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Appunti dei corsi di Idraulica 1 e Idrodinamica 1

Lezione 20
PERDITE CONCENTRATE DI CARICO
DOVUTE A UN BRUSCO ALLARGAMENTO
(PERDITE DI BORDA)
In un impianto è possibile che sia presente il passaggio da un diametro D1 a uno D2 maggiore.
Localmente il moto non è più unidirezionale, generandosi significative componenti di velocità
ortogonali all’asse della condotta. Ciò fa si che localmente il moto del fluido non possa essere
analizzato con le equazioni delle correnti.

Da un punto di vista qualitativo, uno schizzo del campo di moto è riportato nella figura.

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LEZIONE 20 (Novembre 2007)
Perdite concentrate di carico dovute a un brusco allargamento
(perdite di Borda)

Per legare le caratteristiche della corrente immediatamente a monte dell’allargamento con quelle
della corrente a valle è possibile utilizzare il principio della quantità di moto in forma integrale
(LEZIONE 14). Sottolineamo che il moto riprende le caratteristiche di una corrente a una distanza
dall’allargamento dell’ordine di qualche diametro.
Applichiamo dunque il principio della quantità di moto al volume di riferimento tratteggiato in
figura e delimitato dalla sezione , immediatamente a valle dell’allargamento, e dalla sezione  a
una distanza L tale che il moto abbia ripreso le caratteristiche di una corrente. Proiettiamo
l’equazione lungo direzione s
I s + M us − M is = G s + Π s

Supposto il moto stazionario, I e quindi I s risultano nulli. Sia Ω1 = π D12 4 e Ω 2 = π D22 4 .

Denotando con Q la portata defluente nell’impianto, si ha

M us = ρ QU 2 = ρ Ω 2U 22

M is = ρ QU 1 = ρ Ω 1U 12

Ricordiamo infatti che per il principio di conservazione della massa impone


Ω1U 1 = Ω 2U 2 = Q = costante
E’ facile verificare che
z 2 − z1
G s = −γ Ω 2 L sen α = −γ Ω 2 L = γ Ω 2 ( z1 − z 2 )
L
essendo z1 e z 2 le quote dei baricentri delle sezioni di ingresso e di uscita del fluido.

Rimane da quantificare Π s . Sulla sezione  possiamo assumere che la distribuzione di pressione


sia idrostatica in quanto parte della sezione è occupata dalla corrente in arrivo e parte da fluido
praticamente fermo. Anche sulla sezione  è possibile assumere che la distribuzione di pressione
sia pari a quella idrostatica. Trascurando le tensioni tangenziali sulla superficie laterale in
considerazione del valore modesto di L , si ha
Π s = p1Ω 2 − p 2 Ω 2

essendo p1 e p 2 le pressioni sui baricentri delle sezioni di ingresso e di uscita del fluido.

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LEZIONE 20 (Novembre 2007)
Perdite concentrate di carico dovute a un brusco allargamento
(perdite di Borda)

Si ottiene dunque
ρ Ω 2U 22 − ρ Ω1U 12 = γ Ω 2 ( z1 − z 2 ) + p1Ω 2 − p 2 Ω 2
e dividendo per γ Ω 2

p1 p2 U 22 Ω 1 U 12
z1 + − z2 − = h1 − h 2 = −
γ1 γ2 g Ω2 g

Utilizzando quindi la relazione Ω1U 1 = U 2 Ω 2 si può ottenere

U 22  Ω 2  U 12  Ω 12 Ω 1 
h1 − h2 = 1 − =  − 
g  Ω1  g  Ω 22 Ω 2 

Essendo Ω 2 > Ω1 , la relazione precedente mostra che h2 > h1 : il carico piezometrico a valle del
restringimento è maggiore di quello a monte.
Ricaviamo ora il valore di H 1 − H 2 . Si ha

2
U2 U2 U 2Ω 2 U 2 U 2  2Ω 2 Ω 22  U 22  Ω2 
H 1 − H 2 = h1 + 1 − h2 − 2 = h1 − h2 + 2 22 − 2 = 2  2 − + − 1= 1 − 
2g 2g 2 gΩ 1 2g 2g  Ω1 Ω 12  2g  Ω1 

L’equazione precedente mostra che H 1 > H 2 , cioè passando attraverso l’allargamento il fluido
dissipa dell’energia e l’ammontare dell’energia dissipata è pari a
2
U 22  Ω 2 
∆H c = 1 − 
2 g  Ω1 

Tale dissipazione di energia può essere anche quantificata rispetto al carico cinetico di monte
2
U2  Ω1 
∆H c = 1  − 1
2g Ω2 
Quest’ultima relazione mostra che quando una condotta sfocia in un serbatoio, la corrente in arrivo
dissipa tutta la sua energia cinetica. Infatti lo sbocco di una condotta in un serbatoio può essere
pensato come un brusco allargamento con Ω1 Ω 2 tendente a zero.
Segue
U 12
∆H c =
2g

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