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Esercizio 1
Un ciclo frigorifero a semplice compressione di vapore di ammoniaca ope-
ra fra la temperatura di condensazione t1 = 30◦ C e la temperatura di evapo-
razione t3 = -15◦ C.Si determini il coefficiente di prestazione del ciclo, suppo-
nendo che non ci sia sottoraffreddamento del liquido all’uscita del condensa-
tore né surriscaldamento del vapore all’ingresso del compressore e ritenendo
isoentropica la compressione.
Soluzione
Qu
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CONDENSATORE
T 4
VALVOLA
DI COM
Le
LAMINAZIONE PRES
SORE
1
EVAPORATORE
2 3
2 3
Qe s
(a) Schema d’impianto (b) Ciclo sul piano T-s
1
Figura 1.1: Estratto della tabella del vapor saturo dell’ammoniaca
PUNTO 1:
Pressione
2
30◦ C − 28◦ C p1 − p(28◦ C)
= (1.1)
32◦ C − 28◦ C p(32◦ C) − p(28◦ C)
⇒ p1 =
30◦ C − 28◦ C
= ◦ (12, 38 − 10, 993) bar + 10, 993 bar =
32 C − 28◦ C
= 11, 61 bar
Entalpia
Entropia
PUNTO 3:
Pressione
3
Entalpia
(−15◦ C) − (−16◦ C) h3 − h(−16◦ C)
= (1.5)
(−14◦ C) − (−16◦ C) h(−14◦ C) − h(−16◦ C)
⇒ h3 =
(−15◦ C) − (−16◦ C)
= (1425, 6 − 1423) kJ/kg + 1423 kJ/kg =
(−14◦ C) − (−16◦ C)
= 1424, 33 kJ/kg
Entropia
4
PUNTO 4:
La doppia interpolazione si effettua su tre step. Si sceglie una tra le due
grandezze note, ad esempio l’entropia. Si calcola quindi la grandezza di inte-
resse, ad esempio l’entalpia, per ognuna delle due grandezze che comprendono
l’altra grandezza nota del punto in questione (in questo caso, la pressione).
Note ora le entalpie corrispondenti all’entropia del punto, per le pressioni
limitrofe, è possibile interpolare per determinare l’entalpia alla pressione del
punto: La pressione del punto 4 è 11,61 bar, quindi le tabelle da consultare
sono quella relativa a 10 bar e quella relativa a 12 bar.
STEP 1: Calcolo l’entalpia corrispondente ad s = s4 e p=10 bar.
A questo punto, tutti i parametri necessari per calcolare il COP sono noti.
Infatti, l’entalpia del punto 2 è nota, perché la trasformazione associata al
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processo che avviene nella valvola di laminazione è considerabile come una
isoentalpica e quindi h1 = h2 . Il coefficiente di prestazione di un frigorifero
valuta quanto calore si è riuscito ad assorbire dall’ambiente da raffreddare
(effetto utile), rispetto al lavoro necessario per comprimere il fluido (spesa
da affrontare). E allora:
q23 h3 − h2
COP = = = 4, 76 (1.10)
l34 h4 − h3
Esercizio 2
Un ciclo a pompa di calore, funzionante con r-134a, deve riscaldare 10000
kg/h d’aria, considerata come gas ideale, con cp = 1,005 kJ/kgK costante,
portandola da 20◦ C a 40◦ C. Le temperature di condensazione ed evaporazione
del refrigerante sono rispettivamente 16◦ C e -16◦ C. Considerando che non si
abbia sottoraffredamento del liquido, né surriscaldamento all’aspirazione del
compressore e che la compressione sia adiabatica con rendimento isoentropico
pari al 90%, si calcoli la potenza di compressione richiesta e il coefficiente di
prestazioni. Inoltre, se nell’evaporatore entrano 2,5 kg/s di acqua (cp =4,18
kJ/kgK) a 20◦ C, si calcoli la temperatura di uscita dell’acqua dall’evaporatore
stesso.
Soluzione
Nelle figure seguenti sono riportati lo schema d’impianto e il ciclo termo-
dinamico.
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Qu
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CONDENSATORE
T 4
VALVOLA
DI COM
Le
LAMINAZIONE PRES
SORE
1
EVAPORATORE
2 3
2 3
Qe s
(a) Schema d’impianto (b) Ciclo sul piano T-s
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Figura 2.1: Estratto della tabella del vapor saturo del refrigerante r-134a
PUNTO 1:
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T1 = 16◦ C
p1 = 5, 04 bar
h1 = 71, 69 kJ/kg (2.1)
PUNTO 3:
T3 = −16◦ C
p3 = 1, 57 bar
h3 = 237, 74 kJ/kg
s3 = 0, 9298 kJ/kgK (2.2)
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Figura 2.2: Estratto della tabella del vapor surriscaldato del refrigerante
r-134a
PUNTO 4:
10
p4 = 5, 04 bar ' 5 bar
s4 = 0, 9298 kJ/kgK
T4 = 21◦ C
h4 = 261, 35 kJ/kg
(2.3)
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Infine, per calcolare la temperatura di uscita dell’acqua dall’evaporatore,
basterà imporre la conservazione dell’energia all’evaporatore stesso:
Esercizio 3
Per mantenere la temperatura di un ambiente a 20◦ C, se quella esterna
è di 5◦C, occorre cedere all’aria una potenza termica di 12 kW. Tale potenza
termica viene prodotta da una pompa di calore che utilizza fluido r-22. La
differenza di temperatura tra l’ambiente da riscaldare e il fluido durante la
condensazione è di 10◦ C, così come la differenza di temperatura tra il fluido
che evapora e l’ambiente esterno. Si consideri che non vi sia sottoraffredda-
mento del fluido all’uscita del condensatore, né surriscaldamento all’uscita
dell’evaporatore. Inoltre, si abbia un rendimento isoentropico di compressione
pari all’85%. Si calcolino, dunque, la portata di fluido refrigerante, la potenza
da fornire al compressore e il coefficiente di prestazione dell’impianto.
Soluzione
Nel risolvere l’esercizio si osservi che la pompa di calore di questo esercizio
è, banalmente, il climatizzatore che abbiamo in casa che cede calore all’inter-
no della stanza (sorgente ad alta temperatura), assorbendo calore dall’am-
biente esterno (sorgente a bassa temperatura). Quindi, il condensatore deve
cedere calore ad una stanza che si trova a TA =20◦ C, mentre l’evaporatore
deve assorbire calore da un ambiente che si trova a 5◦ C. Affinché ci sia scam-
bio termico e il calore possa essere CEDUTO dal condensatore alla stanza, la
temperatura della stanza deve essere inferiore rispetto alla temperatura del
fluido che condensa (PER IL SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODI-
NAMICA IL CALORE PROCEDE SPONTANEAMENTE DAL CORPO
A TEMPERATURA PIU’ ALTA VERSO QUELLO A TEMPERATURA
PIU’ BASSA!) e, nel caso specifico sarà inferiore di ∆Tcond = 10◦ C (dato del
problema). Da questo ragionamento, si può determinare la temperatura del
punto 1:
T1 = TA + ∆Tcond = 20◦ C + 10◦ C = 30◦ C (3.1)
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Per l’evaporatore, il ragionamento è analogo, ma il calore viene ASSOR-
BITO dal fluido che evapora e quindi la temperatura del fluido refrigerante
deve essere minore della temperatura dell’ambiente esterno TE =5◦ C da cui
assorbe calore. Anche in questo caso, i dati del problema ci dicono che la
differenza di temperatura è ∆Tevap = 10◦ C. Quindi...
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