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Figura 1.
Ciclo Linde con CF (schema).
Figura 2.
Ciclo Linde con CF nel piano H-T.
Per valutare il COP, si consideri uno schema semplificato che esclude lo SC2 (di modo che
risulta 2B = 2, figura 1). In questo caso, la compressione inizia a 300 K e non a 260 K (e quindi L =
111.6 kcal kg1) e occorre sommare il lavoro LF richiesto dal CF. Se questo opera con un ciclo
inverso di Carnot tra T2A = 260 K e TA = 300 K, il suo COP vale:
COP = T2A/(TA T2A) = 6.5
(29.1.1)
e quindi il CF sottrae (H2 H2A) = 120 107 = 13 kcal kg1 e richiede LF = 13/6.5 = 2 kcal kg1 di
lavoro meccanico. Con questi valori, il COP diventa:
COP = [0.128 (129 25)]/(111.6 + 2) = 0.117
(29.1.2)
con un aumento notevole perch il CF opera ad "alta" temperatura, e quindi con una efficienza molto
maggiore di quella del ciclo Linde.
(29.1.3)
(29.1.4)
corrispondente a T3 = 162 K.
2. CICLO LINDE A DUE PRESSIONI
La sezione di bassa pressione del ciclo Linde molto meno efficiente della sezione di alta
pressione perch H 0 per P 0, mentre resta elevato L, che dipende dal rapporto delle pressioni
e non dal loro valore assoluto. Ad esempio, per un ciclo Linde operato tra 15 e 220 atm, i valori
caratteristici di entalpia risultano H1 = 128.5, H2 = 120 e H4L = 44 kcal kg1 dai quali si calcola f =
0.10. Poich il lavoro isotermo si riduce a 56.1 kcal kg1, si ricava inoltre COP = 0.152.
Il ciclo sopra considerato in effetti poco realistico, perch l'aria da alimentare in ogni caso
disponibile a 1 atm. Inoltre, al fine di confrontarlo in modo corretto con il ciclo base, opportuno
prevedere la produzione di aria liquida a 1 atm e non a 15 atm, perch quest'ultima costituisce un
prodotto di maggior entalpia e quindi di minor qualit.
A tal fine, il ciclo deve essere dunque modificato, inserendo (apparentemente!) un secondo
gruppo compressore - scambiatore e un secondo serbatoio per la laminazione dell'aria prodotta fino a
1 atm (figura 3).
I bilanci di materia vengono utilizzati per definire le due variabili z e f, mentre la condizione
di funzionamento si ricava da due bilanci di energia. Infatti, se si considera recupero totale nello SC
di bassa temperatura per entrambe le correnti fredde (T 5 = T5A = T2 = 300 K), il sistema non ha GdL
(se sono valide le ipotesi a) e b) della parte I).
I bilanci di energia si possono scrivere sul serbatoio di laminazione di bassa pressione:
z H6L = f H4L + (z f) H4V
(29.2.1)
(29.2.2)
Dalla (29.2.1) si ricava la relazione tra z e f, che con i valori di entalpia H 4L = 25, H4V = 75,
H6L = 44 kcal kg1, vale:
f = 0.62 z
(29.2.3)
Figura 3.
Ciclo Linde a due pressioni (schema).
Figura 4.
Ciclo Linde a due pressioni nel piano H-T.
La diminuzione della frazione di aria liquefatta rispetto al ciclo Linde base (f = 0.087) non
meraviglia, perch la portata W = 1 kg s 1 circola ora solo tra 15 e 220 atm, mentre nella sezione di
bassa pressione (1 15 atm) circola la portata (1 f). Il ciclo conveniente perch la riduzione del
lavoro di compressione maggiore di quella di f. Risulta infatti:
L = (RT1/PM)[Ln(220/15) + z Ln(15/1)] = 63 kcal kg1
(29.2.4)
(29.2.5)
Questo ciclo comporta solo lievi modifiche (figura 4), perch anche il ciclo base prevede la
compressione in pi stadi. In generale, l'uso di portate maggiori nella sezione pi efficiente pratica
usuale anche in altre macchine (ad esempio nelle turbine a vapore) per migliorare il COP.
Poich le due modifiche non sono incompatibili, si pu realizzare un ciclo Linde con
preraffreddamento e con riciclo a una o pi pressioni intermedie, con un COP molto vicino a quello
del ciclo Rankine.
3. CICLO HEYLANDT
Il ciclo pi semplice che utilizza la espansione isoentropica il ciclo Heylandt, nel quale il
freddo prodotto dalla espansione in macchina di una frazione 1 z dell'aria compressa viene usato
per raffreddare (ed eventualmente liquefare) la rimanente frazione z in uno SC (figura 5).
Per ottenere il fluido freddo alla temperatura pi bassa possibile, la espansione viene condotta
fino ad 1 atm (vapore saturo, punto 4V di figura 6). Il punto 2 di inizio espansione determinato
dalla condizione di isoentropicit e dalla pressione massima del ciclo. Se T1 = 300 K, risulta P2 = 80
atm e H2 = 124 kcal kg1.
Lo SC opera dal lato del fluido caldo in condizioni supercritiche, e quindi non si osserva un
passaggio di stato vapore - liquido di tipo discontinuo, ma si produce un liquido compresso (punto
3). Il ciclo ha un GdL perch la equazione di bilancio sulla sezione a valle dei compressori:
Figura 5.
Ciclo Heylandt (schema).
H2 = (1 z) (H2 H4V) + H3 z + (1 z) H5
Figura 6.
Ciclo Heylandt nel piano T-S.
(29.3.1)
consente di calcolare una curva H3(z) per ogni assegnato H5, cio per ogni assegnata condizione di
recupero termico nello SC. Con H4V = 75 kcal kg1, si ottengono i risultati riportati in figura 7 per
alcuni valori di H5.
Figura 7.
Condizioni di funzionamento del ciclo
Heylandt.
A1: H5 = 129 kcal kg1;
A2: H5 = 110 kcal kg1;
A3: H5 = 90 kcal kg1.
Per ogni H5, al diminuire della quantit di prodotto (z) migliora la sua qualit (H 3 diminuisce)
fino al limite teorico (circa H3 = 25 kcal kg1), condizioni nelle quali nullo il T alla estremit
fredda dello SC (T3 = T3min = T4V). In queste condizioni si ottengono i valori massimi del COP (per
ogni H5), mentre il massimo assoluto corrisponde al massimo valore di H 5 (H5 = H1 = 129 kcal kg1,
punto A).
Se il recupero del lavoro di espansione totale, si calcola, nella ipotesi di compressione
isoterma (L = (RT1/PM) Ln(80/1) = 90.7 kcal kg1):
COPmax = (H1 H3)z/[L (1 z)(H2 H4V )] = 0.622
(29.3.2)
Questo valore non pu essere confrontato con i valori precedentemente calcolati per i cicli Linde e
Carnot inverso, perch il ciclo Heylandt produce non solo aria (che tra laltro ha in generale una
entalpia maggiore e quindi un valore minore dell'aria liquida a 1 atm (H 3 > H4L = 25 kcal kg1)) ma
anche lavoro meccanico.
Il confronto con i cicli Linde ha senso se si modifica lo schema di figura 5, inserendo una
laminazione fino a 1 atm che produce la portata f W di aria liquida (4L) e la portata (z f)W di aria
(29.4.1)
Poich, al diminuire di P2, H2 aumenta e H7 diminuisce, per ottenere la stessa quantit di aria
fredda (z = costante) bisogna accettare una minor qualit, cio valori maggiori di H 3 (e viceversa).
Inoltre, la scelta della frazione z da inviare allo SC parzialmente limitata non solo dalla condizione
di ottimo economico, ma anche da un ulteriore vincolo, che si presenta in una forma un po' nascosta.
Figura 8.
Ciclo Claude (schema).
Figura 9.
Ciclo Claude nel piano T-S.
In effetti, con P2 = 20 atm il ciclo subcritico e quindi si ottiene una liquefazione (parziale)
dell'aria. Pertanto, la parte finale di SC1 funziona, dal lato del fluido caldo, in condizioni isoterme
alla temperatura T6V 120 K e il fluido freddo si pu riscaldare, a partire dal punto 4V, fino a un
punto 9 che non pu superare il punto 10, cio le condizioni di pinch (T = 0 tra i punti 6V e 10).
Le condizioni di funzionamento del ciclo si ottengono accoppiando alla (29.4.1) il bilancio di
energia nella parte isoterma di SC1:
z (H6V H3) = (1 z) (H9 H4V)
(29.4.2)
Nelle (29.4.1 e 2), fissate le altre condizioni (H 1 = 129, H2 = 128, H7 = 102, H4V = 75, H6V = 77.5
kcal kg1) compaiono 4 incognite, e cio: z, H3, H9 e H5, le ultime due limitate dalle condizioni: H9 <
H10 = 85 kcal kg1 e H5 < H1 = 129 kcal kg1. Per ogni fissata coppia (H 5, H9), i valori di H3 e z si
possono ricavare dalla intersezione tra le curve H 3(z) ricavate dalla (29.4.1) e parametriche in H 5
(curve A di figura 10) e le curve H3(z) ricavate dalla (28.4.2) e parametriche in H9 (curve B).
Figura 10.
Condizioni di funzionamento del ciclo
Claude.
A1: H5 = 129 kcal kg1;
A2: H5 = 120 kcal kg1;
A3: H5 = 110 kcal kg1.
B1: H9 = 85 kcal kg1;
B2: H9 = 80 kcal kg1.
Ad esempio, per H9 = H10 (area di scambio infinita in SC1) e H 5 = H1 (recupero totale del
freddo), risulta H3 = 49.4 kcal kg1 e z = 0.263 (punto A). Gli altri punti di funzionamento si
ottengono, alla intersezione di una curva A e di una curva B, o inserendo un T in SC1 tra i punti 6V
e 9, cio ponendo T9 < T10, e/o considerando un recupero non completo in SC2, cio ponendo H 5 <
H1. Nel punto A (condizioni ideali) e con L = (RT1/PM) Ln(20/1) = 62 kcal kg1, il COP assume il
suo massimo valore:
COP = (H1 H3)z/[L (1 z)(H7 H4V)] = 0.497
(29.4.3)
che risulta tuttavia minore del massimo COP del ciclo Heylandt. Anche in questo caso, n la frazione
di aria liquefatta, n il COP possono essere direttamente confrontati con i valori precedentemente
calcolati per i cicli Linde e Carnot inverso.
Pi in generale, si osservi che, se H 5 < H1, nel calcolo del COP necessario includere la
produzione della portata (1 z)W nelle condizioni 5 mentre la efficienza va calcolata confrontando il
lavoro con il lavoro richiesto da due cicli inversi di Carnot, di cui il primo estrae QB1 = z(H1 H3)
alla temperatura T3 e il secondo estrae QB2 = (1 z)(H1 H5) alla temperatura T5. Non possibile
condurre questi calcoli con molta precisione a causa dellerrore grafico connesso alla lettura del
diagramma H-T. Ad esempio, non possibile definire con esattezza la stessa temperatura delle
miscele bifasiche, perch il diagramma riporta (correttamente, perch l'aria non un composto puro)
due temperature diverse per il vapore saturo e per il liquido saturo alla stessa pressione.