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Cetraro Edoardo IIE

Relazione di laboratorio di fisica Cap. 14


 Il primo principio della termodinamica
 Applicazioni del primo principio della termodinamica
 Motori a combustione interna
 Ciclo Otto
 Ciclo Diesel
 Il secondo principio della termodinamica
Il primo principio della termodinamica
Il primo principio della termodinamica rappresenta una formulazione del principio di
conservazione dell'energia e afferma che:«L'energia interna di un sistema
termodinamico isolato è costante.»
La sua formula è: ΔU=Q-W
In cui:
Q indica il calore assorbito(J)
W indica il lavoro compiuto(J)

Sottraendo questi valori possiamo ottenere la variazione di energia interna (ΔU) in


(J)
Per spiegare meglio il principio si può far un esempio: Ponendo del gas perfetto in
un cilindro a tenuta stagna, con uno stantuffo che esercita forza al di sopra di esso,
posizionando il cilindro su una fonte di calore, il volume del gas passera da uno stato
A ad uno stato B ed anche la sua energia interna da Ua a Ub e può essere calcolata
con questa formula: ΔU=Ub-Ua ,l’energia interna (U) è la somma delle energie
cinetiche di tutte le (N) molecole che formano un sistema e dall’energia potenziale
associata alle forze intermolecolari. Durante la trasformazione il gas guadagna
l’energia poiché assorbe il calore positivo del fornello e perde energia quando si
compie un lavoro sempre positivo quando si espande sollevando lo stantuffo. Poiché
l’energia si conserva,(ΔU) deve essere uguale al calore assorbito (Q) meno il lavoro
che è stato compiuto(W).ù
Applicazioni del primo principio della termodinamica
Esaminiamo alcune trasformazioni particolari che può subire il sistema
termodinamico più semplice: Una quantità di gas perfetto racchiusa in un cilindro
con pistone
1)Trasformazioni isocòre (volume costante)
Blocchiamo il pistone, in modo che il volume non cambi, e scaldiamo lentamente il
gas. Questa trasformazione nel piano-volume è rappresentata da un segmento
verticale Poiché il pistone è fisso, il gas non compie lavoro (W=0J) ed il primo
principio si semplifica in: ΔU=Q
2)Trasformazioni isoterme(temperatura costante)
Immergiamo il cilindro in una vasca con dell’acqua ad una temperatura voluta, se la
quantità dell’acqua è in sufficiente quantità, la sua capacità termica è così grande
che mantiene invariata la propria temperatura nonostante lo scambio di calore col
gas . mettendo della sabbia sul pistone e togliendola man mano, possiamo ridurre la
pressione del gas. Nel diagramma (p-V) questa trasformazione è rappresentata da
un arco di iperbole,che ha per estremi lo stato iniaziale A e lo stato finale B. Il
lavoro(W) del gas è positivo poiché da A a B il gas si espande. Poiché l’energia
interna (U) è proporzionale alla temperatura assoluta (T),quindi se la variazione di
temperatura è nulla, anche la variazione dell’energia interna(ΔU)è nulla ,ed il primo
principio diventa: 0=Q-W cioè Q=W.
3)Trasformazioni adiabatiche(senza scambi di calore tra il sistema e l’ambiente)
Utilizziamo un thermos che impedisca il passaggio di calore oltre ad un pistone che faccia lo stesso.
Mettiamo della sabbia sul pitone e diminuiamo lentamente la pressione del gas togliendone un po'
alla volta, ed il gas espande. In una trasformazione adiabatica la variazione dell’energia interna de
sistema è opposta al lavoro da esso compiuto, quindi: dato che si ha Q=0J il primo principio
diventa: ΔU=-W
Nel piano p-V un’espansione adiabatica del gas perfetto è rappresentata da una curva
decrescente: quando il volume occupato dal gas aumenta, la sua pressione diminuisce.

Motori a combustione interna


I motori delle automobili sono macchine termiche, che si procurano il calore
necessario al loro funzionamento bruciando il combustibile direttamente dentro i
cilindri. Per questa ragione sono chiamati motori a combustione interna. Esse usano
il calore come vettore energetico per la produzione di lavoro meccanico.
Molte automobili hanno il motore che fu inventato dall’ingegnere tedesco Nikolaus
Otto, e che conosciamo come motore a scoppio o motore a quattro tempi. Quattro,
infatti, sono le fasi di cui si compone il suo ciclo, qui illustrato:

1 Aspirazione: Il pistone si abbassa e aspira la miscela aria-benzina che proviene dal


carburatore.
2Compressione: Dopo che la valvola di aspirazione si è chiusa, il pistone si alza e
comprime la miscela.
3 Scoppio-Espansione: La candela genera la scintilla che fa scoppiare la miscela. Il
gas si espande e spinge il pistone verso il basso.
4 Scarico: La valvola di scarico si apre e la pressione diminuisce. Il pistone sale ed
espelle i gas di combustione.
Il tratto AB corrisponde all’aspirazione, durante la
quale il gas si espande alla pressione
atmosferica(costante)
Il tratto BC, è un arco di curva adiabatica, e
rappresenta la compressione, aumentano sia la
pressione che la temperatura del gas.
Il segmento CD, a volume costante, rappresenta
lo scoppio.
La curva DE rappresenta l’espansione ( questa è
la fase utile poiché spinge il pistone e lo accelera.
La spezzata EBA rappresenta lo scarico, una riduzione di pressione a volume
costante(EB), seguita da una riduzione di volume a pressione costante(BA)
Il motore diesel
Inventato dall’ingegnere tedesco Rudolf Diesel, questo è un altro tipo di motore a
scoppio. Al posto del carburatore vi è un iniettore che nebulizza delle minuscole
goccioline di gasolio all’interno della camera di scoppio. Questo motore non
necessita di candele poiché l’accensione della miscela aria-gasolio è provocata dal
suo riscaldamento, che avviene a causa della rapida compressione nel secondo
tempo del cilindro, Il ciclo Diesel è simile a quello di Otto, con l’isocòra CD sostituita
da un’ isòbara.

Il secondo principio della termodinamica


Il secondo principio della termodinamica è uno solo, ovvero che “è impossibile che il
calore passi spontaneamente da un corpo freddo a uno più caldo” ma ci sono più
modi per esprimerlo.
Secondo Lord Kelvin
È impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato è quello di assorbire
una certa quantità di calore da un’unica sorgente a temperatura uniforme e
trasformarla integralmente in lavoro.
La produzione di lavoro non è l’unico risultato della trasformazione assistiamo anche
all’aumento di volume occupato dal gas modificando così il sistema; per eliminare
questo evento indesiderato bisogna cedere calore a una sorgente fredda. Quindi
una sola sorgente non basta, se vogliamo trasformare il calore in lavoro.
Secondo Rudolf Clausius
È impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato è quello di far
passare calore da un corpo più freddo a un corpo più caldo. Prendendo come
esempio il frigorifero, esso fa andare il calore al contrario cioè il calore viene spinto
da un corpo più freddo a uno più caldo, nonostante questo il pensiero di Clausius
non viene smentito visto che il frigorifero non produce solo il flusso spontaneo di
calore ma consuma anche energia elettrica.
Si può dimostrare che gli enunciati di Kelvin e di Clausius discendono l’uno dall’altro:
quindi sono equivalenti

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