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Sensore di luce con circuito a ponte.

Pisacane Gabriele, Samo Ciro, Sellitto Lucia, Stabile Angelo Davide.

g.pisacane9@studenti.unisa.it
c.samo@studenti.unisa.it
l.sellitto12@studenti.unisa.it
a.stabile21@studenti.unisa.it

Abstract: tale esperienza può essere sostanzialmente riassunta in due


punti o obiettivi:
1. Studio, verifica e misurazione di una resistenza incognita in un
circuito a ponte (ponte di Wheatston) in condizione di bilancio
(𝑉0 = 0), tramite l’uso di un fotoresistore (posto al buio) ed un
potenziometro.
2. Studio e rappresentazione della variazione della tensione 𝑉0 in
un circuito a ponte al variare del valore di una resistenza.
Introduzione: per tal esperienza sono state dunque essenziali le
conoscenze riguardanti un particolare tipo di circuito, ovvero il
circuito a ponte noto anche come ponte di Wheatstone. Generalmente
tale dispositivo (si veda la figura 1) si compone di un generatore di
tensione che alimenta due rami resistivi posti in parallelo: il primo
composto da un resistore campione in serie a una resistenza variabile
tramite opportune manopole; il secondo invece composto da un
resistore campione in serie ad una resistenza incognita.

Figura 1

Nel nostro caso come resistenza variabile abbiamo adoperato un


potenziometro:
il potenziometro è un dispositivo elettrico equivalente ad un partitore
di tensione resistivo variabile (cioè a due resistori collegati in serie,
aventi la somma dei due valori di resistenza costante, ma di cui può
variare il valore relativo), difatti una sua parte viene disposta in
parallelo al carico utilizzatore e fatta variare mediante un cursore (si
veda la figura 2).

Figura 2

Come resistenza incognita abbiamo invece utilizzato una fotoresistore


:
un fotoresistore è un componente elettronico la cui resistenza è
inversamente proporzionale alla quantità di luce che lo colpisce. Esso
si comporta come un tradizionale resistore, ma il suo valore in ohm
diminuisce a mano a mano che aumenta l’intensità della luce che lo
colpisce. Ciò ovviamente comporta che la corrente elettrica che
transita attraverso tale componente sia proporzionale all’intensità di
una sorgente luminosa (ovvero una sorta di potenziometro variabile
mediante sorgente luminosa anziché l’azione di forze meccaniche).

Sezione sperimentale: in principio abbiamo proceduto dunque,


all’assemblaggio del circuito a ponte tramite l’utilizzo di una basetta
sperimentale, connettori elettrici e le seguenti componenti:
 Un generatore di corrente continua;
 Un multimetro analogico utilizzato per misurare 𝑉0 ed uno
digitale utilizzato per 𝑉𝑖 (si veda la figura 4);
 Due resistori dotati di resistenze note, rispettivamente 470 K Ω
,1 KΩ (R1 ed R2 vedi figura 4) connesse in serie sul primo ramo
del circuito ed in parallelo al secondo ramo;
 Una fotoresistore con resistenza incognita (R3 vedi figura 4),
connessa al secondo ramo del circuito;
 Un potenziometro di resistenza massima 4,7 kΩ (R4 vedi figura
4) connessa al secondo ramo in serie ad R3.

Figura 4

Una volta assemblato tale circuito abbiamo svolto i due obiettivi


precedentemente citati;

PRIMO OBIETTIVO: lo svolgimento di questa prima parte ha richiesto


la condizione di buio per il fotoresistore (tramite copertura di questa
con dello scotch nero) ed il collegamento di un multimetri digitale in
parallelo al generatore, così da poter calcolare la tensione 𝑉𝑖 , ed
inoltre è risultato utile, per una maggiore precisione, il collegamento
in parallelo di un multimetro analogico ai capi dei nodi C e D per poter
calcolare la tensione 𝑉0 e dunque verificare la condizione di bilancio
(𝑉0 = 0) in un circuito a ponte .
Com’è possibile osservare dallo schema circuitale in figura 4 la
tensione 𝑉0 sarà dunque data dalla differenza tra la tensione in C e
quella in D. Queste ultime a loro volta, possono essere ricavate
facendo particolari osservazione sui rami resistivi posti in parallelo
tra loro nel circuito.
Per il primo ramo infatti, si ha che R1 ed R2 sono collegati in serie tra
loro e dunque, è possibile ricavare 𝑉𝐶 tramite partitore di tensione. La
stessa osservazione può essere fatta per il secondo ramo resistivo ed
rispettivamente per R3 e R4, calcolando così la tensione 𝑉𝐷 . Ciò che ne
risulterà saranno dunque le seguenti formule:

𝑅2 𝑅4
𝑉𝑐 = 𝑉 𝑉𝐷 = 𝑉
𝑅1 + 𝑅2 𝑖 𝑅3 + 𝑅4 𝑖

Da cui essendo:

𝑉0 = 𝑉𝐶 − 𝑉𝐷

si avrà che:
𝑅2 𝑅4
𝑉0 = 𝑉𝑖 ( + )
𝑅1 + 𝑅2 𝑅3 + 𝑅4
formula 1

Così facendo e variando opportunamente il potenziometro nonché la


resistenza R4 siamo riusciti a variare 𝑉0 in modo tale da creare la
condizione di bilancio, ovvero 𝑉0 = 0, da noi ricercata e ricondurre la
formula 1 alla seguente uguaglianza:

𝑅2 𝑅4
=
𝑅1 + 𝑅2 𝑅3 + 𝑅4

da cui, misurando la resistenza del potenziometro che ha reso


possibile tale condizione di bilancio, siamo stati in grado di ricavare il
valore dell’ unica resistenza incognita ovvero quella della
fotoresistenza (R3) riducendo tutto ad una semplice equazione:

𝑅1
𝑅3 = 𝑅
𝑅2 4
SECONDO OBIETTIVO: per lo svolgimento di questa seconda parte,
sostanzialmente non sono state apportate ulteriori modifiche al
circuito assemblato per la prima parte, ma siccome lo scopo era quello
di studiare e allo stesso tempo dunque, verificare in che modo la
tensione 𝑉0 variasse al variare della resistenza 𝑅3 (ovvero del
fotoresistore) così da poterne tracciare un grafico e quindi un
andamento in funzione di tensione e resistenza, ciò su cui si è posto
l’attenzione è stato sul come creare tale variazione per il fotoresistore.
Ciò è stato reso possibile proprio dalla caratteristica di cui gode
quest’ultima ovvero, sapendo che la sua resistenza varia come
l’inverso della quantità di luce che la colpisce ciò che abbiamo
semplicemente fatto è stato misurare 𝑉0 al variare di 𝑅3 in tre diversi
casi:
 𝑅3 in condizioni di buio (ricavata banalmente dalla prima parte
dell’esperienza);
 𝑅3 coperta per metà;
 𝑅3 completamente scoperta ed illuminata;
In questo modo siamo riusciti ad individuare tre diversi punti che
abbiamo inserito su un grafico in funzione di 𝑉0 ed 𝑅3 .

Risultati e discussione: i risultati ottenuti da tale esperienza sono stati


conseguiti mantenendo la tensione prodotta dal generatore costante
per tutta la durata dell’esperimento (𝑉𝑆 = 10 𝑉) essi sono riassunti
nella tabella che segue:

𝑉𝑖 𝑉0 𝑅3
1) buio
2) metà coperta
3) scoperta

LEGGENDA: 𝑉𝑖 = tensione ai capi del generatore;


𝑉𝑆 = tensione prodotta dal generatore;
𝑅3 = fotoresistenza;
 il valore della resistenza del potenziometro (𝑅4 ) che ci ha
permesso di creare la condizione di bilancio per il circuito è
risultato essere pari a 157 Ω;

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