Bios).
Il BIOS principale sulla scheda madre è il BIOS EC che è un chipset di supporto del BIOS,
mentre il BIOS ID è un BIOS specifico per la memorizzazione dei dati come il serial number (SN) e il
product number (PN) della scheda madre.
Il BIOS nel diagramma schematico è sempre accoppiato con l'EC, c'è un nuovo tipo di IC BIOS
esattamente giustapposto al chip PCH prima che la comunicazione venga consegnata all'EC. Il Platform
Controller Hub (PCH) è una famiglia di chipset a chip singolo intel, introdotti per la prima volta nel 2009. È
il successore dell'architettura Intel Hub, che utilizzava due chip, un northbridge e un southbridge, e
apparve per la prima volta nella serie Intel 5. Tuttavia, il principio è lo stesso perché l'EC e il BIOS effettivo
sono un sistema integrale.

COME RIPROGRAMMARE IL BIOS

L’acronico della parola BIOS è Basic Input Output System, non è altro che un software incaricato a
svolgere alcune attività importanti per il funzionamento del laptop, come ad esempio:
 Identificazione dei componenti hardware;
 Scambio di informazioni sulla scheda madre.
Questo software è registrato all'interno di un IC (circuito integrato) a 8 terminali, che sulla stragrande
maggioranza delle schede madri è vicino al Super I/O . Se il BIOS si danneggia (un difetto che si verifica
frequentemente) o l'IC si brucia, il laptop non si accende. In questo caso sarà necessario riscrivere il BIOS
corrotto oppure cambiare l'IC e riscriverlo anche per il modello della scheda madre in questione.
Per eseguire questo processo di riscrittura si consiglia il tool BIOS MiniPro TL866CS o il Genius G540.
Il software TL866CS identifica automaticamente l'IC. Per questo diventa più pratico utilizzarlo, oltre ad
essere molto semplice da riprogrammare.

SUGGERIMENTO PER IL DIFETTO


Quando il laptop non fornisce il segnale video, ma tutte le tensioni sono presenti sulla scheda, il
BIOS IC deve essere riscritto.
SOSTITUZIONE E COMPATIBILITÀ

Quando si sostituisce il BIOS IC, si consiglia di sostituirlo con un altro identico (Es: W25q32 per W25q32).
Tuttavia, puoi anche effettuare la sostituzione considerando solo la capacità dell'IC (usare sempre le
stesse capacità). Per conoscere la capacità di un BIOS IC, basta considerare gli ultimi 2 numeri del tuo
riferimento, esempio:
 80 = 1mb
 16 = 2 MB
 32 = 4mb
 64 = 8mb
Es: W25q32 = 4mb.
Considerazioni importanti sul BIOS IC:
 Il terminale di alimentazione è sempre il piedino numero 8 sul quale è presente la tensione (3V);
 Il terminale 1 è contrassegnato da un piccolo foro;
 Il conteggio dei terminali BIOS, come qualsiasi IC, avviene in senso antiorario;
 Quando ci sono due BIOS sulla stessa scheda madre, uno controlla il South Bridge e l'altro il
Super I/O.

COME TROVARE UN CORTOCIRCUITO SULLA SCHEDA MADRE

Occorre capire che un singolo componente malfunzionante può danneggiare più componenti presenti
sulla stessa linea di alimentazione/dati. Quindi, per sapere se una scheda madre è in cortocircuito il
modo più efficace è quello di misurare la resistenza di tutte le bobine presenti sulla mainboard, poiché
fanno parte del circuito principale. Per fare ciò, procedere come segue:
1- Posizionare il multimetro sulla scala 200 ohm;
2- Posizionare il puntale nero sulla massa e il puntale rosso su un capo della bobina.
RISULTATO: Se fornisce 0 ohm, si ha un cortocircuito nel circuito della bobina che è stata misurata.

Nota 1: Alcune bobine fanno parte di circuiti a bassa resistenza, come ad esempio il circuito del
processore e il chipset. Se misuri la bobina di questi circuiti ci sarà un valore tra 10 e 50 ohm, e questo
non indica un corto, quindi è normale.

Nota 2: Le bobine del circuito 3V e 5V, del circuito di memoria, invece, hanno una resistenza maggiore,
questo significa che misurando questi circuiti avrete un valore tra 100 e 1000 ohm.

Gli alimentatori switching (SMPS) sono progettati in modo così efficiente che ogni volta che si verifica
un cortocircuito nella scheda madre, l'alimentatore si spegne e smette completamente di funzionare.
LAPTOP REPAIR CASE STUDY

Per imparare a risolvere i problemi relativi ai notebook e riparare le mainboard dei laptop, bisogna prima
capire questi concetti.

Il portatile non si accende?


Questo sintomo può essere relativamente semplice da risolvere, poiché l'80% dei difetti ad esso correlati
sono facili da diagnosticare anche per coloro che sono alle prime armi. Quando un laptop non si accende,
è necessario eseguire alcuni test di base per diagnosticare l'origine del difetto. Gran parte dei problemi
che compaiono sui notebook non sono legati sempre alla scheda madre, alcuni dei difetti legati al
malfunzionamento di quest’ultima richiederanno conoscenze più specifiche come l'elettronica di base del
laptop (test dei componenti) e la lettura degli schemi. Con le conoscenze e i suggerimenti che leggerai in
questa parte, sarai in grado di risolvere o almeno di diagnosticare i problemi relativi ai laptop.

Il primo passo è definire quale sintomo, hanno:

1- Il laptop non si accende (nessun segnale);


2- Il laptop si accende e non fornisce video;
3- Il laptop si accende e si spegne rapidamente;
4- Il notebook funziona ma ha un problema in qualche funzione.

1- Il laptop non si accende (nessun segnale)


Quando hai un laptop che nonostante premi il pulsante di accensione non succede nulla (nessun LED,
non si accende, la ventola non gira, quindi è assente qualunque segnale di alimentazione), dovrai seguire
due linee di analisi per trovare il difetto, che sono:
 Linea di alimentazione base o principale del laptop (Power Rail);
 Linee di alimentazione secondarie sui circuiti della scheda madre.

TEST DI BASE PER DIAGNOSTICARE IL PROBLEMA DI ALIMENTAZIONE DEL LAPTOP:

Passaggio 1: Controllare il caricabatteria. Quando si collega il laptop al caricabatteria e si accende il led


power è un buon segno, invece se il led non si accende o lampeggia significa che il caricatore o la scheda
madre sono in corto.
Passaggio 2: Controllare la tensione d’ uscita del caricabatteria. Con il multimetro sulla scala 20v
misurare se in uscita hai i seguenti valori: 18,5v, 19v o 20v, a seconda del modello di alimentatore.
Passaggio 3: Verificare le condizioni del JACK. Il JACK è il componente che riceve la tensione dal caricatore
per alimentare la scheda madre, controlla se il pin del DC JACK non è rotto, in caso bisogna
sostituirlo/ripararlo.
Passaggio 4: Verifica la tensione che attraversa ed alimenta la scheda madre. Per questo misura la
tensione presente sulla la bobina che si trova all'ingresso, dopo il JACK.
Passaggio 5: Verificare le condizioni del pulsante di accensione. Verificare che non vi sia ossidazione che
impedisca alle lamierine di entrare in contatto con la scheda madre, o se c'è mancanza di tensione (3V).
Passaggio 6: Scollega tutte le periferiche dalla scheda madre. Lasciare collegati solo la scheda madre e il
caricabatteria e verificare eventuali cambiamenti . A volte una semplice scheda Wifi in cortocircuito può
causare questo sintomo (il laptop non si accende).
CERCARE I DIFETTI NEI CIRCUITI DELLA SCHEDA MADRE (LINEE DI ALIMENTAZIONE SECONDARIE SUI
CIRCUITI DELLA SCHEDA MADRE)

Dopo aver appurato che tutto sia a posto attraverso i test di base, e il notebook ancora non si accende,
allora avrai davvero un difetto presente sulla scheda madre che deve essere analizzato. È qui che arriva il
bello, poiché pochi tecnici possono risolvere questo tipo di difetto. Questo sarebbe uno dei motivi per
cui questo servizio è più costoso. Fondamentalmente quello che farai ora è sapere se sono presenti
tutte le sorgenti commutate della scheda madre. Per fare ciò, basta cercare le bobine presenti sulla
scheda madre e misurare le varie tensioni commutate presenti su di esse.

Perché le bobine e non qualsiasi altro componente?


Semplice, ogni scheda madre per laptop ha alcune fonti di commutazione che la fanno avviare e
funzionare. Una sorgente di commutazione è fondamentalmente formata da:
 un circuito integrato PWM;
 un Mosfet alto e uno basso;
 una bobina e un condensatore di filtro.
Proprio le bobine che si trovano in queste sorgenti sono il punto preciso in cui dovremmo controllare se
c'è un'uscita di tensione.
Le principali fonti commutate dalla scheda madre, formano le seguenti tensioni:
- Tensione 3V (PWM primario)
- Tensione 5V (PWM primario)
- Tensione 1,5 V (PWM secondario - RAM)
- Tensione 1,05 V (PWM secondario - Chipset)
- Tensione 1V (PWM secondario - Processore).
Quindi tutto ciò che devi sapere è se tutte le sorgenti di commutazione funzionano e generano queste
tensioni in modo che la scheda madre possa accendersi.

COME TROVARE UN CORTO SULLA SCHEDA MADRE


Quando una scheda madre non si accende, è assente una certa tensione in una delle sue sorgenti di
commutazione. Questo può accadere perché qualche componente del circuito è in CORTO, e per scoprire
dove si trova il problema, utilizzerai la stessa logica di misurazione delle bobine della scheda madre. Solo
che questa volta non si va alla ricerca della tensione, ma di una bassa resistenza rispetto alla massa, o
per meglio dire, di un cortocircuito. Posizionate il multimetro sulla scala di continuità, quindi mettete a
massa il puntale nero sulla piastra e con il puntale rosso controllate le bobine, il risultato non deve essere
pari a zero come resistenza. Se ciò accade, allora hai un corto su quella linea dove è presente la bobina.
Quindi ora analizza quel determinato circuito. Un consiglio interessante è utilizzare la sorgente
asimmetrica per iniettare tensione nella linea in cortocircuito. In questo caso è sufficiente regolare la
tensione consentita dal circuito alla sorgente (MAI PIÙ GRANDE). Quando si inietta tensione in una linea
in cortocircuito, il componente colpevole si surriscalda. Questa è una delle facilitazioni che ci offre la
sorgente asimmetrica.

2- COME TROVARE IL DIFETTO QUANDO IL NOTEBOOK SI ACCENDE E NON C’E’ NESSUN SEGNALE
VIDEO
Affinché un laptop si connetta, è necessario che tutte le sue tensioni e l'alimentazione funzionino
correttamente sulla scheda madre. Se dopo tutti i test base non hai ancora il video, procedi come segue:
Controllare prima se le tensioni sono presenti nelle bobine della scheda madre. Se sono a posto, controlla
se il terminale (pin) 8 del BIOS IC è alimentato (3V), quindi riscrivi il BIOS.
3- IL LAPTOP SI ACCENDE E SI SPEGNE RAPIDAMENTE
Il sintomo che analizzeremo in seguito si verifica relativamente meno frequentemente. Tuttavia, deve
anche essere preso in considerazione in quanto si tratta di individuare le tensioni secondarie le quali
vengono poi trasferite sulla scheda madre. E questo è molto interessante da studiare. Quando il
caricabatteria è collegato alla scheda madre, al suo interno nascono alcune tensioni (note come tensioni
primarie) che faranno sì che la scheda madre si trovi in una sorta di stato di standby. Solo dopo quando
viene premuto il tasto di accensione vengono generati gli altri voltaggi, così facendo il laptop raggiunge
un suo livello di funzionamento completo (S0). Quindi, quando si preme il pulsante di accensione del
laptop e la scheda madre si spegne rapidamente, è perché una tensione secondaria è in corto o assente,
impedendo alla scheda madre di continuare la sequenza di avvio. Sapendo questo, devi solo testare le
tensioni secondarie che vengono trasferite sulla scheda madre con l'aiuto del diagramma schematico.
Ecco alcuni esempi di voltaggi che appaiono dopo aver premuto il pulsante di accensione: 5VS, 3VS, 1.5VS,
1.8V, 1V.

COME FAI A SAPERE SE UNA TENSIONE È PRIMARIA O SECONDARIA?


Le tensioni che hanno l'acronimo VALW sono primarie. Es: 3VALW Tensione sempre presente. Le altre
tensioni che hanno l'acronimo VS sono secondari. Es: 3VS. Sta per Voltage Suspend, cioè Tensione di
Standby o Sospensione di tensione. Abbiamo visto i principali difetti che può avere una scheda madre per
laptop e come risolverli. Renditi conto che saranno sintomi diversi a seconda dello stadio in cui si trova la
tensione che presenta il problema. Il laptop non si accende (nessun segnale): problema con un po' di
tensione primaria. Se si tratta di una tensione secondaria, il laptop si accenderà senza video o si
accenderà e quindi si spegnerà rapidamente. Spetta al tecnico capire il sintomo per arrivare rapidamente
alla soluzione del difetto.

Acer Extensa 5230 Power Failure


Descrizione del problema:
Quando si tenta di accendere il laptop, sfortunatamente non è possibile accenderlo.

In questa parte ti mostrerò come diagnosticare un problema con la scheda madre utilizzando lo schema
della scheda madre per scoprire il componente che causa il problema.
Passaggi per individuare e riparare il guasto: Di seguito suddividiamo la procedura di risoluzione dei
problemi in sei passaggi:

1- Controllare il caricatore dell'adattatore di alimentazione;


2- Controllare il connettore di alimentazione DC;
3- Misurazione della tensione in uscita dal circuito di carica;
4- Misurazione delle tensioni secondarie, logiche o di standby (3.3V e 5V);
5- Misurazione della tensione sull'unità di ingresso/uscita (i/o);
6- Traccia il segnale di avvio dal pulsante di accensione;

1- Controllare il caricatore dell'adattatore di alimentazione

Nella prossima immagine viene mostrato come misurare la tensione di uscita alla spina del cavo
dell'adattatore di alimentazione.

- Se la tensione non è
corretta, sostituire
l'adattatore di
alimentazione.
- Se la spia di accensione
non si accende,
controllare la corretta
continuità e installazione
del cavo di alimentazione
dell'adattatore di
alimentazione

Per fare la misura, impostare il multimetro a 200V DC e mettere la sonda rossa nell'uscita positiva
dell'adattatore e la sonda nera sul negativo dell'adattatore, come mostrato in figura, il valore corretto che
verrà visualizzato della tensione di uscita corretta sarà circa 19V-19.5V, e in questo caso l'adattatore
funziona correttamente.

2- Controllare il connettore di alimentazione DC


L'adattatore di alimentazione si collega al jack di alimentazione DC-IN che è collegato alla scheda madre
tramite un cablaggio. Nota, su alcuni modelli il jack di alimentazione DC-IN è saldato direttamente sulla
scheda madre. Collegare l'adattatore di alimentazione e misurare la tensione nel punto in cui il cablaggio
DC è collegato alla scheda madre. Impostare il multimetro su scala "200V" nella gamma DC e inserire la
sonda rossa nel filo rosso (pin1) e la sonda nera nel filo nero (pin2), il filo rosso è positivo (+) e il filo nero
è negativo(-). Durante la misurazione, abbiamo troveremo il valore di 19,6 V.
La foto seguente mostra come testare il connettore di alimentazione DC.

Prima di passare al terzo passaggio, diamo un'occhiata più da vicino alla sezione del jack di ricarica e ai
loro componenti sulla scheda madre.

PQ3, PQ4 sono le sigle che


identificano i due transistor
presenti sulla scheda madre.

DC1 identifica il jack di ricarica


sulla scheda madre.
Il numero 15 è la sigla che identifica il
diodo presente sulla mainboard e la
R636 è la sigla che identifica la
lettera D è l'abbreviazione di diodo, qui
resistenza e il valore è di 10 K,
abbiamo un Dual Diode o doppio diodo.
questa resistenza si riferisce al
doppio diodo (anodo) D16, dato
che è collegata sulla stessa linea di
alimentazione.
D16 è la sigla del diodo
(doppio diodo) sulla scheda
madre.
D17 è la sigla che identifica il diodo, questo
diodo è chiamato Protection Diode esso
viene sollecitato dalla tensione principale
19V. Questa tensione passa dall'adattatore
alla scheda madre. Il diodo di protezione
viene posto nella parte primaria del
circuito di alimentazione.
U27,la lettera U identifica il mosfet.
La seguente foto sotto mostra come i componenti sono collegati tra di loro

SPIEGAZIONE DEI COMPONENTI PRINCIPALI PRESENTI NEL CIRCUITO DI ALIMENTAZIONE

Il Transistor MOSFET U27 solitamente è


contrassegnato o con la lettera U o con la
lettera Q, come possiamo notare dallo schema
questo mosfet ha 8 pin, divisi in 4 pin collegati
tra loro chiamati Drain, 3 pin collegati tra loro
chiamati Source e il pin numero 4 chiamato
Cancello( gate). Questo transistor MOSFET
funziona come un interruttore On/Off, quando
c'è una tensione sul Gate, la tensione presente
nel Source dovrebbe trasferirsi al Drain.
In assenza di tensione sul Gate il MOSFET è
spento e la tensione non circola.
Q4 è la sigla riportata sulla mainboard per
contrassegnare un transistor, il transistor ha
tre terminali B-C-E.

B = Base, come possiamo vedere nella figura il


segnale AD_OFF entra dal pin numero 1 che
è la base del transistor Q4.

C = Collettore, il transistor grazie a questo


terminale pin numero 3 restituisce in uscita
un valore del segnale AD_OFF # _JK .

E = Emettitore, l'emettitore è collegato a


massa.

D16 è il doppio diodo, il lato


positivo è chiamato Anodo e quello
negativo è chiamato Catodo. Il pin
numero 1 e 2 simboleggiano
l’Anodo e il pin numero 3 il Catodo.
D17 è un diodo di protezione (chiamato
anche diodo di sicurezza) è un diodo che
viene utilizzato per proteggere il circuito
dalla tensione e dalla corrente inversa. Il
catodo del diodo D17 si collega al catodo
del diodo D15 e la tensione di uscita del
diodo catodo (D17, D15) è 19V. L'anodo
del diodo D17 si collega alla massa e
quindi protegge il circuito e se si desidera
modificare questo diodo è possibile
cambiarlo con un'alternativa simile
consultando il datasheet del diodo stesso.

Il transistor in questo circuito è


limitato ad amplificare il segnale
ADD_OFF dalla modalità bassa alla
modalità alta.

Ci siamo fermati nel secondo passaggio (Check DC power connector), prima di effettuare la misura
sull'uscita del circuito di ricarica, dobbiamo controllare la tensione d’uscita del drain del Mosfet U27 che è
AD+ (Adapter Voltage), questa tensione proveniente dal caricabatteria dell'adattatore (blocco jack DC), se
non è presente e non arriva al circuito di carica e in sua assenza risulta scollegata l'alimentazione dalla
scheda madre del laptop sul terminale del mosfet non ci sarà nessun valore di tensione.

La foto seguente mostra l'U27 e le tensioni che si trovano sul Drain.

Durante la misurazione, la tensione su tutti i terminali del MOSFET non è presente, questo è un segno di
guasto del cortocircuito o guasto nel circuito (blocco jack DC) e in questo caso è necessario controllare
tutti i componenti del circuito (blocco jack DC), in particolare i componenti che si collegavano alla linea
19v. A partire da Mosfet U28, diodo D17, condensatore C326, doppio diodo D15 D16 e condensatore
EC86.
La foto seguente mostra la misura del diodo D15

Per fare la misura impostiamo il multimetro su Diode Mode e colleghiamo la sonda rossa al diodo D15
“Cathode” e la sonda nera ad “Anodo”, il multimetro non dà lettura.

In seguito , invertiamo le sonde di prova e il multimetro restituirà un valore, ciò significa che il diodo è in
buono stato e funziona correttamente.

Ripetiamo lo stesso metodo per misurare l’integrità del diodo D16.. Continueremo ad analizzare la
provenienza del guasto presente sulla scheda madre per capire la causa . La foto seguente mostra il
metodo di misurazione sul diodo D17.
Per eseguire la misurazione, impostare il multimetro digitale in modalità Diodo e collegare la sonda rossa
sul catodo D17 e la sonda nera sull'anodo, sullo schermo del multimetro appare una valore di resistenza
bassissimo accompagnato da un segnale acustico continuo. La sonda è stata invertita, e il risultato è stato
uguale, e questo è segno che il diodo è in cortocircuito, per assicurarsi che il diodo D17 sia danneggiato,
rimuoverlo dalla scheda madre ed eseguire la misurazione all'esterno del circuito. La foto seguente
mostra il processo di misurazione del diodo D17 dopo averlo rimosso dalla scheda madre.
Sullo schermo del multimetro è apparsa una piccola lettura della resistenza con un segnale acustico
continuo, questa è una conferma che il diodo D17 è in corto, per assicurarsi che il corto sia scomparso ,
effettuare il test di continuità direttamente sulle piste (PAD) dove era saldato il diodo D17 sulla scheda
madre.
La foto seguente mostra la misura effettuata direttamente sui PAD di saldatura del diodo D17 presente
sulla scheda madre.

Quando è stata eseguita la misura, la lettura della resistenza non era piccola e non si è
sentito alcun suono continuo del buzzer, questo è indice che il corto è sparito. Il diodo D17
è stata la causa di guasto della scheda madre ed è stato subito sostituito da un'alternativa
che convergeva nelle specifiche, ovvero la quantità di volt e ampere.
La foto successiva mostra la sostituzione del diodo con un altro

Questo è il nuovo diodo, corrisponde al diodo danneggiato nei valori di tensione e


ampere, questo diodo è un diodo di protezione. Il diodo D17 è stato la causa del guasto
della scheda madre, si noti che il laptop funziona anche in sua assenza. Come notato in
precedenza nello schema elettrico, il catodo che è il terminale del diodo D17 è collegato
alla linea dei 19 V e l’anodo del diodo D17 è collegato a massa, quando è presente un
diodo difettoso provoca la disconnessione della linea dei 19 volt e questo provoca la
perdita di potenza del laptop.

Nota
Il portatile funziona anche in assenza di un diodo D17,
ma dovrebbe essere installata un'alternativa per
proteggere il circuito, dopo aver sostituito il diodo D17 è
stata testata la scheda madre.
Ora è il momento di testare le TENSIONI PIÙ IMPORTANTI NECESSARIE AL
FUNZIONAMENTO della scheda madre.

19V

Tensione 19V proveniente dall'alimentatore


ed è collegato al catodo D17.

3.3V

Tensione 19V proveniente dall'alimentatore


ed è collegato al catodo D17.

5V

Tensione 19V proveniente dall'alimentatore


ed è collegato al catodo D17.
Alla fine, il problema del laptop è stato risolto sostituendo un diodo di protezione.

Acer eMachines E525

Descrizione del problema: premendo il tasto d’accensione il notebook non si avvia

Il primo e il secondo passaggio sono stati effettuati, quindi passeremo al terzo passaggio, che è una
misura della tensione proveniente dal circuito di carica.

3- MISURAZIONE DELLA TENSIONE IN USCITA DAL CIRCUITO DI CARICA

INTEGRATO
BQ24751ARHDR

MOSFET
PQ10-PQ11-
PQ12-PQ13-
PQ14
Questo circuito è responsabile della tensione di uscita che riceve dal caricabatteria, BQ24751ARHDR è l’
integrato che gestisce la carica del notebook, esso controlla i gates (porte) dei Mosfet PQ10-PQ11-PQ12-
PQ13-PQ14, vedremo di spiegare il circuito in dettaglio.

COME FUNZIONA IL CIRCUITO SOLO QUANDO È PRESENTE IL CARICABATTERIA

Nella foto successiva del circuito di ricarica, abbiamo semplificato lo schema elettrico in modo da poter
capire il circuito come funziona quando il caricabatteria è collegato alla scheda madre ma senza la
batteria.

PQ10-PQ11 I due Mosfet fungono da interruttori. Quando l'adattatore è collegato,


viene riconosciuto dal pin numero 5 dell’integrato che gestisce la carica (IC
CHARGER), quindi quest’ultimo controlla i gate dei Mosfet PQ10-PQ11 tramite il
pin numero 4 dell’IC CHARGER e consente alla tensione di passare dal DRAIN del
PQ10 al SOURCE del PQ11, successivamente passa al DRAIN del Mosfet PQ11,in
seguito questa tensione che attraversa la resistenza PR57 raggiungerà l’ IC di
alimentazione principale e il resto dei circuiti della scheda madre.

VIN: la tensione di
ingresso dall'adattatore
di alimentazione (*) e il
suo valore è uguale alla
tensione dell'adattatore °

(*)= CARICATTERIA
(°) = DC JACK

ACDET: (adapter detected voltage


set input), è il riconoscimento ACDRV: (da adattatore AC a uscita
della tensione in ingresso driver system-switch), controlla la
proveniente dall'alimentatore. tensione proveniente
“Riconosce se l’adattatore o dall'adattatore aprendo e
alimentatore è collegato o meno”. chiudendo il gate del Mosfet.
COMPONENTI CHE FORMANO IL CIRCUITO DI RICARICA DI UN
NOTEBOOK
Diagramma schematico del connettore della batteria che specifica il pin della tensione di
uscita BAT+

PJP2 è il numero che identifica sullo BATT+: tensione della


schema elettrico il connettore della batteria.
batteria.

VMB: tensione della batteria


principale.

Pin 1 e 2: i pin trasferiscono la


tensione dalla batteria alla scheda PL2 numero di serie della bobina,
madre. attraverso la quale passa la tensione
proveniente dalla batteria.
LA FOTO SEGUENTE RAPPRESENTA IL FUNZIONAMENTO DEL CIRCUITO DI CARICA
PARTENDO DAL CONNETTORE DELLA BATTERIA
Come funziona il circuito solo quando è presente la batteria
Nella foto sotto del circuito di ricarica, abbiamo semplificato questo schema per capire come funziona la
scheda madre quando è presente solo la batteria.

B+: Indica la tensione proveniente Il Mosfet PQ12 è usato come


dalla sorgente del Mosfet PQ12, la interruttore, significa che quando è
quale va al circuito di alimentazione presente tensione sul GATE del Mosfet
principale e al resto dei diversi circuiti esso si attiva, e lascia passare la
della scheda madre. tensione, invece quando il GATE è
chiuso questa tensione non passa.

Pin 17 BAT: Tensione della


batteria, questo è il pin della
tensione di ingresso
proveniente dalla batteria.
BATDRV: Battery to system switch driver BATT+: Questo è l'ingresso
output, significa che effettua il controllo di tensione proveniente
della tensione di uscita aprendo il gate sul dalla batteria.
mosfet PQ12 e consentendo alla tensione di
fluire dal gate al source, il circuito si accende,
è si attiva la modalità di funzionamento.
Quando il gate è chiuso si posiziona in uno
stato di OFF è si attiva la modalità di arresto.
Torniamo ad analizzare il problema sulla scheda madre dopo aver spiegato il circuito di ricarica, la foto
successiva riguarda la misura PQ11 sulla scheda madre.

Quando eseguiamo la misurazione sul Drain


del Mosfet PQ11 troviamo il valore di 0,73 V
quando poi avremmo dovuto trovare un
valore o di 19 V o 19,5 V, l'assenza di questa
tensione indica un malfunzionamento nel
circuito del caricabatteria.

Testando il pin di Source del Mosfet PQ11


abbiamo trovato la tensione del valore di 18,8
V e questo voltaggio non è quello richiesto,
invece quello corretto è compreso tra 19 V e
19,5 V, quindi la mancanza di non avere una
caduta di tensione corretta (anche se tratta di
pochi volt) è sintomo di un malfunzionamento
nel circuito di ricarica.

Durante la misurazione sul Gate, abbiamo


trovato 0,73 V e questo valore non è quello
richiesto. Il valore sul gate dovrebbe essere di
13V in modo che il voltaggio possa passare
attraverso il source del Mosfet e vada al
Drain, esso è controllato dall’ IC CHARGER del
caricatore quindi l'assenza di volt rappresenta
un guasto nel circuito di carica.
COME FUNZIONA IL CIRCUITO DI RICARICA QUANDO SONO COLLEGATI INSIEME IL CARICABATTERIA E
LA BATTERIA

Il Mosfet PQ13 controlla la carica della batteria,


quando il caricabatteria è collegato al laptop ed in
presenza di una batteria, la tensione passa dalla
presa di ricarica, ai Mosfet PQ10-PQ11 e poi al
HIDRV “High Side Driver Output” si PR57 e in seguito al resto del circuiti, quindi l'IC di
carica controlla il gate del mosfet PQ13 dal pin 26
intende controllare il gate del
stabilito da HIDRV e questo pin apre il gate del
MOSFET superiore (PQ13). mosfet PQ13 per consentire il passaggio della
tensione CHG_B+ dal drain al source e che va ad
attraversare la bobina PL5, in seguito la
resistenza PR64 e infine alla batteria per la
ricarica.

LODRV "low side driver output"


significa controllare il gate del
MOSFET inferiore (PQ14).
Durante la misurazione, troviamo il
valore di 0,73 V sulla resistenza PR57 e
notiamo che la resistenza è collegata al
Mosfet PQ11, quindi questa resistenza
è un punto di misurazione per il
voltaggio di uscita del circuito di carica
quando l'alimentatore è collegato alla
scheda madre.
Durante la misurazione, abbiamo
trovato 00,7 V e questo valore non è
quello richiesto. Il voltaggio esatto
dovrebbe essere 19V presente sul
condensatore PC26 e l'assenza di
questa tensione significa che c’è un
guasto nel circuito di carica.

B+ è il voltaggio che proviene dal


circuito di carica e l'assenza di questa
tensione significa che c'è un guasto
nel circuito.

Il pin numero 6 del MAIN POWER IC,


rappresenta il punto di ingresso del
voltaggio che proviene dall’IC
CHARGER che gestisce il circuito di
carica.
VIN è la tensione che proviene dall'adattatore di alimentazione, mentre ACDET è il pin
utilizzato dall'IC di ricarica per verificare se l'adattatore è collegato alla scheda madre o
meno, quando c'è un tensione sul pin 5, l’IC CHARGER o IC di ricarica dovrebbero
consentire il passaggio di questa tensione dal DRAIN al SOURCE del mosfeti PQ10,
quindi all'IC di alimentazione principale, e di conseguenza raggiungere gli altri circuiti.
La tensione è stata misurata sul pin 5 dell'IC di ricarica ed era presente, al tocco sulla
superficie dell'IC di ricarica c'era un calore anomalo, dopo aver controllato tutti i
componenti del circuito, abbiamo deciso di rimuovere l'IC di ricarica e cambiarlo. La foto
seguente mostra la rimozione dell'IC di ricarica dalla scheda madre.

IC CHARGER dopo averlo


sostituito con lo stesso IC
(BQ24751).
Misurarando il drain del mosfet PQ10
troviamo i corretti 19,5 V , questa
tensione indica che il voltaggio
proveniente dall'adattatore e dalla
presa di corrente è adeguato.

Misurando il gate del mosfet PQ10


troviamo una tensione di 13,3V,
questo è il voltaggio necessario per
aprire il gate e consentire il passaggio
della tensione dal drain al source.

Durante la misurazione sul


source del mosfet PQ10
abbiamo rilevato 19,5 V, valore
corretto.
Il valore del drain del mosfet PQ11 è di
19,5 V, valore corretto, questo
voltaggio raggiunge la resistenza PR57,
e va a confluire nell'IC di alimentazione
principale e al resto dei circuiti della
scheda madre.

Effettuando una misura sulla


bobina PL4 abbiamo riscontrato
una tensione del valore di
3,4V,voltaggio corretto, la
presenza di questa tensione in
questa parte del circuito è di vitale
importanza.
Il circuito integrato di alimentazione principale è responsabile della
generazione della tensione 3,3V, la bobina PL4 rappresenta un punto di
misurazione per questa tensione.

Durante la misurazione,
abbiamo trovato 5,1 V sulla
bobina PL3 che è un punto di
misura per una tensione di
5VALW , la presenza di questa
tensione in questa parte del
circuito è di vitale importanza .
Il circuito integrato di alimentazione principale (MAIN POWER IC) è
il responsabile che genera la tensione di 5V, la bobina PL3
rappresenta un punto di misurazione per questa tensione.

Le tensioni (+3VALWP e +5VALWP) sono presenti sul laptop prima dell'accensione (prima
di premere il pulsante di accensione), si tratta di due tensioni chiamate “ALWAYS
VOLTAGE”, queste due tensioni sono sempre presenti una volta collegato l'adattatore di
alimentazione alla scheda madre del laptop, la presenza di queste due tensioni sulla
scheda madre indica il corretto funzionamento di tutti i componenti e del circuito
integrato di alimentazione principale. Finalmente il problema del laptop Acer eMachines
E525 è stato risolto dopo aver sostituito l'IC di ricarica!
Acer Aspire D270

Descrizione del problema: il laptop non funziona dopo aver premuto


il pulsante di accensione.

PL6 è una piccola bobina utilizzata per la


VA è la tensione proveniente protezione (come fusibile) e la tensione
dall'adattatore di alimentazione che lo attraversa è di 19V.
tramite la presa CC, il valore di questa
tensione è 19,5 V

VA1 identifica la prima uscita di tensione, il


valore di questa tensione è 19,5V.

PJ1 è il numero di serie che identifica il


connettore di ricarica sulla schedamadre, PJ
significa Power Jack.
MISURAZIONE DELLA TENSIONE IN USCITA DAL CIRCUITO DI CARICA

VIN è la tensione che viene generata dal circuito di


carica, il valore di questa tensione è 19V, trovare in
questo punto tale valore è sinonimo che si ha sia la
certezza che la Power Rail non ha nessun problema, e
che sul circuito di carica sia presente il valore della
linea principale di alimentazione.

DCIN è il punto in cui la tensione del CHARGER IC è presente sul pin


22. Questa tensione proviene dall'alimentatore quando è collegato
alla schedamadre e il suo valore 19V, (dipende dal modello
dall'adattatore del laptop, può assumere diversi valori come: 19V-
20v-18,5V, ecc.)
Prima di passare al passaggio successivo, studieremo in dettaglio il circuito di ricarica in
modo da poter tracciare facilmente i guasti quando l'alimentatore è collegato al laptop.

VA1 è la tensione proveniente


dall'alimentatore, una volta collegato
alla scheda madre il suo valore è
uguale alla tensione
dell'alimentatore. Quando il caricatore è collegato, la
tensione entra nel circuito integrato
del caricatore e produce un segnale
chiamato ACOK, il che significa che
l'adattatore di alimentazione è
collegato, e questo segnale va all'unità
di ingresso e uscita (I/O).

ACIN "Adaptor Current Sensor Input"


questo segnale proviene dall’ IC
CHARGER (indica che l'alimentatore è
collegato).
Il Pin numero 22 indica la tensione
proveniente dall'alimentatore quando
quest’ultimo è collegato alla scheda madre,
il valore di questa tensione è 19V.
Percorso del segnale ACIN
Quando l'adattatore di alimentazione è collegato alla
scheda madre, la tensione raggiunge l'IC CHARGING
ISL88713C , quest’ultimo riconosce le uscite
dell'adattatore di alimentazione dal segnale ACOK e
invia il segnale ACIN all'unità di ingresso e uscita.
La foto seguente mostra il segnale ACIN che arriva all'EC KBC O SUPER I/O (unità di
ingresso e uscita).

L’unità di input/output ( SUPER


I/O), riceve in ingresso sul piedino
64 il segnale ACIN.

Quando il segnale ACIN presente in ingresso sul


pin numero 64, l’unita input/output (SUPER I/O)
elabora e genera in uscita un altro impulso
chiamato D/C#, il quale viene trasmesso sul pin 25
che lo invia al circuito di ricarica.
La foto seguente mostra il segnale che arriva al circuito di
carica e il funzionamento del Mosfet come interruttore.

Il circuito di carica riceve il segnale


D/C# che raggiunge la resistenza
PR134, quest’ultima è collegata
PQ38 è il Mosfet a canale P ciò tramite il pin numero 5 del mosfet.
significa che la tensione è positiva, Quindi il segnale D/C# entra nella
quando la tensione dell'adattatore resistenza PR134 e raggiunge il
di alimentazione raggiunge la transistor PQ39 tramite il pin numero
sorgente del Mosfet, il Mosfet di 5 che è collegato in comune con il
controllo dell’IC CHARGER (nello
terminale della resistenza PR139.
specifico il GATE cioè il piedino di
controllo, attiva il MOSFET stesso
ad aprirsi/chiudersi), quindi lascia
passare o meno la tensione
attraverso il Mosfet stesso, quindi la
tensione passa dal SOURCE al DRAIN .
4- MISURAZIONE DELLA TENSIONE DI 3.3V E 5V

PL3 è una bobina, PL4 è una bobina,


attraverso di essa attraverso di essa possiamo
possiamo misurare la misurare la tensione di 3V.
tensione di 5V.

NOTA

Le tensioni (+3V e +5V) sono sempre presenti sulla scheda madre, (cioè prima che venga premuto
il pulsante di accensione, queste tensioni vengono generate, e per questo motivo sono chiamate
5VALW E 3VALW “sempre presenti” esse sono le tensioni primarie ), queste due tensioni sono
generate appena l'adattatore di alimentazione è collegato alla scheda madre del laptop, le bobine
PL3 e PL4 rappresentano un punto di misurazione per controllare queste tensioni .
La foto seguente mostra il punto di misura dei 3,3 V sulla scheda madre.

Quando si effettua la misura sulla


bobina PL4 il multimetro non ci
restituisce alcun valore, l'assenza di
questa tensione significa che in quel
punto della scheda madre non è
presente nessuna voltaggio , il giusto
valore di tensione che dovremmo
trovare tramite i terminali della bobina
sarà di 3,3V .

La foto seguente mostra il punto di misura dei 5V sulla scheda madre.

Quando si effettua la misura sulla


bobina PL3 il multimetro non ci
restituisce alcun valore, l'assenza di
questa tensione significa che in quel
punto della scheda madre non è
presente nessuna voltaggio , il giusto
valore di tensione che dovremmo
trovare tramite i terminali della bobina
sarà di 5V .
VIN "Voltage Input" (alimentazione presente sul piedino 16 dell’IC) questa tensione entra nel
pin 16. I due componenti PC47(condensatore) e PR190(resistenza) sono i punti migliori per
effettuare la misurazione, il valore di questa tensione presente su questi elementi è 19V.
Durante la misurazione, abbiamo trovato la tensione di
19 V sul punto di misurazione PC47, PC47 è un
condensatore e questo condensatore è collegato
direttamente al pin 16 del circuito integrato di
alimentazione principale RT8223M (MAIN POWER IC).
VREG5 e VREG3 "Uscite lineari del regolatore", il
punto di misurazione per VREG3 è il condensatore VL "Linear Voltage" è il punto di
PC38 , il suo valore di tensione è di 3,3 V. misura per la tensione 5v.
Mentre il punto di misura per VREG5 è il
condensatore PC49, che ha come valore di
tensione 5V.
Durante la misurazione abbiamo
riscontrato la presenza dei 3,3V sul
condensatore PC38, quest’ultimo è
collegato direttamente al pin 8 dell'IC
(STEP-DOWN CONTROLLER ) dell’
alimentazione principale (MAIN POWER),
la presenza di questa tensione indica che
l’uscita relativa ai 3,3V (VREG 3) del
regolatore di tensione lineare funziona in
modo regolare.

Durante la misurazione abbiamo riscontrato la presenza dei 3,3V sul


condensatore PC49, quest’ultimo è collegato direttamente al pin 17
dell'IC (STEP-DOWN CONTROLLER) dell’ alimentazione principale (MAIN
POWER), la presenza di questa tensione indica che l’uscita relativa ai 5V
(VREG 5) del regolatore di tensione lineare funziona in modo regolare.
Il multimetro è stato impostato in modalità Beeper, e durante la
misurazione il multimetro ha “beeppato”. Un mosfet in buono stato
non dovrebbe avere continutà tra i diversi terminali (drain-gate e
source), in questo caso dovremmo rimuovere il Mosfet PQ13 dalla
scheda madre e testarlo.
Il Power IC (STEP DOWN
CONTROLLER) monitora il gate del
Mosfet fino a quando la tensione
non passa dal drain al source. Il
MOSFET non si commuta su "ON"
fino a quando non sono vengono
applicati almeno 3 V al gate.

Pin 10 UGATE2 (UGATE=UPPER GATE)


"Cancello Superiore", "2" indica il secondo
GATE superiore. Lo STEP-DOWN controlla il
gate del Mosfet PQ13 tramite il pin numero
10.
Dopo aver effettuato il test di continuità tra i terminali SOURCE e GATE si è appurato che il
mosfet (PQ13) era in corto, di conseguenza abbiamo proceduto a dissaldare dalla mainboard il
POWER IC (STEP DOWN CONTROLLER) per assicurarci la provenienza del cortocircuito. Nota che
il circuito integrato di alimentazione controlla i gate dei mosfet superiori e inferiori.

Il mosfet una volta isolato dal circuito, sono stati effettuati i relativi test di
funzionamento tra il GATE E IL SOURCE , ed è risultato funzionante senza riscontrare
nessun cortocircuito. Quindi il componente più probabile che poteva causare il corto era
il POWER IC.
La foto seguente mostra la misurazione del valore della tensione presente sulla
bobina PL4 dopo aver sostituito l'IC di alimentazione.(STEP-DOWN CONTROLLER).

L'IC di alimentazione (STEP-DOWN CONTROLLER) è stato sostituito con l'IC originale


(RT8223M), quando controlliamo il valore della tensione presente sulla bobina PL4 il
multimetro ci restituisce i 3,4 V. PL4 è uno dei punti di misura per +3VPCU.
La foto seguente mostra la misurazione del valore della tensione presente sulla
bobina PL3 dopo aver sostituito l'IC di alimentazione.(STEP-DOWN CONTROLLER).

Ai capi della bobina PL3, abbiamo trovato il valore di 5,1V, PL3 è un punto di
misurazione per i +5 VPCU. Questo valore (5V) è ritornato dopo aver sostituito l'ic di
alimentazione (STEP-DOWN CONTROLLER).
Nella foto seguente sono presenti le diverse tensioni sui
relativi terminali del Mosfet PQ13: GATE,SOURCE E DRAIN.

La tensione
presente sul GATE
del MOSFET PQ3.

La tensione
presente sul
SOURCE del
MOSFET PQ3.

La tensione
presente sul DRAIN
del MOSFET PQ3.
VIN: è la tensione di
ingresso che ha come
valore 19V e il punto di
misurazione di questa
Il pin N°4 tensione è il pin numero 5
rappresenta il Gate del MOSFET PQ13 che
rappresenta il DRAIN.
del Mosfet PQ13 e I Pin 1-2-3 del MOSFET
+3V_DH è il valore di PQ13 rappresentano il
tensione presente Source, mentre
sul gate superiore +3V_LX è il valore di
tensione presente sul
Source del MOSFET.
L'immagine successiva mostra i punti di misurazione sul connettore della batteria

Sul pin numero 6 è presente il


segnale MBDATA, la presenza di
tensione su questo pin indica il
corretto funzionamento del
segnale stesso.

Sul pin numero 5 è presente il


segnale MBCLK, la presenza di
tensione su questo pin indica il
corretto funzionamento del
segnale stesso.

Sul pin numero 4 è presente il


segnale TEMP_MBAT_C, la
presenza di tensione su
questo pin indica il corretto
funzionamento del segnale
stesso.
Nella foto seguente sono rappresentati i punti di misurazione
riguardo il connettore della batteria.
Nella foto successiva è rappresentato il metodo per misurare la tensione sul pulsante
di accensione (pulsante PWR).

NBSWON# il valore di questo segnale è di 3.3V, troviamo questo valore sul pulsante di
accensione una volta collegato l'alimentatore alla scheda madre del laptop, quando
viene premuto il pulsante di accensione, questo segnale viene inviato sul pin numero
95 all'unità di I/O(SUPER I/O).
INDICE

ARGOMENTO PAGINA
COMPONENTI PASSIVI E ATTIVI 1

COS'È UN FUSIBILE E COME SI TESTA 2


COS'È UNA RESISTENZA , RESISTENZE IN 3
SERIE
RESISTENZE IN PARALLELO, RESISTENZA COME 4
RIDUTTORE DI TENSIONE
MESSA A TERRA DEL RESISTORE, COME SI 5
TESTA UNA RESISTENZA SMD
COS'È UN CONDENSATORE,CONCETTO DI 6
CORTOCIRCUITO
MISURA DEL CONDENSATORE SOTTO 7
TENSIONE, COSA SUCCEDE SE QUESTO
COMPONENTE È DANNEGGIATO O È IN CORTO?
MISURA DEL CONDENSATORE SENZA TENSIONE 8
TIPOLOGIA DI CONDENSATORI, COS'È UN 9
DIODO A GIUNZIONE
COS'È IL DIODO LED, COME TESTARE UN DIODO 10
TESTARE UN DIODO LED, COS’È UN DIODO 11
DOPPIO, ZENER E SCHOTTY
COS’È UNA BOBINA E COME TESTARLA 12
COS’E’ UN TRANSISTOR, FUNZIONAMENTO E 13
DIFFERENZA TRA NPN E PNP
COS’E’ UN MOSFET,TIPI DI MOSFET UTILIZZATI 15
NEI LAPTOP
TRANSISTOR PNP: FUNZIONAMENTO SWITCH 16
ON/OFF
COME SI TESTA UN MOSFET SMD 18
COME CAPIRE SE UN MOSFET E’ DIFETTOSO 19
CONCETTO DI DECOUPLING 20
DA DOVE PROVIENE QUESTO DISTURBO E 21
COME FA UN CONDENSATORE A RISOLVERE
QUESTO PROBLEMA?
BATTERIA CMOS E RTC 22
OFF-ON SWITCHES (PUSH-BUTTON) 28
SUPER I/O CHIP 29
COS’È IL PWM IC 34
COME TESTARE IL CIRCUITO INTEGRATO PWM, 36
CONVERTITORI DC/DC .
MODULI CONVERTITORI BUCK-BOOST 44
ALIMENTATORI STANDBY (ALW) 45
ALIMENTATORI RUNNING (VS) 47
SEZIONI VRM
SEZIONE ALIMENTAZIONE INIZIALE E RELATIVI 49
SCHEMI A BLOCCHI
STATI ACPI COMPUTER 52
BIOS 54
TABELLA DEI SEGNALI ELETTRICI PRESENTI 58
NEGLI SCHEMI DEI LAPTOP
SEQUENZA DI AVVIO 59
CIRCUITO DI INGRESSO 60
SUGGERIMENTO MALFUNZIONAMENTO 61
DIAGNOSI POWER RAIL
SCHEMA ELETTRICO DI UN CIRCUITO DI 64
RICARICA
PINOUT IC TPS51225CRUKR 67
GESTIONE DEI 3.3V,TENSIONI PRIMARIE 68
CIRCUITO DI CARICA (BATTERIA) 72
ALIMENTATORI CPU: PERCHÉ LA CPU HA TANTI 75
ALIMENTATORI? PULSE WIDTH MODULATION
(PWM)
VCORE (PROCESSOR), FASI PER CONTROLLARE 77
LE RESISTENZE INTERNE DELLE BOBINE
PRESENTI NELLA SEZIONE CPU (VCORE),
ANALISI DEL CIRCUITO DEL CHIPSET (TENSIONE
1,05V),MEMORIA RAM
LVDS CIRCUIT (VIDEO) 78
BIOS & RTC (CMOS) 80
COME RIPROGRAMMARE IL BIOS 82
COME TROVARE UN CORTOCIRCUITO SULLA 84
SCHEDAMADRE
VARI CASI DI STUDIO PER LA RIPARAZIONE DI 85
LAPTOP

SENSORE MAGNETICO
Il sistema si arresta, si iberna o entra in modalità sospensione o perde il video con qualcosa di magnetico

I computer portatili moderni utilizzano un sensore ad effetto HALL per rilevare quando l’ LCD viene chiuso e il
sensore spegne lo schermo. Il sensore è posizionato nelle parti del power botton o e nel coperchio del notebook,
per coinvolgere l’LCD quando è in posizione di chiusura. Lo scopo principale del sensore magnetico è quello di
spegnere l’LCD e, se è attivata la funzione di doppio schermo permette, di spostare il video su un monitor esterno.
Se il sensore non è presente o non funzionante, lo schermo non si spegne quando il coperchio del notebook viene
chiuso e il notebook si riscalda inutilmente.

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