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Esercizi
L Q
∆T ∆T
Q + L̄ = ∆U = [J] . (1.1)
Sia calore che lavoro, se forniti ad un sistema, ne incrementano il contenuto in energia interna.
In termini specifici alla massa il primo principio della termodinamica diventa:
q + l¯ = ∆u = J/kg .
(1.2)
Da cui:
δL̄ = −pAdx = −pdV. (2.2)
Funzioni di stato
Calore e lavoro non sono funzioni di stato, infatti il loro valore dipende dal percorso seguito per raggiungere lo
stato finale partendo dallo stato iniziale (Fig. 3.1). L’energia interna e l’entalpia (vedi sotto) invece sono funzioni di
p
1
B
A
Figura 3.1: Due differenti trasformazioni che collegano due stati termodinamici. Il lavoro, è visibile come area sottesa alla curva ed è differente tra
le due trasformazioni.
Per conoscere calore e lavoro bisogna quindi conoscere il legame tra le variabili sensibili di stato (ad esempio il
legame tra pressione e volume), ovvero la natura della trasformazione termodinamica.
Si considera un sistema aperto contenente un fluido di massa m ed energia interna U (Fig. 4.1). Le pareti del siste-
ma sono indeformabili, ma possono essere attraversate dal calore. Inoltre un’opportuna palettatura può far scambiare
lavoro tra il sistema e l’ambiente esterno. Nel sistema entra una massa infinitesimale dm1 con energia interna U1 ed
esce una massa infinitesimale dm2 con energia interna U2 .
dm1
u1 Q
m
L
dm2
u2
Si può dunque scrivere il bilancio dell’energia come segue (trascurando i termini cinetici e potenziali):
2
I termini δQ + δL rappresentano lo scambio di energia attraverso la superficie del volume. I termini dm1 U1 − dm2 U2
rappresentano l’energia interna immessa ed emessa dal sistema aperto. I termini p1 V1 − p2 V2 rappresentano il lavoro
compiuto per introdurre ed estrarre il fluido. L’espressione precedente può essere semplificata scrivendo:
! !
p1 p2
mdu = δQ + δL + dm1 u1 + − dm2 u2 + . (4.2)
ρ1 ρ2
Nello studio degli impianti convertitori d’energia si considera quasi sempre di operare in regime stazionario. In
quest’evenienza la variazione di energia interna del volume di controllo è nulla (dU = 0) e non sussiste accumulo di
massa (dm1 = dm2 = dm = cost.). L’equazione di bilancio dell’energia, ovvero il primo principio della termodinamica
per sistemi aperti, diventa quindi:
δQ + δL = dm (h2 − h1 ) = dmdh, (4.5)
che una volta integrato vale :
Q + L = H2 − H1 . (4.6)
In termini specifici rispetto alla massa si scrive inoltre :
δq + δl = dh, (4.7)
dove δq = δQ/dm e δl = δL/dm sono rispettivamente il calore ed il lavoro per unità di massa. La stessa equazione
integrata risulta:
q + l = h2 − h1 . (4.8)
Si tratta di un gas lontano dalle proprie condizioni critiche, per il quale vale l’equazione di stato:
pV = mRT, (5.1)
Esercizio 1
Si considera un contenitore indeformabile e con pareti fisse di volume V = 0.2 m3 contenente azoto (cv =
0.742 kJ/ kgK ed R = 296.7 J/ kgK ) alla pressione p1 = 20 bar ed alla temperatura T 1 = 170 ◦ C. Il gas viene
raffreddato fino alla temperatura T 2 = 20 ◦ C. Calcolare la massa di azoto, il calore scambiato e la pressione finale p2 .
3
Svolgimento
Essendo il contenitore indeformabile e con pareti fisse si avrà dV = 0 e quindi L = 0. Di conseguenza per il primo
principio della termodinamica si avrà:
Q = ∆U = m∆u = cv (T 2 − T 1 ) m. (6.1)
passaggio è stato effettuato considerando che il gas è ideale. Con questa ipotesi si può scrivere: ∆u = du =
R
L’ultimo
cv dT = cv ∆T . Tramite l’equazione di stato dei gas perfetti si ricava la massa del sistema:
R
p1 V1
p1 V1 = mRT 1 → m = = 3.04 kg. (6.2)
RT 1
N.B.: La temperatura va utilizzata in kelvin e la pressione in pascal per uniformità con l’unità di misura della costante
dell’azoto R = 296.7 J/ kgK . Si può quindi ricavare il calore scambiato:
N.B.: il calore risulta negativo in quanto ceduto all’ambiente. La pressione finale è altresì ricavabile tramite l’equa-
zione di stato dei gas perfetti ricordando che V2 = V1 per la natura del contenitore:
mRT 2
p2 V2 = mRT 2 → p2 = = 13.22 · 105 Pa = 13.22 bar. (6.4)
V2
Esercizio 2
Dell’aria (c p = 1.005 kJ/ kgK ed R = 0.290 kJ/ kgK ) posta in un contenitore a pareti mobili (Fig. 7.1) si
trova alla pressione p1 = 285 kPa, alla temperatura T 1 = 190 ◦ C ed occupa un volume V1 = 0.01 m3 . L’aria viene
raffreddata mantenendo costante la pressione fino alla temperatura T 2 = 20 ◦ C. Calcolare la massa di aria, il calore ed
il lavoro scambiati e la variazione di energia interna.
Figura 7.1: Sistema chiuso nello stato iniziale 1 e nello stato finale 2.
Svolgimento
Per effettuare un raffreddamento a pressione costante è necessario ridurre contemporaneamente il volume del
sistema (Fig. 7.2), per questo motivo si genera anche uno scambio di lavoro. Si determina in primo luogo il calore
specifico a volume costante ricordando la relazione di Mayer:
2 1
Figura 7.2: Diagramma qualitativo pressione - volume della trasformazione del raffreddamente a pressione costante dell’esercizio 2.
Per conoscere dunque il valore delle grandezze sensibili di stato del punto finale si può scrivere:
p1 V1 = mRT 1
V1 T 1
= → V2 = 0.0633 m3 .
→ (7.5)
p2 V2 = mRT 2
V2 T 2
Esercizio 3
Un gas perfetto (c p = 0.992 kJ/ kgK ed R = 0.287 kJ/ kgK ) viene compresso tramite una trasformazione
isoterma reversibile in un contenitore chiuso a pareti mobili (Fig. 7.1). Il gas all’inizio della compressione si trova
alla pressione p1 = 1 bar e alla temperatura T 1 = 18 ◦ C = 291 K. La pressione finale vale p2 = 15 bar. Determinare
calore, lavoro e variazione dell’energia interna associati alla trasformazione di compressione.
Il gas cosí compresso poi espande in maniera adiabatica reversibile fino alla pressione p3 = 1 bar. Determinare
calore, lavoro e variazione dell’energia interna associati alla trasformazione di espansione.
Svolgimento
Si inizizia l’esercizio rappresentando in maniera qualitativa le trasformazioni in esame su un piano termodinamico
(Fig. 8.1)
Si inizia considerando la fase di compressione. L’equazione di stato dei gas perfetti in termini specifici alla massa
si scrive:
pv = RT. (8.1)
Si ricorda inoltre che per un sistema chiuso il lavoro vale:
Z 2
l¯12 = − pdv. (8.2)
1
5
p 2 p2
p1
3 1
Figura 8.1: Diagramma qualitativo pressione - volume della trasformazione del raffreddamente a pressione costante dell’esercizio 3.
∆u = cv ∆T = 0. (8.5)
Nello studio dell’espansione adiabatica reversibile si ricorda che il legame tra le variabili sensibili di stato vale
(politropica con esponente m = k):
p = ρRT → T = A0 ρk−1
p = Aρ →
k
.
(8.7)
ρ = p → T = A”p k−1
k
RT
Questa è l’espressione più utile e lineare da utilizzare facendo esercizi ed in sede d’esame per evitare errori. La
si può applicare ricavando:
! k−1
p3 k
T3 = T2 = 132 K. (8.10)
p2
Risulta quindi:
l¯23 = ∆u23 = cv (T 3 − T 2 ) = −111.1 kJ/kg. (8.11)
Nel proseguio si ricaverà un’espressione puramente equivalente e sviluppata solamente a fini didattici:
R R
= k − 1 → cv = . (8.13)
cv k−1
Al medesimo risultato è possibile giungere scrivendo:
Z 3
l23 = − pdv, (8.14)
2
e ricordando che:
1 1
pvk = A → v = A∗ p− k → dv = A∗ p− k −1 dp. (8.15)
Esercizio 4
Una massa M = 300 g di aria (c p = 1.005 kJ/ kgK e cv = 0.718 kJ/ kgK ) posta in un contenitore a pareti mobili
(Fig. 7.1) si trova alla pressione p1 = 140 kPa ed occupa un volume V1 = 0.16 m3 . L’aria viene compressa seguendo
una trasformazione politropica reversibile di esponente m = 1.25 fino alla pressione p2 = 1400 kPa. Calcolare il
lavoro di compressione, il calore e la variazione di energia interna.
Svolgimento
Il lavoro si scrive come:
p2 ! m−1
m
L̄ = ∆U − Q = M (cv − c) (T 2 − T 1 ) = M (cv − c) T 1 − 1 =
p1
m−1 m−1 (9.1)
cv − c p2 ! m !
p1 V1 p2 m
= p1 V1 − 1 =
− 1 = 52.4 kJ.
R p1 m − 1 p1
Si scrive poi: p 1 V1
T 1 = MR
p1 V1
→ T1 = = 260 K,
(9.2)
R = c p − cv
M(c p − cv )
! m−1
p2 m
T2 = T1 = 412 K. (9.3)
p1
Di consequenza è possibile calcolare:
∆U = Mcv (T 2 − T 1 ) = 32.7 kJ. (9.4)
Infine:
Q = ∆U − L = −19.7 kJ. (9.5)