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ESPERIMENTO DI THOMSON rapporto e/m (carica /massa) dellelettrone

PREMESSA: Lesperimento in seguito descritto stato eseguito presso il Liceo Scientifico Renato Caccioppolidi Scafati, dalle dott.sse Lucia Cascone, Loreta Lembo e Giovanna Memoli, specializzande corsiste della S.I.C.S.I. di Matematica e Fisica (Universit degli studi di Salerno Classe A049) - Corso di Didattica della fisica II tenuto dal Prof. Gaetano Scarpetta. Ha coordinato il direttore del laboratorio prof. Luigi Panariello.

INTRODUZIONE : Thomson nel 1897, alla luce della teoria elettromagnetica elaborata da Maxwell il quale sosteneva che tutti gli effetti magnetici sono legati ad effetti elettrici, tramite un tubo catodico, in cui le particelle cariche (elettroni) possono essere accelerate, si propose di misurare il rapporto tra la carica (e) e la sua massa (m), cio: .

Un pennello di raggi catodici emesso dal catodo C e focalizzato in A1 e A2 passa tra gli elettrodi P1 e P2 fra cui esiste un campo elettrico . Un campo magnetico viene creato da bobine esterne al tubo (non indicate) ed perpendicolare al campo elettrico e diretto lungo lasse z (perpendicolare al piano del foglio).

Gli elettroni di un fascio di raggi catodici sottoposti ad un campo elettrico (dove e la carica dell'elettrone); sottoposti a un campo magnetico dove il campo magnetico e ea sono soggetti ad una forza la velocit dell'elettrone. Il prodotto vettoriale , di modulo Bzvxsen (dove sono soggetti a una forza

un vettore perpendicolare a

l'angolo compreso

tra e ) e diretto lungo lasse y. Ognuna di queste forze produce una deviazione secondo la legge di Newton dove m e sono rispettivamente la massa e l'accelerazione della particella. vengono deflesse dal

Ora rimuoviamo il campo magnetico. Le particelle di velocit costante campo elettrico. Laccelerazione che acquistano : per un intervallo di tempo Quindi: .

da cui si pu ricavare il rapporto e/m conoscendo lo spostamento y1. Se ora si manda lo stesso fascio di velocit nota in un campo magnetico uniforme perpendicolare alla velocit, esso subisce una forza determina unaccelerazione centripeta Poich, quindi, perpendicolare alla propria velocit , che

e quindi un moto circolare uniforme.

si pu ricavare

nota la velocit v. ESPERIMENTO: Obiettivo dellesperienza : Calcolare il rapporto

e vedere che tale rapporto rimane costante al variare dellintensit di corrente e al variare della tensione anodica. Strumentazione utilizzata : Per ripetere lesperimento di Thomson ci siamo serviti di - unapparecchiatura come quella in figura:

1 generatore a corrente continua per alimentare le bobine di Halmotz con regolatore di tensione (0-30 V) e corrente(0-2 A) marca Ecos; 1 generatore ad alta tensione a corrente continua da 0 a 5kV (1,5% classe di precisione) marca Ecos; 1 amperometro ( 1,5% classe di precisione) di tipo magneto elettrico con fondo scala 0,5A a 50 divisioni marca Ecos; 1 trasformatore con secondario a 6,3V 5A, primario 220V, frequenza di rete a 50 Hz marca Ecos; cavi elettrici Nella seguente foto illustrato tutto il banco lavoro:

Presentazione dellesperienza: Attraverso questa attrezzatura stato possibile studiare i raggi catodici in relazione ad un campo magnetico uniforme. Come mostrato lapparecchiatura da noi utilizzata costituito da una ampolla contenente vuoto, allinterno della quale si trova, in posizione decentrata, il cosiddetto cannone elettronico che funziona da sorgente di elettroni: si tratta di un filamento metallico f situato dentro un anodo A di forma conica, forato in cima. Si genera un campo elettrico uniforme che produce sugli elettroni una forza dandogli un accelerazione. Per ottenere un campo elettrico si deve creare una differenza di potenziale tra catodo e anodo tramite un diverso accumulo di cariche nei due poli. Vale la conservazione dellenergia meccanica, quindi lenergia cinetica acquistata dagli elettroni alluscita dellanodo uguale allenergia potenziale posseduta inizialmente da essi quando sono ancora sul catodo (dove lenergia potenziale e V ):

Allinterno di tale ampolla vi , inoltre, una piccola lamina fluorescente sulla quale riportata una scala di misurazione che permette appunto di eseguire le misure sulla traiettoria del fascio di elettroni che resa visibile proprio grazie a questa lamina su cui si illumina la parte a contatto con gli elettroni. La traiettoria in assenza di un campo elettrico o magnetico esterno , ovviamente, rettilinea (e lo abbiamo verificato). E da precisare che sulla lamina presente allinterno dellampolla non era visibile tutta la traiettoria degli elettroni, cio tutta la circonferenza, ma solo un arco di circonferenza, come si vede dalla seguente foto:

e schematizzato nella seguente figura:

Tramite due bobine di Helmotz otteniamo un campo magnetico uniforme perpendicolare alla velocit v del flusso. I datti riguardanti le bobine dellapparecchiatura che abbiamo utilizzato sono i seguenti: raggio bobina pari a R=6,8 cm; Distanza media bobina pari a 6,5 cm; Numero di spire N=320 Il campo magnetico B direttamente proporzionale al campo elettrico che lo ha generato B=kI dove , dunque dai dati che abbiamo risulta k = 4,23 x 10 -3 T/A Siccome abbiamo da prima detto

in base a queste ipotesi abbiamo potuto calcolare il rapporto sperimentali

a partire dalle grandezze

Nella prima parte dellesperimento tenendo costante il potenziale risulta che tra corrente I e linverso del raggio r del fascio esiste una proporzionalit diretta I = K*(1/r) Mentre nella seconda parte dellesperimento tenendo fisso il valore della corrente I si ha una proporzionalit diretta tra il potenziale e il raggio r al quadrato del fascio luminoso. Procedimento : Collegare opportunamente tutti i cavi, il voltmetro in parallelo e lamperometro in serie. Un generatore fornisce corrente alle bobine di Helmholtz e laltro allanodo che emette gli elettroni. Azionando il secondo generatore, si nota un fascio orizzontale colorato (sono gli elettroni emessi dallanodo a forma conica che urtano la piastrina fluorescente) Attivando anche il primo si nota che il fascio delettroni viene deviato secondo una traiettoria circolare: aumentando lintensit il diametro di tale traiettoria diminuisce. Lesperienza consiste, in questa fase (V = cost.), nellannotare il valore dellintensit di corrente in un dato istante e il rispettivo valore del raggio (che viene calcolato applicando la formula , dove x e y sono le misure che noi prendiamo sulla lamina fluorescente relative allarco di circonferenza che si illumina). Con questi dati usando la formula possiamo ricavare il rapporto e/m e vedere come varia. Nella seconda fase si tiene costante lintensit di corrente e si annota la grandezza del raggio al variare della tensione. ELABORAZIONE DATI E GRAFICI 1 Parte: I dati da noi ricavati nella prima parte dellesperimento (mantenendo costante la differenza di potenziale e facendo variare lintensit di corrente) sono i seguenti: V (V) 3500 3500 3500 3500 3500 3500 3500 I (A) 0,05 0,08 0,10 0,15 0,18 0,20 0,21 Errore I (A) 7,5 10-4 1,210-3 1,510-3 2,310-3 2,710-3 3,010-3 3,210-3 (x 0,2) cm 10 10 10 10 10 10 10 (y 0,2) cm 0,6 0,9 1,1 1,6 1,8 2,3 2,5 R (cm) 83,6 56,0 46,0 32,1 28,7 22,9 21,3 R(m) 0,836 0,560 0,460 0,321 0,287 0,229 0,213 1/R (m) 1,20 1,79 2,17 3,12 3,49 4,37 4,71 Errore 1/R (m) 4,410-5 4,610-5 4,710-5 4,910-5 5,010-5 5,110-5 5,110-5
a

Lerrore dell'intensit di corrente stato calcolato l1,5% della misurazione effettuata. Abbiamo ritenuto opportuno considerare lincertezza relativa a x e y pari a 0.2 cm considerato la precariet della condizione dellosservazione.

Lerrore di 1/R stato calcolato applicando la formula di propagazione dellerrore

Rappresentando i punti di coordinate (I, 1/R) in un sistema di riferimento cartesiano otteniamo il seguente grafico:

Si vede che landamento dei punti si presta ad essere approssimato linearmente e, dunque, per determinare la retta che descrive landamento di 1/R in funzione di I utilizziamo il metodo dei minimi quadrati. Utilizzando Excel, il grafico che otteniamo il seguente:

La retta dei minimi quadrati che meglio approssima i dati sperimentali ha la seguente equazione y=20.9x -0.09 dove il coefficiente angolare considerato anche con lerrore

m=( 20,9 1,3) . Ma poich noi abbiamo graficato 1/R in funzione di I, il coefficiente angolare della nostra retta

Allora dalla retta trovata ricaviamo che la carica specifica dellelettrone 1,711011 Per calcolare lerrore di applichiamo la legge di propagazione dellerrore e otteniamo:

2,121010 Quindi la massa specifica dellelettrone da noi misurata risulta essere 1,711011
a

2,121010

(errore 12%)

2 Parte: I dati ricavati nella seconda parte dellesperimento (mantenendo costante lintensit di corrente e facendo variare la differenza di potenziale) sono i seguenti: I (A) V (V) 0,14 0,14 0,14 0,14 0,14 0,14 0,14 1300 1500 2000 2400 2600 2800 3000 Errore V (x (V) 9,8 11,3 15,0 18,0 19,5 21,0 22,5 0,2)cm (y 10 10 10 10 10 10 10 0,2)cm 2,5 2,2 2,0 1,9 1,8 1,7 1,6 R (cm) 21,3 23,8 26,0 27,3 28,7 30,3 32,1 R(m) 0,213 0,238 0,260 0,273 0,287 0,303 0,321 R^2 (m ) 0,045 0,057 0,068 0,074 0,082 0,092 0,103
2

Errore R^2 (m^2) 8,0510-3 1,1210-2 1,4410-2 1,6610-2 1,9210-2 2,2610-2 2,6710-2

Lerrore della d.d.p. pari allo 0,75% della misurazione effettuata. Lerrore di R2 stato calcolato applicando la formula di propagazione dellerrore

Rappresentando i punti di coordinate (V, R2) in un sistema di riferimento cartesiano otteniamo il seguente grafico:

Lerrore relativo di V trascurabile rispetto allerrore relativo di R2 , si vede che landamento dei punti si presta ad essere approssimato linearmente e, dunque, per determinare la retta che descrive landamento di R2 in funzione di V utilizziamo il metodo dei minimi quadrati. Utilizzando Excel il grafico che otteniamo il seguente:

La retta dei minimi quadrati che meglio approssima i dati sperimentali la seguente y=3,0110-5x + 7,3210-3 dove il coefficiente angolare considerato anche con lerrore m=( 3,0110-5
2

2,7510-6)

Ma poich noi abbiamo graficato R in funzione di V, il coefficiente angolare della nostra retta

Allora dalla retta trovata ricaviamo che la carica specifica dellelettrone

1,89 1011 Per calcolare lerrore di applichiamo la legge di propagazione dellerrore e otteniamo: 1,721010 Quindi la massa specifica dellelettrone da noi misurata risulta essere 1,89 1011 CONCLUSIONI: Sia nella prima che nella seconda parte dellesperimento abbiamo trovato un valore di confrontabile entro gli errori sperimentali, con quello atteso. 1,721010 (errore 9%)

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