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Esercitazione Cicli Diretti

Esercizio 1
Un impianto turbogas opera secondo un ciclo semplice Joule-Brayton tra la
temperatura t1 =27o C all’aspirazione del compressore e la temperatura t3 =770o C
all’ingresso in turbina. Il compressore lavora con un rapporto manometrico
di compressione β=11. Considerando un impianto a ciclo termodinamico ad
aria standard, con cp =1,005 kJ/kgK costante e k=1,4, si valutino il lavoro
specifico netto e il rendimento termodinamico, sia nel caso in cui le trasfor-
mazioni siano tutte internamente reversibili, sia nel caso in cui compressione
ed espansione siano caratterizzate da rendimenti isoentropici pari a 0,9.

Soluzione
Si inizi disegnando lo schema d’impianto e il ciclo termodinamico sul
piano h-s/T-s (i due piani coincidono, poiché, per un gas perfetto vale la
relazione h = cp · T e quindi l’asse delle ordinate varia solo per un fattore di
scala, pari al calore specifico.

T
3  

Combustibile Camera di
combustione

3 4’  
2 2’   4
2
ln = lu − le
Compressore Turbina

Fumi
1 Aria 4 1
(gas esausti)
s
(a) Schema d’impianto (b) Ciclo sul piano T-s

Lo schema di impianto è quello in Fig. 1(a). Il ciclo termodinamico di


riferimento per calcolare le prestazioni dell’impianto, in Fig. 1(b), è però

1
realizzato da un circuito chiuso, come quello di Fig. 1.1, composto da sistemi
aperti a flusso stazionario (compressore, scambiatore di calore, turbina) posti
in serie in maniera tale che il fluido, uscendo da un componente, entri nel
successivo.

qe

Scambiatore di
calore

2 3
ln = lu − le
Compressore Turbina

1 Scambiatore di 4
calore

qu

Figura 1.1: Ciclo chiuso di riferimento

CASO 1: Trasformazioni internamente reversibili


Il lavoro specifico netto del ciclo è pari alla somma dei lavori specifici
netti associati alle singole trasformazioni:

ln = l12 + l23 + l34 + l41 (1.1)


La trasformazione 1-2 è una trasformazione di compressione adiabatica
reversibile e quindi isoentropica a cui è associato un lavoro che, per il pri-
mo principio della termodinamica scritto per sistemi aperti (trascurando le
variazioni di energia cinetica e potenziale) è pari a:

l12 = ∆h = h2 − h1 = cp (T2 − T1 ) (1.2)


T1 è noto dai dati del problema, ma occorre calcolare T2 . Essendo la trasfor-
mazione una isoentropica, è possibile utilizzare l’equazione dell’evoluzione
isoentropica:

pv k = cost (1.3)
che combinata con la legge di stato dei gas perfetti pv = RT , dà:
  k−1
T2 p2 k k−1 k−1
= =β k ⇒ T2 = T1 · β k = 596 K = 323o C (1.4)
T1 p1

Sostituendo questo valore nella Eq. (1.2), si ottiene l12 = 297 kJ/kg.

2
La trasformazione 2-3 è una trasformazione di riscaldamento isobaro re-
versibile a cui, quindi, è associato un lavoro nullo, poiché si ha dp=0 e
dunque:
Z 3
l23 = vdp = 0 (1.5)
2
La trasformazione 3-4 è una trasformazione di espansione adiabatica re-
versibile e quindi isoentropica a cui è associato un lavoro che, per il pri-
mo principio della termodinamica scritto per sistemi aperti (trascurando le
variazioni di energia cinetica e potenziale) è pari a:

l34 = ∆h = h4 − h3 = cp (T4 − T3 ) (1.6)


T3 è noto dai dati del problema, ma occorre calcolare T4 . Essendo la trasfor-
mazione una isoentropica, è possibile utilizzare l’equazione dell’evoluzione
isoentropica:

pv k = cost (1.7)
che combinata con la legge di stato dei gas perfetti pv = RT , dà:
  k−1
T4 p4 k 1 T3
= = k−1 ⇒ T4 = k−1 = 525 K = 252o C (1.8)
T3 p3 β k β k

p2 p3
Infatti, p4 = p1 e p3 = p2 e quindi β = p1
= p4
.

Sostituendo questo valore nella Eq. (1.6), si ottiene l34 = -520,6 kJ/kg.
La trasformazione 4-1 è una trasformazione di raffreddamento isobaro
reversibile a cui, quindi, è associato un lavoro nullo, poiché si ha dp=0 e
dunque:
Z 1
l41 = vdp = 0 (1.9)
4

Sostituendo quanto appena trovato nell’Eq. (1.1), si ottiene ln = l12 + l34


= -223,6 kJ/kg.
Il rendimento termodinamico è invece pari a:

|ln |
ηth = (1.10)
qass
Occorre quindi determinare il calore assorbito, che sarà ovviamente asso-
ciato alla sola trasformazione di riscaldamento isobaro 2-3. Dal primo princi-
pio della termodinamica, poiché questa trasformazione avviene in uno scam-

3
biatore di calore che non ha organi mobili che scambino lavoro e trascurando
i contributi cinetico e potenziale:

q23 = h3 − h2 = cp (T3 − T2 ) = 449, 2 kJ/kg (1.11)


In definitiva:
223, 6 kJ/kg
ηth = = 49, 7% (1.12)
449, 2 kJ/kg
CASO 2: Trasformazioni di compressione ed espansione irreversi-
bili
Nel caso di trasformazioni irreversibili, il lavoro reale di compressione ed
espansione varierà in relazione al valore del rendimento isoentropico associato
alla trasformazione. Per la compressione si ha:
l12 h2 − h1
ηis,c = = ⇒ l120 = 330 kJ/kg (1.13)
l120 h20 − h1
Mentre per l’espansione:
l340 h 0 − h3
ηis,e = = 4 ⇒ l340 = −468, 5 kJ/kg (1.14)
l34 h4 − h3
Il lavoro netto diventa:
0
ln = l120 + l340 = −138, 5 kJ/kg (1.15)

Ovviamente inferiore rispetto al lavoro netto estraibile dall’impianto nel


caso in cui le trasformazioni fossero internamente reversibili.
Per il calcolo del rendimento termodinamico occorre anche ricalcolare il
calore assorbito che ora sarà minore rispetto al caso ideale perché, sebbene il
punto 3 di inizio espansione rimanga invariato, il punto 2 di fine compressione
risulta più spostato a destra (Fig. 1(b)) ed è perciò caratterizzato da una
temperatura maggiore. Utilizzando l’Eq. (1.13) è possibile calcolare l’entalpia
e quindi la temperatura di fine compressione reale:

h2 − h1 l12
h20 = h1 − = cp T1 + = 631, 5 kJ/kg
ηis,c ηis,c
T2 − T1
⇒ T20 = T1 + = 355◦ C = 629 K (1.16)
ηis,c

Il calore assorbito diventa:

q20 3 = h3 − h20 = 416, 18 kJ/kg (1.17)

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e quindi il rendimento termodinamico risulta:
0
0 |l |
ηth = n = 33, 3% (1.18)
q20 3
molto minore di quello ottenuto nel caso ideale.

Esercizio 2
Un ciclo Rankine a vapore saturo secco opera fra le pressione di 41,43 bar
in caldaia e la pressione di 0,0345 bar al condensatore. Supponendo che nella
turbina si realizzi una espansione adiabatica con rendimento isoentropico pari
a 0,80 e trascurando le variazioni di energia cinetica e potenziale, si valuti
il rendimento termodinamico del ciclo e si verifichi che il lavoro della pompa
sia trascurabile.

Soluzione
Iniziamo con il disegnare lo schema d’impianto e l’andamento del ciclo
termodinamico, sui pianti T-s e h-s.

2 3

1'
1 4

s
(a) Schema d’impianto (b) Ciclo sul piano T-s

E’ immediato verificare che i punti 1 di uscita dal condensatore e 3 di


ingresso in turbina giacciono sulle curve limite. Infatti, nel ciclo Rankine
semplice, l’acqua esce dal condensatore in condizioni sature e il vapore esce
dalla caldaia in condizioni di vapore saturo secco. Diverso sarebbe stato per
il ciclo Hirn, con surriscaldamento, per cui il vapore sarebbe uscito dalla
caldaia in condizioni di vapore surriscaldato.

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Poiché in tali punti il fluido è in condizioni sature, la regola delle fasi di
Gibbs, ci dice:

V =N −X +2=1−2+2=1
Quindi il sistema è monovariante (V = 1) e occorre una sola gran-
dezza termodinamica per definirlo completamente. Si ricorda che N
è il numero delle sostanze chimiche indipendenti (qui si ha solo la sostanza
chimica acqua, H2 O), mentre X è il numero delle fasi che, in condizioni satu-
re (condizioni di equilibrio in cui si ha coesistenza di vapore e acqua) è pari
a due.
Dal momento che sia per il punto 1, che per il punto 3 è nota la pressione,
abbiamo la variabile termodinamica richiesta per definire il sistema in quei
punti.

PUNTO 1:
Dalla tabella del vapor saturo vediamo che occorre interpolare, perché
non si hanno dati in corrispondenza della pressione richiesta. Quindi, si
prendono i valori delle proprietà termodinamiche sulla curva limite inferiore
(c.l.i.) in corrispondenza delle pressioni che includono la pressione del punto
in questione (si veda Fig. 2.1):

Figura 2.1: Estratto delle tabelle del vapor saturo

Volume specifico

0, 0345 bar − 0, 03 bar v1 − v(0, 03bar)


= (2.1)
0, 035 bar − 0, 03 bar v(0, 035bar) − v(0, 03bar)
⇒ v1 =
0, 0345 bar − 0, 03 bar
= (0, 001003 − 0, 001003) m3 /kg + 0, 001003 m3 /kg =
0, 035 bar − 0, 03 bar
= 0, 001003 m3 /kg

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Come si può osservare, il volume specifico dell’acqua liquida varia pochis-
simo con la pressione, motivo per cui questo fluido viene spesso considerato
incomprimibile (a densità costante: ρ ' cost).
Entalpia

0, 0345 bar − 0, 03 bar h1 − h(0, 03bar)


= (2.2)
0, 035 bar − 0, 03 bar h(0, 035bar) − h(0, 03bar)
⇒ h1 =
0, 0345 bar − 0, 03 bar
= (111, 84 − 100, 99) kJ/kg + 100, 99 kJ/kg =
0, 035 bar − 0, 03 bar
= 110, 75 kJ/kg
Entropia

0, 0345 bar − 0, 03 bar s1 − s(0, 03bar)


= (2.3)
0, 035 bar − 0, 03 bar s(0, 035bar) − s(0, 03bar)
⇒ s1 =
0, 0345 bar − 0, 03 bar
= (0, 3907 − 0, 3543) kJ/(kgK) + 0, 3543 kJ/(kgK) =
0, 035 bar − 0, 03 bar
= 0, 387 kJ/(kgK)

PUNTO 2:
Il punto 2 è il punto di uscita dalla pompa di alimento. Approssimando la
trasformazione come una trasformazione reversibile realizzata da un sistema
aperto, il lavoro è pari a:
Z 2
l12 = vdp = v(p2 − p1 ) =
1
= 0, 001003 m3 /kg(41, 43 · 105 Pa − 0, 0345 · 105 Pa)
= 4, 15 kJ/kg (2.4)
Dal primo principio della termodinamica, essendo il sistema approssima-
bile come adiabatico, si ha:
∆p
l12 = ∆h = h2 − h1 ⇒ h2 = h1 + = 114, 9 kJ/kg (2.5)
ρ
Si osserva subito che l’aumento di entalpia dovuto alla compressione rea-
lizzata dalla pompa è irrisorio, poiché il lavoro necessario alla pompa per

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comprimere il liquido è molto basso e quindi è possibile considerare h2 ' h1 .

PUNTO 3:
Dalla tabella del vapor saturo vediamo che occorre interpolare, perché
non si hanno dati in corrispondenza della pressione richiesta. Quindi, si
prendono i valori delle proprietà termodinamiche sulla curva limite superiore
(c.l.s.) in corrispondenza delle pressioni che includono la pressione del punto
in questione (si veda Fig. 2.2):

Figura 2.2: Estratto delle tabelle del vapor saturo

Volume specifico

41, 43 bar − 41 bar v3 − v(41bar)


= (2.6)
42 bar − 41 bar v(42bar) − v(41bar)
⇒ v3 =
41, 43 bar − 41 bar
= (0, 0473 − 0, 0485) m3 /kg + 0, 0485 m3 /kg =
42 bar − 41 bar
= 0, 04798 m3 /kg
Come si può osservare, il volume specifico dell’acqua liquida varia pochis-
simo con la pressione, motivo per cui questo fluido viene spesso considerato
incomprimibile (a densità costante: ρ ' cost).
Entalpia

41, 43 bar − 41 bar h3 − h(41bar)


= (2.7)
42 bar − 41 bar h(42bar) − h(41bar)
⇒ h3 =
41, 43 bar − 41 bar
= (2799 − 2800) kJ/kg + 2800 kJ/kg =
42 bar − 41 bar
= 2799, 57 kJ/kg

8
Entropia

41, 43 bar − 41 bar s3 − s(41bar)


= (2.8)
42 bar − 41 bar s(42bar) − s(41bar)
⇒ s3 =
41, 43 bar − 41 bar
= (6, 0492 − 6, 0594) kJ/(kgK) + 6, 0594 kJ/(kgK) =
42 bar − 41 bar
= 6, 055 kJ/(kgK)

PUNTO 4:
Per il punto 4, occorre prima calcolare le condizioni termodinamiche del
punto di fine espansione IDEALE e poi, grazie al rendimento isoentropico
della turbina, sarà possibile calcolare le condizioni di fine espansione REA-
LE. Questo punto giace nella zona della miscela satura liquido/vapore, ovvero
dentro la campana. Quando non si è sulla curva limite, ma sotto la campana,
si ha coesistenza delle due fasi vapore e liquido, in quantità non più trascu-
rabili l’una rispetto all’altra. E’ quindi utile introdurre il TITOLO x, ovvero
il rapporto tra la massa del vapore e la massa totale della miscela (liquido +
vapore). Si dimostra che, per la generica proprietà termodinamica ϕ valutata
in un qualsiasi punto P sotto la campana, vale la regola della leva:
ϕP − ϕc.l.i.
xP = (2.9)
ϕc.l.s. − ϕc.l.i.
Se, quindi, la proprietà termodinamica in questione è l’entropia e il punto
P coincide con il punto 4 del problema, la (2.9) diventa:
s4 − sc.l.i.
x4 = (2.10)
sc.l.s. − sc.l.i.
dove sc.l.s. e sc.l.i. sono i valori di entropia alla pressione del punto 4 (0,0345
bar), sulla curva limite superiore e inferiore, rispettivamente. L’entropia del
punto 4 IDEALE è nota, perché idealmente, la trasformazione di espansione
è isoentropica e quindi s4 = s3 . Allora, l’unica incognita della (2.10) è il
titolo, che vale:
6, 05 − 0, 387
x4 = = 0, 696 (2.11)
8, 529 − 0, 387
dove il valore di sc.l.i. coincide con s1 , mentre sc.l.s. è stato ottenuto per
interpolazione.

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Dall’Eq. (2.9), sostituendo a ϕ l’entalpia e usando il valore del titolo
appena ottenuto, è possibile ottenere l’entalpia nel punto 4 di fine espansione
ideale:

h4 − hc.l.i.
x4 =
hc.l.s. − hc.l.i.
⇒ h4 = x4 (2549, 1 − 110, 75)kJ/kg + 110, 75 kJ/kg = 1807, 8 kJ/kg
(2.12)

dove il valore di hc.l.i. coincide con h1 , mentre hc.l.s. è stato ottenuto per
interpolazione.
Dalla definizione di rendimento isoentropico della turbina, si ha:

|lreale | h3 − h40
ηis,T = = (2.13)
|lideale | h3 − h4

Poiché il rendimento è un dato del problema, l’unica incognita dell’equa-


zione precedente è l’entalpia di fine espansione reale, h40 e quindi:

h40 = h3 − ηis,T (h3 − h4 ) = 2006 kJ/kg (2.14)

e si osserva che risulta maggiore dell’entalpia di fine espansione ideale, h4 ,


suggerendo che, nel processo reale, non è possibile estrarre dal fluido tutta
l’energia che si vorrebbe.
Il rendimento termodinamico del ciclo, sarà dunque dato dal rapporto tra
il lavoro netto (ciò che ottengo) e il calore assorbito (ciò che spendo).
Il lavoro netto è pari a:

ln = lT + lP = (h40 − h3 ) + ∆p12 /ρ ' (h40 − h3 ) = −792, 8 kJ/kg (2.15)

Infatti risulta lT » lP , il che ci permette di ribadire che il lavoro della pompa,


in questa applicazione, può essere trascurato.
Il calore assorbito, per il primo principio della termodinamica, è pari al
salto entalpico che il fluido subisce nel generatore di vapore (dove non si
hanno organi meccanici mobili che possano scambiare lavoro con l’esterno e
quindi il lavoro è nullo e le variazioni di energia cinetica e potenziale sono
trascurabili):

qass = q23 = h3 − h2 ' h3 − h1 = 2689 kJ/kg (2.16)

(si ricordi che il salto entalpico dovuto alla pompa è trascurabile, per cui
h2 ' h1 ).

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In definitiva, quindi:

|ln | 792, 8 kJ/kg


ηth = = = 29, 5% (2.17)
qass 2689 kJ/kg
Nel risolvere l’esercizio si osservi che la pompa di calore di questo esercizio
è, banalmente, il climatizzatore che abbiamo in casa che cede calore all’inter-
no della stanza (sorgente ad alta temperatura), assorbendo calore dall’am-
biente esterno (sorgente a bassa temperatura). Quindi, il condensatore deve
cedere calore ad una stanza che si trova a TA =20◦ C, mentre l’evaporatore
deve assorbire calore da un ambiente che si trova a 5◦ C. Affinché ci sia scam-
bio termico e il calore possa essere CEDUTO dal condensatore alla stanza, la
temperatura della stanza deve essere inferiore rispetto alla temperatura del
fluido che condensa (PER IL SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODI-
NAMICA IL CALORE PROCEDE SPONTANEAMENTE DAL CORPO
A TEMPERATURA PIU’ ALTA VERSO QUELLO A TEMPERATURA
PIU’ BASSA!) e, nel caso specifico sarà inferiore di ∆Tcond = 10◦ C (dato del
problema). Da questo ragionamento, si può determinare la temperatura del
punto 1:
T1 = TA + ∆Tcond = 20◦ C + 10◦ C = 30◦ C (2.18)
Per l’evaporatore, il ragionamento è analogo, ma il calore viene ASSOR-
BITO dal fluido che evapora e quindi la temperatura del fluido refrigerante
deve essere minore della temperatura dell’ambiente esterno TE =5◦ C da cui
assorbe calore. Anche in questo caso, i dati del problema ci dicono che la
differenza di temperatura è ∆Tevap = 10◦ C. Quindi...

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