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calore.
12/05/2021.
La settimana scorsa abbiamo iniziato il nostro discorso sulla trasmissione del
calore e sulle tre modalità che vengono utilizzate per la trasmissione del calore,
ovvero conduzione, convezione ed irraggiamento ed abbiamo iniziato a parlare
di conduzione ed in particolare modo abbiamo ricavato l’equazione generale
della conduzione che ci permette di studiare il problema della conduzione su
qualsiasi geometria, ovvero su qualsiasi corpo, abbiamo anche preso atto che
l’equazione è alle derivate parziali del secondo ordine, quindi analiticamente
impossibile da risolvere e quindi bisogna utilizzare metodi numerici anche
abbastanza complessi per risolverla in maniera completa ed abbiamo anche
detto qualcosa sulla fenomenologia della conduzione, quali sono le modalità
attraverso la quale avviene la trasmissione di energia termica tra un corpo o tra
due corpi ed ora iniziamo ad analizzare dei sistemi che possono essere
rappresentati in modo semplificato in modo tale da ricondurre l’equazione
fondamentale della conduzione ad una forma che possiamo risolvere
analiticamente. Come possiamo vedere l’approccio che avremo per tutta la
lezione è monodimensionale. Prima di entrare ad analizzare i casi che
riguardano degli esempi che sono oggetti e componenti di impianti che troviamo
anche nella realtà, che riguarderanno la geometria piana e quindi la parete e poi
la geometria cilindrica. Prima di entrare nell’esame di questi due casi, vogliamo
introdurre un concetto che troveremo utile nello studio di questi casi e più
semplice studiare sia i casi di conduzione, ma anche quelli di irraggiamento e
convezione applicando questo metodo che ora poi presenteremo.
Immaginiamo di avere uno strato di materiale attraversato da un flusso termico,
immaginiamo che questa superficie del materiale sia a temperatura T1 e
quell’altra a temperatura T2. In questa situazione è utile rappresentare questo
fenomeno che è tipicamente di conduzione perché il corpo passa da T1 a T2 per
conduzione ed è utile pensare a quella che viene chiamata analogia elettrica,
ovvero pensare che T1 e T2 sono il potenziale ai capi di una resistenza
attraversata da una corrente che per noi è il flusso termico Φ. Se chiamiamo R
una resistenza che però per noi è una resistenza conduttiva (può anche essere
convettiva o per l’irraggiamento) e allora è ovvio che noi possiamo scrivere che
ΔT= T2-T1=R*Φ
Qualche volta si ricorre, si vuole utilizzare come corrente, non tanto il flusso
completo ma quello per unità di area, per cui se voglio fare comparire come
corrente che è un Φ/A, identificherò una resistenza diversa da quella identificata
in precedenza:
Quindi se noi riusciamo a trovare come calcolare con una certa semplicità R,
vedremo come il calcolo del flusso termico note le temperature o il calcolo della
differenza della temperatura noto il flusso termico diventi molto semplice. Da un
punto di vista dell’unità di misura abbiamo a sinistra K e a destra con Φ dei W e
quindi la resistenza avrà una unità di misura pari a K/W. Un modo in cui
utilizzeremo molto questa scrittura è la seguente:
Quindi questo significa che dT/dx è una costante che noi indichiamo con il
simbolo M:
Se noi stiamo pensando che T1>T2 e quindi il flusso vada nella direzione
rappresentata, ecco che quel termine (x1-x2) è negativo e quindi
troviamo che questo è come un meno e quindi partiamo da T1 e
scendiamo e quindi dentro questa parete il profilo di temperatura è
rettilineo. Se chiamiamo s il termine x1-x2, allora possiamo
riscrivere T uguale a:
quindi io avrei potuto calcolare non subito quale era Φ sapendo T1 e T2,
sapendo s, la superficie della parete e la conduttività del materiale. Se andiamo
al caso di più strati, ad ogni strato posso applicare lo stesso ragionamento, per
esempio tra lo strato 1 ed lo strato 2, io ho la stessa situazione e quindi io posso
rappresentare, vediamo subito come passiamo alla analogia elettrica senza
sviluppare tutti i calcoli come prima, quindi parto dal potenziale che è la
temperatura T1, arrivo alla temperatura dell’interfacci A-B, ho la resistenza del
tratto in A, del tratto in B, avrò la temperatura dello strato BC, poi avrò la
resistenza dello stato C ed infine avrò la temperatura T2:
Quindi diciamo che è più ipotizzabile, è più verosimile che si conoscano le
temperature agli estremi anziché conoscere le temperature negli strati
intermedi, in cui il nostro calcolo sarà quello di stabilire il flusso Φ che
attraversa tutte queste resistenze, ma di legarlo a tutte queste temperature
estreme perché sono le quantità che noi conosciamo. Quindi:
Dove Rtot è la resistenza totale che viene attraversata dal flusso termico Φ. Qui
siamo di fronte a resistenze in serie e quindi sappiamo bene che si tratta di fare
la somma delle resistenze. Ognuna di queste resistenze si esprime come
abbiamo visto prima, ovvero:
Ora essendo A sempre uguale, quindi queste sezioni attraversate dal flusso sono
sempre le stesse e allora posso anche scrivere che:
L’inverso di questa sommatoria è anche chiamata conduttanza della parete che è
pari quindi a:
Una volta che abbiamo fatto questo schema il più è fatto perché sappiamo come
scrivere queste resistenze, A è sempre lo stesso e quindi possiamo scrivere le
resistenze in maniera esplicita:
e questo ci porta a poter dire che: uno era parabolico e quello era già stato capito
prima osservando la struttura e qui grazie alle condizioni simmetriche abbiamo
un profilo simmetrico con picco massimo allo 0 e quindi il profilo della
temperatura è il seguente:
dove r*dT/dr sappiamo che è il pezzo di laplaciano che ci rimane quando non
abbiamo variazioni lungo z e lungo θ. Quindi
dicevamo che questo non abbiamo generazione di
volume, siamo in condizioni stazionarie, λ è
costante e quindi l’equazione che dobbiamo
risolvere in sostanza è questa:
Ora la prima grande diversità, immagino che ce ne siamo già accorti, sta nel fatto
che l’andamento della temperatura nello strato cilindrico, qui siamo su un unico
strato, è un andamento non più lineare, bensì logaritmico, quindi non è lineare
come accadeva invece nel caso della parete piana. Possiamo fare ancora l’ultimo
step per il cilindro monostrato, calcolandoci il flusso applicando sempre Fourier
e facendo questa volte, qui, dT/dr, quindi in direzione del gradiente di
temperatura che abbiamo ed attenzione a questo A, perché abbiamo che T1>T2
questo flusso che sta viaggiando così, sta viaggiando così ma come sempre Φ è
sempre lo stesso, perché se non cambia l’energia interna e noi siamo in
stazionario, ma le superfici che sta attraversando variano, dalla superficie
interna fino a quella esterna e quindi l’area attraversata dipende dal raggio in cui
io mi ritrovo:
Quindi abbiamo che A è 2*π*r*l, per quanto riguarda la derivata fatta rispetto ad
r vediamo subito che deriva dall’espressione ricavata prima di T e quindi posso
scrivere che:
Allora, abbiamo visto come calcolare quindi il flusso che attraversa uno strato
cilindrico ed ovviamente anche in questo caso ci possiamo porre il problema di
capire che cosa accade quando di strati ne abbiamo più di uno e per fare questo
quindi prendiamo questo schema:
resistenze che sono in serie sono attraversate dallo stesso flusso termico e allora
il flusso termico Φ lo posso scrivere anche come:
Ora, se io voglio capire che cosa succede sostanzialmente a questo flusso, dato
che T1 e T2 non cambiano perché sono fissate, allora
comprendiamo chiaramente che quello che accade al
flusso in realtà dipende da come varia Rtot e quindi da
come varia chiaramente r, che è il nostro raggio
variabile:
quindi per capire che cosa succede, dobbiamo capire anche dove abbiamo dei
punti di minimo e di massimo di questa resistenza, ovviamente un minimo di
questa resistenza significa ad un massimo del flusso e quindi mi chiedo quando è
uguale a zero.
È vedo che è uguale a zero, per un valore del raggio che chiamo raggio critico
pari a:
Ora, questo diciamo cosa vuol dire? Noi abbiamo due effetti, vediamo che
abbiamo la resistenza conduttiva e quella convettiva, e quando aumentiamo lo
spessore di questo strato, queste due resistenze si modificano in direzione
contraria, ovvero una aumenta e l’altra diminuisce e quindi dipende quale di
questi due effetti prevale. Il fatto di avere uno zero significa, e questo lo si può
vedere con la derivata seconda che abbiamo un minimo e quindi esiste un punto
in cui in realtà ho un flusso massimo. Se andiamo a prendere le slide, esse ci
possono aiutare, perché abbiamo la resistenza convettiva che all’aumentare del
raggio diminuisce e la resistenza conduttiva che all’aumentare del raggio
aumenta, il risultato, la somma delle due, ha un
risultato in cui la resistenza ha un valore minimo. Quindi se noi eravamo partiti
da un certo valore di spessore inziale per cui avevamo una certa resistenza di
partenza, aumentando lo spessore di quello strato abbiamo diminuito la
resistenza e dobbiamo ritornare a quei livelli raffigurati a destra nel diagramma
per ritornare alle condizioni iniziali e quindi da qui in poi l’aumento del raggio
costituisce effetti un aumento della resistenza.
Ora nella gran parte dei casi reali non abbiamo neanche da porci la domanda,
perché lo spessore iniziale con cui viene prodotto il condotto cilindrico ci pone
già in queste zone a destra, diverso in alcuni casi è che può succedere che ci
troviamo vicino a quella zona, e allora l’ha senso porsi il problema. Ovvero, nel
99% dei casi, un aumento dello spessore comporta un aumento della resistenza,
però è importante che noi siamo a conoscenza di quel comportamento, perché
dobbiamo essere sensibili che in certe occasioni ci dobbiamo porre la domanda.
Quindi dipende il raggio critico sia da λ e sia da αe, alpha normalmente se questo
è esposto all’aria e non vi è qualcosa che forza la convezione siamo introno a
valori della decina, quindi se io sopra ho un isolante che già parte da valori di
0,002 e lo divido ancora per 10, il valore del raggio critico diventa molto piccolo,
certo se ho del rame il discorso è diverso perché la conduttività è pari a 400 e
quindi avrei un raggio critico di 40 m, ma difficile che abbiamo solo rame e che
quindi lo strato su cui stiamo discutendo sia solo di rame e quindi come
dicevamo ci vuole un po' di attenzione, è un fenomeno che alle volte può
risultare anche utile, pensiamo al filo della corrente, se fossimo nelle condizioni
di raggio critico quando andiamo a rivestire e allora aumentare lo spessore
significa aumentare la dispersione che noi abbiamo il che può essere un
andamento positivo, perché significa non fare riscaldare troppo comunque il
materiale all’interno ed un effetto sicuramente di nuovo che si può vedere o che
per lo meno
casi in cui
abbiamo dei fili
percorsi da
corrente che
hanno del
calore generato
Quindi avremo che la superfice laterale a raggio r1 è pari a 2*π*r1*l e che dT/dr
calcolato in r1 è la derivata di T calcolata su r1, quindi otteniamo la seguente
espressione:
E questo deve essere uguale ovviamente al termine generate nel volume interno
e quindi deve essere uguale a questo, ed otteniamo:
Quindi va via e ci porta ancora una volta alla conclusione che C1=0 ed è una
buona cosa, perché se C1 fosse stato diverso da zero, ci saremmo trovati che
quando r tende a zero avremmo avuto una temperatura che tendeva verso meno
infinito e questo fisicamente non ha senso e quindi C1=0 ci toglie questo
problema e quindi possiamo scrivere in sostanza che T0 è uguale:
Quindi in termodinamica per noi la questione era semplice perché per noi i corpi
erano omogenei e quindi questa temperatura l’avrei avuta in tutti i punti, anche
qua nel bordo del corpo, nella trasmissione di calore sappiamo che il calore si
muove proprio perché vi è una differenza di temperatura e quindi abbiamo
rimosso quella ipotesi, solo che rimuovendo quella ipotesi ci ritroviamo a dover
risolvere quelle equazioni che noi conosciamo e che abbiamo visto e che per
quanto riguarda il transitorio non è proprio banale. Quindi se ritorniamo
all’analogo elettrico questo fenomeno, questo flusso che dal corpo passa verso
l’esterno, deve superare una resistenza conduttiva interna ed una resistenza
convettiva e quindi io ho:
Quindi questo Φ come andiamo a scriverlo? Beh, ovviamente è il flusso che viene
scambiato per convezione e quindi come facciamo a ricondurci ad una
situazione di quel tipo, perché quello che abbiamo scritto qua è per un corpo
omogeneo ed allora io mi avvicino tanto di più a quella situazione tanto più T 1 è
vicino a T2 e quindi tanto
più non vi sono variazioni
tra T1 e T2 e quindi devo
avere gran parte della
variazione di temperatura
sulla resistenza convettiva
e quando questo può
succedere? Ovviamente T1
e Tf rimangono le stesse e
quindi questo può
succedere quando la
resistenza convettiva rispetto a quella conduttiva? Quindi io posso avere per
esempio un andamento di questo tipo:
Ma posso avere un andamento estremo invece dall’altra parte, ovvero all’interno
del materiale in questa maniera:
Ora, e poi vi sono tutte situazioni intermedie come variazioni. Quello che noi
cerchiamo di avere è la situazione in cui T1 e T2 sono molto simili il che vuol dire
in sostanza che la grossa differenza di temperatura deve essere presente sulla
parete esterna, quindi all’atto della convezione e quindi devo avere una
resistenza di convezione più grande di quella di conduzione, quindi grande
resistenza convettiva e piccola resistenza conduttiva. Perché tutto questo
ragionamento? La ragione è dovuta al fatto che vi è un numero adimensionale
che se io prendo questo rapporto, ovvero faccio il rapporto tra resistenza
conduttiva e resistenza convettiva e quindi scriviamo in sostanza:
e questo coincide con quello che noi chiamiamo come numero di Biot che può
essere indicato in due modi diversi, ovvero:
Quindi in base a quello che abbiamo detto se vogliamo avere una resistenza
convettiva grande ed una resistenza conduttiva piccola, dobbiamo avere dei casi
in cui il numero di Biot è molto più piccolo di 1. Quindi ripartendo da quello che
abbiamo appena detto, allora possiamo scrivere che per conduzione nel corpo
abbiamo:
Quindi possiamo dire che questo è anche quello scambiato per convezione che è
pari a:
dove T è la temperatura uniforme nel corpo ad un certo istante, sarà quella che
dovrà variare nel tempo e quindi abbiamo che se io scrivo θ=Tf-T allora avremo
che dθ=-dT e quindi scritto in questo modo, questo flusso, quando T f>T allora il
flusso è entrante, quindi è positivo in termodinamica e quindi posso scrivere
che:
Quindi tornando alla relazione di prima, alla luce di quanto scoperto che:
−τ
τc
θ=θ0 ∙ e
che altro non è che un modo sintetico di scrivere quello che già avevamo scritto,
ma una cosa interessante è che τ/τc è pari a:
Ora il volume lo possiamo indicare come una superfice per una lunghezza e
quindi possiamo scrivere come:
Le due S si vanno a semplificare e poi dopodiché andiamo a moltiplicare sopra e
sotto per una lunghezza e sopra e sotto per λ, in questo modo:
Quindi quello che così otteniamo è che abbiamo in sostanza che ci ritroviamo
(αL)/λ che altro non è che il numero di Biot come già definito prima ed
ovviamente poi ci rimane un (λ/ρCL^2)*τ e quindi avremo:
Magari uno ci si chiede che necessità c’era di fare questo ulteriore passaggio
quando già avevamo ottenuto la soluzione di questa equazione
precedentemente, però vediamo che questo mi dice come varia la temperatura
per un caso ben preciso, per un certo α, una certa superfice e così via; invece il
fatto di scriverlo in questo modo vuol dire che io andrò ad analizzare come varia
θ in funzione di diversi valore di Bi e Fo e quindi come se mappassi un po' quello
che succede cambiando e combinando valori di Bi e Fo. Quindi attraverso questi
valori io posso fare tantissimi casi, perché prendiamo per esempio Biot pari a
cinque, però il cinque vuol dire tutte le combinazioni di α,L e λ che mi danno
cinque e quindi immaginiamo quante situazioni posso pensare di avere che mi
portano a cinque che sono riassunte da Biot uguale a cinque che mi porta ad
avere quel andamento, quindi capiamo l’importanza ed il motivo per cui siamo
andati avanti, perché io posso usare dei numeri adimensionali per mostrare
l’andamento della temperatura di un corpo ed è un modo molto generale che mi
permette di studiare tante combinazioni. Ricordiamo che il numero di Fourier
contiene all’interno τ. Questo dei numeri adimensionali è il primo utilizzo che
facciamo ma osserveremo che nella convezione ed in generale nella trasmissione
del calore il loro uso è abbastanza importante e diffuso. Proprio per queste
generalità che riescono a dare al discorso. tau è un tempo che esprime una
differenza tra t e t0, nel momento in cui t0 lo metto a zero τ=t.
Per concludere la lezione ritorniamo al caso del condizionamento fatto però in
inverno. Immaginiamo che l’ambiente esterno sia sotto lo zero in inverno e
quindi il punto di miscela sta sul segmento tra A ed E ed immaginiamo di
prenderlo in basso e a questo punto dobbiamo avere quella retta di carico che
nel caso invernale è negativa e questo è chiaro perché Φ<0 e quindi la pendenza
della retta risulta esattamente opposta a quella che avevamo preso nel caso
estivo, solo che per farla più chiara la incliniamo di più e tracciamo quella estiva
in blu. Il punto di introduzione che io scelgo sia I. Per arrivare lì, non posso
direttamente percorrere da M ad I e quindi devo considerare che ci devo
arrivare riscaldando, poi dalla verticale per I trovo un punto di saturazione,
ovvero sono con φ=100%, traccio l’isoentalpica e quindi da M scaldo fino a
raggiungere il valore di isoentalpica, poi faccio una semplice umidificazione
isoentalpica e poi scaldo di nuovo per arrivare in I, in sostanza non ho molte
altre strade se ci pensiamo con le trasformazioni che abbiamo definito e quindi
poi ritroviamo batteria di riscaldamento e post riscaldamento nell’unità.
Il rapporto R, torniamo sulla slide, quello che dobbiamo cercare di capire è che
io non ho la possibilità di determinare univocamente che cosa fare, queste due
equazioni che mi danno il bilancio della massa di vapore e dell’energia mi
aiutano ma non mi vincolano completamente, ovvero io non so cosa fare in
modo completo, cosa fare, infatti, in parte lo devo decidere io e quindi però vi è
una cosa che dobbiamo rispettare e che mi dicono quelle due equazioni: io non
posso scegliere questi valori di xI ed hI in maniera del tutto indipendenti, perché
devono essere tali da rispettare questo Φ/Gv e quindi io devo stabilire come
introdurre per mantenere quelle condizioni e devo mantenere in modo da
rispettare quel rapporto, quindi x ed h non posso essere qualsiasi