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Alimentatori Switching

GUIDA ALLA RIPARAZIONE


SCRITTO DA
PAOLO ALIVERTI

• COMPRENDERE IL FUNZIONAMENTO
• ANALISI DEI GUASTI E RIPARAZIONE
• ESEMPI PRATICI E ILLUSTRATI
www.zeppelinmaker.it
ALIMENTATORI SWITCHING
GUIDA ALLA RIPARAZIONE
SCRITTO DA

PAOLO ALIVERTI

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Introduzione
Potenza! Ogni apparato elettronico richiede una fonte di Le parti più sollecitate sono quelle in cui si trasformano In questo libretto troverete molte utili informazioni per
energia per poter funzionare. Solitamente si utilizzano tensioni o si controllano forti correnti, e quindi comprendere il funzionamento di questo tipo di
delle batterie o degli alimentatori. Quando sono in gioco alimentazioni e moduli di potenza. Sono proprio queste le alimentatori che non è per nulla semplice. Sono infatti
forti correnti, esiste sempre la possibilità di avere parti che si danneggiano più frequentemente all'interno circuiti abbastanza complessi che richiedono, per essere
qualche guasto. Benchè l'elettronica possa sembrare dei circuiti elettronici. Negli ultimi anni un nuovo tipo di riparati, la conoscenza del loro funzionamento di base. In
immutabile e potenzialmente esente da guasti, sappiamo alimentatori è diventato molto popolare. Sono gli questi anni, presso Reelco, la mia compagnia, ho riparato
tutti che la realtà è molto differente. Siamo abituati a alimentatori switching. Ce ne siamo tutti accorti nel centinaia di moduli di alimentazione o di conversione di
pensare che le parti che si dovrebbero rompere sono momento in cui i caricatori dei cellulari si sono tipo switching ed ho raccolto qui le competenze acquisite
quelle meccaniche perché si muovono, sfregano, trasformati in piccoli oggetti dal peso irrisorio, mentre sul campo.
scorrono. In realtà gli elementi elettronici sono spesso una volta erano dei cubetti dal notevole peso specifico.
quelli più delicati all'interno delgi oggetti che ci Gli alimentatori switching o SMPS (Switching Mode
circondano e che dipendono sempre più spesso Buona lettura e buone riparazioni!
Power Supply) sono oggi diffusissimi e presenti in ogni
dall'elettronica. tipo di oggetto. Offrono notevoli vantaggi come il peso
I componenti elettronici raramemte si muovono (eslcusi ridotto e il costo inferiore rispetto agli alimentatori di
relè, motori e qualche altro oggetto elettro-meccanico), vecchio tipo. Saper riparare questo tipo di circuiti vi
ma si guastano comunque. Le correnti che scorrono permetterà di risolvere la maggior parte dei problemi
surricaldano gli elementi e, per varie ragioni, li usurano. elettronici che capitano tutti i giorni, soprattutto nella
Una resitenza che si scalda e si raffredda ogni volta che vita di un riparatore elettronico.
acendiamo il televisore è sottoposta a notevoli stress
termici. Quando si riscalda si espande, per poi contrarsi
quando si raffredda di nuovo. Sono movimenti
impercettibili, ma presenti, che a lungo termine
producono effetti apprezzabili. Il surriscaldamento dei
materiali degrada le loro caratteritiche elettriche e
meccaniche. Ecco che, anche qualcosa di invisbile come la
corrente, può usurare i componenti che attraversa.

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Attenzione!
La corrente elettrica può essere molto pericolosa: è
invisibile e se non si è consapevoli o sicuri di quello che si
fa si può incorrere in incidenti gravi o mortali. Se vorrete
cimentarvi nella riparazione di apparati alimentati a 220
V metterete a rischio la vostra vita e ne dovete essere
consapevoli. La tensione di rete può causare danni
notevoli e potreste subire dei traumi se non prestate la
massima attenzione a quello che state facendo. Prendete
sempre tutte le precauzioni necessarie e controllate
tutto due o tre volte prima di procedere.
Utilizzate strumenti in plastica per le ispezioni ed evitate
di vagare con cacciaviti e sonde su una scheda alimentata.
Gli elettricisti e i riparatori TV professionisti quando
eseguono misure su apparecchi alimentati, tengono
sempre una mano in tasca: in questo modo, in caso di
incidenti, non si possono creare anelli di corrente che
passano per il cuore.
Indossate sempre scarpe con la suola in gomma.
Se non siete sicuri o avete dubbi chiedete a un esperto,
un amico, un professionista… Su Internet si trovano molti
siti e gruppi (anche su Facebook), anche se non è facile
capire se una persona sia veramente esperta da quello
che scrive.
Io non posso assumermi nessuna responsabilità per gli
esiti che potrebbero avere gli esperimenti descritti in
questo libro. Non posso rendere conto per incidenti o
danni subiti da cose, persone e animali che potrebbero
verificarsi durante gli esperimenti che condurrete. Fate
ogni cosa con la massima attenzione e cercate di
prevedere le conseguenze di ciò che fate.
Immagine di Tomas Fano - Flickr - https://www.flickr.com/photos/tomasfano/2882541135

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Alimentatori

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Alimentatori
Ogni circuito per funzionare richiede una fonte di La tensione prodotta sul secondario del trasformatore va Il sistema più semplice di regolazione della tensione è
energia e se non ci sono particolari vincoli, la raddrizzata, cioè resa continua. quello che impiega un semplice condensatore, di solito
forma di alimentazione preferita è quella di rete. elettrolitico, di valore generoso (centinaia o migliaia di
Nel tempo sono state sviluppate varie soluzioni che
In altri casi si possono utilizzare batterie o microfarad). Anche in questo modo però la tensione non è
impiegano solitamente dei diodi tipo gli 1N4005 o
generatori di vario tipo come per esempio dei molto stabile e, se si osserva con un oscilloscopio, si può
1N4007. I diodi sono collegati in modo da bloccare una
pannelli solari. rilevare un certo ondeggiamento chiamato "ripple". Il
delle due semionde, oppure per combinarle entrambe e
"ripple", ovviamente, va ridotto il più possibile.
creare un treno di semionde positive. Esistono quindi
Alimentatori Lineari semplici raddrizzatori a diodo singolo, oppure soluzioni
con ponti raddrizzatori, cioè quattro diodi collegati "a
Per ridurre questi disturbi si possono utilizzare circuiti più
o meno complessi formati da transistor o circuiti integrati.
Fino a pochi anni fa il tipo di alimentatore più diffuso era ponte", che producono un treno di semionde positive. I circuiti integrati più diffusi per svolgere la funzione di
quello di tipo lineare. Quest’alimentatore ha un regolazione della tensione sono quelli tipo l'LM7805: un
La corrente in uscita dai diodi non è ancora stabilizzata e
funzionamento molto semplice: si collega direttamente chip contenuto solitamente in un TO220 e chiamato anche
potrebbe non essere adatta per la maggior parte delle
alla rete elettrica e, tramite un trasformatore, riduce la “regolatore lineare”. Questi chip sono molto pratici e
applicazioni pratiche. I diodi introducono una piccola
tensione alternata di rete, al voltaggio desiderato. diffusissimi anche per la loro economicità. Possono fornire
caduta di tensione, pari a circa 1,4 volt che riduce un po' la
L'elemento centrale di questo tipo di alimentatori è il una tensione fissa che si può intuire dalla sigla: un 7815
tensione in uscita. Per questo motivo, se si desidera
trasformatore che è dotato di un avvolgimento primario, fornisce quindici volt, un 7812, dodici volt e un 7805,
ottenere una tensione di un certo valore, sarà necessario
solitamente collegato alla tensione di rete e di uno o più cinque volt.
collegare un trasformatore con una tensione di uscita di
avvolgimenti secondari che producono le varie tensioni circa 1,5 volt più elevata. Per avere, all’uscita del ponte a Esistono dei chip della serie 79xx che servono per
d'uscita. diodi, una tensione di dodici volt, si dovrà usare un regolare delle tensioni negative. Un 7905 fornisce cinque
I trasformatori sono degli elementi abbastanza trasformatore con circa 13,5 volt sul secondario. volt negativi, stabilizzati. Questi regolatori sono dotati di
ingombranti ed essendo realizzati con un corpo centrale soli tre piedini: uno per l'ingresso, uno per il comune e uno
in metallo (a lamelle) o in ferrite, hanno un peso notevole. per la tensione di uscita. Utilizzare un sistema formato da
I trasformatori funzionano solo in corrente alternata e trasformatore e ponte raddrizzatore, senza adottare un
per un valore preciso di tensione. Se il primario è regolatore "attivo" per controllare la tensione è molto
progettato per ricevere 220 volt, è necessario fornire pericoloso, infatti ogni variazione o disturbo che arriva sul
esattamente quella tensione, altrimenti i valori in uscita primario del trasformatore sarà riportato sul lato
non saranno rispettati. Il trasformatore isola il circuito, secondario e quindi produrrà sbalzi di tensione che, nel
perché questo non è direttamente collegato alla tensione migliore dei casi, daranno luogo ad anomalie di
di rete. funzionamento, ma potrebbero anche danneggiare
irreparabilmente gli altri elementi collegati a cascata. Se la
La bobina del primario produce un forte campo
scheda da alimentare contiene dei circuiti integrati o
magnetico in cui è immersa la bobina dell'avvolgimento
magari dei microcontrollori, è di fondamentale importanza
secondario. In effetti, elettricamente, i due avvolgimenti
che l'alimentatore sia stabilizzato e regolato.
non sono in contatto elettrico. Esistono vari tipi di
trasformatori, tra cui quelli avvolti su un nucleo toroidale
(a ciambella), particolarmente apprezzati per applicazioni
a basso rumore come radio speciali o impianti Hi-Fi. Fig. 1 - Trasformatore con primario da 115 V e secondario a 6.3 V (*)

(*) Immagine di Arnold Reinhold caricata su en.wikipedia


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Fig. 2 - Un regolatore di tensione LM7805 e un LM7905. La massa è Fig. 3 - In questa figura è riportato lo schema elettrico di un classico alimentatore lineare. La tensione di rete è applicata al trasformatore che fornisce
collegata al pin "C"; la tensione d'ingresso è applicata al pin "I" e quella 18 volt alternati, applicati al ponte raddrizzatore. La tensione rettificata è applicata al primo condensatore elettrolitico da 2200uF/25V che provvede a
d'usita è prelevata al pin "O". Per l'LM7905 sul pin "I" applicherò una livellare la tensione. Il 7815 stabilizza la tensione e la riporta all'uscita. La tensione d'uscita è ulterioremente stabilizzata dal condensatore C4 che
tensione negativa. solitamente ha un valore pari a un decimo di C1. Il diodo D1 evita che a circuito spento C4 si scarichi attraverso il regolatore di tensione. I condensatori
non polarizzati, C2 e C3, servono per smorzare eventuali disturbi ad alta frequenza.

I 78xx richiedono pochissimi componenti per funzionare una manciata di componenti: un trasformatore, un ponte Oltre alla versione a tensione fissa, esistono anche degli
correttamente: oltre a un condensatore elettrolitico di diodi, un regolatore di tensione e alcuni condensatori. stabilizzatori di tensione regolabili come L'LM317, simile
all'ingresso e uno all'uscita del valore di qualche Oltre a queste parti si trovano spesso dei diodi di ai 78xx, con tre piedini. L'LM317 richiede l'aggiunta di due
centinaio di microfarad, servono solo due piccoli protezione per le inversioni di corrente, oltre che filtri per i resistenze esterne che formano un partitore e
condensatori da un centinaio di nanofarad. Questi ultimi disturbi di rete, fusibili e qualche varistore per proteggere determinano la tensione di uscita.
servono per eliminare segnali spuri e disturbi in alta dalle sovratensioni. Quando qualcosa non funziona
frequenza. I regolatori lineari accettano in ingresso correttamente, è semplice individuare il guasto. Nella
tensioni massime di 20/25 volt (secondo il modello e il pratica si trovano circuiti di alimentazione più complessi,
produttore) e possono fornire 500 mA di corrente che dotati di altri componenti di controllo o di pilotaggio. I
arrivano anche a un ampere se opportunamente regolatori lineari sono spesso integrati con transistor per
raffreddati con un’aletta in alluminio. Alcuni modelli aumentare la fornitura di corrente. Questo tipo di circuiti
speciali arrivano anche a due ampere. La tensione in è però sempre molto intuitivo e semplice da riparare.
ingresso è ridotta per fornire la tensione all'uscita. I regolatori 78xx non possono fornire correnti superiori a
Perché il chip funzioni in modo corretto la tensione mezzo ampere, al massimo 1,5, se dotati di alette di
applicata all'entrata, deve essere di circa due volt raffreddamento. Solitamente servono correnti più elevate
superiore rispetto al valore nominale dell'uscita. di 500 mA, quindi per fornire maggior potenza si utilizzano
Utilizzando un 7805, la tensione d’ingresso minima circuiti più complessi, oppure si possono aggiungere vari
dovrebbe essere di sette volt. Come già detto, la tensione transistor a un semplice 78xx.
d’ingresso può anche arrivare a una ventina di volt. In
Fig. 4 - Un regolatore variabile di tensione LM317 e il suo corrispettivo
questi casi la differenza di tensione è trasformata tutta in
negativo LM337. La regolazione avviene con una rete di resistenze
calore. Il componente può quindi raggiungere applicata al pin Adj. Le piedinature non sono compatibili con quelle
temperature molto elevate (anche un’ottantina di gradi!). degli LM78xx e LM79xx, Fate attenzione perché le alette di
raffreddamento non sono collegate a massa!
Il più semplice alimentatore stabilizzato lineare utilizza

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Fig. 5 - Come si può vedere da questa foto, è molto semplice riconoscere un alimentatore lineare. Su questa scheda non è presente un trasformatore e
la tensione alternata è applicata direttamente a due morsetti da cui raggiunge il ponte raddrizzatore. (1). In questo circuito sono stati impiegati due
regolatori di tensione (2), collegati in cascata. Il primo dei due fornisce una tensione di 15 volt mentre il secondo 5 volt. I valori si possono ricavare
senza dubbi osservando le sigle dei componenti: 7815 e 7805.
La tensione proveniente dal ponte raddrizzatore è applicata a uno dei condensatori elettrolitici (3). Come vedete non mancano i condensatori ceramici
(4) per eliminare i disturbi in alta frequenza. Solitamente il valore di questi componenti è di un centinaio di nano farad.

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Fig. 6 - La piccola scheda inquadrata nella foto è un voltmetro digitale. A differenza della scheda precedente, qui il trasformatore (4) è integrato sulla
scheda e anche se non è riportata nessuna sigla è facile intuire cher valore potrebbe avere, infatti, il regolatore di tensione (2) è un 7805 e quindi la
tensione formita dal trasformatore è pari a 9 volt. Considerato che il regolatore LM7805 può sopportare al suo ingresso fino a una ventina di volt, è
possibile trovare anche dei trasformatori da 12 volt. Ricordate che maggiore è la tensione applicata all'ingresso del 7805 e maggiore sarà il calore
sviluppato.
I condensatori elettrolitici (3) sono facilmente individuabili, così come l'unico condensatore di filtro posto subito dietro al 7805. Questo circuito non ha
un design ottimale, infatti il condensatore di filtraggio dei disturbi è unico e non sono neppure stati aggiunti ai circuiti integrati.

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Fig. 7 - Questa scheda è molto più completa. All'ingresso osserviamo subito un fusibile (1) e alcuni varistori (2), fondamentali per la protezione del
circuito in caso di sbalzi di tensione o corto circuiti. Il trasformatore (3) è del tipo isolato a montaggio su PCB. Sul lato sinistro del trasformatore, il
ponte raddrizzatore (4) rettifica la tensione e la passa al primo dei due regolatori (5): un 7812 a cui è collegato in cascata, un 7805. Il condensatore
elettrolitico (6) è ben evidente e di notevoli dimensioni, anche se unico. Troviamo infine anche i condensatori di filtro dei disturbi ad alta frequenza (7),
che sono posti anche vicino a ogni chip della scheda.

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Fig. 8 - Un tipico schema elettrico per un alimentatore stabilizzato duale, realizzato con una coppia di regolatori 78xx e 79xx.

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Alimentatori Switching
Gli alimentatori switching, benché abbiano una cattiva
fama, impiegano in realtà un semplicissimo principio che
permette di modificare una tensione in ingresso a
piacimento, infatti, possono fornire un voltaggio ridotto,
più elevato o anche invertito! Com’è possibile? Il trucco
sta nel trasformare una tensione da costante a variabile,
per aumentarla o ridurla con un trasformatore e poi
ottenere il valore desiderato con qualche diodo e
condensatore. In questo modo è possibile trasformare la
tensione fornita da una sola batteria da 1,5 volt in 5 volt Fig. 9 - Principio di funzionamento di un alimentatore switching.
(step-up)! Oppure ridurre la tensione di rete da 220 a anello (loop) che preleva un campione di segnale Gli alimentatori switching hanno un rendimento molto
qualche volt con grande efficienza e senza dispersioni di dall’uscita, calcola lo scostamento dal segnale atteso maggiore rispetto a quelli lineari e questo si traduce in un
calore (step-down). Un modulo di questo tipo può anche (errore o feedback) e quindi utilizza tale informazione per minor surriscaldamento e nella possibilità di fornire
generare una tensione negativa (inverting)! Un grande correggere "a monte" il funzionamento del sistema (vedi correnti d'uscita più elevate. Il rendimento si misura
vantaggio di questo tipo di dispositivi è quello di poter fig. 10). Nel caso degli alimentatori switching si utilizza un dividendo la potenza ottenibile in uscita con quello
funzionare anche se alimentati con una tensione circuito di generazione del segnale alternato (PWM) all'ingresso. In un alimentatore lineare il rendimento è
differente da quella nominale. Mentre un alimentatore pilotato da questo errore. sempre inferiore al 50% (0,5), mentre in quelli switching il
lineare deve ricevere una tensione di alimentazione di rapporto è maggiore dell'85%.
circa 230 V che può variare da 220 a 240 senza che il Con un po' di pratica, gli alimentatori e i moduli switching
all'interno di un circuito stampato si possono riconosce a Anche gli alimentatori switching utilizzano dei
circuito modifichi tropo il suo comportamento, un
colpo d'occhio. Solitamente sono caratterizzati da un trasformatori, solo che sono di piccole dimensioni perché
alimentatore switching può iniziare a funzionare
grosso condensatore accompagnato da un piccolo chip e queste dipendono dalla frequenza del segnale e
correttamente già a un centinaio di volt.
un trasformatore delle dimensioni ridottissime. A volte, al diminuiscono all'aumentare di quest'ultima. Un
La ricetta è la seguente (fig. 9): posto del trasformatore, si ha una semplice bobina. trasformatore più piccolo è più economico e soprattutto
- si ricava una tensione continua, leggero e compatto. Questo permette di ottenere
dimensioni fisiche e peso ridotti.
- si genera un segnale "modulato" con un opportuno
circuito (PWM) a una frequenza di qualche kilohertz, Uno degli svantaggi è la rumorosità elettrica del sistema,
che deve generare delle frequenze di qualche kilohertz.
- si modifica il livello con un trasformatore innalzandolo o Un altro problema è la complessità del circuito che lo
riducendolo, rende più critico da riparare e anche più delicato e
- si raddrizza di nuovo la tensione. soggetto a guasti. Più elementi significano più punti deboli
e quindi più punti di rottura del sistema. Questi
Il meccanismo è semplice e può essere applicato a
alimentatori lavorano direttamente con la tensione di rete,
numerose situazioni in cui sono necessarie varie e
raddrizzandola direttamente per ottenere una tensione
diverse tensioni d’uscita.
continua. Quest’approccio abbastanza radicale prevede
I circuiti di questo tipo sono sicuramente più complessi grandi sbalzi di tensione e quindi forti sollecitazioni ai
degli alimentatori lineari. Perché il tutto funzioni è componenti che lavorano a centinaia di volt e con correnti
necessario controllare che la tensione in uscita sia potenzialmente molto elevate. Un corto circuito a 200 o
stabile. In elettronica il sistema più comune per 300 volt può causare guasti seri e di maggiore gravità.
stabilizzare e controllare dei segnali è quello di creare un Fig. 10 - Sistema di controllo ad anello chiuso. Il segnale di uscita è riportato Metà degli alimentatori switching lavora direttamente
all'ingresso (feedback) dove si calcola l'errore.

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collegata alla tensione di rete. Non c'è isolamento e il chip
di regolazione è alimentato direttamente con una
resistenza. Tutto ciò li rende particolarmente pericolosi
in fase di riparazione perché vi circolano forti tensioni e
correnti che possono permanere, anche se il circuito non
è alimentato.
Il principio di funzionamento

Una volta presa confidenza con l'architettura di questo


tipo di circuiti li riconoscerete a colpo d'occhio all'interno
di ogni circuito stampato. Alcune schede possono
includere anche più di un solo modulo "switching", per
creare tutte le tensioni necessarie al corretto
funzionamento di un apparato. Questi sistemi possono
semplificare molto le cose perché è sufficiente utilizzare
una sola fonte di alimentazione, per esempio a 220 volt o
anche solo una batteria, da cui poi sono ricavate tutte le
altre tensioni.
In tutti i moduli switching troverete un piccolo
trasformatore o un induttore e un circuito di
commutazione (switching). L'induttore serve per
immagazzinare l'energia. La regolazione del segnale
avviene interrompendo rapidamente la corrente che
passa nell'induttore.
Gli impulsi sono controllati da un circuito che misura il Fig. 11 - Schema di principio di un alimentatore switching: (1) filtri di rete, (2) ponte raddrizzatore, (3) condensatore elettrolitico di livellamento, (4)
segnale in uscita e genera un "errore" che cerca di traformatore, (5) resistenza di start-up, (6) avvolgimento di alimentazione del chip, (7) generatore PWM, (8) MOSFET, (9) diodo raddrizzatore d'uscita,
correggere variando la frequenza di switching. (10) circuito d'errore, (11) optoisolatore e circuito di feedback.

Lo "switcher" o generatore di segnale PWM, è un La regolazione avviene prelevando il segnale all'uscita e - condensatore elettrolitico d'ingresso,
oscillatore collegato a un transistor o a un mosfet che utilizzandolo per modificare il duty cycle dell'oscillatore. - circuito oscillatore,
interrompe la tensione principale. A regime, la frequenza Se il circuito deve fornire 6 V, il segnale applicato è di 10 V
e il duty cycle iniziale è del 50%, si avrà un errore pari a 1 - "switcher" (tipicamente un mosfet),
del segnale, cioè la tensione applicata all'ingresso del
modulo switching, è regolare e costante. Il segnale V. Questo valore sarà riportato all'oscillatore che - trasformatore,
principale è interrotto periodicamente: immaginiamo con modificherà il duty cycle cercando di portarlo, per
esempio, al 60%. - rilevatore d'errore,
un duty cycle pari al 50% (il duty cycle è il rapporto tra il
tempo di on e off). Se la tensione d'ingresso ha un valore Vedremo in seguito, con maggior dettaglio, le parti di un - opto isolatore,
pari a V, il segnale "modulato" ha un valore medio pari alla alimentatore switching. Gli elementi fondamentali, visibili - diodi e condensatori d'uscita.
metà di V. Aumentando il duty cycle il valore medio del in figura 11, sono:
segnale aumenterà e diminuendolo, invece, il valor medio
- filtri d'ingresso,
diminuirà. Per ottenere un segnale costante è necessario
raddrizzare e stabilizzare l'onda quadra prodotta. Per - raddrizzatore (a diodo o con ponte),
farlo si usano diodi e condensatori.

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Schemi elettrici

Vediamo alcuni schemi elettrici tipici. Difficilmente quando


si ripara un dispositivo si dispone anche dello schema
elettrico. Prima di cimentarvi nella riparazione, però,
provate a fare una ricerca su Internet. Osservate se sulla
scheda elettronica ci sono delle sigle. Spesso sono molto
utili per risalire a informazioni tecniche e in rari casi anche
agli schemi elettronici. In inglese schema elettronico si dice
"schematics". Potete cercare informazioni anche su Google
o Google immagini.
In questa pagina ho riportato uno schema elettrico in cui ho
evidenziato le parti principali. Non abituatevi a queste
comodità perché raramente vi potrete fare affidamento! Lo
schema riportato in figura 12 rappresenta il modulo di
alimentazione di un TV color. Le varie sezioni sono state
evidenziate per poterle facilmente riconoscere:
> (giallo) filtri di rete,
> (arancio) ponte raddrizzatore,
> (rosso) condensatore elettrolitico di livellamento,
> (rosa) traformatore,
> (violetto) generatore PWM e MOSFET,
> (blu) diodo raddrizzatore e condensatore d'uscita,
> (verde) circuito d'errore, optoisolatore e circuito di Fig. 12 - Schema elettrico dell'alimentatore switching di un TV: (giallo) filtri di rete, (arancio) ponte raddrizzatore, (rosso) condensatore elettrolitico di
feedback. livellamento, (rosa) traformatore, (violetto) generatore PWM e MOSFET, (blu) diodo raddrizzatore e condensatore d'uscita, (verde) circuito d'errore,
optoisolatore e circuito di feedback.
Osservando lo schema elettrico di un alimentatore
switching tutto può sembrare chiaro. Quando vi troverete
di fronte a un circuito reale, purtroppo, incontrerete varie
difficoltà e i collegamenti tra i vari componenti non
risulteranno così evidenti. A volte capitano schede
multilayer anche a quattro livelli e in questi casi non è facile
risalire ai collegamenti tra i vari elementi. Mi è capitato più Nelle prossime pagine troverete delle foto di alimentatori e
di una volta di aver esaminato in ogni parte alimentatori di moduli switching con indicate le parti fondamentali. Il più
questo tipo per poi concludere che il danno era causato da delle volte i moduli sono integrati su una sola scheda, ma la
qualche pista "interna", bruciata o interrotta. loro "topografia" è immediatamente riconoscibile.

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Fig. 13 - Alimentatore switching per applicazioni medicali e industriali. Questo piccolo modulo, dal montaggio molto compatto fornisce varie tensioni
d'uscita (5, 12. -12 e 24 V) a vari amperaggi ed è impiegato solitamente per alimentare moduli PC presenti negli apparati industriali o medicali. La
concezione è un po' datata, infatti non troverete un chip per il PWM ma dei moduli con componenti discreti. Le parti riconoscibili sono: (1) fusibile,
varistori e filtri d'ingresso, (2) ponte raddrizzatore realizzato con coppie di diodi, (3) condensatore di livellamento, (4) MOSFET per lo switching, (5)
trasformatore, (6) optoisolatore, (7) diodi e condansatori d'uscita, (8) modulo per la generazione del PWM.

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Fig. 14 - Alimentatore "open frame" inserito in un elettrodomestico. Questo piccolo modulo di fabbricazione cinese fornisce una tensione duale di +12
e -12 V. Non è un circuito complesso ma il chip del PWM è introvabile in Italia. Le parti sono: (1) varistore e filtri d'ingresso, (2) ponte raddrizzatore, (3)
condensatore elettrolitico di livellamento (montato sul lato inferiore), (4) MOSFET, (5) trasformatore, (6) chip PWM, (7) diodi e condensatori d'uscita,
(8) circuito rilevazione d'errore e optoisolatore (sulla sinistra).

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Fig. 15 - Scheda di un frigorifero. Il circuito è progettato cercando di ottimizzare al massimo costi e componenti. Per questo motivo dopo poco tempo è
destinato a rompersi. Le parti riconoscibili: (1) condensatori e filtri d'ingresso, (2) diodo per la rettifica della 220 V (c'è un solo diodo!!!), (3)
condensatore di livellamento, (4) trasformatore, (5) chip gestione PWM, (6) diodi e condensatori d'uscita, (7) rivelatore di errore (l'optoisolatore è sul
lato inferiore).

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Fig. 16 - Encoder industriale.: (1) varistore posto all'ingresso della tensione di rete, (2) ponte rettificatore, (3) condensatore di livellamento, (4)
integrato per la generazione del PWM TOP201, (5) trasformatore ad alta frequenza, (6) diodi e condensatori d'uscita.

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Fig. 17 - Scheda di una lavatrice con alimentatore switching "integrato". Si riconoscono: (1) serie di resistenza, bobina e diodo, (2) condensatore, (3)
trasformatore ad alta frequenza, (4) circuito PWM TNY254, (5) condensatori e diodi d'uscita. Questo tipo di schede sono progettate utilizzando i
componentri al limite delle loro possibilità. L'alimentazione dopo alcuni anni "salta" a causa del deterioramento dei condensatori elettrolitici d'uscita
che fanno letteralmente esplodere il chip e causano la rottura della resistenza e della bobina d'ingresso.

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Fig. 18 - Scheda industriale. In questo caso il modulo di alimentazione è di tipo switching e completamente integrato (1). In caso di danneggiamento è
possibile sostituirlo con modelli equivalenti.

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Strumenti

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Multimetro digitale
Per iniziare a riparare dei circuiti elettronici, non si può
fare a meno di avere un multimetro. Esistono multimetri
di vari tipi: alcuni sono portatili, altri da banco, digitali o a
lancetta. È possibile spendere parecchio per questo tipo
di strumento, ma vista la diffusione è oggi possibile
acquistarne uno per poche decine di euro. Anche gli tester a lancetta
strumenti "economici" possono eseguire misure
multimetro con autorange
abbastanza precise ed essere di grande aiuto. Se dovete
acquistarne uno verificate che lo strumento possa manopola di selezione prova-transistor
misurare le grandezze elettriche fondamentali:
continuità, prova diodi, resistenza, tensione e corrente
continue e alternate.
Alcuni modelli dispongono anche di un prova transistor,
ma le misure fondamentali di dispositivi a
semiconduttore si possono fare anche con un prova
diodi. La funzione di continuità è meglio che abbia anche
la notifica sonora, così non dovrete controllare lo
schermo per ogni test effettuato. Alcuni modelli sono
dotati di capacimetro e frequenzimetro e in alcune
situazioni possono essere di grande aiuto.
Esistono anche dei multimetri da banco che solitamente
hanno precisioni migliori e sono alimentati con la
tensione di rete così non dovrete sostituire mai le
batterie! Anche se lo strumento da banco ha un certo
fascino, quelli portatili sono sicuramente molto più
pratici, soprattutto per la loro "mobilità".
Ogni multimetro è dotato di una coppia di sonde con sonde
feritoia per condensatori
puntali in metallo. Potrebbe essere utile recuperare delle
sonde con clip a coccodrillo o a uncino, che vi permettono
di avere sempre le mani libere.
Fig. 19 - Diversi tipi di multimetri. Da sinistra a destra: multimetro digitale con autorange, multimetro digitale , multimetro digitale economico dotato
anche di capacimetro, tester analogico a lancetta.

18
Tester a lancetta
Non sottovalutate l'utilità di un "antiquato" tester a
lancetta. Questi modelli esistevano prima dei multimetri
digitali e nonostante sembrino un po' retrò, sono ancora
molto diffusi. La loro utilità può essere veramente
notevole!
Per usare uno strumento del genere serve qualche
attenzione in più rispetto ai multimetri digitali che, in
caso d’inversione di polarità o di letture fondo-scala, non
si danneggiano. Sbagliando portata, la lancetta sbatterà coperchio protettivo
puntali
sul fondo scala e c'è anche il rischio di danneggiare lo
strumento.
Questi strumenti di misura sono utilissimi per avere
un'indicazione visiva delle variazioni di corrente, perché puntali taratura lancetta
la lancetta è sensibile ai più piccoli spostamenti e in caso
di disturbi o in presenza di segnali variabili, sarà possibile
osservare ogni piccolo movimento. Questo
comportamento non è osservabile su un tester digitale, boccole per la selezione della portata
dove i numeri visualizzati sono sempre il risultato di
medie e campionamenti.

calibrazione

Fig. 20 - Un tester a lancetta "storico". Il mio lo acquistai all'inizio degli anni ottanta ed è ancora funzionante. Le misure sono accurate e precise e
permette di rilevare ogni variazione delle grandezze misurate.

19
Capacimetro, induttanzimetro
Non sempre i comuni multimetri possono misurare la
capacità. Ancor più raramente riescono a misurare
l’induttanza di una bobina o di un trasformatore. Su Ebay
e Amazon si trovano parecchie offerte di strumenti dal
prezzo abbordabile. Pagandoli molto poco non potrete
aspettarvi elevate prestazioni e grande precisione, ma è
sempre meglio che brancolare nel buio. Essere certi che
un condensatore è danneggiato è un'informazione molto
utile in fase di riparazione. calibrazione
Per riparare gli alimentatori è fondamentale poter
controllare lo stato di condensatori e bobine perché sono
tra i componenti che si danneggiamo più facilmente,
soprattutto i condensatori. selettore misura
Un comune capacimetro purtroppo riporterà solo il
valore di capacità e non è in grado di leggere l'ESR,
importante indicatore dello stato di salute di un
condensatore. Misurando componenti danneggiati
potrete rilevare dei valori non corretti. Potrete valutare
la bontà del componente tenendo presente la tolleranza feritoia per componenti
e controntando il valore misurato: se la misura è oltre ai
limiti potrete scartare il condensatore. Se misurando un
condensatore elettrolitico da 100 uF con tolleranza del
20% otterrete un valore di 90 o 110 uF, potrete
considerare il componente come accettabile. Se la misura
dovesse essere di 70 uF, potrete scartarlo senza dubbi.

boccole per sonde

Fig. 21 - Un tester per capacità e induttanza. Questo strumento assomiglia a un comune tester, ma può misurare unicamente resistenze, bobine e
condensatori. Essendo uno strumento specializzato, può effettuare misure più precise di un multimetro.

20
Chip e transistor tester
display LCD
Benché sia possibile utilizzare un tester comune per
verificare il funzionamento di transistor, mosfet, scr e
triac, può far comodo avere uno strumento specializzato
nella verifica di questi componenti. Questo tipo di
strumenti si trovano in vendita su Ebay e Amazon e sono
molto economici. Solitamente sono forniti di uno
zoccolino a inserimento rapido (zero insert force - ZIF)
dove si possono infilare i componenti da verificare: non
solo transistor ma anche circuiti integrati e qualche
optoaccoppiatore. zoccolo zif
Non possono verificare lo stato di tutti i chip esistenti, ma
solitamente controllano la maggior parte dei chip logici e
dei principali amplificatori operazionali. Non si usa molto
spesso nella riparazione degli alimentatori switching ma
può far comodo in molte situazioni. Nel mio laboratorio
ne abbiamo vari modelli e in caso di dubbio facciamo
sempre dei controlli incrociati perché questi strumenti
non sono sempre affidabili al 100%.

tastiera flat

Fig. 22 - Un tester per circuiti integrati. Supporta varie famiglie logiche tra cui la maggior parte dei TTL e dei CMOS, oltre a vari chip molto diffusi come
alcuni amplificatori operazionali, timer e driver come gli ULN.

21
Cavi e coccodrilli
Nella verifica degli alimentatori può far comodo avere a
disposizione un set di cavi e connettori intestati con
morsettiere e coccodrilli. Potete costruirveli da voi, senza
acquistarli già pronti e risparmiando. I cavi con i
coccodrilli sono molto utili per collegare, per esempio, un
multimetro al circuito da misurare ed evitare di vagare
con i puntali delle sonde su schede dove circolano
correnti pericolose e ci sono voltaggi di centinaia di volt:
una piccola disattenzione e potreste causare un disastro,
oltre che farvi male.
Cercate un punto stabile cui applicare il coccodrillo come
per esempio il terminale di un condensatore elettrolitico
o l'aletta di un transistor. L'altra estremità del cavo la
potete pinzare alla sonde del tester. In questo modo
ridurrete al minimo i rischi di provocare cortocircuiti
accidentali.
Anche i "jumper" sono molto utili e si possono saldare
sulle piazzole che si desidera misurare per poi attaccarvi i coccodrillo
coccodrilli.

cavo flessibile

Fig. 23 - Alcuni cavi con clip a coccodrillo. Sono utilissimi per fissare le sonde del tester ai terminali dei componenti del circuito da controllare.

22
ESR meter il display LCD indica capacità e valore di ESR

I condensatori reali presentano delle resistenze in serie e


parallelo che rappresentano le perdite del componente.
Una di queste resistenze è detta Resistenza Equivalente
Serie (ESR) e dovrebbe avere un valore bassissimo,
inferiore ad alcuni decimi di ohm.
In molti condensatori, soprattutto quelli polarizzati e di
tipo elettrolitico, con il passare del tempo e con l'usura
dei materiali, il valore di ESR può crescere fino a
raggiungere valori elevati che possono creare seri clip a coccodrillo
problemi di funzionamento nei circuiti elettronici. Al
posto di un semplice condensatore troverete, infatti, una segnale acustico
resistenza!
È facile riconoscere un condensatore elettrolitico
danneggiato perché ha un aspetto rigonfio e presenta
delle perdite, ma non sempre è così. Sbalzi di tensione e
sovraccarichi possono alterare questi componenti
rendendoli pressoché inutilizzabili. Un misuratore di ESR
riesce a rilevare la resistenza presentata a una certa
frequenza di test e quindi a saggiare la bontà dei
condensatori.
A volte anche i capacimetri falliscono nel rilevare questo
tipo di problemi e avere nel cassetto un misuratore di
ESR è pressochè indispensabile.

Fig. 24 - ESR Meter di Peak. Questo misuratore di ESR è molto preciso e affidabile. Fornisce anche un'indicazione sonora della bontà del componente
Tabella con valori tipici di ESR presa dal manuale del tester ESR di Peak. misurato ed è in grado di effettuare anche delle misure "in circuit", cioè senza la necessità di rimuovere il componente dal circuito stampato.

23
Oscilloscopio canale 1 canale 2
schermo a CRT
L'oscilloscopio è sicuramente uno strumento utilissimo trigger
per la riparazione degli alimentatori switching, anche se
non fondamentale.
L'oscilloscopio è uno strumento che funziona un po' come
un tester: misura le tensioni e le visualizza su uno
schermo. Esistono strumenti analogici e digitali con costi
proporzionali alle prestazioni.
Gli strumenti di produzione cinese sono molto economici
ma con prestazioni abbastanza modeste. Se desiderate
acquistarne uno per il vostro laboratorio val la pena di
pensare anche all’usato. Si trovano ottime offerte per
strumenti anche analogici ma di ottima qualità. I puristi
preferiscono gli strumenti analogici perché in teoria sono
più sensibili e presentano il segnale così com'è senza
campionamenti o distorsioni.
Utilizzare questo strumento non è difficile. Le regolazioni
principali sono due: una agisce sull'ampiezza del segnale
visualizzato (volt/div), mentre l'altra varia la velocità di
scansione (time/div). Oltre a queste due regolazioni si
deve impostare il trigger, cioè il meccanismo per rilevare
il punto da cui iniziare a tracciare il segnale sul video.
Gli oscilloscopi moderni hanno tutti almeno due canali
che possono essere visualizzati contemporaneamente,
sommati oppure utilizzati per controllare il "pennello"
nella sua posizione verticale e orizzontale.
Ad ogni canale è collegata una sonda di misurazione boccola per sonda controllo amplificazione base dei tempi
dotata di un puntale e un piccolo coccodrillo da collegare
alla massa del circuito da analizzare. Fig. 25 - Un oscilloscopio analogico dotato di due canali di misura.

24
Variac
manopola di regolazione
Il variac è un trasformatore variabile. La sua utilità è
veramente notevole nelle riparazioni elettroniche perché
può alimentare ogni tipo di dispositivo che richieda una
tensione alternata.
Se vi serve una tensione di 24 volt alternati potete
acquistare un trasformatore adatto e poi collegarlo al
circuito. Purtroppo i circuiti sono alimentati con svariati
voltaggi e non è possibile avere nel cassetto un
trasformatore per ogni situazione. A volte avrete bisogno
di 12 volt, altre di 9, altre ancora di 50 o 125 volt voltmetro
alternati? Che fare? Il variac risolve ogni situazione. È un
trasformatore particolare dotato di una presa centrale
collegata a una manopola di controllo. Ruotando la
manopola è possibile variare la tensione prodotta
partendo da 0 volt fino a quasi 250. Le caratteristiche
dipendono dal modello. Un parametro da non
sottovalutare è il numero di VA (volt-ampere) che vi potrà
dare un'indicazione della corrente in uscita. Se ne volete
acquistare uno, non risparmiate troppo sui VA, altrimenti
la corrente fornita in uscita potrebbe essere troppo
bassa per alcune applicazioni (per esempio per far
muovere dei motori). Un variac può costare un centinaio
di euro. Ne esistono modelli dotati di amperometro e
voltmetro, molto utili per conoscere la tensione
impostata e la corrente fornita. Quando collegate dei
circuiti che potrebbero dare problemi, state pronti a
staccare l'alimentazione e controllate la corrente
assorbita con un amperometro.
Ricordatevi sempre che un variac non è un vero e proprio
morsetti d'uscita
trasformatore e che quindi il primario e il secondario non morsetti d'ingresso
sono veramente isolati!
Potete completare il variac con un ponte raddrizzatore
dotato di condensatore elettrolitico così da avere una
fonte di alimentazione continua in grado di produrre
tensioni abbastanza stabili e anche elevate (fino a
200/300 volt). Fig. 26 - Un variac da 3000 VA. La regolazione avviene ruotando la manopola posta sulla parte superiore. La tensione in uscita varia da 0 a 250 VAC

25
Trasformatore d’isolamento
avvolgimento secondario (uscita)

Un trasformatore d'isolamento ha un rapporto 1:1 tra


l'avvolgimento primario e il secondario. Applicando 220
volt sul suo primario, se ne otterranno altrettanti sul
secondario! A che serve? È utile per separare e isolare
elettricamente circuiti dalla linea di rete. L'avvolgimento
primario e secondario non sono, infatti, in contatto
elettrico ma sono isolati. La tensione prodotta sul
secondario è quindi indotta e il circuito che alimenterà
sarà elettricamente isolato dalla rete elettrica.
È utilissimo quando si lavora sugli alimentatori switching
che hanno una parte del circuito in cui la massa è "calda"
(hot) e cioè direttamente collegata a uno dei cavi di rete.
Collegando uno strumento di misura alimentato a 220
volt potreste provocare un bel corto circuito facendo corpo a lamelle
saltare il generale: è un'esperienza abbastanza "shock" e
anche pericolosa. Il rischio c'è anche quando alimentate
dei circuiti con il variac, che in realtà non è per nulla
isolato.
Per realizzare una postazione di alimentazione variabile e
alternata che sia anche isolata è bene collegare il variac al
trasformatore d'isolamento.

avvolgimento primario (ingresso)

Fig. 27 - Trasformatore d'isolamento da 1600 VA. Può fornire in uscita più di 6,5 A. Accetta in ingresso una tensione da 220 o 400 V fornendo in
uscita 220 V oppure una tensione duale da 110 V. Alimentando con 220 V si può ottenere in uscita una tensione da 220 V isolata dalla rete
principale. Questo tipo di trasformatori sono molto apprezzati anche dagli appassionati di Hi-Fi perché riducono i disturbi elettrici e forniscono
suoni più puliti.

26
Dissaldatore
Per riparare circuiti elettronici con facilità è necessario
utilizzare gli strumenti adeguati, che riducono la fatica e regolazione temperatura
permettono di ottenere risultati rapidi e "puliti". Uno
strumento fondamentale per chi fa riparazioni è il magazzino per lo stagno aspirato
dissaldatore.
Esistono varie soluzioni per la dissaldatura: solitamente
sono delle stazioni dotate di alimentatore per la pistola
dissaldante e di una pompa per l'aspirazione dello stagno.
La quasi totalità di questi attrezzi è di produzione cinese punta aspirante
e non è di grande qualità. Se riparate occasionalmente
una stazione di dissaldatura da un centinaio di euro sarà
più che sufficiente.
saldatore a pistola
Dovrete fare attenzione alla sua manutenzione, pulendo
periodicamente lo stilo della pistola con gli speciali
attrezzi che troverete in dotazione. Dopo un certo
numero di rimozioni, la pistola tenderà a otturarsi e
dovrete intervenire più spesso e in modo più drastico fino
alla sostituzione della resistenza interna o dell'intera
pistola.
Esiste un sistema più efficiente, proposto dalla Weller,
che utilizza uno stilo più breve, che evita che lo stagno si
rapprenda all'interno dello stilo otturandolo. Purtroppo
questi strumenti hanno un prezzo proibitivo (più di un
grilletto
migliaio di euro!). unità base

Fig. 28 - Stazione dissaldante con pistola aspirante. La pistola si aziona premendo il grilletto. La pompa racchiusa nella stazione risucchia lo stagno
fuso che si raccoglie all'interno della pistola. Per ottenere buone prestazioni è indispensabile pulire spesso e con cura la pistola.

27
Saldatore
Il vostro fidato compagno di riparazioni sarà sempre il
stilo
saldatore e se vi dedicherete al mondo delle riparazioni, stazione saldante
lo userete sicuramente molto spesso. Anche se un
saldatore può costare molto poco, non acquistate quello display
più economico perché, vi assicuro, avrete buttato i vostri
soldi. Un saldatore di buona qualità dura nel tempo e può
essere riparato acquistando punte di ricambio e anche la
resistenza interna.
Esistono sia saldatori "a stilo" con temperatura fissa che
stazioni di saldatura, sia analogiche che digitali, che
possono regolare la temperatura dello strumento a
piacere. Sicuramente converrà dotarsi di una stazione
saldante, meglio se digitale e con lo stilo rimovibile.
Potrete così sostituire l'intero saldatore quando sarà
arrivato al termine della sua carriera.
In laboratorio è sempre bene tenere più di un saldatore,
perchè è uno strumento indispensabile. Nel mio tengo
sempre dei saldatori di scorta, impacchettati, pronti per
le emergenze. Oltre alle stazioni saldanti abbiamo anche
un saldatore ad alta potenza da 200 W che raggiunge
450°C. Ha un'impugnatura massiccia e pesa parecchio,
ma è inarrestabile e di grandissimo aiuto per lavorare su supporto
tasti regolazione temperatura
schede "difficili" o componenti di grandi dimensioni. Per
schede "difficili" intendo quelle con quattro o più layer
dotate di grandi piazzole di massa che tendono ad
assorbire e dissipare tutto il calore fornito dal vostro
saldatore. Anche la saldatura più semplice, in queste spugnetta
condizioni, risulta estrema, così come la rimozione dei
componenti. Il saldatore da 200 W ci trae spesso
d'impiccio quando dobbiamo saldare e dissaldare grandi
componenti come ponti raddrizzatori e i condensatori
elettrolitici presenti sulle schede di inverter e Fig. 29 - Una stazione saldante digitale. Lo stilo del saldatore è sostituibile. La stazione è dotata di un appoggio per il saldatore con spugnetta
condizionatori. umida per la pulizia della punta.

28
Saldatore ad aria
Sempre più schede adottano la tecnologia SMD, a ugello
montaggio superficiale. Le schede di questo tipo possono
sembrare più difficili da riparare, anche se per dissaldare
componenti SMD sono necessari solo pochi istanti
stazione base
utilizzando un saldatore ad aria.
Ormai ogni laboratorio dovrebbe avere nella sua
dotazione un saldatore ad aria. Questo strumento è pistola
formato da una base a cui è collegato uno stilo o una
pistola da cui esce l'aria calda. È possibile regolare con display
grande precisione la temperatura e la velocità dell'aria.
Alcune stazioni sono dotate anche di un braccetto o
supporto per sorreggere la pistola in verticale così che
punti sul componente da dissaldare.
Le operazioni di dissaldatura richiedono di solito qualche
decina di secondi, anche se per alcuni casi possono
essere necessari anche dei minuti.
La pistola è fornita con un ugello semplice che può essere
sostituito con altri dalle forme più complesse, utili per
dissaldare i vari modelli di chip. Alcune punte hanno due
o quattro fessure che convogliano l'aria solo sulle parti
saldate dei chip.
Utilizzando il saldatore ad aria si deva fare attenzione a
non soffiare via i componenti confinanti a quello su cui si
sta lavorando. Per evitare ciò si applicano delle
mascherature con del nastro di kapton.
Il saldatore ad aria è più efficace per dissaldare, anche se
in alcuni casi può essere utilizzato per saldare alcuni
componenti, soprattutto circuiti integrati.

regolazione temperatura regolazione velocità aria


Fig. 30 - Una stazione di saldatura ad aria non è molto differente da una comune stazione di saldatura. Oltre alla regolazione della temperatura è
possibile variare la velocità dell'aria soffiata dalla pistola. L'aria si scalda abbastanza rapidamente alla temperatura impostata.

29
Piastra riscaldante
sonda di temperatura
Alcune schede si comportano, con il calore, come delle supporti per scheda
vere e proprie spungne: potete alzare al massimo la
temperatura del vostro saldatore ma lo stagno resterà
sempre "plastico" e non si scioglierà. Non è un problema
del vostro saldatore o dello stagno, ma del tipo di scheda.
Per lavorare su circuiti di questo tipo è necessario dotarsi
di una piastra riscaldante, un macchinario abbastanza
ingombrante e costoso che può pre-riscaldare le schede
da lavorare.
Una scheda pre-riscaldata non ruberà tutto il calore dal
vostro saldatore e sarà molto più semplice sciogliere lo
stagno.
Le piastre riscaldanti sono dotate di vari tipi di sensori,
sia interni, che esterni, per rilevare la temperatura sulla
superficie della scheda da riscaldare. Alcuni modelli
possono anche impostare delle curve di riscaldamento,
così da non sottoporre a shock termici elevati le schede e
superficie riscaldante
i loro componenti.
La piastra riscaldante si usa spesso in accoppiata con
saldatori ad aria o a infrarossi, per la saldatura e
dissaldatura di componenti molto "critici" come i circuiti
integrati con piedinatura BGA (sono quelli senza piedini, display
dotati solamente di pad sul lato inferiore).

regolazione temperatura

Fig. 31 - Piastra riscaldante professionale. Questa piastra può riscaldare schede anche di grandi dimensioni controllando la temperatura con tre
sonde: una interna e due esterne che possono essere poste sopra e sotto alle piastre da lavorare. È possibile impostare dei profili temporizzati per
portare le schede in temperatura entro tempi predefiniti.

30
zoom

Lenti e microscopi microscopio digitale


uscita HDMI

Dopo anni passati ad analizzare schede elettroniche e


componenti la mia vista ha deciso di impigrirsi. Con il
tempo e con l'età la vista si indebolisce e si fa parecchia
fatica a scrutare tutti quei piccoli componenti.
Anche se si è giovani, fa molto comodo essere dotati di
una super-vista. Personalmente utilizzo due tipi di
strumenti: delle lenti da orefice e un microscopio
elettronico a lunga portata.
Le lenti da orefice sono una soluzione economica e molto ottica a lunga focale
efficace per osservare ogni minimo dettaglio e
particolare. Ne esistono alcune che arrivano anche a una
decina di ingrandimenti e si possono anche fissare agli
occhiali con una piccola clip, così da essere abbassate
solo in caso di necessità. supporto
Il microscopio elettronico fornisce ingrandimenti
maggiori e permette, se del tipo "a lunga distanza di
focale", di lavorare direttamente sotto il suo obiettivo. I
modelli migliori costano parecchio anche se Ebay e
Aliexpress propongono strumenti decenti a prezzi
abbordabilissimi. Il vantaggio di questo strumento è
quello di poter essere collegato a un monitor esterno,
lente da orefice 10X
così da potersi godere la vista senza affaticare troppo le
pupille!

Fig. 32 - Un microscopio elettronico per applicazioni elettroniche e un monocolo da orefice a 10 ingrandimenti. Il microscopio ha un'uscita HDMI,
uno zoom digitale ed ottico e può salvare foto su una scheda SD o direttamente su un computer connesso via USB.

31
Switching Mode

32
32
Switching Mode
In questa sezione vedremo con maggior dettaglio le parti
costituenti un alimentatore switching.
Le parti fondamentali di questi alimentatori sono:
1. Il filtro d'ingresso per la tensione alternata;
2. un rettificatore a ponte;
3. il condensatore di filtro;
4. la resistenza di avvio (start-up);
5. il sistema di generazione del segnale PWM;
6. un transistor di potenza (di solito un MOSFET);
7. l'alimentazione del circuito PWM (a regime);
8. il trasformatore;
9. uno o più raddrizzatori a semionda in uscita;
10. il circuito di rilevazione dell'errore;
11. l'opto isolatore per fornire il feedback.

Le parti del sistema sono parecchie, ma s'imparano in


fretta. Conoscendole sarà poi più semplice identificare i
guasti. In figura 33, riporto uno schema a blocchi cui fare
riferimento. Per questo tipo di alimentatori il modello di
funzionamento è sempre lo stesso, ma ci sono moltissime Fig. 33 - Schema a blocchi di un alimentatore switching: filtro (1), ponte raddrizzatore (2), condensatore elettrolitico (3), trasformatore ad alta
frequenza (4), resistenza di start-up (5), rete di alimentazione (6), circuito integrato per il segnale PWM (7), MOSFET (8), diodo e condensatore
variazioni che dipendono dalle scelte effettuate dai d'uscita (9), circuito d'errore (10), opto accoppiatore (11).
progettisti. I modelli più datati potrebbero essere anche
più complicati perché un tempo non esistevano dei
circuiti integrati dedicati e si potevano usare solo
componenti discreti.

33
caso di danneggiamento possono anche esplodere
La maggior parte di questi alimentatori utilizza presentando fori o spaccature molto evidenti.
direttamente la tensione di rete che livella con un
condensatore di grosse dimensioni posto nelle vicinanze Questo tipo di alimentatori è molto "rumoroso" dal punto
dell'ingresso. Al condensatore arriva una tensione di vista elettrico, perché genera frequenze di vari kilohertz
continua di circa 300 V che permane anche dopo che il che potrebbero disturbare altri dispositivi connessi alla
circuito è stato scollegato dalla rete. Per questo motivo è rete elettrica, per questo all'ingresso sono dotati di filtri
molto pericoloso armeggiare con un alimentatore realizzati con bobine e condensatori. A volte questi filtri
switching senza sapere bene quello che si fa. Verificate sono realizzati con dei moduli compatti che includono già
che il circuito non sia alimentato e che i condensatori tutti i componenti necessari; altre volte potrete trovare
siano scarichi. Non cortocircuitate i loro terminali ma singolarmente vari condensatori di filtro, bobine e
utilizzate una resistenza per scaricarli. Potete impiegarne trasformatori. I condensatori impiegati sono solitamente
una da qualche migliaio di ohm e qualche watt di potenza. del tipo a film plastico ed hanno dei valori di centinaia di
nanofarad o al massimo pochi microfarad. A volte sono
proprio questi condensatori a danneggiarsi, perché
Prima di smontare il circuito, fate delle foto e provate ad ricevono scariche o sovratensioni provenienti dalla rete
alimentarlo, salvo che i danni siano evidenti: componenti elettrica. Verificateli con un buon capacimetro e nel
esplosi o carbonizzati, piste bruciate... dubbio sostituiteli con componenti analoghi. Spesso il loro
Molti alimentatori switching, come gli ATX usati per aspetto esterno non fa sorgere nessun tipo di dubbio. Solo
alimentare i PC, richiedono che sia presente un carico, misurandoli potrete sapere se sono danneggiati.
altrimenti vanno in standby. Per provarli dovete Potrebbe essere presente anche un termistore, la cui
ricostruire le condizioni di utilizzo, magari con una funzione è di limitare il picco di corrente che si ha
semplice resistenza o una lampadina. Per gli alimentatori all'accensione del circuito.
ATX conviene tenere a portata di mano una vecchia
scheda madre.
Gli alimentatori utilizzati nei TV e in molti
elettrodomestici prevedono la modalità stand-by e per
accenderli è necessario dare un segnale di avvio che può
essere fornito da un semplice pulsante di accensione o da
un telecomando.
Sezione d'ingresso e filtro di Rete

All'ingresso di ogni dispositivo elettrico ben progettato


dovremmo trovare almeno un fusibile a protezione dei
circuiti. Analizzando un alimentatore switching è
solitamente immediato individuare il punto d’ingresso
dell'alimentazione principale e quindi l'eventuale fusibile,
che solitamente è il primo elemento da verificare. Oltre al
fusibile possono essere aggiunte varie altre protezioni,
come dei varistori, collegati tra linea e neutro, con lo
scopo di annullare delle sovratensioni. I varistori, se Fig. 34 - Schema elettrico della sezione d'ingresso di un alimentatore
misurati, presentano una resistenza di vari megaohm e in switching. Fig. 35 - Sezione d'ingresso di un alimentatore switching

34
Un rettificatore a ponte

Subito dopo la sezione di filtro non c'è un trasformatore


come accade per gli alimentatori lineari, che tra l'altro
provvede anche a isolare il circuito, ma un ponte
raddrizzatore. Lo scopo del ponte raddrizzatore è quello
di ricavare una tensione continua da applicare al
trasformatore del modulo switching. Nei circuiti
progettati con più cura, troverete un ponte raddrizzatore
oppure quattro diodi singoli. In molti elettrodomestici,
per risparmiare sui componenti è utilizzato un solo
diodo! I diodi si possono verificare rapidamente con un
semplice tester. In caso di corto circuito di uno dei diodi
del ponte, l'alimentatore potrebbe far saltare il generale
oppure far bruciare il fusibile d'ingresso. Spesso il danno
non si limita ai diodi del ponte ma potrebbe raggiungere
anche il circuito integrato che si occupa dello switching. Fig. 37 - Ponte raddrizzatore realizzato con quattro diodi singoli.

Il condensatore di filtro
Fig. 38 - Il condensatore elettrolitico di livellamento.
Subito dopo il ponte raddrizzatore troverete un apparenze e verificate con capacimetro e ESR meter.
condensatore elettrolitico collegato tra positivo e
negativo. Il condensatore livella la tensione in uscita dal Il negativo a cui è collegato il catodo del condensatore
ponte raddrizzatore. Potete riconoscere questo elettrolitico è anche chiamato "hot groud" (massa calda),
importante elemento dal valore di tensione che di solito è perché è una massa ma è direttamente collegata alla
di 400 volt. La sua capacità dovrebbe essere di qualche tensione di rete! Aldilà del trasformatore utilizzato dal
centinaio di microfarad, ma non stupitevi di trovarne alcuni modulo switching troverete un'altra massa, questa volta
del valore di pochi microfarad, soprattutto negli isolata, chiamata "cold ground" (massa fredda).
elettrodomestici. Bisogna prestare molta attenzione a Ai capi di questo condensatore dovreste trovare, durante il
questi condensatori perché ai loro capi è presente una normale funzionamento dell'alimentatore, circa 300 volt.
tensione molto elevata e potrebbero essere carichi anche Se volete verificare con il tester la presenza di questa
con il circuito scollegato dalla rete. Verificate con un tensione, prendete le necessarie precauzioni! Una svista
voltmetro la presenza di carica residua. A volte sono dotati potrebbe causare un corto circuito. Se possibile saldate
di una resistenza che provvede a scaricarli, ma non fidatevi degli spezzoni di filo e collegate il tester con dei puntali a
e misurateli sempre con il tester. Se fosse carico, non coccodrillo. Per la vostra sicurezza personale, evitate di
mettete in corto circuito i suoi terminali per scaricarlo, ma vagare con le sonde nella zona "hot" dell'alimentatore!
utilizzate una resistenza da qualche migliaio di ohm da
Fig. 36 - Parte dello schema elettrico di un alimentatore switching in cui si appoggiare tra catodo e anodo.
notano i diodi che formano il ponte raddrizzatore e il condensatore
elettrolitico di livellamento. Questo condensatore elettrolitico si danneggia spesso a
causa di sbalzi di tensione o scherzi dell'ENEL e spesso i
danni sono ben evidenti: il corpo è rigonfio e ci possono
anche essere perdite dell'elettrolita, ma non fidatevi delle

35
bisogno di essere immediatamente alimentato. Quando
l'alimentatore è in accensione, sul secondario non c'è
L'alimentazione del chip di switching
ancora una tensione stabile, affidabile o utilizzabile, quindi Quando il circuito di alimentazione è a regime, sarà
per provvedere all'alimentazione del circuito di switching alimentato in modo stabile prelevando la tensione di
serve un altro sistema. Il meccanismo più semplice è alimentazione da un avvolgimento secondario ricavato sul
utilizzare un resistore di start-up, direttamente collegato trasformatore di switching. La tensione prelevata da
al positivo del condensatore che porta la tensione al chip questo avvolgimento sarà raddrizzata (solitamente con un
PWM. Questo resistore, ha solitamente un valore di semplice diodo) e fornita al chip che produce il segnale
decine o centinaia di kilo ohm e deve ridurre il voltaggio PWM. Il diodo sarà accompagnato da un condensatore per
fino a pochi volt. La sua funzione è molto critica e il livellamento della tensione. Se ci sono problemi nel
importante. Se fosse danneggiato, il circuito PWM non resistore di start-up o sulla linea di alimentazione del chip,
partirebbe. Si può verificare se il chip è correttamente l'alimentatore non si avvierà. In alcuni rari casi si potrebbe
alimentato, anche in questo caso con le dovute anche avere un funzionamento intermittente o
precauzioni perché siamo nella zona "hot". Si deve inspiegabile con la tensione che a volte è presente e a
verificare se la tensione sul pin di alimentazione del chip volte no.
PWM è quella prevista. La massa da usare per la
misurazione è quella "hot".
A volte al posto di una resistenza se ne trovano delle
lunghe serie... questo perché così è possibile usare
componenti con potenza ridotta. Se si usasse una sola
resistenza da 100k per ridurre la tensione da 300 a 15
volt e nell'ipotesi che la corrente necessaria sia di 10 milli
ampere, si dovrebbe utilizzare un resistore di circa 30 kilo
ohm. La potenza dissipata sull’elemento sarà di circa 3 W.
Utilizzando una serie di resistenze, per esempio 6 resistori
da 4,7 kilo ohm, la potenza dissipata su ogni singolo
componente sarà di circa mezzo watt. Queste
considerazioni sono solitamente anche di natura
economica. Potrebbero costare meno sei resistenze da
mezzo watt che non una resistenza in grado di sopportare Fig. 40 - L'alimentazione del chip "a regime" è fornita da un avvolgimento
tre watt o più. A volte si deve considerare anche ricavato dal trasformatore ad alta frequenza.
l'ingombro dovuto ai componenti.
La resistenza di start-up serve solo per la fase di avvio e
Fig. 39 - La resistenza di startup fornisce l'alimentazione al chip di teoricamente, una volta che il sistema è avviato potrebbe
switching per l'avvio del sistema. anche essere rimossa!
In alcuni schemi la tensione di startup potrebbe essere
La resistenza di avvio (start-up) ricavata anche a monte del ponte rettificatore. Le
La tensione che parte dal positivo del condensatore di possibilità sono molte, ma l'intento è sempre quello di
alimentazione si può considerare "stabilizzata" e fornire prima possibile la tensione al circuito di switching.
comunque sufficientemente raddrizzata per trasformarla
con il circuito di switching, il quale per attivarsi ha

36
Il sistema di generazione del segnale PWM Il MOSFET è collegato in serie con l'avvolgimento primario
del trasformatore cui è anche applicata la tensione
Il cuore di un alimentatore switching è il sistema di raddrizzata e stabilizzata che proviene dalla rete (parliamo
generazione del segnale PWM che pilota il transistor, dei 300/400 volt). Il MOSFET quindi funzionerà come uno
solitamente un mosfet, che modula la tensione "switch", facendo passare la corrente nell'avvolgimento del
raddrizzata presente sul condensatore elettrolitico trasformatore alla frequenza di qualche kilohertz. Senza
d'ingresso (quello collegato direttamente al ponte dubbio il MOSFET è molto sollecitato e rischia di restare
raddrizzatore). Nei circuiti più datati troverete un danneggiato in caso di sovratensioni. Lo stato di questi
insieme di transistor e componenti discreti che si transistor si può controllare con un semplice tester.
occupano della generazione del segnale PWM. Nel
tempo sono stati sviluppati parecchi circuiti integrati Il trasformatore
dedicati a questo tipo di applicazione. In alcuni casi questi
L'elemento caratteristico degli alimentatori switching è il
chip hanno integrato anche il mosfet di pilotaggio e
piccolo trasformatore d'isolamento. Impiegando
semplificano notevolmente l'architettura del circuito.
frequenze molto superiori a quella di rete, non sono
Alcuni dei circuiti integrati comunemente utilizzati sono: necessari grossi e pesanti trasformatori, il che rende
- LNK362/363/364: chip a sette piedini (DIP) che può questo tipo di alimentatori molto compatto. I
arrivare a una decina di watt di potenza. MOSFET trasformatori presentano un avvolgimento primario e due
integrato nel chip. Frequenza di funzionamento di circa o più secondari. L'avvolgimento primario è solitamente
130 KHz. Impiegato frequentemente negli
elettrodomestici.
- TNY263/268: chip a sette piedini (DIP) che può Fig. 41 - Il chip per la generazione del segnale PWM. A volte questi
integrati possono incorporare direttamente un transistor MOSFET.
arrivare a una trentina di watt di potenza. MOSFET
integrato nel chip. Frequenza di funzionamento di circa "cold" dell'alimentatore oppure da quello "hot". In questo
130 KHz. Impiegato di frequente negli elettrodomestici. secondo caso la precisione sarà minore. Il segnale
- LM2575: regolatore switching a tensione fissa o proveniente dal lato cold non può venire in contatto con la
variabile con oscillatore a 52 KHz. Package TO220 a parte hot: le masse delle due sezioni sono separate dal
cinque piedini. trasformatore. Per evitare contatti il segnale di controllo è
riportato al chip pwm utilizzando un opto isolatore.
- viper12/17: regolatore con mosfet integrato, prodotto
dalla ST che può raggiungere i 13 W a 60 KHz. I chip più semplici non richiedono molti pin oltre a quelli
descritti fino ad ora. Alcuni integrati, molto più sofisticati,
Quando il chip di regolazione si danneggia, l'alimentatore
permettono di regolare o impostare la frequenza di
può presentare un corto circuito e far anche saltare la
switching, possono verificare la presenza di sovraccarichi
corrente. In alcuni casi il danno è evidente e si possono
e condizioni di funzionamento anomale e quindi bloccare il
osservare spaccature sulla superficie del chip.
modulo switching evitando che si possa danneggiare.
Il chip genera il segnale PWM e ne modifica il duty cycle Consultate sempre il datasheet per avere maggiori
così da variare la tensione presente sull'avvolgimento informazioni.
secondario del trasformatore. La regolazione avviene
prelevando il segnale in uscita e riportandolo al chip, Transistor di potenza
solitamente a un piedino di feedback (spesso indicato con Fig. 42 - Il trasformatore per lo switching è di piccole dimensioni perché
Il chip di gestione del segnale PWM è collegato a un lavora a frequenze elevate (da qualche KHz fino a un centinaio) ed è dotato
la sigla "FB"). Il segnale può essere prelevato dal lato
MOSFET esterno (qualora non ne avesse uno integrato). di vari avvolgimenti.

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collegato in serie con il mosfet o il chip utilizzato per lo delle perdite. In caso di dubbio, sostituite i diodi,
switching e alle sue spire sono applicati 300 o più volt. Gli soprattutto se sono nei pressi di condensatori danneggiati.
avvolgimenti secondari possono essere numerosi, così da
fornire più tensioni in uscita, ma solitamente se ne trova
uno, posto sul lato hot, impiegato per alimentare il chip Il circuito di rilevazione dell'errore
generatore del pwm. Un altro avvolgimento secondario è
Gli alimentatori switching sono dei sistemi ad anello
quello utilizzato per ricavare il segnale di feedback da
chiuso. Un alimentatore lineare non verifica se la tensione
riportare al generatore di pwm. Il segnale di feedback
di uscita è corretta. La tensione di rete raggiunge il
però potrebbe essere ricavato direttamente dal
trasformatore ed è convertita direttamente in bassa
secondario con la tensione d'uscita oppure, in qualche
tensione. Se ci sono variazioni sulla tensione di rete,
raro caso, dall'avvolgimento secondario sul lato "hot"
queste sono riportate pari pari sul trasformatore e quindi
usato per fornire l'alimentazione al chip pwm. Oltre a
alle tensioni di uscita. Un alimentatore switching invece
questi avvolgimenti "fondamentali" se ne possono
verifica che la tensione in uscita sia corretta e nel caso di
trovare vari altri, uno per ogni tensione d'uscita
variazioni, varia la frequenza o il duty cycle del segnale
desiderata.
pwm per riportarla al valore nominale. Il segnale di errore
A differenza dei comuni trasformatori d'isolamento è ricavato direttamente da una delle tensioni di uscita, da
utilizzati con la tensione di rete a 50 Hz, i trasformatori un avvolgimento secondario dedicato o in rari casi sul lato
Fig. 44 - In questa foto: (rosso) trasformatore ad alta frequenza, (blu) chip
impiegati per gli alimentatori switching lavorano a per il PWM, (azzurro) diodi e condensatori d'uscita.
"hot" del trasformatore (si ha minore precisione). La
frequenze molto diverse tra di loro. Alcuni chip generano tensione prelevata è adattata con un partitore e applicata
segnali a 50 KHz, altri fino a 160 KHz e non c'è un vero e
proprio standard. Questo rende difficile trovare i Difficilmente riuscirete a trovare questo elemento da
componenti in caso di danneggiamento. qualche rivenditore on-line e una delle possibilità è di
cercare un "rottame" identico al circuito da riparare da cui
Mi è capitato raramente di trovare bruciato uno di questi estrarre il pezzo.
alimentatori e, in effetti, è un danno poco comune.
Raddrizzatori a semionda e condensatori d'uscita

Collegati agli avvolgimenti secondari del trasformatore


troverete, solitamente, dei semplici raddrizzatori a
semionda, realizzati con diodi rapidi, un condensatore
elettrolitico e una piccola bobina. I diodi impiegati
dovrebbero essere di tipo ultra veloce (ultra fast) perché il
segnale che ricevono è dell'ordine di decine di kilo hertz. A
volte si possono trovare anche dei semplici diodi schottky.
Lo stadio di uscita è molto critico, e anche se formato da
pochi elementi, può mettere in crisi tutto il sistema. Se uno
dei diodi va in corto, ha delle perdite o, come più spesso
avviene, uno dei condensatori usati per il livellamento del
segnale, presenta un elevato ESR, l'alimentatore non
funzionerà correttamente o non si accenderà del tutto.

Fig. 43 - Diodo e condensatore d'uscita. Il diodo è, solitamente, di tipo Mentre è semplice rilevare dei problemi sui condensatori, Fig. 45 - Il circuito di feedback è realizzato, di solito, con un TL431 e un
rapido. A volte si possono trovare anche dei regolatori tipo 78xx o 79xx. non è altrettanto immediato accorgersi di un diodo con optoisolatore per riportare il segnale al chip di switching, nel lato "hot"

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a un generatore di tensione di riferimento (solitamente
un TL431: tenetene sempre qualcuno nel cassetto!).
Il segnale ricavato è applicato a un opto isolatore che lo
riporta, sul lato "hot", al piedino di feedback dell'integrato
di controllo. Se il circuito di campionamento o l'opto
isolatore si danneggiano, la tensione in uscita potrebbe
assumere valori anomali, ma più frequentemente, il
circuito non funzionerà del tutto.
Circuiti di protezione

Quasi tutti gli alimentatori switching prevedono dei


circuiti di protezione che evitano danneggiamenti nel
caso qualcosa non funzioni correttamente e quindi
"spengono" l'alimentatore, mettendolo in sicurezza.
Esistono protezioni semplici come fusibili, termistori e
varistori che intervengono nel caso vi siano problemi
sulla linea di alimentazione o sovratensioni, ma anche
meccanismi più complessi che intervengono in caso di
surriscaldamento o nel caso la corrente richiesta
dall'alimentatore sia eccessiva.
1. Occasionalmente può capitare che la tensione di rete
non rispetti i valori nominali oppure che sulla linea siano
presenti disturbi e scariche (per es. causate da un
fulmine). Gli alimentatori switching possono proteggersi
Fig. 46 - Foto completa della scheda di un frigorifero, utilizzata come esempio in queste pagine. Sono visibili le varie sezioni: (verde chiaro) filtri
da questi inconvenienti con fusibili e varistori. Spesso si
d'ingresso, (giallo) ponte raddrizzatore con quattro diodi singoli, (arancione) condensatore elettrolitico di livellamento, (rosso) trasformatore ad alta
può anche trovare un termistore NTC posto in serie a frequenza, (azzurro) diodi e condensatori d'uscita, (blu) chip per lo switching, (verde scuro) resistenza di startup, (viola) circuito di feedback con
una delle linee di alimentazione. Il termistore interviene optoisolatore.
in fase di accensione, limitando la corrente richiesta nella 3. Una temperatura eccessiva potrebbe mettere in crisi la misura si effettua con una resistenza a bassissimo valore
fase iniziale. l'alimentatore. La misura della temperatura è di solito (current sensing resistor), collegata in serie a mosfet di
2. La fase di accensione è molto delicata e se fossero compiuta direttamente dal chip pwm che è dotato di un switching. Misurando la tensione ai capi di questo
presenti delle sovratensioni, il chip di generazione del sistema interno che lo blocca quando si surriscalda. Sugli resistore è possibile rilevare la corrente. Nel caso di
pwm potrebbe danneggiarsi. Alcuni chip sono dotati di un apparati con qualche anno di età capita di frequente di assorbimenti eccessivi, il chip blocca il funzionamento
circuito di protezione delle sovratensioni iniziali che trovare ventole di raffreddamento danneggiate o grippate. evitando che occorrano danni ulteriori. Se questo
blocca lo start-up se la tensione fornita tramite la Se il circuito non è raffreddato in modo sufficiente, si resistore si danneggia o modifica il suo valore, si
resistenza d'avvio (start-up resistor) non è nei valori surriscalderà, bloccandosi o peggio danneggiandosi potrebbero avere degli strani comportamenti
massimi ammessi. A volte si trovano dei sistemi di completamente. dell'alimentatore che potrebbe accendersi e spegnersi a
protezione esterni, realizzati con diodi zener, che singhiozzo. Si possono trovare dei meccanismi di
4. Il caso in cui l'alimentatore debba fornire elevate protezione anche sul lato "cold" dell'alimentatore. In
intervengono quando la tensione applicata al pin di start- quantità di corrente rappresenta una situazione anomala.
up è eccessiva. Quando intervengono questi meccanismi questo caso il sistema bloccherà il circuito di feedback, di
Alcuni integrati di generazione del pwm hanno dei pin che fatto "spegnendo" l'alimentatore.
di protezione l'alimentatore non partirà e sarà necessario possono rilevare l'assorbimento di corrente. Solitamente
scollegarlo dalla rete e riaccenderlo per farlo ripartire.

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Fig. 47 - Schema completo di un alimentatore switching a 12 V. Ho evidenziato le sezioni principali: (verde chiaro) filtri d'ingresso, (giallo) ponte
raddrizzatore, (arancione) condensatore elettrolitico di livellamento, (rosso) trasformatore ad alta frequenza, (azzurro) condensatori e bobina d'uscita,
(blu) chip per lo switching, (verde scuro) resistenza di start-up, (verde militare) resistenza d'alimentazione, (rosa) circuito di feedback con
optoisolatore (per praticità è stato diviso in due parti dal progettista).

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Fig. 48 - Schema elettrico di un alimentatore con il chip TOP224Y. Ho evidenziato le sezioni: (verde chiaro) filtri d'ingresso, (giallo) ponte raddrizzatore
con quattro diodi singoli, (arancione) condensatore elettrolitico di livellamento, (rosso) trasformatore ad alta frequenza, (azzurro) diodo e
condensatore d'uscita, (blu) chip per lo switching, (rosa) circuito di feedback con optoisolatore.

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Fig. 49 - Schema completo di un alimentatore switching di una lavatrice. Ho evidenziato le sezioni principali: (verde chiaro) varistore di protezione,
(giallo) singolo diodo rettificatore(!), (arancione) condensatori elettrolitici di livellamento, (rosso) trasformatore ad alta frequenza, (azzurro)
condensatori e diodi d'uscita, (blu) chip di switching LNK30PN, (verde scuro) resistenza di start-up e alimentazione, (rosa) circuito di feedback.

42
Fig. 50 - In questa scheda sono state evidenziate le due zone: "hot" e "cold", in rosso e blu. La linea di separazione tra le due zone è "tracciata" dal corpo
del trasformatore ad alta frequenza e dall'opto-isolatore.

Hot & Cold

Tutti gli alimentatori SMPS, cioè di tipo switching, utilizzano


due masse che sono denominate "hot" e "cold". La massa
"hot" è quella sul lato collegato direttamente alla rete di
alimentazione. Non essendo presente un trasformatore
d'isolamento, la tensione di rete raggiunge direttamente il
ponte a diodi, sul cui terminale negativo è ricavata la massa
"hot".
Il trasformatore ad alta frequenza fornisce una separazione
elettrica e sullato del suo secondario si ricava una seconda
massa, definita "cold". Le due masse non vanno confuse, nè
mischiate tra di loro.
Fate sempre attenzione quando vi aggirate sul lato "hot"
perché è di fatti direttamente connesso alla rete elettrica.

43
Fig. 51 - In questa foto è visibile il retro della scheda di figura 50. Le zone "hot" (a sinistra) e "cold" (a destra) sono perfettamente isolate. La linea di
divisione è stata tracciata in rosso per renderla più evidente. La pista che corre sul bordo della scheda è la messa a terra.

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Riparare

45
45
In questa sezione finale v’indicherò una serie di tecniche, componente ma ci si può accorgere che qualcosa di
consigli e approcci da utilizzare per la riparazione di un anomalo è accaduto, per esempio perché il circuito
alimentatore switching. Nel mio laboratorio passano, in stampato ha cambiato colore, segno che qualche elemento
un anno, centinaia di alimentatori che ripariamo scalda eccessivamente.
quotidianamente. Ho raccolto qui trucchi e conoscenze I componenti più comuni sono resistenze e condensatori.
maturate nel mio lavoro quotidiano. Non vi garantisco la Le resistenze danneggiate potrebbero esser del tutto
riparabilità di ogni alimentatore che vi capiterà tra le bruciate e presentare un aspetto carbonizzato, oppure
mani, non è così neppure per noi, ma sicuramente avrete essere ancora integre. In questo caso provate a misurarle
delle possibilità in più e la riparazione vi sembrerà più e rilevare il loro valore. A volte potrebbero essere ancora
facile. Se non avete mai riparato questo tipo di circuiti, le funzionati anche dopo aver subito dei traumi "elettrici". Se
prime volte avrete molte difficoltà. Con la pratica le dovessero essere spezzate, potete provare a misurare con
difficoltà si appianeranno e diventerete sempre più abili un tester le due metà e poi sommare i valori.
ed esperti.
Riparazione

Aldilà del tipo di guasto che potrebbe avere il modulo di Fig. 54 - Circuito stampato con aree surriscaldate ed evidenti bruciature.
alimentazione che volete riparare, è fondamentale
possono cercare delle informazioni nei datasheet del
riuscire a capire se i vari elementi che lo compongono
componente usato per lo switching che di solito riporta
sono funzionanti oppure no. A volte è semplice
degli schemi applicativi d'esempio che poi i progettisti
rimuovere i componenti e capire se sono guasti o integri.
riprendono nei loro progetti.
Spesso i componenti danneggiati hanno un aspetto
bruciaticcio, brunito, presentano spaccature e crepe, I condensatori danneggiati non sono sempre così evidenti.
hanno i colori alterati o le scritte cancellate per via del Quelli di tipo elettrolitico in alcuni casi presentano
surriscaldamento. A volte non ci sono segni evidenti sul rigonfiamenti e perdite e quindi il danno è evidente, ma
non è sempre così immediato capire se abbiano subito dei
danni. Per verificarli è bene usare degli strumenti di
misura come capacimetri o misuratori di ESR. Oltre ai
Fig. 53 - Condensatore elettrolitico "gonfio". A causa di una probabile condensatori elettrolitici, si danneggiano spesso anche
sovratensione l'elemento ha rilasciato l'elettrolita, quelli a film, soprattutto se sottoposti a sovratensioni o
Se le resistenze sono di tipo SMD, il riconoscimento sbalzi di corrente. Questo tipo di condensatori sono posti
potrebbe essere più difficoltoso perché quest'ultime sono all'ingresso dei moduli di alimentazione e quando sono
molto più minute e le scritte sulla loro superficie si danneggiati, raramente presentano segni visibili o indizi.
possono cancellare facilmente, soprattutto se la resistenza Le considerazioni fatte per resistenze e condensatori
si brucia. valgono anche per diodi, chip e transistor. Non sempre i
Per risalire al valore di una parte bruciata è possibile danni sono evidenti e serve la verifica con strumenti di
cercare qualche foto della scheda su Internet. Con molta misura. Non sempre gli strumenti di misura possono
fortuna potreste trovare delle foto di schede simili alla rilevare con esattezza i danni. In questi casi, se i
vostra o che hanno subito la stessa sorte. Soprattutto per componenti sono comuni, di facile reperibilità e basso
gli elettrodomestici è possibile trovare dei forum dove costo, io consiglio sempre di sostituirli, così da ridare
viene spiegato come ripararli. A volte si trovano anche gli nuova vita all'alimentatore.
Fig. 52 - Circuito stampato con aree surriscaldate. schemi elettrici ed elettronici e da questi è possibile
risalire al valore dei componenti. Nei casi più estremi si

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Adottare un metodo
In ogni riparazione è importante l'approccio e il metodo
seguito. Anche se siete esperti, è importante
documentare tutte le fasi di smontaggio e rimontaggio
delle schede. Personalmente tengo una scheda, un
semplice foglio, su cui riporto un disegno del circuito da
smontare, con tracciati tutti gli elementi e la loro
posizione. Dopo aver analizzato e verificato ogni singolo
elemento, ne annoto lo stato utilizzando delle matite
colorate. I componenti integri sono segnati in verde,
quelli danneggiati, in rosso e quelli "dubbi" in arancione. I
componenti evidenziati con il colore arancione sono
quelli che presentano dei valori leggermente alterati o di
cui non è possibile verificare il funzionamento. Per
evitare rischi, in fase di rimontaggio, lì sostituirò.

Fig. 55 - Fotosequenza di smontaggio di un dispositvo complesso. Ogni passaggio è stato fotografato indicando con il cacciavite le viti interessate.
Cavi e connettori sono marcati con etichette e segni di pennarello.

Fig. 56 - Foglio accompagnatorio di una scheda elettronica, così come siamo abituati a fare nel mio
laboratorio. Un disegno riproduce il circuito e i componenti, una volta verificati, sono marchiati
con vari colori che ne indicano lo stato.

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Malfunzionamenti degli alimentatori switching
Un alimentatore switching guasto può essere
danneggiato in modo evidente e ben visibile, oppure può
apparire integro e potrebbe anche accendersi e produrre
delle tensioni d'uscita alterate o intermittenti. È possibile
individuare varie tipologie di sintomi che si possono
associare a vari danneggiamenti.
Nel caso più grave l'alimentatore non si accende del tutto
e quando lo si collega alla rete elettrica, fa saltare "le
valvole" o brucia il fusibile. In questo caso ci sono
probabilmente dei danni nella sezione "hot": il ponte
raddrizzatore potrebbe essere in corto, sono saltati i
componenti di filtro e protezione, si è bruciato il mosfet o
l'integrato del pwm.
A volte collegando l'alimentatore non si ha nessuna
tensione in uscita e i fusibili non saltano. In questo caso
l'integrato di generazione del pwm potrebbe essere
saltato oppure semplicemente in "shutdown" perché
rileva delle condizioni anomale. Potrebbe essere saltato
anche il circuito di feedback.
Nei casi più particolari la tensione va e viene e
l'alimentatore a volte si accende e a volte no, oppure lo fa
per un po' e poi si spegne. Le tensioni in uscita
potrebbero essere più elevate del valore nominale,
oppure molto basse. A volte si rileva la mancanza di
potenza e quindi dei malfunzionamenti
nell'apparecchiatura alimentata. Questi Fig. 57 - Una scheda parzialmente smontata e il suio foglio accompagnatorio al termine dell'analisi. Tutti i problemi sono stati evidenzati e non resta che
malfunzionamenti sono di solito causati da problemi con i sostituire i pezzi guasti.
condensatori elettrolitici o con il circuito di feedback.

Pericolo! Fate molta attenzione nel misurare la tensione


di un apparato collegato alla 220. Evitate di poggiare i
puntali delle sonde e piuttosto utilizzate dei coccodrilli o
saldate direttamente degli spezzoni di filo alle piazzole da
misurare a cui collegare poi le sonde del tester.

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Tecniche - Misurare le tensioni

Per capire come e se l'alimentatore sta funzionando, è


necessario alimentarlo e misurare alcune tensioni
"fondamentali". Queste operazioni richiedono una serie
di misure da compiere mentre il circuito è alimentato e
questo è molto pericoloso. Per evitare problemi prendete
sempre tutte le precauzioni possibili. Organizzate la
misura del punto di vostro interesse predisponendo le
sonde, eventualmente con coccodrilli o anche saldando
dei fili direttamente al circuito, quindi accendete,
misurate e spegnete di nuovo. Per evitare shock elettrici,
indossate scarpe con le suole di gomma e utilizzate una
sola mano per eseguire misure e operazioni sul circuito.
L'altra mano tenetela in tasca, in questo modo non si
creerà un circuito passante per il cuore! Se dovete
compiere delle regolazioni usate dei cacciaviti di plastica.
Ricordatevi che le sonde del tester possono facilmente
scivolare mentre le premete su una pista e causare dei
cortocircuiti.
Ricordatevi che anche quando il circuito è scollegato
dalla rete, potrebbe essere pericoloso perché il
condensatore elettrolitico posto all'ingresso potrebbe
non avere una rete di scarica e quindi essere carico a
qualche centinaio di volt. Verificate con un tester se è

Fig. 59 - Per misurare con tranquillità e sicurezza le tensioni presenti nel circuito, procuratevi delle sonde con terminali a clip o a coccodrillo che
potrete collegare stabilmente ai punti da misurare.

carico e in caso affermativo, scaricatelo con un resistore. La massa "hot" non è isolata e va trattata con molta
attenzione. Quando effettuate delle misure di tensione
Gli alimentatori SMPS hanno due differenti masse, una di
dovete sempre usare la massa corretta. Per evitare
queste è ricavata sul piedino negativo del condensatore
elettrolitico di filtro ed è definita "hot ground", l'altra è problemi potrebbe convenire alimentare il circuito con un
trasformatore d'isolamento. Le due masse vanno tenute
isolata ed è ricavata sul negativo dei condensatori
Fig. 58 - Scarica di un condensatore elettrolitico. L'operazione si può ben separate!
elettrolitici d'uscita. Questa seconda massa può essere
effettuare anche con componenti saldati su una scheda.
collegata alla messa a terra e si definisce "cold ground". Possiamo analizzare l'alimentatore dall'esterno o

49
dall'interno. Nel primo caso osserveremo solo se questo Le condizioni "interne" più interessanti da verificare 3) la presenza della tensione di alimentazione
riceve la tensione di rete e genera quelle d'uscita. Nel sono: dell'eventuale chip PWM (lato hot);
caso queste non fossero presenti, possiamo registrare
1) La presenza della tensione di rete all'ingresso del 4) le tensioni sugli avvolgimenti secondari del
alcuni comportamenti e quindi decidere come e cosa
circuito e sul ponte (o diodo) rettificatore d'ingresso; trasformatore che si possono misurare comodamente sui
analizzare. L'analisi "interna" procede misurando la
2) la tensione raddrizzata ai capi del grosso condensatore condensatori o morsetti d'uscita (lato "cold").
tensione in alcuni punti fondamentali del modulo di
alimentazione. Per misurare le tensioni sul lato "hot" con elettrolitico di filtro posto all'ingresso del circuito (lato
una certa "tranquillità" collegate, se lo avete, un hot);
trasformatore d'isolamento a 220 volt.

4 - diodo d'uscita 5 - stabilizzatore di tensione


3 - condensatore elettrolitico

2 - ponte
rettificatore

6 - chip logico

1 - fusibile

Fig. 60 - (1) verificate che il fusibile sia integro, (2) misurate la tensione sul ponte a diodi, (3) sul condensatore dovreste trovare circa 300 V DC, (4) rilevate la presenza della tensione continua sui diodi o sui condensatori d'uscita,
(5) se sono presenti degli stabilizzatori di tensione controllate che ricevano una tensione e che funzionino correttamente, (6) individuate un chip noto e controllate se è alimentato.

50
2 - chip di switching

1 - condensatore

3 - diodi e condensatori d'uscita

Fig. 61 - Questa scheda non ha dei veri e propri filtri d'ingresso e neppure un ponte a diodi. La tensione di rete è raddrizzata da un semplice diodo in serie con una bobina e una resistenza. Sul (1) condensatore dovreste trovare
circa 300 V DC. Il condensatore è riconoscibile dal voltaggio elevato. Su questo tipo di schede il suo valore di capacità è solitamente molto modesto, al massimo di una decina di microfarad o poco più. Verificate che il chip che si
occupa dello switching (2) sia alimentato (consultate il datasheet) e quindi (3) rilevate la presenza della tensione continua sui diodi o sui condensatori d'uscita.

51
Misure di tensione "esterne" delle tensioni di uscita intermittenti. Potete accorgervi
della presenza di problemi all'avvio collegando un
Soffermandoci all'analisi "esterna" possiamo distinguere oscilloscopio alle uscite oppure un semplice voltmetro a
due casi: nel primo l'alimentatore non funziona e quando lancetta. Verificate i diodi d'uscita e il circuito di feedback
si collega, se c'è un fusibile, questo si brucia; nel secondo e l'opto isolatore. Si possono avere anche delle tensioni
caso il fusibile non si brucia ma l'alimentatore non "intermittenti" se ci fossero delle piste interrotte o delle
funziona. Per capire se l'alimentatore funziona, osservate saldature malfatte. Questo tipo di problemi è di solito più
se ci sono dei led che indicano l'accensione o misurate infido perché si tende a soffermarsi sui componenti
direttamente le tensioni d'uscita. Cercate di capire se è piuttosto che sul circuito stampato, le piste e le saldature,
necessario collegare un carico e disabilitare lo stand-by che comunque hanno un ruolo rilevante!
(come per gli alimentatori ATX da PC).
A volte potrebbe anche capitare che l'alimentatore sia
funzionante e non ci siano guasti. Spesso ci lasciamo
Quando si brucia il fusibile potrebbe esserci un problema condizionare da quanto ci riportano i Clienti e ci
nel lato hot. Verificate quindi il filtro d'ingresso e il ponte Fig. 63 - Gli alimentatori ATX per PC sono di tipo switching e richiedono un concentriamo sulla loro percezione del guasto. Se dopo
raddrizzatore, quindi passate a verificare il chip carico per poter funzionare correttamente. un’attenta analisi del modulo switching, rileviamo che le
generatore del PWM ed eventualmente il MOSFET (se tensioni sono presenti e che tutto sembri funzionare
Osservando con una lente d'ingrandimento la superficie correttamente, forse è il caso di cercare altrove il guasto.
presente). In alcuni casi un corto circuito su uno dei diodi del circuito integrato potrete notare una piccola crepa con Per essere sicuri del verdetto provate magari ad applicare
veloci del lato cold potrebbe far saltare il fusibile una bolla: si rompono tutti nello stesso modo. In questi
d'ingresso. Se il fusibile è saltato, potrebbero esserci un carico adeguato all'alimentatore e magari a tenerlo
casi, ovviamente, i circuiti sono danneggiati e le tensioni di acceso per un po' di tempo, così che si possa "riscaldare".
delle cause evidenti. uscita non saranno presenti. Valutate anche dove è posto l'alimentatore, nel caso
Annusate la scheda: odora di acre o bruciato? Cercate dei In alcuni casi l'alimentatore funziona ma produce delle questo sia un modulo autonomo, e se sia sufficientemente
componenti bruciati, rotti o scheggiati. Molte schede di tensioni non corrette. Se le tensioni sono troppo basse, ventilato. Potreste trovare una ventola di raffreddamento
alimentazione per elettrodomestici usano dei chip della potrebbero esserci dei componenti in perdita (solitamente rotta che fa surriscaldare il circuito!
serie LNK o GNK. Questi chip sono impiegati al limite condensatori elettrolitici) che "affaticano" il circuito. Il
delle loro possibilità e dopo pochi anni si danneggiano. circuito potrebbe anche inizialmente funzionare bene ma
presentare questo tipo di problemi solo dopo un po' che è
acceso (da pochi minuti ad alcune ore). Non dimenticatevi
di verificare anche i condensatori a film plastico oltre agli
rottura del chip
elettrolitici. I danni sui condensatori elettrolitici sono
spesso ben visibili a differenza di quelli ceramici o a film
plastico, ma non dimenticatevi di verificarli tutti.
Più raramente potrebbe capitarvi di registrare delle
tensioni più elevate di quelle nominali. Solitamente i
circuiti hanno dei meccanismi di protezione che evitano il
manifestarsi di condizioni pericolose. Quando questi
meccanismi si danneggiano, si potrebbero registrare delle
tensioni troppo elevate. In situazioni limite il circuito si
Fig. 62 - Un chip per alimentatore swtching della serie LNK danneggiato. Il avvia, ma poi va in protezione e quindi si spegne
chip è esploso internamente. Sulla superficie si nota solo una piccola bolla e
(shutdown). In casi più bizzarri questo sistema di Fig. 64 - Tenete a portata di mano una vecchia motherboard per poter
una fessura capillare.
protezione causa il continuo riavvio del sistema generando testare gli alimentatori ATX.

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Misure di tensione "interne"
Per farvi un'idea del funzionamento dell'alimentatore
verificate le tensioni presenti nei seguenti punti:
1. per misurare la presenza della tensione di rete nel
circuito è necessario appoggiare le sonde del tester sul
ponte raddrizzatore o su uno degli elementi del filtro
d’ingresso antidisturbo. Impostate il tester per misurare
tensioni alternate maggiori di 200 volt e procedete con
molta attenzione. Non sempre il ponte raddrizzatore è
presente, come in molte schede provenienti da lavatrici e
lavastoviglie, dove per risparmiare, si utilizza un semplice
diodo. In questi casi si trova sicuramente un varistore o
un condensatore collegato tra neutro e fase. Misurate lì
Fig. 66 - Verificate se la tensione a 220 V alternati raggiunge il ponte Fig. 67 - Ai capi dei condensatori elettrolitici di livellamento dovreste
la presenza della tensione dell'alimentazione. Se la rettificatore. Fate molte attenzione mentre fate questa misura! trovare circa 300 volt.
tensione non fosse presente, verificate tutte le possibili
cause, anche quelle più scontate come il funzionamento 2. La presenza della tensione sul condensatore di filtro
corretto di un eventuale interruttore di accensione, lo indica che il ponte raddrizzatore funziona correttamente.
stato del cavo di alimentazione e di eventuali fusibili. Se ci
sono dei filtri antidisturbo, controllateli, verificando che La tensione è continua ed ha valori molto elevati. Per
le bobine non siano interrotte o bruciate. A volte misurarla si deve impostare il tester su VDC e prestare
potrebbero anche esserci delle piste bruciate o delle molta attenzione. Per misurare con sicurezza la tensione,
saldature "saltate" cui non avevate dato importanza o che usate delle sonde a clip o con coccodrillo o saldate dei fili
non avevate notato. alla scheda. Se non è presente nessuna tensione verificate
eventuali componenti posti tra il ponte raddrizzatore e il
condensatore e lo stato del ponte stesso. Se la tensione
presenta valori anomali (troppo bassi) dovrete verificare il
condensatore e misurare capacità ed ESR. Prima di fare
delle misure ricordatevi di scaricarlo con una resistenza.

3. La tensione di alimentazione del chip pwm.


Individuate il chip che genera il segnale PWM. Potrebbe Fig. 68 - Per misurare la tensione ai capi dei condensatori elettrolitici è
spesso necessario appoggiare le seonde sul retro della scheda.
essere un piccolo integrato in formato DIP o TO220 ma
anche SMD. I chip più comuni hanno una sigla tipo
VIPERxx, LM2575, MCxxx o NCVxxx. Cercate il datasheet
e individuate la piedinatura. Il chip riceverà su uno dei suoi
pin la tensione di alimentazione. Sul datasheet troverete il
valore di questa tensione. Accendete la scheda e verificate
con il tester che la tensione ci sia e sia nei limiti indicati.
Fig. 65 - Un buon punto per verificare la presenza della tensione di rete è il Anche questa misura avviene nella zona "hot" e quindi
fusibile che potrebbe essere presente sulla scheda.
dovrete prendere tutte le precauzioni necessarie.

53
Fig. 69 - Verificate che sui diodi e condensatori d'uscita siano presenti le Fig. 71 - Se sulla scheda sono presenti degli stabilizzatori di tensione, Fig. 73 - Se non ci sono punti di appiglio per le clip a coccodrillo, saldate
tens nominali dell'alimentatore. verificate i voltaggi presenti sul pin d'ingresso e di uscita. degli spezzoni di cavo a cui aggrapparle.

Fig. 70 - Se avete difficoltà nel misurare le tensioni sul lato componenti, Fig. 72 - Per lavorare in sicurezza, fissate le sonde al circuito, prima di
girate la scheda. Per misurare le tensioni d'uscita individuate la massa alimentarlo, utilizzando dei cavi con clip a coccodrillo.
"cold" e appoggiatevi la sonda nera mentre puntate la seconda sonda sul
catodo del diodo da misurare.

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Oscilla o non oscilla

Uno dei punti fondamentali nella riparazione degli


alimentatori SMPS è quello di capire se il segnale pwm è
generato oppure no. Per verificare la presenza del
segnale serve un oscilloscopio. A seconda se si abbia un
trasformatore d'isolamento si può procedere in due
modi:
- Senza trasformatore d'isolamento: non collegate
direttamente l'oscilloscopio al circuito! Per verificare la
presenza dell'oscillazione PWM, con l'oscilloscopio e
l'alimentatore acceso, avvicinate semplicemente la punta
della sonda dell'oscilloscopio al trasformatore pilotato
dal PWM. Regolando opportunamente il guadagno dello
strumento (scala volt/div), dovrebbe apparire il segnale
PWM (molto disturbato ma presente). Il segnale
dovrebbe avere una frequenza di qualche kilohertz, come
da specifiche del chip che lo genera. Quando il circuito Fig. 73 - Per verificare senza rischi se il segnale PWM è presente è Fig. 74 - Il segnale generato dal chip potrebbe non essere un'onda quadra e
non funziona, non si rileva nulla oppure solo un disturbo a sufficiente avvicinare o appoggiare la sonda dell'oscilloscopio alla carcassa avere le forme più svariate, l'importante è che non sia un onda a 50 Hz.
cinquanta Hertz. Se il vostro oscilloscopio ha dei cursori del trasformatore ad alta frequenza.
di misura, li potete spostare così da misurare la l'alimentatore, la lancetta del tester analogico vibrerà,
La presenza del segnale PWM vi da la conferma che il chip allora il chip PWM sarà funzionante.
frequenza.
dovrebbe funzionare correttamente e che quindi il
- Con trasformatore d'isolamento: avendo a disposizione problema dovrebbe essere cercato altrove. In questi casi, rilevando la presenza o l'assenza del PWM
un trasformatore d'isolamento potete collegare potrete trarre un’importante considerazione: la posizione
A volte capita spesso di finire in un vicolo cieco e di non del guasto. Se non è presente nessuna oscillazione, il
l'alimentatore switching al trasformatore, la massa
capire più che cosa stia accadendo. Avete verificato tutti i guasto, con buona probabilità sarà nel lato del primario,
dell'oscilloscopio alla hot ground e quindi la sonda al pin
componenti (o almeno così vi pare), avete provato ad altrimenti, se rilevate un'oscillazione, concentratevi sul
del chip che genera il segnale PWM. In questo modo
alimentare il circuito in vari modi, con e senza lampadina, lato secondario.
potrete rilevare con molta precisione la presenza della
ma niente da fare: il guasto non si trova. Cercate allora di
forma d'onda. Su alcuni datasheet è riportata la forma di Con queste misure potreste anche trovare che il segnale
capire se il segnale PWM è presente oppure no.
questo segnale e potrete verificare che sia conforme a sul primario arriva, ma non giunge sul secondario. In alcuni
quanto misurato. Fate attenzione a cercare il segnale a Rimozione e verifica del trasformatore rari casi potrebbe essere colpa del trasformatore.
bassa tensione che pilota il "gate" del MOSFET. Per Smontatelo e verificatelo. Misurate la resistenza presente
compiere delle misure nel lato "hot" del circuito, la massa Rimuovendo il trasformatore è possibile collegare un tra le spire. Potreste avere un avvolgimento interrotto
dell'oscilloscopio deve toccare la massa "hot" e tester analogico tra la massa sul lato cold e il segnale oppure in corto. Senza degli strumenti specifici è difficile
l'alimentatore va alimentato attraverso con presente sull'avvolgimento primario. Il segnale si può fare delle misure.
trasformatore d'isolamento 220:220 (220 v in ingresso e prelevare sul chip (se questo incorpora il MOSFET)
oppure sul MOSFET esterno. Solitamente il pin su cui Potete provare il trasformatore "a banco" utilizzando un
220 v in uscita). Se il MOSFET è integrato nel chip, usate
appoggiare la sonda è il drain (D). Verificate i datasheet generatore di segnali che collegherete a uno degli
il primo sistema per rilevare la presenza del segnale.
per identificarlo con sicurezza. Se accendendo avvolgimenti secondari, mentre con l'oscilloscopio

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controllerete se sul primario appare qualche tipo di
segnale. Il segnale da immettere dovrebbe avere una
frequenza di qualche kilohertz, magari la stessa
frequenza utilizzata durante il normale funzionamento.
Potete misurare le tensioni d'ingresso e d'uscita e farvi
un’idea del rapporto di trasformazione.

Potete verificare un trasformatore anche con un


particolare strumento chiamato Blue Ring Tester. Questo
strumento è abbastanza costoso ed è venduto negli USA
come kit. È possibile farsene spedire uno acquistandolo
su Ebay. Con il Blue Ring tester potrete verificare lo stato
di un trasformatore e stabilire se questo è danneggiato, e
magari presenta delle perdite dovute a danneggiamenti Fig. 75 - Per verificare un trasformatore collegate un generatore di segnali a uno degli avvolgimenti e un oscilloscopio sugli altri. Confrontate i segnali i
interni. Un trasformatore in buono stato, tipicamente, ningresso e uscita.
accende tutti i led, in caso di perdite vedrete accesi solo
pochi led, solitamente quelli rossi. Il Blue Ring Tester
misura il Q della bobina o del trasformatore in modo
approssimativo e funziona anche "in circuit".
Collegandolo sul primario del trasformatore è possibile
rilevare un corto circuito sul secondario o viceversa.

A volte il circuito del pwm non parte. Ve ne potete


accorgere con un tester analogico o con l'oscilloscopio.
Collegate il tester analogico a una delle uscite
dell'alimentatore e date tensione. Se la lancetta ha un o
spunto e poi torna a zero è un chiaro indizio che il circuito
ha qualche problema e va in protezione.
A volte il tester non rileva questi "movimenti". Utilizzate
l'oscilloscopio cercando lo "spunto" in vari punti. Sia sulle
uscite lato secondario sia sul pin di alimentazione del chip
pwm. (Attenzione a fare le misure con il circuito
alimentato da un trasformatore d'isolamento!) Fig. 76 - Blue Ring Tester collegato a un trasformatore di prova con Q Fig. 77 - Blue Ring Tester collegato al trasformatore di un alimentatore
elevato: tutti i led sono accesi. switching. L'alimentatore è presenta dei danni sul secondario e il Q del
trasformatore ne risente: si accendono solo tre led rossi.

56
Il trucco della lampadina

Immaginate di aver sostituito alcuni componenti del


vostro modulo di alimentazione, incluso un raro chip di
switching che avete trovato su ebay. Alimentate il circuito
e... bang! salta di nuovo e siete punto a capo.
Probabilmente avete anche rotto di nuovo il chip.
Esiste un trucco usato tanto tempo fa dai riparatori TV:
mettevano in serie una lampadina al televisore. Nel caso ci
fosse un cortocircuito, la lampada si accenderà e limiterà la
corrente limitando i danni.
Fig. 78 - La lampadina ad incandescenza va collegata in serie al circuito da Fig. 79 - Se la lampadina resta accesa ed è molto brillante significa che il
Prima di accendere il vostro alimentatore appena riparato, proteggere. Se Il circuito è funzionante la lampadina non dovrebbe restare circuito assorbe molta corrente. La lampadina evita che i componenti si
collegategli in serie una lampadina a incandescenza e accesa. danneggino.
osservate cosa accade. La lampadina potrebbe essere:
- molto luminosa,
luce, mentre il condensatore di filtro si carica, poi arriverà
- spenta, a regime restando quasi del tutto spenta.
- lampeggiante. Verificate se sono presenti le tensioni d'uscita. In questo
Nel primo caso, l'alimentatore non è ancora funzionante e caso avete buone probabilità di aver risolto il problema.
ci sono dei problemi da risolvere, infatti, è presente ancora
un corto circuito e quindi la lampadina si accende. In questi
Se la lampadina lampeggia, la corrente che arriva
casi è possibile individuare rapidamente quali sono i
all'alimentatore potrebbe non essere sufficiente e questo
componenti problematici, cioè quello o quelli che sono in
si "riavvia". Provate con una lampadina di wattaggio
cortocircuito. Lasciando acceso il circuito per poco più di
maggiore. SE non avete altre lampadine misurate le
un minuto potrete trovare in fretta i colpevoli... scollegate
tensioni in uscita, che saranno anch'esse "pulsanti". Se non
subito tutto, scaricate il condensatore di filtro e cercate
fossero presenti, probabilmente l'alimentatore non è
quali sono le parti più calde. Potete fare la verifica al tatto,
funzionante, altrimenti potrebbe solo essere un problema
appoggiando un dito, oppure dotandovi di un termometro
di corrente insufficiente. Per la misura sarebbe meglio
abbastanza preciso. La soluzione migliore di tutte e anche
usare un tester analogico: vedrete la lancetta salire fino al
molto professionale è quella di utilizzare una termo
valore previsto e poi ricadere nella fase di riavvio.
camera. Inquadrando il circuito vedrete immediatamente
le parti surriscaldate. Segnatele, quindi verificatele e La lampadina va collegata in serie al cavo di alimentazione
sostituitele. Con buona probabilità avrete risolto il vostro che arriva all'alimentatore. Potete anche collegare la
problema! lampadina al posto del fusibile. Vi serve una lampadina da
un centinaio di watt a incandescenza (oggi una rarità!).
Nel caso la lampada sia spenta, significa che l'alimentatore
potrebbe essere funzionante. Il comportamento corretto Fig. 80 - Se l'alimentatore funziona correttamente, la lampadina potrà
è quello in cui la lampadina parte accesa e poi si spegne o inizialmente brillare, mentre si carica il condensatore elettrolitico, per poi
spegnersi o restare molto fioca.
resta comunque molto bassa. Inizialmente emetterà molta

57
Don't Panic!

58
58
Don't Panic!

Ed ora tocca a voi! nessuno!


Provate a riparare qualche alimentatore seguendo i Scaricate i datasheet del chip PWM e verificate la
consigli presentati in questa breve guida. Se siete alle tensione di alimentazione e di startup e la frequenza di
prime armi, l'impresa potrebbe risultare difficile, ma funzionamento. Se avete tempo, leggetevi il suo
ricordate che riparare circuiti elettronici è sempre un datasheet: potreste trovare molte informazioni
lavoro molto complesso. A differenza di altri lavori di interessanti.
riparazione, il riparatore elettronico si trova ad Nella prossima pagina troverete un diagramma a blocchi
affrontare ogni volta delle situazioni completamente "sperimentale" che potrebbe aiutarvi nel lavoro di
differenti. Anche schede dello stesso tipo sono riparazione. Difficilmente lo seguo alla lettera, perché la
periodicamente revisionate e gli schemi non sono mai realtà è sempre piena di sorprese e inconvenienti, ma è
uguali. Si possono trovare componenti obsoleti o fuori un'ottima traccia per darsi una regola e cercare di seguire
produzione che possono rendere vano il vostro lavoro. un approccio logico e razionale alla riparazione.
Prima di abbandonare, cercate su Ebay o Aliexpress: sono
fonti inesauribili a cui rivolgersi per trovare pressochè
ogni tipo di componente elettronico.
Di fronte a una nuova scheda, senza farsi prendere dal
panico, iniziate a fare una serie di controlli "sistematici" e
segnatevi tutto quello che fate.
Le verifiche che faccio di solito sono:
- alimentare il circuito (se possibile), verificando le
tensioni presenti sul ponte, sul condensatore
elettrolitico, sul chip e sulle uscite;
- controllo dei condensatori elettrolitici e di altri tipi;
- controllo di diodi e ponti raddrizzatori;
- verifica di transistor, mosfet e simili;
- verifica del trasformatore;
- verifica della presenza dell'oscillazione;
- sostituzione delle parti danneggiate;

42
- test con lampadina;
- test finale.
Fatevi una mappa del circuito e segnate tutti i
componenti che avete controllato. Non dimenticatevene

59
Diagramma a blocchi per riparazioni

60
Verifica dei diodi
Diodi e LED contengono al loro interno una giunzione PN e
si possono misurare con un semplice tester. Potete usare un
tester a lancetta impostato sulla misura di resistenze “10X”,
oppure un multimetro digitale dotato di prova-diodi che
misurerà la tensione di polarizzazione diretta della
giunzione. Anche per la misura corretta di un diodo è
opportuno che abbia almeno uno dei terminali “libero”.
Per la verifica di un diodo:
• inserite la sonda nera nella boccola COM;
• inserite la sonda rossa nella boccola con il simbolo di un
diodo;
• ruotate il commutatore per la scelta della portata sulla
posizione “prova diodi”;
• appoggiate la sonda rossa sull'anodo e quella nera sul
catodo (parte del componente segnata con una striscia);
• leggete il valore rilevato che dovrebbe essere di circa 0,5
volt (per un diodo comune);
• invertite le sonde così da polarizzare inversamente la
giunzione;
• la lettura dovrebbe indicare un circuito aperto.
La tensione di polarizzazione della giunzione varia a
seconda del componente e può oscillare da 0,1 a 0,7 volt e
assumere valori anche maggiori per i LED. Un diodo
danneggiato può misurare “aperto”, in corto circuito o
presentare perfino comportamenti “resistivi”, anche
invertendo le sonde. Fig. 81 - Verifica di un diodo con un tester o multimetro dotato della funzione “prova diodi”.

61
Verifica di un transistor bipolare (BJT)
Per provare un transistor impostate il tester o il multimetro
sulla funzione prova diodi (o come ohmmetro in posizione
X10). Un transistor è praticamente un sandwich di
semiconduttori (PNP o NPN), e lo si può considerare come
formato da due giunzioni PN e quindi pensarlo come due
diodi uniti tra di loro. La prova consiste nel verificare che le
due giunzioni PN siano intatte. Supponendo di avere un
transistor NPN con i terminali disposti nell'ordine EBC,
procedete in questo modo:
• toccate con la sonda rossa il terminale di base (B);
• mentre la sonda rossa tocca B, con la sonda nera toccate il
terminale di emettitore (E);
• lo strumento indicherà un circuito aperto.
• Toccate con la sonda nera il terminale di collettore (C),
sempre mantenendo la sonda rossa su B;
• lo strumento indicherà un circuito aperto.
• Invertite le sonde e toccate la base B con la sonda nera;
• toccate con la sonda rossa il collettore C;
• lo strumento indicherà una resistenza bassa o, se state
usando il prova diodi, la tensione di giunzione pari a circa
0,5 volt;
• portate la sonda rossa sull'emettitore E;
• lo strumento indicherà una resistenza bassa o la tensione
di giunzione.
• Come ulteriore prova toccate con una sonda l'emettitore
e con l'altra il collettore. Dovreste leggere una resistenza
molto elevata.
• Invertite le sonde Fig. 82 - Procedura di verifica di un transistor bipolare NPN (per i PNP si devono invertire le sonde).

• Dovreste trovare una resistenza molto elevata tra


collettore e emettitore.
Per i modelli PNP utilizzate la stessa procedura ma
invertendo la sonda rossa con quella nera.

62
Verifica di MOSFET
La procedura di test cerca di verificare se il canale è integro
e se non ci sono corto circuiti o perdite attraverso il gate.
Per provare un MOSFET impostate il multimetro sulla
funzione prova diodi oppure usate un tester analogico
regolato su una misura in ohm con portata X10.
Supponendo di avere un MOSFET a canale N, con i
terminali disposti nell'ordine GDS, procedete in questo
modo:
• toccate con la sonda rossa il terminale di drain (D);
• mentre la sonda rossa tocca D, con la sonda nera toccate
il terminale di source (S);
• lo strumento indicherà un circuito aperto perché il canale
in questi MOSFET è solitamente chiuso e serve una
tensione sul gate (G) per aprirlo;
• ora toccate con la sonda nera il source (S);
• con la sonda rossa toccate il gate (G); Fig. 83 - Procedura di prova di un MOSFET a canale N.
• lo strumento indicherà un circuito aperto
• con la sonda nera fissa sul source, spostate la sonda rossa
e passate subito a toccare il drain (D);
• lo strumento indicherà una resistenza molto bassa o
comunque della continuità elettrica (il canale si è aperto);
• richiudete il canale toccando contemporaneamente, con
un dito, gate e drain.
• Verificate che tra D e S non ci sia conduzione;
La procedura si può ripetere per verificare lo stesso
comportamento tra gate e drain. Per testare altri tipi di
MOSFET sarà necessario modificare leggermente i
passaggi illustrati.

63
Verifica dei TRIAC
Su circuiti che lavorano direttamente con la tensione di rete
a 220 volt può capitare di trovare dei TRIAC che, in caso di
malfunzionamento, sono i primi componenti da verificare
perché sono quelli più “stressati” e a rischio
danneggiamento per scariche e sovraccarichi. TRIAC e SCR
funzionano un po’ come degli interruttori controllati
elettricamente e si possono provare con delle procedure
simili. Le procedure verificano l’integrità delle giunzioni PN
e il funzionamento dell’elemento. I TRIAC hanno tre pin
chiamati A1, A2 e G (gate). Per la verifica dell’elemento
potete usare il prova diodi di un multimetro oppure un
ohmmetro analogico impostato sulla portata X10. Ecco
come procedere:
• Toccate con la sonda rossa il terminale A1 e con quella
nera, A2;
• lo strumento non dovrebbe segnalare continuità (circuito
aperto o con resistenza molto elevata di qualche mega
ohm);
• invertite le sonde sui terminali A1 e A2;
• verificate di avere ancora una lettura di circuito aperto o
con resistenza molto elevata;
• toccate con la sonda nera A1 e con quella rossa A2;
• create un ponticello tra A2 e gate (G), tenendo sempre
ben ferma la sonda nera su A1;
• lo strumento dovrebbe indicare continuità;
• togliete il ponticello sempre mantenendo le sonde ferme
su A1 e A2;
• lo strumento dovrebbe continuare a indicare una bassa
resistenza o un circuito chiuso.
In alcuni casi, con TRIAC particolarmente “grossi” (dal Fig. 84 - Procedura di prova di un TRIAC.
punto di vista della gestione di corrente e tensione) il canale
tra A1 e A2 potrebbe non rimanere aperto e richiudersi non
appena si rimuove il ponticello.

64
Verifica di un SCR
Gli SCR hanno tre terminali che sono chiamati anodo (A),
catodo (K) e gate (G), disposti solitamente nell’ordine K, A,
G (ma controllate sempre il datasheet). Per la verifica
dell’elemento potete usare il prova diodi di un multimetro
oppure un ohmmetro analogico impostato sulla portata
X10. La procedura da seguire è questa:
• toccate con la sonda rossa il terminale K e con quella nera,
G;
• lo strumento non dovrebbe segnalare continuità (circuito
aperto o con resistenza molto elevata di qualche mega
ohm);
• invertite le sonde sui terminali K e G;
• verificate di avere ancora la lettura di un circuito aperto o
resistenza molto elevata;
• ripetete i primi quattro punti usando però A e G.
• per provare la funzionalità del componente, toccate con la
sonda nera K e con quella rossa A;
• create un ponticello tra A e gate (G), tenendo sempre ben
ferma la sonda nera su K;
• lo strumento dovrebbe indicare continuità;
• togliete il ponticello sempre mantenendo le sonde ferme
su K e A;
• lo strumento dovrebbe continuare a indicare una bassa
resistenza o un circuito chiuso.
Anche per gli SCR, in alcuni casi potrebbe capitare che il
canale non rimanga aperto senza il ponticello. Può
dipendere dal fatto che il tester non gli fornisce abbastanza
corrente per mantenerlo aperto. In caso di dubbio è
possibile costruire un piccolo circuito di prova su una
breadboard che alimenta il gate e fa scorrere corrente tra Fig. 85 - Procedura di prova di un SRC.
anodo e catodo.

65
Verifica di un IGBT
Gli IGBT sono dei componenti elettronici abbastanza
recenti, usati per controllare correnti elevate con grande
efficienza. Si trovano in molti elettrodomestici, in quasi tutti
i condizionatori e nei circuiti dove è necessario controllare
qualche tipo di motore. Sono usati come switch ad alta
velocità e ovviamente sono soggetti a danneggiamenti
perché lavorano con correnti elevate. A volte si trovano in
classici involucri “da transistor”, ma molto spesso sono
impacchettati in “power module” che possono anche
includere delle parti di controllo. Gli IGBT sono un ibrido
tra un transistor bipolare e un MOSFET e hanno terminali
chiamati gate (G), collettore (C) e emettitore (E). Per
verificarli si può utilizzare un multimetro o un tester usato
come ohmmetro nella posizione X10. La procedura di
verifica è la seguente:
• per verificare che non ci siano perdite tra il gate e il canale
principale, appoggiate la sonda nera su G e quella rossa su
C;
• lo strumento deve rilevare una resistenza molto elevata
(megaohm) o un circuito aperto;
• appoggiate la sonda nera su G e quella rossa su E;
• lo strumento deve rilevare una resistenza molto elevata
(megaohm) o un circuito aperto. Fig. 86 - Procedura di prova di un IGBT.
• Per la verifica della funzionalità appoggiate la sonda nera
sull'emettitore (E) e toccate con la sonda rossa il collettore
(C);
• lo strumento deve rilevare un circuito aperto o una • toccando con un dito tra G e C il canale dovrebbe E una tensione di qualche volt (controllate il datasheet).
resistenza elevata; richiudersi. Applicando la tensione il canale del dispositivo si apre e
• mantenendo la sonda nera su E, toccate con la sonda Alcuni IGBT richiedono tensioni e correnti più elevate di potete rilevare una bassa resistenza tra E e C.
rossa il gate (G) per qualche secondo; quelle fornite da un semplice tester e quindi la procedura
• appoggiate di nuovo la sonda rossa sul collettore, presentata potrebbe non funzionare. A volte potrebbe
mantenendo sempre quella nera su E; capitare che il canale non resti aperto e al posto di un
semplice tocco sia necessario un ponticello. Con IGBT più
• lo strumento dovrebbe rilevare una resistenza bassa tra “grandi” è possibile costruire un piccolo circuito di test o
C ed E; usare un alimentatore da laboratorio per applicare tra G ed

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