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Ingegneria dell’Informazione
Prof. D. Martello
Dipartimento di Matematica e Fisica “E. De Giorgi”
Università del Salento
4 ottobre 2022
Indice
1 Elettrostatica 3
1.1 Legge di Coulomb e il Campo Elettrico . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.2 La Legge di Gauss . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
1.3 Potenziale Elettrico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
1.4 Conduttori e Capacità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
2 Correnti elettriche 39
2.1 Legge di Ohm . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39
2.2 Circuiti in continua e Leggi di Kirchhoff . . . . . . . . . . . . . . 43
3 Campi Magnetici 53
3.1 Campo magnetico e Legge di Ampere . . . . . . . . . . . . . . . 53
3.2 Legge di Faraday e Induzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64
3.3 Campi magnetici nella materia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74
1
Introduzione
2
Capitolo 1
Elettrostatica
Per svolgere gli esercizi proposti nel presente capitolo occorre aver compreso
la Legge di Coulomb e il campo Elettrico, la Legge di Gauss, la conservatività
del campo elettrico i il concetto di potenziale elettrico e aver già affrontato i
concetti di capacità e di comportamento di un campo elettrico nella materia.
Figura 1.1:
3
CAPITOLO 1. ELETTROSTATICA 4
−
→ −
→
alla forza elettrica repulsiva Fe agiscono la forza peso Fg e la tensione
−
→
del vincolo T . Dato che l’angolo al vertice dei doppio pendolo è pari a
2α = 60o , il triangolo formato dai due pendoli e dalla reciproca distanza
D è equilatero per cui l’angolo che la tensione del vincolo forma con l’asse
x è di 60o . Scomponendo lungo gli assi del sistema di riferimento in figura
abbiamo: (
T sin(60) − mg = 0 (1)
2
1 Q
4πε0 D 2 − T cos(60) = 0 (2)
dove con Q abbiamo indicato la carica incognita presente su ognuna delle
due palline. Ricavando dalla (1) il modulo della tensione del vincolo e
sostituendola nella (2) abbiamo:
( mg
T = sin(60) (3)
4πε0 mgD 2
Q2 = tan(60) (4)
per cui: s
4πε0 mgD2
Q= = 1.59 µC
tan(60)
Figura 1.2:
Scomposizione delle forze che agiscono su una delle due palline.
Figura 1.3:
Figura 1.4:
Figura 1.5:
Nel punto P il campo elettrico prodotto dalla carica 1 (positiva) sarà diretto
come la congiungente tra il centro del sistema di riferimento e il punto
P stesso (vedi figura vettore rosso). Dato che la carica è positiva, sarà
uscente. Tenendo conto delle coordinate di P esso formerà un angolo con
l’asse dell x pari a:
30
ϑ = arctg( ) = 63o
15
L’intensità del campo sarà:
1 Q1
E1 = = 8 × 104 V /m
4πε0 R12
da cui
−
→
E1 = 8 × 104 (cos(63)x̂ + sin(63)ŷ) V /m = 3.6 × 104 x̂ + 7.1 × 104 ŷ V /m
CAPITOLO 1. ELETTROSTATICA 7
Il campo dovuto alla seconda carica (negativa) sarà, invece diretto come
−x̂ e sarà pari a:
−
→ 1 Q2
E2 = − x̂ V /m = −8 × 105 x̂ V /m
4πε0 R22
Per cui
−−→ − → − → ˆ
Etot = E1 + E2 = −7.6 × 105 x + 7.1 × 104 y Vˆ/m
5. Due cariche di 2.0 µC e -1.0 µC sono fissate rispettivamente nel punto (-10
cm ,0 cm) e nel punto (0 cm, 10 cm) di un piano cartesiano. Determinare
il vettore campo elettrico totale prodotto dalle due cariche nell’origine del
sistema di riferimento.
Per calcolare il campo elettrico complessivo occorre applicare il principio
di sovrapposizione. Determiniamo, quindi, prima i vettori campo elettrico
generato dalle due cariche nell’origine e successivamente li sommiamo
vettori.
Figura 1.6:
Figura 1.7:
Sapendo che l’angolo theta che il piano inclinato forma con l’orizzontale è
pari a 30 gradi , quanto deve esserre la distanza d tra la sfera e il blocco
affinchè il sistema sia in equilibrio? (si trascurino le dimensioni della sfera
e del blocco)
Figura 1.8:
Figura 1.9:
In questo quesito non era indicata la lunghezza delle barre isolanti che
andava lasciata genericamente indicata con una lettera (l). La distanza
tra le due sfere cariche di conseguenza è pari a:
α
r = 2lsin( ) = 0.35l m
2
CAPITOLO 1. ELETTROSTATICA 10
1 Q2 4.7 × 10−4
F12 = 2
= N
4πε0 r l2
Per cui:
4.7 × 10−4 4.6 × 10−4 8.2 × 10−5
F~12 = 2
(cos(10o )x̂ − sin(10o )ŷ) = 2
x̂− ŷ N
l l l2
e analogamente:
Figura 1.10:
Inoltre i moduli delle due forze esercitate dalle due cariche positive sulla
carica negativa sono uguali. L’angolo α, in figura, necessario per calcolare
le componenti delle forze è di 30o . Il modulo di ogni singola forza vale:
1 QQ3
FQ1 = FQ2 = = 24.3 N
4πε0 D2
dove Q = Q1 = Q2 e Q3 rappresentano i valori assoluti delle cariche e D
è il lato del triangolo equilatero. La forza totale sarà quindi data da:
−−→
Ftot = −2 × 24.3 × cos(30)ŷ = −42.1y ˆN
Figura 1.11:
L’equilibro è ottenuto dal bilanciamento delle tre forze che agiscono sulla
sfera, la tensione della corda, la forza peso e la forza elettrica. Dato
l’orientamento del campo, la carica sulla sfera deve essere positiva. In
figura 1.12 sono riportate le forze che agiscono sulla sfera. Oltre alla forza
−
→ −→
elettrica repulsiva Fe agiscono la forza peso Fg e la tensione del vincolo
−
→
T . Dato che l’angolo al vertice del pendolo è pari a α = 10o , l’angolo
opposto sarà pari a β = 90 − α = 80o . Scomponendo lungo gli assi del
sistema di riferimento in figura abbiamo:
(
T sin(80) − mg = 0 (1)
QE − T cos(80) = 0 (2)
per cui:
mg
Q= = 17.3 mC
E tan(80)
CAPITOLO 1. ELETTROSTATICA 13
Figura 1.12:
Figura 1.13:
Figura 1.14:
Figura 1.15:
Figura 1.16:
CAPITOLO 1. ELETTROSTATICA 17
mg ŷ − QE ŷ = 0
per cui:
QE
m= = 49 10−19 Kg
g
18. Una particella alfa, cioè il nucleo di un atomo di elio, ha una massa pari
a 6.64×10−23 Kg e una carica pari a +2e. Si supponga di voler applicare
un campo elettrico uniforme tale da bilanciarne il suo peso quando essa si
trova in un tubo a vuoto posto al livello del mare. Quale intensità deve
avere il campo? Quali devono essere la sua direzione e il suo verso?
Affinché si bilanci il peso occorre che la forza elettrica sia orientata verso
l’alto. Dato che la la carica elettrica del nucleo di elio è positiva, il cam-
po elettrico dovrà essere concorde alla forza e quindi diretto verso l’alto.
Indicano con ŷ un versore diretto come il campo gravitazionale, avremo
che:
−
→
E = −E0 ŷ
L’intensità del campo sarà data da:
mg
E0 = = 2 × 10−3 V /m
2e
CAPITOLO 1. ELETTROSTATICA 18
x) x = x0 + vx t
y) y = y0 + 12 ay t2
Posizionando l’origine del sistema di riferimento nel punto in cui si trova
l’elettrone all’istante t=0 si annullano i due termini x0 e y0 . La compo-
nente della velocità lungo l’asse x (vx ) coincide con il modulo della velocità
iniziale (v). L’accelerazione a cui è sottoposto l’elettrone lungo l’asse y è
ricavabile dall’azione del campo elettrico e dalla legge di Newton.
−
→ −
→
Fe = −e E = −e(−E)ŷ = eE ŷ
−→
Fe = me −
→a
−
→ eE
a = ŷ
me
eE
ay = = 8.8 × 1013 m/s2
me
Dalla componente x del moto è possibile ricavare il tempo necessario ad
attraversare i 5 cm di campo.
d
t= = 1.7 × 10−8 s
v
CAPITOLO 1. ELETTROSTATICA 19
Figura 1.17:
Figura 1.18:
CAPITOLO 1. ELETTROSTATICA 20
Q1
Φ1 = = 1.13 × 105 V m
ε0
Il flusso attraverso la superficie indicata è dato dalla somma dei flussi
prodotti dalle due cariche. Il flusso della carica nel centro del sistema di
riferimento può considerarsi uscente dalla superficie (positivo), il flusso
della carica esterna è anch’esso uscente dato che la carica è negativa. Per
determinare il flusso dovuto ad ogni singola carica si può ricorrere alla
legge di Gauss considerando per la prima carica (nel centro del sistema)
il cubo in figura e per la seconda carica un cubo di lato 10 cm centrato
su di essa. Data la particolare simmetria delle due superfici gaussiane
scelta il flusso attraverso una faccia del cubo sarà pari ad 1/6 del flusso
complessivo attraverso il cubo.
Q1
Flusso attraverso faccia del cubo, prima carica Φ1 = 6ε 0
= +1.9 × 104 V m
Q2
Flusso attraverso faccia del cubo, seconda carica Φ2 = 6ε 0
= 3.8 × 104 V m
Flusso complessivo Φ1 + Φ2 = +5.7 × 104 V m
3. Si calcoli il flusso del campo elettrico prodotto da una carica puntiforme
Q0 = 2µC posta al centro di un sistema di riferimento cartesiano attraver-
so una superficie quadrata di lato L=10 cm posizionata con i lati paralleli
agli assi y e z e il cui centro si trova nel punto P (5 cm, 0 cm, 0 cm) (vedi
figura 1.19).
Figura 1.19:
Figura 1.20:
Figura 1.21:
Dato che il cubo è una superficie chiusa il vettore che rappresenta la super-
ficie di ogni faccia del cubo va considerato uscente dal cubo stesso. Dato
che il campo elettrico è orientato lungo l’asse x esso forma una angolo
di 90 gradi con i vettori che rappresentano le due facce orientate come il
piano xz, per cui il flusso attraverso queste faccie è nullo. Analogamente il
campo forma un angolo di 90 gradi con i vettori che rappresentano le fac-
cie orientate come il piano xy. Anche per queste due facce il flusso è nullo.
Il vettore che rappresenta la prima faccia a partire da sinistra orientata
come il piano yz ha direzione uguale a quella del campo ma verso opposto
(uscente dal cubo) per cui il flusso attraverso questa faccia è pari a:
~ = −EA = −0.225 V m
~ · dA
E
quindi paralleli e concordi per cui il prodotto scalare sarà dato dal prodot-
to dei moduli. Occorre ora determinare la quantità di carica q contenuta
all’interno la superficie gaussiana. Dato che la distribuzione di carica è
Q 3
uniforme la densità di carica volumetrica sarà data da: ρ = 4 πR 3 C/m
3
dove Q è la carica complessiva contenuta nella distribuzione di carica sfe-
rica e R il suo raggio. La quantità di carica contenuta all’interno della
3
superficie gaussiana di raggio r è quindi: q = ρ 43 πr3 = Q Rr 3 C. Il modulo
del campo elettrico è quindi:
r3 1 r 1
E=Q 3
· 2
=Q 3 · V /m
R 4ε0 πr R 4ε0 π
Il campo, quindi aumenta di intensità linearmente partendo dal centro del-
la distribuzione di carica sferica sino ad arrivare alla sua superficie.
2) La superficie gaussiana è esterna alla distribuzione di carica sferica
(r > 5 cm). Il procedimento è uguale al caso precedente. In questa confi-
gurazione, però, la carica q contenuta all’interno della superficie gaussiana
è costante e pari a Q. Quindi in questo caso il campo elettrico ha modulo
che varia secondo la legge:
1 Q
E= V /m
4πε0 r2
Figura 1.22:
La carica totale contenuta nella sfera può essere ottenuta ricorrente alla
legge di Gauss.
E ~ = Q
~ · dA
0
Dato che il campo elettrico è in ogni punto della sfera perpendicolare alla
stessa il prodotto scalare all’interno dell’integrale si riduce al prodotto dei
moduli dei due vettori. Inoltre, dato che l’intensità del campo è sempre
CAPITOLO 1. ELETTROSTATICA 24
Figura 1.23:
Sempre per ragioni di simmetria l’intensità del campo dovrà essere costan-
te su tutta la superficie laterale del cilindro. Quindi l’intensità del campo
CAPITOLO 1. ELETTROSTATICA 25
r2 1 r 1
E=Q 2
· =Q 2 · V /m
R 2ε0 Lπr R 2επL
Il campo, quindi aumenta di intensità linearmente partendo dal centro
della distribuzione di carica sferica sino ad arrivare alla sua superficie.
2) La superficie gaussiana è esterna alla distribuzione di carica (r > 5cm).
Il procedimento è uguale al caso precedente. In questa configurazione, però,
la carica q contenuta all’interno della superficie gaussiana è costante e pari
CAPITOLO 1. ELETTROSTATICA 26
10. Si assuma che in una certa regione di spazio sia presente una distribuzione
volumetrica uniforme e continua di carica elettrica con densità di carica
paria a ρ = 1 C/m3 di forma cubica con lato del cubo pari a l = 1 m.
Si determini il flusso del campo elettrico attraverso la superficie sferica
interamente contenuta all’interno del cubo di raggio pari a r = 8 cm (vedi
figura 5).
Figura 1.24:
In base alla legge di Gauss il flusso del campo elettrico attraverso una
superficie chiusa dipende solo dalla quantità di carica elettrica in essa
racchiusa. In questo caso la carica elettrica contenuta nella superficie
sferica è data da:
4 3 ∼
Q= ρdV = ρ dV = πr ρ = 2.1 mC
3
Per cui il flusso del campo elettrico attraverso la superficie è:
Q
E · dA ∼
= = 2.4 × 108 N m2 /C
ε0
Figura 1.25:
Per calcolare il potenziale dovuto alle due cariche nei punti P1 e P2 si può
fare ricorso al principio di sovrapposizione per i potenziali elettrici. Basta
cioè calcolare il potenziale dovuto ad ogni singola carica e sommarlo. La
variazione di potenziale tra i due punti la si ottiene per differenza.
1 Q1
V1 (P1 ) = ; r1P1 = 0.141 m
4πε0 r1P1
1 Q1
V1 (P2 ) = ; r1P2 = 0.1 m
4πε0 r1P2
V1 (P2 ) = 4.5 1010 V
1 Q2
V2 (P1 ) = ; r2P1 = 0.1 m
4πε0 r2P1
1 Q2
V2 (P2 ) = ; r2P2 = 0.141 m
4πε0 r2P2
da cui
−
→ 1.5
E = 2 (x̂ + ŷ + ẑ) V /m
(x + y + z)
nel punto P il campo elettrico è quindi pari a:
−
→
E = 66.6(x̂ + ŷ + ẑ) V /m
Figura 1.26:
Per calcolare l’energia potenziale del sistema con le cariche nella posizione
P1 occorre applicare il principio di sovrapposizione sommando l’energia
potenziale di ogni possibile coppia di cariche. Data la particolare configu-
razione del sistema basta calcolare due combinazioni di cariche e sommarle
opportunamente.
Combinazione 1:
1 qq
U1 = = 9 × 10−6 J
4πε0 a
Combinazione 2:
1 qq
U2 = √ = 6.36 × 10−6 J
4πε0 2a
Il lavoro che occorre fare sul sistema per portare una delle cariche dalla
posizione P1 alla posizione P2 è quindi:
Figura 1.27:
E = 1.15 × 1011 V /m
0 S 0 kS
del dielettrico. C0 = d = 4.42 pF, . C1 = d = 11.1 pF. L’energia
2
1Q
immagazzinata nel condensatore nei due casi è: U0 = 2 C0 = 1.11 · 1011 J
2
1Q
e U1 = 2 C1 = 4.50 · 1010 J, per cui la differenza è 4U = 6.6 · 1010 J
3. Determinare la capacità di un condensatore cilindrico lungo L = 1 cm le
cui armature hanno raggio rispettivamente R1 = 1 mm e R2 = 2 mm
Per determinare la capacità di un condensatore cilindrico procediamo co-
me nel caso del condensatore piano e determiniamo attraverso la legge di
Gauss il campo elettrico all’interno del condensatore. Come nel caso del
condensatore piano assumiamo che il campo elettrico sia presente solo al-
l’interno del condensatore e sia nullo altrove. Per ragioni di simmetria,
quindi, trascurando gli effetti di bordo, il campo elettrico deve avere una
struttura a simmetria cilindrica. Se l’armatura interna è carica positiva-
mente allora il campo elettrico è uscente (vedi figura 1.28).
Figura 1.28:
da cui
Q
E=
2πε0 Lr
CAPITOLO 1. ELETTROSTATICA 32
il campo elettrico non è costante ma dipende dalla distanza r dal centro del
cilindro. Per determinare la differenza di potenziale tra le due armature
ricorriamo alla definizione muovendoci dall’armatura carica positivamente
all’armatura carica negativamente lungo una linea di campo.
R2 R2 R1
→−
− → Q 1 Q R2
4V = − E · dr = − E dr = dr = ln
R1 R1 2πε0 L R2 r 2πε0 L R1
La capacità del condensatore è quindi pari a:
Q 2πε0 L
C= = = 0.8 pF
4V ln R 2
R1
Figura 1.29:
da cui
Q
E=
4πε0 r2
il campo elettrico, quindi, è analogo a quello prodotto da una carica punti-
forme situata al centro del condensatore. Esso, inoltre, non è costante ma
dipende dalla distanza r dal centro del cilindro. Per determinare la diffe-
renza di potenziale tra le due armature ricorriamo alla definizione muoven-
doci dall’armatura carica positivamente all’armatura carica negativamente
lungo una linea di campo.
R2 R2 R1
→−
− → Q 1 Q 1 1
4V = − E ·dr = − E dr = dr = −
R1 R1 4πε0 R2 r2 4πε0 R1 R2
5. Calcolare il valore del campo elettrico in funzione della distanza dal centro
in un cavo coassiale sapendo che la capacità complessiva del cavo è pari
a C = 1 nF , che il raggio dell’anima interna del cavo è Ra = 0.15 mm e
che il raggio del cilindro conduttore esterno (garza) è pari a Rb = 3 mm
quando il cavo è carico con una carica Q = 1 C. Si consideri il cavo come
un condensatore cilindrico ideale nel vuoto.
Come suggerito nel testo, il cavo coassiale è approssimatile con un con-
densatore cilindrico ideale. Per determinare il campo elettrico possiamo
ricorrere alla la legge di Gauss. Come nel caso del condensatore piano
assumiamo che il campo elettrico sia presente solo all’interno del conden-
satore e sia nullo altrove. Per ragioni di simmetria, quindi, trascurando
gli effetti di bordo, il campo elettrico deve avere una struttura a simmetria
cilindrica. Se l’armatura interna è carica positivamente allora il campo
elettrico è uscente (vedi figura 1.30).
CAPITOLO 1. ELETTROSTATICA 34
Figura 1.30:
da cui
Q
E=
2πε0 Lr
il campo elettrico non è costante ma dipende dalla distanza r dal centro
del cilindro e dalla lunghezza del cavo che non è fornita nel testo. Per de-
terminale la lunghezza L incognita si può utilizzare la capacità complessiva
del condensatore. In un condensatore cilindrico la capacità è data da:
Q 2πε0 L
C= =
4V ln R 2
R1
da cui
R2
C ln R1
L= = 53.85 m
2πε0
Per cui l’intensità del campo elettrico in funzione della distanza (r) dal-
l’asse del cavo è:
Q Q Q 1
E= =
R2
= = 5 · 107 V /m
2πε0 Lr C ln R1 C ln R2
r r
2πε0 2πε0 r R1
CAPITOLO 1. ELETTROSTATICA 35
Figura 1.31:
Ctot = 2C = 2 pF
Figura 1.32:
Figura 1.33:
Figura 1.34:
Q = ∆V · Ctot = 50 µC
Correnti elettriche
Per risolvere i seguenti esercizi occorre conoscere la legge di Ohm nelle sue varie
formulazioni e le leggi di Kirchhoff
da cui
vd = 9.85 × 10−3 ms−1
39
CAPITOLO 2. CORRENTI ELETTRICHE 40
I = JA = 0.38 mA
Essendo il conduttore ohmico vale la legge di Ohm per cui la sua resistenza
è:
V
R= = 263 kΩ
I
La resistività del materiale risulta quindi:
AR
ρ= = 2.6 Ωm
L
Figura 2.1:
Quindi:
R = R1 + R2 = 21.04 × 10−2 Ω
Da cui:
∆V
I= = 47.5 A
R
Figura 2.2:
R3 (R1 + R2 )
Req = = 810Ω
R1 + R2 + R3
CAPITOLO 2. CORRENTI ELETTRICHE 42
Figura 2.3:
Figura 2.4:
R2 · R4
R2−4 = = 150 Ω
R2 + R4
Rtot = R1−3 + R2−4 = 200 Ω
Figura 2.5:
Figura 2.6:
Figura 2.7:
Il quesito si può risolvere sia ricorrendo alla legge delle maglie che osser-
vando che le resistenza R2 e R3 sono tra loro in parallelo. Il parallelo è
quindi in serie con la resistenza R1 . Si ricava, così la corrente che circola
in R1 che sarà pari alla somma delle correnti che circolano in R2 e R3 .
Tale corrente si distribuisce in maniera proporzionale nei rami 2 e 3.
R2 · R3
R2q3 = = 167 Ω
R2 + R3
Rtot = R2q3 + R1 = 267 Ω
12
I1 = = 45 mA
Rtot
R2
I3 = I1 = 7.5 mA
R2 + R3
Figura 2.8:
Figura 2.9:
prova ancora
Figura 2.10:
CAPITOLO 2. CORRENTI ELETTRICHE 46
I2 R2 = I3 R3
quindi
I2 R3
=
I3 R2
Da cui
I3 R2
=
I2 + I3 R2 + R3
R2
I3 = I1 = 42 mA
R2 + R3
Figura 2.11:
CAPITOLO 2. CORRENTI ELETTRICHE 47
Figura 2.12:
Figura 2.13:
un’unica resistenza Rtot = 1000 Ω (le due resistenze sono infatti in serie).
Per determinare la differenza di potenziale ai capi del condensatore occorre
quindi identificare la caduta di tensione ai capi della resistenza da 800 Ω.
V
I= = 1 mA
Rtot
VA − VB = R800 I = 0.8 V
dove VA − VB indica la differenza di potenziale richiesta.
8. Il circuito in figura 2.14 è costituito da una resistenza Ra = 1 Ω, due
resistenze R1 e R2 incognite collegate in serie e da una barra resistiva di
lunghezza complessiva L = 100 cm e di resistività lineare pari a ρ =
1000 Ω/cm. Quanto il circuito è alimentato da una batteria V1 = 10 V
nella resistenza Ra circola una corrente I = 1 mA. Un amperometro è
collegato tra le due resistenze R1 e R2 e un punto della barra resistiva
posto a distanza l = 60 cm dalla batteria (vedi figura). Sapendo che
l’amperometro non segna passaggio di corrente, quanto vale la resistenza
R2 ?
Figura 2.14:
Figura 2.15:
Infatti dato che nell’amperometro non passa corrente il circuito può essere
semplificato come indicato nella figura 2.15 e quindi è possibile determina-
re la resistenza totale Rtot dato che è nota sia la differenza di potenzialeV1
che la corrente I.
V2
Rtot = = 10 kΩ
I
Segue che la serie R1 + R2 è pari a 11 kΩ (considerando trascurabile la
resistenza Ra ). Considerando ora il circuito come un ponte vale la seguente
proporzione:
R1 : R2 = R40 : R60
e utilizzando le proprietà delle proporzioni:
R1 + R2 R40 + R60
=
R2 R60
da cui:
R1 + R2
R2 = R60 = 6.6 kΩ
R40 + R60
Figura 2.16:
Figura 2.17:
τ = RC = 8.3 × 10−4 s
dall’espressione:
t
VR1 (t) = VRtot (t) = Rtot I(t) = V e− τ V
Figura 2.18:
VB2
PB = = 16 W
RB
per cui la lampadina che fa più luce dopo lo scambio è decisamente la
lampadina A che dissipa 4 volte la potenza iniziale.
Capitolo 3
Campi Magnetici
Per risolvere i seguenti esercizi occorre conoscere come sono generati i campi
magnetici e come interagiscono con la materia e la Legge di Ampere.
F~ = q~v × B
~ = −1.6 × 10−19 · 103 x̂ × (−1ŷ) = 1.6 × 10−16 ẑ N
La parte della forza dovuta alla presenza del campo elettrico sarà diretta
come il versore x̂. La parte della forza dovuta alla presenza del campo
magnetico e alla velocità di spostamento del protone sarà invece diretta
−
→
come −x̂ (conseguenza del prodotto vettoriale tra −
→
v diretto come ẑ e B
diretto come ŷ) . Per cui:
−→
FE = eE x̂ = 1.9 × 10−18 x̂ N
−→
FB = −evB x̂ = −4 × 10−14 x ˆN
−
→ −→ −→
F = FE + FB ≈ −4 × 10−14 x ˆN
53
CAPITOLO 3. CAMPI MAGNETICI 54
v2 me v 2 me v
R= = = = 1.13 × 10−3 m
ac evB eB
mg 9.8 × 104
v= = m/s
qBsin(α) sin(α)
Figura 3.1:
Figura 3.2:
quindi:
µ0 I
B= = 1.4 µT
2πr
Per determinare il vettore campo magnetico nel punto P occorre notare
che il verso del campo magnetico visto dall’alto come in figura 3.2 è an-
tiorario e che il punto P si trova sulla bisettrice del primo quadrante del
piano cartesiano xy. Per cui:
−
→
B = −B cos(45)x̂ + B sin(45)ŷ = −1x̂ + 1ŷ µT
Figura 3.3:
Per cui: √
−
→ 2
B1 = × 10−7 (sin(45)x̂ − cos(45)ŷ) T =
5
√ √ √
2 −7 2 2
= × 10 ( x̂ − ŷ) T =
5 2 2
1 1
= × 10−7 x̂ − × 10−7 ŷ T
5 5
Il campo dovuto al filo 2 avrà intensità pari a:
µ0 I2 2 × 10−7 1
B2 = = = × 10−7 T
2πR2 10 5
quindi:
−−→
Btot = −0.2 × 10−7 ŷ T
8. In una regione di spazio sono presenti due fili percorsi da corrente (ve-
di figura 3.4). Il primo, parallelo all’asse y di un sistema di riferimento
cartesiano e passante per il punto B = (10 cm, 0 cm, 0 cm), è percorso da
una corrente I1 = 1 A diretta come dell’asse y, il secondo, parallelo al-
l’asse x e passante per il punto A = (0 cm, 0 cm, 10 cm) è percorso da una
CAPITOLO 3. CAMPI MAGNETICI 58
Figura 3.4:
Il campo magnetico nel punto P è dato dalla somma vettoriale dei campi
magnetici prodotti dai due fili. Il filo 1 produce un campo magnetico che
µ0 I1
in P è diretto come −ẑ e ha intensità pari a B1 = 2πa 1
con a1 distanza del
punto P dal filo 1 (a1 = 0.2 m). Il filo 2 produce in P un campo magnetico
µ0 I2
che è diretto come ŷ e ha intensità pari a B2 = 2πa 2
con a2 distanza del
punto P dal filo 2 (a2 = 0.1 m). Il campo totale è quindi:
−
→
B = −B1 ẑ + B2 ŷ = −1. × 10−6 ẑ + 2. × 10−6 ŷ T
B = 2.2 × 10−6 T
Figura 3.5:
CAPITOLO 3. CAMPI MAGNETICI 59
Figura 3.6:
dove R indica il raggio del circuito rosso. Da cui il modulo del campo
magnetico è:
µ0 I 1
B= = 2 × 10−8 T
2πR R
Il punto P si trova sulla bisettrice del primo quadrante del sistema di
riferimento in figura, quindi l’angolo che il campo formerà con gli assi è
ϑ = 45o . La distanza del punto P dall’origine è:
q
2
R = 2 (0.003) = 0.004 m
riferimento cartesiano (vedi figura 3.7), che la corrente scorra nella spira
in verso antiorario e che il vettore che identifica l’orientamento della spira
formi un angolo α = 35o con il campo magnetico, quanto vale il vettore
che identifica il momento torcente esercitato dalla forza magnetica sulla
spira? Per quali orientazioni della spira tale momento è massimo e per
quali orientazioni è nullo?
Figura 3.7:
Figura 3.8:
CAPITOLO 3. CAMPI MAGNETICI 61
F~B = I L
~ ×B
~ = ILŷ × B x̂ = −ILB ẑ = −0.25ẑ N
il lavoro da compiere sul sistema per spostare il filo dal punto P0 al punto
P1 è pari al lavoro compiuto dal campo cambiato di segno
−→ −−−→
L = −FB · P0 P1 = −(−ILB ẑ) · (0.1x̂ + 0.1ẑ) = 0.1ILB == 0.025 J
13. Determinare il flusso del campo magnetico prodotto dal filo in figura quan-
do è attraversato da una corrente di I = 1.3 A attraverso la superficie
delimitata dal rettangolo ABCD sapendo che R = 1.0 cm, h = 3. cm e
a = 1.3 cm. Il rettangolo è complanare con il filo.
Figura 3.9:
CAPITOLO 3. CAMPI MAGNETICI 62
Figura 3.10: à
CAPITOLO 3. CAMPI MAGNETICI 63
Figura 3.11:
Figura 3.12:
Da cui:
∆V = Ed = vBd = 3 kV
Figura 3.13:
solo dalla sua componente uscente dal piano della figura. La componente
del campo orientata come x non contribuisce al flusso. Si orienti la super-
ficie delimitata dalla spira concordemente con la componente z del campo
magnetico questo comporta che il flusso del campo aumenta con il passare
del tempo e, in conseguenza della legge di Lenz, la forza elettromotrice
indotta produrrà nella spira una corrente che circola in verso orario. As-
sumendo la spira larga d si ottiene ΦB (t) = Bx d(x − x0 )t Webber. Da cui
dΦB
dt = Bx dv W/s dove si è indicato con v la velocità con cui si muove
−xA
la barra. Tale velocità vale v = xB0.2 =0.5 m/s. La forza elettromotri-
ce indotta nella spira è quindi: = 0.25d V. La potenza dissipata sulla
2
resistenza è P = R = 0.0625d2 W. Da cui nel tempo di 0.2 s l’energia
dissipata è U = 0.0125d2 J.
2. Una sbarra di massa m = 0.5Kg e lunghezza l = 1m si muove su due guide
parallele prive di attrito (vedi figure 3) in presenza di un campo magne-
tico uniforme entrante nel piano del foglio di intensità pari a B = 1 mT .
Sapendo che la resistenza della spira costituita dalla sbarra, le guide e la
terminazione alla fine del binario sia pari a R = 10 Ω, determinare inten-
sità, direzione e verso della forza che occorre applicare affinché la sbarra
continui a muoversi con velocità costante di modulo pari a v = 5m/s come
indicato in figura.
CAPITOLO 3. CAMPI MAGNETICI 66
Figura 3.14:
ΦB = lxB
−
→ − →
l e B sono ortogonali per cui in modulo:
F = lIB = 5 × 10−7 N
questa è l’intensità della forza che occorre applicare per bilanciare la forza
prodotta dalla corrente autoindotta nella spira sulla sbarra e mantenere
la sbarra in moto uniforme. La direzione e verso della forza da applicare
saranno uguale alla direzione e verso del vettore velocità.
3. Della configurazione in figura 3.15 sappiamo che l’intensità del campo
magnetico uniforme presente nella regione in figura è pari a: B = 0.5T,
la spira ha dimensioni h = 5 cm e a = 15 cm e viene estratta con velocità
~v = 10x̂ m/s. Quale è l’intensità della forza F~ che occorre applicare affinché
la velocità di estrazione si mantenga costante sapendo che la resistenza
della spira è pari a 10 Ω?
Figura 3.15:
In base alla legge di Lenz, la corrente che circola nella spira genererà
un campo magnetico orientato in modo tale da opporsi alla variazione di
flusso che lo genere. Nell’esercizio in questione, quindi, dato che il flusso
concatenato con la spira diminuisce, la corrente indotta scorrerà in verso
orario. Infatti, scorrendo in senso orario, la corrente genererà un campo
−
→
magnetico orientato nello stesso verso del campo B preesistente. Il campo
magnetico esterno eserciterà una forza sui tratti di filo immersi nel campo
e percorsi dalla corrente indotta. Dei tre tratti immersi nel campo, solo
¯ darà origine ad un contributo non nullo. Infatti nei due tratti
il tratto ab
¯ ¯
ad e bc scorrono correnti di uguale intensità ma verso opposto, per cui le
forse esercitate dal campo magnetico saranno uguali ed opposte. Nel tratto
¯ la corrente scorre orientata come l’asse y per cui la forza esercitata dal
ab
campo magnetico sarà diretta in verso opposto ad x:
−→ −
→ − →
FB = I L × B = Ihŷ × (−B ẑ) = −IhB x̂ N
l’intensità della corrente I che circola nella spira occorre calcolare la forza
elettromotrice indotta nella spira usando la legge di Faraday:
dΦB
find = −
dt
−
→
Per determinare il flusso di B e calcolarne la derivata occorre, quindi, scri-
vere opportunamente l’espressione della frazione di superficie della spira
concatenata con il campo elettrico. Usando le quote inserite nella figura
3.15, possiamo scrivere la superficie S concatenata come S(t) = h(k−x(t)).
La grandezza x indica la posizione della spira rispetto al sistema di rife-
rimento introdotto. Dato che la spira si muove la x dipenderà dal tempo
come indicato. Si noti inoltre che la derivata di x(t) fatta rispetto al tem-
po coincide proprio con la velocità con cui si sta muovendo la spira. Il
vettore che rappresenta la frazione di superficie della sfera S immersa nel
campo magnetico lo si deve orientare in base alla regola della mano destra
tenendo conto della direzione in cui circola la corrente, per cui
−−→
S(t) = −h(k − x(t))ẑ
−→ h 2 B 2 v0
FB = −IhB x̂ = − x̂ N
R
la forza che occorre applicare dall’esterno è quindi diretta come x̂.
−
→ −→ h2 B 2 v0
F = − FB = x̂ = 6.25 × 10−4 N
R
Figura 3.16:
Applichiamo la legge di Faraday alla spira che viene introdotta nella regio-
ne in cui è presente il campo magnetico. All’interno della spira si genera
una forza elettromotrice indotta dall’espressione:
dφB
f =−
dt
dove il flusso è quello concatenato con la spira. In questo esercizio il cam-
po magnetico è costante mentre, a causa del moto, la frazione di superficie
della spira concatenata con il campo cambia (aumenta). Per determinare
−
→
il flusso di B e calcolarne la derivata occorre, quindi, scrivere opportuna-
mente l’espressione della frazione di superficie della spira concatenata con
il campo elettrico. Usando le quote inserite nella figura 3.16, possiamo
scrivere la superficie S concatenata come S = h(L − x). Si noti che la
derivata di x fatta rispetto al tempo coincide proprio con la velocità con
cui si sta muovendo la spira (segno compreso in quanto x diminuisce con
il tempo e quindi è negativo). Per cui:
φB = hB(L − x(t))
dφB dx(t)
= −hB = hBv0
dt dt
con v0 = 15 m/s. Nello scrivere l’espressione del flusso si è sottinteso
che l’orientamento della superficie coincide con l’orientamento del campo
(entrante nel piano del foglio), per cui in base alla legge di Lenz la forza
elettromotrice indotta genererà nella spira una forza corrente che scorrerà
in verso antiorario (segno meno nella legge di Faraday riportata sopra).
Sul tratto h, quindi, il campo magnetico genererà una forza diretta come:
−
→
F B = I(−hŷ) × (−B ẑ) = IhB x̂
la forza che occorre applicare dall’esterno è quindi diretta come −x̂.
f = 0.02 × 0.1 × 15 = 30 mV
f 30 × 10−3
I= = = 0.3 mA
R 100
F = 0.3 × 10−3 × 0.02 × 0.1 = 6 × 10−7 N
CAPITOLO 3. CAMPI MAGNETICI 70
la potenza istantanea che si dissipa nella spira a causa della sua resistenza
vale:
f2
P (t) =
R
la potenza totale nell’intervallo di tempo richiesto è quindi data dall’inte-
grale della potenza istantanea
3 3 2 3
N 2 2 (−2t/τ )
2 4 2 N
P = P (t)dt = 2 (−2t/τ )
π a µ0 2 2 I0 e dt = −π 2 a4 µ20 I e = 39×10−9 e(0) − e(−
0 0 Rτ l 2Rτ l2 0 0
N µ0 I(t)
B=
2πX
L’intensità del campo magnetico dipende dal raggio della circonferenza (X)
lungo la quale è eseguita la circuitazione. Dato, però, il raggio del toroide
(R = 15 cm) e il raggio delle spire (r = 1.5 mm) si può approssimare X
con R e considerare il campo B costante all’interno del toroide.
N µ0 I(t)
B= (3.3)
2πR
Per determinare il flusso del campo magnetico auto-concatenato si calcoli
prima il flusso attraverso una spira e successivamente lo si moltiplichi per
il numero di spire. Il calcolo del flusso attraverso una spira è immediato
dato che il campo lo si approssima uniforme ed ha direzione perpendicolare
alla superficie della spira e verso concorde:
−
→ − → N µ0 I(t) 2
Φ1 = B · d A = BS = πr (3.4)
2πR
Il flusso complessivo sara:
N 2 µ0 I(t)r2
Φtot = N Φ1 = (3.5)
2R
Ricorrendo alla legge di Faraday è ora possibile determinare l’induttanza
del toroide:
dΦ dI(t) N 2 µ0 r2 dI(t)
ε=− = −L =− (3.6)
dt dt 2R dt
da cui:
N 2 µ0 r 2
L= = 11.3 mH (3.7)
2R
Figura 3.17:
dI2
1 = −M dt indica la forza elettromotrice indotta nel solenoide 1 dalla
variazione della corrente nel solenoide 2. Il coefficiente M è lo stesso
per entrambi i casi. Dato che in entrambi i solenoide la corrente varia
linearmente da un valore ad un altro in un intervallo di tempo prefissato è
possibile determinare la variazione della corrente stessa per unità di tempo
in entrambi i solenoidi. dI
dt =
1 65−25
12 = 3.33 A/s. dI 8−75
dt = 12 = −5.6 A/s.
2
−
→ −
→ − →
B = µ0 ( H + M )
−
→
−
→ B0 − →
µ r B0 = µ 0 ( + M)
µ0
−→
−
→ B0
M= (µr − 1)
µ0
il campo magnetico che si genererebbe nel solenoide nel vuoto è calcolabile
in base ai dati forniti:
B0 = µ0 nI
da cui
M = nI(µr − 1) = 25 Am−1
−
→
la direzione e il verso di M coincidono con la direzione e il verso del campo
magnetico nel vuoto all’interno del solenoide.
4. Determinare la permeabilità magnetica relativa di una sostanza para-
magnetica sapendo che quando il campo magnetico in essa ha intensità
−
→
B = 0.5 T il campo H ha intensità H = 3.85 × 105 A/m. Assumendo
che la sostanza è isotropa e uniforme, quanto vale in queste condizioni
l’intensità del vettore magnetizzazione?
−
→ − →
In presenza di una sostanza isotropa e uniforme i vettori B e H sono
−
→ −
→
legati tra loro dalla relazione B = µ H dove µ è la permeabilità magnetica
del mezzo. Per cui:
B
µ= = 1.2987 × 10−6 T mA−1
H
CAPITOLO 3. CAMPI MAGNETICI 76
µ
µr = = 1.033
µ0
La magnetizzazione del mezzo, trattandosi di un mezzo isotropo e unifor-
−
→ − →
me, ha la stessa direzione e verso dei vettori B e H ed è legata a questi
−
→ −
→ − →
ultimi dalla relazione B = µ0 ( H + M ) per cui:
B
M= − H = 1.29 × 104 Am−1
µ0
Capitolo 4
Equazioni di Maxwell e
Onde
77
CAPITOLO 4. EQUAZIONI DI MAXWELL E ONDE 78
Figura 4.1:
CAPITOLO 4. EQUAZIONI DI MAXWELL E ONDE 79
Figura 4.2:
Figura 4.3:
Data la scelta del verso di percorrenza della spira il vettore che identifica
la superficie Sγ delimitata da γ deve essere orientato uscente nel piano
della figura e quindi discorde con il campo magnetico. Di conseguenza la
relazione diventa:
dΦE d ~ = −µ0 ε0 d EπR2 = −µ0 ε0 πR2 d (E)
~ · dA
µ0 ε0 = µ0 ε0 E
dt dt Sγ dt dt
con R sempre raggio della spira. La derivata in funzione del tempo dell’in-
tensità del campo elettrico è nota e negativa (decrescente) quindi l’intensità
del campo magnetico è data da:
µ0 ε0 πR2 dE µ0 ε0 R dE
B= dt
= dt
= 7.8 × 10−17 T
2πR 2
La direzione e il verso sono quelli indicati in figura. Per cui, dato che il
punto P giace sulla bisettrice del secondo quadrante:
−
→
B = 7.8 × 10−17 (− sin(45)x̂ − cos(45)ŷ) T
Figura 4.4:
dato che i due fili sono percorsi da correnti uguali ma di verso opposto.
Figura 4.5:
CAPITOLO 4. EQUAZIONI DI MAXWELL E ONDE 82
Dato che l’unica componente non nulla del rotore del campo magnetico è
lungo z si deduce che le derivate delle componenti x e y del campo elettrico
rispetto al tempo sono entrambe nulle. Questo comporta che le componenti
x e y del campo elettrico devono essere costanti. Dato che nel punto P
all’istante t=0 s il campo elettrico e nullo, le componenti x e y in tale
punto saranno sempre nulle. Per la componente z vale la relazione (dalla
quarta di Maxwell)
∂Ez
−0.6 = µ0 0 .
∂t
Da cui integrando si ricava che
0.6
Ez = − t + kV /m
µ 0 0
Dato che nel punto P all’istante t=0 il campo è nullo ne consegue che k=0.
Quindi nel punto P il campo elettrico assume l’espressione in funzione del
tempo:
−−→ 0.6
E(t) = − tẑV /m
µ 0 0
−−→
Sostituendo i valori numerici all’istante t=5 s il campo elettrico vale:E(5) =
−2.7 · 1017 ẑ V/m.
9. In una regione di spazio è presente un campo magnetico variabile nel
tempo che in un dato sistema di riferimento assume espressione pari a
−
→
B = 4tŷ − 3tẑ µT . Sapendo che il campo elettrico prodotto ha dire-
zione coincidente con l’asse delle x del suddetto sistema di riferimento,
determinarne l’espressione.
CAPITOLO 4. EQUAZIONI DI MAXWELL E ONDE 83
Ex = −4z − 3y + k
−
→ − → −
→
I campi E , B e il vettore di Poyting S in un onda che si propaga in un
mezzo sono legati tra loro attraverso le equazioni di Maxwell nel mezzo.
−
→ −
→ − → −
→ − →
In particolare E = v B e S = µ1 E × B , dove v è la velocità della luce
nel mezzo e µè la permeabilità magnetica del mezzo. Dato che l’indice di
rifrazione del mezzo è n = 1.6, la velocità della luce nel mezzo è pari a:
c
v= = 1.87 × 108 m s−1
n
Tenendo conto della direzione di propagazione dell’onda (asse x) e della
−
→ − → −
→
relazione esistente tra i campi E e B e la direzione di propagazione ( E =
−
→ −
B ×→ v ) l’espressione dei campi elettrico e magnetico è:
−
→
E = E0 sen(kx − ωt)ŷ V m−1
−
→
B = B0 sen(kx − ωt)ẑ T
dove:
E0
B0 = = 1.07 × 10−8 T
v
ω = 2πf = 1.26 × 1016 rad s−1
ω
k = = 6.72 × 107 m−1
v
dove
B0 E0
S0 ' = 1.70 × 10−2 W m−2
µ0
Figura 4.6:
si noti che il flusso è diverso da zero solo nella regione in cui è presente
il campo elettrico per cui se si considerano cerchi di raggio maggiore al
raggio del condensatore, come nel caso in figura, il flusso è costante e non
CAPITOLO 4. EQUAZIONI DI MAXWELL E ONDE 86
dipende dal raggio del cerchio. L’intensità dal campo magnetico lungo la
superficie laterale la si può ottenere ricorrendo all’equazione di Maxwell-
Ampere. Per cui, assumendo di effettuare la circuitazione lungo il percorso
in figura e in verso orario:
→ −
− → ∂φE
B · d l = µ0 ε0 = µ0 ε0 (−π)
∂t
−
→
B è di conseguenza diretto in verso antiorario e ha modulo pari a:
πµ0 ε0 µε0
B= =
2πx 2x
dove x è il raggio della circonferenza lungo la quale si esegue la circuita-
−
→
zione. Per cui B sulla superficie laterale del condensatore ha modulo:
µ0 ε0
B= = 5.56 10−16 T
2r
il vettore di Poynting vale:
−
→ 1− → −
→
S (t) = E×B
µ0
−
→ − →
dati gli orientamenti di E e B in ogni punto della superficie laterale del
−
→ −
→
condensatore, S è diretto radiale uscente e varia con il tempo dato che E
varia con il tempo. Il suo modulo è pari a:
E(t)B
S(t) = = 5.46 × 10−6 (1 − t) W/m2
µ0
il suo flusso attraverso la superficie laterale in funzione del tempo (as-
sumendo il vettore che identifica la superficie laterale come diretto verso
l’esterno) è dato da:
−
→ −
→
ΦS (t) = S (t) · d A = 5.46 × 10−6 (1 − t)(2πr)(d) = 2.8 10−10 (1 − t) W
Si noti che l’energia che fluisce dal condensatore è pari all’energia imma-
gazzinata nello stesso. Verificarlo calcolando la capacità del condensatore
e l’energia in esso immagazzinata all’istante t=0.
4. Determinare la costante dielettrica relativa del mezzo in cui si sta propa-
gando un’onda elettromagnetica sapendo che l’ampiezza della componente
del campo elettrico associato all’onda è E0 = 0.5 V /m e che l’ampiez-
za della componente magnetica è B0 = 2.8 nT . Si assuma pari a 1 la
permeabilità magnetica relativa.
L’ampiezza del campo elettrico e del campo magnetico di un’onda piana
che si propaga in un mezzo sono legati dalla relazione E0 = vB0 dove
CAPITOLO 4. EQUAZIONI DI MAXWELL E ONDE 87
E0 n
B0 = = E0 = 5.76 × 10−8 T
v c
Il periodo di un’onda piana è dato dall’inverso della sua frequenza T =
1/f = 17 ns. Lunghezza d’onda e periodo sono legati alla velocità di
propagazione attraverso al relazione:
λ
v=
T
. Da cui
λ = vT = 3 m
Il numero d’onda è definito come:
2π
k= = 2.09 m−1
λ
Essendo il campo elettrico orientato lungo l’asse y, il campo magnetico
deve essere orientato lungo l’asse z. L’onda si propaga, quindi, lungo x.
6. La velocità della luce in un particolare vetro è pari a v = 2.5 × 108 m/s.
Sapendo che (come quasi sempre) la permeabilità magnetica relativa di
questo vetro è pari a 1, determinare l’indice di rifrazione del vetro e la sua
costante dielettrica relativa.
L’indice di rifrazione di una sostanza è pari al rapporto tra la velocità
della luce nel vuoto e la velocità della luce nella sostanza (n = vc ). Si può
dimostrare, inoltre, che tale rapporto è legato alla permeabilità magnetica
relativa e alla costante dielettrica relativa della sostanza attraverso la re-
√ 3×108 √ √
lazione: n = µr εr . Quindi n = 2.5×10 8 = 1.2 = µr εr = εr . Da cui
εr = 1.44.
7. Un’onda elettromagnetica piana si propaga in un mezzo con costante die-
lettrica relativa kE = 3.7 e permeabilità magnetica relativa km = 1.00001.
CAPITOLO 4. EQUAZIONI DI MAXWELL E ONDE 88
1 E2
P = = 4.4 × 10−14 P a
2 µ0 c2
10. Calcolare la pressione di radiazione esercitata dal Sole allo zenit su una
superficie orizzontale totalmente assorbente sapendo che l’intensità del-
la radiazione proveniente dal Sole è W = 1 kW/m2 .Di quanto varia la
pressione se la superficie fosse totalmente riflettente?
La pressione di radiazione su una superficie totalmente assorbente è pari
all’intensità dell’onda diviso la sua velocità di propagazione. In questo
caso, quindi,
I 1000
Pass = = = 3.33 · 10−6 P a
c 3 · 108
se la superficie è totalmente riflettente la pressione di radiazione è il doppio
del caso totalmente assorbente. Per cui: