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26/05/2021.
Oggi continuiamo il discorso interrotto nell’ultima lezione, ovvero
dello scambio termico per irraggiamento, abbiamo visto di quali sono
le grandezze che possiamo utilizzare per descriverlo, abbiamo un po'
parlato del fenomeno fisico e diciamo che alla fine abbiamo anche
iniziato a vedere come quantificare lo scambio termico per
irraggiamento tra superfici ed abbiamo considerato lo scambio
termico tra superfici nere, prendendone in considerazione due, e per
queste due ne abbiamo sviluppato i calcoli e siamo arrivati al punto di
trovare una relazione che ci permette appunto di quantificare il flusso
netto scambiato per irraggiamento tra due superfici nere e poi
abbiamo visto come se fossero più di due, possiamo utilizzare
l’analogia elettrica per rappresentare la situazione. Riassumiamo
quindi il risultato a cui siamo arrivati, perché oggi non si tratta altro di
estendere questo risultato. Il flusso netto abbiamo visto che tra una
superficie uno e due può essere calcolato come:
Questo appunto vale per il corpo nero, i fattori di forma sono una
espressione puramente geometrica e quindi non valgono solo per il
corpo nero, ma valgono sempre come le proprietà ad esse associate.
Nella lezione scorsa abbiamo detto che i corpi neri sono un modello
ideale ideato per svolgere con facilità le considerazioni fatte nella
scorsa lezione, ma nella realtà non vi sono corpi che si comportano
come corpi neri, esistano alcuni corpi che per certe lunghezze d’onda
di emissione possono approssimare bene il comportamento di un
corpo nero; mentre sempre nella scorsa lezione abbiamo introdotto
un altro modello di comportamento dei materiali rispetto alla
radiazione che è il modello del corpo grigio che è sempre un modello
semplificato rispetto al comportamento reale, ma riesce a cogliere
molto bene il comportamento di molti corpi reali. Il corpo grigio ha
alcune caratteristiche come ricorderemo come l’emissione diffusa e
quindi non dipende dalla direzione e non dipende dalla lunghezza
d’onda, però non è un corpo che assorbe tutto, quindi è caratterizzato
da una emissività ed ha un coefficiente di assorbimento diverso da
uno, contrariamente a quanto accade invece per i corpi neri. Noi
adesso quello che possiamo fare per estendere questa nostra capacità
di quantificare lo scambio termico radioattivo tra due superfici, più
superfici e renderlo più vicino al comportamento dei corpi reali, è
proprio quello di scrivere relazioni analoghe scritte per i corpi neri ma
questa volta riferiti al corpo grigio. Tutto questo quindi per dire che
l’approccio è del tutto analogo a quello che abbiamo utilizzato nella
scorsa lezione. Quindi partiamo ancora una volta da due superfici
grigie, ed immaginiamo che queste due superfici grigie formano una
cavità.
Noi ora le rappresentiamo così per dire che in un tratto
possano apparire in questo modo, ma poi alla fine
diciamo o sono infinitamente estese e quindi è come se si
congiungessero e quindi niente può sfuggire da questo
spazio oppure se non sono infinitamente estese bisogna
che ad un certo punto si congiungano e formino una
cavità. Allora noi avremo una superficie 1 ed una
superfice 2 e si comportano come superfici grigie. Poi le
ipotesi sono sostanzialmente simili, se non le stesse a
quelle già formulate: su tutta la superficie la temperatura
è omogenea e quindi avremo una T1 e T2 uniformi e
siamo in un caso stazionario, immaginiamo che il coefficiente di
trasmissione di queste superfici sia uguale a zero e quindi vuol dire
che a+t+r=1 e quindi se t=0 allora a=1-r, inoltre essendo grigie
possiamo anche scrivere che l’emissività è uguale al coefficiente di
assorbimento:
Poi vi è anche un altro modo per andare a vedere il flusso netto, forse
il primo che ci sarebbe venuto in mente prendendo la definizione, il
flusso netto noi lo abbiamo definito anche come:
dove nelle parentesi abbiamo la somma di quello che nelle tre formule
di sopra viene dopo il flusso netto.
Perché non siamo entrati proprio nel dettaglio? Perché in realtà mi
interessa presentare un altro modo di vedere le cose che è quello che
utilizzeremo di più, comunque nelle slide i passaggi sono tutti
sviluppati, però a noi interessa ritornare alle equazioni viste e dire
come ognuna sostanzialmente posso interpretarla con una analogia
elettrica dove la corrente è sempre la stessa. Quindi se prendo la
prima mi dice che io posso partire da un potenziale E1n ed arrivare ad
un potenziale J1 con una certa corrente che è il flusso netto, la terza mi
dice dal potenziale J1 posso andare al potenziale J2 sempre con la
stessa “corrente” e la seconda mi dice che io posso andare dal
potenziale J2 al potenziale E2n sempre con la stessa corrente e quindi
sono tutte queste resistenze percorse dalla stessa corrente e questo
schema mi permette di vedere che agli estremi ho le emissioni di
corpo nero e se io conosco T1 e T2 allora io queste due emissioni le
calcolo facilmente, perché E1n=σ*T14 ed E2n=σ*T24, quindi ecco perché
per noi è utile fare questi passaggi perché io posso alla fine dire che
questo flusso è uguale ad:
netto.
Quanto valgono le resistenze? Beh è abbastanza semplice scriverle:
quindi il flusso netto sarà dato da:
Allora, qua all’inizio, sulla parte sinistra della parete avevamo questa
superficie in rosso che era ad una certa temperatura che chiameremo
T0 perché corrispondente
ad x=0. Questa T0 vi è
anche là dove ho messo l’aletta, quindi inizialmente questi oggetti
lavoravano con un salto di temperatura T0-Tf. Ora se io provo a
rappresentare l’andamento della temperatura lungo l’aletta, quindi
avremo che, immaginando che il fluido sia a temperatura più bassa ed
è
Il flusso due anche lui è un flusso dovuto alla conduzione e dato che
siamo in tratto dx, la differenza la posso scrivere pensando di scrivere
il flusso 1 nel seguente modo:
Ora ovviamente i due valori di flusso 1 nella equazione vanno via e per
quanto riguarda dΦ1/dx si può anche riscrivere come:
.
Se poi pongo theta uguale a T-Tf o anche che dtheta è dT, allora questa
equazione, semplificando la posso riscrivere come:
Che poi nel nostro caso vuol dire fare l’integrale lungo x, in quanto il
nostro problema è monodimensionale anche perché il dS è P*dx,
ovvero la superficie laterale dell’aletta:
quindi potrei andare a fare questo integrale se conosco la funzione
theta e quindi non è proprio subito semplicissimo anche perché non
abbiamo trovato chi siano M ed N, però vi è una considerazione che ci
permette di semplificare di molto il calcolo del flusso scambiato con
l’ambiente dall’aletta. Perché tale flusso in realtà se ci pensiamo può
arrivare solo da una parte, da dove arriva tutto quello che noi
scambiamo lungo la superficie delle alette, da dove è passato? Tutto
ciò che noi scambiamo chiaramente deve passare dalla sezione in cui
l’aletta si attacca al corpo, e ci è passato ovviamente per conduzione e
quindi il flusso totale scambiato lo posso scrivere come ciò che passa
per conduzione nella sezione ad x=0:
dove dT qui lo posso scrivere anche come dtheta perché abbiamo visto
che è la stessa cosa:
Se andiamo a calcolare la derivata di theta lungo x, questa derivata è
pari a:
Quindi, questi due tratti che sono tutti e due di lunghezza dx,
scambiano non nello stesso modo, hanno la stessa lunghezza, la stessa
superficie laterale ma non scambiano la stessa quantità di potenza
termica ed il perché è evidente perché abbiamo detto che il flusso è
alpha per la superficie per il delta T e quindi l’aletta ideale è quella che
riesce a scambiare sempre al massimo in tutta la sua superficie ma per
fare ciò dovrebbe avere un profilo di temperatura che rimane
costante, in modo che il salto tra T e Tf sia sempre il massimo.
Ovviamente questa che stiamo vedendo non può essere costante, se
fosse costante vuol dire che dT/dx=0 e quindi ci è chiaro che se tale
derivata è nulla non vi è conduzione lungo l’aletta e quindi non
abbiamo la possibilità di fare correre lungo l’aletta l’energia termica
che poi deve essere scambiata per conduzione. Quella ideale sarebbe
quasi orizzontale con un lambda molto grande in modo che il prodotto
di lambda per A per dT/dx mi dia comunque un flusso termico. Come
riferimento ideale io prendo un’aletta dove tutta l’area dell’aletta
scambia per convezione un flusso:
Qui abbiamo lo
scambiatore 1-2
dove uno dei due
fluidi fa due passaggi
prima di uscire,
l’altro invece deve
seguire la serpentina
fatta dai diaframmi,
il fluido che fa i due
passaggi entrerà ed
uscirà sempre dallo
stesso lato.
Questo è sempre un esempio di
scambiatore a tubi e mantello con
diaframmi di altro tipo e questo è in
costruzione, abbiamo tanti punti da
andare a chiudere, qui abbiamo la vista
da un’altra angolazione, vediamo qui i
diaframmi ed ancora alcuni tubi sono
stati infilati e ancora da bloccare, quindi verranno tagliati e bloccati
con una pallina di metallo di diametro leggermente superiore a quella
del tubo, e viene bloccata solo su una delle due perché serve che si
possano muovere. Piu deviazioni facciamo più noi perdiamo
potenziale per attrito e quindi ci serve una pompa per spingere il
fluido attraverso lo scambiatore e quindi come sempre bisogna
trovare una mediazione.