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Protezione
dalle sovracorrenti F6
In questa unità, dopo aver presentato i vari dispositivi per la protezione delle linee e degli ap-
parecchi elettrici dalle sovracorrenti (interruttori e relativi sganciatori, fusibili), verranno illustrati
i sistemi di protezione usati negli impianti utilizzatori in bassa tensione, con particolare riguardo
alle disposizioni normative.
Tensione nominale
La tensione nominale è il valore di tensione a cui sono riferite le prestazioni dell’in-
terruttore in fase di chiusura e di interruzione su cortocircuito. Per i circuiti polifasi ci si
riferisce alla tensione tra le fasi.
Per gli interruttori impiegati in sistemi BT, vengono definite le due tensioni
seguenti:
• la tensione nominale d’impiego Ue è il valore di tensione che il costruttore speci-
fica per l’apparecchio, unitamente alla corrente nominale d’impiego, e per il quale
garantisce le prestazioni dichiarate; a uno stesso interruttore possono essere asse-
gnati più valori di tale tensione, facendo corrispondere a ognuno diverse prestazioni
su cortocircuito. I valori normali della tensione nominale d’impiego stabiliti dalla
norma CEI 23-3/1 sono i seguenti:
– 230 V per interruttori unipolari e bipolari;
– 230/400 V per interruttori unipolari;
– 400 V per interruttori bipolari, tripolari e tetrapolari.
• la tensione nominale d’isolamento Ui è il valore di tensione per il quale è dimen-
sionato l’isolamento elettrico dell’interruttore, verificato da apposite prove dielet-
triche. Il suo valore deve essere non inferiore alla più elevata delle tensioni d’im-
piego dell’apparecchio; quando non viene specificata si considera come tensione
nominale di isolamento la maggiore tensione nominale d’impiego.
Corrente nominale
La corrente nominale rappresenta il valore di corrente che l’interruttore può condurre
in assegnate condizioni di tensione, di impiego e ambientali e a cui sono riferite le ca-
ratteristiche dell’apparecchio.
È legata concettualmente al comportamento termico dell’interruttore che, analoga-
mente agli altri componenti sottoposti a sollecitazione termica, durante il funzionamen-
to si riscalda e tende a una temperatura di regime, legata al valore della corrente condot-
ta e alle condizioni di installazione (per esempio, montaggio a vista o in quadri chiusi).
Dato che sul comportamento termico influiscono la durata del funzionamento, che
potrebbe essere non sufficientemente lungo da condurre al regime termico, e la tem-
peratura ambiente, la normativa tiene conto di questi due fattori e considera varie
definizioni di corrente nominale.
434 Modulo F • Impianti elettrici utilizzatori in bassa tensione
Potere d’interruzione
L’apertura di un interruttore può avvenire con vari valori della corrente circolante,
che viene interrotta dalla manovra. L’intervento più gravoso è, evidentemente, la
manovra durante il cortocircuito, circostanza in cui la corrente, non più limitata dal-
l’impedenza a valle del punto di guasto, assume valori molto più elevati rispetto al
funzionamento normale.
La corrente di cortocircuito è composta da una componente simmetrica o alternata
avente un certo valore efficace e da una componente unidirezionale che si estingue
dopo un tempo dipendente dalle caratteristiche del circuito, in particolare dal suo fat-
tore di potenza.
L’intervento dell’interruttore modifica però sia l’andamento sia il valore della cor-
rente di cortocircuito a valle del dispositivo, principalmente a causa dell’arco elettrico
che si manifesta all’apertura dei contatti e che introduce nel circuito un’impedenza di
valore ignoto e variabile. Al fine di riferire le caratteristiche degli interruttori a una
definita corrente, svincolandosi da tale variabilità, si considera la corrente presunta di
cortocircuito, ossia quella che si avrebbe se al posto dell’interruttore vi fosse un con-
duttore di impedenza nulla.
L’attitudine di un interruttore a interrompere la corrente durante il cortocircuito è testi-
moniata, in generale, dal potere d’interruzione nominale, che indica il massimo
valore efficace della componente simmetrica della corrente di cortocircuito presunta
che l’apparecchio è in grado di interrompere in specificate condizioni.
Figura F6.1
Tipi di interruttore
per bassa tensione:
a) interruttore
aperto;
b) interruttore
scatolato;
c) interruttore
modulare.
a) b) c)
Tabella F6.2 Caratteristiche tecniche di interruttori in aria scatolati per bassa tensione, serie Compact NS 630b/3200 (produzione Schneider Electric)
Livello di prestazione N H L LB N H L N H N H N H
– per 3 s (kA) – – – – – – – – – – – 32
Categoria di utilizzazione B B A A B B A B B B B B
Dati comuni a tutti gli interruttori: tensione nominale d’impiego Ue = 690 V; tensione nominale d’isolamento Ui = 800 V; tensione nominale di tenuta a impulso Uimp = 8 kV; frequenza 50-60 Hz; nu-
mero poli 3-4.
437
438 Modulo F • Impianti elettrici utilizzatori in bassa tensione
Tabella F6.3 Caratteristiche tecniche di interruttori magnetotermici modulari in bassa tensione System pro M compact (produzione ABB)
solo
M 200 1P, 2P, 3P, 4P 0,5-1-1,6-2,5-4-6,3-10-12,5-16-20-25-32-40-50-63 sganciatore /
magnetico
Dati comuni a tutti gli interrutori: tensione nominale d’impiego Ue = (230-240) V per 1P e 1P+N, Ue = (230/400-240/415) V per 2P, 3P, 4P; ten-
sione nominale d’isolamento Ui = 500 V; tensione nominale di tenuta a impulso Uimp = 4 kV; frequenza 50-60 Hz.
t t
ZNI
ZNI
ti ti
1 I/I n 1 V/Vn
Figura F6.2 Relè di massima corrente, Figura F6.3 Relè di minima tensione,
a tempo indipendente, scatto istantaneo. a tempo indipendente, scatto ritardato.
ZNI Zona di non intervento Vn Tensione nominale (di taratura)
In Corrente nominale (di taratura)
ti Tempo d’intervento Per V < Vn il relè interviene con tempo costante
1 I/I n
Sganciatore magnetotermico
Gli sganciatori magnetotermici di massima corrente accoppiati a interruttori auto-
matici sono molto usati per la protezione contro le sovracorrenti di sovraccarico e di
cortocircuito. L’apparecchio che ne deriva prende il nome di interruttore magnetoter-
mico.
Sono formati dall’unione di due relè, precisamente:
• un relè termico a lamina bimetallica (formata da due metalli sovrapposti con coef-
ficienti di dilatazione diversi) che sfrutta la deformazione della lamina dovuta al ca-
lore prodotto dalla corrente per azionare il dispositivo di sgancio (figura F6.5);
dato che all’aumentare dell’intensità di corrente diminuisce il tempo occorrente per
avere una deformazione utile, questi dispositivi sono tipicamente del tipo a tempo
inverso e sono quindi adatti alla protezione dal sovraccarico, in cui non è richiesta
l’interruzione immediata del circuito;
a) b)
I
1 I
Figura F6.5
2 Relè a lamina
1. Bimetallo bimetallica:
I 2. Treccia di collegamento a) a riposo;
I 3. Dispositivo di sgancio. b) in azione.
440 Modulo F • Impianti elettrici utilizzatori in bassa tensione
• un relè magnetico che sfrutta il campo magnetico prodotto dalla corrente circolante
in un bobina per far muovere la parte mobile di un nucleo magnetico e azionare il
dispositivo di sgancio (figura F6.6); è un relè a tempo indipendente, dato che in-
terviene non appena la forza magnetica, dipendente dall’intensità di corrente, su-
pera quella esercitata dalle molle antagoniste sul nucleo mobile; per questa sua ca-
ratteristica viene usato per la protezione contro le sovracorrenti di cortocircuito.
Figura F6.6
Schema di Ib E Elettromagnete fisso
principio di un relè F2 NM Nucleo mobile
F1
elettromagnetico. MR Molla di richiamo
MR C Contatto
C Ib Corrente nella bobina
F1 Forza magnetica
E NM F2 Forza meccanica
20
10
5
2
1
0,5 c
0,2 A B C
0,1
0,05
0,02
0,01
a Sganciatore termico a freddo
0,005
b Sganciatore termico a caldo
0,002
c Sganciatore magnetico regolabile 0,5 1 1,5 2 5 10 20 50 100 200
1,2 I/In
F6 • Protezione dalle sovracorrenti 441
Tabella F6.4 Sganciatori di massima corrente magnetotermici TM per interruttori scatolati serie Compact NSX100/160/250 (produzione
Scheneider Electric)
NSX100
Interruttore NSX160
NSX250
Regolazione NSX100 190 300 400 500 500 500 640 800 63 80 80 125
magnetica NSX160 190 300 400 500 500 500 640 800 1250 1250 (5÷10)×In 63 80 80 125
(A) NSX250 190 300 400 500 500 500 640 800 1250 1250 (5÷10)×In 63 80 80 125
0 Ir Im I
Per la scelta dello sganciatore si deve fare riferimento alla corrente d’impiego e alla
portata della conduttura. Per esempio, se la corrente d’impiego è pari a 85 A e la portata
95 A si può utilizzare un interruttore con corrente nominale 100 A, associato a uno
sganciatore TM100D con In = 100 A, con regolazione termica Ir = 90 A (0,9 × In), valo-
re che consente la circolazione della corrente d’impiego senza superare il limite della
portata.
In caso di cortocircuito si avrà un intervento istantaneo se la sovracorrente supera la
soglia di taratura Im = 800 A.
Tabella F6.5 Unità di controllo Micrologic 2 per interruttori Compact NSX100/160/250/400/630 con correnti nominali da 100 A a 630 A
(produzione Schneider Electric)
NSX100
NSX160
Interruttore NSX250
NSX400
NSX630
Soglia d’intervento lungo ritardo 18-20-23- 40-45-50- 63-70-80- 70-100- 160-180- 250-280-
Ir = (0,9 – 1) × Io (regolazione fine 25-28-32- 55-63-70- 90-100- 125-140- 200-230- 320-350-
a 9 gradini per ogni valore di Io 36-40 80-90-100 110-125- 160-175- 250-280- 400-450-
riportato) 150-160 200-225- 320-360- 500-570-
250 400 630
Temporizzazione tr (s) Non regolabile
a 1,5 × Ir 400
a 6 × Ir 16
a 7,2 × Ir 11
Soglia d’intervento istantanea Ii (A) 600 1500 2400 3000 4800 6900
Tempo di non intervento 10 ms
Tempo max d’interruzione 50 ms per I > 1,5 Ii
Protezione del neutro
– neutro non protetto 4P 3R senza protezione
– neutro protetto al 50%
4P 3R + N/2 0,5 × Ir
– neutro protetto al 100% 4P 4R 1 × Ir
F6 • Protezione dalle sovracorrenti 443
t
1
3
1 Soglie Lungo ritardo (protezione sovraccarico)
4
2 Temporizzazione Lungo ritardo LR
5 3 Soglie Corto ritardo (protezione cortocircuiti)
4 Temporizzazione Corto ritardo CR
5 Soglie protezione istantanea (protezione cortocircuiti)
0 Ir Isd Ii I
Figura F6.9
Caratteristica d’intervento degli sganciatori elettronici
della tabella F6.5.
Supponendo, per esempio, di usare una unità dotata di sganciatore con corrente
nominale 100 A associato a un interruttore NSX160 (corrente nominale 160 A), è
possibile regolare la corrente d’intervento Ir in caso di sovraccarico da 40 A a 100 A
con tempo d’intervento non modificabile, decrescente con la corrente. Per il cortocir-
cuito si possono regolare due soglie, quella con ritardo breve da 1,5 a 10 × Ir e tempo
d’intervento fisso e quella istantanea, per correnti di guasto da 1500 A in poi. A
seconda di come si prevede che possa essere caricato il conduttore neutro si può sce-
gliere di non installare la protezione (carico equilibrato con corrente nel neutro nulla
o molto ridotta rispetto alla sezione del conduttore), di regolarla al 50% di quella di
taratura per le fasi oppure alla stessa corrente delle fasi.
Caratteristica d’intervento
La normativa CEI non fissa tutta la forma della caratteristica tempo-corrente degli
interruttori automatici di bassa tensione, ma indica dei valori limite della stessa. Le
caratteristiche fornite dai costruttori devono pertanto rispettare questi limiti.
Per gli interruttori per usi domestici e similari l’attuale norma CEI EN 60898/1
(CEI 23-3/1) prevede tre tipi di caratteristica, indicandone le condizioni di prova e
un certo numero di coppie di valori tempo-corrente che gli apparecchi devono sod-
disfare.
In particolare, la corrente Im che determina l’intervento istantaneo, senza ritardo
intenzionale, deve essere compresa nei campi seguenti:
• caratteristica B: maggiore di 3 e fino a 5 volte la corrente nominale;
• caratteristica C: maggiore di 5 e fino a 10 volte la corrente nominale;
• caratteristica D: maggiore di 10 e fino a 20 volte la corrente nominale.
Nella figura F6.10 sono riportate le varie caratteristiche d’intervento. La caratte-
ristica B è adatta per utilizzatori che possono dar luogo a limitato sovraccarico, come
i carichi luce; la C è di serie; la D è adatta a carichi che presentano elevate correnti di
avviamento, essendo l’intervento magnetico opportunamente elevato.
444 Modulo F • Impianti elettrici utilizzatori in bassa tensione
t (s) a) t (s) b)
10000 10000
5000 5000
1H 1H
2000 2000
1000 1000
500 500
200 200
100 100
50 50
20 20
10 10
5 5
2 2
1 1
0,5 0,5
0,2 0,2
0,1 0,1
0,05 0,05
0,02 0,02
0,01 0,01
0,005 0,005
0,002 0,002
0,001 0,001
0,5 1 2 3 4 5 7 10 20 30 50 70 100 200 I/In 0,5 1 2 3 4 5 7 10 20 30 50 70 100 200 I/In
t (s) c)
Figura F6.10
10000
Caratteristiche d’intervento 5000
1H
secondo la norma CEI EN 2000
60898/1 1000
500
(produzione Schneider
200
Electric): 100
a) tipo B 50
b) tipo C 20
c) tipo D (con limitazione 10
5
dell’intervento magnetico 2
a 14 In). 1
0,5
0,2
0,1
0,05
0,02
0,01
0,005
0,002
0,001
0,5 1 2 3 4 5 7 10 14 20 30 50 70 100 200 I/In
I valori di If e di Inf e quelli di tc sono stabiliti dalle relative norme CEI e corrispon-
dono a quelli della tabella F6.6.
Tabella F6.6 Valori delle correnti convenzionali di intervento e di non intervento e del tempo convenzionale
Diagramma del valore dell’energia specifica Diagramma del valore dell’energia specifica
passante I2t passante I2t
Energia specifica passante I2t (A2s)
Caratteristica d’intervento
I fusibili hanno una caratteristica d’intervento tipicamente a tempo inverso, con il
tempo di intervento che diminuisce all’aumentare della corrente (figura F6.13), dato
che arrivano alla temperatura di fusione in un tempo tanto minore quanto più è elevata
la corrente che li percorre.
Figura F6.13 (A) gI
100
125
16
20
25
32
10
12
40
50
63
80
2
4
6
8
104
1
4
2
102 32 100
1 2 4 6 8 12 20 40 50 125 (A) a M
4
2
101
4
2
100
4
2
10–1
2
10–2
10 16 25 62
4
2 3 4 5 10 2 3 4 50 100 2 3 4 500 1000 2 3 4 5000
I (A)
g (campo pieno) gG gM
a (campo ridotto) / aM
La differenza tra un fusibile a pieno campo e uno a campo ridotto è mostrata nella
figura F6.14. Il fusibile di tipo g è costruito per interrompere correnti di cortocircuito
presunte Ip a partire dal valore nominale In, mentre i fusibili a campo ridotto sono co-
F6 • Protezione dalle sovracorrenti 447
struiti in modo da intervenire solo per correnti superiori a In, ossia per Ip/In = k2 > 1.
Sono adatti alla protezione dei motori elettrici in quanto, non intervenendo per un
campo di correnti da In a k2In, non interrompono la corrente di spunto che si ha durante
l’avviamento del motore.
t (s)
3
10
2 g
10
10
a
1
0,1 Figura F6.14
Confronto fra le caratteristiche
dei fusibili tipo g e a.
1 10 100 Ip/In
Tabella F6.8 Valori dei rapporti Inf /In e If /In e del tempo convenzionale tc per fusibili gG e aM
Figura F6.15
Energia specifica passante in
funzione del valore efficace 10 2 3
della Icc simmetrica. 10 10 Icc (A)
448 Modulo F • Impianti elettrici utilizzatori in bassa tensione
Il
0 t
tp ta tp tempo di prearco
ta tempo d’arco
ti ti tempo d’intervento
Tabella F6.9 Valori minimi ammessi del potere d’interruzione dei fusibili
Fusibili gG Fusibili aM
Corrente Tensione Potere Corrente Tensione Potere
nominale nominale d’interruzione nominale nominale d’interruzione
(A) (V) (kA) (A) (V) (kA)
Fusibili gG Fusibili aM
Corrente Tensione Potere Corrente Tensione Potere
nominale nominale d’interruzione nominale nominale d’interruzione
(A) (V) (kA) (A) (V) (kA)
Protezione Ib ≤ In ≤ Iz [F6.1]
contro
il sovraccarico:
relazioni
di coordinamento If ≤ 1,45 Iz [F6.2]
dove:
• Ib è la corrente d’impiego del circuito in condizioni ordinarie;
• Iz è la portata della conduttura in regime permanente;
• In è la corrente nominale del dispositivo di protezione oppure, nel caso di appa-
recchi regolabili, la corrente di regolazione;
• If è la corrente convenzionale d’intervento del dispositivo di protezione.
Le relazioni [F6.1] e [F6.2] sono rappresentate in forma grafica nella figura F6.17.
Poiché l’intervento del dispositivo entro il tempo convenzionale avviene certamente per
correnti non inferiori a If , l’intervallo tra Iz e If corrisponde ai valori di sovraccarico per i
quali il dispositivo potrebbe non intervenire. Nella condizione limite If = 1,45 Iz, il mas-
simo sovraccarico ammesso dalla normativa è del 45%, con durata convenzionale tc.
Protezione Ib ≤ In ≤ Iz [F6.3]
contro
il sovraccarico:
relazioni
di coordinamento 1, 45
in funzione di kf In !)! Iz [F6.4]
kf
A seconda del tipo di apparecchio usato per la protezione varia il valore del rapporto
kf . In particolare si hanno due casi:
1. per i dispositivi aventi kf ≤ 1,45 la relazione [F6.4] è certamente soddisfatta se è
rispettata la [F6.3]; quest’ultima diventa l’unica condizione da considerare
per la scelta della protezione;
2. per i dispositivi aventi kf > 1,45 le relazioni [F6.3] e [F6.4] si possono sintetizzare
nella seguente:
Relazione di co- 1, 45
ordinamento per Ib ! ) I n ! )! Iz [F6.5]
kf > 1,45 kf
F6 • Protezione dalle sovracorrenti 451
Nella tabella F6.12 sono riportate le condizioni da soddisfare per la scelta del di-
spositivo di protezione dal sovraccarico, per i vari apparecchi utilizzabili.
Tabella F6.12 Scelta del dispositivo di protezione contro il sovraccarico per le condutture di bassa tensione
Nel caso in cui la conduttura sia composta da tratti aventi, per una qualsiasi ragione,
portate diverse, le condizioni [F6.1] e [F6.2] devono essere evidentemente soddisfatte
per la portata inferiore. Se il dispositivo è posto a monte di più linee derivate, esso pro-
tegge dal sovraccarico tutte le condutture che soddisfano le condizioni [F6.1] e [F6.2].
Quando il circuito protetto è formato da più conduttori in parallelo, Iz è la somma
delle portate dei singoli conduttori.
Per un circuito avente Ib = 21 A, Iz = 27 A si può scegliere per la protezione dal sovraccarico un in- ESEMPIO 1
terruttore automatico non regolabile con In = 25 A, in modo da avere 21 < 25 < 27.
Per un circuito avente Ib = 84 A, realizzato con cavi aventi portata Iz = 98 A non è possibile usare ESEMPIO 2
un interruttore fisso, non essendoci nessun valore di In compreso nell’intervallo 84 ÷ 98; si può
usare un interruttore regolabile da 100 A con taratura termica:
Ir = 0,9 × 100 = 90 A
Per una conduttura con Ib = 36 A, volendo usare fusibili da 40 A per la protezione dal sovracca- ESEMPIO 3
rico la portata deve essere almeno pari a 45 A, per rispettare la condizione 36 < 40 < 0,906 × 45
ossia 36 < 40 < 40,8. Si noti la maggiore differenza, in questo caso, tra Ib e Iz: l’uso dei fusibili
non consente il pieno sfruttamento della portata del cavo.
S1 A S1
Figura F6.18 Conduttura derivata da una linea P
principale protetta contro il sovraccarico.
La protezione della linea AB può essere omessa se
il dispositivo P protegge anche il tratto di sezione S2. S2
Lo stesso discorso vale per una linea che si dirama in più linee secondarie (figura
F6.19): le derivazioni per le quali sono soddisfatte le condizioni [F6.1] e [F6.2] pos-
sono essere non protette contro i sovraccarichi.
Nel secondo caso indicato dalla normativa rientrano molte situazioni pratiche, tra cui:
• condutture alimentanti apparecchi d’illuminazione, non in grado, per loro natura, di
produrre sovraccarichi;
• condutture alimentanti utilizzatori termici (stufe, forni a resistenza ecc.), per il mo-
tivo precedente;
• condutture che alimentano motori con corrente a rotore bloccato inferiore alla por-
tata della linea, dato che la corrente a rotore bloccato è il massimo valore di corrente
che il motore può assorbire in assenza di guasto;
S1
Figura F6.19 Linea che si divide
S S2
in più derivazioni. La protezione contro P
il sovraccarico può essere omessa
per le linee efficacemente protette S3
dal dispositivo P.
F6 • Protezione dalle sovracorrenti 453
• condutture che alimentano apparecchi utilizzatori già dotati del proprio dispositivo
di protezione, a condizione che esso sia idoneo anche alla protezione della linea
contro il sovraccarico; è questo il caso di una linea alimentante un motore dotato di
un quadro di comando e protezione comprendente un relè termico che soddisfi le
condizioni [F6.1] e [F6.2] per la linea di alimentazione;
• conduttura che alimenta più derivazioni (figura F6.20), ognuna protetta da un pro-
prio dispositivo; se la somma delle correnti nominali delle protezioni è inferiore o
uguale alla portata della conduttura a monte, la protezione dal sovraccarico di que-
st’ultima può essere omessa.
In1
P1
A Iz B In2
P2
Figura F6.20
Linea con derivazioni protette contro il sovraccarico.
In3 La protezione del tratto AB può essere omessa
P3 se è verificata la condizione In1 + In2 + In3 ≤ Iz.
Vi sono anche dei casi in cui la norma CEI 64-8 raccomanda di omettere la prote-
zione per ragioni di sicurezza.
È il caso di circuiti che alimentano apparecchi utilizzatori per i quali l’apertura in-
tempestiva del circuito potrebbe essere causa di pericolo.
Esempi significativi sono:
• i circuiti di eccitazione delle macchine rotanti;
• i circuiti di alimentazione degli elettromagneti di sollevamento;
• i circuiti secondari dei trasformatori di corrente (TA);
• i circuiti che alimentano dispositivi di estinzione dell’incendio.
In questi casi è raccomandabile l’installazione di un dispositivo di allarme che se-
gnali eventuali sovraccarichi.
Criterio generale
Il dispositivo di protezione deve interrompere la corrente di cortocircuito prima che
essa diventi pericolosa per gli effetti termici e meccanici provocati nei conduttori e
nelle relative connessioni. A tale proposito è da ricordare che il cortocircuito dà luogo
a una sollecitazione termica, a causa dell’energia passante, e meccanica per sforzi elet-
trodinamici.
Punto d’installazione
Normalmente i dispositivi di protezione contro i corto circuiti vanno installati all’ini-
zio della conduttura da proteggere e nei punti in cui si ha una riduzione della sezione
dei conduttori o un’altra variazione che dia luogo a una riduzione del coefficiente K re-
lativo alla verifica dell’integrale di Joule; questo per fare in modo che la relazione
I 2 t ≤ K 2 S2 sia sempre verificata. In ogni caso, l’ubicazione dei dispositivi di protezione
deve sempre essere tale da interrompere, in un tempo non superiore a quello che porta
i conduttori alla temperatura limite ammissibile, tutte le correnti provocate da un cor-
tocircuito che si presenti in un punto qualsiasi del circuito.
È consentito comunque, fatta eccezione per gli impianti nei luoghi a maggior ri-
schio in caso d’incendio e con pericolo di esplosione, porre il dispositivo di protezione
a distanza non superiore a 3 m dal punto in cui si verifica la riduzione della sezione o
un’altra variazione, a patto che il tratto sia realizzato in modo da ridurre al minimo il
rischio di cortocircuito e non sia posto vicino a materiale combustibile.
Scelta
della corrente In ≥ Ib [F6.6]
nominale
Potere d’interruzione
Il dispositivo di protezione deve essere in grado di interrompere con sicurezza la
massima corrente di cortocircuito che si può produrre nel punto di installazione e,
quindi, il suo potere d’interruzione deve essere non inferiore al valore della corrente
di cortocircuito presunta che può svilupparsi in tale punto, considerando il tipo di
guasto che produce la Icc massima:
Scelta
del potere Icu (Icn ) ≥ Icc max [F6.8]
d’interruzione
0 0
i 2 dt ) K 2 S 2 [F6.9]
I valori di K sono quelli riportati nella tabella F4.2 del paragrafo F4.5, validi per
corto circuiti di durata non superiore a 5 s. La verifica della condizione [F6.9] è diversa
a seconda che per la protezione vengano impiegati fusibili o un interruttore automatico.
a) Protezione con fusibili
Il confronto tra le energie specifiche di un cavo e di un fusibile è riportato nella figura
F6.21. La condizione [F6.9] è soddisfatta nella zona b, ossia per tutte le correnti non
inferiori al valore Ia determinato dall’intersezione tra le due caratteristiche, valore che
rappresenta il limite inferiore dalla corrente minima di cortocircuito a fondo linea.
Figura F6.21
(kA2s) Confronto tra le
energie specifiche
∫i 2 dt di un cavo e di un
fusibile.
K 2S2 cavo
3
10
fusibile
10 2
a b
10
10 2 Ia 10 3 I cc (A eff)
107
2
∫ i dt
interruttore
106
K2S2 cavo
105
104 a b a
103
1 10 102 Ia 103 Ib 104 105 Icc (A eff)
Protezione
Icc min ≥ Ia [F6.11]
con interruttore
automatico:
condizioni
da rispettare Icc max ≤ Ib [F6.12]
Se non sono verificate, occorre aumentare il termine K2S2 in modo da far diminuire
il valore di Ia e far aumentare quello di Ib.
valide per il sovraccarico, esso si ritiene adeguato alla protezione dal cortocircuito a
patto che:
• abbia il sufficiente potere d’interruzione;
• venga installato come prescritto per il cortocircuito.
Le prescrizioni indicate dalla normativa sono sintetizzate nella tabella F6.13.
Tabella F6.13 Requisiti richiesti al dispositivo per la protezione combinata dal sovraccarico e dal cortocircuito
Sovraccarico Cortocircuito
Nota. Si può ritenere soddisfatta, senza necessità di verifica, la condizione d) per il guasto in fondo alla linea.
Per i dispositivi limitatori è generalmente soddisfatta la verifica dell’integrale di Joule per tutte le correnti di cor-
tocircuito possibili sulla linea.
Una linea in c.a. trifase con neutro, lunga 80 m, con tensione Vn = 400 V, è realizzata con cavi ESEMPIO 4
unipolari con conduttori in rame e isolamento in PVC, di sezione 10 mm2. Dal calcolo elettrico
sono stati ricavati i seguenti dati: Ib = 28 A, Iz = 38 A, Icc = 8,5 kA (corrente di cortocircuito
massima all’inizio della linea). Scegliere le caratteristiche del dispositivo per la protezione
unica dal sovraccarico e dal cortocircuito.
Si può scegliere di usare un interruttore automatico, da installare nel punto di origine della
linea come richiesto per la protezione dal cortocircuito.
La corrente nominale del dispositivo deve soddisfare la relazione Ib ≤ In ≤ Iz, che diventa
28 ≤ In ≤ 38, mentre il suo potere d’interruzione deve essere non inferiore al valore 8,5 kA che
è la corrente di cortocircuito presunta per guasto trifase nel punto di installazione.
In base ai valori normalizzati degli interruttori automatici, si sceglie un interruttore magnetoter-
mico non regolabile avente le seguenti caratteristiche:
• corrente nominale In = 32 A;
• caratteristica d’intervento di tipo C, con intervento su cortocircuito da 5 a 10 volte In, ossia
da 160 A a 320 A;
• potere d’interruzione nominale Icn = 10 kA.
Per verificare l’intervento su cortocircuito a fine linea e l’energia specifica passante, si calcola
la corrente di cortocircuito minima convenzionale:
0, 8 E 0, 8 × 230
I cc min = = = 426 A
l 80
1, 5 l20° (1 + m ) 1, 5 × 0, 018 (1 + 1)
S 10
458 Modulo F • Impianti elettrici utilizzatori in bassa tensione
Dato che il suo valore è maggiore di 320 A, l’interruttore interviene correttamente anche per un
cortocircuito fase-neutro a fine linea.
Essendo K = 115 per il PVC (tabella F4.2), l’energia termica specifica sopportabile dal cavo è
pari a:
K 2 S 2 = 115 2 × 10 2 = 1, 32 × 10 6 A 2 s
Per effettuare la verifica dell’integrale di Joule occorre conoscere il grafico dell’energia speci-
fica dell’interruttore scelto. Supponendo che sia un interruttore modulare del tipo indicato nella
figura F6.12, si vede che la condizione I2t ≤ K2S2 è verificata per correnti di cortocircuito da
50 A circa fino a un valore indefinito, senz’altro superiore a 10 kA. Poiché i valori estremi della
Icc che possono aversi nella linea in esame (426 A e 8,5 kA) sono interni a quest’intervallo, la
condizione è certamente verificata.
Si tenga conto che quando vengono usati interruttori limitatori scelti anche per la protezione
contro il sovraccarico, la norma CEI 64-8 consente di non effettuare la verifica dell’energia spe-
cifica passante, dato che essa è generalmente soddisfatta.
I criteri da seguire, stabiliti alla norma CEI 64-8/4, sono riportati di seguito per i
vari sistemi di distribuzione.
• Conduttori di fase. Salvo casi particolari, la protezione delle sovracorrenti deve ri-
guardare tutti i conduttori di fase.
• Sistema TN-C. In questo caso il conduttore di neutro ha anche la funzione di con-
duttore di protezione dell’impianto di terra (PEN) e pertanto non deve essere né
protetto né interrotto. Si useranno quindi dispositivi tripolari o unipolari, a seconda
del circuito.
• Sistemi TT e TN-S. In questo caso il neutro è un conduttore attivo e come tale può
essere interrotto.
Nei circuiti trifase con neutro di sezione maggiore o uguale a quella di fase, il con-
duttore di neutro può non essere protetto. Se la sezione del neutro è minore, la pro-
tezione non è richiesta se vi è quella dal cortocircuito sulle fasi e la massima cor-
rente che attraversa il neutro in servizio ordinario è nettamente inferiore alla sua
portata. I conduttori di fase devono essere tutti protetti.
Nei circuiti fase-neutro, la protezione del neutro non è né richiesta né vietata, men-
tre la sua interruzione è opportuna; si possono quindi usare interruttori bipolari con
uno o entrambi i poli protetti.
Nei circuiti trifase senza neutro o fase-fase vengono normalmente protette tutte le
fasi.
F6 • Protezione dalle sovracorrenti 459
• Sistema IT. In questo caso il neutro non è collegato direttamente a terra ed è buona
norma non distribuirlo nell’impianto, se non è strettamente necessario. La protezione
delle fasi è sempre richiesta mentre quella del neutro, qualora venga utilizzato come
conduttore attivo, può essere omessa quando vi è già una protezione a monte contro
il cortocircuito, oppure la protezione dal cortocircuito delle fasi è idonea anche per il
neutro (verifica dell’energia specifica passante) e il circuito è protetto da un interrut-
tore differenziale che interrompe tutti i conduttori, compreso il neutro.
Figura F6.24
Selettività
ImB ImA I amperometrica.
460 Modulo F • Impianti elettrici utilizzatori in bassa tensione
Selettività cronometrica
Si ottiene diversificando i tempi d’intervento dei dispositivi, come mostrato indicati-
vamente nella figura F6.25, in cui l’interruttore a monte A ha due soglie d’intervento
su cortocircuito, una ritardata e l’altra istantanea.
Figura F6.25 t
Selettività B A IS
cronometrica.
∆t
102 1
3
10
1
Figura F6.26
Esempio 2
di caratteristica 0,1
tempo-corrente
di un interruttore
selettivo. 0,01
0,3 1 5 7 1012 15 20 25 I/In
F6 • Protezione dalle sovracorrenti 461
Memo F6
Classificazione degli apparecchi di manovra e di protezione
• Mediante un apparecchio di manovra si eseguono manovre di apertura e di
chiusura di un circuito. Se è dotato di dispositivi di sgancio automatico, protegge
anche dalle sovracorrenti. Le manovre possono avvenire a carico, a vuoto, in
condizioni di normale esercizio e in presenza di guasti.
• In funzione delle operazioni che possono compiere si distinguono i seguenti tipi
principali: interruttore, interruttore di manovra, sezionatore, interruttore di ma-
novra-sezionatore.
• In funzione del sistema di spegnimento dell’arco elettrico, gli interruttori pos-
sono essere: a volume d’olio ridotto, ad aria compressa, a deionizzazione ma-
gnetica, a esafluoruro di zolfo, sotto vuoto.
Memo CLIL
• Per gli impianti BT gli interruttori possono essere aperti, scatolati, modulari.
• Per i dispositivi aventi kf = If /In ≤ 1,45 basta che sia soddisfatta la prima di-
sequazione; se kf > 1,45 bisogna tener conto di entrambe le condizioni.
• Il dispositivo di protezione contro il sovraccarico può anche essere installato,
salvo alcuni casi in cui è obbligatorio metterlo all’inizio della linea, lungo la con-
duttura.
• La norma indica i casi in cui la protezione dal sovraccarico è obbligatoria (p.e. nei
luoghi a maggior rischio in caso d’incendio) e quelli in cui può essere omessa
(p.e. per le linee che alimentano utilizzatori non in grado di produrre sovracca-
rico). Vi sono anche casi in cui la norma CEI 64-8 raccomanda di omettere la pro-
tezione per ragioni di sicurezza.
• La protezione contro il cortocircuito interessa tutte le condutture, salvo pochi
casi in cui può essere omessa (p.e. elettromagneti di sollevamento).
• I requisiti che deve avere il sistema di protezione sono:
– interruzione della corrente di cortocircuito prima che diventi pericolosa per i
suoi effetti termici e meccanici;
– installazione all’inizio della conduttura e nei punti in cui varia l’energia speci-
fica K2S2; in alcuni casi è consentito porre il dispositivo di protezione a di-
stanza non superiore a 3 m dai punti indicati;
– corrente nominale del dispositivo non inferiore alla corrente d’impiego
(In ≥ Ib)
– corrente d’intervento su cortocircuito dello sganciatore non superiore alla cor-
rente di corto circuito minima a fondo linea (Im ≤ Iccmin);
F6 • Protezione dalle sovracorrenti 463
Memo F6
di cortocircuito massima nel punto d’installazione (Icu(o Icn) ≥ Iccmax);
– energia termica specifica del dispositivo di protezione (integrale di Joule) non
superiore all’energia specifica sopportabile dalla conduttura per tutti i valori
t 2
della Icc compresi tra quella minima e quella massima: i dt ≤ K2S2.
00
• Per la protezione dalle sovracorrenti si può usare un dispositivo unico (prote-
zione combinata contro il sovraccarico e il cortocircuito, per esempio mediante
interruttore automatico magnetotermico) oppure due dispositivi separati (prote-
zione distinta, per esempio con relè termico e fusibili).
• Nel primo caso il dispositivo deve possedere tutti i requisiti previsti per la prote-
zione contro il sovraccarico e il cortocircuito; usando dispositivi limitatori non è
richiesta la verifica dell’integrale di Joule, in quanto generalmente soddisfatta.
Nel secondo caso ogni apparecchio deve soddisfare separatamente le prescrizioni
relative alla protezione a cui è destinato.
Memo CLIL
• La protezione dalle sovracorrenti deve riguardare tutti i conduttori di fase,
salvo casi particolari.
• Per la protezione dalle sovracorrenti del neutro si deve tener conto che:
– nel sistema TN-C il neutro non va né protetto né interrotto, avendo anche fun-
zione di PE;
– nei sistemi TT e TN-S, sul neutro va installato un dispositivo di protezione
contro le sovracorrenti se la corrente nel neutro in servizio ordinario è supe-
riore alla sua portata; negli altri casi la protezione non è né richiesta né vietata;
– nel sistema IT è buona norma non distribuire il neutro nell’impianto; se è di-
stribuito, la sua protezione può essere omessa se sono soddisfatte alcune con-
dizioni normative.