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Capitolo 17.

I conduttori carichi

RISPOSTE AI FERMATI A PENSARE DELLA TEORIA

 1. L’equilibrio elettrostatico dei conduttori


pag. 232
Una carica puntiforme Q è posta al centro di un guscio conduttore scarico di forma sferica. Rispondi alla
domanda basandoti sul teorema di Gauss.
 All’equilibrio elettrostatico il guscio ha un campo elettrico nullo entro il proprio spessore: quali sono
le cariche sulle due superfici, interna ed esterna, del guscio?
Risposta
 Una superficie sferica  con centro su Q e contenuta nello spessore del guscio, dove il campo elettrico

LI
è nullo, deve racchiudere una carica totale Qtot uguale a zero. Poiché Qtot è la somma di Q e della
carica Qint distribuita sulla superficie interna del guscio, vale l’uguaglianza Qint  Q . D’altra parte,
EL
poiché il conduttore è scarico, la carica distribuita sulla sua superficie esterna è Qext  Qint  Q .

 2. L’equilibrio elettrostatico di due sfere conduttrici collegate


CH
pag. 238
Su quale delle due sfere, all’equilibrio finale, il campo elettrico è più intenso?
Risposta
NI

Per il teorema di Coulomb, il campo elettrico è più intenso sulla superficie con densità di carica
maggiore, cioè su quella della sfera di raggio minore.
ZA

 3. La capacità elettrostatica
pag. 241
Due condensatori hanno la stessa carica, ma tra le armature del primo la differenza di potenziale è
maggiore che tra quelle del secondo.
 Quale dei due ha la capacità maggiore?
Risposta
Il secondo, perché il rapporto Q V che definisce la capacità è maggiore, a parità di carica Q, se la
differenza di potenziale V è minore.

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 4. Il condensatore piano
pag. 245
Un condensatore piano ad armature quadrate ha capacità C.
 Qual è la capacità di un condensatore fatto allo stesso modo, le cui armature, però, hanno lato e
distanza dimezzati?
Risposta
La capacità C del condensatore descritto è direttamente proporzionale al quadrato del lato e inversamente
proporzionale alla reciproca distanza delle armature. Un condensatore fatto allo stesso modo, ma con lato
e distanza dimezzati, ha capacità
2
1 C
C      2C  
2 2
pag. 247
La formula [11] vale quando l’effetto della gravità sulle particelle in moto è trascurabile.

LI
Ora considera un condensatore come quello della figura precedente, con le armature parallele al terreno e
con l’elettrodo negativo posto in basso. Un elettrone viene iniettato all’interno del condensatore con
EL
velocità iniziale orizzontale e la sua traiettoria risulta incurvata verso l’alto.
 Generalizza la formula [11] in modo da tenere conto anche dell’effetto della forza-peso e scrivi anche
la formula che descrive il modulo di a .
CH
Risposta

 qE  qE
a  g; a  g
m m
NI

 5. Condensatori in serie e in parallelo


pag. 251
ZA

Considera due condensatori di capacità C1 e C2 collegati in serie.


 La loro capacità equivalente è maggiore o minore di C1 e di C2 ?
 Qual è la capacità equivalente dei due condensatori se C1  C2  C ?
Risposta
C1C2
 La capacità equivalente Ceq  dei due condensatori in serie è minore di C1 perché è il
C1  C2
C2
prodotto di C1 per il fattore , che è minore di 1 (perché C1 e C2 sono quantità positive);
C1  C2
C1
analogamente, è minore di C2 perché è il prodotto di C2 per il fattore , minore di 1.
C1  C2
C2 C
 Ceq  
2C 2

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TEST

 L’equilibrio elettrostatico di un conduttore


1 D
2 D
3 B
4 A
5 B
6 D
7 C

 La capacità di un conduttore

LI
8 C
9 C
10 B
EL
 I condensatori
CH
11 B
12 B
13 AeC
NI

14 AeC
15 C
16 D
ZA

17 D
18 A
19 B
20 A
21 D
22 D
23 B

PROBLEMI

 1. L’equilibrio elettrostatico dei conduttori


1 Quando viene estratta, la pallina è scarica perché tutta la carica si è spostata sulla superficie esterna
del barattolo metallico. Quando la pallina e il barattolo sono in contatto, formano un singolo
conduttore e la carica si distribuisce sulla superficie esterna.

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Q  S  4r 3   8, 4 109 C/m 2  4  0,30 m   9,5 nC


2
2

3 Traduzione
Un cilindro metallico isolato di raggio di base pari a 1,0 cm e altezza 30 cm è elettrizzato con una
carica di 6,8 nC.
 Calcola la densità superficiale di carica.
Risoluzione
La superficie totale del cilindro è
S  2r 2  2rh  2r  r  h   2 1, 0  102 m  31 102 m   1,95  102 m 2
perciò risulta
Q 6,8 109 C
   3,5 107 C/m 2

LI
2
S 1,95 10 m 2

4 Il lavoro è nullo perché lo spostamento avviene su una superficie equipotenziale.

5 I valori del potenziale nel nuovo riferimento sono


EL
VB  VBA  300 V  120 V  180 V
CH
VT  VTA  0 V  120 V  120 V

6 In ogni punto il vettore campo elettrico è perpendicolare alla superficie della sfera e, poiché la

NI

densità di carica è positiva, il verso di E è uscente dalla superficie della sfera.


Il suo modulo vale
 1, 77  109 C/m 2
ZA

E   200 N/C
0 8,854  1012 C2 / (N  m 2 )

7 Il potenziale all’interno della sfera è uguale a quello sulla sua superficie, che risulta
Q  9 N  m  5, 77  10
2 8
C
V ( R )  k0   8,99  10 2   2,18  103 V
R  C  0, 238 m

8 Il campo elettrico è
V 3V
E  3
 1,5  103 N/C
d 2, 00 10 m
mentre la densità di carica vale
  E  0  1,5  103 N/C  8,854  10 12 C 2 / (N  m 2 )   1,3  108 C/m 2

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9  All’interno di un conduttore in equilibrio elettrostatico il campo elettrico è nullo. Quindi il


campo all’interno della sfera più piccola è nullo, essendo la somma di due campi nulli.
 Anche il campo nello spessore della sfera più grande è nullo.
 Considero una superficie gaussiana Ω tutta contenuta

nella parte solida della sfera. Su Ω il
campo elettrico è nullo, quindi anche il flusso di E attraverso Ω è nullo. Per il teorema di Gauss
si ha Q  q  0 , da cui q  Q.
 Poiché all’inizio la sfera è elettricamente neutra, la carica presente all’esterno deve valere Q .

Q Q
10 1  2  21 
4R12 4R22
2
 R2  1 R2 2
    

LI
 R1  2 R1 2

11  La densità di carica superficiale vale


2 
Q2

Q2
 16
Q2
EL
4R22 R 
2
4R12
4  1 
CH
 4
Essendo 2  20 1 , si ottiene
Q2 Q Q1 4
16  20 1 2  
4R12
4R1 Q2 5
NI

 A questo punto vale la relazione


9 9
ZA

Q Q1
Q2 Q2  Q1 4 1 4
2     16 
4R22 4R22 4R22 4R12
1 1
Q1  R12 2    2,5  102 m   2, 0  107 C/m 2   4, 4  1011 C
2

9 9

12 PROBLEMA SVOLTO

13  La densità di carica è negativa perché il campo elettrico è diretto verso il suolo e vale
   E  0   150 N/C   8,854  1012 C 2 / (N  m 2 )   1,33  109 C/m 2

 La carica totale è
Q  4RT2   1,33 109 C/m 2  4  6,378 106 m   6,80 105 C
2

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14  La densità di carica superficiale sulla sfera vale


  E  0   500 N/C   8,854  10 12 C 2 / (N  m 2 )   4, 4  109 C/m 2
Quindi la carica totale in modulo è
Q  4R 2   4, 4 109 C/m 2  4  0, 035 m   6,8 1011 C
2

 Poiché vale
V  V  R   V  R  d   Ed
il potenziale sulla superficie è
V  R   Ed  V  R  d    500 V/m  0, 0010 m   10 V  10,5 V  11 V

15 La densità di carica superficiale massima è


Qmax 7, 6 108 C

LI
 max    2, 7 107 C/m 2
4R 4  0,15 m 
2 2

La sfera può considerarsi nel vuoto, dato che per l’aria  r  1, 00056 .
Allora il campo elettrico massimo vale
EL
max 2, 7 107 C/m 2
Emax    3, 0 104 N/C
CH
12
0 8,854 10 C / (N  m )
2 2

16 La carica totale sulla sfera è


Q  S  4r 2   4  0,1m   6, 2 108 C/m 2   7,8 109 C
2
NI

Alla distanza r1  12 cm dal centro della sfera ci si trova nel mezzo, perciò il potenziale elettrico è

k0 Q  8,99 10 N  m C   7,8 10 C 


9 2 2 9
ZA

V1    2,9 102 V
 r r1 2, 0 0,12 m
Alla distanza r2  5 cm dal centro della sfera ci si trova dentro la sfera, quindi il potenziale elettrico
è uguale a quello sulla superficie:
k0 Q  8,99 10 N  m C   7,8 10 C 
9 2 2 9

V2    3,5 102 V
 r r2 2, 0 0,1 m

17  Sulla superficie della sfera il potenziale elettrico è


Q Q
V  k0  k0 2 R  ER  1,5  103 V/m   0,14 m   210 V
R R

 Q
VR

 210 V  0,14 m   3,3nC
k0 8,99 109 N  m 2 C2

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Q 7, 7 109 C
18  r2    5,8 102 m
40V 4  8,854 1012 C2 / (N  m 2 ) 1, 2 103 V 

1 Q 7, 7 109 C
 V  P    4, 6 102 V
40 r 4  8,854 10 C / (N  m ) 15 10 m 
12 2 2 2

 V T   1, 2 103 V
perché T è un punto del conduttore carico.
 V  O   1, 2 103 V

19  La carica totale presente sulla sfera (di raggio R ) è


Q  4R 2  4  7, 08 107 C/m 2   0,100 m   8,90 108 C
2

Di conseguenza il potenziale elettrico nei punti della sfera vale

LI
Q  N  m 2  8,90  108 C
Vs  k0   8,99  109   8, 00  103 V
R  C 2  0,100 m EL
 Il valore del potenziale è quello calcolato sopra per 0  r  R . Per r  R si ha
Q QR R
V ( r )  k0  k0  Vs
CH
r R r r
Quindi il grafico richiesto è:
NI
ZA

20  Il raggio della sfera è 5, 0 102 m .


 La carica in eccesso sulla sfera è
Er 2  9, 0 10 V/m  2,5 10 m 
3 4 2

Q   2,5 nC
k0 8,99 109 N  m 2 / C2

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21  I raggi delle due sfere si individuano sul grafico, essendo i punti in cui il campo elettrico
presenta una discontinuità: R1 = 25,0 cm e R2 = 40,0 cm.
 Dal grafico si nota che per r = R2 il campo elettrico totale generato dalle sue sfere si annulla,
quindi la sfera esterna deve avere una carica di modulo uguale a quella interna, ma di segno
opposto: Q1  6,0 107 C .
Usando il valore del campo elettrico per r = 30,0 cm si ricava:
Q1 6, 0  107 C
 r  k0   8,99  10 9
N  m 2
/ C 2
  4,3
Er 2  14, 0 103 N/C   0,30 m 2
22  La superficie interna del guscio ha carica 7, 00 108 C e quella esterna 7, 00 108 C .
 Per 0  r  R1 il flusso del campo elettrico è dato da   4r 2 E ma, per il teorema di Gauss, si
Qtot Q 1 Q
ha anche    . Quindi si ha E  .

LI
0 0 40 r 2
Poiché all’interno della sfera di raggio R1 la carica è nulla, si ottiene che anche il campo elettrico
EL
risulta nullo in questa regione di spazio: E = 0 N/C.
1 Q
In modo analogo, per R1  r  R2,int si ottiene E  .
40 r 2
CH
Pertanto, per r = R1 si ha
1 Q  9 N  m  7, 00  10
2 8
C
E   8,99  10   6,99  105 N/C
4 0 R1 
2
C   3, 00  10 m 
2  2 2
NI

e per r = R2,int
1 Q  9 N  m  7, 00  10
2 8
C
E   8,99  10   1, 75  105 N/C
ZA

4 0 R2,int 
2
C   6, 00  10 m 
2  2 2

Per R2,int  r  R2,est , la carica totale all’interno del guscio sferico è Qtot   Q    Q   0 . Di
conseguenza si ha E = 0 N/C.
Per r  R2,est , poiché la carica totale è Q, si ottiene:
1 Q
E
4o r 2
Allora per r = R2,est si ha
1 Q  9 N  m  7, 00  10
2 8
C
E   8,99  10   9,83  104 N/C
4 0 R2,est 
2
C   8, 00  10 m 
2  2 2

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 Il grafico del campo elettrico E in funzione di r è:

23  La superficie interna del guscio ha carica q  8, 00 107 C , quella esterna ha carica

LI
q  8, 00 107 C  12, 0 107 C  20, 0 107 C  2, 00 106 C
 Per 0  r  R1 il flusso del campo elettrico è dato da   4r 2 E ma, per il teorema di Gauss,
EL
Qtot Q
vale anche    . Uguagliano le due espressioni si ottiene:
0 0
CH
1 Q
E
40 r 2
Poiché all’interno della sfera di raggio R1 la carica è nulla, si ottiene che anche il campo elettrico
è nullo in questa regione: E = 0 N/C.
NI

In modo analogo, per R1  r  R2,int , cioè regione di spazio tra le due sfere, si ottiene:
1 Q
E
ZA

40 r 2
Allora per r = R1 si ha
1 Q1  9 N  m  8, 00  10
2 7
C
E   8,99  10   1,80  107 N/C
4 0 R1 
2
C   2, 00  102 m 
2 2

e per r = R2,int, si ha
1 Q1  9 N  m  8, 00  10
2 7
C
E   8,99  10   2,88  106 N/C
4 o R2,int 
2
C   5, 00  10 m 
2 2 2

Per R2,int  r  R2,est , la carica totale all’interno del guscio sferico è nulla di conseguenza
E = 0 N/C e la carica sulla superficie interna del guscio deve essere Qi  Q  8,00 107 C.

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Per r  R2,est poiché la carica totale è Qtot  Q1  Q2  2, 0 106 C , si ottiene:


1 Qtot
E
40 r 2
Quindi, per r = R2,est si ha
1 Qtot  9 N  m  2, 00  10
2 6
C
E   8,99  10   4, 26  106 N/C
4 0 R2,est 
2
C   6,50  10 m 
2  2 2

 Il grafico del campo elettrico E in funzione di r è:

LI
EL
CH

24 La densità di carica superficiale della sfera è


Q 0,50 109 C
NI

   5,8859  1010 C/m 2


4R 4  2, 6 10 m 
2 1 2

Un foro si può approssimare come una carica puntiforme di valore pari a


ZA

q  r 2    5,8859 1010 C/m 2    0, 0015 m   4,1605 1015 C


2

Questa carica genera un campo elettrico che nel centro della sfera vale, in modulo,
q 4,16 1015 C
E  k0   8,99 109 N  m 2 / C2   5,5 104 N/C
 2, 6 10 m
2 2
R 1

La direzione è quella della retta passante per i centri della sfera e del foro e il verso va dal centro
della sfera al centro del foro.
Il campo elettrico totale nel centro della sfera è la somma dei campi generati dalle due cariche
puntiformi e la direzione forma un angolo di 45° con gli assi x e y.
Il modulo totale è:
Etot  E 2  7,8 104 N/C

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25  La densità di carica superficiale sulla bolla è

   0 E   8,854  1012 C 2 / (N  m 2 ) 1,1 104 N/C   9, 735  108 C/m 2


Quindi la carica sulla superficie è
q  4R22   4  0, 010 m   9, 735 108 C/m 2   1, 22 1010 C
2

 Il campo elettrico Eest applicato dall’esterno deve esercitare una forza sulla bolla tale da
bilanciare la forza-peso.
La massa della bolla è
m  V
dove V il volume della bolla, dato da
4
V    R23   R2  d    7, 495  108 m 3
3

3  

LI
Quindi:
m  1,1 103 kg/m 3  7, 495  108 m 3   8, 244  105 kg EL
Imponendo l’uguaglianza
mg  qEest
CH
otteniamo
mg  8, 244  10 kg  9,8 m/s 
5 2

Eest   10
 6, 6  106 V/m
q 1, 22  10 C
 Conoscendo il volume V di acqua saponata, si calcola il raggio della goccia sferica che si forma:
NI

3 3
r  3V
4
 3
 7, 495 10 8
m3 
4
 2, 6155 103 m
ZA

Il potenziale di questa goccia è


q 1, 22 1010 C
Vg    4, 2 102 V
40 r 4  8,854 1012 C2 / (N  m 2 )  2, 6155  103 m 

 2. L’equilibrio elettrostatico di due sfere conduttrici collegate


26 Inizialmente il campo elettrico nei punti immediatamente esterni alle superfici delle due sfere è lo
stesso, dato che le densità di carica superficiali sono uguali. Quando le due sfere vengono collegate
raggiungono l’equilibrio elettrostatico e le densità superficiali di carica finali sono inversamente
proporzionali ai rispettivi raggi. Quindi, il campo elettrico nelle vicinanze della sfera più piccola è
più intenso.

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27 All’equilibrio valgono le seguenti formule per le cariche sulle due sfere:


 Qr1
q1  r  r
 1 2

q  Qr2
 2 r1  r2
dove Q  q1  q2 è la carica iniziale sulla prima sfera.
Sostituendo i valori numerici si ottiene:

q1 
Qr1

 4, 60 1010 C  3,80 102 m 
 1,94 1010 C
r1  r2  3,80 10  5, 20 10  m
2 2

q1 
Qr1

 4, 60 1010 C  5, 20 102 m 
 2, 66 1010 C
r1  r2  3,80 10  5, 20 10  m
2 2

LI
28 All’equilibrio valgono le seguenti formule per le densità superficiali di cariche sulle due sfere:
EL
 q1
1  4r 2
 1

  q2
CH
 2 4r22
dove q1 e q2 sono le cariche finali sulle due sfere, che si possono esprimere in funzione della carica
iniziale della prima sfera Q:
NI

 Qr1
q1  r  r
 1 2

q  Qr
ZA

2
 2 r1  r2
Combinando le equazioni e sostituendo i valori numerici, si ottiene:
q1 Q 1, 75 109 C
1     7,82  108 C/m 2
4r12
4r1  r1  r2  4  2, 62 10 m   2, 62  4,18  10 m
2 2

q1 Q 1, 75  109 C
2     4,90 108 C/m 2
4r22 4r2  r1  r2  4  4,18 102 m   2, 62  4,18  102 m

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Capitolo 17. I conduttori carichi

29 Dall’espressione della densità di carica finale in funzione della carica iniziale e dei raggi delle due
sfere si ottiene la formula che fornisce il raggio:
Q
1  
4r1  r1  r2 
Q 8, 78 1010 C
r1    0, 0270 m  2, 70 cm
4  r1  r2  1  C 
4  7, 40 10 m   3,50 10
2 8

 m2 
Q
2  
4r2  r1  r2 
Q 8, 78 1010 C
r2    0, 0470 m  4, 70 cm
4  r1  r2  2  C 
4  7, 40 10 m   2, 0110
2 8

 m2 

LI
30  Quando le sfere sono collegate, la densità superficiale di carica e il raggio della sfera sono
inversamente proporzionali. Il raggio della sfera B è EL

rB  rA A  2,8 cm
B
 I potenziali delle due sfere sono:
CH
4rA2  A rA A 1, 2 cm   4, 2 10 C/m 
10 2
QA
VA      0,57 V
40 rA 40 rA 0 8,854 1012 C2 / (N  m 2 )

4rB2  B rB  B  2,8 cm  1,8 10 C/m 


10 2
QB
NI

VB      0,57 V
4 0 rB 40 rB 0 8,854 1012 C2 / (N  m 2 )
ZA

31  Dal principio di conservazione della carica elettrica deduciamo che la somma delle cariche finali
q1  , q2  e q3  deve essere uguale alla somma delle cariche iniziali: q1   q2   q3   q1  q2  q3 .
Inoltre, all’equilibrio elettrostatico le tre sfere hanno lo stesso potenziale elettrico, quindi
q1  q2  q1  q3 
 , 
r1 r2 r1 r3
Mettendo a sistema le tre equazioni, si ottiene
r1 3, 4 cm
q1    q1  q2  q3    4, 2 nC   6, 0 1010 C
r1  r2  r3 23,8 cm
r2 7, 6 cm
q2    q1  q2  q3    4, 2 nC   1,3 109 C
r1  r2  r3 23,8 cm
r3 12,8 cm
q3    q1  q2  q3    4, 2 nC   2,3 109 C
r1  r2  r3 23,8 cm

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Capitolo 17. I conduttori carichi

 Il potenziale elettrico di ciascuna sfera è

q1  6, 0  1010 C
V  k0   8,99  109 N  m 2 C 2   1, 6  102 V
r1  0, 034 m 

32  Scegliamo come incognita la carica finale q1 sulla sfera di raggio r1. La carica finale sull’altra
sfera è q2  Q1  Q2  q1 .
 La condizione di equilibrio è
q1 Q  Q2  q1
k0  k0 1  q1r2   Q1  Q2  q1  r1
r1 r2
 L’equazione ottenuta ha come soluzione
r1 12, 0 cm
q1   Q1  Q2    3,80  8,15 109 C  1, 74 109 C

LI
r1  r2 (12, 0  18, 0) cm
La carica finale sull’altra sfera è EL
q2  Q1  Q2  q1   3,80  8,15  1, 74  109 C  2, 61109 C

33  Dal principio di conservazione della carica elettrica, deduciamo che la somma delle cariche
CH
finali Q1  e Q2  deve essere uguale alla somma delle cariche iniziali:
Q1   Q2   Q1  Q2
Inoltre, all’equilibrio elettrostatico le tre sfere hanno lo stesso potenziale elettrico, quindi
NI

Q1  Q2 

r1 r2
Mettendo a sistema le due equazioni, otteniamo
ZA

r 2, 70 cm
Q1   1  Q1  Q2    5, 20 nC   1,98 109 C
r1  r2 7,10 cm
r2 4, 40 cm
Q2    Q1  Q2    5, 20 nC   3, 22 109 C
r1  r2 7,10 cm
 All’inizio i potenziali elettrici delle due sfere sono
Q1 3, 00 109 C
V1  k0   8,99 109 N  m 2 C2   999 V
r1 0, 027 m
Q2 2, 20 109 C
V2  k0   8,99 109 N  m 2 C2   450 V
r2 0, 044 m

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Capitolo 17. I conduttori carichi

Alla fine, il potenziale elettrico di ciascuna sfera è


q1  6, 00 1010 C
Veq  k0   8,99 109 N  m 2 C2   659 V
r1 0, 034 m
Le variazioni sono
V1  Veq  V1  340 V, V2  Veq  V2  209 V

 3. La capacità elettrostatica
34 Sì, il rapporto tra la carica totale sulle due sfere e il loro potenziale elettrico è costante e pari a
C  40  r1  r2 

35 Traduzione
Raddoppiando la carica presente su un conduttore isolato, come varia il potenziale?

LI
Risoluzione
La capacità non varia perché il suo valore è costante per quel conduttore.
EL
36 La carica che possiamo accumulare sulla sfera triplica rispetto a quando la sfera è nel vuoto, dato
che la capacità aumenta di un fattore r.
CH
37  La capacità di una sfera conduttrice isolata nel vuoto è 40 R , quindi
C 1, 00 F
R   8,99  109 m
4 0 4  8,854  1012 C 2 / (N  m 2 ) 
NI

R 8,99 109 m
   1, 41103
RT 6,37 10 m
6
ZA

38  Q  CV  40 rV 
 4  8,854  10 12 C 2 / (N  m 2 )   0,10 m   3,5  102 V   3,9  109 C

Q 3,9 109 C
 N   2, 4 1010
e 1, 6 1019 C

Q 7, 2 106 C
39 V    2,5 103 V  2,5 kV
C 2,9 109 F

40 Q  CV   3, 0  109 F  15 V   45  109 C  45 nC

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Capitolo 17. I conduttori carichi

Q 8,80 106 C
41 C   7,33 108 F
V 120 V

42  Invertendo la formula [4] otteniamo


C 1, 0 1011 F
R   9, 0 cm
40 4  8,854 1012 F/m 

 Dalla formula [3] possiamo invece calcolare


Q  CV0  1, 0  10 11 F  3, 6  103 V   36 nC

 Il valore del potenziale elettrico è


1 Q 1 QR R 9, 0 cm
V   V0   3, 6  103 V   2, 0 kV
4 0 r 4 0 R r r 16 cm

LI
43 Il raggio della sfera è dato da:
C 6, 0  1012 F
R 
4 0 4  8,854 1012 F/m 
 0, 054 m  5, 4 cm
EL
Dalla definizione di capacità, si ricava
CH
Q  CV0   6, 0  10 12 F  2,8  103 V   1, 7  108 C
Infine, il potenziale elettrico alla distanza di 10 cm è
1 Q 1 QR R 5, 4 cm
V   V0   2,8  103 V   1,5  103 V  1,5 kV
NI

4 0 r 4 0 R r r 10 cm

44 La carica si deve conservare, quindi Q1,i  Q2,i  Q1, f  Q2, f . Una volta collegati, i due conduttori
ZA

Q1, f Q2, f
hanno lo stesso potenziale: 
C1 C2
Risolvendo il sistema di queste due equazioni, si ottiene
Q1,i  Q2,i Q1,i  Q2,i 2, 0  108 C  9, 0 108 C
Q1, f     1, 0 108 C
C 10 C1 1  10
1 2 1
C1 C1
Q1, f C2 Q1, f 10 C1 
Q2, f    10 Q1, f  10 1, 0  108 C   1, 0  107 C
C1 C1

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Capitolo 17. I conduttori carichi

 4. Il condensatore piano
S S l2
45  C     r 0   r 0 
d d d
 0,15 m 
2

  3,5   8,854 10 12


C / (N  m ) 
2 2
 2,3 109 F  2,3 nF
3, 0 104 m
Csfera 2,3  109 F
 Csfera  4 0 r  r    21 m
4 0 4  8,854  1012 C2 / (N  m 2 ) 

46 l S 
Cd

 6, 6 10 F 5, 0 10
9 4
m
 0,31 m  31cm
0r 8,854 10 12
C / (N  m )   4, 0 
2 2

LI
47  L’area delle armature del condensatore è
S  r 2   11, 0 102 m   3,80 102 m 2
2

quindi la capacità vale


EL
S 3,80 102 m 2
C  0   8,854 10 C / (N  m ) 
12 2 2
 135 pF
2,50 103 F
CH
d
 La densità di carica è
  E  0   8, 02  104 V/m  8,854  1012 C 2 / (N  m 2 )   7,10  107 C/m 2
NI

quindi la carica vale


Q  S   7,10  10 7 C/m 2  3,80  10 2 m 2   27, 0 nC

 Dalla definizione di capacità risulta


ZA

Q 27, 0 109 C
V    200 V
C 135 1012 F

48  La capacità in presenza del dielettrico diventa


C    r C   2,1135 pF   284 pF
cioè subisce un incremento di
C  284 pF 135 pF  149 pF
 La carica presente sulle armature è
Q  C V   284  10 12 F   200 V   56,8 nC
Quindi:
Q  56,8 nC  27, 0 nC  29,8 nC

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Capitolo 17. I conduttori carichi

49 All’inizio (primo passaggio) le cariche sono:


Q1  C1V1  10  10 9 F  120 V   1, 2 C

Q2  C2V2  1,3  10 7 F   50 V   6,5 C


Al secondo passaggio le capacità cambiano:
C1   r C1  35 nF
C2  2C2  260 nF
Quindi, le cariche diventano
Q1  C1 V1   r Q1  4, 2 C
Q2  C2V2  2Q2  13 C

50 Il massimo campo elettrico che l’isolante può sopportare è Emax . Quindi:

LI
V
 Emax
d EL
da cui si ottiene
V 6, 0 103 V
d   7, 23 104 m
Emax 8,3  10 V m
6
CH
Allora, la massima capacità raggiungibile è
S 2,9 103 m 2
C   0  r   8,854 10 F/m   45 
12
 1, 6 nF
d 7, 23 104 m
NI

51 Dall’espressione della capacità per un condensatore piano


S
C  0r
ZA

d
si ottiene la distanza tra le armature
  S  8,854 10 F/m  7,5  4,9 103 m 2 
12

d 0 r   4, 02 104 m
C 8,11010 F
La d.d.p. dipende dalla rigidità dielettrica secondo la formula:
V  dEmax
Sostituendo i valori numerici, si ottiene:
30 103 V
Vmax   4, 02 10 4
m 3
 12 103 V  12 kV
10 m

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Capitolo 17. I conduttori carichi

52  La capacità del condensatore è


 1, 00 102 m 
2
r 2
C  0   8,854 10 C / (N  m ) 
12 2 2
 2, 78 pF
D 1, 00 103 m
e la differenza di potenziale è
Q 8, 40 1010 C
V    3, 02 102 V
C 2, 78 1012 C/V

 0 r 2  5, 0 V  8,854 10 C /  N  m    1, 00  10 m   5, 0 V 


12 2 2 2 2

 D    16, 5 m  17 m
Q 8, 40 1010 C

S Q S
53  C  0  
d V V

LI
V 1, 0 103 V
  0   8,854 10 C / (N  m ) 
12 2 2
 4, 4 108 C/m 2
d 0, 20 m EL
 Indichiamo con x la direzione delle linee del campo elettrico. Il punto (x = 0) da cui la carica
parte dista d/2 = 10 cm dall’armatura.
L’accelerazione costante è diretta lungo l’asse x:
CH
F Eq qV
a  
m m md
Il tempo di impatto è dato da
NI

d 1 2 qV t 2
 at  
2 2 2md
md 2  2, 0 10 kg   0, 20 m   4,5 10
10 2
ZA

4
t  s
qV  4, 0 10 C 1, 0 10 V 
8 3

54 Dall’equazione della traiettoria parabolica che percorre l’elettrone attraversando le piastre del
condensatore si ottiene la distanza tra le armature. Quindi:
eV eV
2 
2l   d   2l   +
2 2
y 
2mv0 d 2mv0 y
2

1, 60 10 C   45 V 
19

 0, 050 m 
2
  0, 0102 m
2  9,1110 kg 1,8 10 m/s   3, 0 10 m
31 7 2 3

Il modulo del campo elettrico all’interno del condensatore è


V 45 V
E   4, 4 103 V/m
d 0, 0102 m

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Capitolo 17. I conduttori carichi

55 La coordinata y del punto in cui il fascio di elettroni esce dal condensatore è


eV
2 
2l 
2
y 
2mv0 d
Quindi, la differenza di potenziale applicata al condensatore è
2  9,11 1031 kg  0, 65  107 m/s   6, 0  103 m 
2
2mv02 d
V  y   2,9  10 3
m  1, 7 V
e  2l 
2
1, 60 10 19
C   0, 070 m 
2

S l2 l2
56 C  0  0  d  0
d d C
Il campo elettrico tra le piastre vale
V V C
E 
d  0l 2

LI
La forza sulla carica q vale
qV C
F  qE 
 0l 2
e l’accelerazione è
EL
F qV C  2, 0  108 C  10 V  1, 0  1012 F 
CH
a    7,5  103 m/s 2
m  0l 2 m  8,854  1012 C 2 / (N  m 2 )   0,1 m 2  3, 0  1010 kg 

57 La densità di carica sulle armature è


NI

Q 5, 60 109 C
  4
 9,33 107 C/m 2
S 60, 0 10 m
ZA

Quindi il campo elettrico all’interno del condensatore è


 9,33  107 C/m 2
E  12
 1, 05 105 V/m
 0 8,854 10 C / (N  m )
2 2

Per la conservazione dell’energia, risulta


d d 1
W  F  eE  me v02 
2 2 2

v0 
eEd

1, 6 10 19
C 1, 05  105 N/C  4, 00  102 m 
 2, 72  107 m/s
31
me 9,11 10 kg

58 Indichiamo con x la direzione del campo elettrico. L’accelerazione delle due particelle è costante e
diretta lungo x. Entrambe le particelle, prima di fermarsi, percorrono una distanza d/2, dove d la
distanza tra le armature.

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Capitolo 17. I conduttori carichi

L’accelerazione dell’elettrone è
qV
ae 
d me
Il tempo impiegato a raggiungere l’armatura è
d 2 me me
t d
qV qV
Per il protone, invece, si deve imporre
d 1 2
 ap t  v0t
2 2
Sostituendo t, si ottiene
d 1 qV d 2 me

2 2 d mp qV 1 qV  me 
v0   1   

LI
me 2 me  mp 
d
qV EL

1 1, 602 10 C   300 V   9,109  1031 kg 
19

1    3, 63  10 m/s
6

2 9,109  1031 kg  1, 673  10 27


kg 
CH
 5. Condensatori in serie e in parallelo
NI

59  In parallelo:
C  C1  C2  1, 60  2, 40  F  4, 00 F
 In serie:
ZA

C1 C2 1, 60  2, 40
C  F  0,960 F
C1  C2 4, 00

60 I condensatori C2 e C3 sono collegati in serie, quindi la capacità equivalente è


1 1 1 CC 200  300
   Ceq  2 3  pF  120 pF
Ceq C2 C3 C2  C3 200  300
Inoltre, C1 è in parallelo con Ceq, quindi la capacità equivalente del sistema è
Ceq  C1  Ceq   230  120  pF  350 pF

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Capitolo 17. I conduttori carichi

61 La carica su uno dei condensatori collegati in parallelo è


Q  C V   5, 0  10 8 F   50 V   2,5  10 6 C
Quindi il numero di condensatori necessari è
Qtot 20 106 C
n  8
Q 2,5 106 C

62 La capacità iniziale del condensatore è


S
C   0  1, 0 nF
d
Chiamiamo C1 e C2 le capacità dei due condensatori collegati in serie e derivanti dal condensatore
iniziale:
S  S
C1   0  r1  2 r1   0   2 r1C
d /2  d

LI
S  S
C2   0  r2  2 r2   0   2 r2C
d /2  d
La loro capacità equivalente è
EL
4 r1 r2C 2   4,9  3, 7
Ceq 
2   r1   r2  C
 2 r1 r2 C  2 1, 0  109 F   4, 2 nF
CH
 r1   r2 4,9  3, 7

63  La carica accumulata durante il processo di carica del primo condensatore è


Q  C V   6,50  10 9 F   400 V   2, 60  10 6 C
NI

La seconda capacità vale


2 2
C   C   6,50  109 F   2, 60  109 F
ZA

5 5
Dopo il collegamento, i due condensatori sono in parallelo e la carica Q si conserva:
Q 2, 60 106 C
Vf    285, 7 V  286 V
C  C  9,10 109 F
 Le cariche su ciascun condensatore valgono
QC f  C Vf   6,50  10 9 F   286 V   1,857  10 6 C  1,86  10 6 C

QC  f  Q  Qf   2, 60  1,857  106 C  7, 43 107 C

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Capitolo 17. I conduttori carichi

64  La capacità equivalente è
 C1  C2  C3  350  520  230
Ceq   pF  182 pF
C1  C2  C3 350  520  230
 La carica accumulata sulla capacità equivalente è
Q  Ceq V  182  10 12 F 1,50  103 V   273 nC
Questa è anche la carica sul condensatore C3, essendo questo in serie con Ceq, quindi:
Q 273 109 C
V3   12
 1,19 103 V
C3 230  10 F
V1  V2  1,500 kV 1,87 kV  313 V
Allora le cariche sono
Q1  C1V1   350  1012 F   313 V   110 nC

LI
Q2  C2 V2   520  1012 F   313 V   163 nC

65  La capacità equivalente è
EL
C1 C2
Ceq   C3  C4  1, 2  1, 6  3, 2  F  6, 0 F
C1  C2
CH
 Sui condensatori collegati in serie la carica è identica, quindi
Q2 12 105 C
V2    40 V
C2 3, 0 106 F
NI

Ne consegue che

VP  V2  40 V
ZA

perché una armatura è connessa al potenziale di terra. La carica sul condensatore 1 è uguale
a quella sul condensatore 2, quindi

Q1  Q2  12  10 5 C

Q1 12  105 C
V1    60 V
C1 2, 0  106 F
Ai capi del parallelo la tensione è

V4  V3  V1  V2  100 V


Quindi:

VA  100 V

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Capitolo 17. I conduttori carichi

 Le cariche sui singoli condensatori valgono


Q3  C3 V3  1, 6  10 6 F  100 V   1, 6  10 4 C

Q4  C4 V4   3, 2  106 F  100 V   3, 2  104 C

66 Il sistema di condensatori è equivalente al parallelo tra C12 (la serie di C1 e C2) e C34 (la serie di C3
e C4). Per i condensatori in serie, si ha: 1/ C12  1/ C1  1/ C2 , 1/ C34  1/ C3  1/ C4 .
Quindi:
CC
C12  1 2
C1  C2
C3 C4
C34 
C3  C4

LI
La carica del condensatore C34 è data da
q34  C34 V
La carica del condensatore C12 è data da
q
VA  VN  34 
C4
V
EL
C3 C3  C4
CH
q12 C2
VA  VM   V
C1 C1  C2
Sottraendo membro a membro, otteniamo
NI

 C4 C2 
VM  VN     V
 C3  C4 C1  C2 
Per avere VM  VN  0 V , deve valere
ZA

C2C3  2 nF  3 nF 
C1C4  C2C3  C4    6 nF
C1 1 nF

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Capitolo 17. I conduttori carichi

67 Q1 è la carica su C1 e Q2 è la carica su C2, quindi


Q
VA  VC  1
C1
Q2
VB  VC 
C2
La terra si considera a potenziale nullo, perciò
Q  Q2
VC  0 V  VC  1
C3
Sostituendo le prime due equazioni nella terza, si ottiene
C3VC  C1 VA  VC   C2 VB  VC  
C1VA  C2VB 1, 0 nF  20 V    2, 0 nF  80 V 
VC    30 V
C1  C2  C3 1, 0  2, 0  3, 0  nF

LI
68  La differenza di potenziale ai capi di C3 è V e si può calcolare considerando che i condensatori
EL
C1 e C2 sono uguali. Risulta:
Q1 Q2 Q1 5, 0 107 C
V  V1  V2   2 2  40 V
C1 C2 C1 25 109 F
CH
Q3  C3V  15  109 F   40 V   6, 0  10 7 C

 La capacità equivalente del sistema diventa


C1 C2 C1 25 109 F
Ceq  C12  C3   C3   4, 0 
NI

 C3   r  15 109 F  65 nF
C1  C2 2 2
La carica totale si divide tra la serie di C1 e C2 e C3, quindi vale
ZA

Qtot  Q3  Q1  6, 0  107 C  5, 0  107 C  1,1C


La differenza di potenziale ai capi del sistema è diventata
Qtot 1,1 106 C
V    17 V
Ceq 6,5  108 F
La differenza di potenziale ai capi di C1 è
V
V1   8,5 V
2

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Capitolo 17. I conduttori carichi

  C2  C3  C1 
  C x  C4
69 C  1
C  C2  C3  
12 F  Cx  6, 00 F   2, 40 F 
  C2  C3  C1  7, 2 F  Cx
  C x   C4
 C1  C2  C3 
10, 08 F
Cx   2,80 F
3, 60

 5. L’energia di un condensatore
70 No, però dato che le forze elettrostatiche sono conservative, il lavoro che fa passare il condensatore
dallo stato iniziale «scarico» allo stato finale «carico» non dipende dal procedimento seguito (come
nell’esempio citato), ma solo dallo stato iniziale e da quello finale.

71 Traduzione

LI
Un condensatore di capacità pari a 650 pF è caricato fino a ottenere una differenza di potenziale di
200 V fra le sue armature. EL
 Quanto lavoro è stato compiuto per caricarlo?
Risoluzione
Il lavoro è uguale all’energia immagazzinata:
CH
1 1
W  C V 2   650  1012 F  2, 00  102 V   1,30  105 J
2

2 2

1
NI

72  La densità volumica di energia nell’aria è w0   0 E 2 . Quindi:


2
W W 1,50 108 J
V0     4,38 103 m3
ZA

1 1
w0
2
0 E 2
2
8,854 1012 C2 / (N  m2 )  880 V/m  2

 Introducendo il dielettrico, a parità del campo elettrico, il volume diventa:


V0 4,38 103 m3
V   5, 48 105 m3
r 80

73  L’energia scaricata è uguale a quella accumulata, quindi:


2W 2  500 J 
V   3
 1,8257  10 V  1,83  10 V
3

C 300  106 F
 Q  C V   300  106 F 1,825  103 V   548  103 C

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Capitolo 17. I conduttori carichi

74 L’energia accumulata dal condensatore corrisponde al lavoro di carica:


1 1
WC  CV02   4, 00  106 F 1,50  103 V   4,50 J
2

2 2
La potenza erogata dal condensatore e trasferita al paziente in un intervallo di tempo
t  25  10 3 s è data da:
W 4,50 J
P C   180 W
t 25  103 s

75  L’energia totale che viene erogata dal condensatore durante 1,0 min è
WC  Pt   40 J/s  60 s   2, 4 kJ
Quindi, la differenza di potenziale tra le armature è

2WC 2  2, 4  103 J 
V    1,9 kV

LI
C 1,3  103 F
La carica totale accumulata è
Q  CV  1,3  103 F 1,9  103 V   2,5 C
EL
76  La carica totale accumulata sulle armature vale
CH
Q  C0V
e resta invariata quando il condensatore viene scollegato dalla batteria. Quando il dielettrico è
completamente inserito, la capacità diventa  r C0 .
NI

Quindi, per la convenzione della carica, si ha


C0V   r C0V 
Quindi:
ZA

V 12 V
V    3, 4 V
r 3,5
V  V  V   8, 6 V
 Il campo elettrico all’interno del condensatore alla fine vale
V 3, 4 V
E   1,13 kV/m
d 3, 0 103 m
Quindi, la densità volumica di energia è
1 1
wE   0  r E 2   8,854  1012 C 2 / (N  m 2 )   3,5  1,13  103 N/C   2, 0  105 J/m 3
2

2 2

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Capitolo 17. I conduttori carichi

77  La capacità del condensatore vale


 5 102 m 
2
l2
C  0   8,85 10 C / (N  m ) 
12 2 2
 3 pF
d 8  103 m
Quindi, dopo 3 min la carica accumulata è
Q  CV  ktC   40 V/s 180 s   3  1012 C/V   2  10 8 C

 Poiché
1 1
WC  CV 2  C  kt 
2

2 2
si ricava
2WC 2  0,9 J 
t   2 104 s
Ck 2  3 10 12
F   40 V/s 
2

LI
78 PROBLEMA SVOLTO

79
EL
Per una carica puntiforme, il modulo del campo elettrico è dato da: E 
1 Q
da cui è
4 0  r r 2
possibile ricavare Q conoscendo il valore di E. Il valore di E si ricava dall’espressione della densità
CH
volumica di carica:
1 2WE 2  1, 02 103 J/m3
WE   0  r E 2  E    9, 60 103 N/C
2 0 r 8,854 10 F/m   2,50
12
NI

Quindi:
Q  Er 2 4 0  r   9, 60 103 N/C 18, 7  102 m  4  8,854  1012 F/m   2,50  9,34 108 C
2
ZA

80 PROBLEMA SVOLTO

81 Indichiamo con C0 la capacità iniziale del condensatore e con C quella a distanza doppia delle
armature.
S 1
La relazione tra la capacità iniziale e finale è C   0  C0 .
2d 2
Quindi le energie immagazzinate all’inizio e alla fine del processo sono rispettivamente
1 Q2
W0 
2 C0
1 Q2 1 Q2 Q2
W    2W
2 C 2 C0 C0
2

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Capitolo 17. I conduttori carichi

Il condensatore è isolato, perciò la carica immagazzinata non può cambiare.


Il lavoro compiuto è
W  W0  2W0  W0  W0

PROBLEMI DI RIEPILOGO

82 La particella è sottoposta alla forza elettrica, che ha modulo F = qE ed è parallela alla distanza fra le
armature.
Dal secondo principio della dinamica, tenendo conto che
d 1 2 d
 at  a  2
2 2 t
ricaviamo il tempo che impiega la particella carica per percorrere la distanza d/2 sotto l’azione del
campo elettrico:

LI
10 10 m  1, 0 10 kg   1, 0 10
2 2 6
d dm d 2m 1
qE  ma  m 2  t   s
t qE qV 1, 0 10 C  1, 0 V 
EL 6

In verticale la particella scende per un tratto pari a

 9,8 m/s 1, 0 10 s 


2 1 2
1
h  gt 2   4,9 102 m  4,9 cm
CH
2 2

83  All’inizio i due condensatori sono collegati in serie. In questa situazione ognuno di loro ha una
carica pari a
NI

C1 C2  1, 2  3,8 
Q  Ceq V  V   106 F  100 V   91C
C1  C2  5, 0 
ZA

Alla fine, i due condensatori sono collegati in parallelo.


In questa situazione, complessivamente, possiedono una carica pari a 2Q. Quindi:
2Q 2  91C 
VP    36 V
C1  C2 5, 0 F
 Q1  1, 2 106 F   36 V   43 C
Q2   3,8 106 F   36 V   1, 4 102 C

 La variazione di energia immagazzinata è


1 1
Wf  Wi  Ceq f Vf2  Ceq i Vi 2 
2 2
1 1
  0,91 10 6 F  100 V    5, 0  10 6 F   36 V  
2 2

2 2
 4,56 10 J  3, 24 10 J  1,32 103 J
3 3

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Capitolo 17. I conduttori carichi

84  Applichiamo il teorema di Gauss a una superficie sferica che si trova all’interno del guscio
sferico, tra le sue superfici interna ed esterna. Poiché in un conduttore all’equilibrio il campo
elettrico è nullo, anche la carica totale in esso racchiusa è nulla. Quindi, sulla superficie interna
del guscio sferico c’è una carica Q  1,9 109 C . Tenendo conto della carica totale del guscio
sferico, la carica sulla sua superficie esterna è 2Q  3,8 109 C .
 Il campo elettrico è nullo all’interno della sfera e del guscio sferico. Nella regione r1  r  r2 tra
la sfera e il guscio l’espressione del potenziale elettrico è
Q
V1  k0  c1 
 8,99 109 N  m 2 C2 1,9 109 C 
 c1 
17 V  m   c
1
r r r
dove c1 è una costante da determinare. Nella regione r  r2 oltre il guscio sferico, invece, il
potenziale è
2Q  8,99 109 N  m2 C2  3,8 109 C   34 V  m   c

LI
V2  k0  c2   c2  2
r r r
Anche qui c2 è una costante da determinare.
EL
Determiniamo le costanti imponendo due condizioni: la continuità del potenziale elettrico nel
passare da una parte all’altra del guscio sferico (necessaria) e l’annullamento del potenziale
all’infinito (arbitraria). La seconda condizione comporta c2  0 , mentre dalla prima si ottiene:
CH
17 V  m   c   34 V  m   c1 
17 V  m   17 V  m   122 V
1
r2 r2 r2 0,14 m
Il grafico del potenziale, approssimando a 0 lo spessore del guscio sferico, è il seguente:
NI
ZA

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Capitolo 17. I conduttori carichi

85 Il potenziale della prima sfera da sola è


1 Q
V1 
40 R1
quello della seconda sfera da sola è
1 Q 1 Q 1
V3    V1
4 0 R2 40 3R1 3
e quello della terza sfera da sola è
1 Q 1 Q 1
V5    V1
4 0 R3 4 0 5 R1 5
La posizione r1  R1 2 si trova all’interno di tutte e tre le sfere, perciò il potenziale in quei punti è
 1 1  23 23 1 Q 23 Q
V1/2  V1  V2  V3  V1 1     V1  
 3 5  15 15 40 R1 600 R1

LI
La posizione r2  2 R1 è tra la prima sfera e il primo guscio, quindi:
R1  1 1 1  31 31 1 Q 31 Q
V2  V1  V3  V5  V1      V1  
r2  2 3 5  30 30 4 0 R1 1200 R1
EL
La posizione r4  4 R1 si trova tra i due gusci, quindi:
CH
R1 R  1 1 3 1  7 7 1 Q 7 Q
V4  V1  V3 2  V5  V1       V1  
r4 r4  4 3 4 5  10 10 4 0 R1 40 0 R1
86  Il campo elettrico rimane invariato con l’inserimento del dielettrico, perché la sorgente di carica
fa affluire carica sulle armature per mantenere costante la differenza di potenziale:
NI

V 600 V
E  3
 3, 0 105 V/m
d 2, 0 10 m
ZA

 La capacità del condensatore prima e dopo l’introduzione del dielettrico è


S 40 104 m 2
C0  0   8,854 1012 C2 / (N  m 2 )   18 pF
d 2, 0 103 m
L’energia immagazzinata vale
1 1
Wi  C0 V 2  1,8  10 11 F   600 V   3, 2  10 6 J
2

2 2
1 1
Wf   r C0 V 2   4,5  1,8  10 11 F   600 V   14  10 6 J
2

2 2
La variazione di energia accumulata, uguale al lavoro compiuto, è
W  Wf  Wi  11106 J

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Capitolo 17. I conduttori carichi

87  Alla distanza di 1,0 cm, il campo è nullo perché siamo all’interno del primo conduttore:
E1  0 N/C
 Alla distanza di 3,0 cm, il campo dipende solo dalla carica sulla sfera:
Q1
E2  k 0 2
 107 N/C
d2
Questo campo è radiale e diretto verso l’esterno.
 Alla distanza di 5,0 cm, il campo è nullo perché siamo all’interno del secondo conduttore:
E3  0 N/C
 Alla distanza di 6,0 cm, il campo dipende dalla carica presente sia sulla sfera interna sia sul
guscio sferico esterno:
Q Q
E4  k0 1 2 2  3, 6 106 N/C
d4

LI
Questo campo è radiale e diretto verso l’esterno.

88  VA  k
Q
d
 29 mV
EL
 Indicando con B il punto sulla superficie della sfera dove arriva l’elettrone, si ha
CH
Q
VB  k  0,14 V
R
La forza elettrostatica è conservativa, per cui si ha
NI

K A  U A  KB  U B
KB  K A  U A U B
1 2 1 2
ZA

mvB  mv A  e VA  VB   VB  2, 0  105 m/s


2 2
dove e  1, 602 1019 C è la carica dell’elettrone.
 Il punto P è interno alla superficie sferica, quindi:
E  P   0 e V  P   V  B   0,14 V

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Capitolo 17. I conduttori carichi

89  Il sistema è equivalente a due condensatori in parallelo:


ah a b  h ah ab ah ab  h h
Ceq  C1  C2  0  r  0  0r  0  0  0  r  1  
d d d d d d  b b
h
Chiamiamo x 
b
ab
C  x   0 1    r  1 x   18 pF  1    r  1 x   18 pF  1   3,5  x 
d 
 Questa è l’equazione di una retta:
C  0   10 pF
C 1  18 pF 1  3,5   81 pF

LI
EL
CH
NI

90  Il condensatore è equivalente al seguente sistema di condensatori:


ZA

C1 ha armature di area (1/4)S, spessore d e dielettrico 1:


1S 1 12  104 m 2
C1   0 1   8,854 1012 C2 / (N  m 2 )   2,5   1,1 pF
4d 4 6 103 m
C2 ha armature di area (3/4)S, spessore d e dielettrico 2:

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Capitolo 17. I conduttori carichi

3 S 3 12 104 m 2
C2   0  2   8,854 1012 C2 / (N  m 2 )   3, 0   8, 0 pF
4 d /2 4 3  103 m
C3 ha armature di area (3/4)S, spessore d e dielettrico 3.
3 S 3 12 104 m 2
C1  0 3   8,854 1012 C2 / (N  m 2 )   3,5   9,3 pF
4 d /2 4 3 103 m
C1 è in parallelo alla serie di C2 e C3, quindi la capacità equivalente è
C2 C3 S   3  2 3 
Ceq  C1   0  1  
C2  C3 d  4 2  2  3 
12 104 m 2  2,5 3 3, 0  3,5 

 8,854 1012 C2 / (N  m 2 )  
6, 0 103 m  4 2 3, 0  3,5 
 5, 4 pF


Se il materiale 1 viene estratto per una lunghezza X, la capacità

LI
diventa
Ceq  Ceq   0 1
 L / 4 X    L / 4 X
0
d d
EL
perché nel tratto X c’è il vuoto. Quindi:
 0,3 1012 F  6 103 m 
CH
d
X   Ceq  Ceq    2, 0 cm
L  C 2
  3,5 102 m 
 0    1  1  8,85 10 12
  1,5 
4  N  m 2  4 
3
6 10 m
  0,3 1012 F 
NI

 2, 0 cm
 C2   3,5 102 m 
 1,5 
12
 8,85 10 
 N  m2   4 
ZA

91 Il sistema è equivalente al parallelo di due condensatori, uno con dielettrico e uno nel vuoto:
Ll LL l
Cd   0  r e C0   0
d d
Qd Q
La differenza di potenziale può essere espressa da V   :
Cd C
0 L
 L    r  1 l  0, 200 m   2  1 0, 050 m 
C
Q  Qd  Qd d   5, 0 107 C   1,3 106 C
Cd 0r
L l 2  0, 050 m 
d

92  La capacità senza la lamina e le due capacità in serie dopo l’introduzione della lamina sono:
S S S
C0   0 ; C1   0 ; C2   0
d x d  x

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Capitolo 17. I conduttori carichi

La capacità equivalente della serie è espressa da


 S  S 
 0  0 
CC x  d  x    S
Ceq  1 2    0
C1  C2  S   S  d 
 0    0 
 x   d  x
Tale espressione non dipende dalla distanza x tra la lamina e una delle armature e tende al valore
C0 per   0 .
 Volendo aumentare del 30% il valore della capacità, deve valere
S S C0  1
Ceq  0  0   1,3 C0   1  0, 23
d     d 1,3
d 1   1
 d d

 Accetti la sfida?
Senza la lastra, la capacità del condensatore è

LI
93
S 2, 0  102 m 2
C0   0   8,854  10 C / (N  m ) 
12 2 2
2
 8,854  1012 F
d 2, 0  10 m
e la carica vale
EL
Q0  C0 V0
CH
La lastra totalmente inserita subisce induzione elettrostatica, quindi il sistema diventa la serie di due
condensatori di spessore y1 e y2.
La capacità equivalente è
1 1 1 y y d h
   1  2 
NI

C C1 C2  0 S  0 S 0 S
S 2, 0 102 m 2
C  0   8,854 1012 C2 / (N  m 2 )   1,107 1011 F
ZA

2
d h 1, 6 10 m
La lastra viene introdotta a Q costante. Poiché la capacità cambia, anche la differenza di potenziale
cambia: Q = C∆V.
Quindi
C
C V  C0 V0  V  0 V0
C
L’energia elettrostatica iniziale è
1
U 0  C0 V02
2
e quella finale è
2 12
1 1 C  C 1  8,854 10 F  1 2
U  C V 2  C  0 V0   0  C0 V02   11  C0 V0   U 0
2 2 C  C 2  1,107 10 F  2 
La diminuzione dell’energia elettrostatica rappresenta il lavoro delle forze del campo per attirare la
lastra nel condensatore.

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Capitolo 17. I conduttori carichi

Quindi:
1  C 
W  U  U 0  U  C0 V02 1  0  
2  C 
1  8,854 1012 F 

2
 8,854 1012 C2 / (N  m 2 ) 1010 V 2  1 
1,107  10 11
F
3
  8,9 10 J
 

94 C   C1  C2   n  1 C
Per la conservazione della carica si ha
V0
Q  CV0  C V   CV0   n  1 C  n6
7

 Fisica&Matematica

LI
95  Indichiamo con L la lunghezza del condensatore e con d la distanza tra le armature. Allora
possiamo calcolare le componenti della velocità iniziale e il modulo dell’accelerazione come
v0 x  v0 cos 

v0 y  v0 sin 
EL
qE qV
a 
CH
m md
 Scegliamo come istante t  0 s quello in cui la particella entra nel condensatore e come origine
degli assi il punto in cui ciò accade; allora la leggi del moto della particella, a partire da
quell’istante, sono
NI

 x  v0 x t

 1 2
 y  v0 y t  2 at
ZA

Quindi, ricavando dalla prima equazione l’espressione per t , l’equazione della traiettoria risulta
1 qV x2
y  x tan 
2 md v02 cos 2 
Sostituendo i valori numerici si ottiene
y  1,86 m 1  x 2  0, 0875 x
Grazie a questa equazione possiamo calcolare che il punto P di uscita della particella alfa dal
condensatore ha coordinate
P (0, 0800 m; 0, 00490 m)

Inoltre, per la formula di sdoppiamento, il coefficiente angolare della retta tangente alla parabola
in P è
mt  2 Ax0  B  2  1,86 m 1   0, 0800 m   0, 0875  0, 210

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Capitolo 17. I conduttori carichi


Quindi, l’equazione della retta tangente alla traiettoria in P , su cui giace il vettore v1 , è:
y   0, 00490 m    0, 210   x   0, 0800 m    y  0, 210 x   0, 0119 m 
L
 Il tempo di transito della particella nel condensatore è t1  e il valore finale della
v0 cos 
componente y della velocità è
qV L
v1 y  v0 y  at1  v0 sin   
md v0 cos 

  5, 20 10 m/s  sin(5, 0) 


4  3, 20 10 19
C  1, 45 V   0, 0800 m  
 6, 64 10 27
kg  7, 00  10 m   5, 20  104 m/s  cos(5, 0)
3

 1, 09 104 m/s

LI
SEI PRONTO PER LA VERIFICA?

q
1 Il potenziale di una sfera di raggio r con carica q è V  k0
r
EL
. Quindi, per la prima sfera le
variazioni di carica q e di potenziale V sono legate dalla relazione
1,1109 C   0,31 m
CH
q1 q1
V1  k0  r1  k0   8,99 109 N  m 2 C2 
r1 V1 32 V
La variazione della carica sulla seconda sfera è opposta a quella della prima sfera, a causa del
principio di conservazione della carica elettrica, quindi:
NI

2 
q2 1,1109 C 
r2  k0   8,99 10 N  m C 
9 2
 0, 22 m
V2 45 V
ZA

2  Il modulo del campo elettrico è


V 48 V
E   3, 0 103 V/m
d 0, 016 m
 La variazione della carica sulle armature è
 1 1
Q  V C  V 0 S    
 d d 
 1 1 
  48 V   8,854  1012 F/m  36 104 m 2    11
  2, 2 10 C
 0, 013 m 0, 016 m 

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Capitolo 17. I conduttori carichi

3  Dal principio di conservazione dell’energia, deduciamo che un elettrone entra nel condensatore
con energia cinetica
1
K  me v02  eV
2
l
Il tempo di attraversamento del condensatore è t  . Nella direzione perpendicolare alle
v0
armature il moto dell’elettrone è uniformemente accelerato, con accelerazione
F e e V eV
a  E 
me me me 20d 20me d
La distanza percorsa in questa direzione è
2
1 1 eV  l  1 el 2 V el 2 V
y  a  t  
2
   
2 2 20me d  v0  40 me v02 d 80 Kd

LI
Inserendo l’espressione dell’energia cinetica, si ottiene
el 2 V el 2 V l2
y   
80 Kd 80eVd 80d
EL
Inserendo i valori numerici, si ottiene lo spostamento richiesto:
 5, 0 cm   3,1 mm
2
l2
y  
CH
80d 80 1, 0 cm 
l2
 L’espressione y  è indipendente dalla differenza di potenziale, quindi le misure
80d
NI

sembrano accurate.

4  La densità superficiale su ciascuna faccia della lastra è


ZA

Q 1, 60 109 C
lastra    2, 00 108 C/m 2
2  0, 200 m 
2 2
2a
La carica su ciascuna faccia della lastra induce una carica opposta sulle armature del
condensatore:
arm  lastra  2, 00 108 C/m 2
Il campo elettrico ha modulo
arm 2, 00 108 C/m 2
E   2, 26 103 N/C
0 8,854 10 C /  N  m 
12 2 2

ed è diretto dalla lastra verso ciascuna armatura. La differenza di potenziale tra la lastra e
ciascuna armatura è
d s
V  E   2, 26  103 N/C  8, 00  10 3 m   18,1 V
2

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Capitolo 17. I conduttori carichi

 Considerando l’armatura A con la lastra come il condensatore A e la lastra con l’armatura B


come il condensatore B, ciascuno ha capacità
a2 2a 2
C   0  0
d  s 2 d  s
Poiché sono collegati in serie, la capacità dell’intero sistema è
 0, 200 m   2, 211011 F
2
C a2
Ceq   0  8,854 1012 C2 /  N  m 2  
2 d  s 1, 60 102 m
 Quando la lastra viene spostata, la carica presente su di essa non cambia, quindi non cambiano
nemmeno la carica indotta sulle armature e il modulo del campo elettrico. Cambia invece la
differenza di potenziale tra la lastra e ciascuna armatura, perché è cambiata la distanza.
Il modulo della differenza di potenziale tra la lastra e l’armatura A è
VA  El   2, 26 103 N C  3, 60 103 m   8,14 V

LI
e quello della differenza di potenziale tra la lastra e l’armatura B è
VB  E  d  s  l    2, 26 103 N/C 12, 4 103 m   28, 0 V
EL
 I moduli delle cariche presenti sulle facce A e B sono
Q
QA  QB   0,800  10 9 C
CH
2
La capacità del condensatore costituito dall’armatura A e dalla lastra è
QA 0,800 109 C
CA    9,84 1011 F
VA 8,14 V
NI

Analogamente, la capacità del condensatore costituito dall’armatura B e dalla lastra è


QB 0,800  109 C
CB    2,86 1011 F
ZA

VB 28, 0 V

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