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ELETTRONICA DI
POTENZA
Giulia Bontempi
Anno 2019/20
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Corso di “Elettronica di Potenza” | Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tor Vergata
Ci tengo a precisare che questi sono appunti del corso “Elettronica di Potenza” della
facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tor Vergata tenuto dal prof. Stefano
Bifaretti.
Sono rielaborazioni fatte da me per facilitare lo studio e non vanno prese come libri
di testo ufficiali.
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I semiconduttori di potenza
impiegati nei convertitori statici
INTRODUZIONE
1 DIODI
Il Diodo è il più semplice componente a semiconduttore. Esso è costituito da un’unica giunzione
P-N e presenta due soli terminali, indicati come Anodo (A) e Catodo (K).
Dal punto di vista ideale, il Diodo può essere considerato come un componente in grado di non
opporre alcuna resistenza al passaggio della corrente in un senso (dall’anodo al catodo) e di
opporsi completamente al passaggio della corrente in senso opposto. Il comportamento reale del
Diodo si discosta da quello ideale, sia durante il funzionamento a regime permanente sia durante
quello transitorio.
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Caduta diretta. Nella figura (a) è riportato un andamento tipico della caratteristica reale di
un Diodo polarizzato direttamente ( positiva). La linea tratteggiata è una possibile
approssimazione della caratteristica diretta del Diodo: il comportamento di un Diodo di potenza
polarizzato direttamente può essere schematizzato con una forza elettromotrice (0.8-1 V) con
in serie una resistenza , il cui valore dipende dalla corrente che il Diodo può supportare.
Corrente inversa. Nella figura (b) è riportato un andamento tipico della caratteristica reale di
un Diodo polarizzato inversamente ( negativa). Quando la tensione è negativa ed ha un
valore assoluto minore di , la corrente inversa si mantiene molto piccola. Quando invece la
tensione inversa diventa maggiore di (massima tensione inversa applicabile al Diodo o
tensione di Breakdown) si ha il cosiddetto effetto Zener e la corrente aumenta improvvisamente;
ciò comporta un’elevata dissipazione all’interno del componente. Risulta comunque sempre
necessario imporre che la tensione inversa non superi il valore di Breakdown, altrimenti si
verifica la distruzione del componente.
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= 1.4 =2
/
I Diodi Schottky hanno delle limitazioni sulla massima corrente continuativa che possono
sopportare (75-100 A) e una bassa tensione di blocco inversa (massimo 150 V).
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Comportamento Comportamento
ideale e reale in zona ideale e reale in
di saturazione zona di
(potenziale di interdizione
saturazione) (corrente inversa)
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Modello equivalente
Model equivalente
(off-state)
(on-state)
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I dispositivi SiC possono comunemente supportare tensioni fino a 1700 V; I 10kV sono già in
fase di pre-produzione, mentre i primi prototipi di laboratorio sono stati sviluppati per 15 e 24
kV. Tempi di commutazione rapidi (<50 ns) e tempo di recupero inverso trascurabile (per diodi).
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Al contrario, le cadute di tensione diretta sono circa il 10% superiori rispetto ai tradizionali
dispositivi al silicio. I dispositivi GaN in nitruro di gallio (GaN) possono funzionare a frequenze
di commutazione molto elevate (>10 MHz), consentendo di aumentare in modo significativo la
densità di potenza dei convertitori e di tracciare valori più alti della frequenza fondamentale,
ad esempio in più aeromobili elettrici (360-900Hz) o generatori ad alta densità di potenza
(>1kHz). I circuiti di guida sono ancora più complessi.
Quando la tensione anodica è negativa (tratto 0-1) il comportamento del Tiristore è del tutto
simile a quello di un Diodo polarizzato inversamente. Infatti, se la tensione inversa si mantiene
minore di (tensione di picco) il Tiristore è in stato di interdizione ed è interessato solo da una
piccola corrente di dispersione. Quando la tensione inversa diventa maggiore di , si verifica
un effetto Zener; la corrente inversa sale si verifica la distruzione del componente per
perforazione di una delle giunzioni. Anche se ciò non si verifichi, la possibilità di funzionamento
con tensione inversa maggiore di è limitata dalla massima dissipazione ammissibile per il
componente. Per valori positivi della tensione anodica, se questa viene incrementata lentamente
e se la corrente applicata all’elettrodo di controllo viene mantenuta nulla, fino a quando la
tensione anodica è inferiore alla tensione di picco diretta (tratto 0-2) il Tiristore si mantiene
nello stato di interdizione con una corrente anodica molto piccola (Tiristore aperto). Quando
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invece la tensione anodica diventa maggiore di la corrente anodica sale velocemente fino al
valore (corrente di tenuta o di hold); a questo punto si verifica l’innesco e la tensione decresce
bruscamente portandosi sul tratto 3-4 della caratteristica che corrisponde alla regione ad alta
conduzione (Transistor chiuso). Applicando all’elettrodo di un controllo una corrente positivo,
l’innesco del Tiristore avviene per valori della tensione anodica minori di ; per un opportuno
valore di ( = ∗ ), che dipende dal tipo di Tiristore utilizzato, l’innesco avviene appena la
tensione anodica diventa positiva e la caratteristica statica del Tiristore diviene simile a quella
di un Diodo. Una volta avvenuto l’innesco, se il carico è tale per cui la corrente anodica si
mantiene maggiore della corrente di tenuta il Tiristore si mantiene in zona di alta conduzione
anche se la corrente di pilotaggio viene annullata.
6 PROTEZIONI
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Per grandi (cioè basse induttanze), i fusibili extra veloci sono l'unica protezione passiva
valida. Tali componenti sono realizzati con materiale semiconduttore e il costo è
rilevante. Per garantire la protezione del componente, è necessario che la corrente sia
stata completamente interrotta prima che la sua area quadratica ( ) abbia raggiunto il
valore massimo per il componente.
Per bassi (cioè alte induttanze nel circuito), può essere sufficiente anche un
interruttore magnetotermico a semiconduttore ultraveloce.
1. l'alimentazione;
2. transitori sulla linea di uscita (ad esempio
a causa di carico induttivo di inserzione/
disinserimento);
3. commutazione o guasto di un dispositivo
diverso nel circuito.
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7 CIRCUITI DI PILOTAGGIO
Un circuito di pilotaggio (generalmente indicato come Driver) di un semiconduttore di potenza
deve fornire:
Per soddisfare 1. il driver deve fornire una corrente leggermente superiore alla corrente di
saturazione del transistor Per soddisfare 2. il driver deve imporre che il tempo di salita della
corrente di pilotaggio sia inferiore al tempo di salita del dispositivo di potenza. Per ridurre gli
effetti di Cbc, la corrente di pilotaggio durante i transitori deve essere leggermente superiore
alla corrente di stato stazionario. Per evitare accensioni indesiderate, durante lo spegnimento
di un BJT o di un IGBT è necessario applicare una tensione negativa al circuito gate-source.
L'accoppiatore ottico può essere utilizzato solo a livello di segnale in quanto non è in grado di
trasferire energia sufficiente per pilotare direttamente il dispositivo di potenza. Vantaggi
rispetto all'isolamento del trasformatore:
1. Dimensioni ridotte
2. Maggiore velocità operativa ( / )
Il comando di input viene fornito tramite un LED (Vd = 1,5 V @ 10 mA). Tale livello di corrente
non può essere fornito direttamente da un dispositivo a microcontrollore che non ha una capacità
di corrente sufficiente, pertanto è necessario un amplificatore di corrente. Particolare attenzione
al massimo. / supportato deve essere dedicato per evitare perdite di isolamento. I valori
tipici per la barriera di isolamento sono > 2,5 kV e > 30kV/ms per max / .
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8 COMPORTAMENTO TERMICO
I dispositivi a semiconduttore sono abbastanza sensibili alle alte temperature interne. Pertanto,
è necessario calcolare accuratamente le perdite per scegliere o dimensionare un dissipatore di
calore e consentire di mantenere la temperatura di giunzione al di sotto del massimo consentito.
Le perdite termiche sorte all'interno di un semiconduttore possono essere suddivise come segue:
I contributi più significativi sono 1 e 2, mentre 3 possono essere significativi per alta frequenza
di commutazione e sistemi ad alta efficienza; il contributo 4 è sempre trascurabile.
Oltre alla riduzione del volume, un altro vantaggio di un sistema di raffreddamento a liquido è
la capacità di mantenere l'aria lontano dai dispositivi elettronici, evitando accumuli di polvere.
L'uso dell'acqua consente un buon scambio termico, ma ha una bassa rigidità dielettrica per
assicurare l'isolamento di alte tensioni; l'olio ha una maggiore rigidità dielettrica, ma una
capacità di trasferimento termico inferiore, mentre il glicole è un buon compromesso.
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= +
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Il convertitore può essere considerato sia come un’apparecchiatura elettronica, che permette il
trasferimento controllato di energia dalla sorgente primaria al carico, sia come un amplificatore,
che consente di applicare al carico la tensione (o la corrente) richiesta dal dispositivo di controllo.
Per quanto concerne l’aspetto energetico, il convertitore preleva energia dalla sorgente primaria
di alimentazione (in generale in corrente alternata) e provvede al suo trasferimento controllato
al motore in corrente continua. Per quanto riguarda, invece, il sistema di controllo il convertitore
si comporta come un amplificatore, che alimenta il motore con una tensione di armatura.
I convertitori CC/CC a stadio singolo vengono utilizzati per fornire un livello di tensione di uscita
diverso da quello di sorgente. Saranno prese in considerazione due configurazioni:
Il valore medio della tensione fornita dal convertitore, che rappresenta l’uscita desiderata per
esso, che può variare da 0 ad , variando il rapporto / , risulta essere:
Durante ciascun intervallo di tempo durante il quale il Transistor conduce, l’energia fornita
al carico risulta:
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Pertanto, la potenza trasmessa dalla sorgente al carico, varia linearmente con , ed è pari a:
La figura riporta gli andamenti della tensione e della corrente applicati al carico:
1.1.1 Perdite
Nel caso reale il convertitore presenta perdite di energia suddivise in:
Indicando con la potenza fornita al carico l'efficienza di conversione h può essere raggiunta
come:
= <1
+ +
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Mentre la tensione , presente tra il collettore e l’emettitore del Transistor, è pari alla
differenza tra la tensione di alimentazione e quella applicata al carico:
−
( )= − ( )= 1−
= ( ) ( ) =
6
= ( ) ( ) =
6
+ +
= =
6
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(chiamato Diodo di libera circolazione) che permetta la circolazione della corrente assorbita dal
carico quando il Transistor si apre. Nel funzionamento ideale la tensione di uscita ha lo stesso
andamento già visto nel caso di carico puramente resistivo. Infatti, durante gli intervalli di
tempo in cui il Transistor conduce la tensione è pari ad mentre, quando il Transistor è
interdetto, la corrente assorbita dal carico o è nulla oppure circola nel Diodo D; in entrambi i
casi la tensione sul carico è nulla. Pertanto, anche nel caso di carico induttivo, il valore medio
della tensione applicata al carico risulta pari a:
Nella configurazione durante il primo sotto intervallo di tempo ( , + ) la forma d'onda della
corrente di uscita si ottiene risolvendo l'equazione differenziale di Kirchoff (I ordine, non
omogeneo) è questa espressione:
( )
= ( )+
( )
0= ( )+
( ) ( ) () ( )
− = − ( − ) = ln ( )=
( ) ( )
( )
= ( )+
Con la sorgente è costante, se è imposta una corrente costante si può ottenere la soluzione:
( )=
Per cui la soluzione finale è la somma della soluzione generale e quella particolare:
( )
( )= ( )+ ( )= +
Indicato con il valore della corrente nell’istante = in cui il Transistor viene chiuso e con
la durata dell’intervallo di conduzione, durante l’intervallo di tempo ( , + ) la corrente di
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carico assume un andamento esponenziale, tendendo ad / con una costante di tempo pari a
/ , cioè:
( )
( )= + − 1− (1)
( )= = + − 1−
(- )
( )= e- (2)
( - ) ( - )
( + )= = e- = + e- −
( - )
+ e- − =
( - )
e- − 1−
= =
1− 1−
Il valore medio ̅ della corrente può essere ottenuto integrando le espressioni (1) e (2) negli
intervalli ( , ) e ( , + ). La sua determinazione risulta facilitata dall’osservazione che, a
regime permanente, il valore medio della tensione applicata all’induttanza è nullo, per cui il
valore medio della tensione che si localizza sulla resistenza è uguale a quello della tensione ;
di conseguenza il valore medio della corrente risulta pari a:
̅ = =
L’induttanza è stata appositamente inserita per ridurre l’ondulazione della corrente, la costa
costante di tempo / è molto maggiore di e i due esponenziali che compaiono nella (1) e (2)
possono essere approssimati con due segmenti di retta. Se la linearizzazione viene effettuata
supponendo che la caduta sulla resistenza di carico possa essere considerata costante e pari
al suo valor medio ̅ , le espressioni (1) e (2) si semplificano in:
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− ̅
⎧ ( )= + ( − ) < <
⎨ ̅
( )= − ( − ) < < +
⎩
Δ=Δ =
8
Per quanto concerne il dimensionamento del Transistor, si può osservare che (trascurando le
sovratensioni che possono verificarsi durante il transitorio di apertura) la massima tensione
diretta ad esso applicata risulta pari ad mentre il valore di picco risulta:
= ̅ +Δ
= ( ̅ + Δ)
≅ ̅ =
⟹ = =
= ̅
= ̅ ∙ = ̅ ∙
̅
= =
̅
Per quanto riguarda i valori medi di tensioni e correnti, vale la pena notare che il convertitore
si comporta come un trasformatore CC con un rapporto di trasformazione pari a .
̅
= ∙ ̅ =
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In presenza di carico attivo si possono avere due distinte modalità di funzionamento del
convertitore, a seconda che la corrente fornita dal convertitore sia sempre maggiore di zero
(conduzione continua) oppure che in alcuni intervalli di tempo essa si annulli (conduzione
discontinua).
− 1
= ̅ = = −
− − ̅
⎧ ( )= + ( − ) < <
⎨ + ̅
( )= − ( − ) < < +
⎩
( − )
= ̅ −Δ = ̅ +Δ Δ=
2
Affinché si abbia conduzione continua ( > 0) deve essere:
Δ< ̅
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1.4 PERDITE
1.4.1 Riduzione delle perdite per apertura
Quando inizia a spegnersi, diminuisce linearmente con una pendenza pari a / mentre la
corrente di carico diminuisce con una pendenza inferiore imposta dall'induttore. Quando il diodo
si accende, la corrente di carico inizia a fluire nel dispositivo e la tensione di uscita passa
istantaneamente a zero imponendo quindi = .
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L'energia e la potenza dissipate nel transistor a causa delle perdite di commutazione sono:
= ( ) ( ) = =
2
1
= ∙ ( ) = ∙ ̅ < 40
−
( )= 1−
− 1 ( − )
( )= ( )− ( )= ⇒ ( )= ( ) =
2
− ( − )
= ( ) ( ) = 1− =
2 24
Valore “trade-off”:
= = → =
2 12
L'energia immagazzinata in alla fine della commutazione e dissipata nel Transistor alla
successiva accensione è:
=
2
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=
2
Per ridurre queste perdite, è necessario connettere in serie con il collettore un induttore ,
selezionando un’induttanza che limita la pendenza di corrente a valori inferiori a / , per cui
abbiamo il valore minimo di induttanza:
∗
> =
=
2
Se = ∗
, l’energia dissipata nella resistenza assume il valore minimo:
= =
2
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=
2
Considerando che > ⟹ >
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, modulante, di ampiezza proporzionale al valore desiderato per il valore media della tensione
fornita dal convertitore.
= → = =
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Indicato con = un istante in cui l’interruttore viene chiuso e con e i valori chiusi in
tale istante dalla tensione e dalla corrente che attraversa l’induttanza, nell’intervallo di
tempo ( , + ) durante il quale è chiuso si ha:
( − ) ( − )
( )= + ( )= −
( )= = + ( )= = −
Supponiamo che il valore della capacità sia tale per cui l’ondulazione della tensione di uscita sia
sufficientemente ridotta da produrre un effetto trascurabile sull’andamento della corrente :
( − )( − ) ( − )( − )
( )= − → = −
= → =( − )( − ) → =
−
Il valore può essere ottenuto imponendo l’uguaglianza tra la quantità di carica che attraversa
il Diodo, durante l’intervallo − , e quella fornita dal carico durante un intero periodo:
( + )( − ) = ̅ −∆
= → ∆ = ; ̅ =
2 = ̅ +∆ 2 −
∆ < ̅ → <
2 −
In figura sono riportati gli andamenti di , con
l’ipotesi semplificativa, quando il funzionamento del
convertitore è in conduzione continua.
= +∆ ∆ =
2
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= = =
−
3 CONVERTITORI BIDIREZIONALI
I convertitori bidirezionali possono essere di due tipi diversi: a due o a quattro quadranti. Nel
primo caso, una sola delle grandezze di uscita (tensione o corrente) cambiare di segno, mentre
nel secondo caso, entrambe le grandezze di uscita possono cambiare di segno.
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⎧+ <0
⎪ 2
=
⎨− <0
⎪ 2
⎩0 =0
Il controllo della tensione di uscita viene, pertanto, effettuato chiudendo alternativamente i due
interruttori statici.
è ON è ON
=+ =−
2 2
>0 >0
<0 <0
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1 1
= ; =
√ 2
( )= = ( )
( )
( )= =
( ) +2 +
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( ) 1+
( )= = ( ) ( )= =
( ) +2 +
Se il sistema non presenta nessuna radice positiva, nei diagrammi di Bode a circuito aperto TF
è possibile ottenere informazioni sulla stabilità, sull’errore di stato stazionario e sulla larghezza
di banda del sistema di controllo a circuito chiuso.
Osservando il ciclo della corrente, si può notare che il potenziale agisce come un disturbo nel
circuito diretto. I parametri e possono essere scelti in modo tale che la risposta al gradino
a circuito chiuso non presenti alcun superamento. = τ.
1 1
( )= = → ( )= =
1+
Usando questi risultati, il circuito aperto TF del potenziale in uscita può essere trovato:
1+ 1
( )=
1+ 1+
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somma delle due capacità sia molto maggiore del rapporto tra l’integrale del valore assoluto
della corrente di carico, esteso ad un semiperiodo, e la tensione di alimentazione.
1 1
= | | <2 | | ≪2
∆ / /
Al fine di evitare cortocircuiti sulla tensione di alimentazione c.c.-c.c. dovuta alla conduzione
concorrente (conduzione incrociata) di due interruttori di alimentazione dello stesso ramo, è
necessario introdurre un intervallo di tempo adeguato (tempo morto) tra il comando OFF di uno
interruttore e il comando ON dell'altro. Un componente di tensione c.c.-c.c. sovrapposto alla
tensione di uscita c.c.-c.a. produce un componente di corrente c.c.-c.a. che può causare
saturazione sui dispositivi magnetici, in particolare quando l'inverter è collegato a un
trasformatore.
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Indicato con l’istante in cui il Transistor inizia ad aprirsi, durante l’intervallo di tempo
( , ), in cui la corrente nel Transistor e la tensione applicata al condensatore si portano a zero
il fenomeno è uguale come nel caso dei c.c.-c.c. Nell’istante = (il cui valore risulta uguale o
maggiore di + a seconda che il valore della capacità sia minore o maggiore di ) la tensione
di uscita è nulla e tutta la corrente assorbita dal carico attraversa il Diodo . Pertanto,
nell’istante = (con > ) in cui il Transistor viene chiuso, tutta la corrente di carico sta
circolando nel Diodo e la chiusura di avviene a corrente nulla. Successivamente,
nell’intervallo di tempo ( , + /2), il segno della corrente di carico si inverte e inizia a
condurre. Alla successiva apertura di , che si verifica nell’istante = + /2 , la
commutazione avviene in maniera analoga a quella già descritta e, alla fine della commutazione,
la tensione applicata al condensatore risulta nuovamente pari ad .
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Quando l'inverter viene pilotato con una forma d'onda modulata e costruito utilizzando i moduli
di potenza a semiconduttore (ad es. IGBT o MOSFET collegati nello stesso pacchetto), di solito
non vengono introdotti circuiti di snubber, ma viene utilizzato solo un condensatore collegato in
parallelo al collegamento c.c. per mitigare le sovratensioni all'interno del modulo e fornire
l'energia di avviamento necessaria per eseguire le commutazioni se l'alimentazione c.c. è
collegata troppo lontano.
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Indicata con l’ampiezza dell’onda rettangolare, l’ampiezza della i-esima armonica risulta:
4 4
= sin( ) ( )=
In cui può essere pari ad oppure /2 a seconda del tipo di inverter. Dall’equazione si può
constatare che la terza armonica risulta pari ad un terzo della prima, la quinta pari a un quinto
ecc. È possibile migliorare il contenuto armonico della tensione fornita dall’inverter aumentando
il numero delle commutazioni che vengono effettuate in ogni periodo della tensione di uscita,
cioè applicando un’opportuna tecnica di modulazione. Ad esempio, nel caso di un inverter con
tensione di uscita a due livelli (− , ) introducendo quattro commutazioni ausiliarie in ogni
semiperiodo si ottiene la forma d’onda illustrata in figura in cui i valori degli angoli e
possono essere scelti in modo da ridurre, o da eliminare, alcune armoniche. L’ampiezza dell’i-
esima armonica della forma d’onda modulata così ottenuta risulta:
4 4 4
= sin( ) ( )− sin( ) ( )+ sin( ) ( )
4
= [1 − 2 cos( ) + 2 cos( )]
Se si desidera eliminare le prime due armoniche, cioè la terza e la quinta, occorre scegliere gli
angoli e in modo tale che si abbia:
4 4
[1 − 2 cos(3 ) + 2 cos(3 )] = 0; [1 − 2cos(5 ) + 2cos(5 )] = 0
3 5
Da cui è possibile ricavare che la terza e la quinta armonica risultano praticamente nulle se gli
angoli e sono scelti pari a:
= 0.1313 ≅ 23°29 ; = 0.1851 ≅ 33°20
Sostituendo tali valori nell’equazione si ricavano le ampiezze delle armoniche riportate nella
tabella che presenta:
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Dalla tabella si può rilevare che l’eliminazione della terza e della quinta armonica comporta una
riduzione dell’ampiezza della prima armonica e un incremento delle ampiezze delle armoniche
di ordine superiore. Tale incremento risulta del tutto ragionevole se si pensa che l’onda
modulata conserva lo stesso valore efficace dell’onda quadra e, essendosi ridotte le ampiezze
della prima, della terza e della quinta armonica, il valore efficace dell’insieme delle altre
armoniche risulta certamente più elevato.
Quando si impiega un inverter con uscita a tre livelli (− , 0, ) risulta conveniente utilizzare
la possibilità di disporre anche della tensione nulla. Introducendo due commutazioni ausiliarie
all’interno di ogni quarto di periodo, si ottiene, pertanto, la forma d’onda modulata illustrata
nella figura; tale forma d’onda presenta un migliore contenuto armonico, infatti il suo valore
efficace è certamente più piccolo di quello dell’onda quadra. Per la forma d’onda a tre livelli
l’ampiezza dell’i-esima armonica risulta pari a:
4 4 4
= sin( ) ( )+ sin( ) ( )= [1 − cos( ) + cos( )]
In questo caso, se si desiderare eliminare le prime due armoniche, occorre scegliere gli angoli
e in modo tale che si abbia:
4 4
[1 − cos(3 ) + cos(3 )] = 0; [1 − cos(5 ) + cos(5 )] = 0
3 5
Se si desidera eliminare le prime due armoniche, occorre scegliere e sono scelti pari a:
= 0.0991 ≅ 17°50 ; = 0.2109 ≅ 37°58
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Inoltre, all’aumentare del numero delle commutazioni, il sistema di equazioni non lineari che
consente di determinare gli angoli di commutazione presenta più di una soluzione e ognuna di
queste fornisce un contenuto armonico diverso, pertanto occorre determinare tutte le possibili
soluzioni e, quindi, scegliere quella che presenta il contenuto armonico più favorevole.
Occorre infine rilevare che la tecnica di eliminazione delle armoniche produce un incremento
dell’ampiezza delle armoniche residue e risulta poco significativo eliminare totalmente
un’armonica se quella adiacente presenta un’ampiezza elevata. Pertanto, risulta in genere
conveniente, specialmente quando il numero di commutazioni ausiliarie presenti nel quarto di
periodo è maggiore di 4 o 5, adottare una diversa procedura per la determinazione degli angoli
di commutazione.
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Ciò permette di utilizzare la forma d’onda più opportuna, impiegando la tecnica di eliminazione
di armoniche o quella di ottimizzazione. Per contro si hanno i seguenti svantaggi:
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Gli istanti di commutazione degli interruttori del convertitore sono determinati dalle uscite dei
comparatori, cioè dalle intersezioni tra i segnali di controllo (modulazione a sottooscillazione). I
segnali ai comparatori possono essere suddivisi in due diversi tipi di forma d’onda:
L’uscita del comparatore agisce sul circuito di pilotaggio dell’inverter in modo tale che
quest’ultimo fornisca una tensione di uscita pari a + quando > e pari a − quando
< . Si possono mettere in luce dal grafico alcune caratteristiche generali, facilmente
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Dato che l’inverter funziona a frequenza costante è conveniente scegliere una frequenza della
portante multipla, secondo un numero intero dispari, di quella della modulante. Quando, invece,
si desidera che la frequenza dell’armonica fondamentale presenti un elevato campo di
variazione, se s mantenesse costante il rapporto anche la frequenza media di commutazione
dell’inverter presenterebbe un elevato campo di variazione. In questo tipo di applicazione si
preferisce mantenere costante la frequenza della portante; al variare di , il rapporto varia
assumendo sia valori interi, sia valori razionali non interi, sia valori irrazionali. Risulta quindi
inevitabile l’insorgere di subarmoniche e di una componente continua, che possono produrre
effetti dannosi sul funzionamento del carico; la loro entità può però essere mantenuta
sufficientemente ridotta se si sceglie la frequenza della portante in modo che tale rapporto sia
sempre abbastanza elevato (≥ 9). La determinazione analitica del contenuto armonica della
tensione modulata è data dalla seguente espressione, assumendo come origine dei tempi ( = 0)
uno degli istanti in cui la portante attraversa lo zero con pendenza negativa, la tensione
modulata può essere espressa come:
4 1
( )= sin( + )+ ( , , ) sin + +
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0 +
( , , ):
+
funzione di Bessel di ordine ;
l’espressione è valida solo se ≤ e se > .
Per la determinazione delle ampiezze delle armoniche sono valide solo se il valore di non
supera quello di . Quando = , l’ampiezza dell’armonica fondamentale (a frequenza ) è
pari a cioè pari a /4 volte corrispondente all’onda quadra; pertanto, se si desidera che
l’ampiezza dell’armonica fondamentale possa variare con continuità, fino a raggiungere il valore
4 / , è necessario impiegare un valore di maggiore di . Quando > , però, il legame
tra e l’ampiezza fondamentale non risulta più lineare e il contenuto armonico peggiora in
maniera consistente. Molto spesso la sottooscillazione viene impiegata in connessione con
un’altra tecnica, che consenta di variare con continuità l’ampiezza della fondamentale tra e
4 / con un contenuto armonico accettabile.
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Esaminando la forma ottenuta in figura, si può osservare che le peculiarità evidenziate per la
modulazione a due livelle sono valide anche in questo
caso, con la differenza che per assicurare- l’assenza di
armoniche pari occorre che il rapporto , tra e , sia
un intero pari anziché dispari. Anche la linearità tra
l’ampiezza dell’armonica fondamentale della tensione
di uscita e quella della modulante è rispettata solo se
è minore di . Per mitigare le armoniche di corrente
e/o tensione al livello richieste dall'applicazione, è
necessario applicare un filtro L o LC passivo tra
l'inverter e il carico. Tuttavia, il dimensionamento di
tali filtri sarà inferiore se viene utilizzata una tecnica
di modulazione.
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4 TRIFASE
La generazione, il trasporto e la distribuzione dell'energia elettrica sono dotati di sistemi di
alimentazione trifase. Le linee trifase sono alimentate da generatori a tre fili le cui tensioni di
uscita possono essere rappresentate attraverso una forma d'onda sinusoidale a tre con la stessa
frequenza e 120° di sfasamento reciproco. Un sistema trifase è indicato come simmetrico se le
tre tensioni hanno uguale ampiezza e la loro somma è nulla per ogni istante.
Sequenza positiva − :
1. ( )= cos( + )
2. ( )= cos( + − )
3. ( )= cos( + − )=
cos( + + )
Sequenza positiva + :
1. ( )= cos( + )
2. ( )= cos( + + )
3. ( )= cos( + + )=
cos( + − )
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Nel grafico sono riportati gli andamenti delle tre tensioni di fase ( , , ) e della tensione del
centro di stella = riferite alla massa dell0inverter, quando ogni ramo del ponte
funziona ad onda quadra e la sequenza ciclica è 1,2,3. Sono riportati anche gli andamenti delle
tre tensioni concatenate ( , , ) e delle tre tensioni di fase ( , , ), riferite al centro
stella. Come si può constatare, mentre le tensioni fornite dalle singole fasi dell’inverter sono
simmetriche rispetto a /2, le tensioni stellate e quelle concatenate sono, invece, simmetriche
rispetto allo zero. Eseguendo un’analisi armonica si può, inoltre, rilevare che sia le tensioni
stellate che quelle concatenate sono prive di armoniche di ordine tre o multiplo di tre.
Fase-tensione a terra ( , , )
Valore medio pari a /2;
Ampiezza armonica fondamentale =2 / ;
Ampiezza dell’armonica dispari = / (essendo
nell’ordine armonico).
Fase-tensione neutra ( , , )
Fase-tensione di fase ( , , )
Valore medio pari a zero;
Ampiezza armoniche fondamentali pari a √3 volte
la fase-tensione terra;
Ampiezza nulla per le terze armoniche e il suo
multiplo;
Ampiezza delle armoniche dispari pari a = /.
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Convertitori c.a.-c.c.
I convertitori c.a.-c.c. sono realizzati medianti Tiristori: il loro impiego non comporta l’aggiunta
di circuiti ausiliari di spegnimento, in quanto il problema dello spegnimento è risolto con
l’ausilio della stessa tensione di alimentazione (commutazione naturale). I convertitori c.a.-c.c.
sono stati il primo tipo di convertitori di potenza costruiti con semiconduttori. Tali convertitori
sono ampiamente utilizzati in applicazioni industriali e domestiche a causa della disponibilità
di fonti c.a., nelle versioni monofase e trifase. Possono essere classificati come:
Le prestazioni dei convertitori c.a.-c.c. sono valutate in termini di qualità della forma d’onda di
uscita e della qualità della potenza di ingresso con riferimento a:
Fattore di potenza;
Contenuto armonico della corrente di ingresso.
L’analisi dei seguenti circuiti viene eseguita tenendo conto del comportamento ideale dei
semiconduttori. Un trasformato è generalmente incluso nei circuiti al fine di fornire al
convertitore una tensione di alimentazione diversa dalla tensione di rete regolando il rapporto
d rotazione del trasformatore e isolare il carico dalla fonte c.a. Verranno prese in considerazioni
le seguenti configurazioni: convertitori a semionda, convertitori ad onda intera, convertitori
attivi con diversi tipi di carico e in versione monofase e trifase.
1
= sin ( )= ; =
2 2
=
2
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= = = =
4
L’efficienza (o il rapporto di rettifica) è una figura di merito
che consente di confrontare l’efficacia dei convertitori.
4
= = = 40.5%
= − = 0.386
Il Fattore di Forma (FF) e il Fattore d’onda (RF) sono espressi dalle forme:
= = 157% = = 121%
Si può osservare che nel secondario del trasformatore circola la stessa corrente di carico. Tale
corrente è unidirezionale e forza il trasformatore a funzionare in modo non simmetrico.
Pertanto, il nucleo magnetico deve essere sovradimensionato per evitare la saturazione. Un
parametro prestazionale correlato al dimensionamento è il Transformer Utilization Factor
(TUF), definito come:
= = = 0.286 = =
√2
Essendo e i valori efficaci di tensione e corrente applicati al secondario del trasformatore.
( )
( )= sin( − ) + sin =
+( )
= tan
50
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( )
sin( + − ) = − sin
sin = → = sin
1
̅ = ( sin − ) ( )
2
1
= [ (cos − cos ) − ( − )]
2
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1
= sin ( )= ; = =
√2 √2
4 8
= = = = → = =
2
= 81%
= − = 0.307
Il Fattore di Forma (FF) e il Fattore d’onda (RF) sono espressi dalle forme:
= = 111% = = 48.2%
Si noti che nel secondario del trasformatore circolano alternativamente la stessa corrente di
carico. Se i due secondari sono uguali, il trasformatore funziona in modo simmetrico:
= = = 57.32%
2
= =
2 2
I benefici sono che può essere collegato direttamente alla sorgente senza trasformatore, a causa
della stessa tensione di uscita, il dimensionamento del voltaggio di blocco inverso dei diodi è
pari alla metà della configurazione con presa centrale. Gli svantaggi sono che si hanno 4 diodi
anziché 2, maggiore caduta di tensione diretta in avanti dovuta alla conduzione concorrente di
due diodi e non è adatto per ampiezze di bassa tensione.
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( )=
( ) = =
2 2
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3 3√3
= sin ( )=
2
Ciò risulta superiore di oltre il 30% rispetto al caso a onda intera monofase ( /2 ), mentre
l' che circola in ogni diodo è inferiore poiché minore è l'intervallo di conduzione. Trascurando
l'ondulazione di tensione:
1 1
= ( )=
2 √3
( ) = − sin =
6 2
Poiché la tensione di linea porta la tensione di fase di 30°, le tensioni di linea istantanee possono
essere descritte da:
/
2 3 9√3
= 3 cos ( ) = + = 1.6554
2 /6 2 4
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I parametri di prestazione richiesti per valutare la qualità della potenza dei convertitori sono:
1. Fattore di potenza (PF) cos (talvolta indicato come fattore di spostamento, DF)
2. Fattore di potenza generalizzato
3. THD
= = cos
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cos =1
1
= ( ) =0 ( , , …) =0 =0
/
4 4
= sin( ) ( )=
4
= = 0,9 = → = cos = 0,9
√2
−
= = = − 1 = 48.43%
√6 2 2
= 0,7797 = ( )= = 0,8165
2 3
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2√2 cos
=
2
1−
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Per basse tensioni di uscita, un convertitore a ponte a diodi ha = 0,9 lo stesso valore assunto
da questa configurazione al massimo =2 /
1. Nel caso più semplice, il filtro c.a. è un filtro induttivo che consente la riduzione delle
armoniche correnti iniettate nella rete di alimentazione.
2. H-Bridge, implementa la conversione c.a./c.c.
3. Filtro di uscita c.c. la riduzione delle armoniche nella tensione c.c. di uscita.
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= (−1) cos( )
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Perciò le ampiezze e delle due componenti della prima armonica della corrente di input,
rispettivamente in fase e in quadratura rispetto alla tensione applicata sono:
sin cos − 4
= cos = cos = =− sin =− sin = =
2 ̅ 2
= ̅ = = = → = =
2
4 sin 2 2 sin
= = → =
È anche possibile ottenere la seguente espressione per la potenza reattiva relativa alla prima
armonica:
4 cos −
= = 2
2 2
Il controllo a circuito aperto di questo convertitore può essere progettato selezionando i valori
di e imponendo, nelle equazioni precedenti, il valore medio della tensione di uscita
desiderata e = 0. Tuttavia, un controllo di corrente a circuito chiuso è in realtà ampiamente
preferito; questo controllo è in grado di adattarsi alle variazioni di ampiezza e frequenza della
tensione della rete di alimentazione e di caricare le condizioni operative. La corrente di
riferimento viene solitamente scelta in fase con la tensione di alimentazione, con un valore di
ampiezza in modo da ottenere il valore desiderato della tensione CC di uscita. È inoltre
necessario un controllo a circuito per la tensione CC di uscita per garantire la regolazione della
tensione di carico. I due circuiti di controllo sono strutturati in una configurazione a cascata.
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del circuito di controllo tensione. Il design del loop di corrente può essere derivato applicando la
legge di tensione di Kirchhoff al circuito di ingresso:
+ = −
La corrente di ingresso può essere regolata, quindi, controllando la tensione PWM all'uscita del
convertitore. Uno schema semplificato del corrente di circuito ai fini della progettazione del
controllo è:
1−
≅ 4
1+
4
Nel caso di filtri LCL, si deve considerare una TF del secondo ordine introducendo così una
risonanza nel circuito di controllo che deve essere smorzata. Per i filtri LLCL il modello è
ancora valido poiché il LC risonante è sintonizzato sulla frequenza di commutazione.
o Prova ed errore
o Zigler Nichols
o Luogo delle radici
o Metodi di risposta in frequenza (diagramma di Bode)
o Metodi di identificazione avanzata (algoritmi genetici, reti neurali ...)
o Cancellazione del polo zero come per i convertitori CC-CC
L'uso di un regolatore PI non è l'unica scelta possibile. È possibile utilizzare qualsiasi tipo e
ordine di controller lineare, pur considerando che in questo caso non si otterrà mai un errore di
stato stazionario zero. Sarà possibile ridurre l'errore di stato stazionario solo aumentando il più
possibile (problemi di instabilità e rumore) la larghezza di banda del circuito di controllo.
La tensione di sorgente Ea agisce come un disturbo nella catena diretta. Per il regolatore PI è
possibile utilizzare le seguenti funzioni di trasferimento:
1+ 1+ 1 1
( )= ( )= =
1+
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1+ 1
( )=
1+ 1+
I valori di e dovrebbero essere selezionati in modo tale che la dinamica del circuito di
controllo della corrente interna sia molto più veloce (almeno 10 volte) di quella del circuito di
tensione esterno, sulla base del guadagno e dei margini di fase desiderati.
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Al fine di ottenere un accurato controllo della corrente alla frequenza fondamentale, con
l'attenuazione di tutte le altre frequenze e ottenendo allo stesso tempo un errore di stato
stazionario zero, è possibile emulare lo stesso comportamento che un integratore ha con i segnali
DC, utilizzando un plus proporzionale controller di tipo risonante (PR) sintonizzato sulla
frequenza fondamentale.
( )= +
+
è il guadagno proporzionale, è il guadagno del termine risonante e è la frequenza
angolare risonante da impostare al valore della frequenza della tensione di alimentazione ( =
2 50 su reti a 50 Hz).
Usando questa struttura, il guadagno del controller alla frequenza di risonanza è infinito e, in
anello chiuso, l'errore di stato stazionario è teoricamente zero per i segnali a quella frequenza
di risonanza. Un guadagno troppo elevato può causare problemi di controllo, riducendo il
margine di fase del sistema e la sua robustezza. Tuttavia, il guadagno del termine risonante
deve essere abbastanza elevato da ottenere un errore di stato stabile pari a zero o quasi zero.
Possiamo quindi introdurre il fattore qualità:
=
−
( )= +
+ +
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Doppie considerazioni possono essere fatte per valori bassi di . Il termine risonante presenta
solo un guadagno molto basso al di fuori della sua banda passante, quindi la risposta ai
transitori desiderata deve essere ottenuta da un accurato progetto di . Il termine è invece
selezionato per migliorare la stabilità del sistema, posizionando gli zeri del sistema in modo da
spingere i poli ad anello chiuso verso posizioni più stabili.
1
− +
+ + +
( )= ∗ =
1
1− +
+ + +
+ + +
( )= ∗ =
+ + + − + + ( + )
+ [ + ]
→∞ ( )= ∗ =
+ [ + ]−[ + ]( + )
: =− → ( )= ∗ = =1
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Quindi la tensione di alimentazione non influisce sul circuito di controllo con alcun disturbo.
L'errore zero allo stato stazionario e la cancellazione degli effetti di disturbo per i segnali alla
frequenza di risonanza possono essere ottenuti indipendentemente dai valori di progetto di
e e dai parametri di sistema e , garantendo la solidità teorica del controllo.
3√3
>
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Per una radiazione e temperatura fisse, è alla massima tensione operativa di una cella
ottenuta a corrente di uscita zero; è la corrente massima che la cella può fornire per = 0
e si può notare che è quasi costante ed uguale a per un vasto range di . Se la radiazione
è uniforme su tutta la superficie della cella, la potenza massima è ottenuta nel punto di massima
potenza (MPP) ed è ( , ). Il fattore di riempimento (FF) è un indice di performance
legato a quanta area curva statica è vicina a quella ideale ed è definita come:
= =
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2 MODULI FOTOVOLTAICI
Per ottenere qualche Ampere nella corrente di uscita, tipicamente una cella solare è progettata
in torno ai 15x15 cm; una singola cella in Si può produrre un = 0,6 , più elle solari possono
essere connesse in serie costruendo dei moduli
fotovoltaici (PV Modules). I moduli commerciali in
silicio possono garantire una potenza tipica in un
range di 120-300W con un valore di che va dai
22 (36 celle connesse in serie) fino a 44 (72 celle
connesse in serie) e un valore di nel range 4-8
A. Per costruire un generatore solare, è necessario
connettere più moduli in serie (PV String o Array)
per ottenere la tensione nominale desiderata e in
molte stringe in parallelo per ottenere la potenza
nominale
desiderata.
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( )> ( − 1)
( )= ( − 1) ( )=− ( − 1)
( )= ( − 1) + ( )∙∆
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Nei sistemi a
stadio singolo
l'inverter deve
implementare sia
il controllo di
corrente immesso
nella rete sia
l'MPPT, mentre
nel caso di doppio
stadio tali compiti sono separati. L'intervallo di tensione di MPPT è limitato nei sistemi a stadio
singolo dal valore di tensione CC minimo che consente all'inverter di funzionare ( > tensione
di rete rettificata).
Nota: alcuni standard degli operatori di sistema del distributore (come ENEL DK5940 in
ITALIA) impongono un isolamento LFT per i generatori fotovoltaici superiore a 20 kWp.
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o Centralizzato (a);
o String (b);
o Multistrings (c).
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Monitoraggio della corrente residua: una misura della corrente di terra circolante nelle
capacità parassite tra i moduli e la terra nei sistemi senza trasformatore. Tale corrente può
causare e / o accelerare il fenomeno di degradazione dei moduli indicato come PID
(degradazione indotta potenziale)
Rilevamento anti-isolamento: un sistema di monitoraggio della rete che consente di rilevare
le disconnessioni della rete e impedire al generatore FV di fornire la rete, situazione che
sarebbe pericolosa per i tecnici della rete
Strumenti diagnostici per il rilevamento dei guasti dei moduli e/o del convertitore
Interfacce di comunicazione per monitoraggio locale e/o remoto
Iniezione di potenza reattiva per le operazioni di supporto alla rete richieste da un DSO
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Azionamenti elettrici
Seconda Legge di Laplace (derivata dalla Legge di
Lorentz):
⃗ = ( ⃗ × ⃗)
⃗ = ( ⃗ × ⃗) ∙ ⃗
Il movimento del conduttore con velocità genera una fem
che, se chiusa in un circuito con carico, produce una corrente
. Per mantenere la stessa velocità , si ha bisogno di una
certa potenza meccanica . Idealmente, la potenza
meccanica è uguale a quella elettrica generata.
= = → = = → = → =
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Racchiuso in un involucro metallico e separato da una regione (intercapedine d'aria) avente una
permeabilità magnetica costante circa uguale a quella del vuoto. Lo statore e il rotore sono
generalmente costruiti con materiale ferromagnetico, massiccio o laminato a seconda del
flusso magnetico costante o variabile da supportare. La superficie interna dello statore e la
superficie esterna del rotore possono essere cilindriche con diverse fessure per ospitare gli
avvolgimenti isolati (statore e rotore senza salienze). In quest'ultimo caso la macchina è
isotropica in quanto la limatura magnetica non viene modificata sulla base della sua direzione.
Una macchina è anisotropica se lo statore e/o il rotore sono stati progettati con salienze (poli
salienti).
Motore: la macchina è alimentata da una fonte elettrica (CC o CA) mentre viene applicato
un campo di induzione. Una coppia elettromagnetica viene generata nell'albero.
Generatore: un motore primo (ad es. Una turbina) genera una coppia all'albero mentre un
campo di induzione viene applicato alle macchine. Una forza elettromagnetica viene
generata nello statore o nel rotore.
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⃗= ⃗× ⃗ = sin
2 MOTORI PM-CC
La coppia è controllata dalla corrente del rotore. Controllando la tensione
e la corrente del rotore, il motore può funzionare con una coppia massima
costante e con una potenza massima che dipendono linearmente dalla
velocità del rotore.
= + +
= =
= = Ω
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PMSM è più complesso di una macchina PMDC, applicando un'opportuna strategia di controllo
è possibile ottenere una relazione lineare tra il modulo della corrente dello statore e la coppia.
= ⃗
4 MOTORI A INDUZIONE
I motori a induzione (o asincroni) sono alimentati con tensione trifase ma, diversamente dai
motori sincroni, la loro velocità di rotazione dipende, oltre alla frequenza di alimentazione, dalla
coppia di carico. L'avvolgimento dello statore trifase è simile a quello di un SM, mentre il rotore
è nella maggior parte dei casi costruito con barre conduttive in cortocircuito (rotore a gabbia di
scoiattolo). Il campo magnetico prodotto dallo statore induce una corrente che circola nel rotore.
L'interazione tra loro genera la coppia meccanica. La macchina a induzione a doppia gabbia
può essere utilizzata con un collegamento diretto alla rete al fine di limitare la corrente e
aumentare la coppia durante il transitorio di avvio. Negli azionamenti a velocità variabile la
macchina a induzione è alimentata da un inverter; pertanto è necessaria un'unica gabbia
appositamente progettata per l'uso con inverter.
Le macchine a corrente continua non sono adatte all'applicazione del gruppo propulsore
automobilistico, così come ad altre applicazioni industriali, a causa della necessità di fornire un
servizio regolare e di sostituire le spazzole. Le macchine SPM e IPM hanno un vantaggio
dimensionale rispetto alle SCIM, mentre la SCIM, essendo essenzialmente realizzata in ferro e
rame, presenta vantaggi in termini di costi e robustezza rispetto alle macchine PM. Tuttavia, le
macchine PM corrono il rischio di smagnetizzare i magneti o generare tensioni eccessive in
determinate condizioni di guasto.
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Veicoli elettrici
Diverse opzioni per l'impiego di un motore elettrico di trazione in un veicolo, in particolare:
Le soluzioni ibride impiegano nel loro gruppo propulsore un motore a combustione interna e
un motore elettrico, mentre i BEV utilizzano uno o più motori elettrici.
1) Il minimo del veicolo viene eliminato, eliminando così il notevole consumo di carburante del
motore
2) L'energia di frenata rigenerativa viene recuperata e immagazzinata nella batteria. In un
veicolo convenzionale, l'energia di frenata viene dissipata come calore dal sistema di
frenatura e persa nel veicolo.
3) La natura di stop-start, bassa velocità e bassa coppia della guida in città è inefficiente per il
veicolo convenzionale, mentre il veicolo ibrido disaccoppia le condizioni di guida dal
funzionamento efficiente del motore immagazzinando e usando l'energia della batteria
quando è efficiente per fare così.
4) Le dimensioni del motore possono essere inferiori in un veicolo ibrido rispetto al veicolo
convenzionale e possono funzionare in modo più efficiente.
5) Una coppia significativa a bassa velocità può essere disponibile in HEV e BEV grazie al
motore di trazione elettrico.
La serie HEV combina l'efficienza della trasmissione del BEV con il carburante ad alta densità
di energia del motore IC. Una serie HEV fa funzionare il motore IC in una modalità ad alta
efficienza e la potenza del motore viene utilizzata come motore principale del generatore
elettrico G; quindi viene utilizzato un convertitore CA/CC per caricare la batteria. Un motore
elettrico M viene infine impiegato per fornire energia meccanica alla trasmissione. Tuttavia,
posizionare due azionamenti elettrici in serie significa che il trattamento dell'energia può essere
più inefficiente del desiderato. L'efficienza complessiva da ben a ruota è il prodotto di
quattro efficienze:
= − × × × −
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L'HEV parallelo in serie utilizza in genere un ingranaggio planetario e solare, noto come
trasmissione continua variabile (CVT), per dividere la potenza del motore in modo tale che il
veicolo possa essere controllato in modo ottimale per dirigere la potenza del motore verso la
trasmissione per la propulsione diretta del veicolo o la batteria per l'azionamento elettrico.
L'HEV in serie parallela ha anche due stadi in serie, ma sono necessari solo quando è inefficiente
guidare direttamente dal motore IC, simile all'ibrido parallelo. L'efficienza complessiva da ben
a ruota è la stessa del HEV parallelo.
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4 SISTEMI DI CARICA EV
Esistono diverse opzioni per la ricarica del veicolo e sono disponibili diverse tecnologie di ricarica
per i veicoli elettrici (EV). Le scelte e le decisioni devono essere prese dai vari produttori,
fornitori di infrastrutture e consumatori in relazione alle seguenti aree: ricarica conduttiva o
wireless/induttiva, ricarica rapida o ad alta potenza, caricabatterie di bordo rispetto a quelli
esterni e ricarica integrale. In particolare:
1. Carica conduttiva
2. Carica wireless/induttiva
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Corso di “Elettronica di Potenza” | Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tor Vergata
contatti conduttivi. Tale approccio può comportare miglioramenti della sicurezza e facilità d'uso
per il consumatore, ma comporta anche notevoli sfide ingegneristiche. Per la ricarica wireless,
la partizione tra i componenti di bordo e quelli esterni del sistema di ricarica si trova all'interno
del trasformatore stesso. Le tariffe wireless possono essere classificate in due tipi:
ingombro se installato in posizioni fisse (garage o stazioni di ricarica), quindi il veicolo deve
essere fermato in un'area di parcheggio fissa (efficienza fino al 91% per potenza fino a
120kW)
distribuito se lo stadio principale è installato in molti punti diversi lungo una strada, quindi
il veicolo può essere caricato in movimento. L'efficienza è peggiore del caso in serie (80%)
Diversi standard di ricarica sono emersi o stanno emergendo a livello globale. Uno standard
globale, IEC 62196, è stato sviluppato dalla Commissione elettrotecnica internazionale (IEC) e
funge da ombrello per una serie di standard di ricarica. Lo standard globale copre le basi delle
interfacce di alimentazione e comunicazione, mentre i vari standard di ricarica descrivono le
specifiche meccaniche ed elettriche dei particolari gruppi di spine e prese. I principali standard
di ricarica sono
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